Il ruolo dell'interoperabilità e del rapporto con i partner dell'Istituto tra fattore umano e nuove tecnologie
Il percorso di profonda trasformazione intrapreso dall'Inps tende sempre più verso la creazione di valore pubblico e sociale. Un grande obiettivo che riconsidera l'intero processo di produzione in un'ottica di condivisione e partecipazione, andando a coinvolgere utenti, stakeholder e partner dell'Istituto. Una fase fondamentale nella creazione di valore è la co-produzione che implica un'interazione più ampia in cui tutti i soggetti contribuiscono all'obiettivo finale, condividendo esperienze, aspettative e know-how. Una partecipazione attiva verso un obiettivo comune in cui l'interoperabilità tra pa e la cooperazione tra l'Istituto e i suoi partner diventano strategiche. (VIDEO)
A partire dal 2020 la transizione digitale ha subito un'accelerazione cambiando rapidamente il modo di rapportarsi tra utente e Pa. Grazie ad una precisa riorganizzazione interna, l'Inps ha messo in campo nuovi paradigmi nel rapporto non solo con i cittadini, ma anche con le altre amministrazioni, a partire dalla condivisione del proprio enorme patrimonio informativo. In sintesi, il ruolo dell'Istituto si è esteso da erogatore di prestazioni previdenziali a fornitore di dati per altre amministrazioni, in una logica di welfare as a service. Non a caso Inps è una delle Pa più attive nell'interoperabilità, contibuendo direttamente ad alimentare diverse piattaforme dati, tra cui la Pdnd, Piattaforma digitale nazionale dati.
In questo senso l'Istituto rappresenta un unicum a livello europeo in grado di svolgere una serie di funzioni che altrove sono affidate a più enti, con un rapporto molto positivo tra servizi erogati e numero di dipendenti. Uno dei vettori che meglio rappresentano il forte investimento in interoperabilità e digitalizzazione dell'Inps è la piattaforma UniEMens, ovvero il sistema unico di inoltro da parte dei datori di lavoro del settore privato delle denunce contenenti dati e informazioni dei propri dipendenti per il calcolo dei contirbuti, che snellisce e semplifica le procedure per le aziende.
Interoperabilità e digitalizzazione
L'interoperabilità permette controlli integrati e incrociati andando a restituire valore ai soggetti che forniscono le informazioni e in un'ottica di centralità dei dati e nuove tecnologie le dinamiche di sviluppo dell'interscambio sono molto elevate. In questa direzione va, ad esempio, il progetto Hub aziende che intende creare una rete di cooperazione e di scambio tra aziende, intermediari e Istituto. Ma si pensi anche all'importanza di uno strumento come il Durc (Documento unico di regolarità contributiva), la cui anticipazione, ad esempio, consente ad un soggetto come Anac di verificare la regolarità delle imprese e quindi una migliore gestione degli appalti pubblici e una maggiore trasparenza.
AI e nuovi paradigmi di servizio
L'Inps sta mettendo in campo due nuovi paradigmi in particolare: automazione e proattività che consentono, da un lato, di semplificare i processi e dall'altro di far conoscere ai cittadini i propri diritti. Un esempio emblematico di tali paradigmi è il consulente digitale delle pensioni che utilizza le possibilità dell'AI di analizzare i dati di cui l'Inps dispone per giungere a coinvolgere l'utente nel richiedere prestazioni a cui ha diritto. In questo campo le nuove tecnologie permettono di offrire servizi sempre più customizzati a partire dall'analisi della storia e dei dati personali degli utenti. E ciò risulta ancora più fondamentale considerando che l'Inps ha circa 500 linee di prodotto e servizio caraterizzate da una profonda complessità di gestione.
Per questo tecnologie come l'Ai sono una grande risorsa perché permette di semplificare ciò che per sua natura è molto complesso, accrescendo l'accessibilità di tutti alle prestazioni, a cominciare dal rendere disponibili informazioni chiare e particolareggiate. L'innovazione dell'Istituto si manifesta attraverso i Piani di evoluzione dei servizi (Pes) che inglobano tutti i progetti dell'innovazione di tutte le direzioni prodotto. Per il Pes 2024, ad esempio, la Direzione entrate ha proposto 78 nuovi progetti, molti dei quali legati all'AI, che hanno l'obiettivo di migliorare i rapporti con aziende e intermediari. Un obiettivo strategico in quanto proprio con gli intermediari l'interazione è pressoché continua e i flussi di informazioni sono enormi e complessi, così come risulta intensa l'opera di prevenzione e controllo dei dati in entrata, la cui correttezza si ripercuote sulla regolarità del servizio da erogare.
