Gruppo 24 ore-4.manager, insieme per formazione dedicata a 100 manager inoccupati
Per fornire una risposta concreta allo squilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro manageriale e porre rimedio alle difficoltà di reperimento di figure dirigenziali
Fornire una risposta concreta allo squilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro manageriale e porre rimedio alle difficoltà di reperimento di figure dirigenziali in Italia, problema che, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio 4.Manager su dati Anpal, nel 2023 il 66,8% delle imprese ha affrontato, con un aumento del +11,5% rispetto al 2022.
Sono gli obiettivi principali di 'For-Manager', progetto di politiche attive per il lavoro promosso da Gruppo 24 Ore e 4.Manager, associazione costituita da Confindustria e Federmanager, e rivolto a 100 manager inoccupati che potranno acquisire, attraverso corsi in presenza e online, le nuove competenze richieste dalle aziende per affrontare i nuovi scenari che la mutata situazione economica e geopolitica impone per restare competitivi sul mercato.
Negli ultimi anni, infatti, le aziende hanno dovuto affrontare una serie di sfide senza precedenti, tra cui la pandemia da Covid-19 e le crescenti tensioni geopolitiche, che hanno determinato una profonda trasformazione dei modelli organizzativi. Cambiamento climatico, crisi energetica, transizione digitale e trasformazione delle aspettative lavorative hanno fatto evolvere le competenze richieste dalle aziende, soprattutto in termini di leadership e management. Il progetto 'For-Manager' risponde proprio a questa esigenza: il Gruppo 24 Ore e l’Osservatorio di 4.Manager, dopo un’analisi approfondita e una serie di interviste alle aziende, hanno individuato nella Sostenibilità, Internazionalizzazione e Innovazione Digitale i tre fronti fondamentali che i manager di oggi devono saper presidiare e hanno dedicato ad essi 3 corsi di alta formazione, completati da un corso trasversale sulle Soft Skills.
Il progetto è stato presentato oggi nel corso dell’evento 'I manager del futuro. Nuove conoscenze per nuove competenze', al quale hanno partecipato, tra gli altri, Mirja Cartia d’Asero, amministratrice delegata Gruppo 24 Ore, Stefano Cuzzilla, presidente 4.Manager e Federmanager, Lorenzo Galanti, direttore generale Ice, Eraldo Minella, direttore generale servizi professionali e formazione Gruppo 24 Ore, Fulvio Peppucci, direttore generale Sole 24 Ore formazione, Fulvio D’Alvia, direttore generale 4.Manager, e Giuseppe Torre, responsabile scientifico Osservatorio 4.Manager.
“Il Gruppo 24 Ore sente forte la responsabilità, in virtù della propria storia e del proprio know-how, di essere un punto di riferimento per i manager italiani in tutte le fasi della loro vita professionale. Convinti dell’importanza del ‘continuous learning’, siamo rientrati lo scorso anno nel settore dell’education con la mission di dare il nostro contributo alla crescita del Sistema Paese. Per questo siamo orgogliosi della collaborazione con 4.Manager nel dar vita ad un progetto unico in Italia, centrato su temi di grande impatto per la vita delle aziende. Grazie ai contenuti formativi ed informativi ad alto valore aggiunto del Gruppo 24 Ore e alla nostra rete di networking, 'For-Manager' aiuterà i manager coinvolti ad acquisire le nuove competenze, oggi sempre più richieste dal mercato del lavoro, in tema di sostenibilità, innovazione digitale e internazionalizzazione, che sono diventate leve di sviluppo imprescindibili per qualsiasi azienda che operi oggi sul mercato globale”, ha affermato Mirja Cartia d’Asero, amministratrice delegata Gruppo 24 Ore.
