Napoli: rinomati artisti espongono le loro opere all’aperto
A Napoli alcuni artisti sono soliti esporre le loro incantevoli opere all’aperto.
Tradizionalmente, le opere d’arte sono esposte nei musei e nelle gallerie d’arte, dove le persone decidono di pagare per vederle. Tuttavia, alcuni artisti pensano che il loro posto sia per le strade, aperte a tutti, in modo che chiunque, in modo gratuito, possa avere la possibilità di visionarle. Questa filosofia consentirebbe, secondo i suoi sostenitori, di cambiare i rapporti sociali tra le persone e donare nuova vitalità creativa ad interi quartieri.
Rinomati eccellenti artisti come Rock&Loste, Zed1, Jorit, Banksy, Cyop&Kaf, Francesco Bosoletti, Mono Gonzalez, Roxy in the box, Zilda, Jago, ecc… hanno contribuito a che tutto ciò. Ad esempio, l’artista di fama mondiale Jago, ha stabilito il suo studio d’arte in una chiesa abbandonata nel bel mezzo del popolare quartiere Sanità di Napoli. Le sue incredibili creazioni, opere a dir poco meravigliose, vengono esposte all’aperto per “valutarne realmente il valore“, spiega.
“Se riesco a portare le persone lì, allora posso cambiare la dinamica sociale. Questo è ciò che significa scultura, questo è ciò che significa arte“, afferma. “È il potere dell’arte e mantiene vivi certi luoghi. L’opera d’arte ha questa capacità, rende sacre le cose ed i luoghi“.
A Napoli, alcuni giovani hanno ottenuto il permesso di gestire le catacombe di San Gennaro. Queste ultime hanno assunto nuovi colori grazie a degli investitori privati. Si tratta di 12.000 metri quadrati di patrimonio culturale sotterraneo.
Enzo Porzio, responsabile di questa encomiabile iniziativa, sottolinea:
“La nostra esperienza come gruppo nasce nei primi anni del 2000 quando, grazie alla tenacia di un sacerdote e al coraggio di un gruppo di amici, cominciamo ad incontrarci e a parlare della possibilità di cambiare le cose e di ripartire dal nostro quartiere. Siamo cresciuti credendo di dover, prima o poi, lasciare il nostro Rione Sanità e la città di Napoli, scoraggiati da un’assenza di possibilità e sviluppo. Ad un tratto, però, abbiamo cominciato a guardarci intorno e ci siamo resi conto di riposare su una terra ricca di bellezze e meraviglie abbandonate e non valorizzate. Nel 2006 abbiamo quindi costituito la “cooperativa La Paranza” e abbiamo partecipato al primo bando storico artistico con Fondazione con il sud di valorizzazione dei beni storico artistici e creazione di posti di lavoro. Da dieci anni gestiamo dunque le Catacombe di Napoli e abbiamo trasformato un territorio che le istituzioni e le autorità definivano senza speranza. Con più di centomila visitatori l’anno rispetto alle poche migliaia dei primi anni, abbiamo oggi generato lavoro per più di 30 persone, partendo dieci anni fa dal solo impiego volontario di 4 amici.
Il nostro percorso è andato avanti nella maggior parte dei casi nel silenzio e nei ritardi della burocrazia e delle istituzioni che non hanno, il più delle volte, contribuito alla crescita del nostro progetto. Noi non ci siamo arresi, non ci arrendiamo anche oggi e continuiamo a credere che si possa partire dal basso per creare storie straordinarie“.
Grazie alla loro straordinaria volontà, tutti questi luoghi hanno acquistato una nuova luce, una nuova vita, un nuovo orizzonte…
“Nessun limite oltre il cielo”.
Le nostre più vive congratulazioni!
Cultura
‘L’ombra di Artemisia’, destini...
