Connect with us

Published

on

Violenza sulle donne, dall’impiegata alla manager le voci al rientro al lavoro dopo la maxi-mobilitazione

Più forza, consapevolezza e più condivisione: dieci storie italiane

Donne alla manifestazione del 25 novembre - Fotogramma

Più forza, più consapevolezza, più condivisione. Dopo l'ondata di mobilitazione nella giornata contro la violenza sulle donne, a partire dalla grande partecipazione alla manifestazione del Circo Massimo a Roma, resta forte il 'grido' delle donne. Adnkronos ha raccolto, al lunedì al rientro al lavoro, le voci di dieci donne, impegnate in diversi ambiti lavorativi.

La commerciante

"E' stata una delle prime volte -spiega Francesca Recine, commerciante di Genova, più punti vendita abbigliamento sportivo e articoli sportivi, vicepresidente di Fismo Confesercenti (negozi di abbigliamento) ad Adnkronos/Labitalia- in cui nel nostro Paese si è sentita una voce così forte contro la violenza sulle donne, a partire dalla manifestazione al Circo Massimo. E questo mi ha lasciato una grande forza, che viene dalla condivisione. Spesso gli atti di violenza accadono in ufficio, sul luogo di lavoro, e aver dato voce a una realtà spesso silente è stato molto importante. Da oggi credo che le tante donne vittime di violenza, che oltre ai gesti può essere contenuta anche nelle parole, non si sentano più sole. E da oggi proprio grazie alla condivisione che si è creata su questo tema tutti abbiamo capito che bisogna tenere gli occhi aperti, sempre", conclude.

La casalinga

Per Federica Rossi Gasparrini, presidente di Obiettivo Famiglia/Federcasalinghe, “inattesa ma bellissima è la grande partecipazione di donne e uomini alle iniziative contro la violenza sulle donne". "Noi c’eravamo, a far rumore, con coperchi e mestoli. Anche in famiglia, talvolta, serve rapportare la cultura del rispetto e della condivisione. Noi ci siamo!”, dice ad Adnkronos/Labitalia.

La libera professionista

"Degli eventi di questi giorni contro la violenza sulle donne -afferma Marcella Caradonna, commercialista e presidente dell'ordine dei commercialisti di Milano ad Adnkronos/Labitalia- resta la voglia di mettersi a disposizione e di fare rete contro questo fenomeno, offrendo le proprie competenze. Noi come commercialisti abbiamo fatto tanto contro la violenza economica. Spesso e volentieri infatti tante donne sono vittime di violenza e non riescono a staccarsi dal contesto in cui la subiscono perchè non hanno un lavoro e hanno paura di restare in mezzo a una strada. E allora è necessario creare una 'cintura di sicurezza' intorno a queste donne, facendo ognuno la propria parte, mettendo ognuno un tassello. Noi commercialisti ci siamo, uomini e donne".

La preside

Cristina Costarelli, preside e presidente dell'Anp Lazio, definisce la manifestazione contro la violenza sulle donne che sabato ha visto riempirsi le piazze di tutta Italia "un segno di speranza per il futuro nonostante la consapevolezza delle difficoltà". "La manifestazione di sabato - sottolinea Costarelli All'Adnkronos - sicuramente dà un segno positivo di coinvolgimento e di attenzione. Aver visto così tante persone di entrambi i sessi, di tutte le età, di tutte le professioni, unirsi in questi numerosi momenti su scala nazionale veramente dà un idea di quanto sia sentita questa situazione ci lasci ben sperare per il futuro anche se siamo consapevoli di tante difficoltà, tante criticità che necessitano di tempo affinché siano realmente superate. L'impresssione della partecipazione è sicuramente positiva".

