Intervista esclusiva a Lara Sansone: «Mia nonna mi ha insegnato tanto»
Lara Sansone, nipote d’arte, attrice di teatro e regista attenta al sostegno ed alla tutela del repertorio classico del teatro partenopeo, ha fatto storiche formazioni teatrali con registi come A. Pugliese, G. Magliulo, G. Di Martino, L. Lambertini, F. Saponaro, E. M. La Manna, P. Barra, C. Di Palma, R. Canessa. È protagonista in testi di Viviani, Scarpetta, Petito, Aristofane, Plauto, Cechov, Moscato, Bovio, Di Giacomo, Patroni Griffi.
In qualità di regista ha allestito molte edizioni di Cafè Chantant diventato una forma reiterati di spettacolo per la città di Napoli che va avanti da molti anni. Per la trilogia Raffaele Viviani opere quali: Festa di Montevergine; Morte di Carnevale; Festa di Piedigrotta, Annella di Portacapuana di G. Davino; Masaniello di E. Porta e A. Pugliese. Si accinge ad allestire per la stagione 2021/2022 due opere liriche quali Suor Angelica di Puccini e Mese Mariano di U. Giordano per l’Opera Walloine di Liegi.
Dalla sua illustre nonna, Luisa Conte, ha ereditato il meraviglioso Teatro Sannazzaro di Napoli, di cui è attualmente la direttrice artistica. Ha realizzato iniziative quali il Festival per le Tradizioni che fanno Turismo nel mondo finanziato UE e Regione Campania.
Da tre anni Lara Sansone è nel cast della soap di Rai Tre “Un posto al sole” nel ruolo di Bice Cerruti. Noi l’abbiamo incontrata e abbiamo sfruttato l’occasione per farle qualche domanda: siamo felici di presentarvi la nostra intervista!
Ciao Lara, ti diamo innanzitutto il benvenuto su Sbircia la Notizia Magazine. Come ti descriveresti nella vita di tutti i giorni, quando sei lontana dai riflettori?
Nella vita di tutti i giorni, sono una persona timida e riservata, che ama la famiglia, i figli, il compagno ed il cagnolino ai quali dedico tutto il tempo che posso.
Il teatro è la tua vita, poi però è arrivato “Un posto al sole”. Come è nata questa esperienza?
Sono praticamente nata in teatro ed al teatro dedico tutta la mia vita lavorativa. Un posto al sole è arrivato all’improvviso. E’ un’esperienza bellissima, che mi ha fatto crescere e mi ha dato l’opportunità di farmi conoscere dal grande pubblico. E’ bellissimo che le persone che incontro nella vita di tutti i giorni mi salutino come una persona di famiglia. Merito del grande interesse che suscita questo incredibile progetto, che è un vero miracolo italiano.
Come ti trovi sul set di UPAS e con quale attore hai legato maggiormente?
Sul set di Upas mi trovo benissimo, siamo una grande famiglia. Gli attori sono tutti straordinari e con me sono stati da subito amichevoli ed accoglienti. Conoscevo molti del cast ma siccome giriamo spesso insieme ho legato molto con Antonella Prisco, Cosimo Alberti, Germano Bellavia e Luisa Amatucci.
Come hai scoperto la tua passione per la recitazione?
La mia passione per il teatro è nata molto presto. Mia nonna era attrice ed aveva una compagnia teatrale. Accompagnandola in teatro, assistendo ai suoi spettacoli sono stata rapita dalla magia del palcoscenico. Ho studiato molto per perfezionarmi: le lingue, il canto, la musica, la danza. Da giovanissima ho rinunciato a molto per dedicarmi alla mia passione. Non ho avuto un’infanzia comune, quando i ragazzi uscivano io lavoravo. Nutro grande rispetto per il mondo teatrale e sono convinta che non si smetta mai di imparare.
Riteniamo che in pochi possano rispondere a questa domanda meglio di te: quali sono le principali differenze tra il teatro e il cinema?
Teatro e cinema sono profondamente diversi. L’impostazione della voce, la mimica che in teatro sono calibrati per arrivare alle ultime file della sala si riducono notevolmente al cinema o in televisione. Il cinema ti permette di avere una recitazione più naturale, intima. Il teatro però ha il vantaggio di trasmettere all’attore l’energia degli spettatori che influenza ogni singola replica di uno spettacolo. E poi c’è una restituzione immediata del lavoro svolto, in positivo o in negativo.
