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Nasrallah avverte: “Guerra contro Libano sarebbe pessima scelta”

Il leader di Hezbollah: "Risposta a omicidio al-Arouri è inevitabile"

Hassan Nasrallah (Afp)

"Oggi mi rivolgo ai coloni che hanno il diritto di avere paura e chiedono al loro governo una guerra con il Libano: questa è una pessima scelta e voi sarete i primi a pagare il prezzo di questa pessima scelta nel nord di Israele". Lo ha dichiarato il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un nuovo discorso, il secondo in 48 ore dopo l'omicidio del numero due di Hamas, Saleh al-Arouri. "La soluzione è che i coloni nel nord della Palestina chiedano al loro governo di fermare l’aggressione contro Gaza - ha aggiunto Nasrallah - Se Israele sconfigge Gaza, il Libano del Sud sarà il prossimo. La battaglia di oggi non riguarda solo la Palestina".

Riferendosi all'omicidio di Saleh al-Arouri, il leader di Hezbollah ha anche detto che "una risposta a quanto accaduto alla periferia sud di Beirut è inevitabile e la decisione dipende dal campo di battaglia". "Ripeterò questo punto: se ci prendete di mira a Beirut, cosa che avete fatto uccidendo il martire al-Arouri, che era un mio caro amico, non risponderemo in modo normale, questo sicuramente non rimarrà impunito", ha avvertito Nasrallah. "Non risponderemo 'al momento giusto e nel posto giusto', fratelli, risponderemo sul campo di battaglia, e questa risposta arriverà", ha aggiunto.

Nasrallah ha poi evidenziato che "il fronte del Libano meridionale gode di una cattiva stampa, ingiustamente". Dal 7 ottobre "abbiamo condotto 670 operazioni contro il nemico, con punte di 23 operazioni in determinati giorni e una media di sette operazioni al giorno. Sono stati presi di mira 48 avamposti nemici", ha detto il leader di Hezbollah. "Ciò significa che nessun punto lungo il confine è stato risparmiato", ha precisato.

La replica del portavoce Idf

Il portavoce dell'Idf, il tenente colonnello Avichai Edrei, ha commentato le dichiarazioni del segretario generale di Hezbollah. A Nasrallah "piace molto parlare di Israele e meno dei danni che sta causando al Libano, dell'economia distrutta, del Sud vuoto e degli interminabili funerali dei suoi combattenti in tutti i villaggi del Sud che vengono uccisi a causa di una guerra che non ha nulla a che fare con il Libano". "Nasrallah capisce di non avere alcuna legittimità in Libano per la guerra in cui sta trascinando il popolo libanese da tre mesi", ha scritto Edrei sui social. "C'è bisogno di un dottorato in statistica per tenere traccia di tutte le cifre gonfiate ed esagerate che sta cercando di vendere dal suo nascondiglio ai libanesi", ha aggiunto il portavoce dell'Idf.

Libano denuncia omicidio al-Arouri a Consiglio Sicurezza Onu

Il Libano intanto ha presentato una denuncia formale al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite relativa all'omicidio di Saleh al-Arouri. La denuncia, depositata su istruzione del ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib, definisce l'attacco, "l'escalation più pericolosa dal 2006", sottolineando che "ha preso di mira specificamente una zona residenziale densamente popolata" e costituisce quindi "una chiara violazione della sovranità del Libano, dell'integrità territoriale e della sicurezza della popolazione civile e dell'aviazione".

C'è stato un colloquio telefonico tra il premier libanese uscente Nagib Mikati e il suo omologo del Qatar, Mohammad ben Abdulrahman al-Thani. Nel corso della telefonata, riferisce il quotidiano libanese 'L'Orient - Le Jour', Mikati ha sottolineato la necessità "che la comunità internazionale agisca per porre fine alle violazioni israeliane del diritto internazionale".

Il premier libanese uscente, inoltre, ha messo in guardia sul "rischio di tentativi che puntino a trascinare il Libano in una guerra regionale". Mikati ha sottolineato che "l'allargamento della violenza e dei conflitti nella regione avranno delle conseguenze gravi in particolare per il Libano e per i Paesi vicini".

Dal Libano 10 razzi verso Kiryat Shmona in Israele

Oggi dal territorio libanese sono stati lanciati dieci razzi verso Israele e in particolare verso Kiryat Shmona. Otto sono stati sparati questa sera, quattro dei quali sono stati intercettati dal sistema di difesa missilistica Iron Dome e altri quattro sono caduti in aree aperte senza causare danni o vittime. Lo riferiscono le autorità locali. Nel primo pomeriggio altri due razzi sono stati lanciati dal Libano contro la città di confine senza causare danni, riporta il Times of Israel.

Attacco aereo israeliano su centro comando di Hezbollah a Blida in Libano

Le Forze di difesa israeliane (Idf) ha effettuato un attacco aereo su un centro di comando di Hezbollah nel villaggio meridionale libanese di Blida in risposta agli attacchi al confine di oggi. Tsahal afferma anche che i carri armati e l'artiglieria hanno bombardato un certo numero di aree lungo il confine, per sventare attacchi pianificati da Hezbollah.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Israele colpisce Hezbollah nel Sud del Libano –...

