Connect with us

Published

on

Ha votato a favore il 52,60% dell'azionariato presente, equivalente al 40,4% del capitale sociale. Per la lista Delfin ha votato invece il 41,74%, equivalente al 32,06% del capitale

Mediobanca - Fotogramma

All’assemblea dei soci di Mediobanca nella sede di Piazzetta Cuccia, a Milano, ha votato a favore della lista del cda il 52,60% dell'azionariato presente, equivalente al 40,4% del capitale sociale. Per la lista Delfin ha votato invece il 41,74% dell'azionariato presente, equivalente al 32,06% del capitale. A favore della terza lista, quella di Assogestioni, ha votato il 4,64% dell'azionariato presente, pari al 3,5% del capitale.

Molto basso il dato che ha riguardato le astensioni, pari allo 0,99% dell’azionariato presente, mentre la percentuale dei non votanti si è attestata allo 0,02%. Voto contrario è stato invece espresso dallo 0,01% dell’azionariato presente.

Con il voto dell’assemblea dei soci di Mediobanca entrano in cda 12 consiglieri della lista board, con i nomi di Renato Pagliaro, Alberto Nagel, Laura Cioli, Valérie Hortefeux, Francesco Saverio Vinci, Laura Penna, Vittorio Pignatti Morano, Angel Vilà Boix, Virginie Banet, Marco Giorgino, Mana Abedi, e Maximo Ibarra; due consiglieri di Delfin, Sandro Panizza, Sabrina Pucci e uno di Assogestioni, Angela Gamba.

Via libera dall’assemblea degli azionisti di Mediobanca al bilancio dell'esercizio 2022-2023 chiuso il 30 giugno 2023 e al dividendo. Il bilancio è stato approvato dal 99,93% delle azioni presenti, mentre il dividendo dal 99,92%. Presente in assemblea il 76,81% del capitale sociale, un'affluenza record registrata dall'istituto di piazzetta Cuccia negli ultimi dieci anni.

"Il Cda potrà contare sul pieno sostegno di risorse di alto profilo, per la prima volta indipendenti, e in grado di offrire il proprio contributo al rinnovamento della banca, supportandola nella realizzazione degli obiettivi previsti nel piano strategico" fanno sapere fonti vicine a Delfin, al termine dell'assemblea degli azionisti di Mediobanca.

Il verdetto dell'assemblea, che rappresenta uno snodo cruciale per la governance di Mediobanca, arriva oggi dopo mesi di scontri e di tensioni tra l'istituto di Piazzetta Cuccia e Delfin nel tentativo, fallito, di arrivare a una soluzione condivisa per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Per la lista presentata Delfin, azionista con il 19,8% del capitale, ha votato infatti il 41,74% dell'azionariato presente, equivalente al 32,06% del capitale, mentre per Assogestioni, ha votato il 4,64% dell'azionariato presente, pari al 3,5% del capitale. Molto basso il dato delle astensioni, pari allo 0,99% dell’azionariato presente.

A ripercorrere il periodo difficile attraversato da Mediobanca negli ultimi mesi è stato lo stesso Nagel, rispondendo alle domande dei soci. "Abbiamo ricercato attivamente sia con il socio Delfin sia con il socio Caltagirone una quadra, un accordo sulla composizione sul consiglio. Sempre all’interno di un dialogo costruttivo e facile", spiega. "Ci sono stati due temi che hanno impedito di trovare un accordo. Il primo di carattere tecnico, perché sarebbe stato un accordo fatto per la prima volta nel sistema bancario. Tra un cda e due azionisti, per di più con una partecipazione superiore al 25% che è la soglia autorizzativa per l’opa obbligatoria, ci sono state diverse tematiche che non hanno reso facile questo tipo di predisposizione".

