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Paolo Rossi, eroe del calcio nei Mondiali del 1982, è scomparso

Un altro lutto nel mondo del calcio, si è spento nella notte a 64 anni il grande Paolo Rossi, giocatore amato in tutto il mondo. Protagonista del Mondiale Spagna dell’82 il portentoso Rossi è stato Campione del Mondo e Pallone D’Oro. Conquistò anche due scudetti e quattro coppe con la Juventus di Trapattoni. Ma si fece conoscere al grande pubblico giocando a Vicenza, nel Lanerossi dal 1976 al 79, città che oggi lo piange a cui il Campione è sempre rimasto molto legato. Il funerale si terrà al Duomo di Vicenza, secondo le volontà di Rossi, questo sabato 12 dicembre alle ore 10:30.

La moglie, Federica Cappelletti, giornalista e scrittrice, ha annunciato la sua morte su Instagram, postando una foto della coppia con la dolcissima didascalia “Forever”, seguita da un cuore. “Non ci sarà mai qualcuno come te, unico, speciale“, ha scritto anche su Facebook. Federica con Paolo ha scritto due libri sul trionfo mondiale, hanno avuto due meravigliose figlie di 10 e 8 anni.

La notizia della sua dolorosa scomparsa è stata appresa nella notte tra mercoledì e giovedì da tutti i media, che hanno subito reso omaggio al mitico attaccante soprannominato “Pablito“.
Paolo Rossi, lo straordinario amabile poeta del calcio, che ha reso felice tutta l’Italia nel 1982, è morto“, “malattia incurabile di cui soffriva da tempo“. È stato “l’uomo che ha fatto piangere il Brasile e ha portato gli Azzurri di Bearzot a conquistare il Mondiale“, questi alcuni dei molteplici titoli che si sono concentrati su tutte le testate giornalistiche ed anche alla radio e la televisione.

Pallone d’Oro

La notizia della morte del talentuoso Rossi arriva a meno di due settimane dopo quella della leggenda argentina Diego Armando Maradona, che vinse il Mondiale del 1986.
Paolo Rossi non avrebbe dovuto giocare nel Mondiale del 1982, ma alla fine ne divenne l’eroe, segnando sei gol durante la competizione in Spagna. Sospeso per tre anni nel marzo 1980 nell’ambito del “Totonero“, caso di scandalo di partite di calcio truccate e scommesse illegali in Italia, era stato però convocato per i Mondiali, dopo una riduzione della sua sanzione, nonostante lo scetticismo della stampa e dei tifosi.

In Spagna il fenomenale Paolo Rossi esplode con una tripletta durante una mitica Italia-Brasile (3-2) che elimina la Seleçao e manda in semifinale la Squadra Azzurra. Contro la Polonia si è offerto una doppietta e un posto in finale. In questa finale contro la RFT, il toscano ha segnato il primo dei tre gol italiani (3-1).
L’Italia ha vinto così la terza Coppa del Mondo e Paolo Rossi è stato il miglior giocatore e marcatore. Il Pallone d’Oro incorona in quest’anno con grandissimo merito, l’eccezionale calciatore.

“Capocannoniere”

La sua carriera da club è più mista. Portato alla luce da adolescente dai reclutatori della Juventus, i suoi primi anni sono stati segnati da tre infortuni ai menischi.
Capocannoniere in Serie B con 21 reti e salita in Serie A con Lanerossi Vicenza, entrato nel 1976, dove ha ottenuto i suoi primi successi.
La stagione successiva, il suo club titilla la Juventus per lo scudetto e lui finisce nuovamente “Capocannoniere” (24 reti). La Juventus poi prova a recuperarlo, ma invano.
Dopo un’ultima stagione e una retrocessione con il Vicenza, passa al Perugia nel 1979, questo è il periodo stravolto dal Totonero. Due anni dopo la squalifica, Rossi torna alla Juve.
La stagione 1983-84 è stata sinonimo di un climax per lui e i suoi amici. Ha formato un formidabile trio con Michel Platini e Zbigniew Boniek e ha accumulato trofei: Serie A, Coppa Italia, Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea. Nel 1985 la “Vecchia Signora” vinse la Coppa dei Campioni nella spaventosa finale di Heysel nostante le sue 39 tragiche morti, 30 delle quali cittadini italiani, la finale di Coppa dei Campioni viene giocata lo stesso, su richiesta specifica dell’Uefa. Questa fu l’ultima partita di Rossi con i bianconeri.