Il fattore umano: intermediari e territorio
L'interoperabilità non è solo tra Pa, ma anche con i consulenti del lavoro e i patronati, primi intermediari con cui l'Inps ha rapporti quotidiani. Dunque, un ruolo fondamentale che va coltivato giorno per giorno, attraverso un confronto continuo il cui obiettivo ultimo è permettere l'accesso dei cittadini ai propri diritti. Un rapporto che si è intensificato con l'accelerazione dell'automazione che ha riguardato diversi prodotti come Naspi, Iscro, Cigo, la cui complessità andava affrontata per rispondere alla semplificazione richiesta dall'utente finale. In questo senso una soluzione come la Piattaforma unica cig omnia is è stata costruita e implementata anche grazie alla condivisione e al confronto con diversi intermediari tra cui i consulenti del lavoro.
La piattaforma realizzata grazie a cooperazione e co-progettazione degli intermediari ha permesso di introdurre diverse innovazioni tra cui la compilazione assistita della domanda di prestazione e nuove forme di pagamento. Un altro interlocutore privilegiato per Inps sono i patronati con cui c'è un lavoro congiunto anche nel testare l'efficacia degli interventi, sempre in un'ottica utente-centrica e di miglioramento del servizio. Il ruolo dei patronati da sempre è quello di prendere in carico la persona e le sue necessità e accompagnarla con un'assistenza su misura che spesso si rivela necessaria specie per coloro che hanno scarsa conoscenza delle tecnologie informatiche.
Un altro degli aspetti principali della Pa vicina al cittadino è la sua capacità di stare sul territorio. In questo senso l'Ufficio relazione con il pubblico (Urp) è il primo approdo per l'utente che cerca prima di tutto informazioni preventive. Per questo, Inps investe molto nel costante aggiornamento degli operatori di touch point territoriali. Il ruolo del territorio inoltre è strategico specie in particolari momenti di criticità, come durante il periodo della pandemia. L'ascolto delle istanze e delle esigenze di ogni territorio crea un punto di incontro tra centro e territorio e serve a creare valore in un'ottica di ascolto di tutti. In definitiva, comunicazione efficace e condivisione dei dati sono funzionali al miglioramento e all'universalizzazione delle prestazioni. In questo senso, si pensi che per il 2024 sono previsti 40 nuovi progetti solo in ambito di ammortizzatori sociali.
Governance delle nuove tecnologie
Se in Italia siamo tra i primi per progetti di interoperabilità, si pensi al Single Digital Gateway, Inps ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo di un ecosistema dove diversi soggetti, pubblici e privati, si scambiano dati ovvero la Pdnd. L'Istituto ha anche avuto parte attiva nella messa a punto del progetto European Digital Identity Wallet, la cui fase sperimentale dovrebbe partire a inizio 2024, grazie alla messa a disposizione della carta europea della disabilità che interagisce con diversi wallet, dando, inoltre, la possibilità a circa 3 milioni di titolari di accedere a diverse agevolazioni tramite il circuito digitale. Se interoperabilità e digitalizzazione avanzano di pari passo a ritmi serrati, la tecnologia va guidata anche con una coscienza critica e nel rispetto della persona.
Se da un lato, infatti, l'AI deve essere alimentata da dati coerenti ed efficaci, dall'altro è necessario operare nell'etica e nella trasparenza. In particolare, sono necessarie regole precise quando l'AI riguarda i diritti dei cittadini. La strada intrapresa da Inps è quella di automatizzare il più possibile i processi che possono essere automatizzati ma sempre nel rispetto dei diritti delle persone. In questo Inps è ancora una volta pioniere avendo banche dati aggiornate con dati puliti che danno garanzia di esattezza, un patrimonio informativo che può essere un test match per qualunque modello di AI. Inoltre, i processi di trasformazione digitale non vengono accettati passivamente, ma regolamentati, anche attraverso formazione e aggiornamento costante delle persone.
In questa direzione rientra, ad esempio, il Progetto Easy Inps un servizio dedicato a intermediari e datori di lavoro che prevede, tra l'altro, la formazione del personale, il coordinamento delle attività con le pubbliche amministrazioni, in ottica di qualità e trasparenza dei servizi a cittadini e imprese.
