Da ‘Soledad’ di de Giovanni a ‘Lo Scambio’ di Grisham, 10 libri sotto l’Albero
Dai thriller ai saggi, passando per i volumi che inquadrano la politica internazionale, le case editrici si preparano alla corsa di fine anno, periodo ghiotto per le vendite. Tra i titoli pronti a diventare strenne ci sono anche il 'Libro dei Fatti 2023' e l'ultimo libro di Manzini che segna il ritorno del suo personaggio più amato, il vicequestore Rocco Schiavone
Si avvicinano le feste di Natale scandite come sempre dallo scambio dei doni sotto l'albero. Un vero e proprio rito che accompagna gli italiani, anche se in misura diversa a seconda delle disponibilità e dell'approccio nei confronti degli acquisti, negli ultimi giorni dell'anno. Lasciato alle spalle il 'venerdì nero', che oramai ha preso piede anche da noi, è ora tempo di prepararsi alla corsa ai regali tra i quali i libri occupano un posto d'onore. Romanzi, saggi, gialli e reportage 'invaderanno' le case addobbate e festose tanto è vero che, per gli editori, questo è un periodo ghiotto per le vendite.
Cosa regalare, allora, quest'anno? Quali sono i dieci titoli che non dovrebbero mancare nel 'carrello della spesa'? Il primo suggerimento è quello di un libro appena arrivato sugli scaffali e già in vetta alla classifica delle vendite. Si tratta dell'ultimo romanzo di Maurizio de Giovanni 'Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi', sugli scaffali con l'editore Einaudi. L'autore della serie dei Bastardi di Pizzofalcone ambienta l'avventura del suo commissario nel 1939 mentre l'Italia si prepara a trascorrere il suo ultimo Natale di pace. Ma Napoli, città che da sempre fa da sfondo all'universo creativo di de Giovanni e in cui opera Ricciardi, viene sconvolta dall'omicidio di Erminia Cascetta, una donna che aveva invece tanta voglia di vivere. Un motivo, questo, insieme a quello della solitudine, cifra di tutto il libro, che forse per paradosso sta alla base della sua morte.
Dalle atmosfere cupe messe in scena da de Giovanni a un thriller nato dalla penna di uno dei maestri del genere, John Grisham, che ha al suo attivo più di 40 romanzi in 31 anni di carriera con oltre 200 milioni di copie vendute. Mondadori ha pubblicato 'Lo scambio' in cui ritorna lo stesso protagonista de 'Il socio', il legal thriller che ha reso celebre l'autore nel 1991. L'azione ha luogo a New York nel 2005. Mitch McDeere e sua moglie Abby - che per molti lettori hanno i volti di Tom Cruise e Jeanne Tripplehorn, protagonisti del film di Sidney Pollack tratto da 'Il socio' - sono una coppia di successo: lui è il socio del più grande studio legale del mondo, mentre Abby è editor di libri di cucina. Hanno due figli piccoli. Il loro sembra un quadro idilliaco e senza macchie ma dovranno fare i conti con il loro incredibile passato che ha in serbo una grande prova cui dovranno fare fronte.
Un volume da prendere in considerazione, poi, è 'Il Libro dei Fatti 2023' dell'AdnKronos, arrivato alle sua 33esima edizione, uscito in coincidenza dei 60 anni dell'agenzia di stampa. Disponibile in versione cartacea e online nei formati digitali (e-book e app), il volume offre una panoramica completa, dettagliata e approfondita di tutti gli eventi che hanno caratterizzato l'intero arco di un anno. Arricchito dalla prefazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sull’importanza della natalità e della famiglia, oltre che da 14 contributi autorevoli dal mondo della politica, dell'economia e della società, il volume propone anche, come tema ricorrente, quello dell'intelligenza artificiale. Tema al quale è dedicato il contributo del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che insieme a quello del ministro della Salute Orazio Schillaci spicca tra gli altri interventi istituzionali.
In questi tempi turbolenti sotto il profilo della politica internazionale non può mancare un saggio in grado di aiutare a comprendere gli scenari geopolitici mondiali, soprattutto ora che sono in corso due grandi conflitti alle porte di casa nostra. Il direttore de 'La Repubblica', Maurizio Molinari, ha mandato sugli scaffali 'Mediterraneo conteso. Perché l'Occidente e i suoi rivali ne hanno bisogno' (Rizzoli). "Tre potenze globali una dozzina di medie potenze in competizione e cinque conflitti in corso fanno del Mediterraneo il cuore strategico del Pianeta", scrive il giornalista introducendo la sua opera che analizza la situazione geopolitica del nostro tempo.
Per restare nell'ambito della stretta attualità internazionale va anche segnalato 'L'Urlo. Israele e Palestina. La necessità del dialogo nel tempo della guerra' (La Nave di Teseo) di Tahar Ben Jelloun. "Io, arabo e musulmano di nascita - afferma il romanziere e giornalista che ha vinto il Premio Goncourt nel 1987 - non riesco a trovare le parole per esprimere l’orrore per ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre 2023. La barbarie non ha scuse né giustificazioni".
