Cop28 Dubai, tra speranze e polemiche la Conferenza sul clima parte in salita
La Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici punta a cercare di raggiungere un accordo tra tutti i Paesi per limitare il riscaldamento globale e i suoi impatti
Parte in salita, tra speranze, obiettivi importanti ma soprattutto polemiche, la Cop28, la Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che punta a cercare di raggiungere un accordo tra tutti i Paesi per limitare il riscaldamento globale e i suoi impatti.
Giunta per l’appunto alla ventottesima ‘edizione’, quest'anno la Conferenza si svolge da oggi e fino al 12 dicembre a Expo City a Dubai: due settimane dense di appuntamenti, dibattiti, grandi ambizioni e controversie. Sono 198 le parti in campo (197 Stati più l’Unione Europea) - quasi tutto il consesso internazionale - e 70mila i delegati, i ministri e gli alti funzionari attesi. Tra essi, il re Carlo III, il primo ministro britannico Rishi Sunak, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Papa (in collegamento).
Numeri che danno un’idea di quanto possa essere difficile trovare un compromesso e arrivare a un accordo che tenga conto delle posizioni, delle opinioni e delle necessità di tutti. Ovviamente la Cop 28 è l’ultimo atto di una serie di negoziati ed avvicinamenti che si sono avuti nei mesi scorsi, tra cui quello tra il leader cinese Xin Jinping e Biden: un incontro che apre alla possibilità di un dialogo tra due dei Paesi che inquinano di più e da cui molto, moltissimo dipende per la riuscita della Conferenza. I due leader tuttavia non parteciperanno, pur inviando rappresentanti di alto livello.
Cop 28 Dubai cos'è?
L’obiettivo della Conferenza di Dubai è quello di stringere un accordo per ridurre con urgenza le emissioni di gas serra in modo da (provare a) contenere l’innalzamento della temperatura del Pianeta a +1,5° C rispetto ai livelli preindustriali.
Tutto questo, nell’anno più caldo di sempre, il 2023: l’anno dei record continuamente superati o, per dirla con le parole del capo dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) Petteri Taalas, "un'assordante cacofonia di record infranti". "I livelli di gas serra sono da record. Le temperature globali sono da record. L'innalzamento del livello del mare è da record. Il ghiaccio marino antartico è a livelli record", ha sottolineato Taalas.
L'Omm ha pubblicato un rapporto preliminare in occasione della Cop28 dal quale, pur mancando i dati di novembre e dicembre, il 2023 risulta già l’anno più caldo: fino a ottobre compreso, la temperatura media globale è stata di 1,4° C superiore alla media preindustriale (1850-1900). Secondo uno studio dell’Onu, le temperature sono avviate verso la crescita di 2,4° C in questo secolo.
Occorre dunque accelerare i tempi e aumentare la portata degli impegni presi, a cui ovviamente devono seguire fatti concreti. A tal proposito, la Cop28 prevede una ‘Action Agenda’ creata proprio per portare il mondo dalla fase dell'accordo a quella dell'azione.
I temi al centro della Conferenza per il clima
Sono tre i macro-temi principali della COP28:
- riduzione dell’uso dei combustibili fossili
- valutazione su cosa è stato fatto finora
- istituzione di un fondo ‘Loss&Damage’ (Danni e perdite) per i Paesi più minacciati dal cambiamento climatico
Riduzione dell’uso dei combustibili fossili
La riduzione dell’uso dei combustibili fossili, come detto, è l’obiettivo principale della conferenza: si punta a ‘portare a casa’ negoziati che stabiliscano tempi e modi della transizione energetica, dunque quando e come abbandonare le fonti fossili per passare a fonti energetiche non inquinanti. Si tratta di una proposta che pare in aperta contraddizione con il luogo stesso dove si svolge la Conferenza - gli EAU sono tra i maggiori produttori di petrolio al mondo - e che probabilmente sarà osteggiata dai Paesi in via di sviluppo, che vorrebbero poter sfruttare i combustibili fossili per far crescere la propria economia come hanno fatto i Paesi più sviluppati.