Il secondo tema, prosegue Nagel, "è che all’interno del dialogo costruttivo si è registrata una differenza di vedute sull’impianto di governance tra il cda e principalmente Delfin, che è stato il nostro principale interlocutore più che il gruppo Caltagirone. Abbiamo messo tutti e tre la massima buona volontà, non c’è stato nessuno che non ha voluto fare questo accordo". "Ci sono stati questi due temi, quindi non è stato un tema di 3-4-5 posti", puntualizza ancora l'ad, ma "un tema di impostazione e di tecnica". E "siamo ben contenti che Delfin partecipi al nostro consiglio, dia il suo contributo. Le voci critiche, con critiche che esse siano, per noi sono salutari e utili, quindi è un problema che da questo punto di vista non si pone", assicura. E toni distensivi si registrano anche sul fronte di Delfin. "Oggi si apre un nuovo capitolo nella storia della governance di Mediobanca" e che il cda "potrà contare sul pieno sostegno di risorse di alto profilo, per la prima volta indipendenti, e in grado di offrire il proprio contributo al rinnovamento della banca, supportandola nella realizzazione degli obiettivi previsti nel piano strategico".

Chiusa la partita del rinnovo del cda, ora Mediobanca guarda avanti. E sulla rotta da seguire, Nagel non ha dubbi: occorre proseguire sul percorso di crescita intrapreso nell'ultimo decennio che vede risultati "molto buoni" che verranno confermati anche nei prossimi trimestri. "Bisogna continuare a investire per crescere. L'abilità di Mediobanca di fronteggiare le incertezze, la diversificazione e il progetto di crescita hanno prodotto risultati molto buoni, che prevediamo vengano confermati anche nei prossimi trimestri", dice Nagel nel suo intervento in assemblea. Il piano di Mediobanca One brand One culture "ha degli asset secondo noi unici nel panorama italiano, ha un suo brand, una cultura e una specializzazione nell’investment banking che molte altre banche in Italia non hanno. Abbiamo pensato di far leva su questi aspetti unici per la crescita baricentrandolo sul Wealth management".

Il piano 2013-16, ha ricordato Nagel, prevedeva due miliardi di euro di ricavi, un Rote del 7%, un Cet1 pari al 12% e una distribuzione totale di 0,5 miliardi. Nel piano 2016-19 erano previsti ricavi da 2,5 miliardi, un Rote del 10%, Cet1 al 14% e una distribuzione pari a 1,3 miliardi. Successivamente, il piano 2019-2023 ipotizzava ricavi da 3,3 miliardi, un Rote del 13%, Cet1 al 15,9% e una distribuzione di 2,2 miliardi. Nagel ha infine rivendicando i risultati di successo e l'implementazione del piano 2023-2026 'One Brand One Culture' apprezzato dal mercato, che prevede 3,8 miliardi di ricavi, un Rote di circa il 15%, Cet1 superiore al 14,5% e una distribuzione pari a 3,7 miliardi.

"Questi numeri li facciamo perché abbiamo un gruppo eccezionale di persone che ogni mattina viene a lavorare con passione e ci dà l'incentivo di fare meglio e rimanere ancorati a quella cultura che ha reso possibili questi risultati", dice Nagel rivolgendo il ringraziamento "sentito e caloroso" ai dipendenti di Mediobanca. Dal canto suo, Delfin, che è riuscita a ottenere la nomina di due consiglieri assicura che "oggi si apre un nuovo capitolo nella storia della governance di Mediobanca" e che il cda "potrà contare sul pieno sostegno di risorse di alto profilo, per la prima volta indipendenti, e in grado di offrire il proprio contributo al rinnovamento della banca, supportandola nella realizzazione degli obiettivi previsti nel piano strategico".