"Sul fronte opposto - prosegue - i palestinesi di Gaza vivono sotto embargo da oltre quindici anni, hanno imparato a conoscere la morte in tutte le sue forme. Adesso l’esercito israeliano non colpisce soltanto i miliziani, ma bombarda interi quartieri e uccide famiglie indifese. Davanti a questi eventi, la mia rabbia non sa più che direzione prendere. La rabbia - scandisce Ben Jelloun - è impotenza, è il fuoco dentro che non riusciamo a controllare. Questo è il tempo della guerra, il tempo della rappresaglia, il tempo della vendetta, mentre dovremmo pretendere il tempo del dialogo. Ma nessuno, al momento, sembra guardare a quel giorno".
Altro libro da non perdere è quello in cui Antonio Manzini riprende in mano le fila delle indagini del suo personaggio più amato, il vicequestore Rocco Schiavone. In 'Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America?' (Sellerio), il funzionario della polizia di Stato dal passato difficile è in missione non ufficiale a migliaia di chilometri dalla sua odiata Aosta, con il vecchio amico Brizio. Vogliono ritrovare Furio, l’altro compagno di una vita, scomparso tra Buenos Aires, Messico e Costa Rica. Furio, da parte sua, si è lanciato a rotta di collo sulle tracce di Sebastiano, il quarto del gruppo, scappato in Sud America per sfuggire ad una colpa tremenda.
Ora altre quattro segnalazioni a partire dal volume 'Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione' (Garzanti) nel quale il teologo Vito Mancuso propone la sua "filosofia della liberazione" per aprirsi a un'esistenza più autentica", passando per una proposta ad hoc per gli appassionati del cinema. L'attore Tom Hanks, dopo aver legato il nome a celebri interpretazioni, ha debuttato come scrittore con il suo primo romanzo, 'Nascita di un capolavoro', edito in Italia da Bompiani.
Per chiudere la rassegna dei dieci titoli da non perdere ancora due indicazioni. La prima è 'L'orto americano', il romanzo 'gotico' di Pupi Avati ambientato subito dopo la Liberazione, in libreria con Solferino, e la seconda è 'C'era una volta in Italia. Gli anni Sessanta' (Feltrinelli) di Enrico Deaglio, il primo volume di una storia italiana che arriverà fino ai giorni nostri.
Cultura
Giuli e Rocca: “Oggi importante passo verso il Museo...
Ministro della Cultura: "Oggi, con l'approvazione definitiva della legge che istituisce il Museo del Ricordo nella Capitale, riportiamo nel cuore della nostra Nazione una storia troppo a lungo nascosta"
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, hanno espresso la loro soddisfazione per l’approvazione definitiva, oggi in Commissione Cultura alla Camera, in sede legislativa, del disegno di legge che istituisce a Roma il Museo del Ricordo. Il ddl, varato dal Consiglio dei ministri lo scorso 31 gennaio su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro della Cultura, prevede lo stanziamento di otto milioni di euro e la nascita di una Fondazione, di cui faranno parte come soci fondatori il MiC, la Regione Lazio, Roma Capitale e la Regione Friuli-Venezia Giulia.
"Ricordare -ha affermato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli - significa 'riportare al cuore'. Oggi, con l'approvazione definitiva della legge che istituisce il Museo del Ricordo nella Capitale, riportiamo nel cuore della nostra Nazione una storia troppo a lungo nascosta. Lo facciamo celebrando in questo modo anche il ventesimo anniversario dell’approvazione della legge n. 92 del 30 marzo 2004, che ha istituito il Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Legge storica, che il Parlamento ha di recente implementato e che ha consentito di spezzare quella congiura del silenzio che per troppo tempo ha avvolto la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo nell’oblio e nell’indifferenza. Ringrazio il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il mio predecessore Gennaro Sangiuliano, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, per aver promosso questa iniziativa. E deputati e senatori che hanno sottoscritto, in maniera unanime, questa proposta. Il cammino della memoria prosegue, e siamo già al lavoro per organizzare nel 2025 una grande mostra al Vittoriano dedicato all’esodo giuliano-dalmata. Rinnovo il mio affetto e il mio ringraziamento per lo straordinario lavoro portato avanti dalle associazioni degli esuli, instancabili testimoni del ricordo".
"Finalmente - ha sottolineato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca - il Museo del Ricordo sorgerà, in un importante spazio della Regione Lazio che sarà riqualificato ad hoc, colmando un vuoto durato troppo a lungo. Roma, Capitale d’Italia, e il Lazio, divengono custodi e promotori di una doverosa memoria collettiva e nazionale. Gli orrori generati dai totalitarismi del XX secolo devono farsi testimoni concreti e attuali presso le giovani generazioni e, soprattutto, presso quelle del futuro. Ringrazio, innanzitutto il Presidente del Consiglio per aver sostenuto sin da subito questa iniziativa, l’ex Ministro Sangiuliano per lo sviluppo dell’ambizioso progetto e il Ministro Giuli per aver dato continuità a questo lavoro sinergico. Il Museo del Ricordo è un progetto che, nel suo iter parlamentare, si è arricchito di partner importanti come Roma Capitale e la Regione Friuli Venezia-Giulia. Finalmente, in Italia e con una iniziativa votata all'unanimità, sorgerà un luogo-simbolo in grado di ricostruire non solo la storia del dramma vissuto dai nostri connazionali del confine orientale nel corso di tutto il '900, ma di far emergere dall'oblio tutti i ‘ricordi’ cancellati dalla storia. È un dovere morale cui la Regione ha sempre creduto fermamente".
