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Giulia Cecchettin, Filippo Turetta andrà in carcere a Venezia: interrogatorio entro 5 giorni

Coltelli, nastro adesivo, ricerche online potrebbero portare alla premeditazione. Il 22enne domani in Italia, andrà nel penitenziario di Montorio di Verona : interrogatorio non prima di lunedì

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

Rischia nuove accuse Filippo Turetta. Il giovane, accusato dell’omicidio volontario dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, domani rientrerà in Italia e andrà nel carcere di Venezia. Arriverà nella città lagunare, come apprende l'Adnkronos, nella tarda mattinata di domani a bordo di un Falcon 900 dell'Aeronautica Militare, lo stesso che sette anni fa riportò in Italia il fuciliere di Marina Salvatore Girone.

Il pm veneto Andrea Petroni potrebbe contestargli, oltre l’omicidio e il sequestro di persona, anche l’occultamento di cadavere per aver caricato in auto la studentessa, aver percorso oltre 100 chilometri e quindi essersi sbarazzato del cadavere gettandola in un dirupo vicino al lago di Barcis.

Sul fronte dell’omicidio, invece, sembra destinato ad aumentare il numero delle aggravanti. Sarà l’autopsia - in calendario l’1 dicembre prossimo - a stabilire se la ventina di coltellate inflitte alla ragazza possano far scattare la crudeltà (non è il numero a determinare l’aggravante, ndr), mentre bisognerà mettere in fila gli altri elementi fin qui raccolti dai carabinieri per capire se può essere contestata la premeditazione. Bisognerà capire se Filippo Turetta si è portato da casa i due coltelli sequestrati, se l’acquisto online del nastro adesivo (fatto un paio di giorni prima dell’omicidio) avesse la finalità di coprire la bocca e impedire a Giulia di urlare, se abbia fatto ricerche internet per studiare il percorso di fuga (e consigli su come sopravvivere) di più di mille chilometri fino in Germania dove è stato arrestato.

Filippo Turetta domani in Italia: sarà sorvegliato a vista

Il 21enne è destinato al carcere Montorio di Verona "dotato del reparto protetti", celle isolate, in cui la persona ristretta dietro le sbarre non ha contatti con nessuno degli altri detenuti. Una scelta che l'amministrazione penitenziaria prende in caso di reati gravi oppure nel caso in cui l'arrestato è protagonista di un caso mediatico. La prima destinazione era il carcere di Venezia, a pochi passi dalla procura che indaga sull'omicidio della studentessa, poi anche per ragioni di ordine pubblico è diventata Verona, dove Filippo Turetta sarà in isolamento e sorvegliato a vista, come da prassi, "per vigilare su possibili rischi autolesivi". Lo studente, che compirà 22 anni a dicembre, sarà visitato dal medico, poi dallo psicologo (potrebbe essere valutata la visita anche da parte di uno psichiatra) per valutare il "rischio suicidario".

Dato il clamore mediatico e anche il reato di cui è accusato, per il giovane sembra prospettarsi, oltre all’isolamento “anche una sorveglianza a vista 24 ore su 24 ore”. Dopo l’interrogatorio del pm, anche su richiesta della difesa, il giudice potrebbe predisporre altre misure a garanzia dell’arrestato.

L'interrogatorio

Con la notifica verrà decisa anche la data dell’interrogatorio di garanzia che dovrà essere fatto entro cinque giorni (a partire da domani) dal gip di Venezia Benedetta Vitolo. Interrogatorio che sarà “non prima di lunedì”, si apprende da fonti qualificate.

Il 21enne riceverà l’ordinanza di custodia cautelare solo una volta atterrato, negli uffici della polizia di frontiera. Un rientro in Italia che deve essere comunicato ufficialmente alla cancelleria del gip di Venezia che deve concedere il tempo ai difensori, gli avvocati Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno, di leggere gli atti sul caso, quindi può procedere a comunicare alle parti la data dell’interrogatorio da svolgersi entro comunque cinque giorni a partire da sabato.

All'interrogatorio, da quanto si apprende, sarà presente il pm Andrea Petroni (non è necessaria la presenza della pubblicazione accusa, ndr) che potrebbe chiedere un aggravamento rispetto ai reati contestati, mentre i difensori potrebbero chiedere una misura alternativa al carcere o già in questa fase la perizia psichiatrica. Se i legali non avanzeranno istanze, il gip non deve scrivere nessun nuovo provvedimento.