Chi sono i membri del nuovo Consiglio

Ecco chi sono i membri del nuovo consiglio:

Renato Pagliaro: viene confermato alla presidenza per un nuovo mandato. Nato a Milano nel 1957, bocconiano, Pagliaro è presidente di Mediobanca dal maggio 2010. A Piazzetta Cuccia è entrato nel 1981 e vi ha ricoperto diversi ruoli tra cui quello di vice direttore generale a partire dall'aprile 2002, di condirettore generale-segretario del consiglio di amministrazione dall’aprile 2003, di direttore generale dall’ottobre 2008 al maggio 2010. Ha poi ricoperto le cariche di presidente del consiglio di gestione dal luglio 2007 all'ottobre 2008 e di consigliere di amministrazione dall'ottobre 2008.

Alberto Nagel: nato nel 1965 a Milano, ha conseguito una laurea in Economia aziendale presso l’Università Bocconi di Milano. Assunto nel 1991, la sua carriera si è svolta all’interno del gruppo Mediobanca con crescenti responsabilità fino a diventare direttore centrale nel febbraio del 1998, vice direttore generale nell’aprile del 2002, direttore generale nell’aprile del 2003 e consigliere delegato nel luglio del 2007. Riveste la carica di ad dal 2008. Negli anni Novanta ha partecipato alle privatizzazioni italiane seguite da Mediobanca. Tra queste, le privatizzazioni di Enel (1999), Bnl (1998), Banca di Roma (1999) e Finmeccanica (2000). Negli stessi anni ha partecipato ad alcune delle più grandi operazioni di M&A italiane. Nel '94/'95 ha curato l'Opa del Credito Italiano sul Credito Romagnolo; nel '99 ha partecipato all'Opa dell'Olivetti su Telecom Italia e nel 2000/'01 ha seguito l'Opa di Generali su Ina. Si è occupato inoltre del processo di consolidamento delle Banche popolari italiane.

Laura Cioli: laureata in Ingegneria Elettronica all'Università di Bologna e master in business administration alla Bocconi, è amministratore delegato di Sirti dal 2022. Tra i diversi incarichi, Dal 2018 al 2020 ha rivestito l'incarico di ad del gruppo editoriale Gedi. Sempre nell'editoria, è stata ad di Rcs MediaGrou. Prima di questo incarico, è stata ad di CartaSì (ora Nexi), e dg di Sky Italia.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Finanza

“Quando guardo a Unicredit penso alla seconda banca...

Published

on

"Il top management delle due banche (Unicredit e Bpm) è interamente a matrice Italiana, e quindi calato nel territorio, pur rispondendo al consiglio di amministrazione e agli azionisti"

"Quando guardo a Unicredit, penso alla seconda banca Italiana, non a una entità estera". Così all'Adnkronos Giorgio Vintani, analista e consulente finanziario indipendente, rispondendo alle recenti dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini, che aveva definito Unicredit una banca straniera.

La struttura dell’azionariato di Unicredit, spiega Vintani, è principalmente a matrice estera, "ma questo dipende dal fatto che gli investitori istituzionali rappresentano il 75% degli azionisti". In Italia, continua Vintani, non si è mai sviluppata una vera cultura del risparmio gestito, e i fondi italiani sono di dimensioni molto ridotte rispetto alla concorrenza del resto del mondo; questo dato non dovrebbe sorprendere più di tanto. "Oltre al 42% detenuto da investitori d'oltreoceano, il 25% è detenuto dagli inglesi, e questo rappresenta la quasi totalità degli investitori istituzionali", dice l'analista. Ma il top management delle due banche, Unicredit e Bpm, chiosa, è interamente a matrice Italiana, e quindi calato nel territorio, pur rispondendo al consiglio di amministrazione e agli azionisti. Ma qual è la composizione dell'azionariato delle due banche della cui eventuale fusione si inizia a discutere che hanno determinato oscillazioni delle quotazioni dei due titoli in Borsa?

Gli azionisti di Banco Bpm...

Se andiamo a vedere la struttura di Banco Bpm, sulla cui totalità di azioni Unicredit guidata da Andrea Orcel ha lanciato un Ops, prosegue Vintani, troviamo che i primi due azionisti sono Crédit Agricole, con il 9,18% e Blackrock con il 5,24%, anche se questi sono controbilanciati da altri investitori italiani, in misura maggiore rispetto a Unicredit.