Cultura
Dall’antifascismo alla ‘Fasciofobia’, in...
Prefazione di Daniele Capezzone
Un libro-inchiesta sugli allarmi di ritorno al fascismo lanciati dalla sinistra italiana divenuti pressocché "quotidiani da quando è nato il governo di Giorgia Meloni". E' Fasciofobia (edito da Signs Publishing, 256 pagg., 20 euro), saggio firmato dal caporedattore di Libero Alberto Busacca, che mette in fila la lunga serie di strilli "paradossali e sconclusionati" della propaganda politica. "Il mitico 'rischio-fascismo' non può svanire – scrive Daniele Capezzone nella prefazione – se lo facesse, in un colpo solo la destra risulterebbe legittimata e la sinistra costretta a fare i conti con le proprie divisioni, con le proprie ricette spesso fallimentari, con il disincanto dei propri sostenitori".
"Dai continui allarmi sul 'fascismo alle porte' al sogno di demolire i monumenti del Ventennio, dalle bufale su Giorgio Almirante all’inchiesta su una torta con la faccia del Duce, e poi gli orsi trasformati in nuovi partigiani, la caccia al Babbo Natale col braccio teso e la vergogna per gli antenati che hanno indossato la camicia nera: l’antifascismo - è la testi di Busacca - sta cambiando faccia, trasformandosi in una 'fasciofobia' totalmente incomprensibile e priva di senso del ridicolo, che ha finito per danneggiare l’antifascismo medesimo. A ormai ottant’anni dal termine della Seconda guerra mondiale, infatti, è sempre più evidente che il fantasma di Mussolini venga usato dalla sinistra solo per provare a conservare posizioni di potere in ambito politico, mediatico e culturale".
Cultura
Buchmesse, al Padiglione Italia dialogo su ‘Patria e...
Confronto tra il saggista Alessandro Campi e lo storico Andrea Romano
Nel fitto e variegato programma di incontri al Padiglione Italia della Buchmesse 2024, si è inserito oggi il panel "La cultura che unisce. Patria e nazione, destra e sinistra. Le ragioni di un dialogo", moderato dal giornalista Tommaso Ricci, con Alessandro Campi, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università degli Studi di Perugia e Andrea Romano, storico, politico, giornalista ed editor.
Ad aprire il dibattito, una riflessione su patria e nazione, "due parole affascinanti e pericolose che si sono prestate nel corso della storia a una doppia cultura - afferma Campi - La patria nasce come concetto democratico. La Nazione, che nasce con la rivoluzione francese, è una formula che a un certo punto è stata inventata per consentire a una vasta comunità di persone di stare insieme e di riconoscersi al loro interno. Quando la nazione viene declinata come principio di esclusione, diventa pericoloso, ma nazione vuol dire anche riconoscersi intorno a valori, storia, leggi. Ha un valore elastico".
"La domanda che dovremmo farci e che cos’è la patria secondo noi? - esorta alla riflessione Andrea Romano - Penso che ci sia una declinazione di patria di destra e di sinistra. Ogni cultura politica ha la sua declinazione di patria ed è positivo che destra e sinistra si scontri sull’idea di patria, perché uno scontro giusto è sinonimo di democrazia".
Il confronto si è poi spostato sulle categorie 'Destra e Sinistra': "Inviterei a mettere la questione in prospettiva storica, quindi a non pensare che ci siano una destra e una sinistra assolute - sottolinea Campi -. Destra e sinistra cambiano nel corso della storia. Il politologo italiano Giovanni Sartori disse che destra e sinistra sono due contenitori che possono essere riempiti di cose diverse. I valori che oggi distinguono destra e sinistra? Secondo me oggi, la linea di distinzione tra destra e sinistra generalmente intese è la linea di divisione tra universalismo e particolarismo". Per Romano "esistono sinistre e destre diverse che spesso sono in conflitto tra di loro. La sinistra è stata universalista nella sua storia. Il rischio che vedo oggi è che l’universalismo sia annacquato da particolarismi un po’ caotici fatti di tante identità che non sono sicuro siano davvero reali. Quando la sinistra si trincera dietro a queste micro-identità, perdendo il suo messaggio universalistico, perde di identità".
Infine un passaggio sulle ragioni di un dialogo, come recita il titolo del panel: "Il valore del dialogo è indispensabile - aggiunge Campi - perché non c’è divertimento a confrontarsi con chi è della stessa posizione. Vorrei si uscisse dalla logica del monologo, è divertente e utile per un paese il dibattito costruttivo". "C’è bisogno di un confronto non destinato solo alla casta accademica - conclude Romano - Sono ottimista, c’è bisogno di confronti vitali, intensi e argomentati anche attraverso i social, dentro i quali siamo tutti immersi".