“Il Medico risponde”
Dolore alla spalla, quali sono le cause?
DOMANDA
Professore salve!
Sono un lettore assiduo del vostro interessantissimo giornale, Sbircia la notizia magazine, i miei più vivi complimenti per tutti gli argomenti che trattate. Purtroppo ho un dolore alla spalla che spesso mi assilla, mi darebbe qualche delucidazione in merito? Quali le cause e quale branca della medicina ne è interessata? Grazie d’anticipo. Buona giornata e buon lavoro.
Mario no Facebook no Twitter
RISPOSTA
A cura del Dr. Ferdinando Martinez
ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."
Salve Mario, grazie per i suoi graditissimi complimenti, ne siamo compiaciuti.
Vediamo subito di comprendere un po’ questo dolore alla spalla di cui lei mi chiede gentilmente delucidazioni in merito. Il dolore alla spalla è di origine articolare, tendinea o nervosa. Può originarsi dalla spalla stessa o irradiarsi dal rachide cervicale e richiede sempre un attento e sollecito consulto medico per stabilire una diagnosi e offrire un trattamento appropriato al caso, per evitare invalidanti peggioramenti.
Prima di affermare che il dolore proviene dalla spalla, dobbiamo assicurarci che non sia correlato al collo, a livello del rachide cervicale e che si irradia alla spalla.
Quando i movimenti della spalla o certi gesti come indossare una giacca risvegliano il dolore o non sono più del tutto possibili, il problema riguarda proprio l’articolazione della spalla.
Un dolore alla colonna vertebrale cervicale correlato si manifesta prontamente in altre condizioni: guidare l’auto, posizione durante il sonno o durante lavoro.
Il medico verifica la mobilità della spalla in modo attivo, passivo e attivo contro la resistenza. Questo esame può sembrare lungo perché i movimenti sono numerosi (antepulsione e retropulsione, abduzione e adduzione, rotazione interna ed esterna, gomito flesso a 90 ° e aderente al corpo), è comunque fondamentale per la diagnosi.
Gli esami sono definiti in base alle caratteristiche del dolore
È possibile ricorrere alla classica radiografia con immagini frontali in posizione neutra e in rotazione alla ricerca soprattutto delle calcificazioni.
Gli altri esami saranno indicati secondo i primi orientamenti forniti dalle caratteristiche del dolore:
- Un’ecografia della spalla identifica tendini e borse e individua lesioni della cuffia dei rotatori. Questo insieme di tendini e muscoli svolge un ruolo essenziale nella mobilizzazione della spalla (sopra e sottospinato, sottoscapolare e piccolo rotondo).
- Una TAC o una risonanza magnetica per studiare le condizioni della cuffia dei rotatori.
- Un artrografia con scanner artro per uno strappo della cuffia dei rotatori o capsuliti.
- Infine, è possibile eseguire una valutazione infiammatoria alla ricerca di un problema infettivo in presenza di una sindrome iperalgesica.
La spalla dolorante ha diverse origini
- La tendinite della spalla, acuta o cronica, può interessare uno o più tendini della cuffia dei rotatori. Come ad esempio la periartrite scapolo-omerale, di solito si verifica in soggetti piuttosto giovani, prontamente innescata da sport ripetitivi o gesti professionali abitudinali.
- L’infiammazione più comune coinvolge il tendine sovraspinato che è responsabile del movimento del braccio rivolto verso l’esterno.
- Possono anche essere colpiti gli altri tendini, sottospinato e bicipiti lunghi.
- Quando la tendinite è associata all’infiammazione della capsula (capsulite), questo movimento è particolarmente doloroso e limitato.
- Le lesioni possono coinvolgere il nervo sottoscapolare, il nervo spinale , il nervo dentato o il nervo circonflesso.
Quali sono le cause? Le cause possono essere meccaniche, legate all’osteoartrosi o infiammatorie. La spalla bloccata, causa meccanica, può avere origini diverse:
- Può essere una rottura della cuffia dei rotatori, sia completa – collegata il più delle volte a un incidente portatile – o incompleta – di origine piuttosto degenerativa che si verifica in una persona anziana.
