Diversity, Equity e Inclusion: il nuovo mantra delle aziende di successo
Diversità, Equità e Inclusione sono principi fondamentali sempre più riconosciuti per promuovere un ambiente di lavoro, istruzione e comunitario equo e produttivo
La diversità, l’equità e l’inclusione sono diventati una priorità per professionisti e business leader. Nonostante l'incertezza derivante dai cambiamenti nelle condizioni macroeconomiche il 78% dei professionisti HR e leader aziendali ha reso la Diversity, Equity e Inclusion (DE&I) una priorità nell'ultimo anno, con l'88% delle organizzazioni che disponeva di un budget specifico per queste iniziative, con un aumento del 3% rispetto alla media globale. È quanto emerge da uno studio commissionato da Workday e condotto da Sapio Research su 2.600 manager provenienti da 19 Paesi, che ricoprono ruoli di responsabilità nelle iniziative di diversità all'interno delle loro organizzazioni.
Secondo la ricerca, la maggior parte delle organizzazioni ha dimostrato un alto grado di impegno verso la DE&I, con il 66% degli intervistati che ha indicato che la spinta per implementare tali iniziative è venuta dall'interno dell'organizzazione. Inoltre, il 38% ha evidenziato il contributo equo dei dirigenti e dei dipendenti nel promuovere tali iniziative.
Diversity, equity, inclusion: di che si tratta?
Diversità, Equità e Inclusione sono tre concetti interconnessi che vengono sempre più riconosciuti come elementi essenziali per creare un ambiente equo, solidale e produttivo in vari contesti, tra cui luoghi di lavoro, istituzioni educative e comunità.
In un contesto aziendale la locuzione DE&I si riferisce all'insieme di politiche organizzative volte a garantire gli stessi diritti e le medesime opportunità a tutti i membri del team, indipendentemente dalle differenze di genere, età, etnia, religione, ideologia, abilità e orientamento sessuale. Questi tre concetti sono intrinsecamente connessi tra loro e sono considerati come un singolo elemento essenziale per la creazione di un ambiente di lavoro equo, inclusivo e rispettoso della diversità.
- La diversità si riferisce alla presenza di una vasta gamma di differenze tra i membri del team, che possono essere di natura personale o professionale; l'obiettivo non è solo quello di accettare queste differenze, ma di valorizzarle attivamente, riconoscendo che contribuiscono alla ricchezza e alla creatività del gruppo di lavoro.
- L'equità implica assicurare che tutte le persone abbiano accesso alle stesse opportunità di crescita, sviluppo e avanzamento professionale, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali.
- L'inclusione consiste nel creare un ambiente di lavoro in cui ogni individuo si senta benvenuto, rispettato e valorizzato per la propria unicità; questo comporta l'adozione di politiche e pratiche che favoriscono il coinvolgimento attivo di tutti i membri del team, incoraggiando la partecipazione e l'apertura alle diverse prospettive e esperienze.
Un'azienda che valorizza la diversity, equity, and inclusion si posiziona in modo più competitivo sul mercato del lavoro, poiché è in grado di attrarre e trattenere talenti di diversa provenienza e background; inoltre, dimostra un impegno verso la responsabilità sociale e la costruzione di una cultura aziendale inclusiva e sostenibile nel lungo termine.
Investimenti significativi per iniziative DE&I
Il Report 2023 di McKinsey su diversity, equity & inclusion offre una prospettiva illuminante sullo stato attuale delle iniziative DE&I nelle aziende di tutto il mondo. Nonostante gli investimenti significativi già effettuati nel 2020, che ammontavano a 7,5 miliardi di dollari, ci si aspetta che questa spesa aumenti in modo significativo fino a raggiungere i 15,4 miliardi di dollari entro il 2026.
Tuttavia, nonostante gli sforzi e gli investimenti, il report evidenzia una realtà sconcertante: il divario di genere nell'economia globale, uno dei molteplici aspetti della diversità presenti nel mondo del lavoro, non si sta riducendo abbastanza velocemente. Secondo le stime attuali, ci vorranno ancora altri 151 anni per colmarlo completamente.
Tuttavia, i valori della DE&I non sono solo una questione etica, ma anche una necessità imperativa per le aziende che desiderano rimanere competitive sul mercato globale. L'attenzione per questi temi è chiaramente riscontrabile anche tra i candidati e i dipendenti, come dimostrano i dati dell'Employer Brand Research di Randstad.
