L’esternalizzazione dei processi aziendali diventa sempre più chiave nel 2024
Milano, 26 gennaio 2024, Nel contesto aziendale del 2024 l'esternalizzazione dei processi si sta rivelando sempre di più come un fattore chiave per le aziende che vogliono rimanere competitive. Non si può ignorare, infatti, che assistiamo ad un mercato globale in rapida evoluzione. Si tratta di un trend che non è affatto nuovo, ma negli ultimi anni la sua rilevanza è cresciuta sempre di più.
L'adattamento all'evoluzione del mercato
Secondo We Are Fiber, azienda specializzata in outsourcing, uno dei motivi per cui alle aziende conviene esternalizzare la propria attività è la riduzione dei costi. Le aziende costantemente vivono una questione molto importante, che è quella di cercare di adattarsi per rimanere al passo con le innovazioni.
Da questo punto di vista l'esternalizzazione offre molte opportunità perché le imprese possono accedere a competenze e tecnologie nuove, senza investire risorse al loro interno. Ecco perché abbiamo detto che uno dei vantaggi è la riduzione dei costi. Ma se ne ricavano anche una più alta flessibilità e una maggiore agilità.
La concentrazione sul business
Potendo esternalizzare alcuni processi, le aziende hanno più possibilità di concentrarsi sul loro business. Infatti alcune attività vengono delegate a fornitori esterni e così le imprese hanno più tempo e più risorse a disposizione per lo sviluppo e il perfezionamento delle loro competenze. Questo obiettivo dà anche la possibilità di ottimizzare i processi interni, di migliorare la qualità dei prodotti o dei servizi e di rafforzare la posizione sul mercato.
L'accesso a talenti di tutto il mondo
Un altro vantaggio importante dell'esternalizzazione nel 2024 consiste nel fatto che si aprono le porte a molti talenti a livello globale. Le aziende, con il lavoro a distanza e le collaborazioni internazionali, stanno acquisendo sempre più rilevanza, perché possono contare sulle competenze di professionisti che si trovano in diverse parti in tutto il mondo.Una tendenza che non va sottovalutata, perché può ampliare le prospettive e le competenze.
La crescita della domanda digitale
Con l'accelerazione della trasformazione digitale, l'esternalizzazione dei processi è diventata essenziale. Le aziende nel 2024 si ritrovano ad affrontare una domanda crescente di soluzioni digitali innovative, fra le quali anche quelle della cyber security e lo sviluppo di app e software. L'esternalizzazione in questo settore permette sicuramente di essere più efficienti, senza la necessità di un grande investimento, almeno all'inizio.
L'innovazione in rapporto allo sviluppo sostenibile
Se da un lato nel 2024 assistiamo allo sviluppo di innovazioni molteplici, dall'altro c'è una maggiore attenzione nei confronti dell'ecosostenibilità. Lo sviluppo sostenibile è diventato uno dei punti chiave dell'outsourcing contemporaneo. È molto importante che le aziende tengano conto dell'impegno che possono portare avanti nel rispetto dell'ambiente, perché tutto ciò rafforza anche la positività e l'immagine del brand, riuscendo a conquistare la fiducia dei clienti.
La flessibilità e la scalabilità
Le aziende attualmente devono adattarsi con grande rapidità alle fluttuazioni del mercato. Lo sviluppo di soluzioni date all'esternalizzazione può essere davvero molto utile, perché si acquisiscono tutti gli strumenti necessari per reagire alle transizioni in maniera regolare. Di volta in volta, adottando il criterio della scalabilità, le aziende possono diminuire o aumentare le risorse a seconda delle esigenze.
L'ottimizzazione dei costi
L'esternalizzazione è importante anche per ottimizzare i costi di un'azienda. Delegando a dei partner esterni alcune attività secondarie, l'impresa avrà maggior modo di concentrarsi sulle competenze chiave che interessa loro portare avanti. Non sono necessari investimenti cospicui, visto che, attraverso lo stabilire di collaborazioni proficue, si può tradurre il tutto in una strategia efficace e in una maggiore efficienza di carattere operativo.
