Thello vorrebbe chiudere la linea Marsiglia/Nizza/Milano nel 2021
Thello vorrebbe chiudere la sua linea Marsiglia/Nizza/Milano nel 2021.
Questa decisione porterebbe all’eliminazione di 38 posti di lavoro a Nizza, secondo la CFDT.
Secondo i sindacalisti, la società Thello S.A.S., l’azienda italiana del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, di diritto francese, che gestisce i servizi ferroviari passeggeri a lunga percorrenza tra la Francia e l’Italia, sta pianificando una “chiusura definitiva” della sua linea transfrontaliera, infatti vorrebbe chiudere la sua Eurocity Marsiglia/Nizza/Milano durante la prima metà del 2021.
“L’azienda si appresta a cessare la cosiddetta attività di treno diurno nata nel 2014 e costituita da tre viaggi andata e ritorno giornalieri“, ha confermato Gabriel Rabellino, rappresentante sindacale CFDT a Thello. La frequenza è stata ridotta, il treno non parte più da Marsiglia e ci sono solo due viaggi di andata e ritorno Nizza/Milano al giorno.
La minaccia di un piano sociale
“La soppressione di questi collegamenti comporta conseguenze distruttive per l’occupazione, 38 posti saranno soppressi sul sito di Nizza, tra agenti di bordo, macchinisti, agenti di manovra, personale amministrativo“, secondo la CFDT.
“La Cfdt condanna fermamente le scelte strategiche del Gruppo Ferrovie dello Stato che ha deciso di cessare l’attività dei treni Eurocity diurni e da mesi gioca con i nervi dei dipendenti facendo fluttuare permanentemente lo spettro di un piano di licenziamento“, si legge in una nota del sindacato transalpino.
La CFDT (Confédération Française Démocratique Du Travail), è uno dei più grandi sindacati nazionali francesi), ricorda inoltre che Thello aveva così ottenuto uno storico accordo con la regione PACA e la SNCF, per prendere in carico, a fronte di cinque euro aggiuntivi di abbonamento, viaggiatori che lavorano a Monaco e Ventimiglia. Purtroppo, questo accordo, che permette di alleggerire la rete TER saturata nelle ore di punta, “si spegnerà” di fatto.
“Lo Stato francese ha messo in atto un dispositivo di APLD, Attività Parziale di Lunga Durata, che può essere attuato mediante contrattazione collettiva. Un accordo relativo all’APLD, se firmato e non contestato da altre organizzazioni sindacali, consentirebbe in particolare di fornire garanzie in materia di mantenimento dei posti di lavoro e di stabilire livelli di indennizzo dei dipendenti superiori al dispositivo di attività parziale previsto dal codice del lavoro francese. L’APLD, potrebbe essere, se l’accordo ferroviario venisse completato, un’alternativa reale per Thello. In effetti, piuttosto che sopprimere i collegamenti ferroviari tra la Francia e l’Italia, la direzione di Thello potrebbe beneficiare di una presa a carico importante dei salari da parte dello Stato subordinata ad impegni in materia di mantenimento dei posti di lavoro“. Ha spiegato il sindacato.
“Una parte dei dipendenti di origine e nazionalità italiana, la maggior parte dei quali sono Capitreno, ha espresso l’auspicio di poter essere reintegrata in seno alla società madre Trenitalia, che conta oltre 25.000 dipendenti e 80.000 a livello nel Gruppo Ferrovie dello Stato. Nonostante le ripetute richieste dei delegati CFDT, non abbiamo avuto risposta sulle possibilità di reintegrazione di circa 15 persone in Trenitalia. L’unica informazione finora nota è che alcune organizzazioni sindacali italiane si oppongono ad un’eventuale integrazione dei dipendenti di Thello in Trenitalia“. Ha aggiunto il sindacato.
“Per la CFDT è urgente che il governo italiano e la direzione di Trenitalia si assumano la loro responsabilità, assicurando un piano di salvaguardia dell’occupazione per l’insieme dei ferrovieri della filiale Thello“. Conclude il sindacato
“È una decisione che sarebbe sorprendente se venisse confermata perché Thello ha riservato ulteriori tracce ferroviarie per SNCF Réseau, per gli anni futuri“, ha commentato il Senatore Philippe Tabarot, delegato ai trasporti per la regione di South Paca.
