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Raid israeliani su Gaza, “decine di morti”. Caso Unrwa, Ue non ha sospeso fondi

Hamas: "Allo studio proposta di Parigi su cessate il fuoco, fine guerra priorità". Cnn: "Palestinesi senza cibo, costretti a mangiare erba". Raid israeliani su Gaza, "decine di morti". Caso Unrwa, Ue non ha sospeso fondi

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu - Fotogramma /Ipa

"Non rimuoveremo le forze israeliane dalla Striscia di Gaza e non rilasceremo migliaia di terroristi". Lo ha detto Benjamin Netanyahu parlando oggi agli studenti dell'accademia pre-militare Bnei David a Eli. "Niente di tutto questo succederà. Che cosa succederà? La vittoria assoluta", ha aggiunto il premier, dopo che sono emerse le notizie che indicano che Israele avrebbe accettato in un incontro domenica a Parigi con Usa, Qatar ed Egitto una piano di massima per il rilascio degli ostaggi in cambio di "pause intermittenti" della guerra di Israele contro Hamas.

Le dichiarazioni arrivano dopo che l'ufficio del premier ha diffuso ieri una dichiarazione in cui non negava di aver accettato l'accordo di massima, ma sottolineava che "le notizie sull'accordo sono incorrette e comprendono condizioni non accettabili da Israele". Parlando con gli studenti, Netanyahu oggi ha promesso che "non metterà fine a questa guerra a meno che non si raggiungano tutti i suoi obiettivi, questo significa l'eleminazione di Hamas, il ritorno a casa di tutti gli ostaggi e e la promessa che Gaza non sarà più una minaccia per Israele".

Hamas: "Allo studio proposta su cessate il fuoco, fine guerra priorità"

Il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sta "studiando la proposta di cessate il fuoco elaborata a Parigi" nel corso di un colloquio tra i capi della Cia, del Mossad e dell'intelligence egiziana, alla presenza del primo ministro del Qatar. E, ha annunciato, ''mi recherò al Cairo per discutere i dettagli del piano''. Perché per Hamas, ''la priorità è porre fine all'offensiva israeliana con il ritiro delle sue forze della Striscia di Gaza'', ha spiegato Haniyeh.

''Hamas è aperto a tutte le proposte serie e praticabili che possano portare a un cessate il fuoco'', ha aggiunto. ''Il mondo deve fare pressione sul regime d'occupazione israeliano in modo che metta fine ai massacri e ai crimini di guerra'', ha fatto appello Haniyeh.

"Abbiamo detto ai mediatori che un cessate il fuoco permanente è il nostro obiettivo, ma possiamo arrivarci nella seconda o terza fase dell'accordo. Senza un ritiro israeliano da Gaza non possiamo accettare questa nuova proposta", ha poi detto ad al-Jazeera Mohammad Nazzal dell'ufficio politico di Hamas.

Nelle dichiarazioni alla tv satellitare, Nazzal ha parlato di "rilascio dei prigionieri da entrambe le parti". Su questo "ovviamente serve un negoziato", ha proseguito. "Un cessate il fuoco permanente è utile per entrambe le parti, altrimenti la guerra tra noi e le truppe israeliane continuerà - ha detto ancora - Siamo pronti a raggiungere l'obiettivo per gradi".

Il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha intanto minacciato di far cadere il governo nel caso in cui si raggiunga un accordo "sconsiderato" con Hamas. Mentre circolano voci circa un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi in cambio di una lunga sospensione dei combattimenti e la scarcerazione di migliaia di detenuti palestinese, in un tweet Ben Gvir ha scritto: ''Accordo sconsiderato = smantellamento del governo''.

Gallant: "Israele manterrà presenza militare a Gaza dopo guerra"

Dopo la fine della guerra con Hamas, Israele manterrà il controllo militare della Striscia di Gaza, ma non governerà il territorio a livello civile, su un modello simile a quello già adottato in Cisgiordania. Lo ha annunciato il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, ai membri della Commissione Affari esteri e Difesa della Knesset.

"Dopo che la guerra sarà finita, penso che sia del tutto chiaro che Hamas non controllerà Gaza. Israele la controllerà militarmente, ma non in senso civile", ha affermato Gallant, citato dai media dello Stato ebraico. Secondo il ministro, questo scenario è "realizzabile" anche a Gaza, ma "ci vorrà tempo".

