Focus sulla letteratura per il prossimo appuntamento del format #FACCIAMOTAMTAM, il palinsesto di approfondimento sui canali social del Teatro Arcimboldi, concepito appositamente per rinnovare lo scambio e il dialogo con il pubblico.
Gianmario Longoni, direttore artistico del Teatro degli Arcimboldi, giovedì 15 aprile alle ore 18.00, in diretta Facebook, accoglierà Alessandro Milan, scrittore e giornalista da quasi venti anni a Radio24, dove conduce programmi di approfondimento.
L’occasione sarà la presentazione del nuovo libro di Alessandro Milan “Un giorno lo dirò al mondo” (edito da Mondadori – febbraio 2021) pubblicato dopo il successo di “Mi vivi dentro” e “Due milioni di baci”. Alessandro è anche presidente dell’associazione Wondy Sono Io (wondysonoio.org), impegnata nella diffusione della cultura della resilienza.
Resilienza è un termine che ben si adatta in questo momento storico anche alla situazione generale del mondo dello spettacolo e della cultura a causa della situazione pandemica.
Un incontro quello di Gianmario e Alessandro che sarà una chiacchierata sui libri, sulla resilienza attuale e sulle aspettative per il prossimo futuro. La community del Teatro Arcimboldi è invitata a partecipare inviando domande sulla chat durante la diretta.
#FACCIAMOTAMTAM propone incontri settimanali con dirette, approfondimenti, talk e contenuti speciali che saranno accessibili dai canali social del teatro. Ogni mercoledì un appuntamento con autori, artisti e maggiori esponenti del teatro, dell’arte e della musica per analizzare, approfondire, creare e far circolare nuove chiavi di lettura e di interpretazione del presente e nuove idee per il futuro.
Gianmario Longoni, direttore artistico del Teatro Arcimboldi, farà gli onori di casa e accoglierà ospiti illustri del mondo della cultura: critici d’arte, artisti, attori, registi, coreografi e personaggi del settore dello spettacolo. Gli incontri coinvolgeranno anche gli spettatori a casa che potranno interagire ponendo domande agli ospiti e commentando la diretta. Si parlerà di arte, di teatro, di musica con approfondimenti, storie e aneddoti. Ma si parlerà anche e soprattutto del futuro del mondo della cultura, profondamente segnato dalla pandemia, che nei prossimi mesi dovrà necessariamente essere ridisegnato e riprogrammato in alcune sue forme con nuove idee e nuovi progetti.
La chiusura imposta ai teatri dal momento di crisi che stiamo vivendo è un’occasione unica per sperimentare il valore aggiunto della proposta digitale che può diventare per il futuro un importante modo di ampliare l’offerta culturale, anche da remoto.
Calendario degli appuntamenti già realizzati di #FACCIAMOTAMTAM e disponibili sui canali social del teatro
- Mercoledì 18 novembre – Flavio Caroli, storico d’arte moderna e contemporanea – disponibile sulla pagina facebook @teatrodegliarcimboldi
- Mercoledì 25 novembre – Giulia Sol, attrice teatrale e cantante italiana – protagonista del Talent di RAI 1 Tale e Quale Show – disponibile sulla pagina Instagram @teatrodegliarcimboldi
- Mercoledì 2 dicembre ore 18 – diretta Instagram con Mario Luzzatto Fegiz, giornalista, critico musicale.
