Joe Biden è stato eletto 46esimo presidente degli Stati Uniti. La lunga attesa è finita. L’America ha un nuovo presidente, Joe Biden, che torna alla Casa Bianca dove per otto anni è stato il braccio destro di Barack Obama. E al suo fianco per la prima volta ci sarà una vicepresidente donna, Kamala Harris. Un ticket formidabile quello tra Joe e Kamala, il più votato nella storia. Anche se ci sono voluti quattro interminabili giorni per avere un verdetto. Alla fine dalle urne è arrivata una svolta destinata a incidere sul futuro di un Paese e delle relazioni sul piano internazionale.
“Il lavoro davanti a noi sarà difficile ma vi prometto questo: sarò il presidente di tutti gli americani“, ha twittato Joe Biden. “Sono onorato che gli americani mi abbiano scelto come loro presidente“.
“Sarò un presidente che unisce e non un presidente che divide. Torniamo ad ascoltarci, siamo tutti americani“: è il messaggio di riconciliazione nazionale lanciato da Joe Biden nel suo discorso della vittoria pronunciato stanotte nel Delaware insieme alla sua vice Kamala Harris. Lei sale sul palco vestita di bianco accolta con un tifo da stadio, fra clacson impazziti e bandiere americane. “Avete scelto la speranza, l’unità, la scienza e soprattutto la verità“, afferma la vicepresidente eletta a Wilmington. Biden annuncia “massimo sforzo contro la pandemia“. E secondo il Washington Post avrebbe già pronti una serie di decreti per rovesciare alcune delle decisioni prese dal presidente uscente Donald Trump, dalla rottura sul clima e la salute ai migranti. “Non esistono Stati blu e stati rossi. Esistono solo gli Stati Uniti“, dice Biden. “Diamoci una possibilità aiutandoci l’uno con l’altro“.
Trump, intanto, non concede la vittoria. La sua offensiva legale contro il risultato delle elezioni inizierà “lunedì per assicurare che le leggi elettorali siano rispettate e che venga eletto il legittimo vincitore”, ha affermato assicurando che “questa elezione è lungi dall’essere finita. La vittoria di Joe Biden non è stata certificata in tutti gli Stati“.
Da New York a Washington esplode l’entusiasmo in strada per la vittoria di Joe Biden. I clacson festeggiano il 46mo presidente americano fra le grida di gioia dei passanti sui marciapiedi. Folla davanti alla Casa Bianca. La piazza antistante a 1600 Pennsylvania Avenue cambia così pelle: da teatro delle proteste a teatro dei festeggiamenti. ‘You’re fired’ (‘sei licenziato’) è lo slogan del popolo di Joe Biden. La frase che sta tanto a cuore all’attuale inquilino della Casa Bianca, e che lo ha reso famoso durante lo show Apprentice, viene questa volta usata contro di lui.
“Questa elezione riguarda molto di più Joe Biden o me. Riguarda l’anima dell’America e la nostra volontà di lottare per essa. Abbiamo molto lavoro davanti a noi. Iniziamo“, ha twittato la vice presidente eletta Kamala Harris.
Per celebrare la vittoria, la vice presidente eletta, Harris, ha postato sul suo account Twitter un video in cui parla al cellulare con Joe Biden e dice: “Ce l’abbiamo fatta! Sarai il nuovo presidente degli Stati Uniti“.
“Gli elettori hanno parlato e hanno scelto Joe Biden e Kamala Harris come nostri prossimi presidente e vicepresidente. È una squadra che ha fatto la storia, il rifiuto di Trump e una nuova pagina per l’America. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo obiettivo. Avanti, insieme“, ha scritto Hillary Clinton su Twitter.
“Abbiamo salvato la repubblica! Congratulazioni a Joe Biden per la sua vittoria per l’anima del nostro paese. Congratulazioni a Kamala Harris per aver scritto la storia. È tempo di guarire e tempo di crescere insieme. E pluribus unum“. Così la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi su Twitter.
“Non potrei essere più orgoglioso di congratularmi con Biden e Harris per una vittoria storica“, ha affermato Barack Obama, sottolineando che Biden “ha quello che serve per essere presidente. Quando entrerà alla Casa Bianca si troverà ad affrontare una serie di sfide che nessun presidente ha mai dovuto fronteggiare“.
