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L’estate sta per finire e i governatori temono che il virus possa espandersi nelle proprie regioni. Come il Lazio che ha paura che i residenti, di ritorno dalla Sardegna possano portare il virus. Ma anche la Campania, che ha paura di tutti i ritorni da qualsiasi regione. Questo ha portato i governatori a scontrarsi, richiedendo controlli sempre più ferrei, fino ad arrivare alle minacce sulla chiusura dei confini delle proprie regioni. Purtroppo, questi sono gli effetti del rientro dalle vacanze in tempi di Corornavirus. Il problema è che con l’aumento di contagi che sta colpendo il nostro territorio, non possiamo permetterci di abbassare la guardia e i nostri governatori lo sanno bene.

Il Lazio ha registrato il maggior numero di contagi nell’ultimo periodo e ritiene che il 45% sia proveniente dalla Sardegna, pertanto chiede al governatore Solinas di effettuare il tampone a tutti coloro che sono in partenza dalla Sardegna per tornare nel Lazio. Tuttavia l’assessore alla Sanità sardo controbatte, affermando che “i test li deve fare il Lazio alla partenza verso la Sardegna“. Il Lazio dal canto suo ha predisposto appositi drive in che effettuano test rapidi a tutti coloro che rientrano da Malta, Grecia, Spagna e Croazia, così come a tutti coloro che sono di rientro dall’isola. Ma il governatore Zingaretti chiede formalmente che i test vengano fatti all’imbarco in Sardegna, oltre che allo sbarco – perché la prudenza non è mai troppa.

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, minaccia di chiudere ancora una volta la Campania, dichiarando in una sua diretta su Facebook che “A fine agosto vedremo se chiedere oppure no al governo di ripristinare la limitazione della mobilità intraregionale. Lo decideremo tra 15 giorni con grande determinazione, salvo i casi di motivi di lavoro o di salute. Ci regoleremo anche sui contagi nel resto d’Italia.” Rigorosi controlli per tutti coloro che rientrano dalle vacanze, dunque. De Luca promette inoltre di imporre la misurazione della temperatura corporea all’ingresso di tutti gli Istituti scolastici, anche se il governo ha specificato in una nota che questo compito è stato affidato ai genitori. Un doppio controllo sicuramente sarà più prudente, ritiene il presidente della Campania.

Toti e Bonaccini non approvano i blocchi per quanto riguarda gli spostamenti tra regioni – In risposta alle minacce di Vincenzo De Luca al voler bloccare l’accesso alla Campania, il presidente della Liguria, Giovanni Toti, spiega che non ritene vi sia una emergenza clinico-sanitaria tale da presupporre o fare presagire ulteriori chiusure. Bisogna stare attenti, certo, indossando le mascherino e facendo tutto quello che ci raccomanda il governo, ma sicuramente l’ultima cosa da fare è continuare a terrorizzare la popolazione, già abbastanza scossa. Anche il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, è d’accordo con Toti, affermando che in questo momento non serve chiudere le regioni e creare allarmismi eccessivi.

Nel frattempo, il Codacons denuncia assembramenti che si sono verificati sui traghetti dalle Eolie. “Alle isole Eolie sono stati registrati assembramenti intollerabili. Soprattutto i più giovani, non rispettano assolutamente le norme sull’uso delle mascherine.” denuncia l’associazione dei consumatori. La situazione più grave viene registrata nei porti, in occasione delle partenze di aliscafi e traghetti, dove tantissime persone, forse migliaia, si riuniscono sulle banchine creando pericolosissimi assembramenti. Di notte, a Lipari, l’atmosfera si infuoca trasformando pericolosamente le strade in discoteche all’aperto, di fronte ai locali che suonano musica dal vivo: è qui che, centinaia di giovani, ballano l’uno sull’altro senza rispettare le distanze minime e senza indossare le mascherine. Sono proprio questi comportamenti irresponsabili che potrebbero costarci molto caro.

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Cronaca

Giornata contro la violenza sulle donne, illuminati di...

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Giornata contro la violenza sulle donne, illuminati di rosso scali sui laghi Maggiore, Garda e Como

In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne Navigazione Laghi sarà in prima linea per testimoniare il proprio sostegno al contrasto della violenza di genere e lo farà allestendo imbarcazioni e illuminando sedi di esercizio sui laghi Maggiore, di Garda e di Como.

“Trasportiamo oltre 12 milioni di passeggeri lungo le sponde dei tre grandi laghi d’Italia ed anche quest’anno abbiamo deciso di lanciare un segnale importante volto a sensibilizzare pendolari, turisti e personale aziendale sul tema del contrasto alla violenza di genere – afferma il Gestore Governativo della Navigazione Laghi, Pietro Marrapodi – siamo consapevoli che l’impegno contro ogni forma di violenza a carico delle donne non può e non deve esaurirsi celebrando solo la ricorrenza. Ed è per questo che di concerto con il Policlinico di Milano abbiamo già avviato progetti formativi mirati a informare e sensibilizzare prima di tutto le nostre e i nostri dipendenti. A partire dalla giornata del 24 novembre nella sede centrale di Milano verrà esposto un drappo rosso in ricordo di tutte le donne che per mani violente hanno perso la vita".

