Intervista esclusiva ad Agnese Lorenzini: «Basta poco per rendermi la persona più felice del mondo»
Agnese Lorenzini è un’attrice italiana che nasce a Genzano di Roma nel 1990. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia, si diploma all’accademia Cassiopea, coltivando anche la sua passione per il canto. Debutta per la prima volta nel lungometraggio The Tape (2013), affacciandosi nel mondo del teatro nel 2014 con lo spettacolo “Le figlie di Magdalene“. In seguito, Agnese è diventata nota al grande pubblico nella soap “Un posto al sole“, dove interpreta dal 2016 il ruolo di Susanna Picardi, una giovane avvocatessa con la passione per la magistratura. Per quanto riguarda la vita privata, Agnese è molto riservata e condivide ben poco dei suoi momenti personali sui social ma ha una grande passione per il nuoto, la danza e l’atletica. Per conoscerla un po’ meglio noi l’abbiamo incontrata, ecco la nostra intervista!
Ciao Agnese e benvenuta su Sbircia la Notizia Magazine. Cominciamo con la domanda di rito che facciamo un po’ a tutti i nostri ospiti: chi è Agnese nella vita di tutti i giorni?
Nella vita di tutti i giorni mi servono poche semplici cose per rendermi la persona più felice del mondo: il calore dei miei amici e del mio ragazzo, una cosa a scelta tra un bel film o uno spettacolo teatrale o un libro e l’aria aperta. Amo passare il tempo nella natura, che sia per una passeggiata, un’escursione o una nuotata al mare (e per questo mi batto per difenderla quotidianamente dal consumismo e l’egoismo in cui viviamo). E le apparenze ingannano: sono decisamente più “folle” di quanto non sembri, anche perché sennò avrei sbagliato mestiere!
Per diventare attrice ti sei diplomata all’accademia Cassiopea di Roma, come e quando hai scoperto la tua passione per la recitazione?
Non c’è un momento preciso. Se devo fidarmi di quello che mi dice l’istinto, mi sembra che da sempre fosse chiaro dentro di me questo desiderio e questa passione. Sicuramente già alle elementari come attività extrascolastica preferivo il corso di teatro allo sport e non vedevo l’ora di salire sul palcoscenico. Mi divertivo un mondo.
Fai parte di Un posto al sole ormai dal 2016 ma lavori molto spesso anche a teatro. Preferisci la tv o il teatro?
Sono due mondi diversi ma complementari. Per quanto mi riguarda sono due strade altrettanto belle e entusiasmanti ma che partono dallo stesso punto. Se proprio devo esprimere una preferenza, dico il teatro ma semplicemente perché il primo amore non si scorda mai!
Oltre la recitazione, quali sono le tue più grandi passioni?
Come ho già detto, la cosa che mi entusiasma di più oltre alla recitazione, è stare nella natura e tenermi in movimento. Mi intristisco tantissimo se passo troppo tempo ferma o al chiuso! E poi adoro leggere, perlopiù quando posso prendermi giornate intere per farlo, perché assaporo meglio le storie. E ho una passione per la fantascienza!
Parliamo un po’ del tuo personaggio che interpreti in Upas: cosa c’è di te in Susanna e viceversa?
Condividiamo la determinazione nel seguire un obiettivo che è anche una passione: per lei la magistratura, per me la recitazione. Non sono cose a cui ti dedichi per soldi, per calcolo o per tornaconto. Lo fai perché non hai alternative, ti piace troppo e non puoi rinunciarci e credi nel valore di quello che fai. Per il resto siamo parecchio diverse. Susanna, anche per il suo passato, è abbastanza fredda negli affetti, come se avesse sempre paura di buttarsi in qualcosa di troppo intenso, io invece se provo affetto per qualcuno ho bisogno di dimostrarlo. E poi una cosa che dico sempre… Susanna è sempre in ordine, precisa anche nel curare il suo aspetto: ecco, il mio opposto direi!!! Se non ne ho esigenza, non mi trucco e mi metto addosso la prima cosa che capita!
In un posto al sole, Susanna ha avuto una sbandata per un altro uomo proprio nel momento in cui stava pianificando il proprio matrimonio. Cosa ne pensi di questa storia e soprattutto, come si sarebbe comportata Agnese nella vita reale?
