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Giochi, associazioni di categoria: “Decreto del governo mette a rischio pmi, gettito e tutela consumatori”

Lo comunicano Acadi, Acmi, Astro, Egp - fipe, Logico e Sapar

Giochi, associazioni di categoria:

L’approvazione preliminare da parte del Consiglio dei ministri e le motivazioni del Governo per lo schema di provvedimento ''confermano le convinzioni delle associazioni di categoria'' che dalle scorse settimane si sono riunite nell’azione sindacale di miglioramento delle proposte governative contenute nella legge delega fiscale in materia di giochi. Lo comunicano Acadi, Acmi, Astro, Egp - fipe, Logico e Sapar, in una nota. La posizione delle associazioni ''è per una attuazione della delega fiscale, ai fini di riordino del gioco pubblico, in contemporanea per tutte le verticali distributive, rispettando lo spirito e la struttura della Delega stessa ed a parametri sostenibili''.

''Dare priorità al riordino dell’online e posticipare quello del territorio significa, con i rischi di ibridazione, introdurre ulteriori asimmetrie nella canalizzazione della domanda di gioco, a discapito delle altre verticali distributive del territorio, compromettendo principalmente la rete generalista che si occupa della distribuzione degli apparecchi'', sottolineano le associazioni.

''Ciò comporterebbe una perdita di gettito erariale sempre più consistente, posto che degli 11 miliardi di euro ad oggi generati dal comparto del gioco pubblico, 1 è prodotto dall’online e 10 sono generati dai prodotti del territorio; in particolare 5,9 dagli apparecchi'', affermano Acadi, Acmi, Astro, Egp - fipe, Logico e Sapar. Inoltre, il differimento di una riforma delle concessioni per il gioco fisico ''comprometterebbe la tutela della legalità sui territori, posto che è la rete generalista dei territori che raggiunge più di 6.000 sui circa 8.000 comuni italiani''.

Secondo Acadi, Acmi, Astro, Egp - fipe, Logico e Sapar verrebbero inoltre ''compromessi gli attuali livelli occupazionali nonché il ruolo delle aziende di gestione degli apparecchi, posto che dei 150.000 lavoratori del comparto, 140.000 sono impegnati sul territorio. Ed ancora ne risentirebbe la tutela dell’utente, in assenza di una valutazione complessiva delle misure di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, attualmente esistenti solo per alcuni prodotti del territorio e on line''.

''Una strategia complessiva ed ordinata per il contrasto al dga va individuata proprio in un’unica Conferenza Stato regioni e comuni che tratti online e territorio'', secondo le associazioni. ''In detta sede ci si potrebbe rendere conto che, mentre si applicano le restrizioni comunali di orari o i distanziometri espulsivi regionali agli apparecchi del territorio, nelle stesse ore e nelle vicinanze di un luogo sensibile vengono distribuiti altri prodotti di gioco. Solo con questa consapevolezza si potrebbe dare la giusta equilibrata e concreta tutela all’utente richiesta dalla delega''.

A rimetterci ''sarebbero senz’altro le piccole e medie imprese italiane impegnate da anni sui territori a tutto vantaggio di imprese internazionali, in larga parte controllate da fondi di investimento. È vero che per fare il riordino del territorio occorre risolvere la questione territoriale dei provvedimenti regionali e comunali; è vero che occorre una intesa in Conferenza unificata; tuttavia, un riordino non uniforme, non equilibrato, non gestito complessivamente è in grado di determinare la compromissione degli interessi costituzionali, presupposto dell’esistenza dello stesso comparto.

''L’effetto della perdita indiretta di gettito erariale, peraltro, potrebbe essere valutato e tenuto in considerazione anche dalla Ragioneria stessa del ministero dell’Economia, nella sede delle commissioni parlamentari oltre che dall’Ufficio parlamentare di bilancio'', spiegano Acadi, Acmi, Astro, Egp - fipe, Logico e Sapar. ''Oltre a non sciogliere il nodo della pubblicità dell'offerta legale, il costo di 7 milioni delle concessioni appare correlato all’aumento del giro di affari registratosi sul segmento dal 2019, senza considerare che l'importo delle concessioni che hanno prodotto tale aumento era di 200mila euro e non di 2,5 milioni, quest’ultimo importo riferibile all’ultimo bando, tuttavia mai indetto''.