- La spalla bloccata può verificarsi come conseguenza di una spalla dolorosa non supportata o essere la manifestazione di una sindrome di distrofia degli arti superiori chiamata ” sindrome della mano spalla “.
Possono anche esserci lesioni artritiche infiammatorie, infettive o microcristalline nella spalla:
- Artrite infiammatoria nel contesto di reumatismi infiammatori (artrite reumatoide, artrite psoriasica, spondilite anchilosante);
- Artrite microcristallina di tipo condrocalcinosi articolare;
- Artrite infettiva, eccezionalmente.
L’ osteoartrosi chiamata anche artrosi gleno-omerale è primitiva ma in linea di principio non si verifica mai dopo un problema iniziale. A seconda della posizione della testa dell’omero nella cavità glenoidea, esistono due tipi di artrosi:
- Artrosi centrata, di solito a seguito di una frattura.
- Artrosi eccentrica , causata da una massiccia rottura della cuffia dei rotatori.
Il dolore alla spalla si sviluppa in due fasi: il primo è infiammatorio e doloroso e il secondo, meno doloroso, provoca rigidità.
Le sue cause sono variabili e possono essere del seguente ordine:
- Neurologico ( morbo di Parkinson , fuoco di Sant’Antonio , emiplegia )
- Toracico (tumori broncopolmonari);
- Medicinali (barbiturici, farmaci anti-tubercolosi).
Quale branca della medicina?
Medicina generale
La medicina generale, riconosciuta come specialità, svolge funzioni specifiche: cura complessiva del paziente, continuità e coordinamento delle cure. Il medico di base è, per la sua specifica pratica in prossimità e sul campo, al centro delle reti sanitarie. È un partner privilegiato delle azioni di sanità pubblica: prevenzione, screening, sanità e educazione sociale. Il suo ruolo è essenziale nel coordinare l’assistenza agli anziani e alle persone in situazioni precarie.
Sempre più medici di base stanno lavorando in ambulatori di gruppo o case di cura multidisciplinari, consentendo così di ampliare il campo delle competenze messe a disposizione dei pazienti e di aumentare le fasce orarie per la consultazione.
È il medico di base che viene più spesso dichiarato medico curante presso la previdenza sociale. Ma qualsiasi medico, qualunque sia la sua specialità, può essere scelto in questo ruolo.
Reumatologia
Secondo la definizione dell’Unione Europea dei medici specialisti, la reumatologia è la specialità medica che tratta il dolore e le disfunzioni dell’apparato muscolo-scheletrico e dei tessuti connettivi ad esso associati, nonché le condizioni che interessano la regione periarticolare:
- malattie infiammatorie;
- malattie del sistema muscolo-scheletrico;
- malattie del tessuto connettivo e dei vasi sanguigni;
- malattie degenerative delle articolazioni e della colonna vertebrale;
- malattie metaboliche che colpiscono il sistema muscolo-scheletrico;
- malattie dei tessuti periarticolari;
- malattie di altri organi e apparati, in particolare del sistema nervoso, nella misura in cui sono correlate alle malattie sopra menzionate.
Chirurgia ortopedica e traumatologica
La chirurgia ortopedica tratta malattie, traumi (fratture, rotture, ematomi) e deformità del sistema muscolo-scheletrico: ossa, articolazioni, legamenti, tendini e muscoli. Precedentemente limitato al solo trattamento delle fratture, si sta ora sviluppando in altri settori: protesi articolari, innesti ossei o chirurgia endoscopica. Il chirurgo ortopedico può eseguire interventi chirurgici, eseguire gesti con piccole incisioni (artroscopia), ridurre fratture o lussazioni con o senza anestesia, cucire ferite di grandi dimensioni o ferite che richiedono l’esplorazione per verificare l’assenza di lesioni associate a tendini o articolazioni.