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(Fotogramma)

Si intensificano, dopo le migliaia di piccole esplosioni di apparecchi elettronici che nei giorni scorsi hanno provocato morti e feriti in Libano, gli scontri al confine del Paese dei Cedri con Israele. L'esercito israeliano ha fatto sapere di aver colpito sette siti di infrastrutture terroristiche di Hezbollah e un deposito di armi nel Libano meridionale durante la notte.

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Esteri

Dopo ‘gattara senza figli’, Harris accusata di...

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Polemiche per la frase della governatrice dell'Arkansas, ex portavoce di Trump alla Casa Bianca

Kamala Harris - Afp

I repubblicani continuano ad attaccare Kamala Harris, in corsa per diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti, per non essere madre biologica. E dopo la "gattara senza figli", la frase del candidato alla vice presidenza Dj Vance che continua a rivelarsi il più grande autogol mediatico del ticket repubblicano, ora ad attaccare è Sarah Huckabee Sanders, governatrice dell'Arkansas ed ex portavoce della Casa Bianca di Donald Trump, che ha moderato una town hall con il suo ex boss in Michigan.

"I miei figli mi tengono con i piedi per terra, sfortunatamente Kamala Harris non ha niente che le tenga i piedi per terra", ha detto la repubblicana affermando di considerare il ruolo di madre il più importante della sua vita. Parole che stanno provocando una nuova ondata di critiche e polemiche, da parte di chi, a prescindere dalla visione che riduce la donna solo al ruolo di madre, ricorda che Harris è 'stepmom' dei due figli del primo matrimonio del marito in una famiglia allargata presentata con orgoglio alla convention.

Il 'second gentleman' tra i primi a replicare alle parole "incredibili" di Sanders: "Non importa come si diventa genitori, tutti fanno gli stessi sacrifici e godono delle stesse gioie crescendo i figli", ha detto Doug Emhoff.

Anche la sua prima moglie, Kerstin Emhoff, sui social ha difeso il rapporto di Harris con i suoi figli: “Cole e Ella continuano a spingerci a rendere il mondo un posto migliore, Kamala Harris ha speso la sua intera carriera a lavorare per la gente e tutte le famiglie, questo ti tiene abbastanza con i piedi per terra", ha scritto su X.

Intanto, critiche arrivano anche dalla campagna di Trump, che ancora deve fare i conti con la sequela di attacchi e prese in giro per la battuta della gattara, culminata con la foto di Taylor Swift con il gattino nel post di endorsement a Kamala, sono arrivate critiche all'uscita di Sanders. "Ho trovato quelle parole veramente offensive, non ho molto più da dire, sono deluso da Sarah", ha dichiarato il consigliere della campagna, Byran Lanza, affermando di avere avuto "la fortuna di avere una stepmom".

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Esteri

Attacchi a Hezbollah, il piano di Israele con cercapersone...

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Si ritiene ampiamente che dietro queste operazioni ci sia Tel Aviv, ma chi ha realizzato i dispositivi e come sono esplosi?

Cercapersone e walkie-talkie esplosi - (Afp)

Potrebbero volerci anni prima che venga raccontata la storia completa di come sono state orchestrate le esplosioni coordinate di migliaia di cercapersone e walkie-talkie usati da Hezbollah. I dubbi su cosa li abbia fatti esplodere restano e, anche senza che Israele ammetta pubblicamente la responsabilità, è chiaro che l'attacco deve essere stato pianificato con cura. Lo scrive il Guardian, che ha intervistato Alan Woodward, professore di sicurezza informatica alla Surrey University, secondo cui, per trasformare in piccole bombe questi dispositivi "non ci sarebbe bisogno di molto esplosivo: la loro vicinanza al corpo umano causa lesioni anche se si tratta di pochi grammi".

La prima ondata di esplosioni, verificatasi martedì alle 15.30 circa ora locale, sembra essere stata innescata da un messaggio speciale della leadership di Hezbollah, il che implica, ha sostenuto Woodward, una specifica modifica del software incorporato nei cercapersone. Ciò significa che avrebbe innescato un'esplosione quando fosse stato inviato il messaggio appropriato. Potrebbe dunque essere stata un'impostazione predefinita sui cercapersone, esplosi dopo un segnale acustico, che ha dato ai possessori il tempo necessario per avvicinare il dispositivo al volto, motivo per cui i dottori libanesi hanno riferito di aver curato ferite multiple a mani e occhi dopo l'esplosione.

Dodici persone sono state uccise e circa 2.800 ferite nelle esplosioni di martedì, e 14 sono morte in una seconda ondata di esplosioni che è seguita ieri, quando i walkie-talkie hanno iniziato a esplodere. Ciò suggerisce che gli attacchi equivalevano a un tentativo concertato di interrompere le comunicazioni di Hezbollah, il tipo di attività che potrebbe essere un preludio a un bombardamento del Libano meridionale o ad altri attacchi militari convenzionali.

