Ecco alcune delle città più belle del nostro Paese, da visitare almeno una volta nella vita
Se volete scoprire un Paese “museale” e avere tempo da dedicargli, allora andate in vacanza nel nostro “Stivale”. Da Sud a Nord, da Nord a Sud, scoprirete città meravigliose, suggestivi paesaggi di mare, lussureggianti laghi o montagne grandiose, ma anche una profonda cultura latina con un accento colorato e forse la migliore cucina del mondo. Ci sono molte città da vedere, fidatevi, eccone una decina che meritano particolarmente una visita accurata, giusto il tempo di uno o più viaggi di cultura o svago, nel nostro “Bel Paese”…
Firenze
Firenze è una città che ha dato i natali al Rinascimento in Toscana,l. Il suo centro storico è inserito nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO in quanto la città è ricca di luoghi eccezionali in termini di palazzi, chiese e musei. A Firenze tutto è da vedere, scrutare, scoprire, intuire. Potete recarvi ad ammirare la Cattedrale metropolitana di Santa Maria del Fiore, conosciuta comunemente come duomo di Firenze, è la principale chiesa fiorentina, poi andare al museo principale, la Galleria degli Uffizi sarà una gioia immensa per gli amanti dell’arte e non. All’ingresso, assicuratevi di ammirare attentamente, sotto ogni più leggiadro intaglio, la sublime statua in marmo di Carrara del David, scolpita dal Maestro Michelangelo. Nella Galleria potrete vedere anche importanti opere di Raffaello, Botticelli, Leonardo da Vinci e altri grandi noti Maestri. Da vedere anche il Ponte Vecchio che è un ponte medievale che attraversa l’Arno e risale al lontanissimo 1.345, ospita boutique di lusso e gioiellerie lungo tutta la sua lunghezza. Se siete intenzionati a regalarvi o regalare un Rolex o un gioiello di grande valore, quì potrete sicuramente trovare ciò che desiderate. Prendetevi anche il tempo necessario per esplorare il Corridoio Vasariano sopra due file di negozi. Anticamente permetteva alla famiglia Medici di raggiungere Palazzo Vecchio, Palazzo Pitti e gli Uffizi senza attraversare la città e quindi evitare di correre rischi e pericoli vari.
Roma
Non si può parlare delle nostre più belle città italiane senza citare la città Eterna, Roma. Questa capitale con 2.000 fontane è stata la culla della civiltà latina fin dall’antichità. Potrete scoprire molte vestigia di questo tempo in uno stato a dir poco eccezionale, opera di scrupolosa cura di chi l’amministra e degli abitanti stessi. Come il Colosseo, il Foro Romano, entrambi favolosi, ricchi di storia viva. Recatevi a vedere la famosa Fontana di Trevi, esprimete un desiderio lanciando una monetina e chissà, mai dire mai, probabilmente potrà avverarsi. Visitate anche la Galleria Borghese per vedere favolosi dipinti dei più grandi Maestri e osservare sbalorditi meravigliose sculture mai viste prima. Roma non è solo la nostra capitale, è anche la patria del Paese più piccolo del mondo, il Vaticano dove regna sovrano il nostro simpaticissimo Papa Francesco. Entrate nella Cappella Sistina e scoprite il cielo di Michelangelo così straordinario di bellezza inaudita, una visione celestiale che vi carpirà anima e cuore
Catania
Catania è una bellissima città in Sicilia, la più grande isola dell’Italia e del Mediterraneo, una terra sorprendente ricca di storia e tradizioni, in cui arte e cultura si intrecciano con meravigliose bellezze naturali. Situata sulla costa del Mar Ionio tra le città di Siracusa, Messina e ai piedi dell’Etna. Catania si trova sul Golfo di Ognina, anticamente, secondo la leggenda dell’Odissea, sarebbe stato il mitico Porto di Ulisse citato da Plinio il Vecchio. Questa città fu fondata nell’VIII secolo aC Dopo Palermo, è la seconda città più grande della Sicilia. Il mercato del pesce è una vera opera d’arte vivente tutto da scoprire. Potrete fare una passeggiata e scattare straordinarie foto di questi coloratissimi banchi di pescatori dove sono disposti per il consumo pesci mediterranei di tutte le specie, colori e dimensioni. Da non perdere il teatro Massimo Bellini con il suo principale teatro dell’Opera. Questo teatro, risalente al 1.890, ha una facciata ispirata alla biblioteca di Jacopo Sansovino a Venezia. La sala è riccamente decorata e il soffitto è stato dipinto da Ernesto Bellandi, i più grandi artisti come la Callas e Pavarotti vi si sono esibiti.
