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Neve, caldo e gelo. Ogni anno 7% decessi per freddo, ‘proteggere’ polmoni e cuore

Da medici internisti come difendersi al meglio dal 'generale inverno'

Gente coperta per la giornata molto fredda, nella foto in Piazza Duomo (Duilio Piaggesi, Milano - 2019-01-01) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - FOTOGRAMMA

Mai sottovalutare il freddo. Ogni anno almeno il 7% di tutti i decessi può essere attribuito al rapido calo delle temperature. Per capire cosa accade al nostro organismo e come difendersi arrivano i consigli della Società italiana di medicina interna (Simi), che spiega chi rischia di più, come gli anziani, i fragili. "Il freddo può provocare un forte stress al nostro corpo e far aumentare la frequenza cardiaca, un problema per chi soffre di problemi cardiocircolatori, l'aria si fa più secca e chi ha asma, fibrosi, o patologie polmonari ha delle difficoltà", spiega all'Adnkronos Salute Giorgio Sesti, presidente della Simi. Secondo le ultime previsioni, prossimi giorni si passerà dal freddo e dalla neve fino in pianura, al caldo e poi di nuovo a gelo e fiocchi bianchi.

Innanzitutto, attenzione al cuore. "Una delle minacce peggiori del 'generale inverno' è quella posta all'apparato cardio-circolatorio - ricorda Sesti - con un'aumentata incidenza di infarti, ictus e un peggioramento delle arteriopatie periferiche (o Pad, quelle a carico delle arterie degli arti inferiori)". Sono soprattutto le persone con patologie cardio-vascolari quelle più esposte a questo rischio, che fa leva sul modo con il quale l'organismo reagisce al freddo. "Per evitare di disperdere calore - prosegue Sesti - i vasi periferici si 'contraggono' (vasocostrizione), ma questo a sua volta provoca un ridotto afflusso di sangue in periferia (con il freddo peggiorano i sintomi della claudicatio, dolori crampiformi fortissimi alla coscia o al polpaccio, che compaiono in chi soffre di Pad) e un aumento della pressione arteriosa. E' per questo che spesso in inverno è necessario ritoccare verso l'alto i dosaggi della terapia antipertensiva o associare altri farmaci per mantenere sotto controllo i valori pressori".

Una pressione arteriosa in salita e il freddo portano anche ad urinare di più, esponendo in questo modo al rischio di disidratazione, che può sembrare strano in inverno, ma accade. "E' necessario assicurare un buon introito di liquidi - ricorda Sesti - Ma assolutamente non di alcol. L'idea che l'alcol 'riscaldi' è una sensazione ingannevole; in realtà, producendo una vasodilatazione periferica, l'alcol favorisce la dispersione di calore. Ragione in più - raccomanda - per evitare il consumo delle bevande alcoliche, che non mai effetti benefici".

Il tallone d'Achille delle articolazioni. Il freddo e l'umidità non sono un toccasana per ossa e articolazioni

Proteggere naso e bocca per il bene di bronchi e polmoni. Anche l'apparato respiratorio risente del calo delle temperature. "In questa stagione - afferma Sesti - assistiamo ad un'esacerbazione di malattie respiratorie croniche come la bronchite ostruttiva e l'asma perché il passaggio di aria fredda lungo le vie aeree provoca irritazione e, di conseguenza, tosse, aumento di secrezioni catarrali e una respirazione difficoltosa e affannata (dispnea). Per questo è importante evitare di uscire di casa nelle ore più fredde, proteggere bene naso e bocca con una sciarpa (e una mascherina, soprattutto quando si sale sui mezzi pubblici affollati) per riscaldare l'aria che inaliamo; bisognerà inoltre valutare con il proprio medico se è il caso di aggiungere un 'puff' di broncodilatatore/antinfiammatorio in terapia. Chi soffre d'asma, dovrebbe comunque sempre avere con sé un inalatore per un 'puff' d'emergenza".

Anche le persone con long Covid "devono fare particolare attenzione in caso di freddo e cattivo tempo, perché secondo una review pubblicata di recente sul 'Bmj', la loro funzionalità polmonare può restare compromessa per un tempo variabile dopo l'infezione da Covid e questo - sottolinea l'esperto - li espone a maggior rischio di infezioni respiratorie. Se è necessario uscire, oltre a proteggersi bene dal freddo, queste persone dovrebbero indossare una mascherina Ffp2, soprattutto negli ambienti affollati e scarsamente ventilati".

Il tallone d'Achille delle articolazioni. Il freddo e l'umidità non sono un toccasana per ossa e articolazioni, come sanno bene tutti coloro che soffrono di malattie reumatiche su base infiammatoria o di artrosi. "E' necessario dunque coprirsi adeguatamente per mantenere caldo l'organismo - consiglia Sesti - indossare guanti e giacche impermeabili se si esce di casa; chi soffre di fenomeno di Raynaud (un'importante vasocostrizione periferica soprattutto a carico delle dita delle mani che diventano bianche, poi violacee e rosse con tanto dolore) deve stare particolarmente attento agli sbalzi di temperatura, proteggendo bene le mani dal freddo ed evitando di metterle sul termosifone o nell'acqua calda, una volta rientrati in casa; da eliminare assolutamente il fumo, che può aggravare il fenomeno".

