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13 Agosto 2020, Bologna – Questa mattina un tragico incidente stradale, a Bologna, ha stroncato la vita ad un vigile del fuoco di 56 anni. E’ successo all’altezza dell’uscita 5 Lame e in direzione Casalecchio di Reno.

Il pompiere era alla guida di una Fiat Panda che, improvvisamente, è stata tamponata da un mezzo pesante per poi rimanere schiacciata addosso alla vettura che la precedeva.

Si è verificato uno schianto a catena che ha coinvolto altre due automobili: una Mini e un’Audi, entrambe che precedevano la Panda.

L’autista a bordo del camion, rimasto illeso, di origine albanese, si sarebbe accorto troppo tardi dei rallentamenti in atto sulla carreggiata – almeno questo è ciò che è venuto fuori in base alle prime ricostruzioni.

L’incidente ha provocato una lunga coda sulla tangenziale, dove sono intervenuti i Vigili del Fuoco, il 118 e la Polizia Stradale.

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Cronaca

Pioggia e tanto freddo in arrivo sull’Italia,...

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Spesso grigi e temperature nemmeno troppo fredde visto il flusso perturbato di origine atlantica

Previsioni meteo della settimana

Dopo un avvio di settimana con qualche pioggia e un clima più mite sull'Italia, ci aspetta una nuova irruzione di aria fredda. Dopo una breve tregua nella giornata di oggi lunedì 25 novembre, dove a far notizia sarà soltanto qualche isolato piovasco sulla Liguria, una nuova perturbazione farà il suo ingresso da domani, martedì 26, provocando un blando peggioramento del tempo dapprima al Nord e poi in estensione anche al Centro-Sud. Si tratterà di piogge deboli e intermittenti tipiche della stagione autunnale con cieli spesso grigi e temperature nemmeno troppo fredde visto il flusso perturbato di origine atlantica.

Da sabato 29 novembre in avanti è prevista una nuova svolta fredda: un nocciolo d'aria molto fredda di origine polare scenderà rapidamente verso la Russia, per poi puntare dritto verso le regioni balcaniche e coinvolgendo anche il nostro Paese, specialmente le regioni adriatiche e meridionali fa sapere iLMeteo.it. Gli effetti saranno evidenti con un peggioramento del meteo accompagnato da precipitazioni sparse al Sud e lungo le aree adriatiche e il tutto condito da un deciso calo delle temperature, che scenderanno ben al di sotto delle medie climatiche stagionali. Tornerà anche la neve sugli Appennini sotto i 1000 metri di quota.

Oggi, lunedì 25 novembre - Al Nord: nuvoloso con pioviggine in Liguria. Al Centro: piovaschi sul Lazio. Al Sud: soleggiato e mite.

Domani, martedì 26 novembre - Al Nord: coperto con piogge sparse da ovest verso est. Al Centro: coperto su Toscana, Umbria e Marche. Al Sud: bel tempo prevalente.

Mercoledì 27 novembre - Al Nord: piogge sui settori orientali e Levante Ligure. Al Centro: piogge sparse in Toscana, occasionali altrove. Al Sud: soleggiato, peggiora in serata sulla Campania.

Tendenza: da venerdì irruzione di aria più fredda dalla Russia.

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Cronaca

Giulia Tramontano, processo Impagnatiello: oggi sentenza...

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Il verdetto nella Giornata contro la violenza sulle donne. Per l'imputato, accusato di aver ucciso la compagna incinta di 7 mesi, la procura di Milano ha chiesto l'ergastolo e l'isolamento diurno per 18 mesi

Maglietta in ricordo di Giulia Tramontano e di Thiago, il bimbo che portava in grembo - Fotogramma

Ergastolo. E' questa la parola che aleggia nell'aula della corte d'Assise di Milano dove oggi, lunedì 25 novembre, nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, Alessandro Impagnatiello conoscerà il suo destino per aver ucciso a coltellate la compagna Giulia Tramontano, incinta (al settimo mese) di Thiago. Il carcere a vita e l'isolamento diurno per 18 mesi è la richiesta avanzata dalla procura per chi deve rispondere di un omicidio aggravato dalla premeditazione, dal legame affettivo, dai futili motivi e dalla crudeltà per aver affondato il coltello per 37 volte contro la vittima, per aver tentato di bruciarla due volte e averla abbandonata in strada, avvolta da sacchi della spazzatura.

La morte di Giulia "un viaggio nell'orrore"

Un "viaggio nell'orrore", a usare le parole della pm Alessia Menegazzo, pianificato dal trentunenne "narcisista, psicopatico, manipolatore" che ammazza i due "ostacoli per la sua realizzazione". Smascherato, l'ex barman dalla doppia vita, uccide in modo "brutale": nessun raptus, va solo in scena "la banalità del male". Giulia, secondo l'accusa, firma "la propria condanna a morte" quando svela di aspettare un bambino. L'ondivago Impagnatiello, talvolta compagno premuroso e più spesso amante bugiardo, inizia a somministrare a Giulia Tramontano veleno per topi per procurarle un aborto, poi come un "giocatore di scacchi fa l'ultima mossa" e dopo l'incontro tra la compagna e l'altra donna, cambia strategia: l'idea è celare l'omicidio simulando una scomparsa. Ma l'imputato - ritenuto capace di intendere e volere dai periti nominati dalla corte - non fa i conti con chi non si rassegna alla sparizione di Giulia, alla paura che non ferma l'altra donna a dire la verità, al sangue trovato nel bagagliaio della propria auto. Dopo quattro giorni, accerchiato da carabinieri e procura, confessa e fa ritrovare il corpo.

