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La stagione della rassegna teatrale Palco Off 2023 continua ad entusiasmare il pubblico. Dopo Eugenio Di Fraia con “Itinerdante” , Stefano Santomauro con “Happy Days” e Alberto Viscardi con “Seconda solo ad Elizabeth Taylor” sarà l’attore Diego Frisina ad esibirsi sul palco di Zò Centro Culture Contemporanee il 20 ed il 21 Gennaio 2024 con “Dio non parla Svedese”. Lo spettacolo di e con Diego Frisina, Regia/Luci Ludovico Buldini Costumi Diego Frisina e Ludovico Buldini, produzione Teatrosegreto, da prova del talento del giovane interprete che rappresenta sapientemente il dolore fisico ed emotivo, di chi affetto da una grave malattia ereditaria, dovrà affrontare l’intera propria esistenza senza riemissione.
Un carillon ed una sedia questa è la scenografia dello spettacolo drammatico “Dio non parla svedese”. Un tragedia interiore, profonda, quella del protagonista che supportato dalle musiche di scena e dalle voci fuori campo, conduce lo spettatore in un viaggio chiamato malattia di Huntington. Un delirio dispercettivo che segna tutta la sua vita e di chi, inevitabilmente, gli sta accanto. Una malattia ineluttabile che gli presenta a soli 14 anni un appuntamento amaro col destino che breve termine lo porterà a vivere una condizione dolorosa sino alla fine dei suoi giorni. Il protagonista vivrà ed analizzerà la vita senza filtri svuotandola dai vari orpelli che la abbelliscono. "Dio non parla Svedese" è un monologo commovente che condurrà lo spettatore in un non-luogo senza tempo. “Dio non parla Svedese” selezionato al Palco Off Milano Off Fringe Festival 2022 è sicuramente uno spettacolo da Una da non perdere. Un cammino graduale, disincantato di uno stato d’essere corporeo e psicologico, che pone lo spettatore nella condizione di provare le emozioni del protagonista accogliendo i suoi percorsi mentali come propri, nella folle denuncia contro i sani di mente, resi schiavi dall’ipocrisia del quieto vivere.
La sequenza di proposte teatrali della stagione Palco Off 2023-24 continuerà da “L’Arte della Resistenza” di Claudio Zappalà con Chiara Buzzone, Federica D’Amore, Totò Galati, Roberta Giordano, (17 e 18 Febbraio), “Dante tra le Fiamme e le Stelle” die con Matthias Martelli e Lucia Sacerdoni al violoncello (9 e 10 Marzo), “La Città senza nome” di e con Lucas Joaquin Da Tos Villalba e Matteo Campagnol (13 ed il 14 Aprile) e per concludere al Piccolo Teatro della Città, “Testimoni oltre il buio” VOCE AI DIRITTI UMANI, a cura diFrancesca Vitale, tratto da Speak truth to Power di Kerry Kennedy (18 e19 Maggio)
Tv & Gossip
Un nuovo viaggio all’insegna del mistero: la terza stagione...
C’è un momento, nella vita di tutti noi, in cui avvertiamo un fremito particolare, un sussulto che ci spinge a cercare un altrove distante dalle solite abitudini. Forse è l’inquietudine del non sapere cosa ci possa riservare il futuro, forse è semplicemente la voglia di staccare dalla routine frenetica di tutti i giorni. Ecco, questa sensazione – un po’ vertigine, un po’ curiosità – la ritroviamo ogni volta che riprendiamo in mano i biglietti per il nostro prossimo viaggio. Stavolta, però, il viaggio è già organizzato: si chiama “The White Lotus 3” e ci porterà in Thailandia. Perché sì, la pluripremiata serie targata HBO e Sky ci ha preso di nuovo per mano e intende trascinarci dentro un nuovo resort di lusso.