In che modo ti piace trascorrere il tuo tempo libero?
Mi piace trascorrere il tempo libero con la mia famiglia e con gli amici. Sono una persona molto curiosa, mi piace viaggiare, leggere e vedere film e poi… amo il mare!
Quali sono le principali esperienze lavorative che hanno segnato la tua carriera?
Credo che tutte le esperienze fatte abbiano contribuito alla mia formazione lavorativa. Ovviamente ci sono ruoli che mi hanno offerto opportunità importanti come in Ragazze sole con qualche esperienza di Enzo Moscato per la regia di Francesco Saponaro o come la soubrette del Cafè Chantant, spettacolo che va avanti da molti anni con grande riscontro di pubblico. In qualità di regista invece, devo molto alla Festa di Montevergine di Raffaele Viviani ed al Masaniello di Elvio Porta ed Armando Pugliese. E poi naturalmente a Bice di Un posto al sole devo l’affetto del grande pubblico per il quale non finirò mai di ringraziare!
Dalle tue eccellenti performance, si evince che nelle tue vene scorre il sangue di una delle più grandi e famose attrici partenopee, tua nonna, l’intramontabile e indimenticabile Luisa Conte i cui interminabili applausi scroscianti nel teatro esaurito durante e in finale di spettacolo risuonano ancora oggi, negli occhi, nel cuore e nella mente di chi ha avuto la fortuna di presenziarvi. Tu, Lara, quanto hai ereditato della tua illustre nonna?
Mia nonna mi ha insegnato tanto, prima di tutto il rigore, il rispetto e l’impegno per il mio lavoro, ma anche la tenacia e l’umiltà che a mio parere sono alla base di tutto. Sono una che non si arrende, pur essendo molto critica verso me stessa.
In riferimento alla domanda precedente, come ha influito la sua fortunata presenza nelle scelte della tua vita?
La presenza di mia nonna è stata sicuramente fondamentale per il mio percorso formativo. Superfluo dire che avere l’opportunità di prendere parte da bambina a spettacoli importanti con artisti del calibro di Nino e Carlo Taranto, Enzo Cannavale, Giacomo Rizzo, Peppe e Concetta Barra, Leopoldo Mastelloni, Sergio Bruni sia stata una grandissima palestra. Naturalmente, come succede spesso a tutti i figli d’arte, ho dovuto lavorare di più per meritare il mio piccolo spazio.
Il Coronavirus ha colpito un po’ tutti, in particolar modo il settore della cultura e dello spettacolo: cinema e teatri sono stati i più penalizzati. Tu sei la direttrice artistica del prestigioso Teatro Sannazaro e stai vivendo questo periodo di forte crisi in prima persona, come state gestendo l’emergenza e in che modo vi state preparando per la ripartenza?
Al Sannazaro stiamo lavorando a moltissimi progetti. Purtroppo questo particolare momento ci ha costretti a riconsiderare il tutto molte volte. Il nostro intento è quello di riuscire a coinvolgere quanti più addetti ai lavori possibile, per provare tutti insieme a ripartire. Il nostro è un settore molto provato dalla pandemia, resistere ed immaginare soluzioni sono un imperativo! Con Salvatore Vanorio, il mio compagno, autentico pilastro del nostro teatro, abbiamo organizzato il Teatro Solidale, iniziativa ambiziosa per provare ad aprire le porte della nostra struttura ai piccoli teatri ed alle compagnie indipendenti, alla quale hanno aderito oltre quattrocento artisti. Stiamo lavorando a porte chiuse con le residenze artistiche del Cantiere Sartoria del Sannazaro, momento teatrale dedicato alle compagnie emergenti e stiamo preparando due progetti per un festival internazionale. Il tutto nella speranza di tornare presto in palcoscenico, per ritrovare l’affetto del nostro amato pubblico.
*Foto di Giuseppe D’Anna
© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.