Cnn: "Palestinesi senza cibo, mangiano erba e bevono acqua inquinata"

Costretti a mangiare erba e a bere acqua inquinata i palestinesi sfollati da Gaza a causa della rappresaglia israeliana per l'attacco di Hamas. A dirlo è la Cnn che ha raccolto le testimonianze di civili sfollati dalle loro case e di operatori sanitari, sottolineando che l'enclave palestinese sta sempre più andando verso una carestia totale. Con gli adulti che si privano del cibo per darlo ai propri figli e ai bambini.

Anche prima della guerra, due persone su tre nella Striscia di Gaza facevano affidamento sul sostegno alimentare, come ha detto alla Cnn Arif Husain, capo economista del Programma alimentare mondiale (Wfp).

Raid israeliani su Gaza, "decine di morti"

 Decine di persone sono rimaste intanto uccise o ferite nelle ultime ore in bombardamenti delle forze israeliane contro zone nel centro e nel sud della Striscia di Gaza. Lo denuncia l'agenzia di stampa palestinese Wafa, secondo cui ci sono stati "intensi raid" a Rafah, nel sud della Striscia, contro almeno un'abitazione nel quartiere di El Geneina e bombardamenti contro "un obiettivo" nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale dell'enclave palestinese che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas. Nel mirino, stando alle stesse fonti, anche le zone di Batn al-Sameen e Al-Amal a Khan Yunis, sempre nel sud della Striscia.

L'agenzia segnala inoltre un raid contro una moschea nella zona di Khan Yunis e nei pressi dell'ospedale Nasser della città. Sarebbero inoltre almeno 20 le persone uccise in un bombardamento contro un'abitazione nel quartiere di Al-Sabra. Stando alla Wafa le vittime sarebbero civili, per lo più donne e bambini.

Israele, sirene d'allarme al confine con la Striscia

Sono intanto suonate le sirene di allarme antiaereo nella zona del kibbutz di Nahal Oz, vicino alla Striscia di Gaza. Lo riferisce il Times of Israel. L'area è stata sgomberata dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele e di recente nella zona l'allerta è scattata anche per colpi di mortaio lanciati contro le forze israeliane all'interno della Striscia.

Al Jazeera: "Unità israeliana sotto copertura uccide 3 palestinesi in ospedale di Jenin"

Tre palestinesi sono invece stati uccisi dalle forze israeliane che hanno preso d’assalto l’ospedale Ibn Sina di Jenin, in Cisgiordania. Nella notte, riporta al Jazeera Arabic, un'unità delle forze speciali sotto copertura è entrata nell'ospedale. "Erano vestiti da medici, infermieri e persino da civili. Questa unità comprendeva la polizia israeliana e il personale dell'esercito. Sono saliti al terzo piano dell'ospedale e hanno ucciso tre giovani palestinesi".

"Non sembra che ci sia stato alcun tentativo di arrestare questi uomini. Sono stati uccisi mentre dormivano - prosegue l'emittente del Qatar - Uno di loro era in cura in ospedale da circa tre mesi dopo essere stato ferito dall'esercito israeliano. Due degli uccisi erano fratelli. Uno di loro era legato alle Brigate Qassam, il braccio armato di Hamas. Gli altri due erano legati alla Jihad islamica palestinese".

Idf: uomini uccisi in ospedale erano membri cellula terroristica di Hamas

Intanto l'esercito israeliano ha affermato che i tre uomini uccisi nell'ospedale Ibn Sina della città di Jenin erano membri di una "cellula terroristica di Hamas" che pianificava di effettuare attacchi terroristici. Uno degli uomini, aggiunge su Telegram l'Idf, “era stato recentemente coinvolto nella promozione di significative attività terroristiche e si nascondeva” in ospedale.

Sono stati uccisi anche due fratelli, si legge nel post. Uno era un membro del battaglione Jenin ed è stato coinvolto in numerosi attacchi terroristici, sostengono i militari israeliani, mentre il secondo era un membro della Jihad islamica ed era anche lui “coinvolto in attività terroristiche nella zona. Per molto tempo, i sospetti ricercati si sono nascosti negli ospedali e li hanno usati come base per pianificare attività terroristiche e compiere attacchi terroristici".