Il miglioramento della qualità dei prodotti o dei servizi
Per fare buona impressione sul cliente e spingerlo così ad intraprendere un processo di fidelizzazione, le aziende devono puntare tutto sulla possibilità di dare un'immagine positiva. Questa immagine associata al brand può essere raggiunta tramite il miglioramento della qualità del servizio. Non è un obiettivo facile a cui arrivare, perché influiscono su di esso parecchi fattori. Comunque con l'esternalizzazione ci si avvicina molto a migliorare la qualità dei prodotti o dei servizi messi a disposizione.L'azienda si può proporre come un centro autorevole nel mercato di riferimento e ne ricava numerosi vantaggi.
La sicurezza dei dati
Come regolarsi, invece, per quanto riguarda la sicurezza dei dati? Ci sono norme stringenti sulla privacy. Proprio per questo motivo, se un'azienda decide di delocalizzare una parte del lavoro, deve stare attenta che i partner esterni aderiscano a standard elevati per quanto riguarda l'etica del lavoro e la responsabilità sociale. Sono degli aspetti da non trascurare, perché corrispondono anche ad una buona conservazione e protezione dei dati, nel rispetto delle normative in vigore.
L'integrazione con le tecnologie e l'automazione
Nel 2024 l'integrazione tecnologica e l'automazione svolgono un ruolo principale nell'esternalizzazione. C'è, infatti, da parte delle aziende la tendenza ad affidarsi a partner esterni per implementare soluzioni tecnologiche avanzate, fra le quali possiamo, per esempio, ricordare il machine learning e l'automazione dei processi robotici.
Sono tecnologie essenziali, perché possono aumentare l'efficienza e ridurre i costi e influiscono in maniera determinante anche nel migliorare la velocità dei processi aziendali.
Le prospettive future
Se guardiamo al futuro, si evince che le prospettive sono sempre più ampie, in quanto l'esternalizzazione continuerà ad evolversi e ad espandersi anche in altri campi. Specialmente con l'avanzamento delle tecnologie e con le nuove opportunità di mercato, da parte delle aziende c'è la necessità di rimanere flessibili e aperte a forme di collaborazione esterna.
L'adozione di pratiche sostenibili e responsabili, l'impegno per l'innovazione e la qualità del servizio, sono tutti elementi fondamentali per il successo a lungo termine nell'ambito dell'esternalizzazione.L'esternalizzazione nel 2024 costituisce una componente vitale della strategia aziendale, mettendo a disposizione vantaggi che riguardano l'efficienza, la flessibilità, l'innovazione e la competitività.
In ogni caso l'esternalizzazione, se si vuole condurre bene e se si vuole portare a risultati importanti, deve basarsi su partnership solide, sulla gestione efficace del cambiamento e sull'aprirsi alle nuove opportunità del mercato globale.L'esternalizzazione ha anche un impatto importante sulle risorse umane e nella loro gestione, offrendo comunque nuove possibilità sempre per quanto riguarda la riduzione dei costi e tutto ciò che è relativo al coinvolgimento dei dipendenti.
Per informazioni:
We Are Fiber è un’azienda specializzata in servizi di Outsourcing per le aziende: supporta le aziende nell'ottimizzazione dei servizi di Customer Care, Data Entry e SmartSourcing.