Cronaca
Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 21 novembre
Nessun ‘6’, jackpot sale a 34,7 milioni
Nessun ‘6’ al concorso di oggi 21 novembre del Superenalotto. Alla prossima estrazione il jackpot a disposizione del ‘6’ sarà di 34,7 milioni di euro.
Quanto costa una schedina
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Quali sono i punteggi vincenti
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Come verificare le vincite
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente
Questa la combinazione vincente: 4-7-20-24-41-67. Numero Jolly: 85. Superstar: 35.
Cronaca
Giornata contro la violenza sulle donne, illuminati di...
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne Navigazione Laghi sarà in prima linea per testimoniare il proprio sostegno al contrasto della violenza di genere e lo farà allestendo imbarcazioni e illuminando sedi di esercizio sui laghi Maggiore, di Garda e di Como.
“Trasportiamo oltre 12 milioni di passeggeri lungo le sponde dei tre grandi laghi d’Italia ed anche quest’anno abbiamo deciso di lanciare un segnale importante volto a sensibilizzare pendolari, turisti e personale aziendale sul tema del contrasto alla violenza di genere – afferma il Gestore Governativo della Navigazione Laghi, Pietro Marrapodi – siamo consapevoli che l’impegno contro ogni forma di violenza a carico delle donne non può e non deve esaurirsi celebrando solo la ricorrenza. Ed è per questo che di concerto con il Policlinico di Milano abbiamo già avviato progetti formativi mirati a informare e sensibilizzare prima di tutto le nostre e i nostri dipendenti. A partire dalla giornata del 24 novembre nella sede centrale di Milano verrà esposto un drappo rosso in ricordo di tutte le donne che per mani violente hanno perso la vita".
"Inoltre, abbiamo previsto - prosegue - l’illuminazione color rosso di alcuni scali, biglietterie ed edifici dell’Ente, insieme alla diffusione di un messaggio importante 'Qui non c’è posto per la violenza' che passeggeri e turisti del servizio pubblico di linea troveranno su alcune sedute a bordo dei battelli. E non per ultimo abbiamo ritenuto utile sensibilizzare e diffondere tra i nostri passeggeri il numero anti violenza e stalking 1522 attraverso l’affissione in luoghi strategici del volantino istituzionale predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, affinché ciascuna donna da noi trasportata possa conoscere la modalità per chiedere aiuto e sostegno".
Cronaca
Vaticano, serve riforma pensioni. Il Papa: “Decisioni...
Il Pontefice: "L'attuale gestione genera un importante disavanzo". Allarme tra i dipendenti laici
Serve una riforma delle pensioni in Vaticano? Il Papa, con una nuova lettera al Collegio Cardinalizio e ai Prefetti e Responsabili delle Istituzioni Curiali, degli Uffici della Curia Romana e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede, chiede ulteriori sacrifici. Al centro delle preoccupazioni, la gestione del Fondo Pensioni. E scatta l'allarme tra i dipendenti laici.
La lettera del Papa
"Sono stati realizzati differenti studi dai quali si è derivato che l'attuale gestione pensionistica, tenuto conto del patrimonio disponibile, genera un importante disavanzo. Purtroppo, il dato che ora emerge, a conclusione delle ultime approfondite analisi svolte da esperti indipendenti, indica un grave squilibrio prospettico del Fondo, la cui dimensione tende ad ampliarsi nel tempo in assenza di interventi: in termini concreti, - dice il Pontefice - ciò significa che l'attuale sistema non è in grado di garantire nel medio termine l'assolvimento dell'obbligo pensionistico per le generazioni future".
"Siamo ora tutti pienamente consapevoli che occorrono provvedimenti strutturali urgenti, non più rinviabili, per conseguire la sostenibilità del Fondo Pensioni, nel contesto più generale delle limitate risorse disponibili dell'intera organizzazione, e un'appropriata copertura previdenziale per i dipendenti presenti e futuri, in una prospettiva di giustizia ed equità tra le diverse generazioni. Si tratta di assumere decisioni non facili che richiederanno una particolare sensibilità, generosità e disponibilità al sacrificio da parte di tutti", chiede il Papa comunicando la decisione di nominare il card. Kevin Card. Farrell, Amministratore Unico per il Fondo Pensioni, "ritenendo che questa scelta rappresenti, in questo momento, un passo essenziale per rispondere alle sfide che il nostro sistema previdenziale deve affrontare in futuro".