“E' sempre più evidente che la difficoltà di reperimento di figure dirigenziali in Italia è strettamente connessa ai processi di trasformazione che stanno interessando le aziende. Le imprese stanno vivendo l'obsolescenza delle competenze tradizionali, dovuta all'innovazione accelerata, a modelli economici sempre più dinamici e interconnessi e alle nuove aspettative dei lavoratori, in particolare riguardo alla sostenibilità e all'equilibrio vita-lavoro. Da qui l’urgenza di investire in nuovi paradigmi formativi e la nascita del progetto 'For Manager', realizzato con un partner autorevole come il Sole 24 Ore. Questa iniziativa rappresenta soltanto l'inizio di un piano più ambizioso per il 2024. Nei prossimi mesi prevediamo di lanciare ulteriori progetti formativi per i dirigenti inoccupati. In parallelo, 4.Manager sta espandendo un sistema di politiche che ci vedrà protagonisti nell'outplacement e in iniziative territoriali in collaborazione con il sistema dei digital innovation hub di Confindustria. Questo ci consolida sempre di più come punto di riferimento per migliorare l'employability dei manager e accrescere la competitività delle imprese industriali”, ha dichiarato Stefano Cuzzilla, Presidente 4.Manager e Federmanager.
Due i pillar fondamentali del progetto di politica attiva 'For-Manager' elaborato dal Gruppo 24 Ore per 4.Manager: competenze e conoscenze da un lato, e networking dall’altro. Le competenze indispensabili per le nuove sfide del manager di oggi vengono fornite attraverso tre percorsi formativi di 32 ore ciascuno, fruibili da remoto, sulle aree tematiche individuate dal Sole 24 Ore - sostenibilità, internazionalizzazione e innovazione digitale-, al via da febbraio 2024 e gestito da esperti di formazione manageriale, consulenti nella selezione e docenti universitari. Tutti i percorsi formativi saranno completati da due sessioni in presenza della durata complessiva di 12 ore sul tema delle Soft skills, curate da Sole 24 Ore formazione, la scuola di formazione manageriale e imprenditoriale frutto della joint venture tra il Gruppo 24 Ore e Multiversity, primo Gruppo di Education in Italia con gli atenei digitali Mercatorum, San Raffaele Roma e Pegaso.
L’acquisizione delle conoscenze è rappresentata dall’opportunità per i 100 manager inoccupati di accedere ai contenuti informativi tecnici e di aggiornamento dei prodotti editoriali del Gruppo 24 ORE, tra cui l’accesso all’archivio digitale completo del servizio L’Esperto risponde.
Tutti i percorsi formativi saranno coordinati dall’Osservatorio di 4.Manager e, in particolare, il percorso dedicato alla sostenibilità fornirà le nuove competenze interdisciplinari indispensabili per una gestione sostenibile dell’impresa – dall’organizzazione del lavoro alla gestione del business – affrontando temi quali l’abilità esg, la misurazione della sostenibilità e la costruzione di un bilancio di sostenibilità. Il corso dedicato all’innovazione digitale, invece, analizzerà le diverse tipologie di innovazione per capire gli impatti che possono avere sui diversi modelli di business aziendali, toccando temi come l’economia dell'innovazione, la cybersecurity, l’etica dell’IA, la tecnologia blockchain per il fisco, i modelli di sharing. Il corso sull’internazionalizzazione partirà dall’analisi del nuovo scenario globale per offrire gli strumenti per capire cosa devono fare le imprese per adattarsi ai continui cambiamenti: dal digital export al diritto doganale, dal reshoring ai finanziamenti, fino ai marchi e brevetti.
Il secondo pillar del progetto è rappresentato dal tavolo di networking con le imprese, un incontro di 4 ore, al temine dei tre percorsi formativi, con l’obiettivo di creare un momento di incontro e confronto tra i manager, che hanno partecipato ai corsi di formazione, e una selezione di aziende, partner del network del Gruppo 24 Ore, per facilitare il percorso di un futuro ricollocamento, ma anche rappresentare un volàno di crescita del sistema imprese del Paese. Per la realizzazione operativa di questa attività verrà costituito un Gruppo di Lavoro congiunto tra 4.Manager, Gruppo 24 Ore, Confindustria e Federmanager.