Contatto: info@wearefiber.com
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Lavoro. Parte Da Reggio Emilia “Women on Board 2025”
Oltre 1500 le donne per la prima tappa del percorso formativo che toccherà tutte le regioni italiane, per sostenere una nuova cultura aziendale e del lavoro al femminile da nord a sud. Reggio Emilia, 15 gennaio 2025 – E’ stata una giornata interamente dedicata alla riduzione del divario di genere e alla valorizzazione delle donne all’interno delle imprese e nei consigli d’amministrazione. Sono state oltre 1500 le professioniste da tutta Italia che hanno partecipato, on line e in presenza, al primo appuntamento di “Women on Board 2025” ilpercorso formativo, nato nel 2022 per favorire l’inclusione e l’accesso delle donne nei consigli d’amministrazione di imprese pubbliche e private. Ilprogetto ideato e promosso da Manageritalia, Federmanager, AIDP e Hub del Territorio ETS. La tappa di emiliana di martedì 14 gennaio, presso gli spazi del Tecnopolo di Piazzale Europa a Reggio Emilia è stata la prima di un lungo percorso che toccherà tutto lo stivale da nord a sud.
A confrontarsi, con le partecipanti sono stati: il Presidente di Regione Emilia Romagna Michele De Pascale introdotto da Cristina Mezzanotte, Presidente Manageritalia Emilia Romagna e Segretaria Cida ER - Eugenio Pattacini, Presidente Federmanager Reggio Emilia che ha introdotto la Docente Avv. Paola Tascione mentre Nicoletta Grassi, Consigliera ANF- Ass.Nazionale Forense che introdotto la testimonial della giornata l’Ing. Dina Ravera - Francesca Sorbi Coordinatrice Federmanager Minerva Reggio Emilia e Massimiliano Nucci, Vice Presidente Aidp e Coordination & Governance gruppo AIDP Inclusion hanno fatto da moderatori per le domande dal pubblico.
“L’iniziativa Women on Board rappresenta un'opportunità importante per riflettere sul percorso ancora lungo verso una piena parità di genere e offre una risposta utile e concreta per accelerare il cambiamento, fornendo strumenti per superare ostacoli e barriere culturali ancora troppo presenti” così il Presidente di Regione Emilia Romagna, Michele De Pascale, nel corso del suo video messaggio alle partecipanti, che ha proseguito: ”Sebbene siano stati fatti in questa direzione progressi significativi, siamo consapevoli che molto è ancora da fare per colmare il divario tra i generi. Per questo nei prossimi anni lavoreremo all’attuazione di un 'Patto di Genere' che si ponga l’obiettivo di valorizzare le donne nelle istituzioni pubbliche, nelle imprese, nelle autonomie educative, nelle università, negli enti di ricerca, nelle organizzazioni culturali, e che metta in campo politiche capaci di trasformare gli impegni in risultati, affinché ad ogni donna sia garantita la piena partecipazione alla vita e allo sviluppo della società, vedendo riconosciuto il proprio valore e il proprio talento".
“Il percorso formativo di Women on Board, si pone in linea con l’attuazione della direttiva europea che indica al 30 giugno 2026 il temine ultimo entro il quale le imprese quotate dovranno raggiungere gli obiettivi di equilibrio di genere. Portando la presenza delle donne almeno al 40%nei posti d’amministratore senza incarichi e al 33% in tutte le posizioni da amministratore”. Così Cristina Mezzanotte, Presidente Manageritalia Emilia Romagna che ha proseguito: “Grazie a Women on Board stiamo formando, già da due anni, tante giovani manager capaci di rispondere alle esigenze delle aziende quotate che a breve saranno chiamate ad adeguarsi ai nuovi adempimenti comunitari. Vogliamo però estendere il raggio d’azione delle nostre manager anche alla governance delle PMI nella convinzione che più le imprese si dimostrano inclusive e capaci di ridurre il gender gap al proprio interno più si rivelano performanti sui mercati e capaci di generare risultati economici e produttivi migliori”.
“Il nostro impegno con Women on Board è quello di costruire un ecosistema inclusivo che consenta alle donne di essere protagoniste della governance aziendale” ha spiegato Sara Cirone, Presidente Hub del Territorio ETS che prosegue “Grazie a questa iniziativa, stiamo fornendo strumenti concreti per abbattere le barriere ancora presenti nel mondo del lavoro e promuovere modelli di leadership sostenibili e inclusivi. Siamo orgogliosi di contribuire a un cambiamento culturale che non solo garantisce equità, ma potenzia anche le performance economiche e sociali delle imprese e dei loro territori”.