Noi abbiamo seguito con attenzione ogni brandello di notizia e ogni minuscolo indizio trapelato nelle ultime settimane. Ora, all’improvviso, ci troviamo di fronte a un primo trailer ufficiale che sbuca fuori e ci svela qualcosa del nuovo capitolo. Emerge una certezza: dal 17 febbraio 2025, in esclusiva su Sky (e in streaming su NOW), potremo ammirare questa terza stagione che sembra volerci mettere di fronte a un tema delicato, che scuote e desta pensieri notturni: la decadenza spirituale e la morte.
Un’anteprima dal trailer: spa, sorrisi forzati e qualche ombra
Sapevamo che un video promozionale prima o poi sarebbe arrivato, ma quando è spuntato, nella tarda giornata di lunedì 27 gennaio, ci ha colti un po’ di sorpresa. L’annuncio, simultaneo a quello statunitense, ci ha mostrato un collage di scene che scorrono come un sogno dai contorni dorati, eppure venato di tensione: incantevoli scorci di Koh Samui, Phuket e Bangkok che, un attimo dopo, diventano scenari di sguardi preoccupati e atteggiamenti sospettosi. In sottofondo, una musica che accenna serenità per poi virare in qualcosa di più inquieto.
Eccolo qui, il trailer ufficiale
La visione è veloce, quasi ti lascia un retrogusto amaro e ti costringe a rivedere quei fotogrammi per carpire dettagli nascosti: che si stia parlando di un conflitto più interiore che esterno? Forse. Tutto fa pensare a un approccio satirico – come ci hanno già abituato le stagioni precedenti – ma condito da riflessioni nuove, persino più cupe.
Una vacanza in Thailandia, tra spa e interrogativi esistenziali
La promessa di The White Lotus, ancora una volta, è limpida: un gruppo di viaggiatori danarosi, una settimana trascorsa in un resort di lusso, personalità diverse che si incontrano, o meglio, si scontrano. In mezzo, le figure che lavorano nell’hotel, testimoni pazienti di litigi, confidenze, rivelazioni. Ma stavolta l’ambientazione è la Thailandia, terra che emana spiritualità a ogni angolo, fra templi sacri e paesaggi naturali da mozzare il fiato.
Sappiamo, grazie a interviste passate di Mike White (l’uomo dietro la creazione dell’intera serie), che la nuova stagione ruoterà intorno a un’idea di spiritualità corrotta e di timore per l’ignoto. Si vocifera che la morte, in qualche forma, diventerà un elemento centrale. Non stiamo dicendo che assisteremo a un contorno di funerali e tragedie infinite, ma il riferimento è chiaro: lo show intende puntare i riflettori sullo svuotamento interiore di certi individui che, pur avendo a disposizione tutti i comfort, rimangono incastrati in un malessere che non lascia scampo.
Facce nuove e non solo: ecco il cast completo
Ogni capitolo di The White Lotus, sin dalla sua nascita, ci ha proposto gruppi di personaggi pronti a incarnare i vari lati di un’umanità molto privilegiata, ma anche fragile. Stavolta, la lista di nomi è piuttosto lunga, e noi abbiamo provato a delineare chi interpreterà chi, in ordine sparso, proprio per restituire il senso di un mosaico ricco di tasselli tutti da scoprire:
- Walton Goggins (Rick Hatchett): colosso dalla presenza vigorosa che viaggia in compagnia della sua compagna, Chelsea.
- Aimee Lou Wood (Chelsea): spirito libero, apparentemente senza freni, accanto a un uomo più grande di lei e con qualche sassolino nella scarpa.
- Lek Patravadi (Sritala): uno dei proprietari del resort White Lotus in Thailandia, colui che ha ideato un programma wellness innovativo.
- Natasha Rothwell (Belinda): già vista alle Hawaii durante la prima stagione, qui potrebbe avere un ruolo diverso, ma di certo ancora legato al mondo del benessere e della cura degli ospiti.
- Jason Isaacs (Timothy Ratliff): uomo d’affari con grandi possibilità economiche, in vacanza con la moglie e tre figli.