Coronavirus
Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio
Ricerca Enea-Università di Roma Tor Vergata
Uno studio Enea - Università di Roma Tor Vergata ha evidenziato una forte affinità tra il particolato atmosferico (Pm2.5) e la proteina Spike del virus Sars-Cov-2 responsabile del Covid. I risultati, che descrivono l’interazione tra le polveri sottili e il virus attraverso simulazioni di dinamica molecolare eseguite con il supercalcolatore Cresco6, sono stati pubblicati sulla rivista online Science of The Total Environment e rientrano nell’ambito del progetto Pulvirus.
“Durante la fase iniziale della pandemia la Lombardia e, in generale, tutta l’area della Pianura Padana sono state colpite più duramente dall’infezione virale rispetto al resto del Paese. Parliamo di una parte d’Italia tra le più inquinate e questo ha portato la comunità scientifica a ipotizzare un possibile ruolo del particolato atmosferico nella diffusione del virus”, spiega Caterina Arcangeli, ricercatrice Enea del Laboratorio Salute e Ambiente e coautrice dello studio insieme ai colleghi Barbara Benassi, Massimo Santoro e Milena Stracquadanio e ai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata Alice Romeo, Federico Iacovelli e Mattia Falconi.
Lo studio è partito dalla verifica e dimostrazione della presenza del genoma del virus responsabile del Covid-19 su almeno il 50% dei campioni di filtri per il Pm2.5 raccolti nella città di Bologna nell’inverno del 2021. “A seguire abbiamo realizzato al computer modelli molecolari semplificati di Pm2.5 e di Sars-Cov-2 e abbiamo valutato la loro interazione mediante simulazioni ad alte prestazioni eseguite con il supercalcolatore Cresco6”, aggiunge Arcangeli.
Le simulazioni - spiega una nota - hanno mostrato chiaramente che i glicani (zuccheri) presenti sulla superficie della proteina Spike giocano un ruolo importante nell’interazione tra virus e particolato, mediando il contatto diretto con la corrispondente superficie del nucleo di carbonio del Pm2.5. Inoltre, dallo studio emerge anche una stretta correlazione tra Pm2.5 e virus anche rispetto alle caratteristiche chimiche del particolato fine, il cui contenuto in carbonio elementare sembra avere una funzione guida nell’interazione con il Sars-Cov-2.
“Sebbene l’affinità tra Pm2.5 e Sars-Cov-2 appaia plausibile, la simulazione non permette di valutare se queste interazioni siano sufficientemente stabili per trasportare il virus nell’atmosfera o se il virione mantenga la sua infettività dopo il trasporto. La possibilità che il virus possa essere ‘sequestrato’ dal Pm, con conseguente riduzione di infettività e diffusione, o inattivato da questa forte interazione con il particolato non può essere quindi esclusa”, prosegue la ricercatrice Enea.
La forza delle simulazioni al computer effettuate da questo studio risiede nella capacità di modellare diversi tipi di particolato, variando sia la concentrazione che la composizione chimica degli inquinanti atmosferici. Queste simulazioni possono, dunque, rappresentare uno strumento utile per valutare rapidamente l’eventuale interazione delle polveri sottili con virus, batteri o altri bersagli cellulari rilevanti. “Questa possibilità potrebbe dimostrarsi utile per contrastare o controllare la diffusione di future malattie trasmesse per via aerea in regioni altamente inquinate e fornire informazioni utili per elaborare piani di controllo dell'inquinamento dell’aria”, conclude Arcangeli.
Coronavirus
Doug Pitt: l’uomo oltre il nome famoso
Nel mondo delle celebrità, spesso i riflettori sono puntati su nomi familiari come Brad Pitt, ma dietro ogni grande figura c’è un intero universo di individui che contribuiscono in modo significativo al loro settore e alla società nel suo complesso. Uno di questi casi è quello di Doug Pitt, fratello minore dell’acclamato attore Brad Pitt. Ma Doug è molto di più di “il fratello di”. È un imprenditore di successo, un filantropo appassionato e una figura che merita sicuramente di essere conosciuta più a fondo. Personalità sfaccettata e di grande successo, ha un nome costruito grazie alle sue aziende votate alla tecnologia e alle numerose attività di filantropo nel corso degli anni.
