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Intervista esclusiva a Enio Drovandi: «Faccio una vita normalissima, per questo mi piace definirmi un attore anonimo»

E’ stato il volto di diversi personaggi iconici della televisione e del cinema italiano: il fotografo Cecco di Sapore di Mare, il barista Totip ne I Ragazzi della 3ª C, il ladro della roulotte in Abbronzatissimi. Parliamo dell’attore toscano Enio Drovandi, che di recente ha diretto Ti vogliamo bene Francesco Nuti, mediometraggio dedicato al celebre collega. Un impegno, quello nel mondo della recitazione, cominciato quasi per caso, ma che poi è diventato l’epicentro della vita di Drovandi, proprio come ci ha raccontato in questa intervista.

Intervista a cura di Roberto Mallò e Sante Cossentino di Massmedia Comunicazione

Enio, nel suo curriculum da attore ci sono tantissimi film che hanno fatto la storia del cinema italiano, come Amici Miei – Atto II°, Sapore di Mare, Eccezzziunale… veramente e tanti altri. Quali pellicole ricorda con più affetto?

“E’ una domanda difficilissima, che secondo me non deve avere risposta. Sarebbe un po’ come chiedere a un figlio se ama maggiormente il babbo o la mamma. Tutte le esperienze lavorative le ho affrontate con grande gioia e piacere. Sono stato l’unico attore al mondo diretto quattro volte da Mario Monicelli. Marcello Mastroianni invece, ne Il Fu Mattia Pascal, mi ha dato i primi insegnamenti di recitazione. Ho imparato tanto da Roberto Benigni, Ugo Tognazzi, Lino Banfi. Sono tutti maestri che hanno influenzato la mia carriera”.

Se le dico Cecco Il Fotografo di Sapore di Mare che cosa mi risponde?

“Sapore di Mare è un film a cui sono sicuramente molto legato. Sono conosciuto da tutti quanti per il ruolo di Cecco. Se ci pensa molti attori sono famosi per il loro nome e la faccia, mentre io lo sono maggiormente per il personaggio che ho interpretato in quella pellicola che mi ha dato tanto. Dal mio punto di vista, gli attori più grandi sono infatti quelli che rimangono e diventano iconici per i ruoli a cui hanno dato vita e non per il loro volto. Abbiamo citato Cecco, ma di questi fanno parte anche il barista Totip de I Ragazzi della 3ª C , così come il ladro della roulotte in Abbronzatissimi. Sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Ed è un onore per me averli portati in scena”.

In alcune interviste precedenti si è definito un attore anonimo. Può spiegarci meglio questo concetto?

“Mi piace definirmi un attore anonimo perché faccio una vita normalissima e non sono interessato ad esibire qualcosa. Spesso, quando vado a fare gli spettacoli, la gente mi guarda ma non riesce ad associare il mio nome a un volto. Alcuni dicono tra sé e sé che forse mi hanno visto da qualche parte, altri mi riconoscono per la voce. Tuttavia, nell’istante in cui proiettano un video che mi riguarda con i maggiori personaggi che ho interpretato, sgranano gli occhi, rimangono con la porta aperta. Perché, anche se non conoscevano il mio nome, si erano trovati a vedermi nei film, magari nei panni di Cecco, di Totip e degli altri che abbiamo citato prima. Appena sanno concretamente chi sono, è come se diventassi Benigni”.

La domanda sorge spontanea. Come si è avvicinato al cinema?

“Sono nato a Pistoia, una cittadina fantastica che da ragazzino mi stava alquanto stretta poiché, anche se l’amavo, si trattava di un posto di provincia. Mi sono avvicinato casualmente al cinema grazie all’incontro con Roberto Benigni, a cui chiesi inizialmente di farmi fare l’attore. Seguendo un suo consiglio, sono così andato a Roma per un casting e mi hanno preso. Ed è da lì che è incominciato tutto”.

Ha dei nuovi progetti di cui può parlarmi?