Ho imparato a non esprimere giudizi su questioni del genere. Può capitare una sbandata, può capitare tutto nella vita e poi siamo tutti così diversi, è impossibile che quello che secondo me è giusto lo sia per tutti. Io, personalmente, se mi fossi resa conto a pochi passi dall’altare di avere dei dubbi e addirittura il sospetto di amare qualcun altro, ne avrei parlato col mio compagno. Io credo e ho imparato nel tempo che l’unica chiave per un rapporto autentico è comunicare, dire cosa ci fa stare male, dire ad alta voce anche i dubbi che abbiamo e aspettarsi lo stesso dall’altro. Finora, per me, ha sempre funzionato e anche quando le cose sembravano davvero nere, parlarne ha rimesso in moto l’ingranaggio e ha sempre costituito un salto di qualità del rapporto. Per crescere insieme bisogna stare insieme e quindi rendersi partecipi di tutto, anche delle cose brutte.
Vivi a Roma ma sei spesso a Napoli per lavoro. Come descriveresti Napoli e i napoletani?
In una parola? CALDI. Se penso a Napoli penso al calore di una città che ti abbraccia e ti coinvolge, sempre in fermento!
Con quale collega hai legato particolarmente?
Il mio amore per Marina Crialesi non è un segreto per nessuno ormai (ride, ndr). Siamo entrate insieme, eravamo insieme il nostro primo giorno in redazione e poi sul set. È nata una bellissima amicizia: in Marina ho trovato una compagna di camminate folli, una folle compagna di scherzi e un punto fermo nel momento del bisogno. Siamo molto diverse per alcune cose, ma quelle che ci accomunano sono tanto più forti.
Parlaci un po’ della tua esperienza sul set di un posto al sole…
Questi passati sul set di Upas sono stati anni molto belli: è un set che sicuramente in alcuni momenti può essere faticoso, perché hai tanto materiale da girare e ci sono stati dei mesi di andirivieni da Roma, in cui mi dividevo tra il set e il teatro che mi hanno messo a dura prova. Ma la fatica fisica è sempre ripagata dal calore dei fan e anche dal gioco di squadra con i colleghi, i registi e i tecnici. È bello andare a lavoro se trovi un ambiente accogliente e positivo.
Un posto al sole ma non solo: ti va di raccontarci qualcosa di più sul tuo percorso artistico?
Beh diciamo che a parte qualche esperienza lavorativa che mi è capitata già durante l’accademia, la mia carriera è iniziata dopo gli studi, soprattutto col teatro e poi con Un Posto al Sole. In teatro ho trovato la mia dimensione con la compagnia Nogu Teatro, ma ho collaborato anche con altre realtà, perché pensavo fosse importante sperimentare il più possibile.
C’è un desiderio in particolare che vorresti si realizzasse?
Sì, due in realtà. Mi piacerebbe nel prossimo futuro cambiare casa e trovare un posticino più adatto a me e a Francesco. E poi ovviamente il grande schermo: quando arriverà sarà sicuramente il coronamento del mio lavoro e mi piacerebbe che fosse un progetto di qualità!
Che impatto ha avuto il Coronavirus sulle tue abitudini?
La quarantena, nonostante tutto, l’ho vissuta abbastanza bene, perché ho la fortuna di convivere serenamente col mio compagno e soprattutto la letalità del virus non ha toccato amici o parenti (questo ha fatto tanto la differenza). E lì per lì ha migliorato le mie abitudini: mangiavo bene, mi allenavo e ho letto una caterva di libri. A uno sguardo più generale, però, è stato devastante: un periodo così pieno di progetti da accantonare, di frustrazione, di confusione. Mi sono sentita inutile per la società, superflua, il mio lavoro improvvisamente rischiava di perdere ogni senso. Questo nei momenti più bui, ma quando riuscivo ad essere positiva, vedevo che il Coronavirus non ha fatto altro che rafforzare in me il desiderio di perseguire la mia strada e ha dato ancora più senso al nostro lavoro.
Le foto pubblicate sono di Giuseppe D’Anna / FremantleMedia / Rai
Per seguire Agnese Lorenzini su Instagram, vi rimandiamo al suo profilo ufficiale.
