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Diabete: la Rete diabetologica piemontese è tra le più forti in Italia. Le nuove sfide: potenziare la prevenzione, facilitare l’accesso ai nuovi farmaci e avvicinare la cura al paziente attraverso le nuove tecnologie

Diabete: la Rete diabetologica piemontese è tra le più forti in Italia. Le nuove sfide: potenziare la prevenzione, facilitare l’accesso ai nuovi farmaci e avvicinare la cura al paziente attraverso le nuove tecnologie

I clinici: “E’ importante potenziarel'assistenza specialistica sul territorio, con gruppi interdisciplinari che lavorano nella fase acuta dentro l’ospedale e sul territorio”.

L’appello di AMD Piemonte e Valle d’Aosta: “Serve promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini sulla prevenzione dell'obesità e del diabete. La cultura della prevenzione deve essere proposta anche come investimento in salute”. 

Torino, 27 novembre 2023– Secondo AMD-Associazione Medici Diabetologi il diabete mellito in Italia ha raggiunto una prevalenza stimata oltre il 6%, vale a dire circa 4 milioni di soggetti affetti, prevalenza che non tiene però conto del sommerso/non diagnosticato che potrebbe far schizzare il dato ben oltre il 7%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul servizio sanitario nazionale e sui servizi regionali è molto importante: la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 3.000 euro per paziente (il doppio che per i soggetti non diabetici); oltre l’80% dei costi è attribuibile ai ricoveri e alla gestione delle complicanze e comorbilità, mentre solo la restante parte coinvolge le prestazioni ambulatoriali, i farmaci e i dispositivi per il diabete. A questo vanno aggiunti anche i costi indiretti che rendono ancora più complicata la gestione di questa condizione clinica.

In Piemonte le persone che soffrono di diabete sono 320mila (dato del Registro Regionale Diabete), il 5% della popolazione, un dato è in crescita: di questi, il 91% soffre di diabete di tipo 2, il 5% di diabete di tipo 1, il restante sono forme di diabete secondarie ad altre patologie.A Torino sono 60.000 i pazienti diabetici.La Rete Diabelologica piemontese è tra le più forti, in particolare è una rete che riguarda gli adulti e i bambini, e ora è pronta per affrontare nuove sfide:potenziare la prevenzione, facilitare l’accesso aifarmaci innovativi e avvicinare la cura al paziente attraverso le nuove tecnologie.

Se ne parla all’evento “La pandemia diabete T2, dai modelli organizzativi alle criticità gestionali, alle nuove opportunuità di cura”, organizzato da Motore Sanità, con la collaborazione scientifica di AMD, con il patrocinio di FAND Associazione Italiana Diabetici ODV, Federfarma Piemonte e FIMMG Federazione Italiana Medici di Famiglia Sezione Provinciale di Torino, per fare il punto sul questa malattia in Piemonte.

La prevalenza di diabete rilevata nel 2022 in Piemonte è stata addirittura superiore a quella nazionale, con una percentuale che si assesta intorno al 7%, circa 300 mila persone affetta. Ma è anche vero che Il tasso di ospedalizzazione per diabete non complicato e diabete con complicanze è nettamente inferiore in confronto al dato nazionale, e stessa cosa si rileva per il tasso standardizzato di mortalità per diabete, un po' più elevato negli uomini rispetto alle donne. Questo significa che, in Piemonte, la diabetologia sta lavorando bene ma, comunque, c’è ancora tanto da lavorare e migliorare”ha spiegato Enrico Pergolizzi, Presidente AMD-Associazione Medici Diabetologi Piemonte e Valle d’Aosta. “L’obiettivo delle società scientifiche diabetologiche, AMD e SID in prima linea, è quello di potenziare e razionalizzare l’assistenza alle persone con diabete per garantire il pieno accesso alle cure e ai trattamenti in maniera omogena, per evitare le complicanze della malattia e assicurare una elevata qualità di vita. Ma un punto fondamentale è quello di promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini sulla prevenzione dell'obesità e del diabete, centrate sull’educazione a comportamenti alimentari salutari e sull’incentivazione dell'attività fisica. La cultura della prevenzione deve essere proposta anche come investimento in salute, perché solo così è possibile ridurre il rischio di sviluppare queste malattie croniche che hanno un altissimo impatto sociosanitario ed economico”.