Economia
L’Espresso: “Lancio nuovo sito web e profili...
"'La nuova redazione digitale sarà guidata dal giornalista Felice Florio"
"Care lettrici, cari lettori, L’Espresso è online. Da mesi stiamo lavorando senza sosta per dar vita a un nuovo sito che non sarà solo una piattaforma digitale, ma il cuore di una rivoluzione nel nostro modo di informarvi. Tutelando, ovviamente, il prestigio del settimanale cartaceo che ha fatto e continuerà a fare la storia del giornalismo in Italia. Con il rilascio previsto per gennaio 2025, - si legge in una nota del peridico - il nuovo sito, concepito per essere mobile first, segnerà un cambiamento radicale, frutto di un intenso lavoro di progettazione: abbiamo analizzato dati in profondità con un approccio data driven, ci siamo confrontati con i benchmark internazionali più innovativi e ci siamo affidati alle migliori competenze, interne ed esterne, per costruire un ecosistema digitale avanzato. La nuova piattaforma sarà il fulcro di un giornalismo interattivo e partecipativo, in cui i lettori saranno finalmente co-attori del processo informativo, grazie a strumenti di engagement e comunicazione diretta con la redazione".
"Anche i nostri social evolveranno, con una veste grafica completamente rinnovata e nuovi format pensati appositamente per i diversi canali. Siamo andati oltre i semplici aggiornamenti estetici, ripensando totalmente il nostro approccio: puntiamo su contenuti originali, progettati per offrire un’esperienza immersiva. Il mondo dell’informazione cambia costantemente. Cambiamo anche noi, ma restando fedeli alla verità, ai fatti, alla storia di cui siamo stati e saremo testimoni, senza filtri. - continua la nota - Nel 1955, L’Espresso nacque con un obiettivo chiaro: raccontare l’Italia, senza paura. Non una storia di trasformisti e camaleonti, tutt’altro. Una 'struttura d’opinione' - come ci definiva il fondatore Scalfari - che ha attraversato la storia d’Italia senza mai venir meno alle proprie convinzioni e ai propri radicati principi, che si possono riassumere così: 'Indipendenza di giudizio, culto della razionalità, disponibilità a comprendere ciò che è diverso da sé pur senza velleità imitative, lotta contro le mafie di potere, difesa delle minoranze, anche quando esse sostengono posizioni diverse e perfino opposte'. A distanza di 70 anni, quella missione è immutata. Ma il mondo si è trasformato, la realtà si evolve senza sosta. È arrivato il momento anche per noi di evolverci, per offrirvi un’informazione più diretta, incisiva, ma libera come sempre".
"Lo sappiamo, viviamo tempi difficili. Ogni giorno, le menzogne disorientano, i disonesti ci fanno arrabbiare. Ma sulle nostre pagine, cartacee e digitali, continuerete a trovare la speranza, attraverso il vero giornalismo. Non è un mestiere facile, non basta raccontare, bisogna scavare. Non basta osservare, bisogna capire, per poi sfidare il silenzio. Non ci stiamo approcciando al digitale con una nuova strategia che insegua le mode, - prosegue la nota - ma per fare la differenza con il coraggio delle inchieste che da decenni ci caratterizzano. In questi mesi, abbiamo ascoltato la rabbia di chi non si fida più dell’informazione e abbiamo deciso di agire, non per accontentare tutti e sfruttare i nuovi strumenti digitali che l’innovazione ci offre, ma per raccontare la verità, anche quando fa male. È il nostro impegno: nessun compromesso con il potere, nessuna narrazione di comodo".
"L’Espresso si evolve per combattere, non per compiacere. La nuova redazione digitale sarà guidata dal giornalista Felice Florio. Dal primo gennaio, sarà il nuovo responsabile del sito e dei social de L’Espresso, dove porterà la competenza maturata in alcune delle redazioni online italiane più innovative. La scelta di affidarci a un giornalista di 31 anni per il nuovo corso è la dimostrazione più limpida del nostro impegno per il futuro. L’Espresso si rinnova, consapevole che non esiste speranza senza verità. E non esiste verità senza un giornalismo libero. Stiamo cambiando per restare fedeli a tutto questo. Buone feste a tutte e a tutti!", conclude la nota.
Economia
L’ad Invitalia Bernardo Mattarella:...