Va a rivaleggiare con il Milan ma a causa dei molteplici infortuni, il suo periodo al Milano si trasforma in un fallimento, proprio come quello dell’Hellas Verona.

Nel 1987, Rossi decise di voltare pagina all’età di 31 anni. Detiene, con Roberto Baggio e Christian Vieri, il record di gol realizzati da un calciatore italiano ai Mondiali. Insieme a Paolo Baldieri è inoltre l’unico calciatore ad aver segnato in cinque partite consecutive con la maglia dell’Italia Under-21.

Noi tutti di Sbircia la Notizia Magazine, profondamente affranti, ci uniamo nel ricordo e nel rimpianto addolorati per il grave lutto che vi ha colpiti, partecipando sentitamente al vostro immenso dolore.
L’espressione del nostro più sincero e profondo cordoglio, vi giunga quindi in una così spiacevole e triste circostanza

Mi chiamo Paolo Rossi, sono un calciatore, campione del mondo 1982. Ho vinto il Pallone d’oro e ogni trofeo possibile per un calciatore. E ne vado fiero. Sono stato capocannoniere del Mondiale, di serie A e di serie B. Ho raggiunto tutti i traguardi nel mondo del pallone, il mio spirito di competizione mi ha ispirato e guidato. Il mio destino era scritto: sono nato in casa di domenica alle tre, mentre mio padre, da tifoso verace, ascoltava la radiocronaca della Fiorentina. Con un orecchio attento a cogliere il mio primo vagito, l’altro distratto dal fruscio della radio. RICORDATEMI COME L’HOMBRE DEL PARTIDO” (Paolo Rossi)

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

Cronaca

Ail, con ‘Segui la stella’ ritorna nelle piazze la storica...

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Dal 6 all’8 dicembre con l’acquisto della pianta si sostengono progetti dell’associazione

Ail, con ‘Segui la stella’ ritorna nelle piazze la storica campagna di Natale

Si rinnova, dopo 18 anni, la storica campagna dedicata alle Stelle di Natale di Ail, Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, con l’obiettivo di unire ciò che è divenuto il simbolo dell’Associazione, il racconto delle storie dei pazienti e l’impegno sociale di Ail. L’iniziativa sostenuta dalla campagna di comunicazione ‘Segui la stella’ è in programma il 6, 7 e 8 dicembre in 4800 piazze italiane. Lo storico appuntamento con la solidarietà, promosso dall’Associazione che da 55 anni è al fianco dei pazienti ematologici e delle loro famiglie, è reso possibile da 36 anni - si legge in una nota - grazie al contributo di migliaia di volontari e all’opera delle 83 sezioni Ail sul territorio nazionale. La manifestazione ha permesso in tanti anni di sostenere e mettere in campo importanti progetti di ricerca e assistenza e ha contribuito a far conoscere i rilevanti progressi e i risultati ottenuti nel trattamento dei tumori del sangue.