“Mi sto dedicando ad un nuovo progetto televisivo, intitolato Tacco 12… Un Over al Top! Andrà in onda sulla televisioni commerciali. Ho scritto poi un trattato sulla comunicazione legata allo spettacolo che si chiama L’elogio della sconfitta. In esso, spiego che per vincere nella vita bisogna imparare a saper perdere. Proprio per questo, mi è stato proposto di scrivere un libro che, provvisoriamente, si intitola Da Benigni a Monicelli, da Vanzina a Nuñez. Se nota, sono tutti registi e amici con cui ho lavorato. Quest’anno festeggio i 40 anni di carriera, motivo per cui in questo libro ho voluto raccontare tutti gli aneddoti della mia vita. C’è al suo interno la storia di un ragazzo di provincia che, senza competenze e solo con la sua energia, ha raggiunto degli obiettivi. Non a caso, il sottotitolo dell’opera è La storia di un nessuno che voleva diventare un qualcuno ed è diventato un qualcosa”.

So che ci sono poi dei film, no?

“Assolutamente sì. Uno è un thriller, che sto ancora scrivendo, mentre il secondo racconterà la storia l’ultimo giorno, prima di andare in pensione, di un professore di lettere di un liceo. Si concentrerà anche sull’ultima ora di lezione, che farà ad una scolaresca per spiegare l’etica, i valori della vita. Nel progetto, dovrebbe entrare un grande personaggio della musica italiana, che per il momento non posso ancora svelare, dato che ne sto vagliando alcuni. Per entrambi i lavori sto ancora definendo i vari cast”.

A dicembre sarà anche protagonista di un nuovo spettacolo. Di che cosa si tratta?

“Esatto, andremo in giro nelle varie sale da ballo. Si chiama Enio Drovandi e la Manichino’s Band. Il pubblico vedrà me con sei manichini sul palco. La Manichino’s Band sarebbe un’orchestra che esegue la musica da ballo con al lato due schermi dove verranno proiettati i film delle canzoni che cantiamo. Non ci sarà soltanto musica da ascoltare, ma anche da vedere. E’ questa è una grande novità per quanto riguarda il panorama musicale delle sale da ballo. Il debutto dovrebbe avvenire tra Natale e Capodanno, per poi andare avanti nel 2022”.

Lei è anche il creatore della “festa della vita”. Evento di cui hanno parlato anche il Times, il Washington Post, El Pais. In che cosa consiste?

“E’ una festa che organizzo da 30 anni consecutivi. Tutto è partito da un incidente che ho avuto nel 1989, dove sono morto e poi rinato. Da quel giorno, ogni anno, faccio una festa che ha come intento quello di brindare alla vita. In questi ultimi due anni, segnati dal Covid, non ho potuto purtroppo organizzare questo evento, dove veniva sempre tantissima gente. Speriamo di poter riprendere la tradizione al più presto”.

Quali soni i suoi hobby e le sue passioni?

“Ho una passione sportiva, che è fare l’arbitro di calcio. L’ho fatto per tanti anni, anche a grandi livelli. Adesso, faccio le partite con la Nazionale Calcio Attori 1971, l’unica e fondata da Pier Paolo Pasolini. Sono un dirigente e addetto agli arbitri della squadra, in cui sono entrato nel 1981. Inoltre, sono il responsabile del settore Asi Spettacolo, che ha un milione e cinquecentomila tesserati in tutta Italia e quindicimila circoli sul territorio nazionale. Per questo, faccio formazione e casting, oltre a dare la possibilità alle persone che non hanno reddito di potersi istruire gratuitamente. Voglio infatti che la gente con talento e senza possibilità economiche possa avere la sua occasione di emergere. Rilasciamo gli attestati con i loghi ministeriali, dato che ciò che facciamo è riconosciuto dallo Stato”.

In passato ha lavorato con Laura Antonelli, Virna Lisi e tante altre attrici. Cosa ricorda di loro?

“Laura Antonelli aveva una grande stima per me, così come Virna Lisi. Parliamo di due attrici che hanno dato tanto al cinema italiano. Virna era una signora di grande eleganza. Anche se ci siamo frequentati per anni, avevo una grande ammirazione per lei. Le confesso infatti di non essere mai riuscito a darle del tu. Sia lei, sia Laura sono due figure grossissime del panorama cinematografico italiano, di cui mi onoro di avere avuto una piacevole simpatia e amicizia”.

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma.

Giornalista e fondatore dell’agenzia Massmedia Comunicazione, è il motore dietro gran parte delle nostre interviste. Con un occhio per i dettagli e un talento nel porre le domande giuste, contribuisce significativamente al nostro contenuto.

