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La logistica aziendale riveste un ruolo di importanza strategica all’interno di un’impresa. Gestire in modo efficace ed efficiente tutti i flussi di approvvigionamento delle materie prime e dei beni strumentali, la loro lavorazione e trasformazione, nonché lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti finiti, è determinante per il buon funzionamento di un’azienda e per il raggiungimento degli obiettivi economico-finanziari. Solo organizzando nel migliore dei modi tutte le attività connesse alla logistica aziendale un’impresa può riuscire ad offrire prodotti e servizi di qualità, riducendo al minimo i tempi e i costi.

In questo contesto, risulta sempre più importante gestire in maniera efficiente anche gli aspetti amministrativi connessi alla logistica, come ad esempio l’emissione, la ricezione e la conservazione delle fatture elettroniche. Solo dotandosi degli strumenti giusti un’azienda riesce ad ottimizzare questi processi burocratici, risparmiando tempo prezioso da dedicare al core business. Una valida soluzione è rappresentata da piattaforme come https://fatturapro.click/,  che consentono di digitalizzare completamente il ciclo delle fatture dando la possibilità di emettere, ricevere e conservare correttamente i documenti fiscali, riducendo al minimo gli errori e semplificando la gestione amministrativa dell’impresa. Gestire in modo ottimale anche gli aspetti di back office legati alla logistica risulta quindi determinante ai fini del successo di un’azienda moderna.

Logistica aziendale: cos’è e quali processi coinvolge

La logistica aziendale può essere definita come l’insieme di tutte quelle attività organizzative e gestionali mirate a pianificare, realizzare e controllare in maniera efficiente i flussi di merci e di informazioni relative alle merci stesse all’interno di un’azienda. Si tratta di un processo estremamente rilevante in quanto ha l’obiettivo di massimizzare l’efficacia e l’efficienza dei processi aziendali, dalla produzione alla distribuzione passando per la gestione del magazzino.

Uno dei processi cardine coinvolti dalla logistica aziendale riguarda gli approvvigionamenti delle materie prime e dei materiali necessari allo svolgimento delle attività produttive. Efficientare questa fase significa ottimizzare la programmazione degli ordini in base alle previsioni di vendita, individuare i fornitori più affidabili, gestire correttamente i flussi in ingresso fino allo stoccaggio in magazzino. Proprio la gestione del magazzino è un altro processo di fondamentale importanza per la logistica interna di un’azienda. Organizzare al meglio lo stoccaggio delle merci, l’immissione e l’allocazione in aree dedicate, la movimentazione e il prelievo nel rispetto delle giacenze fisiche e teoriche permette di rendere il magazzino efficiente al servizio delle altre aree aziendali.

Non meno rilevante è la fase di spedizione e consegna dei prodotti finiti, sia verso i clienti finali nel caso di logistica distributiva sia come trasferimenti intermedi nel caso di flussi logistici interni complessi. Selezionare corrieri e vettori affidabili, organizzare le spedizioni in base alle priorità e trasmettere tempestivamente i documenti fiscali rappresentano aspetti da curare attentamente per instaurare un rapporto di valore con la clientela.

Flussi logistici: strumenti e tecnologie per l’ottimizzazione 

L’implementazione di soluzioni digitali risulta ormai indispensabile per gestire in modo ottimale i complessi flussi logistici delle moderne catene di fornitura. Tra gli strumenti più innovativi ed efficaci troviamo le piattaforme di supply chain execution basate sul cloud, in grado di facilitare lo scambio di informazioni tra gli attori della filiera produttiva e portare tracciabilità ai flussi fisici.

Soluzioni di questo tipo permettono di monitorare e visualizzare in tempo reale lo status delle spedizioni, ottimizzare dinamicamente i percorsi e le modalità di trasporto sulla base di molteplici variabili, gestire in maniera flessibile eventuali imprevisti che possano interessare la supply chain. Particolarmente promettenti risultano inoltre le tecnologie abilitanti l’IoT industriale, come ad esempio i dispositivi di localizzazione e tracciamento in grado di rilevare la posizione degli asset nelle diverse fasi della logistica.