Il Global Stocktake
Per capire ‘a che punto siamo’ nella lotta al riscaldamento globale, occorre partire dall'Accordo sul clima di Parigi del 2015, che prevedeva l’impegno a contenere l’aumento delle temperature al massimo a +2° C alla fine del secolo rispetto ai livelli pre-industriali ma con l’intenzione, sulla carta, di mirare a +1,5° C. Gli Accordi prevedevano anche che ogni cinque anni si controllassero i progressi compiuti in tale ambito e gli effetti delle iniziative concretamente intraprese. Si tratta del ‘Global Stocktake’, o ‘Bilancio globale’ (GST).
A Dubai si concluderà il primo di questi controlli, che ha visto il coinvolgimento della comunità scientifica oltre che di numerose istituzioni e società private di tutto il mondo. Le conclusioni del GST dicono che quanto fatto finora non è sufficiente, dunque nei prossimi due anni i governi dovranno rivedere ‘al rialzo’ le proprie promesse di riduzione delle emissioni. Una luce tuttavia viene dal World Energy Outlook 2023, l’analisi annuale realizzata dall’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) sul sistema energetico globale e sui suoi cambiamenti economici e strutturali: secondo il report, mantenere le emissioni sotto a +1,5 ° C è sempre più difficile ma ancora possibile.
Il fondo Loss&Damage
Terzo tema è il fondo Loss&Damage per ‘risarcire’ gli Stati più soggetti all’impatto del riscaldamento globale. Il fondo, istituito dalla precedente Cop tenutasi a Sharm el-Sheik, si basa sul principio della compensazione, dato che la responsabilità del riscaldamento globale non è di tutti allo stesso modo: alla sbarra ci sono soprattutto i Paesi sviluppati, che per motivi storici inquinano da più tempo (e continuano a farlo). Quindi il concetto è quello di una responsabilità comune ma differenziata tra i Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo.
Sostanzialmente i Paesi in via di sviluppo ‘accusano’ i Paesi occidentali di essersi arricchiti inquinando e vogliono per se stessi ora la stessa opportunità. L’india, ad esempio, secondo l’agenzia di stampa Reuters, potrebbe chiedere che siano i Paesi sviluppati a impegnarsi maggiormente nella riduzione delle proprie emissioni di gas serra: in questo modo, i Paesi in via di sviluppo potranno continuare a produrne di più e per più tempo.
Per essere ancora più chiaro, il sottosegretario agli Esteri indiano Vinay Mohan Kwatra, prima della partenza del premier Narendra Modi per Dubai, ha detto che il carbone resterà la fonte principale di energia per l'India.
In ogni caso, la bozza del fondo Loss&Damage parte già zoppicando: non prevede obblighi né cifre precise e ne affida la gestione alla Banca Mondiale, criticata dai Paesi in via di sviluppo perché avvantaggerebbe quelli più ricchi.
Il conflitto di interessi degli Emirati Arabi Uniti
Una delle principali polemiche che riguardano la Cop28 è lo Stato che la ospita: gli Emirati Arabi Uniti sono tra i più grandi produttori di petrolio. Come se non bastasse, il presidente della Conferenza è Sultan Al Jaber, che allo stesso tempo è a capo della compagnia petrolifera di bandiera degli Emirati (la ADNOC, Abu Dhabi National Oil Company). Ci sono tutti gli elementi per gridare al conflitto di interessi, e infatti in questi mesi si è molto dibattuto sull’opportunità di affidare la Cop a uno Stato – e a un presidente - che ha tutt’altri obiettivi rispetto alla transizione energetica. Polemiche rinfocolate dalla Bbc che ha visionato documenti riservati ma trapelati, secondo i quali gli Emirati starebbero usando l'evento per fare accordi con 15 Paesi nel settore del gas e del petrolio, mentre il focus della conferenza sarebbe appunto come diminuirne l’uso.
Tra i documenti, alcuni "punti di discussione" come quello riguardante la Cina, con cui Adnoc "è disponibile a valutare congiuntamente le opportunità internazionali sul Gnl" in Mozambico, Canada e Australia, e quelli che suggeriscono di dire a un ministro colombiano che Adnoc "è pronto" a sostenere Bogotà per sviluppare le sue risorse di combustibili fossili, mentre altri riguardano 13 Paesi, tra cui Germania ed Egitto.