Venezia
Venezia, la città dei Dogi, situata sull’Adriatico, si estende su 118 piccole isole. Gli edifici sono separati da 177 canali collegati da 455 ponti. Questa magnifica città, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, ha 123 chiese e molti monumenti storici, musei e palazzi. Il cuore di questa città è Piazza San Marco, dove si trova la cattedrale. Da Piazza San Marco si può andare in gondola o vaporetto per visitare la città attraverso i canali. Navigare alla scoperta di meravigliosi palazzi con facciate lussuose e ponti secolari come il famoso Ponte dei Sospiri, è davvero una visione incomparabile. La sera non perdetevi lo straordinario tramonto sul Canal Grande, resterà indelebile nei vostri ricordi.
Verona
Verona situata nel Nord non lontana dal Lago di Garda. È attraversata dall’Adige, fiume che sfocia nel mare Adriatico. Fondata nel I secolo a.C. Verona è anche la città degli innamorati, a tal proposito quì si trova il ricordo della tragedia di Romeo e Giulietta di Shakespeare. Infatti, nella parte inferiore di un edificio risalente al 14° secolo, è possibile vedere il famoso balcone dei famosi innamorati. Il centro storico è molto ricco con i suoi 2.000 anni di storia e le sue numerose testimonianze romane, come le sue antiche arene risalenti al 30 d.C., la sua cattedrale e diversi siti notevoli come le tombe degli Scaligeri. Visitate anche la Cattedrale di Santa Maria Matricolare a Verona, dedicata alla Vergine Maria, questo superbo edificio in stile romano risale al lontano 1.187.
Napoli
È sicuramente una tra le città più belle d’Italia, che nasconde tesori poco conosciuti. Così la città di Partenope, Napoli, città costiera di carattere, nota per il magnifico Vesuvio, la memorabile Pompei, la prosperosa Costiera Amalfitana a pochi metri di distanza, custodisce oltre a incantevoli città limitrofe anche altri considerevoli tesori di arte barocca. Bisogna assolutamente visitare il Palazzo Reale, Castel Nuovo e il Teatro Comunale per apprezzare quest’arte in tutto il suo splendore. Prendetevi anche il tempo di una giornata per imbarcarvi su uno dei tanti traghetti in partenza dal porto per visitare le meravigliose isole di Capri, Ischia, Procida. Inoltre, non dimenticate di assaggiare le migliori pizze del Paese e chi scrive è una vera “adepta” delle super Pizze.
Ischia
Ischia è la perla italiana delle Isole Flegree nel Mar Tirreno. Situata di fronte la bellissima Napoli. La città omonima conta quasi 20.000 abitanti. Da lì la vista è superba sullo spettacolare Golfo di Napoli, il Vesuvio o le isole di Capri e Procida. E la sera lo svavillio delle luci di quest’ultime rende una visione di arte presepiale, che vi ammalierà. Le Terme di Ischia sono una meta di viaggio. Hanno 103 sorgenti termali, 69 gruppi di fumarole e 300 stabilimenti, fanno di Ischia la capitale europea delle terme sia per cure specifiche che per beauty.
Genova
Genova situata nella regione Liguria di cui è anche il capoluogo. Il ricco passato storico della metropoli è presente nel suo centro storico grazie a monumenti eccezionali come il Faro della Lanterna, la Loggia dei Mercanti o il Palazzo Reale, e molti altri. Si possono ammirare notevoli edifici religiosi come la straordinaria cattedrale della città, il Duomo di San Lorenzo.