Dal fratello di Brad Pitt all’individuo di successo
Nato il 2 novembre 1966 a Springfield, nel Missouri, Doug Pitt è soprattutto conosciuto perché condivide lo stesso sangue con l’attore hollywoodiano Brad Pitt. Spesso cresciuto all’ombra del più celebre fratello maggiore, Doug ha intrapreso una strada di successo contando sulle proprie capacità e i propri interessi. Dopo aver completato gli studi all’università della sua contea, infatti, ha iniziato una carriera tutta in salita nei settori immobiliare e finanziario, mostrando sin da subito il suo talento nel mondo degli affari. Risale all’aprile del 1991 la fondazione della sua prima azienda, la ServiceWorld Computer, occupata nella fornitura di servizi informatici. A soli 25 anni inizia così la scalata che lo porterà nel mirino del club dei milionari.
Nel 2007 decide di cedere il 75 per cento degli interessi dell’azienda a Miami Nations Enterprises rimanendone però il proprietario e principale partner operativo. Nel 2012 fonda quindi TSI Integrated Services in collaborazione con TSI Global. Nel 2013 Pitt e Miami Nations Enterprises decidono di fondere ServiceWorld con TSI Global. Nel 2017 Pitt ricompra la sua prima società di computer creando la nuova Pitt Development Group, società specializzata in sviluppi commerciali e territoriali. Con questa azienda si è proposto come leader indiscusso nel settore.
Imprenditore e Filantropo
Doug Pitt non è solamente un uomo d’affari di successo, ma un filantropo impegnato che usa i suoi mezzi a disposizione per intervenire in aree critiche del mondo. “Care to Learn”, di cui è il fondatore, è un’organizzazione benefica che fornisce risorse essenziali a bambini che vivono in contesti difficili. L’organizzazione si concentra su bisogni fondamentali come cibo, vestiti e attrezzature scolastiche, permettendo ai più giovani di crescere e imparare in un ambiente positivo e accogliente.
Doug è anche collaboratore di Waterboys.com, WorldServe International e Africa 6000 International (a cui partecipa anche la sorella Julie), organizzazioni impegnate nella fornitura di acqua potabile nei paesi africani più in difficoltà, come Tanzania e Kenya. Nel 2010 l’allora presidente della Tanzania Jakaya Kikwete lo ha insignito del titolo di Ambasciatore di buona volontà per la Repubblica Unita di Tanzania. Con questo titolo opera in qualità di intermediario per tutte quelle aziende che vogliono contribuire alla rinascita economica e culturale del paese. Nel 2011 il presidente americano Bill Clinton lo ha premiato con l’Humanitarian Leadership Award.
Dietro le quinte dell’industria del vino
Oltre al suo coinvolgimento nel settore immobiliare e nell’ambito delle opere di beneficenza, Doug Pitt ha anche sviluppato una passione per il mondo del vino. È coinvolto nella gestione di “Pitt Vineyards”, un’azienda vinicola che produce vini di alta qualità. Questa dedizione per il vino riflette la sua grande curiosità e il suo interesse per settori imprenditoriali differenti.
Una vita riservata
La famiglia di primo piano non ha impedito a Doug Pitt di mantenere un profilo relativamente basso nel mondo dei media. Ha cercato, infatti, di proteggere la sua privacy e di concentrarsi sul suo lavoro e sulle sue passioni, piuttosto che sfruttare la sua connessione familiare per attirare l’attenzione dei riflettori. Nel 1990 ha sposato Lisa Pitt, conosciuta all’università, e insieme hanno tre figli: Landon, Sydney e Reagan.
Nonostante abbia sempre cercato di non farsi notare, in certe occasioni è apparso sui media presentandosi in modo scherzoso come il fratello del più celebre Brad. Ha girato diversi spot pubblicitari, come quello per Virgin Mobile Australia, e in alcuni ha vestito persino i panni del fratello, come nella pubblicità per Mother’s Brewing Company. In diverse interviste rilasciate (come quella all’emittente Nova FM) ha anche ammesso di essere scambiato per il fratello almeno 3 volte a settimana da sconosciuti che lo incontrano per strada. Questo perché i due fratelli oltre a condividere carriere di successo, hanno effettivamente un fisico e dei lineamenti molto simili.