Un ulteriore ambito di notevole interesse riguarda l’applicazione della blockchain alle attività lungo la supply chain. Questa tecnologia, grazie alle sue caratteristiche di immutabilità e trasparenza dei dati, consente di certificare l’autenticità delle transazioni fornendo visibilità su provenienza e storia degli articoli scambiati. Questo aspetto risulta cruciale in numerosi settori, dall’agroalimentare al farmaceutico, ove è necessario garantire la rintracciabilità delle merci secondo rigorosi standard di qualità e sicurezza.

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Attualità

Fusione Fastweb e Vodafone Italia: Come cambieranno le...

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Una fusione, diciamocelo, non capita tutti i giorni. E quando si tratta di nomi come Fastweb e Vodafone Italia, beh, è qualcosa che potrebbe davvero cambiare le carte in tavola per tutti noi. Pensateci un attimo: Fastweb e Vodafone che diventano una cosa sola, una sorta di gigante delle telecomunicazioni in grado di scuotere tutto il mercato. Ma cosa significa davvero? Cosa ci aspetta ora? Proviamo a capirlo insieme.

La fusione da 8 miliardi di Euro: un nuovo gigante in città

Facciamo un po’ di chiarezza, perché qui non parliamo di spiccioli. Parliamo di 8 miliardi di euro. Avete capito bene: 8 miliardi. Questo è quanto Swisscom, che è la mamma di Fastweb, ha deciso di sborsare per prendersi Vodafone Italia. L’hanno detto a marzo del 2024 e non hanno girato troppo intorno alla questione: l’obiettivo è diventare il gigante del settore. Un operatore unico, una specie di supereroe delle telecomunicazioni, pronto a sfidare tutti i big che si trovano sulla sua strada.

L’idea? Beh, è semplice sulla carta: unire tutto, mettere insieme quello che ciascuno ha di buono. Infrastrutture, competenze, visione. Tutto. Il risultato? Teoricamente un colosso, una macchina più efficiente, più veloce, con più copertura e magari qualche offerta migliore per tutti noi. Ma c’è di più. Per ora Vodafone resterà con il suo marchio per altri cinque anni, ma poi? Sparisce, puff, finito. Solo Fastweb. E qui forse viene un po’ di nostalgia: Vodafone, con quel rosso inconfondibile e quel nome così familiare, non sarà più parte del panorama italiano. O forse è solo un nome? Forse quello che conta sono i servizi, la qualità, il prezzo giusto.

Un percorso pieno di ostacoli: approvazioni e autorità

Ovviamente, non è che basti dire “uniamo due colossi” e tutto fila liscio. Ci sono le autorità che devono dire la loro, che stanno lì, con la lente d’ingrandimento, a scrutare ogni dettaglio, cercando di capire se questa grande mossa porterà davvero qualcosa di buono o se, alla fine, ci ritroveremo con meno concorrenza e prezzi che schizzano in alto. L’Agcom, per dire, è stata tra le prime a dire “ok, si può fare”. Secondo loro, questa fusione non toglierà spazio alla pluralità del mercato. Ma sarà davvero così? Chissà…

L’AGCM, invece, non l’ha presa alla leggera. Anzi, ha fatto vedere tutta la sua preoccupazione. Qui le cose si complicano davvero: si parla di rischi seri, come la possibilità che i prezzi si alzino, o che i piccoli operatori vengano schiacciati, soffocati da questo gigante. E i servizi di rete fissa? Anche lì ci sono ombre. Per cercare di risolvere questi problemi, Swisscom ha buttato sul tavolo qualche promessa. Tipo? Un accesso equo alla rete in fibra per tutti i concorrenti, più trasparenza nella condivisione delle infrastrutture e la garanzia che la competizione nelle gare pubbliche resti leale. Belle parole, certo. Ma alla fine dei conti, saranno solo parole o diventeranno fatti? Chi può dirlo. Sembra un compromesso ragionevole, ma come spesso accade, sarà tutto da vedere. Le promesse ci sono ma la loro realizzazione è tutta un’altra storia.

Se tutto va come previsto, la fusione dovrebbe essere completata entro il primo trimestre del 2025. Certo, questo a patto che tutte le autorizzazioni vengano date nei tempi giusti. Non è un processo veloce, ma è anche una fusione enorme, con tantissime variabili da considerare.