Al giudice il giovane potrebbe ripetere la confessione già resa alla polizia tedesca, dove è stato arrestato, oppure decidere, assistito dai legali Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno, di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Chiusi gruppi 'pro Turetta' su Fb, indagini Polizia postale

Intanto non sono più online i due gruppi 'Le bimbe di Filippo Turetta' e 'Le bimbe di Filippo Turetta 2.0', creati su Facebook. La Polizia postale, a quanto apprende l'Adnkronos, ha già acquisito screenshot e link per individuare chi ha creato le pagine ma anche gli utenti che hanno scritto commenti che potrebbero configurare un ipotesi di reato. E' inoltre in corso l'attività di monitoraggio del web per intercettare eventuali altri gruppi social lesivi dell'immagine di Giulia e dei suoi familiari.

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Cronaca

Basciano, procura chiede arresti domiciliari:...

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La richiesta al tribunale del Riesame dopo la scarcerazione del dj

Alessandro Basciano - Fotogramma

La procura di Milano, alla scadenza dei dieci giorni per fare ricorso, ha fatto appello al tribunale del Riesame chiedendo gli arresti domiciliari il deejay Alessandro Basciano - arrestato e subito scarcerato per stalking - perché c'è il rischio concreto che "possa commettere atti persecutori" nei confronti dell'ex compagna Sophie Codegoni, l'influencer che lo ha denunciato nel dicembre 2023.

La richiesta della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e del pm Antonio Pansa arriva a quattro giorni dall'interrogatorio in procura della ventitreenne modella che non ha fatto nessun dietrofront, anzi ha ribadito le minacce e gli insulti ricevuto anche via chat, ma soprattutto ha sottolineato di non aver mai ritirato la querela - presentata nel dicembre 2023 -, e di non essere intenzionata a farlo.

Basciano era stato arrestato la sera del 21 novembre e subito scarcerato dopo che il suo difensore, durante l'interrogatorio a San Vittore, aveva depositato alla gip Anna Magelli alcune chat e la promessa - contenuta in una scrittura privata el 26 febbraio scorso, legata a vicende civilistiche - della rinuncia alla querela. Promessa che la ex concorrente del Grande fratello Vip non ha mantenuto, come ha ribadito nel suo interrogatorio dove ha spiegato anche il tenore di alcune chat e ne ha consegnate altre per rafforzare la sua tesi. Dopo la richiesta della procura la palla passa ora, di nuovo, ai giudici.

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Cronaca

Affitti brevi, arriva la stretta: “Stop a key box e...

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Le indicazioni contenute nella circolare del capo della Polizia inviata alle prefetture

Una key box a Milano - Fotogramma

Affitti brevi, arriva la stretta. Stop quindi "all'identificazione da remoto degli ospiti delle strutture ricettive a breve termine mediante trasmissione informatica delle copie dei documenti'' e all'accesso ''negli alloggi con codice di apertura automatizzata, ovvero tramite installazione di key box all'ingresso''. Queste le indicazioni contenute nella circolare del capo della Polizia, Vittorio Pisani, inviata alle prefetture.

Documenti andranno verificati di persona

''In un momento storico delicato a livello internazionale caratterizzato da eventi che a vario modo impongono un elevato livello di allerta, si conferma l'obbligo posto a carico dei gestori di strutture ricettive di ogni genere o tipologia di verificare l'identità degli ospiti mediante verifica de visu della corrispondenza tra persone alloggiate e documenti forniti, comunicandola alla questura territorialmente competente'', si sottolinea nella circolare.

A causa dell'intensificazione del ''fenomeno delle locazioni brevi su tutto il territorio nazionale legate ai numerosi eventi politici, culturali e religiosi in programmazione nel Paese, anche in vista delle celebrazioni del Giubileo della Chiesa Cattolica previsto per la città di Roma a partire dal 24 dicembre 2024'' e della ''difficile situazione internazionale'', scrive Pisani, ''emerge la necessità di attuare stringenti misure finalizzate a prevenire rischi per l'ordine e la sicurezza pubblica in relazione all'eventuale alloggiamento di persone pericolose o legate ad organizzazioni criminali o terroristiche''.