Le accuse sono state prontamente contestate dal presidente della Cop28 in una conferenza stampa (alla quale la Bbc non è stata invitata): “Sono false, non sono corrette né accurate". "Pensate che gli Emirati o io abbiamo bisogno della Cop o della presidenza della Cop per andare a stabilire accordi commerciali o relazioni commerciali?", ha sostenuto Sultan Al Jaber. "Questo Paese negli ultimi 50 anni è stato costruito intorno alla sua capacità di costruire ponti e di creare relazioni e partnership", ha rivendicato infine, assicurando che "ogni incontro che ho condotto con ogni governo o qualsiasi altro stakeholder è sempre stato incentrato su una cosa e una cosa sola: questa è la mia agenda Cop28 e come possiamo collettivamente per la prima volta in assoluto adottare una mentalità incentrata sull’attuazione e l’azione per raggiungere l'obiettivo di mantenere l'innalzamento della temperatura a 1,5 gradi".
“Penso che otterremo il risultato senza precedenti che tutti noi auspichiamo, quello di rimettere in carreggiata e garantire che il mondo accetti una tabella di marcia verso il 2030 che manterrà un aumento della temperatura al di sopra dei livelli preindustriali di 1,5 gradi", ha anche detto al Guardian.
Osservando le cose da un altro punto di vista, può anche essere una strategia considerare come interlocutori quelli che sembrano ‘nemici’. Silvia Francescon, esperta di politica per il think tank italiano Ecco, ha commentato: “E’ necessario dialogare anche con queste realtà. Si tratta di interlocutori necessari per arrivare a un negoziato realmente rappresentativo”.
Prevarrà l’istinto di sopravvivenza o il conflitto d’interesse? Gli Emirati Arabi Uniti devono comunque fare i conti col fatto di essere uno dei Paesi più vulnerabili agli impatti del riscaldamento globale, a causa del loro clima molto caldo e umido. Già tra il 1990 e il 2022, la temperatura media annua dell'aria superficiale negli EAU è aumentata di 1,27° C, esponendo il Paese al rischio di tempeste di sabbia, siccità, innalzamento del mare.
In effetti, secondo la Climate & Clean Air Coalition, gli Emirati Arabi Uniti stanno compiendo degli sforzi per ridurre le emissioni, ad esempio promuovendo l’agricoltura biologica e idroponica, costruendo l’Etihad Rail – che togliendo le macchine dalla strada dovrebbe consentire una grossa riduzione delle emissioni inquinanti - e in generale riducendo gli sprechi.
Non solo: gli EAU, primo governo mediorientale ad agire in tal senso, si sono impegnati a ridurre le emissioni di carbonio a net zero entro il 2050, E sono stati anche il primo Paese nella regione a firmare gli Accordi di Parigi del 2015.
Cosa possiamo aspettarci dalla Cop28?
Cosa possiamo aspettarci dalla Cop28? Ne abbiamo parlato con Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, in occasione dell’evento 'Le nuove sfide della sostenibilità', a cura di Eikon Italia in collaborazione con il Gruppo Adnkronos e tenutosi al Palazzo dell’Informazione a Roma. "Le aspettative sono alte purtroppo, però, vediamo che le tensioni internazionali rendono molto difficile raggiungere degli accordi", ha detto Giovannini.
"Una buona notizia è stato l'incontro tra Xi Jinping e Biden sul tema dell'accelerazione verso la lotta al cambiamento climatico - ha osservato - Bisogna capire se i Paesi in via di sviluppo e i Paesi sviluppati riusciranno a trovare dei punti di accordo, perché anche in questo campo ci sono state tante promesse da parte dei Paesi sviluppati che poi non sono diventate realtà. Quindi ci sono forti tensioni, non è detto che si riesca a trovare un accordo vantaggioso per tutti".