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Coronavirus
Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio
Ricerca Enea-Università di Roma Tor Vergata
Uno studio Enea - Università di Roma Tor Vergata ha evidenziato una forte affinità tra il particolato atmosferico (Pm2.5) e la proteina Spike del virus Sars-Cov-2 responsabile del Covid. I risultati, che descrivono l’interazione tra le polveri sottili e il virus attraverso simulazioni di dinamica molecolare eseguite con il supercalcolatore Cresco6, sono stati pubblicati sulla rivista online Science of The Total Environment e rientrano nell’ambito del progetto Pulvirus.
“Durante la fase iniziale della pandemia la Lombardia e, in generale, tutta l’area della Pianura Padana sono state colpite più duramente dall’infezione virale rispetto al resto del Paese. Parliamo di una parte d’Italia tra le più inquinate e questo ha portato la comunità scientifica a ipotizzare un possibile ruolo del particolato atmosferico nella diffusione del virus”, spiega Caterina Arcangeli, ricercatrice Enea del Laboratorio Salute e Ambiente e coautrice dello studio insieme ai colleghi Barbara Benassi, Massimo Santoro e Milena Stracquadanio e ai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata Alice Romeo, Federico Iacovelli e Mattia Falconi.
Lo studio è partito dalla verifica e dimostrazione della presenza del genoma del virus responsabile del Covid-19 su almeno il 50% dei campioni di filtri per il Pm2.5 raccolti nella città di Bologna nell’inverno del 2021. “A seguire abbiamo realizzato al computer modelli molecolari semplificati di Pm2.5 e di Sars-Cov-2 e abbiamo valutato la loro interazione mediante simulazioni ad alte prestazioni eseguite con il supercalcolatore Cresco6”, aggiunge Arcangeli.
Le simulazioni - spiega una nota - hanno mostrato chiaramente che i glicani (zuccheri) presenti sulla superficie della proteina Spike giocano un ruolo importante nell’interazione tra virus e particolato, mediando il contatto diretto con la corrispondente superficie del nucleo di carbonio del Pm2.5. Inoltre, dallo studio emerge anche una stretta correlazione tra Pm2.5 e virus anche rispetto alle caratteristiche chimiche del particolato fine, il cui contenuto in carbonio elementare sembra avere una funzione guida nell’interazione con il Sars-Cov-2.
“Sebbene l’affinità tra Pm2.5 e Sars-Cov-2 appaia plausibile, la simulazione non permette di valutare se queste interazioni siano sufficientemente stabili per trasportare il virus nell’atmosfera o se il virione mantenga la sua infettività dopo il trasporto. La possibilità che il virus possa essere ‘sequestrato’ dal Pm, con conseguente riduzione di infettività e diffusione, o inattivato da questa forte interazione con il particolato non può essere quindi esclusa”, prosegue la ricercatrice Enea.
La forza delle simulazioni al computer effettuate da questo studio risiede nella capacità di modellare diversi tipi di particolato, variando sia la concentrazione che la composizione chimica degli inquinanti atmosferici. Queste simulazioni possono, dunque, rappresentare uno strumento utile per valutare rapidamente l’eventuale interazione delle polveri sottili con virus, batteri o altri bersagli cellulari rilevanti. “Questa possibilità potrebbe dimostrarsi utile per contrastare o controllare la diffusione di future malattie trasmesse per via aerea in regioni altamente inquinate e fornire informazioni utili per elaborare piani di controllo dell'inquinamento dell’aria”, conclude Arcangeli.
Coronavirus
Doug Pitt: l’uomo oltre il nome famoso
Nel mondo delle celebrità, spesso i riflettori sono puntati su nomi familiari come Brad Pitt, ma dietro ogni grande figura c’è un intero universo di individui che contribuiscono in modo significativo al loro settore e alla società nel suo complesso. Uno di questi casi è quello di Doug Pitt, fratello minore dell’acclamato attore Brad Pitt. Ma Doug è molto di più di “il fratello di”. È un imprenditore di successo, un filantropo appassionato e una figura che merita sicuramente di essere conosciuta più a fondo. Personalità sfaccettata e di grande successo, ha un nome costruito grazie alle sue aziende votate alla tecnologia e alle numerose attività di filantropo nel corso degli anni.