Il "castello di bugie" crolla, ma tiene ancora la maschera e nell'interrogatorio in aula alterna verità a 'non ricordo', si confonde, non sa fornire un movente, s'impegna più a giustificare se stesso che a chiedere scusa alla famiglia Tramontano, papà Franco, mamma Loredana Femiano, i fratelli Chiara e Mario che saranno come sempre in aula. Oggi la procura non replica, e se l'imputato tace (potrebbe rendere brevi dichiarazioni spontanee), la prima corte d'Assise, composta da giurati popolari e presieduta dalla giudice Antonella Bertoja si ritirerà subito in camera di consiglio. Le telecamere, ammesse solo la scorsa udienza, potranno riprendere il momento della sentenza, ma non inquadrare il narcisista che, ancora una volta, ha deciso di salvaguardare se stesso.

Il dolore del papà di Giulia: "Ergastolo non è vendetta, ma rispetto"

Giustizia, rispetto e il massimo della pena. Sono passati 18 mesi dal femminicidio di Giulia, ma per i genitori il dolore resta identico, se possibile peggiora nella consapevolezza di non poter più abbracciare la loro primogenita. Ma oggi anche loro, come sempre, saranno in aula. "Chiediamo con forza - scrive il papà - che venga applicata la pena massima prevista dalla legge: l'ergastolo. Non solo per rendere giustizia a lei, alla famiglia e al bambino che portava in grembo, ma anche per lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile. Questa richiesta non è mossa da vendetta, ma da un profondo senso di giustizia". Parole lasciate su Instagram, nelle ore di attesa e speranza.

La violenza di genere "è una piaga che devasta la nostra comunità" e "confidiamo che le istituzioni sappiano agire con fermezza, dimostrando che la legge è dalla parte delle vittime. Chiediamo che il rispetto per Giulia, per la sua vita spezzata e per il dolore che ha lasciato, non sia calpestato da parole che tentano di piegare la verità: la dignità di una vittima - scrive Franco Tramontano - non può mai essere sacrificata per costruire una difesa".

Non c'è giorno intanto che mamma Loredana non ricordi con una canzone, un messaggio, una foto di sua figlia insignita, lo scorso anno, dell'Ambrogino d’'oro da una città che l'ha 'adottata' e che come Senago non dimentica la ventinovenne di Sant'Antimo (Napoli). "Cara Giulia ho bisogno di te, ti cerco ovunque, sei tu la mia ancora di salvezza in questo mare di dolore, sei tu il mio arcobaleno in questa tempesta di dolore, sei tu la spalla su cui vorrei piangere". E ancora "questa 'permanenza' è troppo dolorosa, la tua assenza mi devasta".

Un anno dopo il fratello Mario è diventato papà di una bimba che porta il nome di sua sorella Giulia, mentre la combattiva Chiara, la sorella che le somiglia come una goccia d'acqua, fatica ancora a trovare "le parole giuste: è difficile misurare la rabbia, l'indignazione, la sofferenza. Come donna, combatto due battaglie. La prima è alimentata dalla paura di essere la prossima donna a essere ricordata per una morte brutale, la seconda è una lotta affinché nessuna famiglia debba mai affrontare la possibilità che un omicidio così efferato rimanga impunito o che il colpevole non sconti una pena adeguata". Oggi "grideremo giustizia per Giulia e Thiago, ma lo faremo per tutte le donne che non hanno più voce. Giulia sarà con noi in quell'aula, insieme a voi, a tutte le anime gentili strappate a questo mondo. Saremo lì, e spero che ci saranno tutte le donne che ancora sognano un futuro senza paura".

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Cronaca

Omicidio di Giulia Tramontano, da scomparsa a sentenza...

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Oggi il verdetto per l'ex barman nella Giornata contro la violenza sulle donne

Ris dei Carabinieri in casa di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello, a Senago, dopo il ritrovamento del corpo della giovane incinta di 7 mesi - Fotogramma

Nella giornata contro la violenza sulle donne arriva oggi il verdetto nel processo a Alessandro Impagnatiello, l'ex barman che ha ucciso la compagna Giulia Tramontano con 37 coltellate. Giulia, 29 anni, era incinta al settimo mese. Ecco tutte le tappe dell'assassinio avvenuto a Senago.

La scomparsa

"E' sicuramente in difficoltà in quanto al settimo mese di gravidanza". E' il testo che segnala la scomparsa e dà il via alle ricerche di Giulia Tramontano, la ventinovenne incinta di Thiago, sparita la sera di sabato 27 maggio 2023 dall’appartamento di Senago, alle porte di Milano, in cui vive con il compagno Alessandro Impagnatiello. Nulla fa pensare a un allontanamento volontario.

