Essere dei bravi caregiver è uno dei compiti più impegnativi e difficili con i quali si possa avere a che fare: non si tratta di prendersi cura solo di un’altra persona e di assecondare le sue esigenze, ma soprattutto di prendersi cura di sé stessi. Il primo consiglio che si può dare a un caregiver è quello di prevedere e definire una routine quotidiana ben precisa: in questo modo si può attenuare il livello di stress a cui sarà sottoposto il soggetto da assistere. In termini pratici, questo significa tra l’altro pianificare le attività da svolgere, sia in ambito domestico che fuori casa, così come programmare attività in teoria impegnative, come per esempio una visita medica, nelle ore del giorno nelle quali la persona si dimostra più reattiva.
L’importanza della routine
Attenzione, però: routine non equivale a ripetere sempre le stesse attività e le stesse esperienze. È importante variare, per esempio, il regime alimentare. A questo scopo, è utile definire un menù settimanale con un certo anticipo, per non essere poi obbligati a doverci pensare di giorno in giorno. Uno dei vantaggi offerti dalla routine è quello che riguarda l’ottimizzazione dei tempi: il che si traduce nella possibilità di approfittare di occasioni di relax nei momenti di pausa.
Gli aiuti offerti dalla legge
Per tutti i caregiver, un importante punto di riferimento è rappresentato dalla legge 104 del 1992, in virtù della quale tutti coloro che si trovano nelle condizioni di dover curare una persona anziana sono tutelati e supportati nella propria attività di assistenza. Per poter godere dei benefici che vengono garantiti da tale legge, però, è necessario che lo stato di handicap grave del soggetto malato venga riconosciuto. Per questo è necessario inviare una richiesta finalizzata all’accertamento di invalidità civile, che deve essere inoltrata all’Inps per via telematica. Qualora la procedura dovesse avere esito positivo, per due anni il caregiver potrà passare da un orario di lavoro full time a un part time, senza che cambino i contributi previdenziali figurativi. In più, la legge 104 stabilisce che vengano riconosciuti i giorni di permesso retribuiti e consente al caregiver di essere annoverato fra le categorie protette.
Quali prodotti sono necessari
Per supportare un soggetto anziano ipomobile c’è bisogno, in primo luogo, di un deambulatore e di un letto sollevabile. Questi, però, sono solo due degli ausili necessari, ma non vanno dimenticati accessori che, pur essendo di piccole dimensioni o comunque sottovalutati, sono altrettanto importanti: basti pensare, per esempio, alle posate che occorrono per una presa più comoda. Le persone che invecchiano devono fare i conti con un calo delle riserve funzionali: ciò fa sì che cresca il pericolo di soffrire di disturbi o patologie, di natura cronica o di carattere transitorio, che possono comportare una progressiva perdita di autonomia.
I pannoloni MoliCare Elastic di AMioAgio
Tra i numerosi prodotti a disposizione sul mercato per gli anziani incontinenti ci sono i pannoloni MoliCare Elastic di AmioAgio, sviluppati e realizzati per assecondare i bisogni di chi soffre di incontinenza e non può alzarsi dal letto. Disponibili in diverse taglie, questi prodotti garantiscono livelli di assorbenza differenti, in modo da soddisfare tutte le necessità. Non è per niente difficile capire quando è ora di cambiare il pannolone, in quanto su ogni ausilio è presente un indicatore di cambio a tacche, che si scolorisce a mano a mano che il livello di assorbenza si riduce. Questo è un evidente vantaggio, in quanto permette di procedere al cambio del pannolone unicamente in caso di necessità, e soprattutto in maniera immediata. Ciò contribuisce alla qualità della vita sia della persona anziana che del caregiver, visto che un minor numero di cambi corrisponde a un minore stress fisico.
I costi da sostenere
Per le spese mediche è prevista la possibilità di usufruire di una detrazione. Attenzione, però: per ottenerla occorre conservare lo scontrino fiscale o la fattura relativa agli acquisti, in modo che sia possibile risalire alla spesa sostenuta per l’articolo comprato o per la prestazione ottenuta. Inoltre, deve essere indicato anche il codice fiscale del soggetto che ha provveduto al pagamento. Entrando più nel dettaglio, viene garantita la detrazione del 19% per le spese relative al noleggio o all’acquisto di misuratori di pressione, di saturimetri o di attrezzature sanitarie di diverso tipo, senza escludere i costi per le cure mediche o per l’assistenza sanitaria offerta da infermieri e fisioterapisti.
Quali spese possono essere detratte
Possono essere detratte, poi, le spese per gli interventi chirurgici e quelle per i farmaci, per le traverse e per i pannoloni, annoverati fra i dispositivi medici. Infine, è utile sapere che anche per i costi riguardanti la retribuzione degli addetti all’assistenza di base (e cioè colf e badanti) è garantita la detrazione, ma a condizione che vi sia una certificazione medica che attesti che il soggetto non è autosufficiente o comunque va sorvegliato continuamente.