Coronavirus

Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio

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Ricerca Enea-Università di Roma Tor Vergata

Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio

Uno studio Enea - Università di Roma Tor Vergata ha evidenziato una forte affinità tra il particolato atmosferico (Pm2.5) e la proteina Spike del virus Sars-Cov-2 responsabile del Covid. I risultati, che descrivono l’interazione tra le polveri sottili e il virus attraverso simulazioni di dinamica molecolare eseguite con il supercalcolatore Cresco6, sono stati pubblicati sulla rivista online Science of The Total Environment e rientrano nell’ambito del progetto Pulvirus.

“Durante la fase iniziale della pandemia la Lombardia e, in generale, tutta l’area della Pianura Padana sono state colpite più duramente dall’infezione virale rispetto al resto del Paese. Parliamo di una parte d’Italia tra le più inquinate e questo ha portato la comunità scientifica a ipotizzare un possibile ruolo del particolato atmosferico nella diffusione del virus”, spiega Caterina Arcangeli, ricercatrice Enea del Laboratorio Salute e Ambiente e coautrice dello studio insieme ai colleghi Barbara Benassi, Massimo Santoro e Milena Stracquadanio e ai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata Alice Romeo, Federico Iacovelli e Mattia Falconi.

Lo studio è partito dalla verifica e dimostrazione della presenza del genoma del virus responsabile del Covid-19 su almeno il 50% dei campioni di filtri per il Pm2.5 raccolti nella città di Bologna nell’inverno del 2021. “A seguire abbiamo realizzato al computer modelli molecolari semplificati di Pm2.5 e di Sars-Cov-2 e abbiamo valutato la loro interazione mediante simulazioni ad alte prestazioni eseguite con il supercalcolatore Cresco6”, aggiunge Arcangeli.

Le simulazioni - spiega una nota - hanno mostrato chiaramente che i glicani (zuccheri) presenti sulla superficie della proteina Spike giocano un ruolo importante nell’interazione tra virus e particolato, mediando il contatto diretto con la corrispondente superficie del nucleo di carbonio del Pm2.5. Inoltre, dallo studio emerge anche una stretta correlazione tra Pm2.5 e virus anche rispetto alle caratteristiche chimiche del particolato fine, il cui contenuto in carbonio elementare sembra avere una funzione guida nell’interazione con il Sars-Cov-2.

“Sebbene l’affinità tra Pm2.5 e Sars-Cov-2 appaia plausibile, la simulazione non permette di valutare se queste interazioni siano sufficientemente stabili per trasportare il virus nell’atmosfera o se il virione mantenga la sua infettività dopo il trasporto. La possibilità che il virus possa essere ‘sequestrato’ dal Pm, con conseguente riduzione di infettività e diffusione, o inattivato da questa forte interazione con il particolato non può essere quindi esclusa”, prosegue la ricercatrice Enea.

La forza delle simulazioni al computer effettuate da questo studio risiede nella capacità di modellare diversi tipi di particolato, variando sia la concentrazione che la composizione chimica degli inquinanti atmosferici. Queste simulazioni possono, dunque, rappresentare uno strumento utile per valutare rapidamente l’eventuale interazione delle polveri sottili con virus, batteri o altri bersagli cellulari rilevanti. “Questa possibilità potrebbe dimostrarsi utile per contrastare o controllare la diffusione di future malattie trasmesse per via aerea in regioni altamente inquinate e fornire informazioni utili per elaborare piani di controllo dell'inquinamento dell’aria”, conclude Arcangeli.

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Coronavirus

Doug Pitt: l’uomo oltre il nome famoso

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Nel mondo delle celebrità, spesso i riflettori sono puntati su nomi familiari come Brad Pitt, ma dietro ogni grande figura c’è un intero universo di individui che contribuiscono in modo significativo al loro settore e alla società nel suo complesso. Uno di questi casi è quello di Doug Pitt, fratello minore dell’acclamato attore Brad Pitt. Ma Doug è molto di più di “il fratello di”. È un imprenditore di successo, un filantropo appassionato e una figura che merita sicuramente di essere conosciuta più a fondo. Personalità sfaccettata e di grande successo, ha un nome costruito grazie alle sue aziende votate alla tecnologia e alle numerose attività di filantropo nel corso degli anni.