L'impiegata

"Più che rispetto al ritorno in ufficio forse la domanda dovrebbe essere come mi sono sentita a tornare a casa. In realtà il nostro ufficio nel Municipio VIII di Roma è una realtà piuttosto virtuosa dove non si percepisce in alcun modo una discriminazione nei confronti nelle donne. Io vengo dal privato e il passaggio qui in Municipio è stato il passaggio in una oasi. Nel privato era complicato anche solo prendersi delle ore per i bambini piccoli, piuttosto che una giornata di malattia mentre qui c'è una grande attenzione alle necessità delle persone", dice all'Adnkronos Federica, dipendente del Comune di Roma, che sabato era in piazza per dire basta alla violenza contro le donne. "Io ho 50 anni - aggiunge - e gli uomini della mia generazione sono cresciuti con una cultura del patriarcato, una parola tornata d'attualità recentemente, difficile da scardinare, anche in famiglia, per quanto il clima sia non violento. Ci sono comunque delle libertà che un uomo si sente di prendere con più facilità rispetto ad una donna. Un uomo, come mio padre o anche il mio compagno, non si sente di giustificarsi in alcun modo per le proprie scelte mentre noi, anche per un retaggio culturale, ci viene quasi automatico giustificarci per la più piccola libertà che ci prendiamo. Per lui è naturale dire 'esco' senza aggiungere 'dove come e perché', per me no".

La scienziata

Dopo i cortei di Roma e Milano "mi sono sopresa ad essere invasa da una tristezza, la tristezza che le nostre lotte femministe non avessero messo fine agli abusi, alle discriminazioni per non parlare poi della violenza estrema sulle donne, il femminicidio", commenta l'astrofisica Patrizia Caraveo, classe 1954, con l'Adnkronos. La scienziata sottolinea di essere "rimasta molto colpita dalla numerosità e dalla quantità di persone, donne di tutte le età ma anche uomini, che hanno partecipato alle manifestazioni: è un segno di quanto sia necessario fare qualcosa, di quanto il problema continui ad essere importante e non risolto".

Patrizia Caraveo è stata direttore dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano (Iasf) e direttore di ricerca dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, e fa parte del network di "100 donne contro gli stereotipi", "un elenco di donne scienziate - spiega - voluto dalla Fondazione Bracco con l'idea di dare ai media un 'catalogo' di possibili interlocutrici perché in Tv l'esperto di turno da consultare era sempre un maschio. L'elenco è iniziato con le scienziate, poi è stato ampliato con le donne in economia e adesso con le sportive: i premi per le donne sportive, per esempio, sono inferiori a quelli degli uomini".

"Sarebbe stato bello - prosegue Patrizia Caraveo - aver potuto vedere delle differenze fra le lotte femministe dei nostri anni e quelle di oggi, ma non mi sembra sia così. Dopo l'università davo per scontato che avevamo sviscerato questo problema e che la società sarebbe stata pronta a risolverlo. Poi quando mia figlia è cresciuta, io sono andata avanti con la carriera ed una mia amica americana mi ha chiesto di partecipare ad una conferenza vicino Washington su cosa accadeva alle donne nella scienza. Era la fine degli anni '90, per partecipare alla conferenza ho iniziato a cercare dati in Italia e sono letteralmente 'caduta dal pero'. Vivevo nell'ipotesi che il movimento femminista avesse ottenuto qualcosa, invece niente". "La verità - continua l'astrofisica - è che sui temi della parità di genere dovremmo 'copiare' la Coca-Cola: non smette mai di fare marketing ed i loro guru della pubblica dicono sempre che 'è vero che la Coca-Cola è conosciuta in tutto il mondo ma se smettessimo di fare spot i consumatori ci dimenticherebbero. E questo vale anche per le lotte di genere, le lotte per una vera parità di genere. Insomma un corteo è come fare uno spot: è evidente invece che dobbiamo battere sul tema ogni giorno, ancora e ancora".

L'operaia

"La vicenda di Giulia è stata una scossa forte ma qualcosa si stava già muovendo anche a livello delle istituzioni locali. Bisognerebbe però lavorare di più sulla cultura, intervenire a livello di scuola: insegnare che si può lavorare a braccetto uomo-donna ma sempre con rispetto. Ma bisognerebbe iniziare sradicando del tutto questa concezione anche un pò impalpabile per cui l'uomo può aspirare a fare l'astronauta e la donna no perchè fa i figli. Una forma di pressione che aleggia anche nelle fabbriche più rispettose, come la mia, dove restano sempre poche le donne che sono a capo o quelle inserite nella manutenzione oppure quelle che trovano spazio a livello di quadri amministrativi...c'è sempre velata, latente, questa sorta di preconcetto legato al fatto che a un certo punto la donna si deve assentare per i figli. Quasi che si debba scegliere tra carriera e maternità", sottolinea Miriam, operaia alla Stellantis di Val di Sangro in Abruzzo, due figlie di cui l'ultima di 4 anni, conversando con l'Adnkronos. "Eppure quando poi ci assentiamo, a qualsiasi livello, l'azienda il peso lo sente eccome: per questo la parità passa anche da un aiuto vero alla famiglia, di un sostegno soprattutto da un governo che dice di essere a favore della famiglia".