Riva del Garda
Riva del Garda è una graziosa cittadina, forse meno conosciuta delle altre, ma merita una visita, necessaria. Si trova in provincia di Trento sulle rive del Lago di Garda. Il centro della città è direttamente sul lago, le sue stupende case sono colorate come dipinte su un quadro. Circondano un luogo rigoglioso e immenso dove è romantico passeggiare, ammirando il lago e le montagne che cadono a picco nell’acqua creando scenari suggestivi. Sono tante le escursioni che si possono fare, ad esempio intorno al Lago di Garda in auto. Avrete anche la possibilità di noleggiare una barca al porto per fare una piacevole escursione solcando l’acqua chiara e limpida. Andate anche ad assaporare una ricca e succulenta gastronomia locale in un ristorante affacciato sul lago. In loco si possono degustare sarde d’acqua dolce o dell’ottima pasta casareccia o altro ancora.
Tropea
Tropea è una città sbalorditiva il cui cuore si trova su un promontorio roccioso ai margini del Mar Tirreno. La città risale all’antichità romana anche se possiamo trovare tracce precedenti della sua esistenza. A questo punto i romani avevano costruito un grande porto commerciale. Secondo la mitologia, la storia racconta che, sarebbe stato Ercole il fondatore della città quando tornò dalle Colonne in Spagna. Il centro è molto vivace ed è piacevole soffermarsi sulla terrazza di un bar o di un ristorante. Si può passeggiare lungo i suoi caratteristici vicoli e raggiungere un isolotto situato proprio di fronte a poche centinaia di metri e raggiungibile a piedi. Quest’isola ha un bellissimo giardino tropicale e sulla sommità si erge il santuario benedettino di Santa Maria dell’Isola. La vista sul mare e sullo Stromboli è magnifica, strabiliante. Dal porto turistico è possibile imbarcarsi su un battello per visitare le Isole Eolie o ammirare lo sfavillio dello Stromboli in attività notturna. Le spiagge di sabbia bianca e finissima sono molto piacevoli anche per nuotare o oziare intorno alla perla della Calabria. Il clima è mite d’inverno e molto caldo d’estate è così possibile trascorrere le vacanze a Tropéa tutto l’anno. Passeggiando per le vie acciottolate del centro storico, ci si può fermare in piazza Ercole, cogliere l’occasione per informarsi presso l’ufficio turistico e visitare poco più avanti il Duomo dall’atmosfera anch’esso romanica. Questa città è bella si bella così come il suo mare ed è molto piacevole soggiornarvi per giorni e giorni.
Mancano naturalmente tutte le altre nostre magnifiche città Italiane, infatti ce ne sono ancora a dozzine che potremmo citare. Questo nostro “Bel Paese” ha un suo fascino eccezionale in tutte le sue regioni, nessuna esclusa.
“L’Italia…
Conosci la terra dei limoni in fiore…
Dove le arance d’oro splendono tra le foglie scure…
Dal cielo azzurro spira un mite vento…
Quieto sta il mirto e l’alloro è eccelso…
La conosci forse?“
(Johann Wolfgang Goethe)
Attualità
Nuovo Codice della Strada: tutto quello che cambia dal 2024...
Il giorno in cui il Senato ha dato il via libera definitivo al Nuovo Codice della Strada è arrivato. Una riforma che ci tocca tutti, chi più e chi meno e che introduce novità importanti per garantire una maggiore sicurezza sulle nostre strade. Tutto è pensato per ridurre gli incidenti, disciplinare meglio nuovi mezzi di trasporto come i monopattini elettrici e – diciamocelo – dare una stretta a chi proprio non riesce a seguire le regole.
Ma andiamo con ordine, perché di novità ce ne sono tante e meritano tutte un po’ della nostra attenzione.
Guida in stato di ebbrezza: tolleranza zero e nuove pene severe
Lo sappiamo tutti: mettersi al volante dopo aver bevuto o sotto l’effetto di droghe è una pessima idea. Le pene sono severe, ecco, ma ora sono ancora più dure. Perché? Beh, non c’è da stupirsi: i numeri parlano chiaro e sono terribili. Troppe vite spezzate, troppi incidenti che si potevano evitare. Che sia una birra di troppo o qualcosa di peggio, le conseguenze sono serie, pesanti e ti colpiscono dritto nel portafoglio, oltre che nella vita.