Dal fratello di Brad Pitt all’individuo di successo
Nato il 2 novembre 1966 a Springfield, nel Missouri, Doug Pitt è soprattutto conosciuto perché condivide lo stesso sangue con l’attore hollywoodiano Brad Pitt. Spesso cresciuto all’ombra del più celebre fratello maggiore, Doug ha intrapreso una strada di successo contando sulle proprie capacità e i propri interessi. Dopo aver completato gli studi all’università della sua contea, infatti, ha iniziato una carriera tutta in salita nei settori immobiliare e finanziario, mostrando sin da subito il suo talento nel mondo degli affari. Risale all’aprile del 1991 la fondazione della sua prima azienda, la ServiceWorld Computer, occupata nella fornitura di servizi informatici. A soli 25 anni inizia così la scalata che lo porterà nel mirino del club dei milionari.
Nel 2007 decide di cedere il 75 per cento degli interessi dell’azienda a Miami Nations Enterprises rimanendone però il proprietario e principale partner operativo. Nel 2012 fonda quindi TSI Integrated Services in collaborazione con TSI Global. Nel 2013 Pitt e Miami Nations Enterprises decidono di fondere ServiceWorld con TSI Global. Nel 2017 Pitt ricompra la sua prima società di computer creando la nuova Pitt Development Group, società specializzata in sviluppi commerciali e territoriali. Con questa azienda si è proposto come leader indiscusso nel settore.
Imprenditore e Filantropo
Doug Pitt non è solamente un uomo d’affari di successo, ma un filantropo impegnato che usa i suoi mezzi a disposizione per intervenire in aree critiche del mondo. “Care to Learn”, di cui è il fondatore, è un’organizzazione benefica che fornisce risorse essenziali a bambini che vivono in contesti difficili. L’organizzazione si concentra su bisogni fondamentali come cibo, vestiti e attrezzature scolastiche, permettendo ai più giovani di crescere e imparare in un ambiente positivo e accogliente.
Doug è anche collaboratore di Waterboys.com, WorldServe International e Africa 6000 International (a cui partecipa anche la sorella Julie), organizzazioni impegnate nella fornitura di acqua potabile nei paesi africani più in difficoltà, come Tanzania e Kenya. Nel 2010 l’allora presidente della Tanzania Jakaya Kikwete lo ha insignito del titolo di Ambasciatore di buona volontà per la Repubblica Unita di Tanzania. Con questo titolo opera in qualità di intermediario per tutte quelle aziende che vogliono contribuire alla rinascita economica e culturale del paese. Nel 2011 il presidente americano Bill Clinton lo ha premiato con l’Humanitarian Leadership Award.
Dietro le quinte dell’industria del vino
Oltre al suo coinvolgimento nel settore immobiliare e nell’ambito delle opere di beneficenza, Doug Pitt ha anche sviluppato una passione per il mondo del vino. È coinvolto nella gestione di “Pitt Vineyards”, un’azienda vinicola che produce vini di alta qualità. Questa dedizione per il vino riflette la sua grande curiosità e il suo interesse per settori imprenditoriali differenti.
Una vita riservata
La famiglia di primo piano non ha impedito a Doug Pitt di mantenere un profilo relativamente basso nel mondo dei media. Ha cercato, infatti, di proteggere la sua privacy e di concentrarsi sul suo lavoro e sulle sue passioni, piuttosto che sfruttare la sua connessione familiare per attirare l’attenzione dei riflettori. Nel 1990 ha sposato Lisa Pitt, conosciuta all’università, e insieme hanno tre figli: Landon, Sydney e Reagan.
Nonostante abbia sempre cercato di non farsi notare, in certe occasioni è apparso sui media presentandosi in modo scherzoso come il fratello del più celebre Brad. Ha girato diversi spot pubblicitari, come quello per Virgin Mobile Australia, e in alcuni ha vestito persino i panni del fratello, come nella pubblicità per Mother’s Brewing Company. In diverse interviste rilasciate (come quella all’emittente Nova FM) ha anche ammesso di essere scambiato per il fratello almeno 3 volte a settimana da sconosciuti che lo incontrano per strada. Questo perché i due fratelli oltre a condividere carriere di successo, hanno effettivamente un fisico e dei lineamenti molto simili.