Durante l’evento 'I manager del futuro. Nuove conoscenze per nuove competenze', l’Osservatorio 4.Manager, nato con l’obiettivo di studiare l’evoluzione delle competenze manageriali nel nostro Paese, ha diffuso dei dati sul mercato manageriale in Italia.
Nel contesto dell'analisi delle tendenze del mercato del lavoro in Italia, nel periodo dal 2019 al 2022 è possibile notare un trend ascendente sia nel numero totale dei dirigenti (+11%) sia nella percentuale di presenza femminile in tale categoria passata dal 18 al 22%. Se nel 2019 il numero di dirigenti era 122.881, negli anni successivi il numero di dirigenti è cresciuto costantemente, arrivando a 136.038 nel 2022 (+3,1% rispetto al 2021). Per quanto riguarda la difficoltà di reperimento di figure dirigenziali in Italia, nel 2020 la percentuale era pari al 39,5%, valore che cresce nel 2021 e nel 2022, sino ad arrivare, nel 2023, al 66,8%, registrando un notevole aumento (+11,5 punti percentuali rispetto al precedente anno). Accanto al dato nazionale, emerge che nel 2023 il 60,1% delle imprese lombarde (+3,6% rispetto al 2022) e il 63% delle imprese del Lazio (+1,1% rispetto al 2022) hanno incontrato difficoltà nel reperimento di figure dirigenziali. I dati Anpal elaborati dall’Osservatorio 4.Manager mostrano quindi come la relazione tra la difficoltà di reperimento di figure dirigenziali in Italia e il contesto attuale del panorama aziendale sia strettamente interconnessa
Lavoro
Bottoni: “Per consulenti tributari contributi...
Il presidente Ancot: "A fronte di capitalizzazione esigua"
"Paghiamo il doppio di contributi rispetto ai professionisti che hanno la cassa previdenziale, ma quando andiamo in pensione quanto dato viene capitalizzato in maniera molto esigua rispetto al capitale versato". Così, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Celestino Bottoni presidente Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari.
"Un altro problema - spiega - sono gli ammortizzatori relativi alle donne professioniste che non conoscono incentivi; ci vorrebbe una tutela almeno della professionista donna che va in maternità e per chi eventualmente perde il lavoro; servono delle forme reali di aiuto, cosa che tecnicamente si chiama Iscro (Indennità lavoratori autonomi)".
"Si tratta di 'formule' - avverte - che sono talmente minime che non vanno a coprire il professionista. Bisogna avere delle formule di sussidio più umane, ma questo non riguarda solo il tributarista, ma tutti i professionisti inquadrati nella legge 335 del ’95. Ci sono circa mezzo milione di lavoratori autonomi che hanno questi problemi: i soldi non ci sono e la previdenza è in ginocchio".
"Noi come Ancot - riferisce - siamo in 2650 consulenti tributari che esercitiamo. Il mondo dei tributaristi viene stimato dall'Agenzia delle Entrate, fra categorie che sono nel regime forfettario e nel regime ordinario, in poco meno di 20.000 unità; di questi però soltanto la metà è iscritta ad associazioni perché la legge 4 del 2013, che norma le attività cosiddette non regolamentate in ordini ed albi, permette di svolgere un'attività autonoma anche non essendo iscritto in un'associazione. Noi, invece, siamo un'associazione iscritta all'ex Mise che rilascia anche l'attestato di competenza e qualificazione, che qualifica il professionista proprio in base alla legge 4 del 2013".
"L’associato - sottolinea - ha mantenuto una formazione costante, si è aggiornato almeno per 28 ore. L'altro elemento è che deve avere una polizza di assicurazione di responsabilità civile e ovviamente non deve avere avuto problemi con la giustizia. Questi tre elementi, tutti insieme, garantiscono il consumatore, perché la legge è fatta non per il tributarista o per il lavoratore autonomo, è fatta per tutelare il mercato".