Il romanzo sulla fragilità e sugli abusi firmato dallo scrittore e sceneggiatore
Due destini che si incrociano e si sovrappongono. Due esperienze tragiche e dolorose che sembrano rincorrersi anche se si sviluppano in tempi e modi completamente diversi. Esperienze unite dallo stesso filo conduttore, la violenza sulle donne. Questo il senso de 'L'ombra di Artemisia', un romanzo sulla fragilità e sugli abusi firmato dallo scrittore e sceneggiatore Maurizio Cohen e pubblicato da Vallecchi (pp. 316 euro 18). "Quando al desiderio di un uomo si unisce la forza e si sottrae il rispetto non c'è difesa", si legge nel libro. Una 'verità' che sono costrette a sperimentare le due protagoniste del libro: Jenny, una giovane attrice, e la pittrice Artemisia Gentileschi su cui proprio Jenny sta girando un film.
Nella Roma del Seicento, attraversata da fermenti culturali di ogni genere, laboratorio di arte e di cultura, la vita di Artemisia è sottoposta al giudizio inappellabile dell'Inquisizione. "Questa donna, eminenza, continua a peccare. Non solo - è l'accusa piombata addosso ad Artemisia - ha infangato l'onore e la rispettabilità di molti devoti e generosi cittadini, ma sta tentando, complice il maligno ospitato tra le sue gambe sin da quando era adolescente, di mostrarsi santa. Beata vittima agli occhi di noi tutti". Non solo, Artemisia è anche violentata da un amico del padre, suo insegnante di pittura. E' lo stesso destino che capita anche a Jenny. La ragazza durante le riprese della pellicola, tornando a casa, viene aggredita da tre giovani della Roma 'bene'. Un violenza che viene messa in atto in una data simbolica, il giorno in cui si omaggiano e festeggiano le donne, l'otto marzo. E così la vicenda tragica vissuta da un personaggio storico di primo piano e quella di Jenny in qualche modo si uniscono. Ancora sotto shock, la ragazza si ritrova nella paradossale situazione di dover affrontare due processi: la mattina in tribunale, quello per direttissima per lo stupro vissuto sulla sua pelle, e il pomeriggio quello di Artemisia riprodotto sul set.
Così, poco alla volta, il personaggio della pittrice diventa per Jenny una sorta di ossessione. Le due donne, superando qualsiasi vincolo temporale, instaurano un rapporto ricco di emozioni e complicità ma anche di forti incomprensioni, che finisce per minacciare la stabilità psicologica della già fragile Jenny. Il libro di Cohen - che ha scritto i libri 'La gabbia' e 'Novanta' e ha collaborato con diversi registi tra cui Francesco Nuti, Tinto Brass e José Sanchez - è un racconto che dimostra una sola grande verità: nel corso della storia nulla cambia e tutto si ripete.
Cultura
Banana di Cattelan venduta per 6,2 milioni. Ballario:...
Il critico d'arte: "L'artista è un genio e più che una banana ha venduto un manuale di istruzioni"
"Cattelan ha cambiato un'altra volta le regole del gioco e la sua 'Comedian' è stata battuta in asta per 6,2 milioni. Un po' di tempo fa è uscito un libro che si intitola 'Lo squalo da 12 milioni di dollari' che faceva riferimento all'ascesa repentina di un'opera di Damien Hirst e raccontava i meccanismi del sistema dell'arte. Ecco oggi quel libro si chiamerebbe 'La banana da 6 milioni di dollari'". Così il critico d'arte, giornalista e curatore Nicolas Ballario, peraltro in ottimo rapporti di amicizia con l'artista padovano Maurizio Cattelan, commenta con l'Adnkronos il clamoroso risultato all'asta della banana attaccata con il nastro adesivo di una parete.
"L'installazione aveva già fatto discutere presentandola ad Art Basel Miami, una delle fiere d'arte contemporanea più importanti al mondo, nel 2019. Il suo nome è appunto 'Comedian' ed è l'opera più riprodotta del decennio. Chissà se il fruttivendolo che l'ha venduta agli addetti di Sotheby's a New York ieri mattina per 30 centesimi, saprà mai che qualche ora dopo quella stessa banana è stata venduta a quella cifra da capogiro al miliardario fondatore della piattaforma di criptovalute Tron! In tanti useranno questa storia per urlare allo scandalo - sostiene Ballario - ma 'Comedian' è il simbolo dell'arte contemporanea, è il simbolo di Cattelan, del suo camminare su un filo come un funambolo, del lasciare sempre che siano i critici e il pubblico a fare a cazzotti per interpretare, nel bene e nel male, il suo lavoro".