Secondo Salvatore Oleandri, Direttore SC Endocrinologia e Malattie Metaboliche ASL Città di Torino, è importante promuovere le campagne vaccinali per il Covid, e non solo, e potenziare sempre di più l'assistenza specialistica sul territorio, con gruppi interdisciplinari che lavorano sia nella faseacuta dentro l’ospedale, sia sul territorio.

“La pandemia ci ha insegnato che, nel momento in cui la medicina del territorio - la specialistica e la medicina di famiglia - vengono sostenute e rinforzate, si riesce a gestire la patologia sul territorio e a governare anche il suo ingresso in acuto in ospedale e anche la sua dimissione sul territorio. In questo momento – ha puntualizzato il professore Oleandri - gli spazi sul territorio dedicati alla specialistica non sono appropriati, lo vediamo dalle lunghe liste di attesa e dalla difficoltà che stiamo avendo in tutta Italia a recuperare i volumi prestazionali che avevamo prima del Covid, però, grazie al Pnrr si sta andando verso il potenziamento della medicina del territorio”.

Salvatore Oleandri ha ricordato inoltre che la campagna vaccinale messa in campo dal 2020 in poi, ha determinato gli effetti voluti: “la mortalità molto alta registrata durante la fase pandemica, soprattutto nella popolazione fragile di diabete, è tornata finalmente, almeno in Piemonte, a Torino, ai livellipre-pandemici, intorno al 2,5-3%, scendendo dal 6%, al 4%, al 3% progressivamente dal 2021 a oggi”.

Carlo Bruno Giorda, S.C. Diabetologia ASL Torino 5 ha messo in evidenza punti di forza e criticità: “La diabetologia sta vivendo una rivoluzione epocale e i due driver di questa rivoluzione sono l’innovazione farmacologica, che sta dando dei risultati impensabili, e la tecnologia. Ma esistono anche dei punti deboli: le tecnologie attualmente non sono riportate nel PDTA del diabete e poi serve migliorare la digitalizzazione, sopratttutto lo scambio dei dati con la medicina generale che è ferma ad un modello del 2010, già solo mettere in condivisione l’utilizzo dei farmaci e non solo gli esami sarebbe un passo avanti”.

Rendiamoci conto che questa patologia, che rappresenta la cronicità numero uno, riserva sfide anche nuove che ogni volta si affacciano – ha dichiarato Alessandro Stecco, Presidente IV Commissione Sanità, Regione Piemonte -.Recentemente, per esempio, un farmaco salvavita spray ipoglicemizzante per pazienti insulino-dipendenti, spesso pediatrici, non risulta più rimborsabile per mancato accordo in AIFA e le regioni vengono chiamate a trovare soluzioni. Alcune regioni si sono portate avanti e mi auguro che questo potrà essere fatto anche con la regione Piemonte, anche perché si tratta di un farmaco di un certo costo. Importante è la stretta connessione con gli specialisti: la patologia del diabete è quella dove meglio si estrinseca la collaborazione del medico di famiglia con lo specialista. Credo che sia il paradigma per tante altre criticità questo modello. Si segue con attenzione tutto quello che riguarda questa patologia perché, quando il diabete non è controllato, porta a una serie di conseguenze responsabili, tra le alte cose, di costi sociali molto forti”.

LE ESPERIENZE SUL TERRITORIO

L’Asl Città di Torino è in prima fila nella costituzione di nuovi modelli di presa in carico totale multidisciplinare del paziente. “Stiamo cercando di sperimentare nuove modalità di integrazione del paziente diabetico innestate su una rete solidissima" ha spiegato Carlo Picco, Direttore Generale ASL Città di Torino e Azienda Zero. “Nell’ambito dei controlli della retina siamo riusciti a fare una gestione integrata con gli oculisti all’interno dell’ospedale Oftalmico,dove è presente la sede principale di Diabetologia,e i pazienti fanno i controllidella retina contestualmente alla visita diabetologica. Inoltre abbiamo sperimentato il sistema di vaccinazione all’interno del PDTA del paziente diabetico, quindi non solo gli viene proposta la vaccianzione e offerta la prenotazione ma viene offerta l’intera prestazione.Infine, in Azienda Zero abbiamo ricostituito la rete diabetologica dandogli una dimensione più regionale e questo potrà sicuramente fare ottenere ulteriori miglioramenti nella direzione che ci siamo preposti”.