– Tassi alcolemici e sanzioni: Facciamola semplice. Se hai un tasso tra 0,5 e 0,8 g/l, preparati a pagare fino a 2.170 euro e addio patente per almeno 3-6 mesi. Superi questa soglia? Peggio per te: la multa arriva fino a 6.000 euro, patente sospesa fino a due anni e nei casi più gravi, potresti finire dietro le sbarre per un anno. Non è uno scherzo.
Ah, e poi c’è la novità dell’Alcolock. Cos’è, ti chiedi? Un dispositivo che non ti fa neanche accendere la macchina se hai bevuto. Zero tolleranza, sul serio. Sarà obbligatorio per chi è stato già beccato a guidare ubriaco. Forse, finalmente, riusciremo a evitare che qualcuno ci ricaschi.
Uso del cellulare alla guida: più che una distrazione, un pericolo
Non ci giriamo attorno: il cellulare alla guida è una piaga. Tutti lo sappiamo ma quanti riescono davvero a resistere alla tentazione di dare un’occhiata veloce al messaggio arrivato o alla notifica che vibra? Bene, ora ci sarà un motivo in più per resistere, perché le multe sono salite.
– Chi viene colto in flagrante rischia una multa tra 250 e 1.697 euro. Non solo: la patente può essere sospesa da una settimana fino a 15 giorni. E per chi insiste e viene beccato più volte? Si parla di multe fino a 2.588 euro, con sospensione della patente da uno a tre mesi e la decurtazione di 10 punti.
L’obiettivo è chiarissimo: meno distrazioni, più attenzione. Le distrazioni al volante sono un pericolo non solo per chi guida ma per tutti gli altri utenti della strada. E qui il messaggio è chiaro: basta scuse.
Neopatentati: restrizioni più lunghe per imparare meglio
I neopatentati sono considerati una categoria a rischio e non è difficile capire il perché: poca esperienza, magari un pizzico di spavalderia. Per questo, le limitazioni sono state estese.
– Il periodo in cui i neopatentati non possono guidare veicoli di elevata potenza è passato da uno a tre anni. Tre anni in cui dovranno fare pratica con auto che non superino una potenza specifica massima di 75 kW/t e comunque non oltre i 105 kW, che corrispondono a circa 142 cavalli.
È una scelta che può sembrare restrittiva, ma che mira a far crescere i nuovi conducenti in sicurezza, senza la pressione di dover gestire auto troppo potenti prima di essere veramente pronti.
Monopattini elettrici: più sicurezza, meno anarchia
Negli ultimi anni, i monopattini elettrici hanno letteralmente invaso le città italiane. Veloci, pratici, ma anche un po’ pericolosi, soprattutto per la mancanza di regole chiare. Bene, ora le regole ci sono e sono abbastanza stringenti.
- Targa e assicurazione obbligatorie: tutti i monopattini dovranno avere una targa e un’assicurazione. Sì, proprio così, non sono più chiacchiere. Basta con l’anarchia totale: ora, se succede qualcosa, bisogna sapere chi è stato, chi deve rispondere. Serve per responsabilizzare chi guida, ma soprattutto per avere un nome e un cognome in caso di incidente.
- Casco obbligatorio per tutti: Che tu sia un ragazzino o un adulto, il casco va messo. Punto. Non importa l’età, importa la sicurezza. E poi, niente strade super trafficate: solo quelle urbane e solo se il limite è sotto i 50 km/h. Insomma, ci vuole un po’ di testa.
Le sanzioni? Non sono uno scherzo. Parliamo di multe da 100 a 400 euro se vai in giro senza assicurazione e da 200 a 800 euro se ti mancano cose essenziali come i freni o le frecce. Più regole, più sicurezza, meno rischi. E meno problemi per tutti.
Autovelox e infrazioni: più precisione nei controlli
L’uso degli autovelox è stato spesso criticato, soprattutto quando sembrava più uno strumento per fare cassa che per garantire la sicurezza. Ora, con la riforma, si punta a un uso più mirato e preciso.