E la distinzione tra Goldman Sachs e Blackrock..

"Farei una distinzione tra Goldman Sachs e Blackrock", prosegue ancora Vintani: mentre la prima è una banca di investimento, e quindi ha come obiettivo primario la massimizzazione del profitto, Blackrock è il più grande gestore di fondi internazionale, con prodotti che sono più fondi passivi, e quindi un obiettivo finale diverso; anche se, naturalmente, anche loro votano in consiglio di amministrazione.

Rischio sul credito alle Pmi in caso di espansione di Unicredit.. nessuno

Per quanto riguarda il credito alle Pmi, afferma Vintani, se Unicredit dovesse dirottare risorse verso altri business più profittevoli, si aprirebbe uno spazio per altre banche per aumentare la propria presenza in quel mercato. "Personalmente - afferma l'analista - ritengo inevitabile che ci sia un ulteriore processo di aggregazione tra le banche, in modo da avere campioni Italiani in grado di resistere all’agguerrita concorrenza delle banche europee e mondiali, spesso più grandi e meglio strutturate". Nel frattempo nella sede di Banco Bpm l'amministratore delegato Giuseppe Castagna dopo che il cda ha definito l'ops di Unicredit ''non commisurata al nostro valore'' ha messo in guardia sul rischio che le sinergie tra le due banche possano comportare esuberi di oltre 6 mila persone. (di Andrea Persili)

Continue Reading

Finanza

Unicredit-Banco Bpm, Tosi (Fi) promuove Ops: “Ottima...

Published

on

L'ex sindaco di Verona, 'la banca di piazza Gae Aulenti conserva un forte legame con la mia città'

La sede centrale di Unicredit a Milano

L'offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit su Banco Bpm è una "buona", anzi "ottima", operazione, "Italia su Italia", decisamente "meglio" che essere "comprati" da un soggetto estero. Anche se nel governo c'è chi la pensa diversamente, un eventuale uso del Golden power per fermare l'offerta si farebbe "fatica anche a motivarlo", dato che l'offerente è una banca italiana e non straniera. Lo dice all'Adnkronos Flavio Tosi, eurodeputato di Forza Italia, già sindaco di Verona, dal 2007 al 2017, con la Lega.

"Intanto - osserva Tosi - è un'operazione Italia su Italia, quindi va bene: piuttosto che essere comprati da fuori, meglio fare operazioni all'interno. C'è un unico aspetto critico, a mio avviso. Parlo da veronese e da veneto, perché a Verona in particolare, e in Veneto, a livello di sportelli i due istituti si sovrappongono molto. E quindi vorrà dire che o si trova una modalità di mediazione con il personale, di cessione di sportelli a qualcun altro", oppure l'aggregazione "diventa molto critica dal punto di vista del personale".

Ma in sé, prosegue, "l'operazione secondo me è buona, perché ci sono le banche di credito cooperativo, le banche territoriali che fanno le operazioni di dimensione territoriale", e poi, "a livello nazionale e globale", servono banche "sempre più forti, sempre più strutturate e in grado di affrontare le crisi". Quindi, "se si va verso due grandi blocchi, Intesa e Unicredit per capirci, non mi dispiace. Mi pare una cosa sensata nel momento attuale, perché il Banco, che una volta era una banca veronese, oggi è poco veronese".

Unicredit, prosegue Tosi, "mantiene ancora un forte legame con la città. Fondazione Cariverona è il primo azionista italiano di Unicredit. Direi che è una buona operazione. So che nel governo ci sono sentiment diversi, però credo anche che, nel mondo libero", la parola vada lasciata al mercato. "Se fosse uno straniero che compra in Italia, allora sarebbe giusto difenderci, ma è un'operazione tutta italiana".