- Mercoledì 9 dicembre ore 18 – diretta Instagram con Andrea Concas, esperto d’arte e autore del libro “Banksy. 100 domande 150 risposte”
- Venerdì 18 dicembre alle ore 18 – SCENA UNITA per i lavoratori della musica e dello spettacolo con – Gloria Zavatta (presidente Cesvi) – disponibile sulla pagina facebook @teatrodegliarcimboldi
- Mercoledì 23 dicembre ore 18 – diretta Instagram con Arturo Brachetti, trasformista, attore e regista
- Mercoledì 13 gennaio ore 18 – diretta Instagram con Jacopo Tissi, solista principale del Teatro Bolshoi di Mosca
- Martedì 9 febbraio ore 18 – diretta Instagram con Stella Grillo per Libreriamo
- Mercoledì 17 febbraio ore 18 – diretta Facebook con Red Canzian
- Venerdì 26 febbraio ore 18 – diretta Instagram con Davide Shorty
- Mercoledì 31 marzo ore 18 – diretta Instagram con Ludovico Einaudi
UN GIORNO LO DIRÒ AL MONDO
Dopo il successo di Mi vivi dentro e Due milioni di baci, il nuovo libro di Alessandro Milan
Nel settembre del 1993, a Norfolk (Virginia), le acque del fiume Lafayette restituiscono il corpo senza vita della diciassettenne Sarah Wisnosky. Fin dal principio i sospetti ricadono sul fidanzato, il ventiseienne italo-americano Derek Rocco Barnabei, che, al termine di un processo indiziario durato tre settimane, è condannato a morte per violenza sessuale e omicidio. Barnabei si dichiarò innocente e vittima di un complotto.
In molti si mobilitarono contro la sentenza. Intervennero esponenti politici, il Parlamento europeo – che adottò all’unanimità una risoluzione sulla pena di morte citando nel documento il caso Barnabei, definendolo controverso, e chiedendo di commutare la condanna in ergastolo –, persino papa Giovanni Paolo II si unì agli appelli. Tuttavia gli estremi tentativi di bloccare l’esecuzione non sortirono alcun effetto. La Corte suprema rigettò i ricorsi presentati e Derek Rocco Barnabei fu giustiziato in Virginia il 14 settembre 2000.
Alessandro Milan, agli inizi della sua carriera in una appena nata Radio24, intervistò più volte Barnabei e collaborò a due straordinarie dirette dal braccio della morte. In queste pagine, Milan fonde la puntualità dell’inchiesta giudiziaria con il racconto autobiografico, perché la vicenda di Barnabei non è per lui solo una prova giornalistica, ma un incontro umano che lo investe e lo segna personalmente. Per vent’anni ha cercato risposte agli interrogativi e ai dubbi sulla verità di Derek, seppure nella convinzione che nessuna risposta possa giustificare la barbarie di una condanna a morte. La pena capitale «è sbagliata, sempre e comunque, anche per chi si è macchiato di un crimine efferato oltre ogni ragionevole dubbio». È soltanto una vendetta, «di Stato, ma pur sempre vendetta».
Alessandro Milan (Sesto San Giovanni, 1970) lavora come giornalista da quasi venti anni a Radio24, dove conduce programmi di approfondimento. Autore di Mi vivi dentro (DeaPlaneta, 2018) e Due milioni di baci (DeaPlaneta, 2019), è presidente dell’associazione Wondy Sono Io (wondysonoio.org), impegnata nella diffusione della cultura della resilienza.
Cultura
“Le esigenze di oggi e la sanità del futuro”,...
Il contributo del ministro della Salute alla 34esima edizione del volume
"Le esigenze di oggi e la sanità del futuro" nell'intervento nel Libro dei Fatti 2024 del ministro della Salute Orazio Schillaci, autore del contributo presente nel volume giunto quest'anno alla 34esima edizione.
L'intervento del ministro Schillaci
"Il 2024 è l’anno della Presidenza italiana del G7. Per la salute globale è un momento importante. È l’anno in cui, grazie al nostro impulso, ai vertici internazionali si discute della necessità di mettere al centro di qualsiasi azione sanitaria la prevenzione e l’approccio One Health per la tutela della salute umana, animale e ambientale.
È l’anno in cui si impone definitivamente l’intelligenza artificiale, che vogliamo sia governata dall’uomo secondo l’etica e la responsabilità e che è destinata a incidere significativamente sulla salute, ampliando la possibilità di cura in tante malattie, aiutando i medici a fare diagnosi più precise, andando verso una medicina sempre più personalizzata.