"Su base volontaria - ricorda - il tributarista può certificarsi con la norma di tipo europeo Uni, la 11511. Prevede un esame, che deve essere mantenuto almeno su base triennale, la società di certificazione è a sua volta accreditata tramite Accredia, che è un organismo riconosciuto dal Mimit. Questo fa sì che i consulenti tributari possano stare sul mercato e, cosa più importante, possano elaborare modelli fiscali e bilanci, interfacciandosi con la Pubblica amministrazione perché sono intermediari telematici".
"Quest’anno l’Ancot - aggiunge Celestino Bottoni - ha festeggiato la sua presenza, da quarant’anni, al fianco dei tributaristi, imprenditori e liberi professionisti italiani. Oggi si lavora alla luce del sole, si può avere una targa, ci si può identificare per lavorare con la Pubblica amministrazione".
"Noi - rimarca - possiamo rappresentare il cittadino e il contribuente presso l’Agenzia delle Entrate, possiamo assisterlo anche in fase di accertamento davanti alla Guardia di Finanza, quindi tutto quello che è l'attività di assistenza lo possiamo dare. Con un’altra legge noi possiamo assistere il giudice nelle corti tributarie come periti, ma anche come esperti, ma non possiamo assistere il contribuente in giudizio e questa è una cosa assurda”.
Lavoro
Turismo, L’analisi: “Bali è la meta più...
Presenta, un mercato costante nell’arco dell’anno e in continua crescita, grazie al clima tropicale, l’ospitalità locale, le bellezze paesaggistiche e culturali, unite alla stabilità socio-politica
L’Indonesia, secondo le previsioni della multinazionale di consulenza Pwc, nel 2050 si classificherà al quarto posto a livello mondiale, per prosperità economica, superando Germania e Regno Unito. Bali, in particolare, rinomata per le sue spiagge mozzafiato e la cultura accogliente, si sta affermando per la continua crescita del comparto turistico; nel 2023, ha raggiunto una spesa turistica di 73 milioni di euro, secondo lo studio di Bankitalia ed Enit, riflettendo un incremento annuo del 10%. Ne parlano all’AdnKronos/Labitalia Francesca Rizzo e Michele Porinelli founder di Bali holiday properties, società che opera nel mondo del real estate indonesiano, con obiettivi di crescita importanti: costruire 30 ville, entro il 2025, e raggiungere il centinaio nel biennio 2026-2027, tutte finanziate da investitori italiani.
"Bali è la punta dell'iceberg di un paese che sta vivendo una vigorosa crescita economica, turistica e infrastrutturale, offrendo anche interessanti opportunità di investimento immobiliare. Presenta, infatti, un mercato turistico costante nell’arco dell’anno e in continua crescita, grazie al clima tropicale, l’ospitalità locale, le bellezze paesaggistiche e culturali, unite alla stabilità socio-politica” spiegano gli esperti.
“Gli affitti turistici a Bali possono garantire rendimenti significativamente più alti rispetto agli affitti a lungo termine. Durante l’alta stagione, molti proprietari riescono a coprire le spese annuali con solo pochi mesi di affitto. Inoltre, la domanda di alloggi turistici è in costante crescita, grazie anche all’aumento dei voli diretti e all’espansione dei mercati emergenti”, prosegue Michele Porinelli.
“Prima di investire però - spiega Francesca Rizzo - è fondamentale comprendere le normative locali sugli affitti turistici. Gli stranieri non possono essere proprietari di terreni o immobili in Indonesia. Possono, invece, acquistare diritti d’uso (leasehold) per periodi definiti. Non possono, inoltre, mettere a reddito le proprietà, ma utilizzarle unicamente a uso personale. In ottica di investimento, quindi, è necessario affidarsi ad aziende locali o a società incorporate in Indonesia, come Bali holiday properties. L’alternativa è aprire una posizione fiscale, ma in quest’ultimo caso andrebbe valutata la doppia tassazione (italiana e indonesiana) oltre a essere necessaria la presenza fisica in Indonesia”.