Ed eccoci alla parte che più ci interessa: cosa cambia per noi, consumatori? Beh, l’integrazione delle reti mobili e fisse di Vodafone e Fastweb dovrebbe portare una serie di benefici tangibili.

Vantaggi potenziali

Da una parte, c’è questo miglioramento dell’infrastruttura. Sì, insomma, mettendo insieme quello che hanno, Fastweb e Vodafone potranno investire di più. Fibra ottica, 5G, tutte quelle cose belle che ci fanno pensare a connessioni più veloci, copertura più ampia. E, magari, meno disservizi. Dico magari perché lo sappiamo tutti come vanno queste cose, no? Speriamo.

E poi c’è la questione delle offerte. Si parla di pacchetti integrati, roba che mette insieme il mobile, il fisso, il digitale, tutto in uno. Meno complicazioni, più comodità. E se va tutto liscio, dovremmo pure vedere prezzi che restano competitivi. Ma, certo, tutto dipende dai concorrenti e dalle promesse che l’AGCM ha strappato. Speriamo che la pressione serva a qualcosa. Perché noi, alla fine, vogliamo solo pagare il giusto e avere un servizio che funzioni. Nulla di più, nulla di meno.

Rischi e incertezze

Ma non è tutto oro ciò che luccica. Alcuni esperti temono che la fusione possa ridurre la concorrenza, soprattutto per quanto riguarda i servizi di rete fissa. E meno concorrenza, purtroppo, spesso significa prezzi più alti e meno scelta per noi consumatori.

Un altro aspetto è la posizione dominante che questo nuovo operatore potrebbe assumere. Se Fastweb-Vodafone diventa troppo grande, potrebbe diventare difficile per gli altri attori del mercato offrire delle vere alternative. Ed ecco che i prezzi potrebbero salire e la qualità dei servizi potrebbe risentirne.

Iliad e altri competitor: chi non sta a guardare

Nel frattempo, altri operatori non restano a guardare. Iliad, ad esempio, ha già mostrato interesse per gli asset di Vodafone. In particolare, sembra interessata alla rete fissa, qualora venisse scorporata. Questo potrebbe rappresentare un’opportunità per Iliad di rafforzare la sua posizione nel mercato italiano e di contrastare il nuovo colosso nascente.

È una partita a scacchi, quella delle telecomunicazioni. Ogni mossa conta e ogni passo falso può significare la perdita di una posizione strategica.

Un settore in movimento: verso un futuro diverso

Certo, questa fusione è uno di quei momenti che ti fanno dire: Ok, qui cambia tutto. Parliamo di due colossi che mettono insieme le loro infrastrutture, le loro reti, tutto. Vodafone e Fastweb, insieme, diventeranno un unico gigante con una copertura assurda, un mostro pronto a lottare per dominare sia nel mercato delle famiglie che in quello delle imprese. E, diciamocelo, fa quasi paura.

Ma non finisce qui. Questo potrebbe essere solo l’inizio di un domino. Magari altri operatori, per non restare indietro, si fonderanno a loro volta. Una specie di effetto a catena, dove chi rimane piccolo rischia di essere schiacciato. Insomma, il mercato delle telecomunicazioni in Italia potrebbe cambiare volto ancora una volta, diventare un campo di battaglia tra pochi giganti sempre più forti. E noi? Noi restiamo a guardare, sperando che tutto questo vada davvero a nostro vantaggio.

Le nostre conclusioni: opportunità e sfide

Quello che sappiamo è che questa fusione tra Fastweb e Vodafone Italia potrebbe davvero cambiare tutto. Potremmo finalmente vedere miglioramenti reali nei servizi, una copertura che funziona davvero ovunque, magari pure prezzi più bassi. Ma… e c’è sempre un ma, ci sono anche un sacco di rischi. Tipo? Che la concorrenza si riduca a zero e allora chi ci garantisce che i prezzi non schizzino alle stelle fra qualche anno? Nessuno.

Per adesso, possiamo solo restare a guardare e vedere cosa succede. Siamo sicuramente di fronte a un cambiamento grosso, uno di quelli che non capitano tutti i giorni. Il mercato delle telecomunicazioni sta cambiando pelle e questa fusione è solo l’inizio. Sarà un bene per tutti noi? O fra qualche anno ci ritroveremo a dire: Ah, si stava meglio prima? Difficile dirlo.