In contemporanea all’iniziativa sul territorio, Ail lancia la nuova campagna di comunicazione integrata dedicata ‘Segui la Stella’, affidata a Lateral, Studio di Comunicazione & Branding guidato da Francesco Fallisi e Federica Bello, con la direzione creativa di Francesco Fallisi e Simona Angioni. Per la campagna è stato prediletto un approccio intimo e delicato, affinché fosse un’esperienza personale a trasmettere il significato profondo che rappresenta la scelta della Stella di Natale Ail. Protagonista dello spot è una bambina con un obiettivo molto preciso: regalare speranza al paziente incorniciato dalla finestra di fronte alla sua. Da sola, con passo svelto e deciso, attraversa le stradine della sua città come se fosse una grande avventura. Ha le sue monetine e il suo sogno da realizzare. E lo porta a termine, scegliendo la Stella di Natale più grande che può e permettendo a quel ragazzo di guardare lontano. Una bambina da seguire e, soprattutto, come recita la voce fuori campo, ‘Una Stella da seguire’ per arrivare finalmente ad un futuro libero dai tumori del sangue. Il claim dello spot è semplice e potente allo stesso tempo: Una Stella di Natale Ail aiuta migliaia di persone a guardare lontano.

“Questo concetto riflette il nostro impegno nell’offrire una prospettiva di fiducia e speranza a chi affronta un percorso di cura difficile - affermano Rita Smoljko e Daniele Scarpaleggia, rispettivamente responsabile Comunicazione Ail e Coordinatore del progetto - aiutando i pazienti e le loro famiglie a guardare oltre le sfide e la sofferenza del presente”.

Da oltre mezzo secolo, Ail mette al primo posto il paziente con tumore del sangue e il sostegno alla ricerca scientifica. I risultati negli studi scientifici e le terapie innovative sempre più efficaci e mirate, hanno determinato grandi miglioramenti nella diagnosi e nella cura dei pazienti ematologici, adulti e bambini. È necessario proseguire intensamente su questa strada e investire con continuità sempre più risorse nella ricerca per raggiungere ulteriori traguardi e rendere queste malattie sempre più guaribili. L’ematologia italiana attraverso i Centri di terapia e grazie all’opera quotidiana delle 83 sezioni provinciali Ail e delle sue migliaia di volontari, garantisce la continuità assistenziale e terapeutica.

La campagna video - on air dal 22 novembre sulle principali emittenti televisive, canali digitali, stampa, radio e affissione - è stata prodotta da Sedici:9 e porta la firma dal regista William9. La musica, scritta e prodotta da Matteo Buzzanca, e interpretata da Beatrice Giliberti coautrice del testo. La declinazione stampa è stata realizzata dal fotografo Carlo Furgeri Gilbert.

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Cronaca

Violenza su donne, ‘La strage delle innocenti’:...

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Violenza su donne, 'La strage delle innocenti': nel libro di Gassani kit sopravvivenza per vittime

Una sorta di 'kit di sopravvivenza per tutte le donne' con le istruzioni d'uso per permettere loro di difendersi e fuggire dalla violenza domestica e di genere o da un partner sbagliato. Questo si propone il saggio 'La strage delle innocenti' dell'avvocato matrimonialista Gian Ettore Gassani e pubblicato da Diarkos. Il libro, attraverso la voce corale di numerosi professionisti che ogni giorno si battono contro la violenza di genere e attraverso tante storie drammatiche, rappresenta un'indagine sulla violenza in tutte le sue forme. Non solo il femminicidio o la violenza di genere fisica, ma anche quella che sfocia nella sfera psicologica, emotiva, economica, lavorativa e non solo.

Il libro conta dei contributi di: Simona e Vittoriana Abate, Cristiana e Michele Arditi di Castelvetere, Marina Baldi, Maria Grazia Bortolussi, Roberta Bruzzone, Cataldo Calabretta, Stefano Callipo, Anna Maria Casale, Daniela Cavallini, Maddalena Cialdella, Marcella Ciapetti, Sonia D'Agostino, Valerio de Gioia, Giovanna De Maio, Maria Furfaro, Nicodemo Gentile, Gabriella Marano, Francesco Mazza, Maria Rita Parsi, Loredana Petrone, Francesco Pira, Marzia Sperandeo, Anna Vagli. Le testimonianze di avvocati, criminologi, psicologi e tanti altri esperti si propongono di far riconoscere i segnali di abuso.