Mario, le ricordo che la mia risposta, non intende in alcun modo sostituirsi all’autorevole parere del Medico di famiglia, Medico Curante o di altre Figure Sanitarie di fiducia, preposte alla corretta interpretazione del problema in oggetto, a cui rimando, rigorosamente, per ottenere una più precisa indicazione incline sulle origini di qualsiasi sintomo stesso, grazie per la cortese comprensione, le auguro una meravigliosa domenica.
“Non est vivere sed valere vita est.
La vita non è essere vivi, ma stare bene.“
(Marco Valerio Marziale)
Aspettiamo le vostre domande, inviatecele via mail a info@sbircialanotizia.it
Salute e Benessere
Università: teatro in corsia, alla Sapienza progetto...
Rosalba Panzieri, ideatrice del progetto, 'si deve ripartire da una relazione autentica in cui arte e scienza cooperano per sostenere la persona malata'
Domani durante il convegno il Teatro e la cura all'Università Sapienza di Roma, attraverso il teatro e la letteratura Rosalba Panzieri - scrittrice e attrice e ideatrice del progetto di umanizzazione della medicina - sarà presenterà agli studenti la Cartella clinica umanizzata, un protocollo di sperimentazione per sostenere la psiche della persona malata e favorire il rapporto medico paziente. Il progetto cartella clinica umanizzata, sostenuto da Cnr, Fnomceo, riprende il tour di sperimentazione negli ospedali italiani e sarà presentato agli studenti anche attraverso una performance teatrale dell’autrice.
"Arte e medicina sono strumenti contigui e primari di cura e questo evento di studio e di incontro con i cittadini e si connotano come una risorsa e una riflessione necessaria per promuovere e sostenere una nuova cultura di dialogo tra arte e scienza, tra medico e paziente. Infatti - spiega Rosalba Panzieri - soltanto superando la separazione e la frammentazione tanto dei saperi quanto degli individui è possibile dare una formazione e una risposta evoluta alla richiesta di cura". Il convegno è organizzato dalla professoressa Sonia Bellavia, ordinario di storia del teatro, in collaborazione con Rosalba Panzieri, Alessandro Frolli, professore associato Psicologia Sviluppo e Comunicazione di Unint e la dottoressa Palma Guida, docente presso Unint, insieme a Roberto Calabrese, psicologo e musicoterapeuta. "Il convegno è stato pensato per far dialogare tra loro, in modo virtuoso, discipline diverse, per una rivalutazione globale dell’umano e rendere partecipi gli studenti", ha sottolineano Sonia Bellavia.
Paolo Petralia, già direttore Generale del Gaslini di Genova e vice presidente vicario della Fiaso, interverrà nella giornata di sabato, "nella relazione medico-paziente si esprime la necessità del prendersi cura, che precede e moltiplica gli effetti delle cure”. Cristoforo Pomara, professore di Medicina Legale all’Università di Catania, altro relatore della giornata di sabato, ricorda che "come sancito dalla legge, la comunicazione è tempo di cura ed è lo strumento più efficace nella prevenzione dei conflitti". Conclude Panzieri, "uno degli scopi primari del progetto è creare una nuova cultura dell’uomo che rivoluziona, e al contempo restituisce alle origini, la relazione medico-paziente. Soltanto ripartendo da una relazione autentica in cui arte e scienza cooperano per sostenere la persona malata è possibile superare la personalizzazione restituire una cura che sia rispondente al concetto di salute sancito dalla nostra costituzione".
Curiosità
Cioccolato fondente: Benefici sorprendenti per cuore, mente...
Chi non ama l’idea di mordere un quadretto di pura delizia scura? Ma aspettate, non è solo questione di golosità: è molto più di questo. Dietro quell’aroma intenso e quel sapore unico si nasconde un piccolo tesoro di benefici per la nostra salute. Parliamo di un piacere che sa essere alleato del nostro corpo, della mente e anche dell’umore. Ma vediamo di cosa si tratta e come mai il cioccolato fondente meriti davvero tutto questo amore.