Secondo il presidente della Simi, "anche se costretti in casa dal maltempo, bisogna evitare di stare fermi troppo a lungo, alzandosi di frequente dalla poltrona o dal divano e facendo un po' di ginnastica casalinga, anche con l'ausilio di pesetti da un chilo, raccomandano gli esperti. Attenzione anche a non esagerare con le calorie a tavola, perché ogni chilo di troppo andrà a gravare sulle articolazioni. Importante fare il pieno di vitamina D e calcio, soprattutto se non si esce di casa e non ci si espone alla luce del sole".

Infine, come regolarsi con l'attività fisica e freddo. I runner in buona salute possono continuare a correre anche con le basse temperature, avendo cura di vestirsi in maniera adeguata, facendo attenzione all'umidità e al sudore che non devono restare a contatto con il corpo, oltre che al freddo, e di idratarsi adeguatamente. "Le persone con problemi cardiovascolari noti o i soggetti a rischio come ipertesi, diabetici, persone in sovrappeso - ammonisce Sesti - devono invece stare molto attenti a non fare sforzi eccessivi all'aperto, se le temperature sono rigide. In questa stagione, bene le passeggiate nelle ore calde e nelle giornate di sole, ma per tutto il resto, l'esercizio fisico andrebbe fatto indoor: in palestra, in piscina o in casa. Ricordatevi di vestirvi molto bene anche quando portate il cane fuori, soprattutto al mattino presto e la sera. Grande attenzione, infine, anche all'attività fisica 'indotta' dal cattivo tempo: spalare la neve può rivelarsi decisamente pericoloso per il cuore, come anche cambiare una gomma bucata a temperature polari".

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Cronaca

Covid Italia, da XEC a LP.8.1: le nuove varianti da...

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Ecco qual è la variante da monitorare con maggiore attenzione perché potrebbe diventare la prossima da fronteggiare

Covid test - (Afp)

Tra le nuove varianti Covid che insidiano XEC, attualmente dominante nel mondo, ce n'è una che sembra avere più chance di farcela: è LP.8.1. Secondo un'analisi del laboratorio di Yunlong Cao, Biomedical Pioneering Innovation Center (Biopic) della Peking University di Pechino, gruppo in prima linea nello studio dell'evoluzione di Sars-CoV-2, è la variante da monitorare con maggiore attenzione perché potrebbe diventare la prossima da fronteggiare. Al momento, per esempio, negli Usa "ha rappresentato circa il 10% dei casi", fa notare anche lo scienziato Eric Topol, vice presidente esecutivo Scripps Research, fondatore e direttore Scripps Research Translational Institute. Ma ha un deciso vantaggio di crescita.

Nuove varianti Covid

Secondo l'analisi di Cao e colleghi, LP.8.1 ha mostrato un'evasione immunitaria umorale paragonabile a XEC, ma ha dimostrato un'efficienza molto aumentata di coinvolgimento di Ace2", recettore che rappresenta una specie di 'porta' che il virus usa per entrare nelle cellule umane, "il che supporta la sua rapida crescita".

Le varianti XEC e KP.3.1.1 hanno superato KP.3 diventando i lignaggi Covid dominanti a livello globale grazie alle loro mutazioni Ntd uniche. Tuttavia, ora - spiegano i ricercatori nel lavoro messo a disposizione sul portale 'Biorxiv', in versione non ancora sottoposta a revisione fra pari - diversi sottolignaggi emergenti della famiglia JN.1, come LF.7.2.1, MC.10.1, NP.1 e, in particolar modo, LP.8.1, hanno dimostrato vantaggi di crescita superiori rispetto a XEC". Nel dettaglio, "quello che abbiamo scoperto - evidenziano gli autori - è che LF.7.2.1 è significativamente più invasiva a livello immunitario di XEC", principalmente a causa di una mutazione che le consentirebbe l'elusione di anticorpi neutralizzanti. "Tuttavia, la sua debole affinità di legame Ace2 sostanzialmente ne compromette la sua idoneità" a scalzare XEC. "Allo stesso modo, MC.10.1 e NP.1 hanno mostrato una forte evasione immunitaria anticorpale", dovuta a un'altra mutazione, "ma la loro limitata efficienza di coinvolgimento Ace2 ha limitato il loro vantaggio di crescita".

Questi risultati, concludono i ricercatori, "evidenziano il compromesso tra evasione immunitaria ed efficienza di coinvolgimento Ace2 nell'evoluzione di Sars-CoV-2 e sottolineano l'importanza di monitorare LP.8.1 e i suoi lignaggi discendenti".