L’appuntamento di Reggio Emilia, il primo dei 15 moduli formativi del percorso, ha avuto come focus “Le Governance delle società non quotate”. Grazie ai contributi e alle testimonianze dirette di manager e al confronto con esperti del settore le partecipanti hanno avuto modo di approfondire le diverse forme societarie dalle srl alle spa, oltre ai modelli di governance utilizzati da start-up e PMI. Ampio spazio è stato dato all’illustrazione delle principali regole e tecniche che disciplinano la gestione e la direzione di una società o di un ente. Affrontati anche i dispositivi di legge che regolano i poteri e i compensi degli amministratori oltre alle responsabilità degli organi direttivi e amministrativi nonché all’individuazione di soluzioni assicurative che tutelino amministratori e dirigenti d’azienda da responsabilità civili o penali per azioni commesse durante l’esercizio delle loro funzioni.
Tante le novità di questa terza edizione di “Women on Board” a cominciare dalla conferma delle partnership con gli Ordini dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro e con l’Associazione nazionale forense. Si amplia anche il calendario degli incontri. Saranno infatti ben 15 gli appuntamenti formativi, che toccheranno tutto lo stilane da nord a sud, di cui 12 obbligatori su piattaforma dedicata e 3 facoltativi (che saranno aperti anche alle partecipanti WoB delle scorse edizioni). Ogni incontro ha la durata di circa 3 ore, in cui le partecipanti hanno l’occasione di confrontarsi con diversi professionisti del settore giuridico, economico e aziendale aumentando così le loro competenze, esperienze e capacità di analisi. Diverse le tematiche affrontate che spaziano dal “personal branding soft skills networking” all’equilibrio di genere nelle società non quotate passando per “l’analisi contabile e del rischio sui sistemi gestionali” sino ai “principi dell’etica d’impresa”, oltre a comprendere come agiscono “gli enti di interesse pubblico e le partecipate pubbliche” e come le nuove tecnologie possono essere utili alle decisioni dei CDA.
Women on Board, fa segnare una crescita esponenziale passando dalle 230 aderenti della prima edizione nel 2022 alle oltre 1500 di oggi tra manager e professioniste, con un’età media 48 anni (27 anni per la più giovane e 70 anni per la più senior), 94% di donne e 6% di uomini, provenienti da tutta Italia ed espressione de più svariati settori economici: terziario, industria, consulenza aziendale e avvocatura. Tante donne accomunate dalla stessa volontà di mettersi in gioco e acquisire le competenze e la consapevolezza del proprio valore per accedere a ruoli di responsabilità nelle aziende.
“Women on Board” è un percorso totalmente gratuito espressamente ideato per le donne, ma aperto anche agli uomini, con incontri formativi che si concluderà a giugno 2025. Al termine del corso ci sarà l’inserimento in un apposito elenco qualificato on line consultabile dalle imprese che potranno così scegliere la figura professionale più in sintonia con le caratteristiche della società e le specifiche esigenze dei CdA di aziende, società pubbliche e organizzazioni in cerca di manager e professioniste per i propri organi di governance.
Per tutte le informazioni e scoprire il percorso completo Women on Board 2025” e le sue 15 tappe in tutta Italia consultare link https://www.percorsowomenonboard.it
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Un copilota automatico e intelligente che controlla gli...
San Giorgio in Bosco (PD), 15 gennaio 2025 - Un copilota automatico e intelligente che controlla gli impianti industriali a bordo macchina, efficientando i processi produttivi. È questo l’obiettivo di Leas, azienda di Padova specializzata nel settore dell’automazione industriale, che ha promosso CO-HMI, un progetto di ricerca e sviluppo che ha ottenuto un cofinanziamento di 197mila euro nell’ambito del Bando IRISS promosso da SMACT Competence Center.
