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Israele-Hamas, Egitto conferma piano per cessate il fuoco:...

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Israele-Hamas, Egitto conferma piano per cessate il fuoco: cosa prevede

Al momento nessuna delle parti ha risposto

Bombardamenti nella Striscia (Afp)

L'Egitto ha confermato di aver presentato a Hamas e a Israele un piano in tre fasi per arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ma al momento nessuna delle parti ha risposto. Lo ha dichiarato il capo ufficio stampa dello Stato egiziano, Diaa Rashwan, specificando in un comunicato che Il Cairo "ha presentato una proposta che cerca di avvicinarsi alle posizioni delle parti con l'obiettivo di mettere fine allo spargimento di sangue palestinese, fermare l'aggressione contro la Striscia di Gaza e riportare la pace e la stabilità nella regione''. Nella pagina Internet della presidenza egiziana si legge che ''il piano è stato elaborato dopo aver ascoltato le posizioni delle parti coinvolte. La proposta prevede tre fasi una successiva all'altra e vincolate che si concludano con un cessate il fuoco''.

Allo stesso tempo, "tutto ciò che riguarda il governo palestinese è una questione puramente palestinese e oggetto di discussione tra i partiti palestinesi", in evidente riferimento alle dichiarazioni di Israele sulla necessità di "sradicare" Hamas a Gaza. "L'Egitto conferma di non aver ricevuto alcuna risposta al quadro proposto dalle parti coinvolte", ha detto Rashwan, sottolineando che "una volta ricevute le risposte, la proposta sarà elaborata nei dettagli e annunciata all'insieme dei Paesi egiziani, arabi e all'opinione pubblica internazionale''.

Cosa prevede il piano egiziano

L'Egitto suggerisce un cessate il fuoco in tre fasi. La prima prevede un cessate il fuoco temporaneo iniziale della durata di una o due settimane, hanno spiegato due fonti di sicurezza egiziane. E questo potrebbe essere rinnovato. Durante i primi 10 giorni di tregua umanitaria Hamas rilascerà tutte le donne, i bambini e gli anziani tenuti prigionieri. In cambio, Israele rilascerebbe un numero concordato di prigionieri palestinesi nelle stesse categorie, fermerebbe tutti i combattimenti, ritirerebbe i carri armati dai territori abitati e consentirebbe la consegna di aiuti medici e alimentari, carburante e gas da cucina. In questa fase sarà inoltre consentito il ritorno delle persone che abitano nel nord della Striscia di Gaza.

La seconda fase del cessate il fuoco elaborato dall'Egitto prevede che i miliziani di Hamas liberino tutte le soldatesse israeliane rapite lo scorso 7 ottobre. In cambio, Israele dovrebbe rilasciare un altro gruppo di palestinesi che sono detenuti nelle sue carceri. In questa fase è previsto anche che le parti si scambino i corpi delle vittime trattenuti dal 7 ottobre. La terza e ultima fase potrebbe durare un mese, secondo i piani egiziani. E in attesa dei negoziati vedrà il rilascio di tutti gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas nella Striscia di Gaza in cambio di un numero concordato di prigionieri palestinesi. In cambio, Israele ritirerà i carri armati dalla Striscia di Gaza ed entrambe le parti fermeranno tutte le attività ostili.

Ma Hamas e la Jihad islamica, che hanno tenuto colloqui separati con i mediatori egiziani al Cairo, non smetteranno di combattere finché non finirà l'"aggressione" israeliana. Lo hanno riferito fonti egiziane al Cairo e lo ha confermato Osama Hamdan, un alto funzionario di Hamas, nel corso di una conferenza stampa in Libano. ''Vengono presentate molte proposte e noi ce ne occupiamo sulla base del fatto che vogliamo una fine completa dell'aggressione e non tregue temporanee. Siamo aperti a idee che possano portare a questo", ha chiarito Hamdan. Inoltre Hamas e la Jihad islamica insistono sul fatto che un accordo di scambio tra ostaggi e detenuti dovrebbe portare al rilascio di tutti i palestinesi che si trovano attualmente nelle carceri israeliane. "Tutti per tutti", ha sottolineato un alto funzionario della Jihad islamica.

Durante i colloqui condotti dall'Egitto con Hamas e la Jihad Islamica è stata anche sollevata l'ipotesi di un'amministrazione di Gaza nel dopoguerra. Funzionari palestinesi hanno affermato che la questione non fa parte né rappresenta una condizione per una proposta di cessate il fuoco. Nel piano messo a punto dall'Egitto si prevede che si tengano colloqui per formare un governo di tecnocrati che gestirà gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza nel dopoguerra, oltre a organizzare elezioni legislative. La fase finale della proposta prevede il completo ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza in modo da consentire il ritorno degli sfollati.