Paola Gennari, Responsabile della S.S.D. Malattie endocrine e Diabetologia dell'ASL TO3 ha presentato la situazione in questo territorio: “I pazienti con diabete tipo 2 nella TO3 sono circa 35.000, di cui circa 10.000 nell’area pinerolese, su una popolazione di circa 600.000 abitanti, ripartiti in 109 comuni. La difficoltà maggiore è, quindi, la vastità del territorio, non sempre facilmente raggiungibile. Grande importanza deve essere data ai PDSTA, come quello del diabete, strumento che permette al paziente un percorso clinico-assistenziale adeguato. L’ intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine e determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse. Per la sostenibilità del sistema, occorre dare sempre più spazio alla Telemedicina, considerando non solo il risparmio di costi diretti, ma anche di quelli indiretti”.

"I dati epidemiologici dicono che il diabete di tipo II è il principale problema della sanità territoriale, mettendo alla prova sia gli interventi clinici sia quelli organizzativi – ha sottolineato Carlo Romano, Direttore Distretto Nord Ovest e Coordinatore Area Territoriale Nord -. I Distretti sono direttamente impegnati sia dal punto di vista della loro funzione di tutela che da quello della garanzia dell'erogazione di prestazioni, e in Piemonte il PSDTA del diabete, attraverso la modalità della Gestione integrata, ha portato a documentati miglioramenti nell'assistenza".

LA MEDICINA GENERALE: AFFRONTARE IL DIABETE CON UNA MEDICINA DI POPOLAZIONE E DI INIZIATIVA

“In Piemonte è attivo il sistema di Gestione integrata del diabete mellito, questa modalità ha consentito di affrontare al meglio il periodo di pandemia Covid-19: infatti il paziente diabetico è stato quello che di meno ha subito il periodo di chiusura dei servizi, in quanto il sistema di integrazione dei servizi ha sopperito adeguatamente. Anche ora che il servizio sanitario regionale è in crisi con tempi di attesa lunghissimi, se non impossibili, per l’ottenimento delle prestazioni specialistiche, la branca diabelologia è quella che meno risente di questo fenomeno – ha spiegato Andrea Pizzini, Consiglio Direttivo FIMMG Torino e Segretario della Scuola Piemontese di Medicina Generale Massimo Ferrua, Torino -. Come medici di famiglia ci auspichiamo che anche altre patologie croniche (come la BPCO, lo scompenso cardiaco, l’osteoporosi, ecc…) possano essere affrontate con il medesimo approccio: con una medicina attiva, di popolazione e di iniziativa”.

I PAZIENTI: MIGLIORARE L’UTILIZZO DEI NUOVI FARMACI

Enrico Ferrario, Coordinatore di Assemblea Vinovo, Cittadinanzattiva Piemonte ci ha tenuto a sottolienare che “le scoperte recenti dell’eziologia e fisiopatologia del diabete hanno portato a nuovi farmaci, alcuni già utilizzati altri ancora sperimentali, che, aggiunti a farmaci storici come la Metformina e al controllo dietetico possono migliorare molto il quadro metabolico del paziente, ma il loro utilizzo presenta alcune difficoltà: non sempre adeguata conoscenza da parte dei medici di medicina generale e degli stessi specialisti; costi elevati; gravi problemi di carenza”.

Giulietta Miele, Presidente FAND Torino, si è infine soffermata sulla tecnologia a disposizione, “ovvero i nuovi device che aiutano il malato a monitorare in continuo il valore della glicemia, normalmente applicato sulla parte alta del braccio e che dovrebbe permettere un buon compenso glicemico; inoltre speriamo venga presto abbinato ad un microinfusore automatico che inietta direttamente l’insulina necessaria, oggi esiste un sistema manuale, tramite un apparecchio consente di iniettare la quantità giusta di insulina, anch’essa suggerita dal PDM stesso. Devo dire che c’è ancora da discutere in merito alla precisione della misurazione, perché va bene interpretare la tendenza della freccia atta alla misura, ma quando supera il 20% dichiarato ed il paziente è in ipoglicemia, la situazione diventa grave, sarebbe quindi consigliabile una rivisitazione dell’apparecchio”.