Comunque sia, occhi aperti. Questo è un capitolo nuovo e vogliamo essere sicuri di finirlo dalla parte giusta della storia. In ogni caso, restiamo vigili. Il futuro delle telecomunicazioni è appena stato riscritto e noi vogliamo assicurarci di essere dalla parte giusta della storia.

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Attualità

Eros e Michelle: Ritorni, emozioni e il fascino di una...

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C’è qualcosa nelle storie d’amore che finisce, ma non davvero, che ci tocca nel profondo. Perché sono proprio quei racconti fatti di alti e bassi, di tentennamenti e poi sorrisi improvvisi, quelli che in fondo ci fanno sperare che esista davvero un lieto fine per tutti. E così oggi siamo qui, a parlare di nuovo di loro: Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker, due che sembrano aver capito il segreto del restare uniti anche quando l’amore cambia volto. Due che continuano a fare parlare di sé, forse senza nemmeno volerlo, e che portano nelle nostre vite quel sapore di nostalgia misto a speranza.

Quella di Eros e Michelle non è una storia come tante altre. Certo, c’è stato un incontro, un amore travolgente, una figlia meravigliosa, un matrimonio sognato da molti e poi, sì, anche una separazione. Ma non è mai stato il tipo di separazione che distrugge tutto, che lascia dietro di sé solo macerie. Anzi. La loro favola ha continuato a respirare, anche con il cuore spezzato, e ci ha lasciato tutti con un’idea più dolce del “fine”. Perché, forse, quello che Eros e Michelle ci stanno dicendo, ancora oggi, è che l’amore non finisce mai davvero. Cambia, si adatta, magari non è più romantico, ma è qualcosa di altrettanto potente.

Vecchi ricordi e nuovi inizi

Tutto è tornato al centro dell’attenzione mediatica il 23 novembre, quando Michelle ha deciso di condividere un pezzo del passato con una foto su Instagram. Una foto di 27 anni fa, lei ed Eros in un bacio che non ha bisogno di parole, che parla da solo. Aurora era appena nata, il loro amore era nel pieno, e quell’immagine ha risvegliato qualcosa in molti di noi. Non è stato un gesto casuale. Ha scatenato il web, un’ondata di commenti pieni di nostalgia, di persone che chiedevano, speravano: “Ma forse allora c’è ancora qualcosa tra di loro?”

E come se non bastasse, il 2 ottobre, Eros ha fatto il resto. Festa dei Nonni, Michelle in carriola, un sorriso scherzoso e quella frase: “Oggi è la giornata dei nonni, con la nonna in carriola”. Un gesto, una foto così semplice eppure così carica di significato. Un modo per dirci che loro, nonostante tutto, sono ancora lì, l’uno per l’altra. Perché sono immagini come queste che ci fanno pensare che, forse, le favole non finiscono mai davvero.

La magia di una storia che continua

Inutile negarlo: queste foto, questi piccoli gesti, hanno riacceso i sogni dei fan. È come se ogni volta che Eros e Michelle ci mostrano un pezzo della loro vita insieme, ci venisse data una nuova possibilità di credere nelle seconde chance. Nei ritorni inaspettati, nei sorrisi ritrovati. Loro sono un esempio raro, in un mondo in cui spesso, dopo la separazione, resta solo il vuoto. Invece qui vediamo due persone che hanno scelto di rimanere legate, di continuare a condividere momenti, ricordi e ora anche la gioia di essere nonni.

Non dimentichiamo che la loro è stata una storia d’amore che ha segnato un’epoca. Erano gli anni ’90: Eros era già una star della musica, Michelle stava diventando un volto noto della televisione. La loro relazione era sotto i riflettori ma sembrava vera, genuina, fatta di sorrisi e complicità. Nel 1996 è nata Aurora, e con lei è cresciuto un amore che sembrava non poter finire mai. Il matrimonio nel 1998 è stato l’apice, il momento perfetto… ma come tutte le favole, anche la loro ha incontrato difficoltà. E così, nel 2002, hanno deciso di separarsi. Eppure, quella decisione non ha spezzato tutto. Al contrario, ha aperto una nuova strada, fatta di rispetto e affetto.