Il piano è stato presentato dal presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi in un incontro avuto nelle scorse ore al Cairo con il re Abdullah II di Giordania, tra i più strenui sostenitori della causa palestinese. La quantità degli aiuti umanitari che verranno consegnati e la rapidità con cui avverrà la distribuzione faranno davvero la differenza per alleviare le sofferenze della popolazione della Striscia di Gaza, ha sottolineato il portavoce presidenziale egiziano, Ahmed Fahmy.

Al-Sisi e re Abdullah hanno confermato il loro totale rifiuto di ogni tentativo di liquidare la causa palestinese o di sfollare i palestinesi fuori dai loro territori o all'interno. I due leader hanno chiesto un serio impulso verso un percorso politico per una soluzione giusta e globale, che porti alla creazione di uno stato palestinese indipendente secondo i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale secondo quanto prevedono le risoluzioni internazionali competenti.

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Putin e le minacce nucleari, il capo della Cia:...

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Preoccupazione per una possibile fornitura dell'Iran di missili balistici alla Russia

Vladimir Putin

Vladimir Putin? Un bullo che cerca di spaventare tutti con le sue minacce nucleari. E' il capo della Cia, Bill Burns, a ridimensionare il peso dei proclami del presidente russo. Il numero 1 dell'agenzia, come sottolinea il Guardian, invita ai Paesi occidentali a "non farsi intimorire dalle minacce nucleari della Russia". La comunicazione, d'altra parte, è un elemento chiave nella guerra in corso da oltre 900 giorni tra Ucraina e Russia.

"Non possiamo permetterci di farci intimidire da questo rumore di sciabole, dobbiamo esserne consapevoli" sottolinea, parlando a Londra dell'opportunità di consentire alle forze armate di Kiev di utilizzare o meno i missili anglo-francesi Storm Shadow in Russia.

L'Ucraina, come è noto, da oltre un mese ha invaso il territorio nemico nella regione di Kursk: i reparti di Kiev sarebbero in grado di lanciare missili in profondità in Russia, aprendo una nuova fase della guerra. I partner occidentali, ad oggi, non hanno dato il via libera al nuovo step. Gli Stati Uniti forniscono i missili a lungo raggio Atacms ma non autorizzano l'uso senza limiti, aggiungendo in ogni caso che le armi non sarebbero in grado di raggiungere obiettivi che Mosca ha messo al riparo da possibili attacchi.

"Gli Stati Uniti hanno fornito un enorme sostegno all'Ucraina e sono sicuro che il presidente prenderà in considerazione altri modi in cui possiamo sostenerli" anche se "nessuno di noi dovrebbe prendere alla leggera i rischi di una escalation", dice Burns.

Nella guerra, rischia di ricoprire un ruolo sempre più centrale dell'Iran: Burns esprime la preoccupazione che l'Iran stia valutando se fornire missili balistici alla Russia. Si tratterebbe di una "drammatica escalation". Finora Teheran ha fornito alla Russia solo droni da utilizzare in Ucraina.

Il precedente

Anche nella stessa Cia due anni fa, racconta, c'era stato il dubbio che la Russia potesse usare armi nucleari tattiche. "C'è stato un momento, nell'autunno del 2022, in cui credo ci sia stato un rischio reale di un potenziale uso di armi nucleari tattiche" da parte della Russia in Ucraina, dice Burns.

All'epoca, le truppe russe erano state respinte nel nord dell'Ucraina e avevano abbandonato Kherson nel sud, facendo pensare che la Russia avrebbe potuto cercare di usare un'arma nucleare se si fosse sviluppato un conflitto. In ogni caso, il fronte si è stabilizzato poco dopo.

Israele, Gaza e la nuova proposta per tregua

Il direttore della Cia si sofferma anche sulla crisi di Gaza e afferma che una "proposta più dettagliata" per un cessate il fuoco nella Striscia e un accordo per il rilascio degli ostaggi saranno presentati nei prossimi giorni. "Offriremo questa proposta dettagliata, spero nei prossimi giorni, e poi vedremo. È una questione di volontà politica", dice.

A seguito della dichiarazione di Burns, un funzionario israeliano dichiara al Times of Israel che "è assolutamente possibile" che Israele riceva presto una nuova proposta dagli Stati Uniti. "Stiamo ancora aspettando di vedere" cosa contiene.

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Ucraina, 007 Usa e Gb insieme contro Russia: come la...

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"Continueremo ad aiutare i nostri coraggiosi e risoluti partner", sottolineano i direttori dei servizi di intelligence di Usa e Gb, Bill Burns e Richard Moore

Soldato con drone in Ucraina

La guerra tra Ucraina e Russia dura da oltre 900 giorni. Gli scontri sul campo, soprattutto per le strategie offensive di Mosca nell'est dell'Ucraina, appartengono alla 'tradizione bellica', con tattiche vecchio stile. Il conflitto, però, allo stesso tempo è una sorta di laboratorio da 'war games 2.0' con un ricorso alle tecnologie moderne mai così ampio prima d'ora.