Si ringrazia Menarini Group e Guidotti per il contributo incondizionato.

Ufficio stampa Motore Sanità

Laura Avalle - 320 098 1950

Liliana Carbone - 347 264 2114

comunicazione@motoresanita.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Treno in ritardo? Puoi chiedere il rimborso che ti spetta

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20 dicembre 2024.Secondo un’inchiesta svolta da Altroconsumo attraverso un questionario a 1.492 cittadini per conoscere la loro opinione ed esperienza sul servizio ferroviario, 1/3 di chi ha viaggiato con un treno ad alta o media velocità nel corso degli ultimi 12 mesi è arrivato in ritardo a destinazione. Questo è successo nel 36% dei casi con Trenitalia e in percentuale minore con Italo. La tratta che ha registrato la maggior incidenza di ritardi è risultata la Milano-Genova, seguita dalla Bologna-Lecce. In 2/3 dei casi, l’entità del ritardo non ha superato la mezz’ora, limite oltre il quale si ha il diritto di richiedere un’indennità.

Circa 1 persona su 2 ha presentato un reclamo per ottenere un rimborso del ritardo superiore ai 30 minuti e quasi tutte le richieste sono state fatte online. Trenitalia e Italo hanno evaso la quasi totalità delle richieste di indennizzo, principalmente tramite voucher (46%) o accredito (42%) sul conto della carta con cui era stato effettuato l’acquisto.

Dall’inchiesta emerge che viaggiare sui treni di Italo è più apprezzato rispetto a Trenitalia in tutti i parametri valutati: pulizia a bordo treno, livello di manutenzione, puntualità all'arrivo.

Ma perché il ritardo è diventato cronico? I problemi iniziano quando i treni veloci, cui viene data la precedenza, si immettono nella linea normale. La linea dell'alta velocità, infatti, è discontinua e si innesta in molti tratti sulla rete tradizionale. I treni italiani corrono su due binari, quello veloce e privilegiato delle tratte dedicate alla Tav e quello vecchio e lento su cui si affannano ogni giorno le vecchie carrozze. Negli anni, il cronico problema della mancanza di puntualità si è riversato anche sui treni veloci e i ritardi sono diventati la norma anche sui binari della Tav. A rendere il quadro più complesso ci sono numerosi cantieri previsti tra il 2025 e il 2026, che renderanno disponibili a singhiozzo numerose tratte ferroviarie creando nuovi disagi per gli utenti. Rfi ad oggi dichiara che ogni giorno ci sono sulla rete 1100 cantieri aperti, il 20% in più del 2023.

Inoltre, per la mancanza di puntualità, i passeggeri ricevono rimborsi miseri, visto che Trenitalia ha pensato bene di alzare le soglie di ritardo per il quale è previsto l'indennizzo: un escamotage per ridurre il numero dei rimborsi. Chi viaggia in treno riceve rimborsi per il 50% del prezzo del biglietto, ma solo se il ritardo supera le due ore. Altroconsumo, tramite la sua petizione, chiede invece rimborsi integrali del costo del biglietto per questa casistica e rimborsi che scattino per ritardi più brevi e idonei a un servizio di Alta Velocità e che siano attribuiti automaticamente agli utenti senza bisogno di farne richiesta.