La dirigente

"Questo 25 novembre ci lascia due consapevolezze. La prima è quanto sia ancora necessario un impegno ampio, vero e diffuso per ridurre il fenomeno allarmante delle violenze. La seconda è che altrettanta dedizione ed attenzione dovrà essere messa nel mondo del lavoro per contrastare le discriminazioni e gli ostacoli che pregiudicano la partecipazione paritaria delle donne al lavoro, circostanza che ancora caratterizza il nostro Paese. Abbiamo assistito in queste settimane forse a un risveglio collettivo di coscienze. Adesso non dobbiamo disperdere questa attenzione, ma renderla concreta. Se davvero vogliamo raggiungere una democrazia paritaria, dobbiamo prima di tutto investire nelle infrastrutture sociali ed educative, a cominciare dagli asili nido e dall'assistenza degli anziani. La cura dell'essere umano è il primo passo per alleggerire le donne e permettergli di realizzarsi a pieno", dice ad Adnkronos/Labitalia Antonella Giachetti, presidente nazionale dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda.

"Serve poi una formazione anche economica e finanziaria, che consenta alle donne di essere autonome e di avviare percorsi di attività economiche anche in modo indipendente. Oggi più che mai abbiamo bisogno della componente femminile, della sua visione di resilienza e creatività anche in ambito economico. Ma prima ancora, la nostra società necessità di un cambio culturale, che metta al centro il valore sacro di ogni singola vita. Solo così possiamo prevenire ogni violenza e conflitto", aggiunge.

La donna medico

La violenza di genere coinvolge le donne medico tre volte: "In primo luogo come professioniste che assistono e curano le vittime, in secondo luogo per il rischio di aggressioni ai sanitari che nel 70% colpiscono proprio le donne, e infine nelle dinamiche di lavoro per i diritti non rispettati e gli ostacoli alla carriera rispetto ai colleghi maschi: siamo la maggioranza degli operatori sanitari e la minoranza nei posti di comando", illustra all'Adnkronos Salute Chiara Rivetti, segretaria regionale Anaao Assomed Piemonte e medico internista.

Da medico, ribadisce Rivetti, "i punti di vista sul tema sono diversi. Attraverso l'assistenza e la cura delle vittime si ha una consapevolezza diretta della frequenza, della dimensione e dell'importanza del fenomeno che, nella metà dei casi, evidenzia violenze che si consumano dentro la famiglia. Abbiamo la percezione precisa dell'urgenza che serve fare subito qualche cosa". Come lavoratrici, invece, "credo che il successo della manifestazione sia servito a non far sentire sola nessuna di noi: ormai è chiaro che siamo in tante a vivere un ambiente di lavoro in cui esiste il rischio di violenza psicologica o fisica. E che possiamo sostenerci a vicenda", aggiunge Rivetti, ricordando che sul lavoro"ci sono aggressioni che non sempre riusciamo a riconoscere, come i diritti negati. E anche in questo caso credo che la manifestazione ci abbia aiutato a cambiare sguardo, a porsi la domanda fondamentale: ma il mio primario, rispetto a una mia richiesta, avrebbe dato la stessa risposta se fossi stata un uomo? Una domanda che troppe volte non ci siamo fatte a fronte di un avanzamento di carriera mancato, per esempio".

In sanità, inoltre, come dimostra la cronaca, "siamo a rischio anche di aggressioni da parte dei pazienti, in particolare in aree come i pronto soccorso. In 7 casi su 10 sono colpite proprio le donne. E credo che anche qui una delle prime domande è sempre: se la collega aggredita fosse stata un uomo, sarebbe successo lo stesso? In molti casi - osserva Rivetti - la risposta è negativa. Penso che ora, dopo questa mobilitazione, mai vista prima con questi numeri, siamo più consapevoli che molte delle nostre problematiche lavorative sono anche legate al genere. Il dato positivo è che ci sentiamo meno isolate".