Il cioccolato fondente: più di un dolce
Il cioccolato fondente non è solo un altro dessert sul tavolo. Se guardiamo un po’ più a fondo, ci accorgiamo che è davvero speciale e non solo per quel sapore un po’ amaro che rimane sul palato. Deriva dai semi del cacao, una pianta straordinaria, con un contenuto di cacao che di solito supera il 70%. Sì, avete capito bene, è proprio questo che lo rende diverso dalle altre varianti, come quello al latte o quello bianco. Insomma, più è scuro, meglio è.
Il cioccolato fondente, quello vero, quello che metti in bocca e ti fa chiudere gli occhi senza neanche rendertene conto, non ha bisogno di altro. Pochi ingredienti, ma quelli che contano davvero. Massa di cacao, burro di cacao, un po’ di zucchero, giusto quel tanto che serve per bilanciare l’amaro. E se siamo fortunati, magari un pizzico di vaniglia, quel piccolo tocco che lo rende ancora più speciale, come un segreto tutto tuo. Ah, e certo, c’è anche la lecitina di soia. Ma sai cosa? È lì solo per fare in modo che tutto si leghi, che resti insieme come dovrebbe. E basta. Nient’altro. La sua magia è proprio questa. Nella semplicità. Niente superfluo, solo l’essenziale. Come tutte quelle cose belle che non fanno rumore, che non devono urlare per farsi notare. La bellezza vera è sempre nascosta nella semplicità, in quel piccolo gesto che ti fa vibrare dentro. E il cioccolato fondente è esattamente questo. La prova più dolce che, a volte, meno è davvero di più.
Allora, cosa c’è davvero in quei 100 grammi di cioccolato fondente, quello buono, quello con il 70-85% di cacao? Beh, ci sono circa 600 calorie. Sì, lo so, può sembrare tanto, ma aspetta un attimo. Non è solo una questione di numeri. Dentro c’è molto, molto di più. Ci sono le fibre, e non sono poche: 10-12 grammi di pura soddisfazione. Quelle fibre che ti riempiono, che ti fanno sentire sazio, come se dicessero: “Ehi, adesso va bene così”. E poi, incredibile ma vero, ci sono anche le proteine. Sì, 7-8 grammi di proteine, in un dolcetto! Chi l’avrebbe mai detto? È quasi un regalo. E i grassi? Certo, ci sono anche loro, ma sono quelli buoni, quelli che il tuo corpo apprezza. Come l’acido oleico, lo stesso che trovi nell’olio d’oliva. È roba buona, capisci? Poi… ci sono i minerali: ferro, magnesio, rame, manganese. Tutto ciò di cui il tuo corpo ha bisogno, racchiuso in un piccolo morso delizioso. Incredibile, vero?! Un autentico concentrato di energia e salute. Un piccolo tesoro nascosto, un gesto di gentilezza che fai a te stesso. Ogni volta che ne prendi un pezzetto, è come dire a te stesso: “Oggi mi voglio bene“. Ed è proprio questo, alla fine, che fa la differenza. Prendersi cura di sé, un morso alla volta.
Gli antiossidanti: i veri supereroi del cacao
Ma chi l’avrebbe mai detto che il cioccolato potesse essere un vero supereroe? Non sto scherzando. Sotto quella scorza scura e quel gusto intenso, c’è una vera e propria forza della natura. Il cioccolato fondente è pieno zeppo di antiossidanti. Sì, quei piccoli guerrieri invisibili, come i polifenoli, i flavanoli e le catechine, pronti a combattere contro i radicali liberi. Sapete chi sono i radicali liberi? Quelle molecole impazzite che vagano per il nostro corpo, danneggiando le cellule e facendoci invecchiare più in fretta. Beh, il cioccolato, con i suoi flavonoidi, agisce come uno scudo. Ci protegge. Aiuta il nostro corpo a resistere ai guai. Meno rughe, meno malattie. Meno rischio di diabete, di problemi al cuore e, perché no, magari anche di quei malanni che fanno davvero paura, come certi tipi di cancro. Ogni morso è come un piccolo alleato che entra in battaglia per noi. Chi lo avrebbe mai immaginato, vero? Un superfood che si gusta, che si sente, e che ci fa anche del bene.