''Ne consegue un aumento di 35 volte e non quasi 3'', secondo le associazioni. ''Un importo unico nel panorama europeo, come ribadito anche da Egba nel proprio ultimo comunicato, nel quale si esprime anche preoccupazione in merito all'effettiva chiusura del mercato italiano. Se l’esigenza è stata quella di reperire risorse in sede di legge di bilancio ed il ricorso a gettito erariale rinvenibile dal comparto del gioco fosse inevitabile, si ricorda la possibilità di eliminare l’obbligo di inserimento della tessera sanitaria delle vlt, che ha ridotto del 30% la domanda di gioco per ragioni estranee agli obiettivi per i quali è stata concepita (la tutela dei minori)''.

L'obbligo di inserimento del documento ''potrebbe essere sostituita con un strumento (documento all’ingresso) che a differenza di quello esistente risulterebbe efficace allo scopo di controllo ed idoneo a riportare il gettito invece perduto (comprendente anche le giocate di cittadini stranieri privi di tessera sanitaria italiana”, concludono le associazioni.

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Economia

2024: per ‘L’Espresso’ la ‘Persona...

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La piccola di soli due anni è il simbolo delle sofferenze che i conflitti causano sui più vulnerabili: di tutti i bambini libanesi, palestinesi, israeliani, ucraini a cui è stata strappata via la gioventù

2024: per 'L'Espresso' la 'Persona dell'anno' è Ivana: bambina libanese vittima della guerra

Nel 2023, la copertina de L’Espresso dedicata alla persona dell’anno ha accolto il volto di Elena Cecchettin. Nel numero del 20 dicembre 2024, il settimanale - che sta per compiere il suo settantesimo compleanno - ha scelto di assegnare il riconoscimento a Ivana, una bambina libanese di due anni, già vittima della guerra. Durante un bombardamento israeliano, è stata colpita la sua casa nella cittadina di Tiro. Il corpo della piccola, che pesa appena otto chilogrammi, è stato avvolto dalle fiamme. Sua madre è riuscita a salvarla e, insieme all’altra figlia, sono scappate verso Beirut. Ormai sono passati due mesi da quel giorno e Ivana è ancora ricoverata in un ospedale per grandi ustionati della capitale. La madre è con lei, non ha un altro posto dove andare poiché “dell’appartamento sono rimaste solo le ceneri”, mentre suo marito non ha più un lavoro.

Ivana è il simbolo delle sofferenze che i conflitti causano sui più vulnerabili. È il simbolo di tutti i bambini libanesi, palestinesi, israeliani, ucraini a cui è stata strappata via la gioventù. Raccontare la storia di Ivana è un dovere, perché richiama tutti a non ignorare le conseguenze delle armi. È lei la persona dell’anno, “con l’auspicio che nessun bambino subisca più, mai più, un destino simile“, afferma il direttore de L’Espresso, Emilio Carelli. “Le immagini di volti segnati dalla paura e dal dolore di bambini feriti e traumatizzati non possono lasciare indifferenti. Dovrebbe essere impegno primario per tutti noi proteggere i diritti dei minori, promuovere la pace e garantire che nessun altro bambino debba subire il peso devastante della guerra. E allora facciamo in modo che il 2025 sia l’anno in cui non solo parliamo di pace, ma la realizziamo”.

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Economia

Nautica, via libera a patente per minorenni

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Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Una barca al tramonto (Foto )

Via libera alla patente nautica per minorenni. Il decreto che permette anche ai minorenni di poter accedere alla patente nautica D1 è stato pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. Via libera dunque ai sedicenni che intendono mettersi al comando di un natante, attraverso un esame abilitativo semplificato. Ad annunciarlo è la Confarca, confederazione nazione che rappresenta le scuole nautiche, tra le promotrici del decreto legge.

Come funziona

In sostanza per i sedicenni sarà possibile conseguire il titolo di abilitazione alla navigazione, entro però alcuni limiti. Infatti, i natanti dovranno essere utilizzati soltanto di giorno ed entro le sei miglia dalla costa. Le imbarcazioni inoltre non dovranno superare i 12 metri di lunghezza, mentre il limite dei cavalli del motore è di 115.

I candidati iscritti ad una scuola nautica si sottoporranno ad un quiz semplificato, mentre le prove a mare saranno certificate da cinque ore di conduzione obbligatorie. Il patentino, fa notare Adolfo D’Angelo, segretario nazionale della sezione nautica della Confarca, sarà propedeutico alla patente nautica entro le 12 miglia che si potrà conseguire al raggiungimento della maggiore età, con i quiz base esclusi dalla patente D1. L’esame, per chi è già in possesso della patente D1, consisterà nella prova di carteggio e, successivamente, nella pratica. Restano invariate invece le prove per la patente oltre le 12 miglia. Gli esami per la patente D1 potranno essere anche svolti all’interno delle scuole nautiche sotto la supervisione degli esperti.