“Per effettuare un investimento che sia redditizio nel breve-medio termine, suggeriamo sempre di fare affidamento a società locali, che siano competenti e dal business consolidato e che possano garantire un supporto concreto in tutte le fasi della trattativa, dalla scelta della proprietà, fino alla sua gestione e messa a reddito” concludono Rizzo e Porinelli che, dal 2022, mettono la loro decennale esperienza nel mondo immobiliare a disposizione dei connazionali interessati a investire negli affitti turistici in Indonesia, attraverso un modello di business che consente di effettuare l’investimento interamente da remoto.
Lavoro
Turismo, Usa: scatta il countdown per ‘America...
Nel nuovo anno le prime commemorazioni del percorso che portò alla nascita della nazione, che sarà festeggiata nel 2026 con il 250° anniversario della firma della Dichiarazione d’Indipendenza
Con il nuovo anno si apre il countdown per uno degli anniversari storici più importanti che attendono gli americani: nel 2026, infatti, saranno trascorsi 250 anni dal quel 4 luglio 1776, giorno in cui fu firmata la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, che sancì la nascita della più grande democrazia del mondo. Un anniversario che sarà celebrato in pompa magna e che attrarrà milioni di turisti, alla scoperta o alla riscoperta di quanto di storico ha da offrire anche questo paese. La strada che porta ad ‘America 250’ è tracciata, con un sito web già attivo (america250.org), e in questi 365 giorni che separano dal 2026 sarà scandita da tutte quelle tappe che, due secoli e mezzo fa, prepararono il terreno per la nascita della nazione americana.
Così, già nel 2025 alcune città sono pronte a commemorare i primi capitoli della Guerra rivoluzionaria americana, o Guerra d'Indipendenza, che pose fine al colonialismo britannico. Le prime grandi battaglie si svolsero nel 1775 a Boston e dintorni, nel Massachusetts. Quello che gli storici chiamano “lo sparo che fece il giro del mondo” partì il 19 aprile 1775 durante le battaglie di Lexington e Concord. E il Minute Man National Historic Park celebrerà l'anniversario con una rievocazione della battaglia del 19 aprile e numerosi altri eventi. Mentre la battaglia di Bunker Hill, combattuta il 17 giugno 1775 nel quartiere di Charlestown a Boston, sarà celebrata dal Boston National Historical Park con visite e programmi speciali per il 250° anniversario.
Altri Stati con eventi legati ad ‘America 250’, già in programma nel 2025, includono la Pennsylvania, dove George Washington fu nominato comandante dell'esercito continentale nel maggio 1775, a Philadelphia: la riunione si svolse nell'attuale Independence Hall, dove un anno dopo fu firmata la Dichiarazione d’Indipendenza. In Virginia, mostre e altri programmi ricorderanno il famoso discorso del Padre fondatore Patrick Henry, “Datemi la libertà o datemi la morte”, pronunciato 250 anni fa, il 23 marzo 1775, nella chiesa di St. John a Richmond. Altri importanti siti storici della Virginia includono Colonial Williamsburg, la casa di George Washington a Mount Vernon e la casa di Thomas Jefferson, a Monticello.
Un itinerario turistico sulle tracce della nascita degli Stati Uniti percorre la East Coast, da New York fino alla punta del New Jersey, passando per la più storica delle città americane, Philadelphia. Come spiega Fred Dixon, presidente e Ceo di Brand Usa, l'organizzazione di destination marketing per gli Stati Uniti, “la promozione turistica delle destinazioni storiche degli Stati Uniti, come Philadelphia, Cape May e New York City, assume un'importanza strategica per Brand Usa in vista degli anniversari significativi del 2026, tra cui il 250° anniversario della Dichiarazione d'Indipendenza: questo evento rappresenterà una pietra miliare nella storia americana e desideriamo celebrarlo accogliendo sempre più turisti, invitandoli a visitare il Paese e a scoprire il suo patrimonio, incluse le destinazioni meno conosciute”.