Dal fratello di Brad Pitt all’individuo di successo

Nato il 2 novembre 1966 a Springfield, nel Missouri, Doug Pitt è soprattutto conosciuto perché condivide lo stesso sangue con l’attore hollywoodiano Brad Pitt. Spesso cresciuto all’ombra del più celebre fratello maggiore, Doug ha intrapreso una strada di successo contando sulle proprie capacità e i propri interessi. Dopo aver completato gli studi all’università della sua contea, infatti, ha iniziato una carriera tutta in salita nei settori immobiliare e finanziario, mostrando sin da subito il suo talento nel mondo degli affari. Risale all’aprile del 1991 la fondazione della sua prima azienda, la ServiceWorld Computer, occupata nella fornitura di servizi informatici. A soli 25 anni inizia così la scalata che lo porterà nel mirino del club dei milionari.

Nel 2007 decide di cedere il 75 per cento degli interessi dell’azienda a Miami Nations Enterprises rimanendone però il proprietario e principale partner operativo. Nel 2012 fonda quindi TSI Integrated Services in collaborazione con TSI Global. Nel 2013 Pitt e Miami Nations Enterprises decidono di fondere ServiceWorld con TSI Global. Nel 2017 Pitt ricompra la sua prima società di computer creando la nuova Pitt Development Group, società specializzata in sviluppi commerciali e territoriali. Con questa azienda si è proposto come leader indiscusso nel settore.

Imprenditore e Filantropo

Doug Pitt non è solamente un uomo d’affari di successo, ma un filantropo impegnato che usa i suoi mezzi a disposizione per intervenire in aree critiche del mondo. “Care to Learn”, di cui è il fondatore, è un’organizzazione benefica che fornisce risorse essenziali a bambini che vivono in contesti difficili. L’organizzazione si concentra su bisogni fondamentali come cibo, vestiti e attrezzature scolastiche, permettendo ai più giovani di crescere e imparare in un ambiente positivo e accogliente.

Doug è anche collaboratore di Waterboys.comWorldServe International e Africa 6000 International (a cui partecipa anche la sorella Julie), organizzazioni impegnate nella fornitura di acqua potabile nei paesi africani più in difficoltà, come Tanzania e Kenya. Nel 2010 l’allora presidente della Tanzania Jakaya Kikwete lo ha insignito del titolo di Ambasciatore di buona volontà per la Repubblica Unita di Tanzania. Con questo titolo opera in qualità di intermediario per tutte quelle aziende che vogliono contribuire alla rinascita economica e culturale del paese. Nel 2011 il presidente americano Bill Clinton lo ha premiato con l’Humanitarian Leadership Award.

Dietro le quinte dell’industria del vino

Oltre al suo coinvolgimento nel settore immobiliare e nell’ambito delle opere di beneficenza, Doug Pitt ha anche sviluppato una passione per il mondo del vino. È coinvolto nella gestione di “Pitt Vineyards”, un’azienda vinicola che produce vini di alta qualità. Questa dedizione per il vino riflette la sua grande curiosità e il suo interesse per settori imprenditoriali differenti.

Una vita riservata

La famiglia di primo piano non ha impedito a Doug Pitt di mantenere un profilo relativamente basso nel mondo dei media. Ha cercato, infatti, di proteggere la sua privacy e di concentrarsi sul suo lavoro e sulle sue passioni, piuttosto che sfruttare la sua connessione familiare per attirare l’attenzione dei riflettori. Nel 1990 ha sposato Lisa Pitt, conosciuta all’università, e insieme hanno tre figli: Landon, Sydney e Reagan.

Nonostante abbia sempre cercato di non farsi notare, in certe occasioni è apparso sui media presentandosi in modo scherzoso come il fratello del più celebre Brad. Ha girato diversi spot pubblicitari, come quello per Virgin Mobile Australia, e in alcuni ha vestito persino i panni del fratello, come nella pubblicità per Mother’s Brewing Company. In diverse interviste rilasciate (come quella all’emittente Nova FM) ha anche ammesso di essere scambiato per il fratello almeno 3 volte a settimana da sconosciuti che lo incontrano per strada. Questo perché i due fratelli oltre a condividere carriere di successo, hanno effettivamente un fisico e dei lineamenti molto simili.