Non è che il Ceo Andrea Orcel, molto a suo agio nella City, finisce per muoversi con poca cautela nei confronti della politica, visto che quello italiano è il secondo governo, dopo quello tedesco, che reagisce con sorpresa ad una sua mossa? "Orcel - risponde Tosi - è un grandissimo uomo di banca. Unicredit era arrivata, se non erro, a 8-9 euro e adesso è a 36, in tempi rapidissimi. Credo che chi è socio, ma anche chi da imprenditore lavora con quella banca, sia soddisfattissimo del lavoro di Orcel".

Nel governo non tutti sembrano vedere con favore l'eventuale aggregazione tra i due gruppi: "Essendo un'operazione di aggregazione italiana - risponde Tosi - non vedo perché ostacolarla. Può darsi che qualcuno abbia in mente altre aggregazioni (tra Banco Bpm e Mps, ndr): questa è un'altra questione, però non c'è un motivo strategico per impedire una ottima aggregazione italiana". Quindi, se si usasse il Golden Power, come è stato ventilato, Forza Italia sarebbe contraria? "Devo parlarne ovviamente col mio segretario Antonio Tajani", replica, ma "questo è un tema che conosco bene, perché è il mio territorio". Usare "il Golden Power su un'operazione tutta italiana si fa fatica anche a motivarlo", conclude.

Continue Reading

Finanza

Banco Bpm, Cda su ops Unicredit: “Operazione non è...

Published

on

Il consiglio dell'istituto di piazza Meda blocca lo scambio azionario: "Ops assoggetta banca a passivity rule e condizionerà flessibilità strategica". Un consigliere: "Offerta ostile"

Insegna Unicredit

Il cda di Banco Bpm, riunito oggi per valutare una prima informativa sull'ops lanciata da Unicredit nei confronti dell'istituto meneghino, ha sentenziato che lo scambio azionario proposto "non riflette in alcun modo la redditività e l'ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm".

Ribadendo che "l'offerta non è stata in alcun modo preventivamente concordata”, l'istituto ricorda che il potenziale di Banco Bpm “è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato”.

Nella nota il Consiglio di amministrazione dell’istituto di via Meda fa sapere che “fermo restando che Banco Bpm si esprimerà sull’offerta pubblica di scambio volontaria” lanciata ieri da Unicredit “con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge”, analizzando l’informativa “in via preliminare e nel migliore interesse degli azionisti, rileva all’unanimità che l'offerta indica un corrispettivo unitario, interamente in azioni, che riflette un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale di Banco Bpm del 22 novembre e uno sconto implicito del 7,6% rispetto al prezzo ufficiale di ieri”. In sostanza “le condizioni risultano del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia”. L'operazione lanciata da Unicredit è ostile secondo il consigliere di amministrazione di Bpm Mauro Paoloni.

Ops assoggetta banca a passivity rule

“La promozione dell'offerta” pubblica di scambio lanciata ieri da Unicredit, “pur in presenza delle inusuali condizioni di prezzo, comporta l’effetto di assoggettare Banco Bpm alla cosiddetta passivity rule", sostiene ancor ala nota. Tutto ciò, spiega l’istituto di via Meda, “condizionerà la flessibilità strategica del gruppo, in particolare con riferimento alle condizioni dell'offerta pubblica di acquisto promossa lo scorso 6 novembre da Banco Bpm Vita, società interamente partecipata dalla banca, sulla totalità delle azioni Anima Holding e al recente investimento da parte della banca nel capitale sociale di Banca Monte dei Paschi di Siena, determinandosi così un quadro di elevata incertezza”.

In tal modo, “viene quindi limitato lo spazio di manovra su base autonoma del management, che in questi anni ha dato prova di un forte track-record in termini di crescita organica e di iniziative straordinarie realizzando con successo, e senza richiedere capitale al mercato, operazioni quali l’integrazione tra Bpm e Banco Popolare, il de-risking del portafoglio creditizio, la riorganizzazione del bancassurance, la partnership nella monetica e, in ultimo, le operazioni su Anima e Banca Monte dei Paschi di Siena”.