"Penso che la battaglia contro la violenza di genere non debba essere monopolio del mondo femminile: è un problema serio di tutta la comunità - scrive l'autore Gassani che è anche presidente dell'Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani - È una battaglia di civiltà che gli uomini devono combattere per la propria dignità, per il proprio senso di giustizia, per difendere le proprie figlie, le proprie sorelle, le proprie amiche. In piazza devono scendere gli uomini, accanto alle donne e per tutte le donne. Gli uomini per primi!".

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Cronaca

Anniversario sisma Irpinia, Bassolino: “Ricordo molto...

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"La Camorra dopo il terremoto diventò più forte, si fece imprenditrice"

(Fotogramma)

"Il mio ricordo, a distanza di tanti anni, è ancora molto forte”. Inizia così il racconto all'Adnkronos dell’ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, in occasione del 44esimo anniversario dal terremoto in Irpinia che provocò quasi tremila morti. Ai tempi Bassolino era il segretario regionale del Pci. “Ero uscito di pomeriggio per una passeggiata, ricordo come fosse adesso un enorme sole sulla città, sembrava che incombesse su Napoli: è un’immagine che mi porto dietro da allora, sono poi tornato a casa, mentre leggevo all’improvviso ho visto il lampadario che oscillava spaventosamente, poi il corridoio di casa rimpicciolito. E vidi mia moglie che avvolgeva nostro figlio in un accappatoio, scappando per le scale”, spiega Bassolino, “Io telefonai subito alla direzione del Pci, poi sono poi andato a piedi verso il Comune, il sindaco Valenzi era al San Carlo, e da lì alla redazione de L'Unità, dove poi decisi di recarmi sul posto, con due cronisti, Rocco Di Blasi, salernitano, all’epoca caporedattore dell’Unità a Napoli, l’altro Vito Faenza, di Aversa. Andammo sul posto, era interrotta la Napoli-Bari, andammo quindi per Salerno, attraverso Contursi, l’Alto Sele e l’Alta Irpinia”, prosegue nel racconto Bassolino.

“A Caposele, la piazza dove avevo fatto tanti comizi non c’era più, anche la sede del Pci era distrutta, a Lioni l’ospedale era accartocciato su se stesso, sono rimasto lì per giornate intere”. L’ex segretario regionale del Pci ricorda: “Dall’Alta Irpinia ho telefonato a Enrico Berlinguer perché sui media non c’era l’attenzione che doveva esserci su questo terribile sisma. Così il segretario del Pci telefonò al presidente della Repubblica, Sandro Pertini, dicendo letteralmente 'i miei mi dicono che situazione è molto grave'. Ci fu la sfuriata di Pertini e poi la famosa prima pagina de Il Mattino con il titolo “Fate Presto”, che fece scattare l’allarme”, continua Bassolino.

“Ci fu un moto collettivo di aiuti, vennero tanti ragazzi e ragazze dal centronord, una cosa bellissima, incontro ancora gente che me lo ricorda”. Bassolino evidenzia, a distanza di anni, che “in tante parti del territorio la ricostruzione è avvenuta, però con tanti problemi vissuti per tanti anni, ricordo anche che c’è stata una commissione parlamentare di inchiesta, e poi la camorra che cambiò pelle: dopo il terremoto diventò più forte, una camorra imprenditrice”, narra l'ex sindaco di Napoli, richiamando la mente ai cortei a cui ha preso parte con don Riboldi, Luciano Lama (segretario della Cgil, ndr) a Ottaviano sotto la casa di Raffaele Cutolo, “una battaglia che va ancora combattuta”. Infine, Bassolino ricorda che con il terremoto in Irpinia si mise in moto, “grazie a un’intuizione di Giuseppe Zamberletti, con cui avevo un ottimo rapporto e che fu poi ministro per la Protezione Civile dal 1984” il modello del Dipartimento della Protezione Civile.

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