L’eredità di Doug Pitt

La storia di Doug Pitt dimostra come dietro a ogni individuo ci siano esperienze, imprese e passioni diverse che meritano di essere riconosciute. Pur essendo spesso additato come “il fratello di Brad Pitt”, la sua dedizione per il mondo degli affari, il suo coinvolgimento nella beneficenza e la sua capacità di perseguire le sue passioni lo rendono un esempio di impegno e di successo. Il suo lavoro nel settore imprenditoriale e filantropico dimostra come sia possibile creare un’eredità significativa indipendentemente dal nome di famiglia e che ognuno ha il potenziale per influenzare positivamente sulla vita degli altri.

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Coronavirus

È finalmente nelle sale cinematografiche il film “Tic Toc”

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E continua anche il suo tour promozionale con vari appuntamenti.

Girato a Terni negli studios di Papigno, la commedia è stata diretta dal regista Davide Scovazzo mentre la produzione è stata affidata ad Anteprima Eventi Production e Management S.r.l. di Massimiliano Caroletti. Il film vanta un cast di eccezionali attori noti al pubblico tra cui Eva Henger, Maurizio Mattioli, Sergio Vastano, Fausto Leali, Donatella Pompadour, Valentino Marini, Paolo Pasquali alias Doctor Vintage, Cristiano Sabatini alias Bike Chef, Simone Bargiacchi alias Antonio Lo cascio, Samuel Comandini Alisa Zio_ Command, Fabio Stirlani alias Stirlo , Dimitri Tincano, Jennifer Caroletti, Antonella Scarpa alias Himorta, Vanessa Padovani alias Miss Mamma Sorriso, Chaimaa Cherbal, Claudia Letizia ,Elena Colombi , Paola Caruso, Luigi Iocca, Giuseppe Lisco, Rosy Campanale, Daniel Bellinchiodo, Francesco Aquila, Michela Motoc.

E proprio Eva Henger con Massimiliano Caroletti insieme alla figlia Jennifer, al suo debutto sul grande schermo, sono ospiti della prestigiosa kermesse cinematografica Ischia Global Fest, e incontreranno il pubblico prima della proiezione con Doctor Vintage, anche lui nel cast della pellicola, nella serata del 13 luglio.

Filo conduttore del film il rapporto con i social. Tic Toc è una commedia che intreccia tante vicende e scopre tante realtà partendo dalla storia di quattro intraprendenti scansafatiche che per guadagnare qualche soldo decidono di rapire Eva Henger. Un progetto che frana a causa del Covid e che innesca un susseguirsi di intoppi divertenti: “Un gruppo di Sinti, una sorta di gang Fedeli al triste, ma vero, gioco di parole “è tutto LORO quello che luccica”, i quattro passano giornate ad invidiare le superstar di oggi , ovvero gli, e soprattutto le, Influencers, attribuendo a ognuno e a ognuna di loro vite principesche, fatte di limousines, jet privati, champagne della migliore categoria, ville gigantesche e stuoli di servitori, tutto ciò che, nella loro miseria, è loro negato dalla vita, in una maniera che, dal loro punto di vista, reputano ingiusta ed immorale. Stufi di raccogliere le briciole di quello che loro credono essere solo un mondo dorato e pieno di privilegi, i quattro mascalzoni vengono a sapere che la star Eva Henger inaugurerà una Escape Room (cosa che loro non hanno idea di cosa sia) a Terni, per cui a Zagaja, ma ben presto condiviso dagli altri pur se con qualche perplessità soprattutto da parte di Bike Chef, viene la “brillante” idea: appostarsi poco prima dell’entrata della Escape Room e rapire la Diva, che per lui è anche il suo sogno erotico da sempre, in modo da chiedere il riscatto ai suoi numerosi sponsor”, ha spiegato l’ideatore Fabio Stirlani. La trama affronta in chiave drammatica argomenti comici che riflettono l’attualità.

Un film che segna il grande ritorno al cinema di Eva Henger che per l’occasione ha interpretato se stessa. Un ruolo cucito alla perfezione su di lei: “Ho interpretato me stessa. Pensavo fosse facile, invece è stato difficilissimo. Quando si interpreta la propria persona ci si rende conto di non conoscerla realmente. Ho dovuto metterci dell’ironia, verve e passione, anche perché sarà un film comico, che farà ridere molto”. Assieme a lei sul set la figlia Jennifer Caroletti interessata a seguire le orme della madre.

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