- Parker Posey (Victoria Ratliff): la consorte di Timothy, pronta a interagire con chiunque bussi alle porte della sua vacanza.
- Patrick Schwarzenegger (Saxon Ratliff): il primogenito di Timothy e Victoria, già proiettato negli affari di famiglia.
- Sarah Catherine Hook (Piper Ratliff): figlia di mezzo dei Ratliff, immersa negli studi religiosi, proprio mentre vive l’ultimo anno di college.
- Sam Nivola (Lochlan Ratliff): il più giovane della famiglia, in procinto di concludere le superiori e forse di iniziare la vita vera oltre il liceo.
- Carrie Coon (Laurie): parte di un trio di amiche che si è concesso una pausa dal solito tran tran, in un viaggio che promette di rimettere in sesto i loro legami.
- Leslie Bibb (Kate): anche lei dentro lo stesso trio, desiderosa di recuperare un rapporto rimasto in sospeso con le altre due compagne di avventure.
- Lalisa Manobal (Mook): mentore del benessere degli ospiti, professionista che incarna l’anima spirituale del resort, ma non è detto che la sua calma esteriore rifletta la realtà interiore.
- Tayme Thapthimthong (Gaitok): la guardia di sicurezza del luogo, forse spettatrice involontaria (ma privilegiata) di quello che accade tra i corridoi.
Ora, se il passato ci ha insegnato qualcosa, è che all’interno di un gruppo così ampio si annidano segreti, rivalità, storie taciute, magari rancori antichi che risorgono in situazioni di stress. E The White Lotus ha sempre saputo giocare sull’effetto sorpresa, svelando poco a poco le crepe negli atteggiamenti dei suoi protagonisti.
Quando iniziano i guai: data di uscita e canali di trasmissione
Veniamo al dunque: la serie andrà in onda su Sky dal 17 febbraio 2025 e, per chi preferisce il digitale, sarà disponibile anche in streaming su NOW. Quel giorno segnerà per molti di noi l’inizio di un nuovo vortice narrativo, fatto di sfarzo e contraddizioni, ma soprattutto di dubbi che riguardano ogni ambito del vivere umano. Non è un caso che la serie abbia scelto la Thailandia come destinazione: un luogo che, nell’immaginario collettivo, è intriso di spiritualità, ma qui appare come un palcoscenico dove la tradizione e il ritratto delle vacanze super-lusso si sovrappongono generando scintille.
Noi stessi siamo curiosi di scoprire come verranno mescolati i colori vivaci del Sud-Est asiatico con le inquietudini occidentali: ci aspettiamo un contrasto forte, forse persino grottesco, in linea con lo spirito di “The White Lotus.”
Uno sguardo a ieri: come siamo arrivati fin qui
Facciamo un passo indietro, se non altro per ricollegarci a ciò che ha reso questa serie così chiacchierata. La prima stagione, uscita nell’estate del 2021, ci aveva portato alle Hawaii, mostrandoci un variegato gruppo di benestanti immersi in un resort firmato Four Seasons. Là si era discusso di disparità economica, di privilegi, di come il denaro possa regalare vacanze da sogno ma non protegga dalle relazioni tossiche o dai traumi irrisolti. Fra litigi, imbarazzi e situazioni a dir poco surreali, il racconto aveva catturato l’attenzione di critica e pubblico.
Il successo fu talmente travolgente che HBO trasformò quello che era nato come un piccolo prodotto (pensato come miniserie) in un progetto antologico: ogni stagione, un nuovo resort della catena White Lotus, una nuova ambientazione, un nuovo cast. La seconda stagione, approdata sugli schermi nel novembre 2022, si trasferì a Taormina, in Sicilia, e regalò un affresco di amori complicati, vendette e travestimenti, raccogliendo ben 23 nomination agli Emmy (con 5 vittorie in bacheca). Proprio lì, i riflettori si accesero sull’uso del sesso come merce di scambio e sulla decadenza di certi retaggi nobiliari in contrapposizione alla sfrontatezza di personaggi in cerca di facili guadagni.