"Certo la banana ha tanti significati, è un simbolo del commercio globale, ma anche il più classico degli strumenti dell'umorismo: per decenni centinaia di attori hanno dovuto imparare a scivolare sulla sua buccia. È una beffa quella di Cattelan? Forse, solo che non si capisce chi sia il destinatario - evidenzia Ballario -. I collezionisti che la comprano? I critici che la esaltano o quelli che la attaccano? Il grande pubblico che ci fa i meme su internet o urla allo scandalo? E chi lo sa! Cattelan è un genio e più che una banana ha venduto un manuale di istruzioni: chi l'ha comprata ha detto 'me la mangio'. E potrà farlo quante volte vuole, perché per farla rivivere basta cambiare la banana ogni 7/10 giorni (a seconda del colore che assumerà), metterla a 175 cm da terra, con una stringa di 20 cm di uno specifico nastro grigio che deve essere attaccato per formare un angolo di 37°. Se è arte o no, è una domanda alla quale ognuno risponderà a modo proprio, e non ci sarà risposta sbagliata. Una volta proprio Cattelan mi ha detto una cosa che basta da sola a spiegare il suo genio: 'a me più che il vero o il falso, interessa il verosimile. E quando qualcuno troverà il significato dell’arte, spero di essere morto da un pezzo'".
Cultura
Roma, dal 22 al 24 novembre ‘Libridine! Festival...
Un evento organizzato dalla Camera di Commercio di Roma e realizzato grazie al supporto delle principali associazioni e confederazioni di categoria
Valorizzare il ruolo centrale delle librerie nello scenario culturale, sociale ed economico della città, promuovendo l’organizzazione di eventi di diversa natura - reading, workshop, presentazioni, dibattiti ma anche piccoli concerti - nel territorio metropolitano di Roma. Questo il fine ultimo di 'Libridine! Festival diffuso delle librerie', un’iniziativa promossa e organizzata dalla Camera di Commercio di Roma, con il patrocinio di Roma Capitale e realizzata grazie al supporto delle principali associazioni e confederazioni che rappresentano le librerie nel territorio metropolitano di Roma e che si svolgerà da domani fino al 24 novembre 2024.
Si tratta di un 'Festival' di eventi, per adulti e ragazzi, a cui hanno aderito molte librerie di Roma e provincia - da quelle situate nelle zone più centrali a quelle che operano nei quartieri più periferici e nell’area metropolitana della Capitale - che organizzeranno nei propri spazi, in modo indipendente, appuntamenti ed eventi destinati a intercettare un pubblico quanto più ampio possibile. Il progetto si propone, infatti, come un’occasione di particolare visibilità per i partecipanti, oltre che un’opportunità per favorire rapporti commerciali e agevolare l’incontro con più persone possibili.
“Le librerie - afferma Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma - sono presidi culturali e sociali fondamentali per la vita dei quartieri: sono in grado di favorire integrazione sociale, vivibilità e sicurezza e hanno un impatto importante sul tessuto sociale della nostra città. Acquistare un libro in un negozio di prossimità è un’esperienza preziosa e da difendere. Contrastare la desertificazione e l’impoverimento sociale e culturale dei nostri territori è un impegno che riguarda direttamente le Istituzioni. Proporre un’offerta culturale ricca, diversificata e di qualità è il miglior biglietto da visita per la città di Roma sul palcoscenico internazionale. E le librerie sono elementi importanti di quest’offerta: la cultura ha un valore - insieme sociale ed economico - che va diffuso ed è per questo che promuoviamo con convinzione questo Festival”.
Tutti gli appuntamenti in programma, a ingresso gratuito, sono disponibili sul sito www.festivaldellelibrerie.it. Tra i tanti autori/scrittori che presenteranno libri all’interno del Festival ci sono Giobbe Covatta, Daniela Gambaro, Luigi Manconi, Liz Moore, Lavinia Orefici, Walter Veltroni e Luca Telese.