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Uccisa da albero crollato a Roma, la rabbia del figlio della vittima: “Tagliate tutto”

Il platano crollato in via di Donna Olimpia alle 10.30, inutili i tentativi di rianimare la donna che al momento della caduta si trovava accanto al figlio rimasto illeso

L'albero crollato a Roma in via Donna Olimpia

Aveva 82 anni la donna travolta e uccisa da un platano caduto intorno alle 10.30 all’altezza del civico 60 di via di Donna Olimpia, nel quartiere Monteverde di Roma.

Secondo quanto apprende l’Adnkronos la vittima, italiana, si trovava sul marciapiede quando il grosso albero si è spezzato a circa un metro e mezzo da terra. Inutili i tentativi di alcuni agenti della polizia locale intervenuti sul posto di liberare la donna travolta dall'albero. Per oltre mezz’ora i sanitari dell’auto medica hanno tentato di rianimarla ma alla fine non è rimasto loro che constatare il decesso. La donna si trovava sul marciapiede con il figlio, rimasto illeso.

“Tagliate tutto, mia madre non lo merita - ha gridato l'uomo in preda alla rabbia davanti al corpo della mamma ancora sotto al platano-. O tagliate le macchine o le taglio io”.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Cronaca

Il 2025 è l’anno dei ponti, con 6 giorni di ferie 32...

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Tanti giorni di riposo consecutivi grazie alla disposizione dei giorni rossi sul calendario di quest'anno

Valigie -

L'Epifania ha portato via tutte le feste invernali, ma per quanto riguarda i giorni rossi sul calendario l'anno appena iniziato è ottimo per chi vuole programmare viaggi e gite fuori porta. Molte festività infatti cadono in giorni lavorativi permettendo di allungare facilmente i weekend e riposare qualche giorno di seguito in più. Ne abbiamo avuto una prova già nella prima settimana dell'anno: chi ha potuto prendere il 2 e il 3 gennaio di ferie ha staccato dal lavoro per sei giorni consecutivi, dal 1° dell'anno fino all'Epifania.

Primavera 2025

I primi mesi saranno lunghi e senza pause ma tra fine aprile e inizio maggio sarà possibile prendersi un lungo stop con una manciata di giorni di ferie. I giorni rossi sul calendario sono quelli di Pasqua e Pasquetta, domenica 20 e lunedì 21 aprile, seguiti dal 25 aprile (la Festa della Liberazione quest'anno cade di venerdì) e poi ancora dal 1° maggio, la Festa dei lavoratori, che sarà invece un giovedì.

Per chi vuole e può assentarsi più a lungo dal lavoro, magari per un bel viaggio, potrà prendere 7 giorni di ferie (22, 23, 24, 28, 29, 30 aprile e 2 maggio) per averne 16 di vacanza (da sabato 19 aprile a domenica 4 maggio). In alternativa con 3 giorni di ferie (22, 23 e 24 aprile) si uniscono le feste di Pasqua a quelle della Festa della Liberazione e si riposa 10 giorni (dal 19 al 27 aprile).

Basterà invece chiedere a lavoro un solo giorno, venerdì 2 maggio, per fare tre ponti in tre settimane: 19-20-21 aprile (per Pasqua), 25-26-27 aprile (per la Festa della Liberazione) e infine 1-2-3-4 maggio (per la Festa dei lavoratori).

Anche giugno poi inizia con un ponte: dopo il weekend del 31 maggio e del 1° giugno, la Festa della Repubblica del 2 giugno cade quest'anno di lunedì.

Ferragosto

Ponte anche in piena estate: Ferragosto cade infatti di venerdì, permettendo di assentarsi dal lavoro dal 15 al 17 agosto senza chiedere giorni di ferie.

Natale 2025

Anche l'ultimo mese dell'anno regalerà bei momenti di riposo senza bisogno di ferie. Si comincia con la Festa dell'Immacolata, che permetterà di allungare il weekend del 6 e del 7 dicembre di un giorno, dal momento che l'8 dicembre è un lunedì.

Lo stesso vale perla fine di dicembre: il giorno di Natale è giovedì e Santo Stefano cade di venerdì, quindi nel pieno delle feste, dal 25 al 28 dicembre, si potrà godere di un ponte di 4 giorni.

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Cronaca

‘Donne nella storia dei media’, un saggio...