L'intervista al Messaggero
"Nell'ultimo triennio, dopo la caduta del 2020, l'Italia è tornata a crescere a un ritmo superiore a quello dell'Unione. La dinamica del Pil è stata sostenuta soprattutto dalla domanda interna con un ruolo importante degli investimenti sia privati che pubblici. Nel corso del 2024 abbiamo assistito a una progressiva frenata della crescita e anche le prospettive per il 2025 restano incerte a causa della crisi del settore industriale a livello europeo, con segnali preoccupanti che arrivano anche da vari comparti del made in Italy". A dirlo, dalle pagine di Outlook Economia del Messaggero è l'ad di Invitalia, Bernardo Mattarella, che risponde alla domanda sui rischi per il Paese sulle previsioni della Bce per l'Europa, che prevedono nei prossimi anni una ripresa economica più lenta.
Invitalia, quindi, chiede il Messaggero, cosa farà? "Invitalia è uno dei principali attori impegnati nell'attuazione di politiche pubbliche mirate alla crescita economica del Paese, con particolare attenzione ai settori strategici per lo sviluppo e l'occupazione, al rilancio delle aree di crisi, alla gestione dei settori in transizione industriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Questo, anche con riferimento alle sfide degli ultimi anni, ci consente di fungere da punto di incontro tra i fabbisogni del sistema imprenditoriale, delle comunità, dei territori e del Governo centrale. Concentrandoci sul supporto al rafforzamento e al consolidamento delle imprese nazionali, al sostegno della nuova imprenditorialità, contribuiamo a migliorare il posizionamento dell'Italia lungo le filiere più innovative".
Come si è adattata l'azione di Invitalia rispetto alle crisi degli ultimi anni? "Le crisi - dice Mattarella - hanno posto nuove sfide e opportunità e Invitalia ha avuto un ruolo importante per il rafforzamento e consolidamento delle imprese nazionali, sostenere la nuova imprenditorialità, sviluppare le aree del Paese più in difficoltà e migliorare il posizionamento dell'Italia lungo le filiere più innovative. Questo oggi la rende un interlocutore credibile, solido e strutturato per i nostri stakeholders, istituzioni, imprese, giovani e donne che vogliono realizzare un'idea imprenditoriale".
E qual è l'impatto delle misure che gestite sul sistema Paese? «Tutto ciò che noi facciamo è accompagnato da una valutazione di impatto perché le politiche, messe in campo dal Governo e attuate da Invitalia, devono essere misurate nella loro efficacia e nella capacità di creare valore per le persone, per l'ambiente, per le comunità e i territori». Serve un'azione concreta però? «Un'Agenzia come Invitalia deve generare inclusione, integrando in ogni progetto la dimensione economica, sociale e ambientale per coinvolgere fasce di popolazione ancora ai margini, soprattutto donne e Neet, rendere il lavoro più produttivo e creare lavoro di qualità. Nel periodo 2021-23, il Gruppo ha sostenuto circa 240 mila imprese, attivando investimenti per 45 miliardi. Soltanto nel 2023 abbiamo assistito oltre 64.000 imprese, di queste 4.200 sono nuove imprese, di cui circa il 40% sono formate da imprenditrici e l'80% sono nate nel Mezzogiorno, dove abbiamo un forte mandato. Più si va a Sud, più si va nelle regioni a maggior ritardo di sviluppo, e più gli incentivi sono significativi per il sostegno agli investimenti e alle imprese». Dal vostro punto di osservazione, come si stanno comportando le imprese? «In uno scenario di incertezza geopolitica ed economica, possiamo dire che le imprese italiane, in generale, hanno continuato a mantenere fermi i propri piani di investimento, orientandoli sempre più verso le transizioni gemelle, per essere pronti alle sfide tecnologiche ed a quelle dei mercati, anche internazionali. Sono aumentati gli investimenti verso quei settori a più elevato contenuto tecnologico».