La guerra in Ucraina è la prima a "combinare software open source con tecnologia d'avanguardia sul campo di battaglia, sfruttando immagini satellitari commerciali e militari, tecnologia per i droni, cyber warfare sofisticato e non, social media, intelligence su fonti open source, mezzi aerei senza pilota e via mare e operazioni sulle informazioni, intelligence umana e dei segnali, a un tale incredibile ritmo e dimensioni. Ma soprattutto ha evidenziato l'imperativo di adattare, sperimentare e innovare", sottolineano i direttori dei servizi di intelligence di Usa e Gb, Bill Burns (Cia) e Richard Moore (Sis), in un articolo pubblicato sul Financial Times.

"Continueremo ad aiutare i nostri partner ucraini coraggiosi e risoluti - precisano - Questo conflitto ha dimostrato che la tecnologia, dispiegata insieme a straordinario coraggio e armi tradizionali, può alterare il corso della guerra".

Prima sfida Cina

Per Burns e Moore, l'ascesa della Cina è considerata la sfida principale a livello di intelligence e geopolitica del 21esimo secolo e precisano che le due agenzie sono state riorganizzate "in modo da riflettere tale priorità". "Mantenere il vantaggio tecnologico è cruciale per assicurare il nostro vantaggio condiviso nell'intelligence. Sis e Cia non possono farlo da sole: la nostra partnership è potenziata da una rete di partnership con il settore privato", con "le imprese più innovative negli Stati Uniti in Gran Bretagna e nel mondo", precisano i due, confermando l'impiego di Ia, inclusa Ia generativa, per rendere possibili e migliorare le attività di intelligence, e tecnologie cloud.

"Non c'è dubbio che l'ordine mondiale internazionale, il sistema equilibrato che ha portato a una pace e stabilità relativa e reso possibile l'aumento del tenore di vita, opportunità e prosperità, è minacciato in un modo mai visto dai tempi della guerra fredda. Ma combattere questo rischio con successo è alla base della nostra relazione speciale", affermano inoltre Burns e Moore.

Le due agenzie, anticipano, continueranno quindi a lavorare insieme oltre l'Ucraina, per contrastare la campagna senza sosta di sabotaggio in Europa da parte dell'intelligence russa e del suo cinico impiego di tecnologia per diffondere bugie e disinformazione progettate per seminare zizzania fra di noi.

"Nel 21esimo secolo, le crisi non arrivano in sequenza. Mentre vengono dedicate alla Russia risorse e attenzione significativi, agiamo insieme in altri luoghi e spazi per contrastare il rischio di instabilità globale", precisano. "L'anti terrorismo rimane al cuore della nostra partnership e lavoriamo a stretto contatto con altri per proteggere i nostri Paesi e per contrastare la minaccia dell'Is".

Cia e Sis sono impegnate anche in Medio Oriente per promuovere contenimento e de-escalation, lavorano "senza sosta" per arrivare a un accordo per il cessate il fuoco e gli ostaggi a Gaza.

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Ucraina, Zelensky: “Ho un piano, voglio condividerlo...

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"Spero di farlo vedere anche a Harris e Trump"

Volodymyr Zelensky (Fotogramma)

"Ho preparato un piano e voglio condividerlo con il presidente in carica degli Stati Uniti perché ci sono alcuni punti che dipendono dall'America". E' quanto ha detto il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in un'intervista alla Rai, rilasciata in occasione del forum Ambrosetti di Cernobbio. "Spero che avrò l'occasione di far vedere questo piano a Biden e ai potenziali candidati per la presidenza Usa, Harris e Trump, per avere un feedback e un riscontro", ha aggiunto Zelensky, precisando di volere "delle garanzie". Al momento, però, "non ho condiviso niente, il primo contatto ci sarà con Biden".

Per quanto riguarda il contenuto del piano, ha spiegato, "non si tratta solo di armi, ma anche di questioni importanti globali". "Parliamo di un pacchetto concreto di difesa. E se lo avremo, sarà un forte deterrente per la Russia e per poter terminare la guerra a condizioni diplomatiche", perché "il conflitto finirà e per gli ucraini è importante in che situazione si troveranno".

"Siamo più vicini alla fine della guerra"

"Siamo più vicini alla fine della guerra rispetto alla situazione in cui ci eravamo trovati all'inizio" aggiunge Zelensky. "Con le conferenze di ricostruzione e con gli accordi concreti rafforziamo l'economia e ci avviciniamo alla fine della guerra".

L'Ucraina e l'Italia

"A oggi non abbiamo problemi con l'Italia e nelle relazioni con l'Italia" ha detto dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, spiegando di aver "parlato dei preparativi della conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Ucraina".

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