"Pur avendo apprezzato il contributo fornito con ponderazione da coloro che in questi anni si sono occupati di questa delicata materia, ritengo ora che sia indispensabile percorrere questa nuova fase, fondamentale per la stabilità e il benessere della nostra comunità, con prontezza e unità di visione affinché gli interventi dovuti siano con sollecitudine realizzati. A tutti voi - scrive il Pontefice - chiedo una particolare collaborazione nell'agevolare questo nuovo e ineludibile percorso di cambiamento. Confidando nel supporto e nel sostegno di tutti, vi chiedo di accompagnare questo momento con le vostre preghiere".
Nella lettera, Francesco ricorda la necessità di "affrontare problematiche serie e complesse che rischiano di aggravarsi se non trattate tempestivamente. Mi riferisco alla gestione del nostro Fondo Pensioni, già considerato tra i temi centrali della riforma economica, costituendo un argomento al centro della 'preoccupazione' dei Pontefici che si sono succeduti sin dalla sua istituzione".
La reazione dei dipendenti
L'Associazione che raggruppa i dipendenti laici del Vaticano dà voce alle preoccupazioni per l'annunciata riforma sulle pensioni: "Avevamo sentore che prima o poi si sarebbe intervenuti sulle pensioni, e oggi abbiamo avuto la conferma che sono in arrivo 'provvedimenti strutturali urgenti'. E' evidente che c'è qualcuno che ha proposto al Papa un intervento di questo tipo, visto che il Pontefice non può certo conoscere di suo i dettagli dei conti del Fondo Pensioni".
L'Adlv chiede che ci sia trasparenza: "A chi ha suggerito questa manovra, diciamo che nemmeno noi abbiamo conoscenza del bilancio del Fondo. I dati non sono pubblici. Eppure quando si contribuisce a una gestione finanziaria o pensionistica, visto che paghiamo con i nostri contributi, i conti dovrebbero essere consultabili da tutti. In Vaticano invece questi aspetti sono a beneficio di pochi, mentre bisognerebbe capire come vengono amministrate le trattenute in busta paga a carico dei dipendenti. Le pensioni sono a garanzia anche e soprattutto delle future generazioni, in un discorso di equità e giustizia, che hanno diritto a un futuro degno grazie a un assegno pensionistico adeguato. Chi certifica un eventuale passivo? La stragrande maggioranza dei dipendenti vaticani ha già tirato la cinghia. Il taglio di un biennio per tanti avrà un effetto pesante: anche 20 mila euro a fine carriera. I salari non sono stati indicizzati al costo della vita, mentre l'aumento degli affitti degli immobili vaticani è stato rapportato all'inflazione".
Nel frattempo, fa notare l'Adlv "in Vaticano sono fiorite consulenze e sono state date promozioni senza una forma di concorso pubblico.Se si vuole ora intervenire sulle pensioni, allora quali risultati ha avuto la riforma finanziaria avviata quattro anni fa? Quali risultati sono stati portati dal personale ad hoc assunto, spesso con stipendi di riguardo? La Segreteria per l'Economia ha pensato ad una riforma strutturale che incrementi gli introiti per la Santa Sede o a tagli che non riguardino solo il personale, i cui stipendi sono ridotti ai minimi termini? Ha tenuto conto dell'attenzione particolare che il Papa pone sempre sulle famiglie e sulle loro necessità? I dipendenti, esausti di tagli e soprattutto di mancate risposte alla loro lecita richiesta di essere ascoltati, anche tramite l'Adlv, ritengono di aver già contribuito, al massimo delle loro possibilità, al ripianamento del deficit e rimangono in attesa vigile di eventuali future disposizioni. Ci auguriamo che l'Adlv sia ricevuta presto per parlare di tutte queste questioni".