Lidl, nuova apertura a Santa Maria Capua Vetere: ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla storica catena di supermercati tedesca
Udite udite, la rinomata insegna Lidl apre i battenti il 9 giugno in via Galatina a Santa Maria Capua Vetere. Inizialmente l’inaugurazione era prevista per il 24 febbraio ma a causa di alcuni problemi burocratici, l’apertura ha subito un brusco ritardo. Finalmente, dopo mesi di trepidante attesa, Lidl ci regala il piacere di recarci a fare la spesa presso la sua nuova e modernissima filiale di Santa Maria Capua Vetere.
Ad oggi, con l’apertura di questo nuovo punto vendita, che si aggiunge a quelli già presenti a Curti, Caserta, San Nicola la Strada, Santa Maria a Vico e Cesa, i supermercati Lidl attivi in provincia di Caserta diventano 6: qui è possibile consultare la lista completa, inserendo il proprio CAP.
Ma chi è, cos’è, questo Lidl, questo grande marchio di cui tutti parlano e che, i fortunati clienti, fanno a gara per aggiudicarsi i suoi fantastici e straordinari prodotti alimentari e non?
Lidl: Storia e curiosità sulla catena di supermercati tedesca
Nel lontano 1932 Josef Schwarz divenne socio della Südfrüchte Großhandlung Lidl & Co., un grossista di frutta e trasformò l’azienda in un grossista di generi alimentari.
Nel 1977, sotto suo figlio Dieter Schwarz , lo “Schwarz-Gruppe” iniziò a concentrarsi sui mercati discount, supermercati più grandi e mercati all’ingrosso cash and carry. Non voleva usare il nome Schwarz-Markt, “Schwarzmarkt” significa infatti “mercato nero” e voleva usare il nome dell’ex socio in affari di suo padre, “A. Lidl“, ma ragioni legali gli hanno impedito di usare quel nome per i suoi supermercati. Quando scoprì un articolo di giornale su un noto pittore e insegnante in pensione Ludwig Lidl, acquistò da lui i diritti sul nome per 1.000 marchi tedeschi.
Lidl fa parte del Gruppo Schwarz, il quinto rivenditore al mondo con un fatturato di circa 104,3 miliardi di euro stimati nel lontano 2018. Il primo supermercato Lidl è stato aperto nel 1973, sul modello di “Aldi”.
Schwarz rimuoveva rigorosamente dagli scaffali la merce che non veniva venduta e riduceva, così, i costi, riducendo al minimo le dimensioni effettive dei punti vendita. Nel 1977, la catena Lidl comprendeva 33 supermercati.
Lidl ha aperto il suo primo negozio nel Regno Unito nel 1994. La sua quota di mercato di generi alimentari nel Regno Unito era del 5,9% nel 2019.
Sven Seidel è stato nominato CEO dell’azienda nel marzo 2014, dopo che il precedente CEO Karl-Heinz Holland si è dimesso. Holland era stato amministratore delegato dal 2008, ma se n’è andò a causa di differenze “incolmabili” non divulgate sulla strategia futura. Seidel si dimise dalla sua posizione nel febbraio 2017 dopo che il manager riferì di essere caduto in disgrazia con Klaus Gehrig, che guidava il Gruppo Schwarz dal 2004. Seidel fu così sostituito come CEO da Dane Jesper Højer , in precedenza capo dell’operazione di acquisto internazionale di Lidl.
Lidl negli Stati Uniti d’America
Nel giugno 2015, la società annunciò che avrebbe stabilito una sede negli Stati Uniti, ad Arlington, in Virginia. Lidl ha importanti centri di distribuzione a Mebane, nella Carolina del Nord, e nella contea di Spotsylvania, in Virginia. L’azienda inizialmente si concentrò sull’apertura di sedi negli Stati della Costa orientale, tra Pennsylvania e Georgia e fino all’Ohio. Nel giugno 2017, Lidl ha aperto i suoi primi negozi negli Stati Uniti a Virginia Beach, in Virginia e in altre città dell’Atlantico centrale. La società prevedeva di aprire un totale di cento negozi negli Stati Uniti entro l’estate del 2018. Nel novembre 2018 infatti, Lidl annunciò l’intenzione di acquisire 27 negozi Best Market a New York e nel New Jersey.