Le indagini

Le ricerche si concentrano sul fidanzato. E' lui, il pomeriggio di domenica, a denunciare la scomparsa ai carabinieri. Racconta di una lite la sera prima, di aver lasciato Giulia mentre dormiva e di essere andato a lavoro. La versione non convince e le testimonianze di chi lavora con lui svelano la doppia vita del barman. Le tracce di sangue trovate nell’auto danno un’accelerata alle indagini: viene indagato dalla procura di Milano per omicidio volontario aggravato.

La confessione

"L'ho uccisa io". E' il primo giugno del 2023 quando Impagnatiello, 30 anni, confessa il delitto e indica il posto - in via Monte Rosa, in un anfratto accanto ad alcuni box - in cui l'ha nascosta. Il corpo è avvolto in sacchetti di plastica. Ammazzata a coltellate - l'autopsia restituisce la crudeltà dei 37 colpi - ha provato a darle fuoco due volte (nella vasca e nel box), ne ha inscenato la scomparsa (nascondendola in cantina, nel garage nel bagagliaio, prima di disfarsene a meno di 700 metri da casa) e ha provato a depistare le indagini.

Il 3 novembre 2023, la procuratrice aggiunta Letizia Manella e la pm Alessia Menegazzo chiedono il giudizio immediato per omicidio volontario aggravato, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere. Il delitto è premeditato come dimostrerebbe il tappetto della sala spostato per non macchiarlo e il veleno per topi somministrate più volte alla compagna e trovato anche nel feto: è la prima arma usata (fin dal dicembre 2022) per uccidere. L'omicidio è aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dal legame che univa Giulia e Alessandro.

Inizia il processo

Il 18 gennaio davanti alla prima corte d'Assise di Milano, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, è presente la famiglia Tramontano - papà Franco, mamma Loredana Femiano, i fratelli Chiara e Mario -. In gabbia Impagnatiello tiene lo sguardo basso. Lontano dalle telecamere, vietate in aula, fa brevi dichiarazioni spontanee. "Ci sono tante persone a cui devo delle scuse, ma vorrei rivolgermi a Giulia e alla famiglia. Non ci sono parole corrette da dire, affronto una cosa che rimarrà per sempre inspiegabile per la disumanità. Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, quel giorno anch'io me ne sono andato perché non vivo più". Le scuse non vengono accettate.

L'interrogatorio in aula

Il processo che vede sfilare investigatori e familiari trova un punto centrale nell’interrogatorio dell’imputato. "L'ho colpita all'altezza del collo, solo in cella con un servizio in tv ho saputo di averle sferrato 37 colpi. Giulia non si è difesa" è il racconto di Impagnatiello. In aula aggiunge qualche dettaglio crudele - "Andrai a pranzo da mia madre e in auto c'era il cadavere" - e ammette il suo "castello di bugie" (per tenere in piedi due relazioni parallele), un mare "in cui sono annegato". Sostiene di aver avvelenato Giulia "solo due volte, nella prima parte di maggio, non per farle del male, ma per provocarle un aborto". Parla per ore, ma non sa fornire un movente: "E' una domanda che mi sono fatto miliardi di volte e che non avrà mai risposta".

La perizia

A sorpresa, il 10 giugno scorso, i giudici chiedono la perizia psichiatrica. Tre mesi dopo arriva il responso: per gli psichiatri Gabriele Rocca e Pietro Ciliberti l'imputato era capace di intendere e di volere. Alessandro Impagnatiello "non poteva accettare lo 'smascheramento' con le conseguenze umilianti”. L'incontro, poche ore prima del delitto, tra Giulia Tramontano e l'altra donna, fa esplodere in lui - manipolatore con tratti narcisistici - una dimensione "rabbiosa" che sfocia nel femminicidio. Pur di non vedere il suo mondo crollare in pezzi si trasforma in assassino.

La richiesta di ergastolo

In aula va in scena un "viaggio nell'orrore" il cui protagonista è l'imputato "narcisista, psicopatico, manipolatore" che ammazza Giulia e Thiago "ostacoli per la sua realizzazione". Smascherato, uccide in modo "brutale": nessun raptus, ma un progetto "premeditato" attuato da un uomo normale che rappresenta "la banalità del male". Giulia ha firmato la sua condanna a morte quando gli ha detto che aspettava un bambino, e Impagnatiello "come un giocatore di scacchi" dopo l'incontro tra le due donne "fa l'ultima mossa" e uccide. La richiesta dell'accusa è di ergastolo e isolamento diurno per 18 mesi. La difesa, rappresentata dalle avvocatesse Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia, chiede invece la "pena minima".

Oggi la sentenza

Dopo 14 udienze, proprio nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, oggi è atteso il verdetto dei giudici della prima sezione della corte d’Assise per uno degli omicidi più efferati degli ultimi anni. Spetterà ai giudici decidere se sussistono tutte le aggravanti - la premeditazione sembra essere l'unica questione più spinosa -, ma la sentenza di ergastolo (viste le accuse) per Alessandro Impagnatiello sembra già scritta.

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