Immaginate questo: uno studio del Journal of the American Heart Association ci dice che il cioccolato fondente, quello buono, con tanto cacao, è addirittura più potente dei mirtilli o del melograno quando si tratta di antiossidanti. Roba da non credere, vero? Ma è proprio così. Ogni singolo boccone è come un piccolo regalo che facciamo al nostro corpo, un gesto che va ben oltre la golosità. Un morso che ci coccola e, allo stesso tempo, ci protegge. Chi avrebbe mai pensato che il piacere potesse essere così salutare?
Un cuore più forte con il fondente
Ok, parliamo di cose concrete. Il cioccolato fondente fa anche un gran bene al cuore. Sì, proprio così. Sono i flavanoli i veri eroi qui, quelli che fanno la differenza. Hanno questo superpotere: stimolano la produzione di ossido nitrico. Ora, non voglio essere troppo tecnico, ma l’ossido nitrico è quella molecola che rilassa i vasi sanguigni, li allarga un po’, lasciando scorrere meglio il sangue e quindi, abbassando la pressione. Praticamente come una carezza che il cioccolato fa al nostro sistema circolatorio. Magia? No, pura e semplice scienza, ma con un pizzico di meraviglia.
Ma sapete qual è l’altro superpotere del cioccolato fondente? Aiuta a migliorare il colesterolo, quello buono. Proprio l’HDL, quello che fa bene al nostro cuore. E nel frattempo combatte l’LDL, il colesterolo cattivo, quello che fa guai nelle arterie. Meno placche, meno rischi. Insomma, meno preoccupazioni per il nostro cuore. Non è una cosa da poco, eh? E pensate che uno studio pubblicato su Nature dice che mangiare cioccolato fondente regolarmente può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari del 37%. Vi rendete conto? Tutto questo per un quadretto di cioccolato. Io dico che ogni tanto, un pezzettino, ce lo meritiamo davvero.
Un boost per il cervello: concentrati e felici
Anche la nostra testa ne trae beneficio e alla grande. Quei composti bioattivi che si trovano nel cacao? Sono come un’iniezione di energia per il cervello. Migliorano il flusso di sangue alla testa e questo significa più memoria, più concentrazione. Sai quei giorni in cui hai bisogno di essere sveglio e attento? Bene, il cioccolato è tuo amico. C’è anche un po’ di caffeina e teobromina, quelle piccole sostanze che danno quella carica giusta, quella spinta quando serve davvero. Non è magia ma… quasi.
I flavanoli, nel cacao, sono come quei vecchi amici che ci stanno accanto nei momenti difficili, quelli che ci danno una mano a restare svegli, attenti, vivi. Sono piccole magie che fanno la differenza, davvero. Sono dei perfetti alleati nel ridurre quel declino cognitivo che, inevitabilmente, arriva con l’età… Ma non solo superficialmente: aiutano anche a tenere lontane quelle malattie che fanno paura, come l’Alzheimer! Il cioccolato fondente è come un abbraccio per il cervello, un compagno che ci fa restare lucidi, che ci aiuta a ricordare chi siamo, a restare noi stessi più a lungo. Un pezzetto e ti senti quasi protetto, come se qualcuno stesse dicendo: ‘Tranquillo, ci sono io‘.