L'infermiera

"Come professioni infermieristiche siamo sempre più coinvolti sul tema della violenza sulle donne. Siamo quelli che facciamo front office in Pronto soccorso, le braccia che accolgono le donne che arrivano in ambulanza o con le proprie gambe. Come siamo in prima linea quando si parla di aggressione ai nostri danni da parte di pazienti o familiari in attesa in Pronto soccorso", dice, all'Adnkronos Salute, Natascia Mazzitelli, segretario del Consiglio direttivo dell'Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Roma, che sabato ha partecipato all'inaugurazione di una panchina rossa nel cuore del commissariato Casilino con una dedica a Giulia Cecchettin e a tutte le vittime di femminicidio e violenza di genere. "Per questo, con forza, non vogliamo che si dimentichi la grande manifestazioni di sabato al Ciro Massimo che deve farci da guida affinché quello che è accaduto a Giulia Cecchettin non si verifichi mai più", rimarca. "La panchina rossa è un simbolo - prosegue - per promuovere la cultura del rispetto". Sul tema del riconoscimento professionale delle donne, la segretaria Opi di Roma aggiunge che "da questo punto di vista sono stati fatti enormi passi in avanti, il 70% degli infermieri è donna ma ci sono colleghi maschi bravissimi. Certo, è chiaro che quando una assistita anziana si vede arrivare un infermiere e non una infermiera - conclude - ancora fa fatica ad accettarlo, ma questo fa parte del lavoro e comunque c'è oggi una grande integrazione di genere nel nostro".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Continue Reading

Economia

Nespresso, progetto ‘Da chicco a chicco’: per...

Published

on

Quest’anno il progetto si amplia ulteriormente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Torino distribuiranno, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo direttamente sulle strade.

Nespresso, progetto 'Da chicco a chicco': per Torino 100.000 piatti riso donati

Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare del Piemonte e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Torino. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio.

È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono gli oltre 90 quintali di riso (circa 100.000 piatti) donati quest’anno a Banco Alimentare del Piemonte, beneficiario del progetto di economia circolare dal 2022, a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Piemonte e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che in 2 anni ha consentito di raggiungere circa 300.000 piatti di riso distribuiti in Piemonte.

Quest’anno il progetto si amplia ulteriormente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Torino distribuiranno, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo direttamente sulle strade. Nato a Milano durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, il servizio di Cucine mobili è attivo a Torino dal 2022 ed entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso anche nelle città di Milano, Roma e Bari.

Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Torino serve circa 130 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè.

Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca. Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali.

Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone. Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane.

Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca. Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr).

“Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Torino, oltre al Banco Alimentare del Piemonte, partner del progetto dal 2022, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale.

A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari.

“A Torino siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con la Cucina mobile un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, presidente Fondazione Progetto Arca

Un sentito grazie a Nespresso per il prezioso sostegno alla nostra attività, con il progetto da Chicco a Chicco, che ci permette di donare riso a 100 Organizzazioni Partner del Piemonte, che aiutano insieme a noi, le persone in difficoltà alimentare. Questo riso raggiungerà famiglie, anziani soli, persone senza fissa dimora e tanti bambini in situazioni di disagio. Le tipologie di associazioni che beneficeranno di questa iniziativa sono Strutture Caritative, Centri di accoglienza, Mense per persone indigenti, Comunità per minori e famiglie in difficoltà, ha dichiarato Salvatore Collarino, Presidente del Banco Alimentare del Piemonte. Grazie a da Chicco a Chicco, nel solo ultimo anno siamo riusciti a distribuire quasi 1.000 kg di riso a chi ha bisogno. Il riso è un alimento fondamentale: è nutriente, versatile e adatto a tutte le età, oltre a rappresentare un pilastro della nostra tradizione alimentare. Con questa iniziativa, anche insieme a Nespresso, non portiamo solo cibo, ma un aiuto concreto e tangibile a chi affronta difficoltà ogni giorno.

I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. Una tendenza positiva riscontrata anche in Piemonte con oltre 43 tonnellate di caffè e 4 di alluminio rimessi in circolo. “Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.

Continue Reading

Economia

2024: per ‘L’Espresso’ la ‘Persona...