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La storia dei media è sempre al maschile. Le donne, in ruoli 'above and below the lines', vi hanno contribuito in modo sostanziale ma sono state 'dimenticate' nei resoconti storici ufficiali. Il volume, edito da Franco Angeli, ha la firma di Anna Lucia Natale e Paola Panarese

Raffaella Carrà è una della protagoniste del volume 'Donne nella storia dei media' di Natale e Panarese

La storia dei media è storia al maschile. Le donne, in ruoli 'above and below the lines', vi hanno contribuito in maniera sostanziale ma sono state 'dimenticate' nei resoconti storici ufficiali. Ricostruire profili di donne nei media, di ieri e di oggi, è una sfida per la ricerca sociologica e il primo passo verso una storia dei media al femminile. Il saggio, "Donne nella storia dei media. Autrici, artiste, influencer, tra ribalta e retroscena è appena edito da Franco Angeli, ha la firma di Anna Lucia Natale e Paola Panarese.

Nel '24 ricorrevano il centesimo anniversario della Radio e il settantesimo della Tv nel nostro Paese. Questo volume li celebra valorizzando alcune delle tante protagoniste, di ieri e di oggi, che hanno contribuito a fare la storia dei 'vecchi' mezzi di comunicazione. E senza perdere di vista i media digitali. Realizzato dall’Unità di ricerca GeMMa (Gender and Media Matters), del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale di Sapienza Università di Roma, il libro si inserisce in quel filone internazionale dei 'gender and media studies' che, rilevando la marginalizzazione delle donne nelle storie ufficiali del broadcasting, mira a evidenziarne il contributo creativo all’evoluzione dei linguaggi comunicativi e dell’industria mediale.

In questa prospettiva, inedita nella ricerca italiana del settore, i testi raccolti nel saggio riguardano autrici televisive e radiofoniche come Laura Toscano, Lidia Motta o Serena Dandini, performer come Raffaella Carrà, comiche come Luciana Littizzetto e Lella Costa, conduttrici di programmi 'crime' come Donatella Raffai. E, con uno sguardo ai social media e alle nuove forme di agency femminili, activist e virtual influencer. Ne emerge un quadro variegato di donne competenti e creative che, spaziando dalla fiction televisiva alle narrazioni radiofoniche e all’attivismo online, dall’intrattenimento all’impegno sociale, hanno aperto nuove strade nel racconto del femminile.

Autrici radio-tv in una prospettiva inedita nella ricerca italiana di settore

Si sta qui evocando, in sostanza, "una storia dei media attenta non soltanto agli aspetti istituzionali e tecnologici dei media, ma anche che studi i media in rapporto a 'broader economic, social and cultural phenomena' -spiegano le autrici- Una storia che di per sé sottintende e richiede l’apporto di discipline diverse, chiamando in causa metodi, suggestioni e interessi degli studi sui media, della storia dei media e quella delle donne, degli studi di genere o sull’industria mediale".

Anna Lucia Natale è stata professoressa associata di Storia della radio e della televisione presso la Facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione della Sapienza Università di Roma. È stata direttrice dell’Unità di Ricerca GeMMa. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Radio programming by and for women in Italy in the 1970s ('Journal of Italian Cinema & Media Studies', 2023).

Paola Panarese è professoressa ordinaria di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione della Sapienza Università di Roma. È presidente del Corso di laurea magistrale in Gender Studies, Culture e politiche per i media e la comunicazione e direttrice dell’Osservatorio di ricerca Mediamonitor minori e dell’Unità di Ricerca GeMMa. Tra le sue ultime pubblicazioni: La pubblicità nell’era digitale. Modelli, tecniche e scenari (con C. De Luca, Carocci 2024).

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Cronaca

“+36% di morti accoltellati in 10 anni”,...

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Marco Strano: "Fra il 2022 e il 2023 solo in Italia si rileva un aumento del 2% delle lesioni dolose provocate da ragazzi sotto i 17 anni"

Le morti per accoltellamento sono aumentate del 36% nell'ultimo decennio in tutta Europa e negli Stati Uniti. Solo in Italia, stando a un report del Dipartimento di pubblica sicurezza del 2024, si è assistito - fra il 2022 e il 2023 - a un aumento del 2% delle lesioni dolose provocate da ragazzi sotto i 17 anni (da 3.569 a 3.639) e questa è considerata dai tecnici come la principale 'spia' dell’uso di coltelli". Così all'Adnkronos il criminologo Marco Strano dopo i recenti fatti di cronaca a Bergamo (con l'omicidio di Mamadi Tunkara)e Seriate in Lombardia.