"In questa Cop ogni Paese deve aggiornare i propri impegni. Al momento le analisi che sono state fatte mostrano che non riusciremo a fermare l'aumento della temperatura entro 1,5°C; forse, durante la Cop ci saranno impegni ulteriori dei governi per andare in questa direzione, lo scopriremo. Per l'Italia io mi aspetterei un impegno forte per il fondo per il clima", conclude.
La posizione dell’Italia
L’Italia sarà presente alla Cop28 ma con un ‘quasi primato’ che non promette benissimo: secondo la classifica mondiale di Oil Change International, siamo in seconda posizione per finanziamento di progetti fossili con sussidi pubblici, dopo gli Stati Uniti d’America. Nel dettaglio, da gennaio 2023 a oggi lo Stato ha distribuito in tal senso oltre 1,12 miliardi di euro. Una linea d'azione in contraddizione con gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi e in discussione alla Cop 28.
In ogni caso, l’1 e il 2 dicembre la premier Meloni sarà a Dubai, con la mission di confermare l’impegno italiano a intensificare gli sforzi per il contrasto ai cambiamenti climatici e a sostegno del continente africano, al quale l'Italia destinerà gran parte del suo Fondo per il clima.
La presidente del Consiglio prenderà parte alla sessione ad alto livello del summit, che vedrà la più alta partecipazione di capi di Stato e di governo mai registrata in una Cop (circa 150 i leader attesi): numeri che certificano il successo diplomatico del presidente emiratino Mohammed bin Zayed Al Nahyan.
L'1 dicembre Meloni parteciperà all'apertura dei lavori, poi prenderà la parola nell'ambito di due eventi: uno dedicato ai sistemi alimentari e un altro sull'adattamento ai cambiamenti climatici.
Critica l’opposizione: “Per noi giustizia climatica e giustizia sociale stanno insieme. Non si possono ridurre le diseguaglianze senza contrastare l'emergenza climatica. Chi paga il più alto il prezzo dell’emergenza climatica sono quelle persone che non possono scegliere dove vivere e che aria respirare”, ha detto Elly Schlein al seminario 'Conversione ecologica dell'economia e della società', riguardo i provvedimenti promossi dal Partito Democratico nel primo anno di legislatura e in previsione della Cop28 di Dubai.
“Parlo costantemente con collegi europei che sono stupefatti che in Italia non si parli di cambiamento climatico quando tanti sono gli eventi estremi che si sono verificati nel nostro Paese”, ha osservato la segretaria dem, che ha aggiunto: “Le tecnologie per le Rinnovabili sono già mature ma questo governo è nemico delle rinnovabili”.
L’umanità è in guai seri?
Polemiche, difficoltà e speranze, ma il punto fondamentale, la sintesi, tracciata dal segretario Generale Onu Antonio Guterres in un video messaggio ai delegati riuniti per la Cop28, è che l'umanità è in "guai seri". "Stiamo vivendo il collasso climatico in tempo reale – ha sottolineato - e l'impatto è devastante. Quest'anno le comunità di tutto il mondo sono state colpite da incendi, inondazioni e temperature roventi. Il riscaldamento globale record dovrebbe far venire i brividi ai leader mondiali. E dovrebbe spingerli ad agire".
Gli occhi del mondo dunque sono tutti puntati su Dubai.
Economia
Bper Bene Comune, tutti i progetti bando ‘Il futuro a...
Obiettivo raggiunto per i 5 progetti selezionati nell’ambito del bando di crowdfunding 'Il futuro a portata di mano', lanciato da Bper Bene Comune e relativo a progetti culturali innovativi, creativi e artistici che prevedono il coinvolgimento attivo dei giovani, promuovendo la loro partecipazione e incentivando il loro sviluppo intellettuale e sociale.
Tutte le campagne attive su Produzioni dal Basso, prima piattaforma italiana di crowdfunding e social innovation, sono riuscite, infatti, a raccogliere il 40% dei fondi necessari a sviluppare i progetti grazie alla generosità dei sostenitori, e riceveranno così il cofinanziamento da parte di Bper Banca per il restante 60%.