Caso Unrwa

"Gli impegni di finanziamento in corso da parte dell'Ue sono stati rispettati e i finanziamenti non sono stati sospesi". Lo scrive in una nota l'ufficio del capo della Politica estera dell'Unione europea Josep Borrell. "Il ruolo dell'Unrwa è vitale nelle attuali circostanze a Gaza", si legge nella dichiarazione. “Due milioni di persone hanno un disperato bisogno degli aiuti forniti dall’Unrwa e da altre agenzie delle Nazioni Unite”.

Intanto oggi il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ospiterà a New York un incontro con i principali donatori dell'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Lo ha annunciato il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, dopo la decisione di alcuni Stati di sospendere temporaneamente i loro finanziamenti all'Agenzia per il presunto coinvolgimento di alcuni membri nella strage di Hamas del 7 ottobre. Dujarric ha anche reso noto un incontro tra Guterres e il capo delle indagini interne dell'Onu per garantire che l'inchiesta sulle accuse israeliane sia condotta "rapidamente e nel modo più efficiente possibile".

Unione europea

Borrell ha accolto con favore "le misure rapide e decisive adottate dall'organizzazione "alla luce di "accuse molto gravi contro un certo numero di membri del personale dell'Unrwa", e ha affermato che "l'Ue determinerà le prossime decisioni sui finanziamenti alla luce dell'esito delle indagini". L’Unione europea è uno dei maggiori donatori dell’Unrwa, fornendo circa un decimo dei finanziamenti dell’agenzia delle Nazioni Unite secondo i dati del 2022.

Ieri l'Ue ha fatto sapere che "si aspetta che l'Unrwa accetti di effettuare un audit dell'Agenzia da parte di esperti esterni indipendenti nominati dall'Ue, che si concentri specificamente sui sistemi di controllo necessari a prevenire il possibile coinvolgimento del suo personale in attività terroristiche", aveva comunicato ìla Commissione, dopo le accuse formulate dal governo israeliano nei confronti dell'agenzia. L'Ue si attende "inoltre un rafforzamento del Dipartimento di Investigazioni Interne (Dios) dell'Unrwa, che è fondamentale in questo senso. Infine, dovrebbe essere avviata quanto prima una verifica di tutto il personale dell’Unrwa per confermare che non abbia partecipato agli attacchi".

Il Qatar dal canto suo ha avvertito che lo stop ai finanziamenti all'Unrwa avrà "ripercussioni catastrofiche" sui rifugiati palestinesi. Lo ha detto la sottosegretaria alla Cooperazione internazionale di Doha, Lulawa bint Rashin al Jater, in un colloquio telefonico con il commissario generale dell'agenzia dell'Onu, Philippe Lazzarini. La sottosegretaria, si legge in una nota, "ha sottolineato che la revisione, la trasparenza e la responsabilità del lavoro dell'Agenzia sono estremamente importanti e che la giustizia non diventi una punizione collettiva contro il popolo palestinese".

Rashin al-Jater ha ribadito l'appello del Qatar affinché "il soddisfacimento dei bisogni umanitari vitali del popolo palestinese rimanga una priorità assoluta per la comunità internazionale, soprattutto alla luce dell'aggravarsi delle sue sofferenze a causa dell'occupazione, dell'assedio, della guerra e degli ostacoli di Israele all'afflusso di aiuti".

Dal canto suo, Lazzarini ha sottolineato che l'Unrwa ha preso "tutte le misure legali" per indagare sul possibile coinvolgimento di "un piccolo gruppo di suoi dipendenti" negli attacchi di Hamas, e ha ribadito che l'agenzia "rimane impegnata ai valori dell'Onu".

Israele

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha annunciato di aver annullato incontri previsti in settimana in Israele tra funzionari del dicastero e il capo dell'Unrwa, Philippe Lazzarini. "Ho appena cancellato gli incontri di mercoledì del capo dell'Unrwa con funzionari del ministero degli Esteri - ha scritto il ministro su X - Dipendenti dell'Unrwa hanno partecipato al massacro del 7 ottobre" in Israele. E ha aggiunto: "Lazzarini dovrebbe trarre le conclusioni e dimettersi. Qui i sostenitori del terrorismo non sono i benvenuti".