Published

on

La piccola di soli due anni è il simbolo delle sofferenze che i conflitti causano sui più vulnerabili: di tutti i bambini libanesi, palestinesi, israeliani, ucraini a cui è stata strappata via la gioventù

2024: per 'L'Espresso' la 'Persona dell'anno' è Ivana: bambina libanese vittima della guerra

Nel 2023, la copertina de L’Espresso dedicata alla persona dell’anno ha accolto il volto di Elena Cecchettin. Nel numero del 20 dicembre 2024, il settimanale - che sta per compiere il suo settantesimo compleanno - ha scelto di assegnare il riconoscimento a Ivana, una bambina libanese di due anni, già vittima della guerra. Durante un bombardamento israeliano, è stata colpita la sua casa nella cittadina di Tiro. Il corpo della piccola, che pesa appena otto chilogrammi, è stato avvolto dalle fiamme. Sua madre è riuscita a salvarla e, insieme all’altra figlia, sono scappate verso Beirut. Ormai sono passati due mesi da quel giorno e Ivana è ancora ricoverata in un ospedale per grandi ustionati della capitale. La madre è con lei, non ha un altro posto dove andare poiché “dell’appartamento sono rimaste solo le ceneri”, mentre suo marito non ha più un lavoro.

Ivana è il simbolo delle sofferenze che i conflitti causano sui più vulnerabili. È il simbolo di tutti i bambini libanesi, palestinesi, israeliani, ucraini a cui è stata strappata via la gioventù. Raccontare la storia di Ivana è un dovere, perché richiama tutti a non ignorare le conseguenze delle armi. È lei la persona dell’anno, “con l’auspicio che nessun bambino subisca più, mai più, un destino simile“, afferma il direttore de L’Espresso, Emilio Carelli. “Le immagini di volti segnati dalla paura e dal dolore di bambini feriti e traumatizzati non possono lasciare indifferenti. Dovrebbe essere impegno primario per tutti noi proteggere i diritti dei minori, promuovere la pace e garantire che nessun altro bambino debba subire il peso devastante della guerra. E allora facciamo in modo che il 2025 sia l’anno in cui non solo parliamo di pace, ma la realizziamo”.

Continue Reading

Economia

Nautica, via libera a patente per minorenni

Published

on

Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Una barca al tramonto (Foto )

Via libera alla patente nautica per minorenni. Il decreto che permette anche ai minorenni di poter accedere alla patente nautica D1 è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. Via libera dunque ai sedicenni che intendono mettersi al comando di un natante, attraverso un esame abilitativo semplificato. Ad annunciarlo è la Confarca, confederazione nazione che rappresenta le scuole nautiche, tra le promotrici del decreto legge.

Come funziona

In sostanza per i sedicenni sarà possibile conseguire il titolo di abilitazione alla navigazione, entro però alcuni limiti. Infatti, i natanti dovranno essere utilizzati soltanto di giorno ed entro le sei miglia dalla costa. Le imbarcazioni inoltre non dovranno superare i 12 metri di lunghezza, mentre il limite dei cavalli del motore è di 115.

I candidati iscritti ad una scuola nautica si sottoporranno ad un quiz semplificato, mentre le prove a mare saranno certificate da cinque ore di conduzione obbligatorie. Il patentino, fa notare Adolfo D’Angelo, segretario nazionale della sezione nautica della Confarca, sarà propedeutico alla patente nautica entro le 12 miglia che si potrà conseguire al raggiungimento della maggiore età, con i quiz base esclusi dalla patente D1. L’esame, per chi è già in possesso della patente D1, consisterà nella prova di carteggio e, successivamente, nella pratica. Restano invariate invece le prove per la patente oltre le 12 miglia. Gli esami per la patente D1 potranno essere anche svolti all’interno delle scuole nautiche sotto la supervisione degli esperti.

“Si tratta di un’esperienza innovativa – commenta D’Angelo – e che responsabilizza i più giovani, oltre a dotarli di una cultura marinaresca. Grazie ai controlli visivi tramite collegamento da remoto sarà possibile a tutti gli organi di controllo verificare il regolare svolgimento delle lezioni in presenza e degli esami”. “Questo decreto, fortemente voluto dalla nostra associazione permetterà di educare i più giovani alle regole del Codice della Nautica e di formare una futura generazione di coscienziosi diportisti”.

Continue Reading

Ultime notizie

Spettacolo5 ore ago

Bianca Guaccero è la vincitrice di Ballando con le stelle...

Medaglia d'argento per Federica Pellegrini e Pasquale La Rocca Bianca Guaccero e Giovanni Pernice hanno vinto Ballando con le stelle...

Spettacolo6 ore ago

Ballando con le stelle, Pasquale La Rocca annuncia il...