L’eredità di Doug Pitt
La storia di Doug Pitt dimostra come dietro a ogni individuo ci siano esperienze, imprese e passioni diverse che meritano di essere riconosciute. Pur essendo spesso additato come “il fratello di Brad Pitt”, la sua dedizione per il mondo degli affari, il suo coinvolgimento nella beneficenza e la sua capacità di perseguire le sue passioni lo rendono un esempio di impegno e di successo. Il suo lavoro nel settore imprenditoriale e filantropico dimostra come sia possibile creare un’eredità significativa indipendentemente dal nome di famiglia e che ognuno ha il potenziale per influenzare positivamente sulla vita degli altri.
Coronavirus
È finalmente nelle sale cinematografiche il film “Tic Toc”
E continua anche il suo tour promozionale con vari appuntamenti.
Girato a Terni negli studios di Papigno, la commedia è stata diretta dal regista Davide Scovazzo mentre la produzione è stata affidata ad Anteprima Eventi Production e Management S.r.l. di Massimiliano Caroletti. Il film vanta un cast di eccezionali attori noti al pubblico tra cui Eva Henger, Maurizio Mattioli, Sergio Vastano, Fausto Leali, Donatella Pompadour, Valentino Marini, Paolo Pasquali alias Doctor Vintage, Cristiano Sabatini alias Bike Chef, Simone Bargiacchi alias Antonio Lo cascio, Samuel Comandini Alisa Zio_ Command, Fabio Stirlani alias Stirlo , Dimitri Tincano, Jennifer Caroletti, Antonella Scarpa alias Himorta, Vanessa Padovani alias Miss Mamma Sorriso, Chaimaa Cherbal, Claudia Letizia ,Elena Colombi , Paola Caruso, Luigi Iocca, Giuseppe Lisco, Rosy Campanale, Daniel Bellinchiodo, Francesco Aquila, Michela Motoc.
E proprio Eva Henger con Massimiliano Caroletti insieme alla figlia Jennifer, al suo debutto sul grande schermo, sono ospiti della prestigiosa kermesse cinematografica Ischia Global Fest, e incontreranno il pubblico prima della proiezione con Doctor Vintage, anche lui nel cast della pellicola, nella serata del 13 luglio.
Filo conduttore del film il rapporto con i social. Tic Toc è una commedia che intreccia tante vicende e scopre tante realtà partendo dalla storia di quattro intraprendenti scansafatiche che per guadagnare qualche soldo decidono di rapire Eva Henger. Un progetto che frana a causa del Covid e che innesca un susseguirsi di intoppi divertenti: “Un gruppo di Sinti, una sorta di gang Fedeli al triste, ma vero, gioco di parole “è tutto LORO quello che luccica”, i quattro passano giornate ad invidiare le superstar di oggi , ovvero gli, e soprattutto le, Influencers, attribuendo a ognuno e a ognuna di loro vite principesche, fatte di limousines, jet privati, champagne della migliore categoria, ville gigantesche e stuoli di servitori, tutto ciò che, nella loro miseria, è loro negato dalla vita, in una maniera che, dal loro punto di vista, reputano ingiusta ed immorale. Stufi di raccogliere le briciole di quello che loro credono essere solo un mondo dorato e pieno di privilegi, i quattro mascalzoni vengono a sapere che la star Eva Henger inaugurerà una Escape Room (cosa che loro non hanno idea di cosa sia) a Terni, per cui a Zagaja, ma ben presto condiviso dagli altri pur se con qualche perplessità soprattutto da parte di Bike Chef, viene la “brillante” idea: appostarsi poco prima dell’entrata della Escape Room e rapire la Diva, che per lui è anche il suo sogno erotico da sempre, in modo da chiedere il riscatto ai suoi numerosi sponsor”, ha spiegato l’ideatore Fabio Stirlani. La trama affronta in chiave drammatica argomenti comici che riflettono l’attualità.
Un film che segna il grande ritorno al cinema di Eva Henger che per l’occasione ha interpretato se stessa. Un ruolo cucito alla perfezione su di lei: “Ho interpretato me stessa. Pensavo fosse facile, invece è stato difficilissimo. Quando si interpreta la propria persona ci si rende conto di non conoscerla realmente. Ho dovuto metterci dell’ironia, verve e passione, anche perché sarà un film comico, che farà ridere molto”. Assieme a lei sul set la figlia Jennifer Caroletti interessata a seguire le orme della madre.