Nel dicembre 2018, Lidl ha aperto la sua prima sede a New York City, nello Staten Island Mall. L’azienda ha continuato ad espandersi negli Stati Uniti orientali a macchia d’olio, con oltre 100 negozi entro la fine del 2020. Nell’agosto 2020, Lidl annunciò l’intenzione di aprire altri 50 negozi negli Stati Uniti entro la fine del 2021 e così è stato.
Come il collega supermercato tedesco “Aldi”, Lidl ha un particolare approccio “zero spreco”, senza fronzoli, senza perdite di tempo inutili, “passa il risparmio al consumatore“, cioè di esporre la maggior parte dei prodotti nei loro cartoni di consegna originali, consentendo ai clienti di prendere il prodotto direttamente dal cartone. Quando il cartone è vuoto, viene semplicemente sostituito con uno pieno. Il personale così evita sprechi di tempo lavorativo inutile.
A differenza di “Aldi”, generalmente vengono offerti prodotti più di marca ed a prezzi vantaggiosi. Lidl distribuisce molti cibi gourmet a basso prezzo producendo ciascuno di essi in un unico Paese dell’Unione Europea per l’intera catena mondiale, mantenendo sempre alto standard qualitativo a prezzo sempre basso. Fornisce anche molti prodotti locali dal Paese in cui si trova il negozio, dando la gioia al consumatore di vivere l’esperienza nell’alimentare sotto casa di un tempo. Come “Aldi”, Lidl ha offerte speciali settimanali e il suo stock di articoli, non alimentari, spesso cambia settimanalmente, dando al cliente la sana curiosità dell’attesa dell’offerta a tema. Lidl fa ampiamente pubblicità nella sua terra natale, la Germania e in tutti i Paesi del mondo, attraverso i mass media.
Lidl in Gran Bretagna
Lidl nel Regno Unito ha adottato un approccio diverso rispetto alla Germania, con particolare attenzione al marketing e alle pubbliche relazioni e alla fornitura di benefici ai dipendenti non richiesti dalla legge, incluso il pagamento del salario di sussistenza verificato in modo indipendente e l’offerta di uno sconto per il personale. Sono stati introdotti prodotti esclusivi, soprattutto in vista del Natale e della Pasqua. Ciò ha richiesto investimenti significativi nel marketing per produrre una crescita delle vendite, ma ha avuto un effetto sulle operazioni logistiche di Lidl e sulla pressione sui profitti. Ronny Gottschlich, che ha guidato Lidl GB per i sei anni fino al 2016, è stato responsabile di questo approccio, che ha portato ad attriti con la sede centrale, a causa degli alti costi coinvolti.
Nel settembre 2016, Gottschlich ha lasciato inaspettatamente Lidl ed è stato sostituito dal direttore delle vendite e delle operazioni austriaco, Christian Härtnagel, di nazionalità tedesca. Lidl ha continuato ad avere ambiziosi piani di investimento nel Regno Unito, raddoppiando infine il numero di negozi a 1.500. Nel lontano 2015, il fatturato di Lidl Great Britain dai suoi oltre 630 negozi in tutta la Gran Bretagna è stato di 4,7 miliardi di sterline.
Nell’ottobre 2009, “Lidl Movies” è stata lanciata nel Regno Unito, sottoquotando “Tesco DVD Rental” , che in precedenza era stato il servizio di noleggio di DVD online più economico del Regno Unito. Il servizio è stato fornito da OutNow DVD Rental. OutNow è andato in liquidazione nell’ottobre 2011, portando con sé Lidl Movies.
Da Lidl puoi trovare il pane fresco tutto il giorno
Nel gennaio 2012, Lidl ha lanciato i panifici nei suoi supermercati in tutta Europa. Sono costituiti da una piccola zona cottura con diversi forni, insieme a un’area in cui sono esposti per la vendita pane e dessert, salato e dolce. I panifici sono stati inizialmente testati in un numero limitato di negozi, per determinare se c’era una positiva domanda di prodotti appena sfornati in negozio. In alcune filiali, il pane scelto viene anche affettato al momento, rendendo più piacevole e comoda la sua consumazione.