Salute e Benessere
Ucraina: Ail a sostegno pazienti oncoematologici
donazione a National cancer institute di Kiev
La guerra in Ucraina ha generato una grande emergenza sanitaria nel cuore dell’Europa. L’Italia ha svolto un ruolo centrale nell’ospitare e assistere i malati ucraini affetti da tumori ematologici. L'Ail, l'Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mielomasi, si è da subito mobilitata per supportare la popolazione colpita dal conflitto attraverso azioni di solidarietà nei confronti dei pazienti ematologici e dei loro familiari in fuga dalla guerra.
Attraverso le sue 83 sezioni provinciali ha promosso un’importante raccolta fondi che ha raggiunto un totale di circa 227.000 euro, di cui 67.000 euro impiegati per le attività di sostegno in Italia e 160.000 euro, destinati al potenziamento del National Cancer Institute di Kiev. Il risultato della raccolta fondi è stato presentato alla presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal presidente Nazionale Ail Giuseppe Toro nel corso dell’incontro del Business Forum Italia-Ucraina presso la Sala Mosaici del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Inoltre l'Ail, grazie al fondamentale sostegno delle società scientifiche Fil (Fondazione Italiana Linfomi) e Sie (Società Italiana di Ematologia), ha favorito l’assistenza, l’ospitalità presso le Case alloggio Ail dei pazienti ematologici ucraini e le cure presso i Centri ematologici italiani.
"L'iniziativa di solidarietà è stata sviluppata in collaborazione con la dottoressa Irina Kryachock, Ppesidente dell’Associazione Ucraina di Ematologia, e ha coinvolto diverse organizzazioni internazionali e italiane, tra cui la Lymphoma Coalition, l’European Hematology Association (Eha), la Sie, la Fil eTanya Skrypets, ematologa ucraina presso l’Irccs in Italia - sottolinea l'Ail - A seguito di questa intensa collaborazione, centinaia di pazienti ucraini, affetti da patologie tumorali ematologiche, sono stati ricoverati in Italia, accompagnati dai rispettivi familiari e/o caregiver e ospitati nelle case alloggio Ail. Attualmente, alcuni di essi sono ancora in cura in Italia, altri sono rientrati in Ucraina".
“In questi momenti drammatici, Ail ha messo in campo il suo impegno più grande, unendo forze, cuori e risorse per essere al fianco di chi ha bisogno - ha spiegato Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail - Siamo riusciti a garantire ospitalità e cure a pazienti ematologici ucraini, offrendo loro una speranza concreta per il futuro. I nostri volontari, con un'energia straordinaria, hanno organizzato viaggi cruciali per portare aiuti in Ucraina, mentre le 83 sezioni provinciali di Ail si sono unite in un'unica grande rete di solidarietà, raccogliendo fondi che oggi ci permettono di contribuire al potenziamento del reparto di Ematologia del National Cancer Institute di Kiev. È un gesto di speranza che va oltre la semplice donazione: è un abbraccio forte e concreto, che dimostra come la forza della comunità può davvero fare la differenza.”
Salute e Benessere
Pediatri, ‘ansia e depressioni nei bimbi aumentano...
L'incidenza dei disturbi gastrointestinali è in costante aumento, non solo nella popolazione adulta ma anche tra i bambini, con sintomi che influiscono negativamente sulla qualità della loro vita e sulla spesa sanitaria nazionale. Si stima che riguardino oltre il 5% della popolazione pediatrica nei Paesi dell’area mediterranea. "Tra le principali cause l’incremento di ansia e depressione tra i bambini, aggravate dalla pandemia da Covid-19. Secondo alcune stime un bambino su quattro soffre di depressione e uno su cinque presenta disturbi d'ansia". Questa situazione, allarmante per le implicazioni sul loro benessere, sta spingendo la ricerca a esplorare sempre di più la complessa interazione tra intestino e cervello. Il tema è al centro di un focus del 79esimo congresso della Società italiana di pediatria a Firenze.
"È fondamentale comprendere l’impatto che le emozioni e lo stress possono avere sul benessere fisico dei bambini. Spesso, a causa delle naturali ansie dei genitori, si ricorre a esami non necessari che, anziché rassicurare, finiscono per amplificare lo stress nei più piccoli. Come Società Italiana di Pediatria, il nostro obiettivo è supportare le famiglie nella gestione serena di questi disturbi, fornendo strumenti basati sulle più recenti evidenze scientifiche e promuovendo un approccio di cura centrato sulla salute psico-fisica dei bambini", afferma Annamaria Staiano, Presidente SIP.
Cervello-intestino. "Comunicano costantemente e questa connessione incide su molte funzioni viscerali (come secrezione, motilità, composizione del microbioma), influenzando anche le nostre emozioni e sensazioni fisiche. Uno squilibrio in questo delicato dialogo con un eccesso di informazioni provenienti dall’intestino (ipersensibilità viscerale) o dal cervello (stress, disturbi ansiosi) può portare a disturbi. Non a caso, i disordini funzionali dell'intestino sono ora chiamati 'disturbi dell’interazione intestino-cervello' (Dgbi), un termine che enfatizza quanto questo legame sia cruciale per la nostra salute. Questi disturbi possono manifestarsi in tutte le fasce di età pediatrica: dai rigurgiti nei lattanti fino alla stipsi funzionale e al colon irritabile nei bambini più grandi. Pur essendo generalmente di lieve entità, rappresentano oltre il 50% delle visite di gastroenterologia pediatrica", sottolineano i pediatri.