Cosa sta succedendo

UniCredit ha presentato un’offerta di scambio volontaria per Banco Bpm per un corrispettivo totale di circa 10,1 miliardi di euro, interamente in azioni. La comunicazione ieri con una nota. L’offerta mira a rafforzare la posizione competitiva di UniCredit in Italia, uno dei mercati principali del Gruppo, creando una seconda banca ancora più forte in un mercato attraente, in grado di generare un significativo valore di lungo termine per tutti gli stakeholder e per l’Italia. La natura complementare delle attività sia in termini di aree geografiche che di segmenti di clientela, unita alla dimostrata capacità di esecuzione di UniCredit, fanno sì che il Consiglio di Amministrazione ritenga che l’operazione rappresenti un rischio di esecuzione gestibile spiega Unicredit.

S&P: "Con successo operazione UniCredit istituto migliorerebbe rating"

"Se l'offerta" di acquisizione da parte di UniCredit "avesse successo, Banco Bpm diventerebbe probabilmente parte integrante del gruppo allargato UniCredit e i nostri rating su Bpm beneficerebbero probabilmente del supporto del gruppo da parte della capogruppo". E' quanto scrive S&P Global Ratings in un'analisi. "Tutti i rating di Bpm - si legge - sarebbero probabilmente allineati a quelli di UniCredit, il che in termini pratici significa un rialzo per i rating dei suoi strumenti ibridi, che attualmente si collocano al di sotto".

"Strategicamente, l’operazione ha senso per UniCredit in quanto rafforzerebbe la sua posizione di mercato in Italia, e in particolare nella parte più ricca del Nord Italia, dove la banca è sotto rappresentata", si legge ancora.

"Il gruppo combinato - indica il report - deterrebbe una quota di mercato del 15% dei prestiti e del 14% dei depositi in Italia, riducendo il divario con il leader di mercato Intesa Sanpaolo, e servirebbe 11 milioni di clienti. Inoltre, Bpm offre complementarità e, ovviamente, sinergie di costo, dato che si tratta di un’operazione sul mercato, che supporta la logica economica dell’operazione".

"Dato che il tasso di cambio proposto" da UniCredit per l'acquisto di Banco Bpm "implica un prezzo delle azioni solo marginalmente superiore al prezzo di chiusura della fine della scorsa settimana, non possiamo escludere una modifica dei termini dell'operazione per renderla più attraente o che altri soggetti mostrino interesse per Bpm", scrive ancora S&P Global Ratings nell'analisi, nella quale si legge che l'agenzia "monitorerà quindi gli sviluppi" dell'operazione.

Al momento, ricorda il report, "nessuna dichiarazione pubblica è stata rilasciata da Bpm o dai suoi azionisti, tra cui l'istituto francese Credit Agricole, che detiene una quota del 9,18% e ha partnership strategiche in materia assicurativa e di gestione patrimoniale".

Continue Reading

Ultime notizie

Esteri7 ore ago

Putin, dalle minacce ai missili: Newsweek simula attacco da...

Le mappe di uno storico di tecnologia nucleare per ipotizzare gli effetti di una guerra globale Cosa succederebbe se la...

Spettacolo7 ore ago

Ballando con le stelle, Pellegrini su caso Madonia:...

Dopo l'infortunio di Samuel Peron, in arrivo un nuovo ballerino per l'ex nuotatrice Federica Pellegrini è entrata a Ballando con...

Esteri8 ore ago

Siria, ribelli verso Hama. Assad: “Sconfiggeremo i...

Il presidente siriano: "Continuiamo a difendere la stabilità e l'integrità territoriale del Paese". Presa Aleppo, civili in fuga e coprifuoco...

Esteri8 ore ago

Tregua in Libano opportunità per Iran, ma ora c’è...