– Gli autovelox potranno rilevare più infrazioni contemporaneamente: oltre alla velocità, potranno segnalare la mancanza di revisione o il mancato pagamento dell’assicurazione. Saranno installati solo in zone ad alta incidentalità e vietati in strade urbane con limiti sotto i 50 km/h o extraurbane sotto i 90 km/h.
L’idea è di usarli dove davvero servono, non per riempire le casse dei Comuni ma per evitare tragedie.
Abbandono di animali: pene più severe per tutelare tutti
Una delle novità più importanti riguarda l’abbandono di animali lungo le strade. Questo comportamento non è solo crudele, ma è anche pericoloso per gli automobilisti. Chi abbandona un animale e provoca un incidente rischia fino a sette anni di carcere. La patente potrà essere sospesa da sei mesi a un anno.
È un messaggio forte: gli animali non si abbandonano, e chi lo fa non mette a rischio solo la vita di un essere indifeso ma anche quella degli altri utenti della strada.
Obiettivi della riforma: un futuro più sicuro per tutti
Con queste modifiche, il messaggio è chiaro: basta incidenti evitabili, basta rischi inutili. Serve una stretta vera, una mano ferma che riporti ordine sulle strade. Pene più severe, regole nuove per quei mezzi che finora erano un po’ fuori controllo e controlli più rigorosi. Tutto questo per cercare di ridurre il numero di tragedie che, troppo spesso, si potrebbero evitare. Le nostre strade devono tornare a essere sicure. Per tutti.
Però, diciamocelo: una legge, da sola, non può bastare. Serve anche il nostro impegno, quello di tutti. Non è solo questione di seguire le nuove regole: è questione di responsabilità, di prendersi cura gli uni degli altri quando siamo al volante. La sicurezza stradale è una sfida comune, qualcosa che riguarda ognuno di noi. E sì, con un po’ di impegno da parte di tutti, possiamo davvero fare la differenza.
Quindi, occhi aperti, testa sulle spalle e cuore in quello che facciamo: la strada è di tutti e ognuno di noi ha il dovere di renderla più sicura.
Attualità
Chi vuole parlare d’amore? La nuova docuserie che...
Ragazzi, amori, sesso e verità senza filtri. Da martedì 19 novembre, arriva in esclusiva su RaiPlay una nuova docuserie dal titolo intrigante: “Chi vuole parlare d’amore?“. Le registe Isabel Achaval e Chiara Bondì, entrambe amiche e mamme, si sono lanciate in un’avventura per capire davvero cosa passa per la testa dei ragazzi quando si parla di sentimenti. Cos’è cambiato dall’epoca in cui loro stesse erano adolescenti? E cos’è invece rimasto lo stesso?
Immaginate due donne che camminano per le strade di Roma, con un microfono in mano e mille domande che fanno battere il cuore. Si fermano davanti ai ragazzi nei posti più autentici: fuori dalle scuole, nelle piazze dove ci si perde in chiacchiere fino a tardi, in biblioteca. Vogliono capire cosa c’è davvero dietro quegli sguardi quando si parla di amore. Così nasce “Chi vuole parlare d’amore?”. Non è solo un’indagine sociale, è molto di più: è un viaggio profondo, un tuffo nelle emozioni più vere, senza filtri, senza barriere.
La verità? Spesso i ragazzi parlano poco di queste cose. Un po’ perché sono timidi, un po’ perché hanno paura di non essere capiti. E va bene, è normale. Ma Isabel e Chiara non si fermano. Loro vogliono andare oltre, vogliono capire davvero. E così, puntata dopo puntata, esplorano ogni aspetto della vita sentimentale e sessuale dei giovani. Senza moralismi, senza pregiudizi, senza filtri. Si comincia dai “Primi amori” – quei primi batticuori che ti travolgono e ti fanno sentire come se niente altro al mondo contasse. Poi si passa agli “Amori difficili”, quelli che ti mettono alla prova e si arriva fino alla scoperta del sesso. Una puntata in cui si parla anche di educazione sessuale, con tutte quelle domande che i ragazzi spesso non trovano il coraggio di fare, né a scuola né a casa. Ecco, qui possono finalmente farle.