Il cioccolato fondente e il buonumore: una dolce medicina
Il cioccolato ci rende felici, su questo non c’è dubbio. Ma avete mai davvero pensato al perché? Non è solo per quel sapore inconfondibile, quel mix perfetto di dolcezza e amarezza che ci avvolge e ci fa sorridere. C’è qualcosa di più profondo. Il cioccolato fondente è come un piccolo mago che lavora dietro le quinte, stimola la produzione di endorfine, quegli ormoni che ci fanno sentire bene, che ci regalano quella sensazione di “va tutto bene, per un attimo è tutto a posto“. E non finisce qui, oh no. Aiuta anche il rilascio di serotonina, quella sostanza che ti fa sentire sereno, in pace, come se fossi avvolto in una coperta calda durante una giornata fredda.
Il cioccolato ha un piccolo segreto romantico che non tutti conoscono. C’è un pizzico di magia nascosta dentro ogni morso: la feniletilamina. Sì, lo so, sembra un termine complicato, ma fidatevi, è più semplice di quanto sembri. Questa è quella sostanza chimica che il nostro cervello produce quando ci innamoriamo. Avete presente quel batticuore, quel brivido che ti corre lungo la schiena quando vedi qualcuno di speciale? Bene, è un po’ come se il cioccolato potesse farci provare qualcosa di simile. Ogni volta che ne mordiamo un pezzo, il nostro corpo reagisce, come se ci stessimo innamorando di nuovo. Ecco perché, quando siamo giù, una tavoletta di cioccolato è molto più di un semplice dolce. È una piccola promessa che, anche solo per un attimo, tutto tornerà ad andare bene. Non risolverà tutti i problemi, certo, ma quel piccolo morso riesce a farci sentire, almeno per un attimo, un po’ più leggeri, un po’ più sereni.
La pelle ringrazia: un beneficio inaspettato
E chi l’avrebbe mai detto? Il cioccolato fa bene anche alla pelle! Sì, proprio così. Ci sono quegli antiossidanti nel cacao che sembrano fatti apposta per proteggerci dai danni del sole, come se ci dessero uno scudo in più contro quei fastidiosi raggi UV. Ci sono pure studi – sì, roba seria, condotti in Germania – che ci dicono che una dieta ricca di flavanoli può rendere la pelle più resistente al sole, più idratata, più densa. Insomma, più forte. Ebbene sì, è un alleato anche per quello che vediamo ogni giorno nello specchio.
Questi antiossidanti sono veri combattenti, riducono lo stress ossidativo che è dietro a tante infiammazioni e, sì, anche a quel fastidioso problema chiamato acne. Quindi, pensateci: il cioccolato potrebbe significare anche una pelle più sana, più luminosa. Una piccola coccola che, aiuta anche a far risplendere il viso. Non è meraviglioso?
Controllo del peso: sembra un paradosso?
Lo so, sembra strano, vero? Parliamo di cioccolato, e chi mai penserebbe che possa aiutarci a controllare il peso? Ma il fondente, quello buono, ha delle sorprese. È pieno di fibre, e quelle fibre ci danno quel senso di sazietà che ci fa dire ‘ok, basta così’. Ci aiutano a non cedere ai mille spuntini fuori pasto, a quel bisogno di mangiare qualcosa solo per riempire un vuoto. Certo, non è un lasciapassare per mangiarne a chili, è pur sempre calorico. Ma se lo usiamo con un po’ di testa, può essere davvero un alleato, un piccolo trucco per sentirsi appagati senza esagerare.
Ma aspetta, alcuni studi ci raccontano che i flavanoli del cacao aiutano a migliorare la sensibilità all’insulina. Vuol dire che il nostro corpo gestisce meglio lo zucchero nel sangue, lo regola, lo tiene sotto controllo. Non è forse incredibile? Questo è un aiuto vero e proprio, soprattutto per chi ha qualche problema con l’insulina o per chi è a rischio di diabete. Un piccolo morso e magari, un grande aiuto. Sì, davvero un alleato inaspettato.
Non dimentichiamo la moderazione
Tutto ha un limite, anche il cioccolato. Nonostante tutti questi benefici, è bene ricordare che il cioccolato fondente contiene calorie, grassi e zuccheri. Quindi, come ogni cosa nella vita, è questione di equilibrio.