Tra nonni, sorrisi e ritorni di fiamma

Oggi li vediamo insieme come nonni, un ruolo che sembra averli riavvicinati ancora di più. La nascita di Cesare, figlio di Aurora e Goffredo, è stata un momento di grande gioia per tutti. Michelle ed Eros, come nonni, sono stati uniti, presenti, e questo ha fatto sì che molti si chiedessero se non ci fosse qualcosa di più dietro questo ritrovato legame. Perché quello che li rende speciali non è semplicemente il fatto di essere nonni: è come si guardano, come scherzano insieme, come rivivono i ricordi con tenerezza. È questa magia che fa sognare.

E se ci pensiamo, quanto sarebbe bello? Vederli di nuovo insieme, vedere quel sorriso tornare a illuminare i loro volti. Perché, in fondo, tutti noi ci siamo un po’ affezionati a questa storia, a questa favola moderna che ha fatto sognare milioni di persone. È quella voglia intensa, quella speranza viva di vedere che l’amore, in fondo, può superare qualsiasi cosa. Può cambiare, può trasformarsi, ma non scompare mai del tutto.

Amicizia o qualcosa di più?

E allora ci chiediamo, qual è il prossimo passo? Sarà solo un’amicizia, quella che vediamo tra Eros e Michelle, o qualcosa di più? Loro non lo dicono, non rilasciano dichiarazioni ufficiali e forse è anche questo che rende tutto più magico. Quel dubbio, quella possibilità che potrebbe esserci ancora qualcosa di non detto, di nascosto tra le righe.

In un mondo così abituato alla fine dei sentimenti, all’addio come unica via possibile, la loro storia ci offre una prospettiva diversa. Una speranza. Che magari un lieto fine è possibile anche quando non è come ce lo aspettavamo. Perché l’amore tra Eros e Michelle, pur non essendo più quello di un tempo, è ancora lì, forte, autentico. Ed è questo che ci fa emozionare ogni volta che li vediamo insieme, che ci fa sperare che, chissà, forse un giorno questa favola troverà un nuovo inizio.

L’amore che resiste oltre il tempo

Sapete cosa ci insegna davvero questa storia? Che l’amore, quello vero, non se ne va mai del tutto. Magari cambia, si trasforma, diventa altro, ma non sparisce. Non è una roba che si spegne come una lampadina. Loro sono la prova vivente che un legame può restare, anche dopo tutto quel che è successo, anche dopo gli anni che passano, anche quando le strade sembrano separarsi. C’è ancora quella scintilla, quel rispetto, quella voglia di esserci, di condividere ancora pezzi di vita. E questo, beh, già di per sé è una gran vittoria, no?

Quindi, mentre continuiamo a sognare insieme a loro, lasciamoci andare un attimo. Perché chi l’ha detto che tutte le favole devono avere quel lieto fine perfetto come nei film? A volte, il lieto fine non è un matrimonio o un bacio al tramonto. A volte è solo esserci ancora. Restare vicini, in qualche modo, anche se le cose sono cambiate. Essere presenti, anche solo con un messaggio, un sorriso. Le vere storie d’amore non sono mai facili, non sono mai perfette. Sono fatte di cambiamenti, evoluzioni, di momenti difficili e di momenti bellissimi. Ma, soprattutto, restano. L’amore vero è così: non se ne va mai del tutto. Trova sempre un modo per restare, per regalarci emozioni, per ricordarci che, alla fine, l’amore è sempre e comunque qualcosa di straordinario. E questo, forse, è già il lieto fine più bello di tutti.

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Attualità

Camera approva pene più severe per reati contro gli...

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“Dedico alle vittime mute e invisibili, soprattutto agli animali di cui non si è mai parlato e mai si parlerà, il frutto di questo grande e incessante impegno”. Esulta l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo per i Diritti degli animali e della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente, per l’approvazione nell’aula di Montecitorio della pdl AC30, di cui è prima firmataria e relatrice, che finalmente garantisce maggiore tutela penale agli animali: “Una rivoluzione”.