È l’anno in cui iniziano a consolidarsi gli investimenti previsti dalla Missione 6 Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il potenziamento dell’assistenza territoriale e della digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale. Siamo al lavoro per migliorare e rinforzare la sanità pubblica, per valorizzare e tutelare medici, infermieri e tutto il personale sanitario. È un impegno senza sosta nell’interesse dei cittadini, per superare le disuguaglianze e garantire un’offerta sanitaria omogenea e sostenibile su tutto il territorio nazionale.
Abbiamo aumentato le risorse del Fondo sanitario nazionale raggiungendo solo nel 2024 la cifra record di oltre 134 miliardi di euro. Siamo intervenuti con coraggio e visione per ridurre l’annoso problema delle liste d’attesa, abbiamo messo più risorse per i rinnovi contrattuali, prorogato lo scudo penale per i medici e assunto l’impegno di abolire il tetto di spesa alle Regioni per le assunzioni in modo da poter potenziare il personale nella sanità pubblica.
Abbiamo avviato un percorso di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale che ha bisogno di tempo per vedere dispiegati pienamente i propri benefici, soprattutto dopo le politiche poco lungimiranti del passato.
Voglio concludere ricordando che dal 2024 l’Italia finalmente si è dotata di una legge sul diritto all’oblio oncologico frutto dell’attività del Parlamento e sostenuta con forza dal Governo. Una legge di grande sensibilità, con la quale ci prendiamo cura di chi è guarito dal cancro affinché non debba più subire discriminazioni. Passo dopo passo, diamo risposte alle esigenze di oggi e costruiamo la sanità del futuro".
Cultura
‘L’ombra di Artemisia’, destini...
Il romanzo sulla fragilità e sugli abusi firmato dallo scrittore e sceneggiatore
Due destini che si incrociano e si sovrappongono. Due esperienze tragiche e dolorose che sembrano rincorrersi anche se si sviluppano in tempi e modi completamente diversi. Esperienze unite dallo stesso filo conduttore, la violenza sulle donne. Questo il senso de 'L'ombra di Artemisia', un romanzo sulla fragilità e sugli abusi firmato dallo scrittore e sceneggiatore Maurizio Cohen e pubblicato da Vallecchi (pp. 316 euro 18). "Quando al desiderio di un uomo si unisce la forza e si sottrae il rispetto non c'è difesa", si legge nel libro. Una 'verità' che sono costrette a sperimentare le due protagoniste del libro: Jenny, una giovane attrice, e la pittrice Artemisia Gentileschi su cui proprio Jenny sta girando un film.
Nella Roma del Seicento, attraversata da fermenti culturali di ogni genere, laboratorio di arte e di cultura, la vita di Artemisia è sottoposta al giudizio inappellabile dell'Inquisizione. "Questa donna, eminenza, continua a peccare. Non solo - è l'accusa piombata addosso ad Artemisia - ha infangato l'onore e la rispettabilità di molti devoti e generosi cittadini, ma sta tentando, complice il maligno ospitato tra le sue gambe sin da quando era adolescente, di mostrarsi santa. Beata vittima agli occhi di noi tutti". Non solo, Artemisia è anche violentata da un amico del padre, suo insegnante di pittura. E' lo stesso destino che capita anche a Jenny. La ragazza durante le riprese della pellicola, tornando a casa, viene aggredita da tre giovani della Roma 'bene'. Un violenza che viene messa in atto in una data simbolica, il giorno in cui si omaggiano e festeggiano le donne, l'otto marzo. E così la vicenda tragica vissuta da un personaggio storico di primo piano e quella di Jenny in qualche modo si uniscono. Ancora sotto shock, la ragazza si ritrova nella paradossale situazione di dover affrontare due processi: la mattina in tribunale, quello per direttissima per lo stupro vissuto sulla sua pelle, e il pomeriggio quello di Artemisia riprodotto sul set.