Dopo aver rivolto le sue più “calorose congratulazioni” a Joe Biden e Kamala Harris, l’ex first lady Michelle Obama invita a ricordare che “questo è solo l’inizio”. “Dopo aver festeggiato – e tutti dovremmo prenderci un momento per respirare dopo tutto quello che abbiamo passato – ricordiamoci che questo è solo l’inizio. È un primo passo. Votare in un’elezione non è una bacchetta magica, e nemmeno vincerne una“, ha scritto su Twitter. “Ricordiamo – scrive l’ex first lady – che decine di milioni di persone hanno votato per lo status quo, anche quando significava sostenere bugie, odio, caos e divisione. Abbiamo molto lavoro da fare per entrare in contatto con queste persone negli anni a venire e connetterci con loro su ciò che ci unisce“.
Donald Trump già nelle ore precedenti ha continuato ad accusare ancora una volta via twitter: “Decine di migliaia di voti illegali sono stati ricevuti dopo le ore 20 dell’Election Day, cambiando i risultati in Pennsylvania e in altri Stati“. A chi era chiamato a monitorare i voti non è stato consentito di farlo per decine di migliaia di schede. “Questo potrebbe cambiare il risultato in molti Stati, inclusa la Pennsylvania, che tutti pensavamo fosse stata vinta facilmente per poi vedere il vantaggio sparire senza poter monitorare per lunghi intervalli temporali cosa stava accadendo” nei seggi. “Durante quelle ore qualcosa di brutto è accaduto. Le porte sono state bloccate e le finestre sono state coperte in modo che chi doveva monitorare non ha potuto farlo“. “Non c’è alcuna prova che ci siano stati brogli” o “voti illegali” alle elezioni americane, aveva detto Ellen Weintraub, componente della Commissione elettorale federale, alla Cnn. Weintraub ha parlato di “pochissime denunce” di eventuali scorrettezze, ma nessuna di queste suffragata da prove.
Cronaca
Un’altra notte di sangue in Trentino: l’orso...
L’abbattimento dell’orso M91, avvenuto nella notte tra Sporminore e i boschi del Trentino, segna l’ennesima pagina nera nella storia della gestione della fauna selvatica italiana. Sembra quasi di rivivere un brutto film, già visto e rivisto: è la storia di orsi che non fanno del male a nessuno, ma che, da un momento all’altro, diventano un “problema” da risolvere, un peso per chi amministra queste terre. E il metodo per “risolvere” sembra sempre essere lo stesso: uccidere.
L’onorevole Michela Vittoria Brambilla, voce accesa e instancabile per i diritti degli animali, è intervenuta senza mezzi termini: “L’ossessione dei politici trentini per gli orsi è inaccettabile. Quello che è successo è l’ennesima dimostrazione di una politica che non ama gli animali e non ascolta le persone che li difendono.”
Ma la storia di M91 è ancora più dolorosa: questo orso non ha mai rappresentato un pericolo, non ha mai compiuto azioni violente. Eppure, come già successo con M90 e KJ1, la sua vita è stata spezzata di colpo, poche ore dopo un decreto di condanna. Senza appello, senza discussione. Un atto che, a detta di Brambilla, è stato studiato per impedire ogni tentativo di ricorso da parte delle associazioni animaliste.
“Non è così che si dovrebbe agire. Gli animali selvatici sono un patrimonio dello Stato, appartengono a tutti noi e meritano protezione, non la morte”, ha proseguito la deputata. La legge Brambilla, che punisce chi maltratta e uccide gli animali, è chiara, ma sembra che proprio le istituzioni si siano dimenticate di dare il buon esempio.
E allora, la domanda viene spontanea: perché si sceglie la via più facile, la più brutale, invece di provare a convivere davvero con questi animali? Perché non investire in soluzioni non cruente, come i cassonetti anti-orso, le aree protette, i corridoi faunistici? Soluzioni che altrove funzionano e che qui, invece, vengono ignorate.
La battaglia, però, non finisce qui. La Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente ha già annunciato di voler portare avanti tutte le azioni possibili in sede giudiziaria per fermare questa prassi inaccettabile. Perché è tempo che la voce di chi ama gli animali si faccia sentire più forte, più chiara. Basta con le esecuzioni senza senso, è tempo di rispetto e convivenza vera. Chiunque ami queste montagne, i loro abitanti e la bellezza selvaggia che rappresentano, non può fare a meno di chiedere giustizia. E di farlo ora.