A partire da maggio 2019, Lidl US ha collaborato con “Boxed.com” per testare un servizio di delivery, con consegna a domicilio, utilizzando la tecnologia del rivenditore online. Lidl collabora anche con “Target Corp. Shipt” per la consegna a domicilio di generi alimentari.
Lidl gestisce anche uffici di rappresentanza in Cina, Bangladesh e Hong Kong, anche se non si fa alcuna pubblica menzione dell’apertura di negozi Lidl in tali Paesi. Le loro operazioni sono probabilmente limitate alla supervisione dei contratti di produzione per la maggior parte dei prodotti non alimentari, offerti nei negozi Lidl, con produttori locali con sede in questi Paesi stessi.
Nell’aprile 2021, Lidl, in Irlanda, ha iniziato a offrire a donne e ragazze coupon per ricevere, gratuitamente, assorbenti o tamponi interni, ogni mese, come iniziativa contro la povertà. Encomiabile iniziativa mai pensata ed effettuata da nessuno prima d’allora.
Premia la tua fedeltà con “Lidl Plus”
All’avanguardia in tutto, Lidl mette al primo posto il Cliente che coccola e che cerca di accontentare in ogni suo desiderio, soprattutto all’insegna del risparmio e delle belle sorprese. Ecco quindi che, nell’agosto 2018, “Lidl Digital International GmbH“ ha introdotto la “Carta fedeltà”. Una carta fedeltà virtuale, da esibire mostrando il proprio cellulare, scannerizzandolo su un apposito lettore digitale. La carta “Lidl Plus” è facilmente scaricabile tramite un’app su Apple App Store e Google Play Store, è nominale e offre vantaggi strabilianti.
L’app è disponibile nella maggior parte dei Paesi europei in cui opera Lidl, offrendo versioni digitali di “Gratta e vinci“, che offrono omaggi o sconti vantaggiosissimi a spesa conclusa. Offre inoltre sconti sui prodotti a marchio proprio e sconti sulle offerte dei partner. Il premio o lo sconto del “Gratta e vinci” è nominale e ha la durata di sette giorni se non riscattato, dopo tale data, il premio o lo sconto vanno persi senza possibilità di recupero alcuno. Nel nostro Paese, in Italia e in Svezia il programma è iniziato solo l’anno scorso, sebbene in molti Paesi, Lidl Plus, lo abbia già attivato da molto tempo addietro.
Fare la spesa in maniera consapevole, sapere cosa si compra e cosa si mangia, è il primo passo verso un mondo migliore. Tutte le nostre scelte alimentari hanno una conseguenza allora facciamo nostro questo meraviglioso slogan: “Lidl anch’io“…
La roadmap di LIDL dal 1930 al 2022
“Personalmente, faccio parte di quel gruppo di luminari che si reca a fare la spesa per comprare poche cosucce semplici, sane e salutari… Ma, ahimè, ritorno puntualmente a casa con una moltitudine di borse piene di leccornie e cose inutili, senza le poche cosucce sane, essenziali e salutari che avrei dovuto comprare…” (AnnA Del Bene)
Attualità
Nuovo Codice della Strada: tutto quello che cambia dal 2024...
Il giorno in cui il Senato ha dato il via libera definitivo al Nuovo Codice della Strada è arrivato. Una riforma che ci tocca tutti, chi più e chi meno e che introduce novità importanti per garantire una maggiore sicurezza sulle nostre strade. Tutto è pensato per ridurre gli incidenti, disciplinare meglio nuovi mezzi di trasporto come i monopattini elettrici e – diciamocelo – dare una stretta a chi proprio non riesce a seguire le regole.
Ma andiamo con ordine, perché di novità ce ne sono tante e meritano tutte un po’ della nostra attenzione.
Guida in stato di ebbrezza: tolleranza zero e nuove pene severe
Lo sappiamo tutti: mettersi al volante dopo aver bevuto o sotto l’effetto di droghe è una pessima idea. Le pene sono severe, ecco, ma ora sono ancora più dure. Perché? Beh, non c’è da stupirsi: i numeri parlano chiaro e sono terribili. Troppe vite spezzate, troppi incidenti che si potevano evitare. Che sia una birra di troppo o qualcosa di peggio, le conseguenze sono serie, pesanti e ti colpiscono dritto nel portafoglio, oltre che nella vita.