Le progettualità saranno attivate in modo capillare su tutto il territorio nazionale: “Storie di Viaggi: Itinerari-incroci di vita” dell’Atelier Mobile APS di Torino, è un laboratorio multidisciplinare per favorire la comprensione, l'integrazione e la crescita reciproca, dedicato a bambini e ragazzi suddivisi in tre gruppi per fasce; 'Rivivere il Parco di Turona - Un’oasi naturale da scoprire e proteggere' ideato dall'Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) Regione Lazio Aps, è invece un’iniziativa volta a diffondere la cultura della tutela ambientale e a creare un luogo sicuro e accogliente per visitatori, turisti e pellegrini, in vista del Giubileo 2025.
E ancora: a Napoli, la Cooperativa Sociale Dedalus con 'Tutto il mondo è paese' prevede un percorso teatrale rivolto principalmente a giovani e adolescenti italiani e stranieri, con l’obiettivo di creare una compagnia teatrale multietnica e interculturale; il progetto 'InCanto: cantare insieme per la pace' della Fondazione Mus-e Italia Ets, mira a promuovere l'inclusione sociale e il dialogo interculturale in otto scuole primarie pubbliche a Torino, Milano, Reggio Emilia, Firenze, Bologna, Copertino (LE), Genova, Fermo per contrastare la povertà educativa in queste città; 'Apollo con lo smartphone o Persefone influencer? Cambiamo il presente con l’intelligenza digitale!!', di Fare x Bene Ets, è un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Museo Archeologico di Reggio Calabria e il Corecom Regione Calabria. Si focalizza sull'educazione digitale, la prevenzione della violenza di genere e la valorizzazione culturale, allineandosi agli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Bper Bene Comune affiancherà le cinque realtà per supportarle nella realizzazione dei progetti e nella generazione di impatto sociale per i territori.
Economia
Bonus sociale bollette 2025, limiti Isee e requisiti: come...
Tutto quello che c'è da sapere
Il bonus sociale elettrico, gas e idrico sono una misura (presente anche nel 2025) volta a ridurre la spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica, di gas naturale e idrica dai nuclei familiari in condizioni di disagio economico o fisico. Come spiega Arera sul proprio sito, nel primo caso (disagio economico) si tratta di uno sconto applicato in modo automatico sulle bollette alle famiglie che hanno un’attestazione Isee sottosoglia: viene concesso per 12 mesi, su una sola fornitura per ogni tipo di servizio (elettrico, gas e idrico). Ne hanno diritto anche i nuclei che abitano in un condominio. Il bonus elettrico per disagio fisico è invece una misura volta a ridurre la spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica dai nuclei familiari in cui è presente un componente che si trova in condizioni di disagio fisico. È stato introdotto dalla normativa nazionale e successivamente attuato con provvedimenti di regolazione dell'Autorità.
Bonus sociale per disagio economico: requisiti e a quanto ammonta
Il cittadino o il nucleo familiare ha diritto al bonus se: l'Isee non è superiore a 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico o se non è superiore a 20.000 euro per le famiglie numerose con almeno 4 figli a carico. Inoltre, in caso di fornitura diretta: la fornitura (ossia il contratto elettrico/gas/idrico) è intestata a uno dei componenti il nucleo Isee - Attenzione: se il contratto è intestato a un altro soggetto (es. proprietario di casa, se l’abitazione è in affitto) il bonus non viene riconosciuto -; la fornitura ha una tariffa per uso domestico (per il servizio idrico deve essere uso domestico residente); la fornitura è attiva (significa che il servizio è in corso di erogazione) o momentaneamente sospesa per morosità. in caso di fornitura centralizzata: la fornitura condominiale di gas o di acqua è utilizzata in locali abitativi ed è attiva (il servizio deve essere in corso di erogazione). Per il servizio idrico, altro requisito necessario per ottenere il bonus è che il nucleo deve essere intestatario di una fornitura elettrica attiva e domestica.
Ogni nucleo familiare ha diritto a un bonus per disagio economico per la fornitura elettrica, a uno per la fornitura gas e uno per la fornitura idrica, se sono rispettati i requisiti di ammissibilità. Il bonus per disagio economico è riconosciuto alle forniture nell’anno di competenza dell’attestazione Isee, per 12 mesi. Ogni anno, in presenza di un’attestazione Isee sottosoglia il nucleo viene inserito nel procedimento automatico. Il nucleo può avere anche diritto al bonus sociale per disagio fisico, se nella casa di abitazione vive una persona gravemente malata che necessita di apparecchiature elettromedicali per supporto vitale.