L'annuncio del maestro di ballo dopo la chiusura del televoto Pasquale La Rocca ha annunciato il ritiro da Ballando con...

Esteri7 ore ago

Ucraina, droni di Kiev nel cuore della Russia. Zelensky:...

Attacco contro Kazan, capitale del Tatarstan. Il presidente ucraino: "Colpiremo basi militari" L'Ucraina arriva a colpire nel cuore della Russia...

Cronaca7 ore ago

Maltempo, nuovo peggioramento sull’Italia: allerta...

Venti forti su Piemonte, Emilia Romagna e Toscana Il maltempo torna a lasciare il segno oggi, domenica 22 dicembre 2024,...

Cronaca7 ore ago

Attentato Magdeburgo, allerta sicurezza anche in Italia....

La circolare di polizia, inviata ai prefetti e ai questori, invita a "rafforzare le attività di presidio e di prevenzione...

Spettacolo7 ore ago

Lucarelli-Bruganelli, il confronto mancato nella finale di...

La giurata ha lanciato una frecciata all'ex concorrente del dance show di Rai 1 "Ha regalato tanto a quest'edizione", così...

Spettacolo9 ore ago

Ballando con le stelle, Bianca Guaccero e Giovanni Pernice...

La prima coppia a scendere in pista nella fila di Ballando con le stelle Bianca Guaccero e Giovanni Pernice prossimi...

Cronaca10 ore ago

SuperEnalotto, numeri combinazione vincente 21 dicembre

Realizzati cinque '5' che vincono 42.219 euro ciascuno Nessun '6' né '5+1' al concorso del SuperEnalotto di oggi. Realizzati cinque...

Sport11 ore ago

Genoa-Napoli 1-2, Anguissa e Rrahmani riportano gli azzurri...

Le reti del centrocampista e del difensore regalano agli azzurri il primato momentaneo, in attesa di Atalanta-Empoli Un Napoli a...

Spettacolo11 ore ago

Ballando con le stelle, Mariotto salta la finale? Nuovo...

L'annuncio di Milly Carlucci: "E' caduto e si è fatto male" Guillermo Mariotto ha saltato la finale di 'Ballando con...

Cronaca11 ore ago

Natale di solidarietà a San Salvatore in Lauro a Roma con...

Don Pietro, "Sono particolarmente felice che tante persone fragili abbiano ricevuto dei cesti natalizi ricchi di bontà. Questa è la...

Spettacolo12 ore ago

Michele Padovano, dalla Juventus al calvario giudiziario...

Nello studio di Silvia Toffanin, l'ex calciatore della Juventus racconta la sua storia "Mi è stata negata la libertà per...

Politica12 ore ago

Vertice in Lapponia sotto la neve, tema migranti e nodo...

La premier a Saariselkä per mediare con i frugali: "Abbiamo bisogno di più sicurezza" Una baita nel cuore di Saariselkä,...

Ultima ora12 ore ago

Attentato Magdeburgo, insegnante italiano in Germania:...

"Vengono presi perché c'è carenza nella sanità, ma lavorano senza avere altri contatti sociali"dice all'Adnkronos Salute Paolo Andreocci, direttore della...

Spettacolo13 ore ago

Renzo Arbore: “Invidio i giovani, non si rendono...

Dal 9 gennaio, su Raidue, Arbore torna in tv con la trasmissione 'Come ridevamo' "Invidio i giovani, non si rendono...

Politica13 ore ago

Open Arms, Salvini a Roma festeggia assoluzione e attacca...

"Io al Viminale? Per ora sto bene dove sto" dice a Largo Argentina, dove incontra i simpatizzanti che gli consegnano...

Ultima ora13 ore ago

Il generale Figliuolo nuovo vicedirettore dell’Aise

L'incarico ha la durata di due anni "Con Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Generale di Corpo...

Cronaca13 ore ago

Per bimbi si avvicina notte dei regali di Natale, dal...

Farnetani: 'Farli portare da Babbo Natale è piacevole a tutte l'età anche se i bambini più grandi hanno smesso di...

Spettacolo14 ore ago

Thais Wiggers, il racconto sulla fine della relazione con...

La modella e showgirl brasiliana è stata ospite nel salotto di Silvia Toffanin a Verissimo La fine della relazione tra...

Economia14 ore ago

Nespresso, progetto ‘Da chicco a chicco’: per...

Quest’anno il progetto si amplia ulteriormente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Torino...