La pressione sull'Iran è aumentata in modo esponenziale quando il conflitto latente tra Hezbollah e Israele è esploso in guerra...

Spettacolo8 ore ago

Ballando con le stelle, Bruganelli sotto attacco....

Le dichiarazioni di Sonia Bruganelli a Belve non sono passate inosservate Sonia Bruganelli è stata ospite a Belve, il talk...

Esteri9 ore ago

Trump contro tutti, niente sconti sui dazi: messaggio di...

"L'idea che i paesi Brics stiano cercando di allontanarsi dal dollaro mentre noi restiamo a guardare è tramontata" Donald Trump...

Sport9 ore ago

Sci, Razzoli: “Trasmettere i valori che abbiamo...

Il campione olimpico al Premio Fair Play Menarini "Credo che il senso della giornata del Premio sia quello di trasmettere...

Sport9 ore ago

Pallavolo, Antropova: “L’oro olimpico? Il...

La campionessa della nazionale al Premio Internazionale Fair Play Menarini La vittoria alle Olimpiadi di Parigi insegna che "l'unione, il...

Sport9 ore ago

Pallavolo, Zorzi: “Nostro obbligo da sportivi è...

Il due volte campione del mondo con l'Italvolley al Premio Internazionale Fair Play Menarini "Mi fa piacere parlare con i...

Sport9 ore ago

Bologna-Venezia 3-0, Ndoye e Orsolini firmano il successo...

La squadra di Italiano archivia la pratica con due calci di rigore e sale a 21 punti in classifica. Altra...

Sport9 ore ago

Atletica, Ganeshamoorthy: “La mia fortuna è aver...

La rivelazione dell'atletica paralimpica al Premio Internazionale Fair Play Menarini. "A me non piace tanto raccontarmi anche perché la mia...

Sport9 ore ago

Fair Play Menarini – ‘i campioni si...

Riflessioni, aneddoti e retroscena inediti per raccontare il meglio dello sport Riflessioni, aneddoti e retroscena inediti per raccontare il meglio...

Spettacolo10 ore ago

Ballando con le stelle, Nina Zilli abbandona la gara:...

La cantante ha avuto un altro infortunio durante le prove Fioccano gli infortuni a Ballando con le stelle 2024. Nina...

Spettacolo10 ore ago

Claudia Dionigi e Lorenzo Riccardi si sono sposati: le...

Le nozze da sogno di Claudia e Lorenzo, ex protagonisti di Uomini e Donne Claudia Dionigi e Lorenzo Riccardi hanno...

Cronaca11 ore ago

Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 30...

Nessun '6', ma un '5+1' da oltre 598mila euro Nessun '6', ma un '5+1' che si è aggiudicato 598.757,64 euro...

Ultima ora11 ore ago

Milan-Empoli 3-0, Morata e Reijnders lanciano i rossoneri

La squadra di Fonseca torna al successo in campionato: sblocca la gara lo spagnolo, poi doppietta del centrocampista olandese Nessuno...

Esteri11 ore ago

Tajani: “In Siria ci sono circa 300 italiani, pronto...

Il ministro degli Esteri: "La metà sono a Damasco" e "attorno ai 120" ad Aleppo. E sottolinea: "Non ci sono...

Politica12 ore ago

Sciopero 29 novembre, Salvini: “Landini sia cauto,...

Il ministro dei Trasporti: "Quando qualcuno brucia le foto di Salvini o di altri ministri non è mai un buon...

Sport13 ore ago

Calcio, Zanetti: “Bello il rispetto ricevuto da...

Il vicepresidente dell'Inter Javier Zanetti durante il talk al Salone dei Cinquecento a Firenze 'Fair Play Menarini - I campioni...

Politica13 ore ago

Fratelli d’Italia, tra meme e sfottò torna Atreju:...

La festa dall'8 al 15 dicembre. Schlein e Salis tra bersagli social. Mostra ironica con foto IA: "Ecco mondo ideale...