"Secondo la nostra ultima indagine, i disagi ferroviari sono sempre più frequenti anche a causa dei cantieri che hanno caratterizzato la scorsa estate e che proseguiranno nel 2025 e nel 2026. La modernizzazione della rete è certamente necessaria e prioritaria, ma deve andare di pari passo con il rispetto dei diritti dei passeggeri, che meritano un servizio di qualità adeguato ai costi sempre più elevati dei biglietti. Quanto sta accadendo evidenzia una grave carenza nella programmazione dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e non possiamo permettere che a pagarne il prezzo siano i passeggeri. Gli indennizzi previsti dal Regolamento europeo non sono sufficienti: attualmente il rimborso del 50% del biglietto è previsto solo per ritardi superiori alle due ore. Noi chiediamo il rimborso totale del biglietto, il rimborso del 50% per ritardi superiori a un’ora per tutti i treni e a 30 minuti per i treni Alta Velocità, considerando che, secondo la nostra indagine, il 34% dei treni in ritardo rientra in queste tempistiche. Inoltre, il 45% dei ritardi si colloca tra i 15 e i 30 minuti, per i quali attualmente non è previsto alcun indennizzo. Per questi casi chiediamo un rimborso del 30% del biglietto. Come Altroconsumo chiediamo anche che i rimborsi siano automatici, senza inutili trafile burocratiche, e che il passeggero possa scegliere tra rimborso in denaro o sotto forma di voucher. Vi invitiamo quindi a firmare la nostra petizione: insieme possiamo fare la differenza e far sentire la nostra voce." Dichiara Federico Cavallo, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo

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Accademia Consulenza d’Immagine presenta la Palette...

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Palette Psicocromatica

Roma, 20/12/2024 - Accademia Consulenza d’Immagine lancia la Palette Psicocromatica, un percorso formativo che integra armocromia, neuroscienze e psicologia positiva della moda. Si tratta di un corso che punta a trasformare l'approccio dei professionisti della consulenza d’immagine, combinando elementi psicologici e cromatici al fine di offrire un servizio più profondo e personalizzato.

Il programma è stato ideato da Ilaria Marocco, Presidente di Asso Style Image, e Chiara Salomone, esperta di psicologia della moda e fondatrice di NEUROFASHION®. Insieme, le due professioniste, hanno sviluppato un metodo unico, un protocollo di lavoro che va oltre l’armocromia tradizionale e ne diventa l’evoluzione esplorando il legame tra i colori, emozioni e personalità ed integrandoli a quelli della palette valorizzante.

"Con questo modulo formativo, non ci limitiamo a scegliere i colori valorizzanti in base alla stagione cromatica della persona", spiega Chiara Salomone. "Esploriamo anche come questi possano divenire strumenti per migliorare il benessere delle persone, scegliendo sfumature che abbiano un forte legame emotivo con l’individuo. Ogni cliente ha una storia e i colori più adatti sono quelli che entrano in sintonia con essa"

Ilaria Marocco evidenzia l'importanza di questa innovazione nel campo della consulenza d’immagine: "La Palette Psicocromatica è un’evoluzione straordinaria dell’armocromia, che amplia le possibilità di lavoro per i consulenti d’immagine. Abbiamo creato una metodologia che prevede 5 step, volta non solo a rispondere alle necessità estetiche del cliente, ma ad integrare anche i suoi bisogni, rendendo ogni consulenza un’esperienza di consapevolezza al fine di generare un buon livello di benessere."

Il valore di questo approccio psicocromatico risiede, infatti, nella capacità di creare una connessione profonda tra l’individuo, i colori scelti e quelli valorizzanti. Non si tratta solo di migliorare l’aspetto esteriore di un individuo, ma di un percorso che aiuta la persona a sentirsi autentica, rafforzando la sua percezione di sé. Questo è possibile grazie all’unione tra analisi del colore, neuroscienze e psicologia positiva per la moda, strumenti che permettono di individuare le tonalità che oltre a valorizzare, favoriscono il benessere della persona e la sua autoefficacia.

L’introduzione della Palette Psicocromatica segna quindi una vera e propria rivoluzione nel mondo della consulenza d’immagine, intesa sempre più come lavoro di cura, e aprendo nuove prospettive per i professionisti del settore. I consulenti che parteciperanno a questo percorso formativo acquisiranno competenze uniche che li posizioneranno come esperti in un campo in continua evoluzione, dove la personalizzazione e la cura del cliente sono alla base di un servizio di alta qualità.

Con il supporto delle esperte Chiara Salomone e Ilaria Marocco, i partecipanti avranno l’opportunità di perfezionare le loro capacità, imparando a utilizzare i colori non solo come strumento estetico, ma anche come potente mezzo per migliorare il benessere e la qualità della vita delle persone.