“Philadelphia, luogo in cui è stata firmata la Dichiarazione d'Indipendenza, Cape May con la sua architettura storica, e New York City, prima capitale degli Stati Uniti e crocevia di eventi fondamentali della storia americana, che si prepara anche a ospitare la finale della Coppa del mondo Fifa 2026, sono tutte mete che possono essere valorizzate per attrarre visitatori interessati a esplorare le radici storiche degli Stati Uniti. Questo contribuirà ad aumentare l'interesse dei viaggiatori italiani verso gli Stati Uniti, un trend che è già in forte crescita dallo scorso anno, con 977.000 arrivi dall'Italia. Per il 2024 si prevede di raggiungere 1,1 milioni di arrivi e, per il 2025, si stima di superare i livelli del 2019 con 1,2 milioni di arrivi. Siamo entusiasti di accogliere un numero sempre maggiore di visitatori italiani per gli eventi straordinari dei prossimi anni”, sottolinea.
Per avere informazioni e suggerimenti si può visitare il sito www.thebrandusa.com e anche quello di Visit the Usa, www.visittheusa.com, che si propone di ispirare i viaggiatori a sperimentare la vivacità, la cultura e le infinite possibilità del Paese.
Imprescindibile e strategico punto di partenza per qualsiasi viaggio negli Usa, New York City ha molto da offrire anche a chi negli Usa va a caccia della sua storia, sicuramente recente per un europeo, ma sorprendentemente ricca. A dare una mano per orientarsi ad andare indietro nel tempo, nella Grande Mela, corre in aiuto Big Onion Walking Tours, agenzia che offre percorsi a piedi accompagnati da guide esperte, lungo ben 30 itinerari in 20 quartieri. Tra questi, sono diversi quelli a tema storico. Da Harlem, cuore dell’anima afroamericana, fino al Financial District, si può scoprire quel che resta del passato coloniale e capire come New Amsterdam è diventata New York, perché ha perso la sede del Congresso guadagnando però quella della Borsa. E apprendere così il ruolo che ha avuto nella rivoluzione americana questo luogo, in cui per la prima volta fu letta in pubblico la Dichiarazione d’Indipendenza.
Ed è proprio nella Lower Manhattan che si possono percorrere le uniche strade corte e strette della città, facendo tappa magari alla leggendaria Fraunces Tavern, il più antico ristorante newyorchese, frequentato dai padri fondatori e ancora oggi attivo con piatti ‘storici’ in menù e un museo al piano superiore. Non lontano Battery Park, dove i cannoni difendevano il porto destinato a diventare il più importante del paese, dove tuttora sono visibili i resti di un forte del XIX secolo. E da qui la vista spazia sull’iconica Statua della Libertà, che racconta un altro volto della storia di New York, quello dell’immigrazione e di generazioni che approdarono qui in cerca di fortuna. E poi la storia di giustizia sociale e di lotte sindacali, di vie commerciali e di proibizionismo. A guardar bene, non c’è quartiere di New York che non sappia svelare, magari nascosto fra i grattacieli, un pezzo del suo passato.
Dettagli, eventi e programmi sono illustrati su www.nyctourism.com, il sito di New York City Tourism + Conventions, l’organizzazione ufficiale di destination marketing, convention e Visitors Bureau di New York City, dedicata a massimizzare le opportunità di viaggio e turismo nei cinque distretti della città.
A due ore da New York, nell’ideale itinerario lungo la East Coast, raggiungibile anche in treno dalla mitica Penn Station, è Philadelphia, la città storica per eccellenza degli Stati Uniti. E’ qui che si può entrare nella Independence Hall (oggi Patrimonio Unesco), dove i padri fondatori firmarono, il 4 luglio 1776, la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti. Di fronte le vestigia del primo palazzo presidenziale, che ospitò George Washington e John Adams, oggi spazio museale dove è narrata la storia della schiavitù e dove è custodita la Liberty Bell, la campana simbolo della libertà e dell’indipendenza americana, e il National Constitution Center, unico museo del paese dedicato alla Costituzione degli Stati Uniti.