Il tema dell'innovazione è cruciale, come affrontarlo? «L'innovazione è condizione necessaria per mantenere competitivo il nostro Paese e per creare posti di lavoro di qualità. La maggior parte delle misure gestite dall'Agenzia nascono dall'esigenza, condivisa con il Governo, di raggiungere gli obiettivi della sostenibilità, dell'innovazione, nel rispetto della tutela dell'ambiente, della qualità di vita delle persone e della qualità dei prodotti». Nel 2043 si stima la riduzione del 4,3% della popolazione del Paese, con un calo nel Mezzogiorno dell'11,9%. È un problema demografico cruciale, non le pare? «Noi incentiviamo i giovani a restare. Alcuni strumenti che gestiamo sono finalizzati proprio a far restare i giovani nelle loro regioni di origine. Uno dei più importanti si chiama Resto al Sud e, dal 2018, ha supportato la nascita di 17.000 imprese e 60.000 posti di lavoro. Ci sarà anche una seconda edizione, Resto al Sud 2.0, che avrà anche un gemello che si chiamerà Autoimpiego Centro-Nord. Tutto quello che facciamo si riverbera sulla creazione e salvaguardia di posti di lavoro di qualità. I nostri beneficiari devono rispettare la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che impiegano, anche per favorire il mantenimento di attività imprenditoriali nelle regioni che sono a rischio di desertificazione».
Sul Pnrr possiamo iniziare a trarre i primi bilanci? «Il Pnrr ha segnato una forte discontinuità introducendo fattori di innovazione nella definizione e gestione delle policy per lo sviluppo. Abbiamo sperimentato e acquisito una modalità più efficace ed efficiente per impiegare le risorse pubbliche destinate agli investimenti e sostenere la crescita economica. L'erogazione dei fondi, infatti, è subordinata al raggiungimento di obiettivi specifici, con target chiari e milestone di monitoraggio. Innovazioni che rappresentano un'eredità importante del Pnrr che dovranno essere valorizzate anche nel futuro per la pianificazione e gestione delle politiche pubbliche. Sul Pnrr, Invitalia supporta 20 amministrazioni per un valore di 50 miliardi».
MCC ha dato a Banca del Fucino l'esclusiva per l'acquisto di Cassa di Orvieto, che aveva acquisito ai tempi in cui lei era ad, un bel successo? «MCC acquisì Cassa di Orvieto nel 2020 nell'ambito del rilancio dell'allora Popolare di Bari, ora BDM Banca. Nonostante molti definissero quell'iniziativa un salvataggio di stato, noi l'abbiamo sempre considerata un'operazione di rilancio in un ambito di attività, la sana gestione del risparmio delle famiglie orientata anche e soprattutto al sostegno di un sano sviluppo economico, troppo importante per non essere oggetto della massima attenzione delle istituzioni pubbliche e private, soprattutto nel mezzogiorno e nel centro Italia. L'auspicata positiva conclusione della cessione sollecitata da operatori di mercato e non da MCC a Banca del Fucino, che ha presentato un offerta significativamente migliore delle altre, dimostra che con la giusta attitudine e le giuste leve questo tipo di interventi possono portare a storie di successo».
Economia
Littizzetto equipara Zelensky e Putin nella letterina a...
Nell'ultima puntata di 'Che tempo che fa', in onda su Nove
Bufera social su Luciana Littizzetto per la "letterina" a Babbo natale letta nell'ultima puntata di 'Che tempo che fa', in onda su Nove. Nel testo, in particolare, secondo gli utenti di X vengono messi sullo stesso piano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin, senza nessuna apparente distinzione tra aggredito e aggressore nella guerra in corso da oltre 1000 giorni.
"Caro Babbo Natale, scrive - tu che ogni anno torni puntuale come l’Irpef portando impennate di glicemia a tutta l'Umanità. Non so se ti sei accorto ma il mondo ultimamente fa proprio cagarissimo. Con tutti i cattivi che ci sono in circolazione altro che carbone. Ho tante cose da chiederti caro Babbo, ma per prima cosa porta a Trump, Musk, Putin, Zelensky, Netanyahu, Erdogan e Kim Jong-un, un bel righello così se lo misurano e capiscono finalmente chi ce l'ha più lungo. Basta anche un righello piccolo, eh… metà di quello che ti danno all'Ikea, che è già fin troppo".
Immediati i commenti degli utenti che su Twitter contestano Littizzetto di aver "messo sullo stesso piano invasori, criminali di guerra e chi difende un paese invaso". "Che schifo mettere sullo stesso piano il capomafia russo con chi si sta solo difendendo", scrive un utente. "Stavolta Littizzetto ha inciampato equiparando Zelensky ai veri bulli internazionali", concorda un altro. "Che vergogna, Littizzetto. Il primo ministro di una nazione stuprata paragonato al dittatore dell'impero stupratore", si legge in un altro post.