In questa docuserie non ci sono risposte preconfezionate: ci sono ragazzi veri, con le loro storie e i loro dubbi. C’è chi si chiede cosa sia il vero amore, chi si sente insicuro rispetto alla propria identità sessuale, chi fatica a capire cosa significhi avere una relazione sana nell’era del digitale. Le questioni di identità, di orientamento e il rapporto con il mondo digitale sono tutti temi che emergono, a volte con leggerezza, altre con più difficoltà.
Il bello è che questo viaggio non lo fanno da soli. In ogni episodio c’è una guida speciale: psichiatri, scrittrici, ginecologhe e persino filosofi, come Vittorio Lingiardi, Maria Grazia Calandrone e Violeta Benini, che aiutano a dare profondità e chiarezza a temi che spesso sembrano complicati da affrontare. È un percorso che si conclude guardando avanti, con l’episodio sul “Futuro”, in cui si parla di desideri, di speranze e perché no, della poesia che può educare ai sentimenti.
“Chi vuole parlare d’amore?” è un’occasione per fermarsi e riflettere su come cambiano le emozioni, su cosa significa oggi amare, essere vulnerabili, crescere. Noi crediamo che questo progetto rappresenti un punto di partenza per aprire un dialogo vero, senza barriere. Parlarne non dovrebbe mai essere un tabù, anzi, è un primo passo bellissimo per iniziare a capirsi e non possiamo che supportare un’iniziativa così importante, che arriva da Rai Contenuti Digitali.
Dal 19 novembre, su RaiPlay. Lasciatevi conquistare da questi racconti. Chissà, magari ci ritroveremo un po’ tutti in quelle storie.
Attualità
Matteo Fraziano trionfa a “Tu si que vales...
Ci sono serate che restano impresse nella memoria e quella del 16 novembre scorso, con la finale di Tu si que vales 2024, è stata senza dubbio una di queste. In diretta TV, milioni di spettatori hanno visto trionfare un giovane artista, Matteo Fraziano, che con la sua arte delle ombre cinesi ha conquistato cuori e applausi. È un talento che nasce dal niente, quasi per caso, e finisce per toccare le corde più profonde dell’anima.
La magia delle ombre e un giovane romano autodidatta
A soli 23 anni, Matteo Fraziano, romano, ha sorpreso tutti con la sua abilità straordinaria di trasformare mani e luce in pura poesia visiva. Parliamo di ombre cinesi, una forma d’arte antica che pochi oggi padroneggiano davvero, e che lui ha appreso da autodidatta. Ha passato notti insonni davanti a una lampada, le dita che disegnavano figure in continuo divenire, a sperimentare senza sosta, inseguendo una passione che sembrava tanto strana quanto irresistibile.
“È stato un percorso solitario“, ha raccontato Matteo poco dopo la vittoria, con il sorriso stanco di chi ha vissuto un sogno diventare realtà. La sua dedizione è stata totale, un viaggio fatto di prove e errori, che lo ha portato, passo dopo passo, a padroneggiare una tecnica che trasforma semplici giochi di luce in autentiche emozioni. E come se non bastasse, Matteo è anche uno studente di psicologia: tra libri e ombre, ha trovato un modo tutto suo per comprendere e interpretare le emozioni umane.
Un percorso indimenticabile a “Tu si que vales”
Quando Matteo è salito sul palco per la prima volta, il pubblico è rimasto senza parole. Le sue mani diventavano animali, persone, scene che raccontavano storie di ogni genere. Maria De Filippi ha voluto fortemente che Matteo arrivasse fino in finale e l’ha dimostrato attivando la sua clessidra senza esitazioni. Già da allora, per chi lo guardava, era chiaro: Matteo non è solo tecnica. Lui ha la capacità unica di creare emozioni da qualcosa di così semplice come la luce e le mani. “Era evidente sin dall’inizio che aveva qualcosa di speciale“, ha sottolineato Rudy Zerbi durante la semifinale.
La finale di Tu si que vales è stata un vero spettacolo di talenti. C’erano i Ssaulabi, un gruppo di ballerini acrobatici provenienti dalla Corea, e i The Phobias, un collettivo teatrale che esplora le paure umane attraverso il mimo e la recitazione. Ma tra tutte queste incredibili performance, Matteo si è distinto. Con la sua arte delle ombre, ha dipinto il palco di emozioni vere, regalando al pubblico momenti che nessuno dimenticherà.