Il progetto CO-HMI - acronimo di Copilot per controllo e supervisione a bordo macchina - mira a sviluppare un nuovo approccio rispetto all’HCI, dall’inglese human-computer interaction. L’obiettivo è lo sviluppo di un nuovo pannello operatore intelligente, dotato di funzionalità avanzate che sfruttano l’Intelligenza Artificiale. Questo sistema all’avanguardia consentirà non solo agli operatori, ma anche ai manager, di gestire processi produttivi con maggiore efficienza, grazie a un supporto proattivo e completamente integrato nei flussi di dati di processo.
Nel dettaglio, per la realizzazione del progetto saranno integrate tecnologie avanzate di AI nei pannelli operatore Leas, i cosiddetti HMI - human-machine interface – che permettono il controllo delle macchine, per renderli completamente integrati nel workflow di processo del cliente e garantire un supporto proattivo al team di lavoro. Il risultato sarà un nuovo pannello operatore intelligente, da installare a bordo macchina, che integrerà funzionalità di assistenza e copilota, da qui l’acronimo “CO-HMI”, con caratteristiche di ergonomia, facilità d’uso, efficienza e proattività.
Tramite l’AI si potranno attuare funzioni che aiuteranno il team di lavoro nello svolgimento delle attività quotidiane come la gestione in tempo reale di eventi notevoli, consultazione puntuale nei manuali e il calcolo di scenari previsionali.
Tutte le funzionalità e le innovazioni del progetto rientrano in una visione complessiva: applicare la tecnologica allo stato dell’arte nelle macchine Leas. Così sarà possibile ridurre gli sprechi, minimizzare gli errori di produzione, ottimizzando i consumi energetici e gestire le risorse operative, abbracciando pienamente i temi di Transizione 5.0. Inoltre, l'adozione di queste nuove tecnologie intelligenti garantirà un aumento della qualità dei prodotti, migliorando le prestazioni produttive e riducendo i costi operativi.
Il progetto di ricerca è in collaborazione con Considi, società vicentina di consulenza nel settore Operation & Innovation Management, specializzata nei servizi di Lean Organization e Quindi, azienda che ha sviluppato il primo Production Copilot® per il Manufacturing che sfrutta l'AI per trasformare dati IoT in decisioni chiave. La prima fornirà consulenze specialistiche per la standardizzazione e normalizzazione dei sistemi, definizioni specifiche di funzionalità, progettazione e analisi dei risultati, mentre la seconda sarà responsabile dell’architettura dati/AI oltre che dell’implementazione delle applicazioni software prototipali.
«Finalmente abbiamo reso tangibile un nuovo equilibrio tra intelligenza artificiale e intelligenza umana – dichiara Federico Bugno, General Manager Leas –, dove l’AI diventa il copilota al fianco di operatori e manager. Con CO-HMI non offriamo solo una tecnologia innovativa, ma un vero e proprio supporto proattivo che migliorerà la qualità del lavoro, ridurrà gli sprechi e consentirà alle aziende di essere sempre più efficienti e competitive».
Leas
Fondata nel 1973 a San Giorgio in Bosco (PD), Leas è un’azienda specializzata nel settore dell’automazione industriale, con oltre 50 anni di esperienza nella progettazione e produzione di soluzioni all’avanguardia per processi produttivi automatizzati e robotizzati. Il core business dell’azienda è incentrato sulla produzione di impianti di saldatura automatizzata e robotizzata, linee di produzione integrate e soluzioni di robotica per l'industria. Con più di 50 anni di esperienza, Leas offre sistemi che migliorano l'efficienza e la precisione dei processi produttivi. I servizi sono destinati a settori diversificati, dell'elettrodomestico, al settore del bianco, al raffreddamento e riscaldamento, con l'obiettivo di aumentare produttività, qualità, efficienza energetica e ridurre i costi di produzione.
Linkedin: https://www.linkedin.com/company/leas-spa/--
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Giuseppe Catalfo e il “Metodo Psylogy”, ecco come donare...