“Il testo – ricorda la deputata di Noi moderati – aumenta le pene, sia detentive che pecuniarie, per i principali reati e illeciti a danno degli animali: l’uccisione, il maltrattamento, l’organizzazione di combattimenti. Di fronte all’obiettiva gravità di certe condotte, tutti – partiti, associazioni, società civile – reclamavano sanzioni più severe, più deterrenza”. Tra le principali novità la rubrica del titolo IX bis del Codice penale: non più “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali”, ma, in linea con la recente riforma costituzionale, “Dei delitti contro gli animali”. Viene tutelato non più il sentimento dell’uomo ma direttamente l’animale. Aumentano le pene per l’uccisione di animali (544-bis): si passa da quattro mesi di reclusione nel minimo e due anni nel massimo a sei mesi nel minimo e tre anni nel massimo, sempre congiunti ad una multa – finora non prevista – da 5 mila a 30 mila euro. “Se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze dell’animale” si passa a un anno nel minimo e quattro nel massimo, con una multa raddoppiata da 10 mila a 60 mila euro: si potrà finire in carcere. Aumentano le pene per il maltrattamento degli animali (544-ter): si passa da tre mesi nel minimo e diciotto nel massimo a sei mesi nel minimo e due anni nel massimo, accompagnati sempre dalla multa (tra i 5 mila e i 30 mila euro) che oggi è alternativa alla reclusione.

Aumentano le pene pecuniarie per chi organizza spettacoli e manifestazioni con sevizie e strazio per gli animali (544-quater): aumenta significativamente la multa da 5 mila a 15 mila euro nel minimo, da 15 mila a 30 mila nel massimo. Aumentano le pene per la violazione del divieto di combattimenti o di competizioni non autorizzate tra animali (544-quinquies): la pena detentiva aumenta da uno a due nel minimo e da tre a quattro anni nel massimo. Sarà punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 5 mila a 30 mila euro anche chi partecipa a qualsiasi titolo ai combattimenti o alle competizioni. Aumentano le pene per l’uccisione o il danneggiamento degli animali altrui (art. 638): il reato diventa finalmente perseguibile d’ufficio, come quelli del titolo IX bis. La pena passa da sei mesi a un anno nel minimo e da un anno a quattro anni nel massimo, ai quali un ordine del giorno chiede di aggiungere la multa da 10 mila a 60 mila euro. L’articolo sarà applicabile all’uccisione o al danneggiamento anche di un solo bovino o equino. Per tutti questi reati contro gli animali sono previste nuove aggravanti, con l’introduzione dell’articolo 544-septies: se i fatti sono commessi alla presenza di minori, se i fatti sono commessi nei confronti di più animali, se il fatto è diffuso attraverso strumenti informatici e telematici. Il divieto di tenere il cane alla catena, finora previsto solo da alcune leggi regionali, è introdotto a livello nazionale e sorretto da adeguate sanzioni (da 500 a 5 mila euro).

“Questo – sottolinea l’on. Brambilla – è il cambiamento che in molti attendevano, credo che se ne coglierà presto la portata. Alla percezione di sostanziale impunità, che accompagna chi commette crimini contro gli animali, corrisponde un sentimento di profonda indignazione in ampi settori dell’opinione pubblica, di tutti gli orientamenti politici e culturali, un sentimento che non era e non è possibile ignorare. A chi invece sogna l’impunità solo perché le vittime sono animali e non possono neanche parlare, dico che continui a sognare o si trasferisca in un altro Paese, perché qui per l’impunità non c’è spazio”.

“Da quattro legislature – conclude – porto avanti, e ne sono orgogliosa, questa battaglia di civiltà, che non ha colore politico, come dimostra il lavoro trasversale che facciamo nell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali. Avevo promesso giustizia agli ultimi tra gli ultimi, ai tanti animali seviziati e uccisi da mani scellerate. Ricordo il cane Angelo torturato a morte nel Cosentino, il cane Aron bruciato a Palermo, il gatto Leone scuoiato vivo nel Salernitano, il gatto Green ucciso a botte in Veneto. E poi ci sono gli altri che non potrei citare tutti neppure se avessi a disposizione molte ore. Oggi posso dire di avere raggiunto un traguardo, di aver ottenuto pene più elevate, di aver mantenuto la promessa. E garantisco che non mi fermerò qui, proseguirò su tutti i fronti che richiedono l’attenzione di chi veramente ama e rispetta gli animali, nostri fratelli minori, nostri compagni di viaggio sull’arca planetaria”.

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