"Inoltre, abbiamo previsto - prosegue - l’illuminazione color rosso di alcuni scali, biglietterie ed edifici dell’Ente, insieme alla diffusione di un messaggio importante 'Qui non c’è posto per la violenza' che passeggeri e turisti del servizio pubblico di linea troveranno su alcune sedute a bordo dei battelli. E non per ultimo abbiamo ritenuto utile sensibilizzare e diffondere tra i nostri passeggeri il numero anti violenza e stalking 1522 attraverso l’affissione in luoghi strategici del volantino istituzionale predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, affinché ciascuna donna da noi trasportata possa conoscere la modalità per chiedere aiuto e sostegno".

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Cronaca

Vaticano, serve riforma pensioni. Il Papa: “Decisioni...

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Il Pontefice: "L'attuale gestione genera un importante disavanzo". Allarme tra i dipendenti laici

San Pietro

Serve una riforma delle pensioni in Vaticano? Il Papa, con una nuova lettera al Collegio Cardinalizio e ai Prefetti e Responsabili delle Istituzioni Curiali, degli Uffici della Curia Romana e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede, chiede ulteriori sacrifici. Al centro delle preoccupazioni, la gestione del Fondo Pensioni. E scatta l'allarme tra i dipendenti laici.

La lettera del Papa

"Sono stati realizzati differenti studi dai quali si è derivato che l'attuale gestione pensionistica, tenuto conto del patrimonio disponibile, genera un importante disavanzo. Purtroppo, il dato che ora emerge, a conclusione delle ultime approfondite analisi svolte da esperti indipendenti, indica un grave squilibrio prospettico del Fondo, la cui dimensione tende ad ampliarsi nel tempo in assenza di interventi: in termini concreti, - dice il Pontefice - ciò significa che l'attuale sistema non è in grado di garantire nel medio termine l'assolvimento dell'obbligo pensionistico per le generazioni future".

"Siamo ora tutti pienamente consapevoli che occorrono provvedimenti strutturali urgenti, non più rinviabili, per conseguire la sostenibilità del Fondo Pensioni, nel contesto più generale delle limitate risorse disponibili dell'intera organizzazione, e un'appropriata copertura previdenziale per i dipendenti presenti e futuri, in una prospettiva di giustizia ed equità tra le diverse generazioni. Si tratta di assumere decisioni non facili che richiederanno una particolare sensibilità, generosità e disponibilità al sacrificio da parte di tutti", chiede il Papa comunicando la decisione di nominare il card. Kevin Card. Farrell, Amministratore Unico per il Fondo Pensioni, "ritenendo che questa scelta rappresenti, in questo momento, un passo essenziale per rispondere alle sfide che il nostro sistema previdenziale deve affrontare in futuro".

"Pur avendo apprezzato il contributo fornito con ponderazione da coloro che in questi anni si sono occupati di questa delicata materia, ritengo ora che sia indispensabile percorrere questa nuova fase, fondamentale per la stabilità e il benessere della nostra comunità, con prontezza e unità di visione affinché gli interventi dovuti siano con sollecitudine realizzati. A tutti voi - scrive il Pontefice - chiedo una particolare collaborazione nell'agevolare questo nuovo e ineludibile percorso di cambiamento. Confidando nel supporto e nel sostegno di tutti, vi chiedo di accompagnare questo momento con le vostre preghiere".

Nella lettera, Francesco ricorda la necessità di "affrontare problematiche serie e complesse che rischiano di aggravarsi se non trattate tempestivamente. Mi riferisco alla gestione del nostro Fondo Pensioni, già considerato tra i temi centrali della riforma economica, costituendo un argomento al centro della 'preoccupazione' dei Pontefici che si sono succeduti sin dalla sua istituzione".

La reazione dei dipendenti

L'Associazione che raggruppa i dipendenti laici del Vaticano dà voce alle preoccupazioni per l'annunciata riforma sulle pensioni: "Avevamo sentore che prima o poi si sarebbe intervenuti sulle pensioni, e oggi abbiamo avuto la conferma che sono in arrivo 'provvedimenti strutturali urgenti'. E' evidente che c'è qualcuno che ha proposto al Papa un intervento di questo tipo, visto che il Pontefice non può certo conoscere di suo i dettagli dei conti del Fondo Pensioni".