– Tassi alcolemici e sanzioni: Facciamola semplice. Se hai un tasso tra 0,5 e 0,8 g/l, preparati a pagare fino a 2.170 euro e addio patente per almeno 3-6 mesi. Superi questa soglia? Peggio per te: la multa arriva fino a 6.000 euro, patente sospesa fino a due anni e nei casi più gravi, potresti finire dietro le sbarre per un anno. Non è uno scherzo.
Ah, e poi c’è la novità dell’Alcolock. Cos’è, ti chiedi? Un dispositivo che non ti fa neanche accendere la macchina se hai bevuto. Zero tolleranza, sul serio. Sarà obbligatorio per chi è stato già beccato a guidare ubriaco. Forse, finalmente, riusciremo a evitare che qualcuno ci ricaschi.
Uso del cellulare alla guida: più che una distrazione, un pericolo
Non ci giriamo attorno: il cellulare alla guida è una piaga. Tutti lo sappiamo ma quanti riescono davvero a resistere alla tentazione di dare un’occhiata veloce al messaggio arrivato o alla notifica che vibra? Bene, ora ci sarà un motivo in più per resistere, perché le multe sono salite.
– Chi viene colto in flagrante rischia una multa tra 250 e 1.697 euro. Non solo: la patente può essere sospesa da una settimana fino a 15 giorni. E per chi insiste e viene beccato più volte? Si parla di multe fino a 2.588 euro, con sospensione della patente da uno a tre mesi e la decurtazione di 10 punti.
L’obiettivo è chiarissimo: meno distrazioni, più attenzione. Le distrazioni al volante sono un pericolo non solo per chi guida ma per tutti gli altri utenti della strada. E qui il messaggio è chiaro: basta scuse.
Neopatentati: restrizioni più lunghe per imparare meglio
I neopatentati sono considerati una categoria a rischio e non è difficile capire il perché: poca esperienza, magari un pizzico di spavalderia. Per questo, le limitazioni sono state estese.
– Il periodo in cui i neopatentati non possono guidare veicoli di elevata potenza è passato da uno a tre anni. Tre anni in cui dovranno fare pratica con auto che non superino una potenza specifica massima di 75 kW/t e comunque non oltre i 105 kW, che corrispondono a circa 142 cavalli.
È una scelta che può sembrare restrittiva, ma che mira a far crescere i nuovi conducenti in sicurezza, senza la pressione di dover gestire auto troppo potenti prima di essere veramente pronti.
Monopattini elettrici: più sicurezza, meno anarchia
Negli ultimi anni, i monopattini elettrici hanno letteralmente invaso le città italiane. Veloci, pratici, ma anche un po’ pericolosi, soprattutto per la mancanza di regole chiare. Bene, ora le regole ci sono e sono abbastanza stringenti.
- Targa e assicurazione obbligatorie: tutti i monopattini dovranno avere una targa e un’assicurazione. Sì, proprio così, non sono più chiacchiere. Basta con l’anarchia totale: ora, se succede qualcosa, bisogna sapere chi è stato, chi deve rispondere. Serve per responsabilizzare chi guida, ma soprattutto per avere un nome e un cognome in caso di incidente.
- Casco obbligatorio per tutti: Che tu sia un ragazzino o un adulto, il casco va messo. Punto. Non importa l’età, importa la sicurezza. E poi, niente strade super trafficate: solo quelle urbane e solo se il limite è sotto i 50 km/h. Insomma, ci vuole un po’ di testa.
Le sanzioni? Non sono uno scherzo. Parliamo di multe da 100 a 400 euro se vai in giro senza assicurazione e da 200 a 800 euro se ti mancano cose essenziali come i freni o le frecce. Più regole, più sicurezza, meno rischi. E meno problemi per tutti.
Autovelox e infrazioni: più precisione nei controlli
L’uso degli autovelox è stato spesso criticato, soprattutto quando sembrava più uno strumento per fare cassa che per garantire la sicurezza. Ora, con la riforma, si punta a un uso più mirato e preciso.