Sono 68 i monumenti nazionali sparsi per la città, in quello che viene definito “il miglio quadrato più storico del paese”; oltre a quelli concentrati nella Old Town, l’edificio storico simbolo di Philadelphia è il City Hall, sede del Comune, mentre nella Benjamin Franklin Parkway quello che viene chiamato il ‘Museum Mile’ raccoglie alcuni tra i musei più importanti degli Stati Uniti, con sorprendenti collezioni d’arte.
Nel 2026, quindi, Philadelphia avrà senz’altro un ruolo da protagonista e la festa dell’Indipendenza, che ogni anno si apre il 19 giugno con il Juneteenth per concludersi con la celebrazione del 4 luglio, durerà per mesi. Sono numerose le iniziative già annunciate per l’anniversario ‘America 250’. Al Museo della rivoluzione americana, dal 18 ottobre 2025 al 3 gennaio 2027 si terrà ‘The Declaration’s Journey’, un viaggio per scoprire come la Dichiarazione d’Indipendenza americana è diventata il documento politico più influente dell’epoca moderna. Da gennaio a dicembre 2026, l’Historic District di Philadelphia ospiterà ’52 Weeks of Firsts’ per celebrare i più grandi traguardi raggiunti dalla città lungo tutto l’anno. Mentre il 2 luglio 2026 si terrà la terza edizione di un evento inaugurato quest’anno: ‘Red, White, & Blue To-Do’, che unisce in un filo comune musei, attrazioni, ristoranti e molto altro (per restare aggiornati si può consultare il sito web www.discoverphl.com).
L’itinerario sulle tracce della storia dell’Indipendenza americana non può non fare tappa in quella che è una vera e propria gemma nascosta: Cape May, località balneare all’estremo Sud dello Stato del New Jersey, che riporta sulla costa affacciata sull’Oceano Atlantico. Ebbene, in quello che dovrebbe essere considerato un luogo di vacanza e divertimento si cela in realtà un pezzo di storia americana. Cape May, infatti, è la più antica località balneare degli Usa: per oltre due secoli ha ospitato, tra alterne vicende, generazioni di villeggianti diventando una meta iconica.
E’ nell’ultima parte del 1800 che Cape May accresce la sua fama. Grazie all’arrivo della ferrovia, nel 1863, diventa più facilmente raggiungibile e anche il fiume Delaware era navigabile fino a Jersey Cape. Nel post-guerra civile, sorgono i primi cottage ma nel 1878 un tragico incendio distrugge buona parte delle abitazioni e così Cape May fu ricostruita proprio in quello stile vittoriano eclettico che l’ha resa famosa. Uno stile difeso anche cento anni dopo, ai giorni nostri, quando, sfidando calamità naturali e la concorrenza di nuove località costiere, si è puntato a un rilancio turistico che valorizzasse proprio la storia e l’architettura, con restauri e ricostruzioni rispettosi dello stile vittoriano. Dalla nascita di veri e propri musei, come Emlen Physick Estate, uno dei migliori esempi di architettura vittoriana, risalente al 1879, al Cape May Lighthouse, il faro del 1859 che ha ispirato artisti e poeti e che oggi ospita un museo sul mare e l’ecosistema, fino alla Promenade, il Lungomare di 2 chilometri accompagnato da archi bianchi ricostruiti di recente sul modello di quelli dei primi del 1900.
Lo stile vittoriano, dunque, si è mantenuto intatto per più di un secolo ed è quello che ancora oggi rende unica Cape May. Tanto che la città è stata dichiarata National Historic Landmark City nel 1976, l’unica del paese ad ottenere il riconoscimento. Fra storia e natura, sono infinite le opportunità per vivere questo posto fiabesco (per conoscere attrazioni e attività si possono visitare i siti web www.escapetothejerseycape.com, www.visitnj.org, www.visittheusa.com). E magari guadagnarsi, perché no, le chiavi della città, di cui si usa fare dono agli ospiti davvero speciali.