Cronaca
Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 30...
Nessun '6', ma un '5+1' da oltre 598mila euro
Nessun '6', ma un '5+1' che si è aggiudicato 598.757,64 euro al concorso SuperEnalotto - SuperStar numero 191 di oggi, sabato 30 novembre. Il jackpot per il prossimo concorso a disposizione dei punti '6' è pari a 39,3 mln di euro.
Quali sono i punteggi vincenti
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
Quanto costa una schedina
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
Come faccio a sapere se ho vinto
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La combinazione vincente
La combinazione vincente di oggi è: 27, 48, 50, 69, 74, 81. Numero jolly 13 e numero Superstar 36.
Cronaca
Omicidio Pamela, si torna in Cassazione. La mamma della...
La difesa di Oseghale spera in una revoca dell'ergastolo e nella riduzione della pena
Dolore e rabbia di Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropietro, la 18enne romana che si allontanò da una comunità di Corridonia (Macerata) e i resti della quale furono ritrovati chiusi in due trolley il 30 gennaio 2018, alla notizia di una nuova udienza in Cassazione, il 16 gennaio, in seguito a un ricorso straordinario presentato dalla difesa di Innocent Oseghale, condannato in via definitiva, perché venga rimessa in discussione l'accusa di violenza sessuale e sia revocata quindi la pena dell'ergastolo. "Sto veramente male. A sei anni e dieci mesi (dalla morte di Pamela ndr) mi arriva questa nuova batosta, è troppo: non c'è rispetto per le vittime e per le famiglie delle vittime. Non è giusto", afferma all'Adnkronos Alessandra Verni.
"Io spero che rispettino il dolore, tutta la violenza che ha vissuto Pamela quel giorno. Spero che rispettino il dolore di noi familiari, che di riflesso siamo anche noi vittime - continua - Per quanto mi riguarda, io sto pagando anche con la salute questo dolore, mentre il papà di Pamela è morto lo scorso anno". La mamma di Pamela spera che il 16 gennaio la condanna all'ergastolo sia confermata: "Spero che i magistrati si mettano una mano sulla coscienza e rigettino tutto". Era il 23 gennaio dello scorso anno quando, dopo un appello bis, Oseghale fu condannato in via definitiva e Alessandra Verni pensava di essersi lasciata alle spalle l'iter giudiziario; qualche settimana dopo, ha dato vita a un'associazione di volontariato intitolata e in memoria della figlia.
"Ora è come tornare indietro", sottolinea la mamma di Pamela che da anni si batte anche per far riaprire le indagini, convinta fin dall'inizio che ci siano dei complici. Adesso Alessandra Verni proprio non si aspettava un ritorno davanti alla Corte di Cassazione: "E' la conferma che, dietro alla morte di Pamela, c'è qualcosa di più grosso", sostiene. "Noi, tante famiglie di vittime, siamo stanche - conclude - Parlano di carceri, di rieducazione, parlassero anche di t utela e di diritti delle vittime e delle loro famiglie, di certezza delle pene, dure e senza sconti per chi commette delitti efferati, omicidi volontari e violenza".
Dal canto suo, invece, la difesa di Oseghale spera in una riduzione della pena. "Ci auguriamo che la Corte di Cassazione prenda atto del nostro ricorso, annulli o revochi la sentenza, dunque revochi la condanna all'ergastolo", afferma all'Adnkronos l'avvocato Simone Matraxia, legale insieme al collega Umberto Gramenzi, sostenendo che sia stato commesso un errore nella ricostruzione sancita dalla sentenza: "La Corte sostiene che Oseghale abbia ritardato la cessione della sostanza stupefacente affinché (Pamela ndr) entrasse in casa sua" e avessero un rapporto. "Ma in realtà non è stato Oseghale a dare la droga, lui ha fatto solo da tramite", sottolinea Matraxia ricordando che Oseghale ha sempre negato la violenza sessuale. "Si tratta di un ricorso straordinario e già il fatto che sia stata fissata l'udienza il 16 gennaio per noi è un risultato - conclude il legale - Ci aspettiamo che si prenda atto di questo errore e si vada a rivalutare, quindi, il reato di violenza sessuale che ha determinato l'ergastolo".