Catania, 15 gennaio 2025. La lotta contro lo stigma della follia non è ancora finita: dopo la chiusura dei manicomi negli anni Settanta, promossa da Franco Basaglia, oggi è tempo di contrastare le tendenze a idolatrare la classificazione nosografica dei disturbi mentali, oltre che l'uso indiscriminato degli psicofarmaci. Su questa filosofia è nato, ed è già attivo da tempo, un innovativo Centro, con sedi a Catania e provincia: Psylogy, il suo nome, che opera anche online (www.psylogy.it): "Trattiamo i nostri pazienti con il cuore -spiega lo psichiatra e psicoterapeuta Giuseppe Catalfo, fondatore del Centro. Cura deriva dalla parola cuore: la relazione interumana empatica è la prima medicina per contrastare l'angoscia che travolge chi soffre. Se, nell'agire medico e psicologico, non c'è amore, non si arriva a conoscere il paziente nella sua alterità (dotata di senso). Semmai ci si illude di possederlo attraverso le svariate diagnosi di follia. Quando non c'è amore, c'è possesso dell'altro: non una reale e rispettosa conoscenza; non una relazione terapeutica".
Psylogy è il luogo dove, chi sta male, non viene etichettato come malato o folle; è il luogo in cui i sintomi non sono tradotti in malattie ma in possibilità di cambiamento. Curare i sintomi, dunque, vuol dire recuperare il senso di bellezza e il piacere di vivere in sintonia con se stessi e con il mondo. Due i pilastri su cui poggia il metodo: "Il primo -ricorda il dottor Catalfo- è quello di aver creato un Centro di de-prescrizione farmacologica. Credo che questa sia un’esigenza assai diffusa tra le persone che assumono psicofarmaci, che difficilmente trova risposta. I farmaci servono certamente in alcuni casi, ma non sono la soluzione ultima e radicale: occorre un approccio multidisciplinare per risolvere i problemi di ansia, gli attacchi di panico, la depressione, l’insonnia, i disturbi di personalità, le problematiche di natura sessuale o lavorativa, le frequenti dipendenze affettive. Il metodo Psylogy valorizza i vissuti delle persone e le loro relazioni: sono queste, spesso, le cause dei malesseri psicologici. Venendo da noi, in molti hanno scoperto di non avere alcuna malattia, ma più semplicemente il bisogno di condividere un malessere con un esperto che sa ascoltare, di accettare i propri limiti, di migliorare la propria consapevolezza di fronte a scelte importanti di vita o a difficoltà relazionali o lavorative".
L'altro “pilastro” si chiama co-working ed è una struttura operativa, nata una ventina di anni fa in America e adottata da Psylogy, che -afferma il dottor Catalfo- si sta dimostrando assolutamente innovativa ed efficace. Psylogy propone infatti un vero e proprio cambio di paradigma, offrendo una risposta multidisciplinare al malessere psicologico: psichiatri, psicoterapeuti, psicologi, medici internisti, nutrizionisti, medici legali e avvocati lavorano con grande sinergia e compattezza. Una delle specificità di Psylogy, ad esempio, è la presenza di un medico psicoterapeuta che risponde gratuitamente alle chiamate dell’utenza ed indirizza, come fa un medico di base, verso il percorso terapeutico specialistico più adeguato. Vogliamo insomma essere un punto di riferimento dove poter affrontare il disagio, considerandone non solo gli aspetti biologici ma soprattutto quelli relazionali. Convinti che siano le ferite non risolte a creare sofferenza, stare vicino al paziente a 360 gradi vuol dire certamente curare i sintomi ma soprattutto aiutarlo ad acquisire nuove prospettive di vita e di benessere relazionale".
C’è ancora da lavorare, affinché il sogno di Basaglia e della più grande tradizione psicopatologica europea, di umanizzare la cura psicologica, si attui pienamente: Psylogy nasce per prendersi cura delle persone, non per "curare malattie", e contribuire a rendere quel sogno una realtà.
Per informazioni:
https://www.psylogy.it/