Scopri di più su Accademia Consulenza d'Immagine

Accademia Consulenza d'Immagine è un’istituzione di formazione professionale per consulenti d’immagine e professionisti del settore moda. Offre programmi innovativi che integrano armocromia, psicologia positiva e neuroscienze, preparando i suoi studenti a offrire consulenze integrate altamente personalizzate che promuovono il benessere e la valorizzazione dell’immagine esteriore delle persone. Con un approccio orientato alla crescita personale e professionale, l’Accademia è una delle realtà più avanzate nel panorama della consulenza d’immagine.

Contatti

Per maggiori informazioni sul programma e su come iscriversi, è possibile visitare il sito web di Accademia Consulenza d’Immagine.

Contatti per la stampa
Accademia Consulenza d'Immagine
Email: info@accademiaconsulenzaimmagine.com
Telefono: +39 3208886305
Sito web: www.accademiaconsulenzaimmagine.com

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Immediapress

Comunicato Stampa congiunto Farmindustria Egualia...

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Oltre alla beffa, il danno, sia per l’industria farmaceutica, che è leva strategica del Paese, sia per la salute dei cittadini

Roma, 20 dicembre 2024 – Le aziende farmaceutiche, già colpite da una Legge di Bilancio che rappresenta una “mazzata” per la sua competitività, hanno appreso – leggendo la stampa specializzata – che l’applicazione del regolamento UE sulla “Tracciatura Europea dei medicinali”, le obbligherebbe ad adottare nei loro complessi processi industriali, dal 9 febbraio 2025, alcune disposizioni di cui a oggi non sono note nemmeno le specifiche tecniche. Disposizioni che richiederebbero passaggi amministrativi e autorizzazioni ancora non chiari.

Farmindustria ed Egualia segnalano la gravità estrema di questa situazione surreale.

Nei testi circolati mancherebbero elementi ovvi come il necessario periodo di transizione di almeno 24 mesi per gli adempimenti richiesti alle aziende e come la certezza di poter continuare ad operare secondo gli standard oggi vigenti per un periodo atto ad aggiornare le proprie procedure. La legge delega prevede un tempo congruo di adattamento, tutti i Paesi lo hanno. Solo in Italia mancherebbe.

Nel rispetto di altre normative, le aziende non potrebbero così procedere al rilascio per la commercializzazione dei lotti dei farmaci prodotti dopo il 9 febbraio 2025. Questo significherebbe il rischio concreto e drammatico di carenze di medicinali, anche per patologie gravi, e di blocco della produzione. Avrebbe anche effetti critici sull’ occupazione.

Uno stato di crisi, dunque, con conseguenze pesanti per tutto il Paese, che deve essere evitato senz’altro. L’industria ha più volte rappresentato alle Istituzioni questi rischi sin dal 2022, offrendo la più ampia disponibilità al confronto.

Il meccanismo come ciliegia sulla torta prevederebbe in Italia, rispetto alla normativa Ue, anche il persistere di ulteriori dispositivi da apporre sulle confezioni che genereranno costi aggiuntivi per le imprese e complessità industriali, sinora del tutto ignorate. A pagarne le spese sarebbero pure i cittadini che vedrebbero messa in seria discussione la tutela della salute.

Senza l’immediata presa d’atto da parte del Governo di quanto segnalato dall’industria, da sempre impegnata per la continuità nella fornitura dei medicinali, le imprese sarebbero costrette a dichiarare, senza alcuna responsabilità, carenze per moltissimi medicinali con prevedibili allarmi sociali.

Sarebbe un esito incredibile per quanti hanno a cuore il bene dell’Italia. E l’industria farmaceutica è certamente tra questi.

Per ulteriori informazioni:

Ufficio stampa Egualia

Sara Todaro

Mob. +39 348 9009082

sara.todaro@egualia.it

www.egualia.it

EGUALIA (già Assogenerici) è l’organo ufficiale di rappresentanza dell’industria dei farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Italia. L’associazione, fondata nel 1993, rappresenta oggi più di cinquanta tra imprese multinazionali e aziende italiane dislocate su tutto il territorio nazionale, per un totale di 10mila occupati e quasi 40 siti produttivi. In ambito europeo, EGUALIA è membro di Medicines for Europe (già EGA), la voce delle industrie produttrici di farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Europa che rappresenta 350 siti produttivi e di ricerca con un totale di 160mila addetti.

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