“Si tratta di un’esperienza innovativa – commenta D’Angelo – e che responsabilizza i più giovani, oltre a dotarli di una cultura marinaresca. Grazie ai controlli visivi tramite collegamento da remoto sarà possibile a tutti gli organi di controllo verificare il regolare svolgimento delle lezioni in presenza e degli esami”. “Questo decreto, fortemente voluto dalla nostra associazione permetterà di educare i più giovani alle regole del Codice della Nautica e di formare una futura generazione di coscienziosi diportisti”.

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Economia

Tredicesima 2024 più bassa per privati al Sud: Milano al...

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I dati della Cgia: in Lombardia oltre 2200 euro, in Calabria poco più di 1100 euro

Buste paga - FOTOGRAMMA

La tredicesima 2024 è più bassa per i lavoratori privati del Sud. Le cifre più alte si registrano a Milano, le più basse a Vibo Valentia. Cosa cambia rispetto alla busta paga dei lavoratori del Nord? E' il Centro studi della Cgia di Mestre ad accendere i riflettori sulla doppia velocità che, ovviamente, non riguarda dipendenti pubblici e pensionati, docenti e statali.

L'analisi si sofferma sulle differenze retributive tra i lavoratori dipendenti privati del Nord e i colleghi del Sud. E sono evidentissime: se i primi percepiscono una busta paga di circa 2mila euro lordi al mese, quella dei secondi, invece, sfiora i 1.350. In buona sostanza nel settentrione si guadagna mediamente quasi il 50 per cento in più. In termini monetari, sono 8.450 euro lordi in più all’anno.

Perché la tredicesima al Sud è più leggera

Per questo mese di dicembre, ovviamente, lo spread riguarda anche la tredicesima mensilità che viene pagata proprio in questi giorni. Per la Cgia "è chiaro che queste disuguaglianze salariali molto marcate sono legate al caro-vita e alla produttività che sono nettamente superiori al Nord rispetto al Sud". Secondo lo studio, "i valori retributivi medi sono condizionati negativamente dalla presenza dei contratti a termine, che gravitano in particolare nel Mezzogiorno". Incide anche la "concentrazione delle multinazionali, dei grandi gruppi industriali e degli istituti di credito/finanziari/assicurativi che, rispetto alle Pmi, erogano stipendi più pesanti, ma non sono distribuiti uniformemente lungo tutto lo stivale. La presenza di queste realtà, infatti, si raccoglie, in particolar modo, nelle grandi aree urbane del Nord".

Le cifre

Nel 2023 il monte salari lordo erogato ai 17,3 milioni di lavoratori dipendenti privati presenti in Italia ha toccato i 411,3 miliardi di euro: equivalenti ad una retribuzione media mensile lorda di 1.820 euro, il 3,5 per cento in più rispetto al 2022, anche se l’inflazione, sempre l’anno scorso, è cresciuta molto di più, per l'esattezza il 5,7 per cento. La Cgia segnala infine, che oltre il 60 per cento dell’ammontare complessivo delle retribuzioni erogate nel Paese sono state pagate ai lavoratori del Nord.

La classifica delle città

L'area geografica con gli stipendi medi più alti è Milano: nel capoluogo regionale lombardo la retribuzione mensile media nel 2023 è stata di 2.642 euro.

Seguono i dipendenti privati di Monza-Brianza con 2.218 euro e i lavoratori delle province ubicate lungo la via Emilia. Ovvero, Parma con una busta paga lorda di 2.144 euro, Modena con 2.129 euro, Bologna con 2.123 euro e Reggio Emilia con 2.072 euro.

Nella graduatoria nazionale che include 107 province, la prima realtà geografica del Mezzogiorno è Chieti che occupa il 55° posto con una retribuzione mensile media di 1.598 euro. Infine, tra le province con le retribuzioni più 'leggere' ecco Trapani con 1.143 euro, Cosenza con 1.140 euro e Nuoro con 1.129 euro. Maglia nera a livello nazionale è Vibo Valentia, dove i dipendenti occupati in questo territorio percepiscono uno stipendio mensile medio di soli 1.030 euro.

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