Un talento premiato con il cuore del pubblico
Alla fine, il pubblico non ha avuto dubbi, il voto è stato chiaro. Matteo Fraziano ha stravinto, senza mezzi termini, perché quello che ha fatto, quello che ha mostrato, è arrivato dritto al cuore, senza filtri, senza fronzoli. Nel momento della premiazione, Matteo era lì, con la voce che gli tremava dall’emozione e ha detto poche parole, ma potentissime: “Questo è per mia madre, che ha sempre creduto in me“. Centomila euro in gettoni d’oro, sì, ma il valore vero era in quelle parole semplici, genuine, piene di amore. E in quel momento, lo abbiamo sentito tutti, quell’amore. Ci ha scaldato il cuore, ci ha fatto sentire parte di qualcosa di grande.
La passione che ha conquistato l’Italia
Matteo non è diventato un artista per caso. La sua è una storia di dedizione. Cresciuto in un quartiere popolare di Roma, è stato un video su internet a farlo innamorare delle ombre cinesi. E così, inizia il suo percorso: giornate intere passate a perfezionare una tecnica che sembrava quasi dimenticata, senza un maestro, senza una scuola. Un percorso da autodidatta che lo ha portato a fare piccoli spettacoli in teatri locali, fino al palco di uno dei programmi più seguiti in Italia.
“All’inizio non sapevo nemmeno se ci fosse un futuro per me con le ombre cinesi“, ha raccontato Matteo. Ma la sua passione era troppo grande per fermarsi. Oggi, il suo sogno è quello di portare quest’arte nei teatri di tutto il mondo, dimostrando che un’arte così antica può ancora incantare, stupire e soprattutto emozionare.
Il futuro di Matteo: nuove sfide e grandi sogni
Il successo ottenuto a Tu si que vales ha aperto a Matteo numerose porte. I social media sono esplosi, con l’hashtag #MatteoFraziano che è subito diventato virale. “È incredibile come qualcosa di così semplice possa toccare così tanti cuori“, ha scritto un utente su Twitter (X). E proprio grazie a questo clamore, si parla già di possibili collaborazioni importanti: festival internazionali, compagnie teatrali, forse anche uno spettacolo tutto suo.
Il giovane artista, dal canto suo, sembra avere le idee chiare: “Voglio portare l’arte delle ombre nei teatri di tutto il mondo. Voglio far vedere alla gente che anche una forma d’arte semplice e antica può ancora raccontare qualcosa di nuovo“.
Un’edizione di “Tu si que vales” che resterà nei cuori
La finale di Tu si que vales 2024 è stata una serata memorabile, ricca di talenti straordinari e sorprese. Domenico De Martino, con la sua simpatia e la sua energia contagiosa, ha conquistato la “Scuderia di Gerry Scotti” aggiudicandosi un viaggio a Parigi, un premio simbolico ma significativo per chi ha saputo strappare sorrisi a tutti.
Matteo Fraziano, invece, ha fatto qualcosa che è andato oltre, qualcosa di più profondo, qualcosa che ti prende e ti scuote. Ha dimostrato che anche in questo mondo tutto pieno di tecnologia, in mezzo a talent show che sembrano copie l’uno dell’altro, c’è ancora spazio per la magia. Quella magia vera, quella che non riesci nemmeno a descrivere a parole, ma che la senti, la senti dentro di te. Le sue ombre, semplici giochi di luce, erano molto più di quello che vedevi: c’era qualcosa che andava oltre lo schermo, oltre la performance. Un tocco di magia che ci ha fermato tutti per un attimo, ci ha fatto sentire qualcosa di vero.
Per questo, la sua vittoria non è stata solo un trofeo, non era solo un premio. No, era molto di più. Era la prova che i sogni, quelli veri, quelli che ci portiamo nel cuore, possono ancora vivere. Era per chi ci crede ancora, per chi sa che l’arte ha questo potere straordinario di emozionare, di toccare, di stupire. E forse, chissà, anche di cambiare un po’ il mondo.