Ok, lo so, tutto ha un limite, anche il cioccolato. Per quanto sia buono e pieno di benefici, non possiamo esagerare. Gli esperti ci dicono di non superare i 30 grammi al giorno. Sì, lo so, non è tantissimo, ma è abbastanza per darci quel piccolo momento di gioia senza far danni. E poi, scegliete sempre quello buono, con tanto cacao, almeno il 70% o più. Così vi godete tutto il meglio senza esagerare con gli zuccheri. Ah e attenti alla caffeina: se siete un po’ sensibili, il cioccolato può darvi quella carica che diventa agitazione, magari anche un po’ di insonnia.
E le allergie? Ah, sì, parliamone. Non è uno di quei dettagli che possiamo ignorare. C’è chi è allergico al cacao stesso, pensa un po’, e poi ci sono tutte quelle altre cose che magari non ci pensi: la lecitina di soia, le tracce di frutta a guscio, tutte quelle piccole aggiunte che per qualcuno possono fare la differenza tra un momento di piacere e uno di fastidio o peggio. Il cioccolato fondente è un capolavoro, sì, ma è importante conoscere cosa c’è dentro. Bisogna leggere bene l’etichetta, prendere quel minuto in più per assicurarsi che sia tutto a posto, soprattutto se sai di avere qualche intolleranza o allergia. Perché la cosa bella del cioccolato è che va gustato senza preoccupazioni, con la testa tranquilla e il cuore leggero. Quindi, occhio agli ingredienti e poi goditelo, davvero, senza pensieri.
Un piccolo momento di benessere
Il cioccolato fondente, dunque, ti aiuta a stare meglio, ti fa bene al cuore, ti coccola il cervello, solleva l’umore e, incredibile ma vero, fa bene anche alla pelle. Sì, basta davvero poco, solo un pezzettino, ma buono. Un cioccolato di qualità, scelto con cura. Non bisogna esagerare, è vero, ma goderselo piano, con moderazione. Perché è così che le cose buone fanno la differenza.
E allora, perché non prenderci un attimo per noi? Un quadratino di cioccolato fondente al giorno, niente di complicato, solo un piccolo gesto che ci regala un po’ di felicità. Quel pezzettino che sciogliendosi in bocca ti fa sorridere, che sembra dire: “Tranquillo, va tutto bene“. Non è solo il sapore, è un modo per volerci bene, per prenderci cura di noi stessi, senza troppi fronzoli. Un momento semplice, ma pieno di significato. Ogni morso è un atto d’amore che facciamo alla nostra mente, al nostro cuore. Lasciatevi andare, concedetevi questo piccolo piacere senza pensarci troppo, con tutto l’entusiasmo che merita.
Salute e Benessere
Malattie cardiovascolari bimbi, da pediatri 5 consigli per...
Le malattie cardiovascolari iniziano in età pediatrica ed è proprio durante l’infanzia che occorre prevenirle, individuando precocemente i fattori di rischio. A lanciare l’allarme è la Società italiana di Pediatria (Sip) in occasione del suo congresso nazionale, in corso a Firenze. "A partire dagli 8-10 anni, nei bambini con fattori di rischio, come obesità o predisposizione familiare, è importante monitorare il profilo lipidico attraverso gli screening per le dislipidemie, che misurano i livelli di colesterolo e trigliceridi, entrambi fattori di rischio per malattie cardiovascolari", ricordano i pediatri che hanno elaborato 5 consigli per prevenire le malattie cardiovascolari in età pediatrica.