Non stupisce, dunque, che per questo terzo capitolo gli autori abbiano deciso di premere ulteriormente l’acceleratore, focalizzandosi su un argomento scottante come la paura della fine, che sia essa morale o effettiva. In fondo, la morte è un aspetto della vita che prima o poi ci tocca tutti. Pare che la satira, in The White Lotus 3, voglia mostrare quanto l’opulenza possa mascherare o amplificare le ansie più profonde, rendendole un vero e proprio teatrino a cielo aperto.
Atmosfere, curiosità e qualche dubbio in più
Se avete amato le scene girate alle Hawaii o a Taormina, probabilmente resterete a bocca aperta davanti ai paesaggi thailandesi: da quanto si dice, molte riprese sono state realizzate tra le spiagge di Koh Samui e quelle di Phuket, con alcune escursioni a Bangkok. Si vocifera che alcune strutture di lusso del luogo abbiano avuto un ruolo determinante per garantire quell’aura di esclusività e tranquillità – tranquillità solo apparente, perché la serie ha l’abitudine di ribaltare ogni aspettativa.
Naturalmente, la colonna sonora non mancherà di tenere fede alla tradizione di The White Lotus: suoni avvolgenti che a tratti sembrano cullare, e subito dopo suggeriscono pericolo. È questa la chiave: illudere lo spettatore con la promessa di un relax da sogno, per poi far affiorare ombre e scoperchiare segreti inconfessabili.
Voi, da spettatori, come vi sentite? C’è chi non vede l’ora di riconnettersi a quei momenti di tensione tipici della serie, e chi invece ammette di provare una specie di lieve inquietudine. Ma fa parte del divertimento: la scrittura di Mike White dosa con abilità la suspense e non lesina colpi di scena che scombussolano ogni certezza.
Cosa aspettarci?
Non vogliamo lanciare troppi spoiler o indizi forzati, perché il bello di The White Lotus è proprio lasciarsi prendere per mano, episodio dopo episodio, in una lenta e inesorabile discesa tra i conflitti di classe, i complessi di superiorità e i sussulti dell’animo umano. Siamo sicuri che ne sentiremo ancora parlare, soprattutto se il tema del trascendente e del timore della morte dovesse accompagnare ogni scambio di battute fra i personaggi.
Intanto, ci avviciniamo alla data del 17 febbraio 2025 con un misto di aspettativa e trepidazione. Voi, siete pronti a tuffarvi in questo mare di contraddizioni? A respirare l’atmosfera della Thailandia mentre i protagonisti ingaggiano dispute sottili – e a volte spietate – fra cene sfarzose e meditazioni non proprio rilassanti?
Noi saremo qui a osservare, analizzare e commentare ogni singolo risvolto. A volte, un viaggio può essere illuminante ma solo se si è disposti a guardarsi allo specchio senza paura di scoprire le ombre che ci abitano. The White Lotus 3 sembra volerci offrire questa opportunità: far luce sulle parti più nascoste di sé, in un contesto dove il lusso e la bellezza sono così accecanti da rendere ancora più scuri i segreti taciuti.
Sarà possibile seguire ogni episodio su Sky, oppure optare per lo streaming su NOW. Da parte nostra, promettiamo di restare vigili e condividere eventuali sviluppi – soprattutto se emergessero teorie intricate su chi potrebbe tradire chi, o su quale personaggio rischia di cadere vittima dei propri demoni. Non ci resta che attendere qualche settimana e poi potremo immergerci nuovamente in quello straordinario, eccessivo e a tratti disturbante universo che The White Lotus ci ha insegnato a conoscere. Buon viaggio.
Spettacolo
Cinema: Premio Zavattini, scelti progetti vincitori e...