Il valore del bonus sociale elettrico è quantificato dall’Autorità. Il valore annuale dipende dal numero di componenti del nucleo familiare indicati nella DSU (la Dichiarazione Sostitutiva Unica per la richiesta dell'Isee), e lo sconto applicato è uguale ogni mese (per i 12 mesi dell’anno in cui il cliente ne ha diritto). Il cliente trova quindi in ogni bolletta lo stesso sconto (es. se la fattura è emessa ogni 2 mesi, e lo sconto mensile è pari a 15 euro, in ogni bolletta troverà 30 euro di riduzione per bonus sociale). La procedura di riconoscimento dei bonus sociali segue tempistiche e modalità differenti per i 3 servizi (elettrico gas e idrico) e per tipo di fornitura (diretta o indiretta).
Bonus per gravi condizioni di salute
Il bonus sociale per disagio fisico è cumulabile con i bonus per disagio economico qualora ricorrano i rispettivi requisiti di ammissibilità. L'accesso è subordinato alla presentazione di apposita domanda: i soggetti che si trovano in gravi condizioni di salute e che utilizzano apparecchiature elettromedicali per la loro sopravvivenza dovranno continuare a farne richiesta presso i Comuni o i CAF abilitati.
La domanda va presentata presso il Comune di residenza del titolare della fornitura elettrica (anche se diverso dal malato) utilizzando gli appositi moduli o presso un altro ente designato dal Comune (CAF, Comunità montane)
Per avere accesso al bonus per disagio fisico, il cliente deve essere in possesso di:
un certificato ASL che attesti:
la situazione di grave condizione di salute;
la necessità di utilizzare le apparecchiature elettromedicali per supporto vitale;
il tipo di apparecchiatura utilizzata e le ore di utilizzo giornaliero;
l'indirizzo presso il quale l'apparecchiatura è installata;
il documento di identità e il codice fiscale del richiedente e del malato se diverso dal richiedente;
il modulo B compilato;
è inoltre necessario avere a disposizione alcune informazioni reperibili in bolletta o nel contratto di fornitura: codice POD (identificativo del punto di consegna dell'energia). Il codice POD, è un codice composto da lettere e numeri, che inizia con IT e identifica in modo certo il punto fisico in cui l'energia viene consegnata dal fornitore e prelevata dal cliente finale. Il codice non cambia anche se si cambia fornitore; la potenza impegnata o disponibile della fornitura.
Per la richiesta del bonus per disagio fisico, non è possibile utilizzare altre forme di certificazione delle situazioni invalidanti, quali ad esempio i certificati di invalidità civile.
Non è richiesta la presentazione dell'Isee: il bonus per disagio fisico per queste situazioni viene concesso indipendentemente dalla fascia di reddito del richiedente.
Il valore del bonus è determinato dall'Autorità, in base ai criteri previsti dalla normativa e dipende da: potenza contrattuale, tipologia delle apparecchiature elettromedicali salvavita utilizzate dal beneficiario del bonus e tempo giornaliero di utilizzo. Sulla base di queste tre informazioni e del corrispondente ammontare di bonus determinato dall'Autorità, il valore del bonus spettante al nucleo familiare in condizione di disagio fisico viene calcolato dal sistema informatico che gestisce le agevolazioni (SGAte) tenuto conto di quanto certificato dalla ASL competente. Nel caso in cui la ASL non barri le caselle relative ai macchinari utilizzati e alle ore di utilizzo, il sistema assegna la fascia minima. Per conoscere e fare una stima del valore di bonus a cui il malato ha diritto è possibile effettuare una simulazione sul portale SGAte. L'importo del bonus viene scontato direttamente sulla bolletta elettrica, non in un'unica soluzione, ma suddiviso nelle diverse bollette corrispondenti ai consumi dei 12 mesi successivi alla presentazione della domanda.