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Cronaca

Covid invade il cervello, ecco il ‘film’. E la...

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Si insinua in diversi organi e potrebbe spiegare long Covid, nuovo studio documenta impatto su sequele neurologiche

Un dettaglio della proteina Spike

Il covid lascia il segno, a lungo, anche dopo la guarigione. Un'invasione persistente, silenziosa, e oggi finalmente documentata con le immagini. Un team di scienziati ha rivelato come la proteina Spike del coronavirus Sars-CoV-2 si accumula e persiste nell'organismo per anni dopo l'infezione, in particolare nell'asse cranio-meningi-cervello.

Si comporta come un ospite sgradito e molesto, che potrebbe essere responsabile del Long Covid e delle sequele neurologiche che tormentano in particolare alcuni pazienti anche dopo che hanno archiviato l'infezione. Nonostante il boom di studi sul virus della pandemia, alcuni meccanismi sottostanti ai sintomi neurologici di lunga durata post Covid sono sempre rimasti poco chiari. Oggi ricercatori del centro di ricerca tedesco Helmholtz Munich sono riusciti a 'girare' il film di come il virus Sars-CoV-2 invade il corpo (in particolare il cervello), si accumula e rimane per anni rischiando di causare danni persistenti.

Le immagini fornite a corredo dello studio pubblicato su 'Cell Host & Microbe' sono ricostruzioni 3D e rendono bene la dinamica dell'invasione. Un'invasione contro la quale, precisano gli studiosi, "i vaccini a mRna aiutano, sebbene non possano fermarla" del tutto. La proteina Spike del virus è stata trovata sia nei modelli murini che nei tessuti umani post mortem molto tempo dopo il Covid. Ed è risultata associata a cambiamenti vascolari e infiammatori nel cervello insieme a danni neuronali.

"Per scoprire tutti i tessuti presi di mira dal Sars-CoV-2 - illustra uno degli autori, Ali Ertürk, riassumendo il lavoro fatto in alcuni post su X - abbiamo mappato quelli colpiti dalla proteina Spike di questo coronavirus rispetto alle proteine ​​Ha", emoagglutinina, "dell'influenza". E' emerso che sono molti gli organi coinvolti, e sono stati poi osservati anche "accumuli di Spike nelle nicchie del midollo cranico e nelle connessioni cranio-meningi, rivelando una nuova via dei patogeni nel cervello. La proteina Spike è stata poi trovata "anche nelle nicchie del midollo osseo del cranio e nelle meningi delle persone morte di Covid". Sebbene il tessuto cerebrale dei pazienti affetti fosse negativo alla Pcr, proteina che viene prodotta quando ci sono ad esempio infezioni in corso, nel cervello era presente la proteina Spike, il che suggerisce" che questa ha "un'emivita più lunga rispetto alle particelle virali".

Gli scienziati hanno anche documentato nel topo l'impatto in termini di danni: la proteina Spike sembra essere sufficiente per indurre cambiamenti patologici e comportamentali nel cervello dei roditori, aumentando anche la vulnerabilità cerebrale e aggravando il danno neurologico.

"Sorprendentemente - continua Ertürk - abbiamo trovato un accumulo di Spike in circa il 60% delle persone che avevano avuto Covid in passato, molto tempo dopo la loro guarigione. Pertanto, la Spike identificata nel cranio umano oltre il tempo di rilevamento virale potrebbe essere un cofattore nello sviluppo di sintomi di Covid a lungo termine. Rispetto a un gruppo di controllo, i pazienti con Long Covid hanno mostrato livelli significativamente elevati di proteine ​​correlate a malattia neurodegenerativa, come la proteina Tau e Nfl, nel liquido cerebrospinale".

Un'altra osservazione del team di ricerca è stata che nei topi vaccinati con il vaccino Pfizer-BioNTech è risultato "significativamente ridotto, ma non completamente eliminato, l'accumulo di proteina Spike. Ciò suggerisce che la vaccinazione può ridurre significativamente gli effetti a lungo termine del virus sul sistema nervoso, fornendo un supporto per ridurre il rischio di sequele" post Covid.

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