Sabotare i cercapersone non è un'impresa da poco - prosegue il giornale britannico citando Oleg Brodt, direttore dei Cyber Labs della Ben-Gurion University - Potrebbe anche aver richiesto la collaborazione dei produttori o che il Mossad (o chiunque abbia eseguito gli attacchi in Libano) abbia prodotto da sé i cercapersone manipolati. Si tratta, ovviamente, soltanto di speculazioni, al momento.

I cercapersone recavano il logo di un produttore taiwanese, Gold Apollo. Il suo fondatore, Hsu Ching-Kuang, ha affermato che la sua azienda aveva subappaltato la fabbricazione del modello Ar-924 coinvolto nell'attacco alla poco conosciuta Bac Consulting Kft con sede a Budapest, un accordo che, a suo dire, era stato stipulato tre anni fa.

Da qui la pista diventa strana. Bac Consulting è stata registrata in Ungheria nel 2022 e ha fornito un indirizzo di Budapest sul suo sito web, lo stesso indirizzo utilizzato da numerose aziende. Il suo amministratore delegato è Cristiana Bársony-Arcidiacono, secondo il suo profilo su LinkedIn, ed è descritta come laureata alla London School of Economics e madrelingua sia ungherese che italiana.

Il Guardian racconta di aver chiamato la Bársony-Arcidiacono e che questa, dopo aver chiesto come la giornalista avesse ottenuto il numero, ha riattaccato. Tuttavia, ha confermato alla Nbc che la sua azienda lavorava con Gold Apollo. Alla domanda sui cercapersone e sulle esplosioni, la Bársony-Arcidiacono ha detto: "Non produco i cercapersone. Sono solo l'intermediario. Penso che abbiate sbagliato". In seguito, anche i funzionari ungheresi hanno affermato che i cercapersone non erano stati prodotti nel paese.

La fabbricazione dei letali cercapersone con trappole esplosive è solo metà della storia, tuttavia - sottolinea il giornale - chiunque li abbia costruiti aveva una buona conoscenza dell'intelligence all'interno di Hezbollah. Sapevano che Hezbollah aveva ordinato circa 5.000 cercapersone, dopo che il leader del gruppo, Sayyed Hassan Nasrallah, aveva messo in guardia a febbraio contro l'uso dei telefoni cellulari . "Il tuo telefono è il loro agente", aveva avvertito all'epoca il capo di Hezbollah, senza prevedere che i nemici del suo gruppo sarebbero stati pronti a piazzare degli esplosivi nei cercapersone.

Gli aggressor i sapevano anche chi avrebbe fornito i dispositivi sabotati a Hezbollah e avevano un modo per assicurarsi di poter controllare la loro consegna al gruppo militante, così come la loro fabbricazione o compromissione. "La portata, la distruzione e la precisione dell'attacco suggeriscono un'operazione sofisticata in preparazione da mesi", ha affermato Emile Hokayem dell'International Institute for Strategic Studies. Sebbene Israele non abbia rivendicato la responsabilità dell'attacco, pochi dubitano che le sue forze di sicurezza siano dietro allo sforzo, straordinario perché ha coinvolto migliaia di dispositivi anziché un singolo telefono con trappola esplosiva del tipo usato per assassinare il leader di Hamas Yahya Ayyash nel 1996.

Yoav Gallant, ministro della Difesa del Paese, ha chiamato Lloyd Austin, il suo omologo statunitense, "diversi minuti" prima che i cercapersone iniziassero a esplodere per comunicargli che un'operazione in Libano stava per iniziare, secondo il sito web Axios. Non sono stati condivisi dettagli specifici e il dipartimento di Stato ha affermato che gli Stati Uniti non erano stati preavvisati del piano di attacco, sebbene la telefonata di Gallant si avvicini a un riconoscimento di responsabilità.

Ma per quanto sofisticata sia stata la pianificazione, la realtà è che molti civili sono rimasti feriti quando i cercapersone sono esplosi. Un video ha ripreso un cercapersone che esplodeva in un mercato; altri hanno mostrato adulti e bambini in ospedale con gravi ferite traumatiche penetranti alla testa, al corpo e agli arti. Human Rights Watch, un gruppo di monitoraggio, ha affermato che la legge sui diritti umani "proibisce l'uso di trappole esplosive, proprio per evitare di mettere i civili in grave pericolo".

Sembra che Israele abbia voluto intensificare il suo attacco al gruppo militante, due giorni dopo che il suo gabinetto di sicurezza ha dichiarato che consentire a 60.000 sfollati di tornare sani e salvi alle loro case nel nord del paese era ora un obiettivo di guerra.

Hokayem ha sostenuto che l’operazione del cercapersone, seguita ora dall’attacco con il walkie-talkie, “rappresenta un colpo umiliante e un grave fallimento della sicurezza operativa per Hezbollah”, già scosso dall’assassinio tramite attacco aereo del suo comandante militare di punta a luglio. "Il gran numero di vittime e la loro distribuzione nel Paese hanno avuto un profondo impatto sulla società libanese e su Hezbollah", ha concluso. Ma è anche probabile che si rischino ritorsioni e un'intensificazione delle ostilità, poiché entrambe le parti sono sull'orlo della guerra.

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