Nella sede della Fondazione Aamod si è svolto il pitch finale dei progetti finalisti del Premio Zavattini 2024/2025. Dopo una giornata di presentazioni e valutazioni approfondite, la Giuria, presieduta dal regista Roland Sejko e composta dal montatore Benni Atria, dalla regista Monica Maurer, dalla docente universitaria Ivelise Perniola e dalla ricercatrice d’archivio Alessia Petitto, ha deliberato i tre vincitori dell’edizione 2024/2025 e assegnato una Menzione Speciale.
Di seguito, i titoli dei tre progetti vincitori, gli autori/autrici e le motivazioni della Giuria: "Altrimenti inventa" di Meriam Jarboua, premiato per la sfida artistica e culturale che affronta l’assenza di rappresentazioni visive dei migranti nordafricani in Italia negli anni Ottanta e Novanta del Novecento, proponendo un originale e sperimentale lavoro di 'reinvenzione' dell’archivio mancante, a partire dalla propria storia familiare, approdando a una dimensione più collettiva e interrogandosi sui temi dell’identità e della memoria.
"Milano infetta. Gli anni del Virus" di Tommaso Cohen ha proposto "un racconto ben calibrato, che attraverso la microstoria dello spazio occupato Virus di Milano, base del nascente movimento punk italiano sgomberato nell'84, esplora rabbia e desideri giovanili utilizzando poco noti materiali d’archivio". Infine "Nido di vespe" di Riccardo Calisti e Giovanni Mauriello, prescelto per l"’ironia e la leggerezza con cui la coppia di autori intreccia la propria storia con quella del quartiere romano di Torpignattara, tra intimità e memoria collettiva, con un approccio meta-narrativo che stratifica diverse dimensioni di racconto intorno ai temi del nido". (segue)
Menzione speciale a "Noialtre" di Sammarco
La Giuria, inoltre, ha ritenuto meritevole di una Menzione speciale: "Noialtre" di Michele Sammarco, grazie all’intenzione di "raccontare con una ricerca rigorosa, utilizzando un prezioso archivio sonoro raccolto dal regista in anni di lavoro sul campo, la condizione delle donne contadine del Nord Est italiano, con un approccio sostenuto da una personale sensibilità".
Oltre ai progetti premiati, hanno partecipato al pitch finale "echs monate sommer. Sei mesi d’estate" di Claudio Cesaroni, una storia di emigrazione in Svizzera vista con gli occhi di un bambino; "In un soffio. Empty vessels" di Noemi Greco, una rilettura della memoria familiare attraverso materiali d’archivio privati; "Echi di memoria" di Alessandro Guerriero, rievocazione del terremoto dell’Irpinia attraverso due testimoni e archivi fotografici d’autore; "Giocare a fare la guerra" di Anita Ricci, Marco Rossi, Michele Ridolfi, indagine su un Combat film finto che ha causato la distruzione di un paese reale; "Io sono" (ex Isterìa in un vestito a fiori) di Marija Stefanija Linuza, una riflessione sul matrimonio e l’etica della vita sessuale ispirata alle idee della scrittrice femminista lettone Ivanda Kaija; "Briciola" di Martina Bertuccio, che esplora criticamente il gioco di potere e responsabilità che si instaura quando una madre, attraverso i film di famiglia, costruisce l’identità di sua figlia.
La Fondazione Aamod e il Premio Zavattini si congratulano con i vincitori: i filmmaker riceveranno il supporto necessario per la realizzazione dei rispettivi cortometraggi, con la possibilità di utilizzare gratuitamente il materiale filmico e degli archivi partner dell'Aamod, ottenendo - a lavoro concluso - il riconoscimento di 2.000 euro per ciascuno. Il progetto destinatario della menzione speciale potrà utilizzare gratuitamente il materiale filmico e, con accordi specifici, anche attingere agli archivi partner del Premio Zavattini, che conferma la propria missione di promuovere nuove narrazioni cinematografiche attraverso l’uso creativo degli archivi.
Tv & Gossip
I delitti del BarLume 12: Finale di stagione, anticipazioni...