L’eredità di Doug Pitt
La storia di Doug Pitt dimostra come dietro a ogni individuo ci siano esperienze, imprese e passioni diverse che meritano di essere riconosciute. Pur essendo spesso additato come “il fratello di Brad Pitt”, la sua dedizione per il mondo degli affari, il suo coinvolgimento nella beneficenza e la sua capacità di perseguire le sue passioni lo rendono un esempio di impegno e di successo. Il suo lavoro nel settore imprenditoriale e filantropico dimostra come sia possibile creare un’eredità significativa indipendentemente dal nome di famiglia e che ognuno ha il potenziale per influenzare positivamente sulla vita degli altri.
Coronavirus
È finalmente nelle sale cinematografiche il film “Tic Toc”
E continua anche il suo tour promozionale con vari appuntamenti.
Girato a Terni negli studios di Papigno, la commedia è stata diretta dal regista Davide Scovazzo mentre la produzione è stata affidata ad Anteprima Eventi Production e Management S.r.l. di Massimiliano Caroletti. Il film vanta un cast di eccezionali attori noti al pubblico tra cui Eva Henger, Maurizio Mattioli, Sergio Vastano, Fausto Leali, Donatella Pompadour, Valentino Marini, Paolo Pasquali alias Doctor Vintage, Cristiano Sabatini alias Bike Chef, Simone Bargiacchi alias Antonio Lo cascio, Samuel Comandini Alisa Zio_ Command, Fabio Stirlani alias Stirlo , Dimitri Tincano, Jennifer Caroletti, Antonella Scarpa alias Himorta, Vanessa Padovani alias Miss Mamma Sorriso, Chaimaa Cherbal, Claudia Letizia ,Elena Colombi , Paola Caruso, Luigi Iocca, Giuseppe Lisco, Rosy Campanale, Daniel Bellinchiodo, Francesco Aquila, Michela Motoc.
E proprio Eva Henger con Massimiliano Caroletti insieme alla figlia Jennifer, al suo debutto sul grande schermo, sono ospiti della prestigiosa kermesse cinematografica Ischia Global Fest, e incontreranno il pubblico prima della proiezione con Doctor Vintage, anche lui nel cast della pellicola, nella serata del 13 luglio.
Filo conduttore del film il rapporto con i social. Tic Toc è una commedia che intreccia tante vicende e scopre tante realtà partendo dalla storia di quattro intraprendenti scansafatiche che per guadagnare qualche soldo decidono di rapire Eva Henger. Un progetto che frana a causa del Covid e che innesca un susseguirsi di intoppi divertenti: “Un gruppo di Sinti, una sorta di gang Fedeli al triste, ma vero, gioco di parole “è tutto LORO quello che luccica”, i quattro passano giornate ad invidiare le superstar di oggi , ovvero gli, e soprattutto le, Influencers, attribuendo a ognuno e a ognuna di loro vite principesche, fatte di limousines, jet privati, champagne della migliore categoria, ville gigantesche e stuoli di servitori, tutto ciò che, nella loro miseria, è loro negato dalla vita, in una maniera che, dal loro punto di vista, reputano ingiusta ed immorale. Stufi di raccogliere le briciole di quello che loro credono essere solo un mondo dorato e pieno di privilegi, i quattro mascalzoni vengono a sapere che la star Eva Henger inaugurerà una Escape Room (cosa che loro non hanno idea di cosa sia) a Terni, per cui a Zagaja, ma ben presto condiviso dagli altri pur se con qualche perplessità soprattutto da parte di Bike Chef, viene la “brillante” idea: appostarsi poco prima dell’entrata della Escape Room e rapire la Diva, che per lui è anche il suo sogno erotico da sempre, in modo da chiedere il riscatto ai suoi numerosi sponsor”, ha spiegato l’ideatore Fabio Stirlani. La trama affronta in chiave drammatica argomenti comici che riflettono l’attualità.
Un film che segna il grande ritorno al cinema di Eva Henger che per l’occasione ha interpretato se stessa. Un ruolo cucito alla perfezione su di lei: “Ho interpretato me stessa. Pensavo fosse facile, invece è stato difficilissimo. Quando si interpreta la propria persona ci si rende conto di non conoscerla realmente. Ho dovuto metterci dell’ironia, verve e passione, anche perché sarà un film comico, che farà ridere molto”. Assieme a lei sul set la figlia Jennifer Caroletti interessata a seguire le orme della madre.