I consigli: 1) Prevenire il sovrappeso. Promuovere stili di vita sani, con un'alimentazione equilibrata, attività fisica a partire dal bambino più piccolo, evitare il fumo (anche passivo); 2) Monitorare la pressione arteriosa. A partire dai 5 anni, includere la misurazione della pressione nei bilanci di salute del pediatra di famiglia; 3) Se il bambino è in sovrappeso o con ipertensione è bene eseguire esami approfonditi; 4) Valutare la predisposizione familiare. Raccogliere un’anamnesi familiare aggiornata e, in caso di familiarità per patologie cardiovascolari precoci o disturbi del metabolismo glucidico (diabete) o lipidico (aumento del colesterolo o dei trigliceridi) oppure ipertensione arteriosa sottoporre i bambini a una valutazione approfondita; 5) Colesterolo alto. A partire dagli 8-10 anni, introdurre gli screening delle dislipidemie nei bambini con fattori di rischio come obesità o predisposizione familiare.
'Prime alterazioni vascolari sono già evidenti nei vasi di molti soggetti nella prima decade di vita'
L’ipertensione arteriosa e le dislipidemie sono, con il diabete mellito, tra i più frequenti e importanti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. "Fortunatamente gli eventi cardiovascolari si manifestano clinicamente quasi esclusivamente nell’età adulta. Tuttavia, le prime alterazioni vascolari, le strie lipidiche, sono già evidenti nei vasi di molti soggetti nella prima decade di vita e molti fattori di rischio, quali ipertensione e dislipidemie, se ricercati, sono già presenti in un numero non trascurabile di bambini e ragazzi. Secondo alcuni studi condotti sia su scala italiana che internazionale, l’ipertensione arteriosa nella popolazione pediatrica si attesta intorno al 4-5%. Nei bambini obesi, però, l’incidenza arriva fino al 20-25%", sottolinea Marco Giussani, segretario Gruppo di studio Sip dell’Ipertensione arteriosa e del rischio cardiovascolare.
Quando preoccuparsi? "In alcuni casi, il cuore del bambino può presentare condizioni come il 'soffio innocente', che non richiedono interventi e si risolvono con l’età. Tuttavia, situazioni di dubbio vanno indirizzate a un centro cardiologico pediatrico per escludere problemi gravi", spiega Gianni Bona, Clinica Pediatrica dell'Università del Piemonte Orientale.
'Un bambino con un peso eccessivo è già un problema'
Ciò che invece deve destare preoccupazione è il sovrappeso, che ormai riguarda una percentuale sempre più vasta di bambini e adulti, tanto da parlare di pandemia metabolica. "Un bambino con un peso eccessivo è già un problema, poiché non di rado la sua condizione resterà invariata anche dopo l’adolescenza. In alcune regioni d’Italia, circa il 40% della popolazione tra gli 8 e i 10 anni è in sovrappeso. E questo deve creare preoccupazione", avverte Gianni Bona, Clinica pediatrica dell'Università del Piemonte Orientale. Queste condizioni di rischio, se non trattate, nella maggior parte dei casi si trascinano dall’età pediatrica a quella adulta. Ipertensione arteriosa e dislipidemie sono, di gran lunga, più frequenti tra i bambini e gli adolescenti in eccesso ponderale. «La prevenzione deve puntare a individuare precocemente nei singoli bambini i principali fattori di rischio cardiovascolare per trattarli con un intervento personalizzato che, nella maggior parte dei casi, sarà solo dietetico-comportamentale», interviene ancora Giussani.
Screening cardiovascolari: quando e perché iniziare. "A partire dai 5 anni, è consigliabile misurare annualmente la pressione arteriosa a tutti i bambini. Se i parametri di pressione, peso, altezza e Bmi sono normali, non è necessario uno screening cardiaco specifico. In caso di sovrappeso o ipertensione, invece, sono raccomandati esami più approfonditi, come un'ecocardiografia e test ematici (glicemia, colesterolo, trigliceridi)", precisa la Sip. Anche nei bambini normopeso, ma con una predisposizione familiare per le malattie cardiovascolari, è importante effettuare uno screening che includa gli stessi esami. "La familiarità può raddoppiare il rischio di malattie cardiovascolari, per cui è essenziale condurre un’anamnesi familiare aggiornata, includendo anche i parenti di secondo grado", conclude Bona.