Economia
Scioperi, oltre 50 a gennaio tra stop nazionali e proteste...
Treni e Tpl a rischio. Tornano in piazza anche le tute blu
Sono 54 gli scioperi in programma per il mese di gennaio 2025, esclusi quelli revocati, stando al calendario della Commissione di garanzia. I trasporti restano i protagonisti della protesta dei lavoratori, e quindi dei disagi per i cittadini. Ma c'è anche lo sciopero nazionale della scuola il 10 gennaio che coinvolgerà, per l'intera giornata, il personale docente e ata aderenti al sindacato Csle e tutto il personale educativo scuole comunali di ogni ordine e grado.
Le date da segnare, invece, per chi deve spostarsi utilizzando Tpl e ferrovie, sono il 10 e il 25 gennaio (mentre per chi deve spostarsi via mare, la data da segnare è quella dell’8 gennaio quando a scioperare saranno i rimorchiatori napoletani dalle ore 12.00 dell'8 gennaio alle ore 12.00 del 9, e i lavoratori di Caronte & Tourist isole minori e Siremar).
Il 10 gennaio
Iniziamo dal 1 0 gennaio, prima giornata nera dei trasporti. Treni a rischio con lo sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori Rfi (dalle ore 21.00 del 9 gennaio alle ore 20.59 del 10) mentre il Tpl farà i conti con lo sciopero nazionale di 4 ore (con articolazione oraria a livello territoriale). Sul fronte del trasporto aereo, nella stessa giornata sciopereranno anche i lavoratori di handler, della Sea spa e addetti alle pulizie.
I trasporti, le altre date
Il percorso a ostacoli su rotaia continua il 12 gennaio con una serie di scioperi regionali, dai lavoratori Trenitalia in Abruzzo che si fermeranno dalle ore 09.00 alle ore 16.59, a quelli di Rfi a Firenze (dalle ore 09.00 alle ore 16.59); il 13 gennaio la protesta arriverà in Sardegna (i lavoratori Rfi si fermeranno dalle ore 09.01 alle ore 17.00).
Altra giornata no per il Tpl locale sarà quella del 21 gennaio: le proteste metteranno a rischio i trasporti di Vercelli e Biella (dalle ore 08.30 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 a fine servizio); di Bari, Taranto e Lecce e in Puglia in generale per lo sciopero dei lavoratori di Ferrovie del Sud Est e delle Ferrovie Appulo Lucale, dalle ore 15.40 alle ore 19.39. In Sicilia la protesta del Tpl arriverà il 24 gennaio con lo sciopero dei lavoratori Sais Autolinee dalle ore 9.00 alle ore 13.00.
Treni di tutta Italia di nuovo nell'occhio del ciclone il 25 e 26 gennaio: lo sciopero nazionale plurisettoriale, del trasporto merci su rotaia e del trasporto ferroviario coinvolgerà il settore dalle ore 21.00 del 25 alle ore 20.59 del 26.
Il 26 gennaio a rischio anche il tpl genovese (scioperano i lavoratori Atm del servizio extraurbano dalle ore 10.30 alle ore 14.30 per il personale viaggiante e dalle ore 10.30 alle ore 14.00 per il personale addetti alle biglietterie). Il 31 gennaio invece toccherà a Milano, Monza e Brianza (gruppo Atm personale viaggiante di superficie, metropolitana, agenti di stazione).
Metalmeccanici
A gennaio tornano in piazza anche le tute blu, protagoniste già delle proteste del 2024 insieme con i trasporti: nutrito il calendario degli stop che coinvolgeranno i metalmeccanici. Si inizia il 13 gennaio con lo sciopero di 8 ore dei lavoratori Siram e Graded di Caserta, dei lavoratori delle aziende del comparto in Umbria che si fermeranno per l'intera giornata, e dei lavoratori Codemar di Marcianise (8 ore). La protesta continuerà il 14 gennaio con lo sciopero per l'intera giornata delle aziende del comparto di Trento; e il 15 gennaio quando le tute blu delle aziende del comparto si fermeranno nel Lazio, a Salerno, in Lombardia per lo sciopero unitario indetto dai sindacati.