Così, poco alla volta, il personaggio della pittrice diventa per Jenny una sorta di ossessione. Le due donne, superando qualsiasi vincolo temporale, instaurano un rapporto ricco di emozioni e complicità ma anche di forti incomprensioni, che finisce per minacciare la stabilità psicologica della già fragile Jenny. Il libro di Cohen - che ha scritto i libri 'La gabbia' e 'Novanta' e ha collaborato con diversi registi tra cui Francesco Nuti, Tinto Brass e José Sanchez - è un racconto che dimostra una sola grande verità: nel corso della storia nulla cambia e tutto si ripete.
Cultura
Banana di Cattelan venduta per 6,2 milioni. Ballario:...
Il critico d'arte: "L'artista è un genio e più che una banana ha venduto un manuale di istruzioni"
"Cattelan ha cambiato un'altra volta le regole del gioco e la sua 'Comedian' è stata battuta in asta per 6,2 milioni. Un po' di tempo fa è uscito un libro che si intitola 'Lo squalo da 12 milioni di dollari' che faceva riferimento all'ascesa repentina di un'opera di Damien Hirst e raccontava i meccanismi del sistema dell'arte. Ecco oggi quel libro si chiamerebbe 'La banana da 6 milioni di dollari'". Così il critico d'arte, giornalista e curatore Nicolas Ballario, peraltro in ottimo rapporti di amicizia con l'artista padovano Maurizio Cattelan, commenta con l'Adnkronos il clamoroso risultato all'asta della banana attaccata con il nastro adesivo di una parete.
"L'installazione aveva già fatto discutere presentandola ad Art Basel Miami, una delle fiere d'arte contemporanea più importanti al mondo, nel 2019. Il suo nome è appunto 'Comedian' ed è l'opera più riprodotta del decennio. Chissà se il fruttivendolo che l'ha venduta agli addetti di Sotheby's a New York ieri mattina per 30 centesimi, saprà mai che qualche ora dopo quella stessa banana è stata venduta a quella cifra da capogiro al miliardario fondatore della piattaforma di criptovalute Tron! In tanti useranno questa storia per urlare allo scandalo - sostiene Ballario - ma 'Comedian' è il simbolo dell'arte contemporanea, è il simbolo di Cattelan, del suo camminare su un filo come un funambolo, del lasciare sempre che siano i critici e il pubblico a fare a cazzotti per interpretare, nel bene e nel male, il suo lavoro".
"Certo la banana ha tanti significati, è un simbolo del commercio globale, ma anche il più classico degli strumenti dell'umorismo: per decenni centinaia di attori hanno dovuto imparare a scivolare sulla sua buccia. È una beffa quella di Cattelan? Forse, solo che non si capisce chi sia il destinatario - evidenzia Ballario -. I collezionisti che la comprano? I critici che la esaltano o quelli che la attaccano? Il grande pubblico che ci fa i meme su internet o urla allo scandalo? E chi lo sa! Cattelan è un genio e più che una banana ha venduto un manuale di istruzioni: chi l'ha comprata ha detto 'me la mangio'. E potrà farlo quante volte vuole, perché per farla rivivere basta cambiare la banana ogni 7/10 giorni (a seconda del colore che assumerà), metterla a 175 cm da terra, con una stringa di 20 cm di uno specifico nastro grigio che deve essere attaccato per formare un angolo di 37°. Se è arte o no, è una domanda alla quale ognuno risponderà a modo proprio, e non ci sarà risposta sbagliata. Una volta proprio Cattelan mi ha detto una cosa che basta da sola a spiegare il suo genio: 'a me più che il vero o il falso, interessa il verosimile. E quando qualcuno troverà il significato dell’arte, spero di essere morto da un pezzo'".