L'intelligence israeliana ritiene che il 10 per cento dei 12mila dipendenti dell'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi, sia legato a Hamas o alla Jihad Islamica. Lo scrive il Wall Street Journal spiegando di aver esaminato i rapporti dell'intelligence israeliana. Il dossier sostiene inoltre che sei dipendenti dell'Unrwa hanno partecipato all'assalto del 7 ottobre e due hanno contribuito a rapire ostaggi, tra cui il corpo di un soldato.

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Esteri

Mandato arresto Netanyahu e Gallant, Crosetto:...

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Il ministro a Porta a Porta: "Se venisse in Italia dovremmo arrestarlo, ma non per una decisione politica"

Guido Crosetto (Fotogramma)

Il ministro della Difesa Guido Crosetto commenta oggi a Porta a Porta, in onda stasera su RaiUno, la sentenza della Corte Penale Internazionale, che ha emesso un mandato di arresto contro il premier Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant, ex ministro della Difesa israeliano. "Ritengo sia una sentenza sbagliata - dice -, che ha messo sullo stesso piano il presidente israeliano e il ministro della Difesa israeliano con il capo degli attentatori, quello che ha organizzato e guidato l'attentato vergognoso che ha massacrato donne, uomini, bambine e rapito persone a Israele, che è quello da cui è partita la guerra. Sono due cose completamente diverse".

"Da una parte - prosegue Crosetto - c'è un atto terroristico fatto da un'organizzazione terroristica che colpisce nel profondo cittadini inermi, dall'altra c'è un Paese che a seguito di quest'atto va e cerca di estirpare un'organizzazione criminale terroristica. Poi, se vogliamo giudicare come Israele si è mosso a Gaza, quanto della forza usata fosse necessaria da usare, quanto dei danni collaterali, che fa senso chiamare in questo modo, con delle vittime innocenti, quante migliaia ci sono state e quante linee rosse siano superate, è un altro discorso".

"Non penso che la Corte Penale Internazionale dovesse intervenire con questa sentenza a tre. Ciò detto, se arrivassero in Italia dovremmo arrestarli perché noi rispettiamo il diritto internazionale". Nel caso di un arrivo di Netanyahu o Gallant in Italia, spiega il ministro della Difesa, "noi dovremmo applicare le disposizioni della Corte Penale internazionale alla quale aderiamo: quindi, se venissero in Italia dovremmo arrestarli, ma non per decisione politica, non c'entra nulla la decisione politica, per applicazione di una normativa internazionale".

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Esteri

Putin: “Guerra mondiale, Russia può colpire chi ha...

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Il messaggio del presidente dopo il lancio di Atacms e Storm Shadow contro obiettivi in territorio russo

Vladimir Putin

La guerra in Ucraina è diventata di carattere "globale" dopo il lancio di missili occidentali contro la Russia. E' il messaggio che il presidente russo Vladimir Putin invia in un discorso alla nazione. La Russia "ha il diritto" di colpire i Paesi che hanno fornito le armi usate dall'Ucraina per colpire obiettivi in territorio russo, dice Putin rompendo il silenzio dopo le news e gli eventi degli ultimi giorni.

"Russia può colpire obiettivi Usa e Gb"

L'Ucraina ha lanciato missili americani Atacms e missili anglofrancese Storm Shadow contro obiettivi in territorio russo dopo aver ricevuto l'autorizzazione di Washington e Londra. Putin ha fatto riferimento agli attacchi condotti dalle forze di Kiev contro Bryansk e nel Kursk. Stati Uniti e Regno Unito, quindi, ora diventano obiettivi legittimi di Mosca. "Gli Stati Uniti stanno spingendo il mondo intero verso un conflitto globale. Abbiamo sempre cercato uno sviluppo pacifico degli eventi, ma siamo pronti per un altro scenario - ha detto Putin - In caso di escalation, la Russia risponderà in maniera decisa e proporzionale".

La Russia ha il diritto, ha aggiunto Putin, di usare le sue armi contro siti militari di quei Paesi che autorizzano l'uso delle loro armi contro le nostre installazioni. Il ministero della Difesa russo ha confermato l'impiego di missili americani e britannici contro obiettivi in Russia. "Siamo pronti per qualsiasi sviluppo. Se c'è ancora qualcuno che ha dei dubbi, non deve averli. Ci sarà sempre una risposta".