– Gli autovelox potranno rilevare più infrazioni contemporaneamente: oltre alla velocità, potranno segnalare la mancanza di revisione o il mancato pagamento dell’assicurazione. Saranno installati solo in zone ad alta incidentalità e vietati in strade urbane con limiti sotto i 50 km/h o extraurbane sotto i 90 km/h.
L’idea è di usarli dove davvero servono, non per riempire le casse dei Comuni ma per evitare tragedie.
Abbandono di animali: pene più severe per tutelare tutti
Una delle novità più importanti riguarda l’abbandono di animali lungo le strade. Questo comportamento non è solo crudele, ma è anche pericoloso per gli automobilisti. Chi abbandona un animale e provoca un incidente rischia fino a sette anni di carcere. La patente potrà essere sospesa da sei mesi a un anno.
È un messaggio forte: gli animali non si abbandonano, e chi lo fa non mette a rischio solo la vita di un essere indifeso ma anche quella degli altri utenti della strada.
Obiettivi della riforma: un futuro più sicuro per tutti
Con queste modifiche, il messaggio è chiaro: basta incidenti evitabili, basta rischi inutili. Serve una stretta vera, una mano ferma che riporti ordine sulle strade. Pene più severe, regole nuove per quei mezzi che finora erano un po’ fuori controllo e controlli più rigorosi. Tutto questo per cercare di ridurre il numero di tragedie che, troppo spesso, si potrebbero evitare. Le nostre strade devono tornare a essere sicure. Per tutti.
Però, diciamocelo: una legge, da sola, non può bastare. Serve anche il nostro impegno, quello di tutti. Non è solo questione di seguire le nuove regole: è questione di responsabilità, di prendersi cura gli uni degli altri quando siamo al volante. La sicurezza stradale è una sfida comune, qualcosa che riguarda ognuno di noi. E sì, con un po’ di impegno da parte di tutti, possiamo davvero fare la differenza.
Quindi, occhi aperti, testa sulle spalle e cuore in quello che facciamo: la strada è di tutti e ognuno di noi ha il dovere di renderla più sicura.
Attualità
Chi vuole parlare d’amore? La nuova docuserie che...
Ragazzi, amori, sesso e verità senza filtri. Da martedì 19 novembre, arriva in esclusiva su RaiPlay una nuova docuserie dal titolo intrigante: “Chi vuole parlare d’amore?“. Le registe Isabel Achaval e Chiara Bondì, entrambe amiche e mamme, si sono lanciate in un’avventura per capire davvero cosa passa per la testa dei ragazzi quando si parla di sentimenti. Cos’è cambiato dall’epoca in cui loro stesse erano adolescenti? E cos’è invece rimasto lo stesso?
Immaginate due donne che camminano per le strade di Roma, con un microfono in mano e mille domande che fanno battere il cuore. Si fermano davanti ai ragazzi nei posti più autentici: fuori dalle scuole, nelle piazze dove ci si perde in chiacchiere fino a tardi, in biblioteca. Vogliono capire cosa c’è davvero dietro quegli sguardi quando si parla di amore. Così nasce “Chi vuole parlare d’amore?”. Non è solo un’indagine sociale, è molto di più: è un viaggio profondo, un tuffo nelle emozioni più vere, senza filtri, senza barriere.
La verità? Spesso i ragazzi parlano poco di queste cose. Un po’ perché sono timidi, un po’ perché hanno paura di non essere capiti. E va bene, è normale. Ma Isabel e Chiara non si fermano. Loro vogliono andare oltre, vogliono capire davvero. E così, puntata dopo puntata, esplorano ogni aspetto della vita sentimentale e sessuale dei giovani. Senza moralismi, senza pregiudizi, senza filtri. Si comincia dai “Primi amori” – quei primi batticuori che ti travolgono e ti fanno sentire come se niente altro al mondo contasse. Poi si passa agli “Amori difficili”, quelli che ti mettono alla prova e si arriva fino alla scoperta del sesso. Una puntata in cui si parla anche di educazione sessuale, con tutte quelle domande che i ragazzi spesso non trovano il coraggio di fare, né a scuola né a casa. Ecco, qui possono finalmente farle.