Sai quelle volte in cui arrivi alla fine di qualcosa e ti sembra che il tempo sia volato? Ecco, è un po’ quello che succede qui. Ci troviamo davanti all’ultimo capitolo di una storia che ci ha fatto compagnia, ci ha fatto ridere e forse anche un po’ pensare. Parliamo di “I delitti del BarLume“, questa serie che, non so te, ma noi abbiamo adorato fin dal primo episodio. E ora? Ora siamo arrivati al gran finale. Un po’ di ansia, tanta curiosità e quel pizzico di malinconia che ti fa pensare: “Ma davvero sta finendo?”. Sì, perché questa volta il sipario si chiude. E lo fa anche troppo in fretta, lasciandoci con quella voglia di… un altro sorriso, un’altra battuta, un’altra storia.
La data da segnare in agenda
Forse alcuni di voi, persi tra il tran tran quotidiano, non hanno ancora messo il cerchio rosso sul calendario: il capitolo conclusivo va in onda lunedì 27 gennaio 2025, in prima serata. Nello specifico, l’appuntamento è fissato alle 21:15 su Sky Cinema Uno, con la comodità di potervelo godere in streaming su NOW o di recuperarlo on demand quando preferite. Un altro bonus è l’alta definizione: la versione on demand è disponibile persino in 4K, per chi desidera i dettagli ultra nitidi.
Uno sguardo dietro le quinte
Le fondamenta di quest’ultimo capitolo sono state gettate da un team di tutto rispetto. La regia, infatti, porta la firma di Milena Cocozza, mentre la sceneggiatura nasce dal lavoro congiunto di Roan Johnson, Davide Lantieri, Ottavia Madeddu e Carlotta Massimi. È un gruppo che, nel corso del tempo, ha già dimostrato di saper tratteggiare storie avvincenti ispirate alla penna di Marco Malvaldi, autore dei romanzi pubblicati da Sellerio Editore.
Volti familiari al BarLume
Questo BarLume non sarebbe lo stesso senza la complicità del suo cast. Filippo Timi torna nel ruolo di Massimo Viviani, mentre Lucia Mascino indossa ancora una volta la divisa della tenace commissaria Fusco. E poi, a chi non suonano familiari Emo, Pilade e Aldo? Sono gli stessi “vecchini” che da sempre strappano risate e portano quel tocco di ironia: rispettivamente interpretati da Alessandro Benvenuti, Atos Davini e Massimo Paganelli. Non mancano Corrado Guzzanti nel ruolo di Paolo Pasquali, Enrica Guidi nelle vesti della Tizi e Stefano Fresi come Beppe Battaglia.
La trama dell’ultima puntata
Il titolo scelto, “Sasso carta forbici”, sembra già promettere un intrigo dai risvolti inaspettati. Al centro della vicenda troviamo Marchino, sospeso tra l’ambizione di sfondare come trapper e il ritrovamento di una scena del crimine che non lascia spazio a dubbi: il corpo di Chantal, giovane donna al centro di relazioni complicate, viene scoperto proprio da lui. Noi cerchiamo di immaginare cosa possa passare per la testa di chi si ritrova in una storia così intricata. E la commissaria Fusco? Pare dovrà districare nodi molto fitti, che coinvolgono Pigi (fidanzato scomparso di Chantal), un datore di lavoro dal curriculum poco pulito e un portiere a dir poco suggestivo. Nel frattempo, l’immancabile Pasquali deve tentare di mettere una pezza su un video scandaloso che rischia di travolgere tutto.
Come seguirlo in streaming
Se a questo punto qualcuno si chiede come recuperare tutto, la risposta è semplice: potete guardare il gran finale in diretta su Sky Cinema Uno oppure in streaming su NOW. E chi dovesse perdere l’appuntamento live non si scoraggi: è sempre disponibile on demand, in ogni momento, sia per gustarselo in tranquillità senza orari sia per rivederlo quando la nostalgia inizia a farsi sentire. Insomma, un finale che lascia spazio a mille interpretazioni e un solo verdetto: non perdetelo, perché potrebbe davvero sorprenderci tutti.