La Russia è "pronta a qualsiasi scenario" nel conflitto con l'Ucraina e i suoi alleati occidentali. "Siamo sempre stati pronti, e lo siamo ancora, a risolvere tutti i problemi con mezzi pacifici, ma siamo anche pronti ad affrontare qualsiasi sviluppo - ha affermato nel discorso trasmesso dalla televisione russa - Se qualcuno ancora dubita di questo, è inutile. Ci sarà sempre una risposta".

"Nuovo missile testato contro Dnipro, si chiama Orechnik"

In risposta ai raid dell'Ucraina, oggi la Russia ha effettuato un attacco contro la regione di Dnipropetrovsk. Secondo Kiev, sarebbe stato utilizzato un missile balistico intercontinentale. Putin, invece, sostiene che sia stato lanciato un nuovo missile balistico di medio raggio con testata convenzionale, "un nuovo missile che i nostri ingegneri hanno chiamato Orechnik". L'obiettivo era "un sito del complesso militare- industriale" ucraino. Il lancio è stato "un test" ma "in condizioni di combattimento". Il missile sperimentato è un nuovo sistema balistico ipersonico a medio raggio, ha affermato Putin. Il missile usato contro Dnipro ha un raggio di "diverse migliaia di chilometri" e la testata non convenzionale è ipersonica.

I missili balistici a raggio intermedio hanno una gittata, secondo la classificazione del Centro per il controllo degli armamenti e anti proliferazione, compresa fra mille e tremila chilometri. "I missili occidentali non cambieranno il risultato dell'operazione speciale", ha aggiunto il leader del Cremlino, sottolineando che i paesi occidentali non saranno in grado di intercettare armi come il nuovo Orechnik testato contro Dnipro. Non c'è al momento nessun modo di contrastare tali sistemi, ha affermato. "I missili attaccano gli obiettivi a una velocità di 10 Mach, 2,5-3 chilometri al secondo", ha precisato il presidente russo nel discorso che ha tenuto in televisione questa sera.

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Esteri

Londra, la rete ‘Overground’ si rifà il look:...

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Una stazione sarà dedicata alla nazionale di calcio femminile

La rete Overground di Londra - Agenzia Fotogramma / Ipa

Inizia il nuovo corso annunciato da Transport for London (Tfl), che prevede un restyling della rete arancione 'Overground', che cambierà nome e verrà divisa in sei linee, ognuna con il proprio nome e colore. Lo riporta l'Evening Standard. TfL mantiene il riserbo sui nomi delle stazioni, ma ha fatto sapere che la prima a essere svelata sarà la linea Lioness di colore giallo, chiamata così in onore della vittoriosa nazionale di calcio femminile. La maggior parte delle 113 stazioni della Overground saranno convertite a partire dal 25 novembre, e saranno rappresentate sulla mappa come una linea bianca con bordi colorati.

Annunciando il restyling lo scorso febbraio, il sindaco Sadiq Khan aveva dichiarato che l'operazione, costata 6,3 milioni di sterline, era finalizzata a facilitare l'orientamento dei passeggeri sulla Overground e per 'celebrare' la cultura e la storia recente di Londra. I nomi delle altre linee dovrebbero essere 'Liberty' (grigia), 'Mildmay' (azzurra), 'Suffragette' (verde), 'Weaver' (rosa carico) e 'Windrush' (rossa). L'obiettivo iniziale prevedeva di completare il rinnovamento entro l'autunno, ma ci sono stati ritardi causati da attacchi informatici subiti da Tfl.

Per l'inaugurazione dovranno essere modificati circa 6.000 cartelli delle stazioni, le mappe della metropolitana, gli schermi digitali delle stazioni, le informazioni a bordo dei treni, il Journey Planner e le mappe di TfL Go. Andy Lord, commissario della TfL, ha dichiarato: "Si tratta di un passo entusiasmante: milioni di viaggi dei clienti sulla London Overground saranno trasformati grazie a una navigazione più semplice". "I colori e i nomi delle singole linee hanno aiutato i clienti a orientarsi nella metropolitana per più di cento anni, quindi abbiamo voluto adottare un approccio simile per la London Overground - ha detto Lord - Questi cambiamenti contribuiranno a migliorare la fiducia dei clienti quando viaggiano e a incoraggiare un maggior numero di persone a utilizzare i nostri servizi".

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