Il decalogo, cosa non fare
Il ruolo della corretta alimentazione. "Un’alimentazione corretta, a partire dai primi mille giorni di vita, è fondamentale per il benessere fisico e mentale dei bambini. È importante considerare non solo ciò che mangia il bambino, ma anche la dieta della madre durante l’allattamento, poiché quest’ultima può influenzare le preferenze alimentari del neonato", prosegue la nota dei pediatri.
Decalogo. Cosa fare e cosa non fare per il benessere dell’asse intestino-cervello nei bambini:
Cosa non fare:
1. Evitare esami inutili: Spesso legati all’ansia dei genitori, possono risultare invasivi e non necessari. Fare sempre riferimento al proprio pediatra curante.
2. Evitare tisane dolci e succhi per alleviare le coliche: Il gusto dolce può creare dipendenza e favorire l’obesità.
3. Evitare cambi frequenti del latte senza motivo: Cambiare marca senza una reale esigenza non apporta benefici. Sostituirlo con bevande 'a base di …' può compromettere la crescita.
4. Non adottare diete di eliminazione senza guida professionale: Possono causare squilibri nutrizionali e compromettere lo sviluppo. Sbagliato eliminare il glutine senza una provata diagnosi di celiachia e far mangiare in bianco il bambino in caso di diarrea.
5. Evitare prodotti ultra-processati: Possono avere effetti negativi sull’umore e sul microbiota intestinale.
Il decalogo, cosa fare
Cosa fare: 1. Consultare il pediatra prima di intraprendere nuove terapie o cambiare dieta: Per evitare trattamenti non necessari e garantire scelte sicure.
2. Seguire la dieta mediterranea: Ricca di verdure, frutta, legumi, cereali integrali e olio d'oliva.
3. Considerare la terapia cognitivo-comportamentale e l’ipnoterapia: Approcci innovativi per insegnare ai bambini a gestire stress e dolore.
4. Incoraggiare tecniche di rilassamento come lo yoga o il rilassamento di Benson: Esercizi di respirazione addominale e focalizzazione positiva possono alleviare i sintomi dello stress.
5. Utilizzare le televisite per un accesso più semplice a specialisti qualificati: Una soluzione pratica per ricevere supporto professionale anche a distanza.
Non vanno nemmeno sottovalutate le scelte in fase di svezzamento. "Occorre cautela con le tisane dolci per alleviare le coliche o i disturbi del sonno, poiché il gusto dolce può portare a una dipendenza precoce che condizionerà le future scelte alimentari del soggetto, creando le premesse per lo sviluppo dell’obesità– sottolinea Maria Immacolata Spagnuolo, Professore Associato di Pediatria – Università Federico II- Napoli- Nei disturbi funzionali del neonato e del piccolo lattante si tende talvolta a cambiare ripetutamente etichetta (marca) del latte e ciò crea solo confusione, perché non c’è di fatto l’indicazione ad un cambio della formula che il lattante sta assumendo; è inoltre sicuramente sconsigliato sostituire il latte con bevande alternative "a base di …", poiché questi cambiamenti non forniscono soluzioni adeguate e rischiano di compromettere la crescita del bambino".
Salute e Benessere
Sanità, Mandelli (Fofi): “Da Pnrr dotazioni per...
"Rafforzare la farmacia è una risposta concreta di prossimità"
"Con il Pnrr abbiamo avuto un coinvolgimento importante per la dotazione tecnologica delle farmacie rurali, soprattutto quelle più disagiate", cosiddette sussidiate. "La dotazione economica consentirebbe a far sì che l'Italia dei Comuni possa dare un servizio ai cittadini che spesso manca. Rafforzare le farmacie e dare una mano ai farmacisti può essere una risposta concreta di prossimità". Lo ha detto Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini farmacisti italiani (Fofi), partecipando ieri al nuovo appuntamento di 'Principi Attivi', il ciclo di incontri promossi da Boehringer Ingelheim Italia per affrontare alcune tra le priorità più urgenti di salute pubblica.
Durante l'incontro dal titolo 'La Salute degli italiani tra tradizione, ripresa e resilienza', Mandelli ha ricordato come "la brutta esperienza del Covid" abbia "valorizzato la figura del farmacista che, anche grazie al progetto federale del 2005, aveva cominciato un percorso di evoluzione che potesse renderlo sempre protagonista della dispensazione, ma anche di una nuova fase che avevamo chiamato della farmacia dei servizi e che ora si chiama prossimità".
"Credo che possiamo fare tanto con i fatti, con i numeri degli elettrocardiogrammi che eseguiamo tutti i giorni, coi numeri degli holter cardiaci e pressori che applichiamo, col numero dei tamponi e delle vaccinazioni. Proponiamo un farmacista che, grazie all'evoluzione culturale di questi anni, è in grado di dare qualcosa in più alla popolazione italiana", conclude.