In questa docuserie non ci sono risposte preconfezionate: ci sono ragazzi veri, con le loro storie e i loro dubbi. C’è chi si chiede cosa sia il vero amore, chi si sente insicuro rispetto alla propria identità sessuale, chi fatica a capire cosa significhi avere una relazione sana nell’era del digitale. Le questioni di identità, di orientamento e il rapporto con il mondo digitale sono tutti temi che emergono, a volte con leggerezza, altre con più difficoltà.
Il bello è che questo viaggio non lo fanno da soli. In ogni episodio c’è una guida speciale: psichiatri, scrittrici, ginecologhe e persino filosofi, come Vittorio Lingiardi, Maria Grazia Calandrone e Violeta Benini, che aiutano a dare profondità e chiarezza a temi che spesso sembrano complicati da affrontare. È un percorso che si conclude guardando avanti, con l’episodio sul “Futuro”, in cui si parla di desideri, di speranze e perché no, della poesia che può educare ai sentimenti.
“Chi vuole parlare d’amore?” è un’occasione per fermarsi e riflettere su come cambiano le emozioni, su cosa significa oggi amare, essere vulnerabili, crescere. Noi crediamo che questo progetto rappresenti un punto di partenza per aprire un dialogo vero, senza barriere. Parlarne non dovrebbe mai essere un tabù, anzi, è un primo passo bellissimo per iniziare a capirsi e non possiamo che supportare un’iniziativa così importante, che arriva da Rai Contenuti Digitali.
Dal 19 novembre, su RaiPlay. Lasciatevi conquistare da questi racconti. Chissà, magari ci ritroveremo un po’ tutti in quelle storie.
Attualità
Matteo Fraziano trionfa a “Tu si que vales...
Ci sono serate che restano impresse nella memoria e quella del 16 novembre scorso, con la finale di Tu si que vales 2024, è stata senza dubbio una di queste. In diretta TV, milioni di spettatori hanno visto trionfare un giovane artista, Matteo Fraziano, che con la sua arte delle ombre cinesi ha conquistato cuori e applausi. È un talento che nasce dal niente, quasi per caso, e finisce per toccare le corde più profonde dell’anima.
La magia delle ombre e un giovane romano autodidatta
A soli 23 anni, Matteo Fraziano, romano, ha sorpreso tutti con la sua abilità straordinaria di trasformare mani e luce in pura poesia visiva. Parliamo di ombre cinesi, una forma d’arte antica che pochi oggi padroneggiano davvero, e che lui ha appreso da autodidatta. Ha passato notti insonni davanti a una lampada, le dita che disegnavano figure in continuo divenire, a sperimentare senza sosta, inseguendo una passione che sembrava tanto strana quanto irresistibile.
“È stato un percorso solitario“, ha raccontato Matteo poco dopo la vittoria, con il sorriso stanco di chi ha vissuto un sogno diventare realtà. La sua dedizione è stata totale, un viaggio fatto di prove e errori, che lo ha portato, passo dopo passo, a padroneggiare una tecnica che trasforma semplici giochi di luce in autentiche emozioni. E come se non bastasse, Matteo è anche uno studente di psicologia: tra libri e ombre, ha trovato un modo tutto suo per comprendere e interpretare le emozioni umane.
Un percorso indimenticabile a “Tu si que vales”
Quando Matteo è salito sul palco per la prima volta, il pubblico è rimasto senza parole. Le sue mani diventavano animali, persone, scene che raccontavano storie di ogni genere. Maria De Filippi ha voluto fortemente che Matteo arrivasse fino in finale e l’ha dimostrato attivando la sua clessidra senza esitazioni. Già da allora, per chi lo guardava, era chiaro: Matteo non è solo tecnica. Lui ha la capacità unica di creare emozioni da qualcosa di così semplice come la luce e le mani. “Era evidente sin dall’inizio che aveva qualcosa di speciale“, ha sottolineato Rudy Zerbi durante la semifinale.
La finale di Tu si que vales è stata un vero spettacolo di talenti. C’erano i Ssaulabi, un gruppo di ballerini acrobatici provenienti dalla Corea, e i The Phobias, un collettivo teatrale che esplora le paure umane attraverso il mimo e la recitazione. Ma tra tutte queste incredibili performance, Matteo si è distinto. Con la sua arte delle ombre, ha dipinto il palco di emozioni vere, regalando al pubblico momenti che nessuno dimenticherà.