L'Adlv chiede che ci sia trasparenza: "A chi ha suggerito questa manovra, diciamo che nemmeno noi abbiamo conoscenza del bilancio del Fondo. I dati non sono pubblici. Eppure quando si contribuisce a una gestione finanziaria o pensionistica, visto che paghiamo con i nostri contributi, i conti dovrebbero essere consultabili da tutti. In Vaticano invece questi aspetti sono a beneficio di pochi, mentre bisognerebbe capire come vengono amministrate le trattenute in busta paga a carico dei dipendenti. Le pensioni sono a garanzia anche e soprattutto delle future generazioni, in un discorso di equità e giustizia, che hanno diritto a un futuro degno grazie a un assegno pensionistico adeguato. Chi certifica un eventuale passivo? La stragrande maggioranza dei dipendenti vaticani ha già tirato la cinghia. Il taglio di un biennio per tanti avrà un effetto pesante: anche 20 mila euro a fine carriera. I salari non sono stati indicizzati al costo della vita, mentre l'aumento degli affitti degli immobili vaticani è stato rapportato all'inflazione".

Nel frattempo, fa notare l'Adlv "in Vaticano sono fiorite consulenze e sono state date promozioni senza una forma di concorso pubblico.Se si vuole ora intervenire sulle pensioni, allora quali risultati ha avuto la riforma finanziaria avviata quattro anni fa? Quali risultati sono stati portati dal personale ad hoc assunto, spesso con stipendi di riguardo? La Segreteria per l'Economia ha pensato ad una riforma strutturale che incrementi gli introiti per la Santa Sede o a tagli che non riguardino solo il personale, i cui stipendi sono ridotti ai minimi termini? Ha tenuto conto dell'attenzione particolare che il Papa pone sempre sulle famiglie e sulle loro necessità? I dipendenti, esausti di tagli e soprattutto di mancate risposte alla loro lecita richiesta di essere ascoltati, anche tramite l'Adlv, ritengono di aver già contribuito, al massimo delle loro possibilità, al ripianamento del deficit e rimangono in attesa vigile di eventuali future disposizioni. Ci auguriamo che l'Adlv sia ricevuta presto per parlare di tutte queste questioni".

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Cronaca

Italiano arrestato in Egitto, il legale: “In carcere...

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L'avvocato Alessandro Russo all'Adnkronos: "Alla madre ha detto che è costretto a stare sempre in piedi, può stendersi solo mezz’ora al giorno, se vuole sedersi deve pagare". L'uomo, un attore porno, sarebbe stato arresto per contenuti social giudicati immorali

Elanain Sharif - foto dal profilo Facebook

Arrestato appena atterrato in Egitto, lo scorso 9 novembre, l'italiano Elanain Sharif "è trattato in modo inumano". A denunciarlo all'Adnkronos è l'avvocato Alessandro Russo, legale della madre del 44enne nato in Egitto ma cittadino italiano con residenza a Terni.

"Costretto da giorni a stare all'impiedi"

"La madre di Elanain è riuscita a parlare col figlio solo il giorno dopo l’arresto, hanno parlato in italiano per non farsi capire dagli agenti, e lui gli ha detto che in carcere è trattato in modo inumano, è costretto a stare sempre in piedi, può stendersi solo mezz’ora al giorno, se vuole sedersi deve pagare, ha ancora gli stessi vestiti di quando lo hanno arrestato’’, ha riferito l'avvocato Russo.

Sharif è stato dopo essere atterrato 12 giorni fa all’aeroporto del Cairo con la madre. "Lo hanno trattenuto un paio d’ore in un ufficio in aeroporto e poi la madre ha visto che lo portavano via in manette – riferisce il legale – La mamma di Elanain è riuscita a fargli avere un paio di panini e dopo cinque giorni, pagando un autista, è riuscita a sapere che avevano trasferito il figlio nel carcere di Alessandria’’. Il legale due giorni dopo l’arresto ha contattato la Farnesina che ha preso in carico la situazione.

L'arresto per contenuti "immorali" sui social

Elanain Sharif lavora nel settore del porno, nome d’arte ‘Sheri Taliani’, e secondo l’avvocato della famiglia all’origine dell’arresto potrebbero esserci contenuti pubblicati sui social dal 44enne e giudicati "immorali" dalle autorità egiziane.

Ambasciata lavora a visita consolare in carcere

Intanto l’ambasciata d’Italia al Cairo, in stretto coordinamento con la Farnesina, sta seguendo con la massima attenzione il caso di Elanain Sharif. La Sede mantiene costanti contatti con la madre e con il legale ed ha da subito chiesto l’autorizzazione ad effettuare quanto prima una visita consolare. Essendo anche cittadino italiano, Sharif aveva scelto di rientrare in Egitto col passaporto egiziano, e anche per questo è stata più lenta la procedura per una la visita consolare.

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