Occhio al problema culturale..

Tendenzialmente, spiega Strano, in alcune culture tradizionali (nordafricana, balcanica, islamica) il porto quotidiano del coltello sembra essere maggiormente tollerato e "tale circostanza genera problematiche in nazioni (come l’Italia) dove viceversa il porto di tale oggetto è fortemente regolamentato". Tra le dinamiche di integrazione, sottolinea il criminologo, "quindi si affaccia anche il problema della necessità di una diversa attribuzione di significato al porto di una lama. Ad esempio, il famoso coltello ricurvo 'Kirpan' che, come il turbante, è un simbolo della religione Sikh, ha generato numerose polemiche (e vicende giudiziarie) in occasione di cerimonie religiose anche in Italia".

E le gang di strada...

Nelle gang di strada, anche italiane, il coltello rappresenta per i ragazzini un simbolo di potere, evidenzia il criminologo, "qualcosa da mostrare nel gruppo e un oggetto che poi, immancabilmente, viene utilizzato nelle dispute interne e in generale nei crimini di strada, in special modo nei contrasti con gruppi rivali ma anche per discussioni legate allo spaccio di stupefacenti". Le lesioni che un coltello anche di piccole dimensioni è in grado di provocare sono molto gravi e spesso irreversibili e in grado di generare menomazioni permanenti. "Il suo uso è relativamente intuitivo e non occorre un addestramento particolare per uccidere o comunque per provocare ferite gravissime", sottolinea.

Rischio giudiziario.. basso

I motivi sono diversi. In primo luogo la facilità di reperire tali armi, spiega Strano, che sono economiche (un coltello può costare anche un paio di euro) e soprattutto di libera vendita in quasi tutto il mondo e, in secondo luogo, le conseguenze giudiziarie per una eventuale individuazione di un coltello addosso a una persona sono assai più tenui rispetto a un’arma da fuoco.

In Italia, ad esempio, se il coltello portato addosso non ha un meccanismo a scatto e presenta un filo tagliente solo da una parte della lama viene considerato come “arma impropria” "e la sanzione per il porto di tale tipologia di oggetto è assai lieve (e non prevede mai l’arresto anche in flagranza di reato). Inoltre anche i semplici coltelli da cucina sono implicati storicamente in un numero considerevole di omicidi", sottolinea.

Tutto il mondo è Paese..

L’Fbi americana anni fa (nel 2018), evidenzia Strano, ha diffuso un rapporto relativo agli omicidi commessi negli Stati Uniti e, vista la grande diffusione delle armi da fuoco in quella nazione, in cima alle classifiche degli strumenti impiegati nel commettere omicidi, ci sono ovviamente le pistole, ma al secondo posto ci sono i coltelli. "Nel 2018 infatti si sono verificati in USA 1.515 omicidi con strumenti da punta o da taglio", sottolinea.

L’allarme sull’incremento dell’uso del coltello specie tra i giovani, prosegue Strano, si è diffuso anche in Svizzera. "In un rapporto del Servizio della “Prevenzione Svizzera della Criminalità” (Psc) - dice - il numero di lesioni personali gravi e di omicidi tra i minori di 18 anni in cui sono coinvolti coltelli è aumentato in modo significativo negli ultimi anni. Ad esempio, mentre nel 2016 ci sono stati cinque omicidi e quattro casi di lesioni personali gravi con l’arma bianca, nel 2022 sono saliti rispettivamente a 12 e 25 casi".

Londra.. città delle pugnalate..

Londra, che in vari ambienti viene soprannominata “Stub-City”, ovvero la città delle pugnalate, è una delle aree urbane dove gli eventi criminali collegati all’uso di un coltello sono aumentati nel tempo in maniera preoccupante Nel 2020, in comparazione al 2019, i crimini con arma bianca sono aumentati del 20%, da 4.117 a 4.936 e nell’ultimo triennio i numeri non sono calati. Nel Regno Unito, oltre a Londra, anche Manchester e Birmingham registrano un elevato numero di crimini correlati all’uso del coltello e alcuni esperti hanno rilevato che in tali aree metropolitane la presenza straniera è più forte. (Di Andrea Persili)

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