Un talento premiato con il cuore del pubblico
Alla fine, il pubblico non ha avuto dubbi, il voto è stato chiaro. Matteo Fraziano ha stravinto, senza mezzi termini, perché quello che ha fatto, quello che ha mostrato, è arrivato dritto al cuore, senza filtri, senza fronzoli. Nel momento della premiazione, Matteo era lì, con la voce che gli tremava dall’emozione e ha detto poche parole, ma potentissime: “Questo è per mia madre, che ha sempre creduto in me“. Centomila euro in gettoni d’oro, sì, ma il valore vero era in quelle parole semplici, genuine, piene di amore. E in quel momento, lo abbiamo sentito tutti, quell’amore. Ci ha scaldato il cuore, ci ha fatto sentire parte di qualcosa di grande.
La passione che ha conquistato l’Italia
Matteo non è diventato un artista per caso. La sua è una storia di dedizione. Cresciuto in un quartiere popolare di Roma, è stato un video su internet a farlo innamorare delle ombre cinesi. E così, inizia il suo percorso: giornate intere passate a perfezionare una tecnica che sembrava quasi dimenticata, senza un maestro, senza una scuola. Un percorso da autodidatta che lo ha portato a fare piccoli spettacoli in teatri locali, fino al palco di uno dei programmi più seguiti in Italia.
“All’inizio non sapevo nemmeno se ci fosse un futuro per me con le ombre cinesi“, ha raccontato Matteo. Ma la sua passione era troppo grande per fermarsi. Oggi, il suo sogno è quello di portare quest’arte nei teatri di tutto il mondo, dimostrando che un’arte così antica può ancora incantare, stupire e soprattutto emozionare.
Il futuro di Matteo: nuove sfide e grandi sogni
Il successo ottenuto a Tu si que vales ha aperto a Matteo numerose porte. I social media sono esplosi, con l’hashtag #MatteoFraziano che è subito diventato virale. “È incredibile come qualcosa di così semplice possa toccare così tanti cuori“, ha scritto un utente su Twitter (X). E proprio grazie a questo clamore, si parla già di possibili collaborazioni importanti: festival internazionali, compagnie teatrali, forse anche uno spettacolo tutto suo.
Il giovane artista, dal canto suo, sembra avere le idee chiare: “Voglio portare l’arte delle ombre nei teatri di tutto il mondo. Voglio far vedere alla gente che anche una forma d’arte semplice e antica può ancora raccontare qualcosa di nuovo“.
Un’edizione di “Tu si que vales” che resterà nei cuori
La finale di Tu si que vales 2024 è stata una serata memorabile, ricca di talenti straordinari e sorprese. Domenico De Martino, con la sua simpatia e la sua energia contagiosa, ha conquistato la “Scuderia di Gerry Scotti” aggiudicandosi un viaggio a Parigi, un premio simbolico ma significativo per chi ha saputo strappare sorrisi a tutti.
Matteo Fraziano, invece, ha fatto qualcosa che è andato oltre, qualcosa di più profondo, qualcosa che ti prende e ti scuote. Ha dimostrato che anche in questo mondo tutto pieno di tecnologia, in mezzo a talent show che sembrano copie l’uno dell’altro, c’è ancora spazio per la magia. Quella magia vera, quella che non riesci nemmeno a descrivere a parole, ma che la senti, la senti dentro di te. Le sue ombre, semplici giochi di luce, erano molto più di quello che vedevi: c’era qualcosa che andava oltre lo schermo, oltre la performance. Un tocco di magia che ci ha fermato tutti per un attimo, ci ha fatto sentire qualcosa di vero.
Per questo, la sua vittoria non è stata solo un trofeo, non era solo un premio. No, era molto di più. Era la prova che i sogni, quelli veri, quelli che ci portiamo nel cuore, possono ancora vivere. Era per chi ci crede ancora, per chi sa che l’arte ha questo potere straordinario di emozionare, di toccare, di stupire. E forse, chissà, anche di cambiare un po’ il mondo.