Questa variante era anche finita nel gruppo delle osservate speciali, citate dagli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Facendo il punto sulla formulazione dei prossimi vaccini, l'agenzia Onu per la salute aveva da un lato confermato il quadro delle varianti, dominato dalla grande famiglia JN.1. E, pur ribadendo la costante crescita di XEC a livello globale, aveva parlato dell'esistenza di "altre varianti" sempre "derivate da JN.1, che sono attualmente in basse proporzioni, ma che hanno mutazioni che potrebbero dare loro un vantaggio rispetto a Xec". Fra quelle citate c'era proprio LP.8.1, insieme a "NP.1 e LF.7.2". Le mutazioni che hanno attirato l'attenzione degli esperti Oms, "potrebbero conferire una maggiore capacità di fuga immunitaria rispetto a XEC. Queste varianti continueranno a essere monitorate e caratterizzate", era stata la conclusione.

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Cronaca

Milano, il Capodanno a luci rosse: il veglione con le...

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Si tratta di un'anteprima della manifestazione erotica 'Bergamo Sex' in programma dal 24 al 26 gennaio 2025

Bergamo Sex - Francesca Ricciardi, Lorenzo Pezzotti, Corrado Fumagalli

Per la notte di Capodanno a Milano si terrà un veglione con le 'star per adulti', un'anteprima della manifestazione erotica 'Bergamo Sex' in programma dal 24 al 26 gennaio. L'evento si svolgerà presso 'SaunaMilano', storico club con Spa nel capoluogo meneghino.

I dettagli dell'evento

L'idea è dell'imprenditore del settore "adult" Corrado Fumagalli, e vede come protagoniste del party alcune note star dell'intrattenimento a luci rosse, con spettacoli live e interazioni dal vivo. Tra le ospiti di Capodanno, sono previsti i nomi noti su Onlyfans e sui social network italiani, come: la perfomer transessuale Noemi Blonde e l'attrice hard italiana Mary Jane, giunta dai set di cinematografia internazionale per adulti di Praga e Budapest per festeggiare l'arrivo del 2025 nel capoluogo lombardo.

Dalle 21, tra una tombolata, un brindisi e un tuffo nell'idromassaggio, il club saunamilano si prepara a festeggiare, si legge ancora nel comunicato, il bollente capodanno meneghino in via Comasina 135.

La manifestazione 'Bergamo Sex'

Il veglione è anche l'occasione per incontrare, con quasi un mese di anticipo, alcune delle artiste presenti alla prossima edizione invernale della manifestazione erotica 'Bergamo Sex'. Che è in programma il 24, 25 e 26 gennaio 2025 presso la discoteca Bolgia di Osio Sopra (Bg), dalle 15,30 alle 03,00 di notte. La kermesse erotica, giunta al 21esimo anno di attività, trasforma la provincia del Nord Italia nel centro dell'intrattenimento a luci rosse della Penisola per l'intero e lungo weekend di fine gennaio. Tra le 50 Star attese all'edizione invernale di Bergamosex, hanno già confermato la propria presenza: l'attore hard Max Felicitas e la starlette di Onlyfans, Michelle Comi. Tra gli sponsor e i partner di Bergamo Sex, c'è Wyylde, il social network per esplorare la propria sessualità, con 5mln di utenti registrati in Europa.

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Cronaca

2025 anno dell’Aviaria? L’allarme di Bassetti:...

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L'infettivologo: "Il virus sta mutando e non è più lo stesso, l'Italia si attrezzi con vaccini e terapie"

Matteo Bassetti - Fotogramma

"Temo che il 2025 possa diventare l'anno dell'aviaria". È l'allarme lanciato all'Adnkronos Salute da Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.

"Per il 2025, sul fronte malattie infettive dobbiamo guardare al problema aviaria. Il 2024 è finito nel modo peggiore, con casi umani anche impegnativi. Il virus sta mutando - avverte Bassetti - e non è più lo stesso visto nei bovini, ma è nuovo. Ci sono segnali che questo virus si sta avvicinando agli essere umani e temo che il 2025 possa diventare l'anno dell'aviaria. Anche l'Italia deve organizzarsi con vaccini, terapie e tutto quello che chiamiamo Piano pandemico aggiornato, che ancora non c'è".

Mentre per la sanità, aggiunge lo specialista, nel 2025 "mi auguro che ci si impegni ancora di più di quanto fatto per trovare nuove forme di finanziamento anche integrative, lavorare insieme alle assicurazioni per aumentare le risorse per il Servizio sanitario nazionale allargando il 'secondo pilastro'. Altra cosa da fare - prosegue Bassetti - è migliorare le condizioni dl lavoro dei medici, soprattutto di quelli che lavorano in ospedale, ovvero chi lavora in pronto soccorso, nella medicina d'urgenza, nelle rianimazioni o in chirurgia. C'è un bisogno urgente di migliorare le condizioni di lavoro ed economiche, perché altrimenti troveremo sempre meno medici che si impegneranno in quei reparti. Poi nel 2025 - conclude l'infettivologo - vedremo finalmente l'applicazione del nuovo numero chiuso a Medicina, questa selezione con il primo semestre, e se sarà uno strumento che incentiverà gli studenti a fare i medici".

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