Priorità nella scelta del datore di lavoro
A livello globale, il 27.05% degli intervistati considera prioritari i temi della DE&I nella scelta del datore di lavoro. Questo numero aumenta significativamente tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, nonché tra le persone con un elevato grado di istruzione, confermando che le nuove generazioni e coloro che sono più istruiti sono particolarmente sensibili a questi temi.
Considerazione della diversità e inclusione
In Italia, circa la metà dei dipendenti prende in considerazione la capacità di un'azienda di rispettare la diversità e garantire l'inclusione nella scelta del datore di lavoro. Questo indica che la DE&I non è solo un'aspirazione delle aziende, ma anche una considerazione pratica e concreta per i lavoratori italiani.
Preferenza per aziende in linea con i propri valori
Il 12% degli intervistati italiani, con una percentuale ancora più alta tra i giovani tra i 18 e i 24 anni, afferma che preferirebbe rimanere disoccupato piuttosto che lavorare per un'azienda che non rispecchia i propri valori. Questo sottolinea quanto sia importante per i lavoratori trovare un datore di lavoro che sia allineato con i loro principi e le loro convinzioni, incluso il rispetto per la diversità e l'inclusione.
Insomma, è evidente che la DE&I non è più una scelta facoltativa per le aziende, ma una necessità imperativa. Investire in politiche e pratiche DE&I non solo è eticamente giusto, ma è anche essenziale per attrarre e trattenere talenti qualificati, mantenere un vantaggio competitivo sul mercato e garantire il successo e la sostenibilità a lungo termine dell'organizzazione, indipendentemente dal settore e dalle dimensioni.
Sostenibilità
Venezia modello internazionale di resilienza climatica, Vsf...
Organizzato al Padiglione Italia una conferenza dal titolo "Il paradigma di Venezia: strategie per l’adattamento all’innalzamento del livello del mare e la riduzione del rischio di catastrofi", in cui è stato illustrato il "modello Venezia" come esempio concreto e replicabile di resilienza e sostenibilità
"La Fondazione continua a consolidare il proprio ruolo internazionale sui temi della sostenibilità ambientale e, in particolare, sulla protezione dei centri urbani dall’innalzamento del livello del mare". Ad affermarlo è Alessandro Costa, Direttore Generale della Venice Sustainability Foundation (Vsf), di ritorno da Baku, dove ha partecipato ai lavori della 29ª Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (Cop29 Azerbaigian). In questa occasione, Vsf ha organizzato al Padiglione Italia una conferenza dal titolo "Il paradigma di Venezia: strategie per l’adattamento all’innalzamento del livello del mare e la riduzione del rischio di catastrofi", in cui è stato illustrato il "modello Venezia" come esempio concreto e replicabile di resilienza e sostenibilità.
Vsf ha inoltre preso parte alla tavola rotonda organizzata al Padiglione Cinese dal titolo “Actively Guard against Climate Risks and Build Low-carbon and Resilient Cities”, contribuendo al dialogo internazionale sul tema delle città resilienti e a basse emissioni di carbonio. Sempre in occasione della Cop29, Alessandro Costa ha incontrato Johan Moberg, Ceo di Green Hydrogen Organisation, avviando i preparativi per la seconda edizione del Venice Hydrogen Forum, prevista per la fine del 2025.
"Abbiamo illustrato – ha spiegato Costa – il cambio di paradigma che ha interessato Venezia: grazie al sistema di opere complesse Mose, la città è passata da luogo di evidente sofferenza a modello internazionale di protezione e adattamento agli effetti dell’innalzamento del mare".
Questo posizionamento è stato rafforzato dalla recente nomina di Venezia a resilience hub da parte dell’Undrr (United Nations Office for Disaster Risk Reduction), avvenuta a fine 2023, nel corso della Biennale della Sostenibilità dedicata al sistema Mose. “Significativo – aggiunge Costa – l’intervento al nostro evento di Alessandro Guerri, DG affari europei, internazionali e finanza del Mase, che ha sottolineato come Venezia rappresenti un’eccellenza italiana nell’adattamento ai cambiamenti climatici, con soluzioni replicabili per altre aree del mondo afflitte da problematiche simili”.
La conferenza organizzata da Vsf si è articolata in tre sessioni tematiche. La prima, dedicata al ruolo dell’azione climatica locale, ha esplorato come le politiche locali possano essere strumenti chiave per raggiungere gli obiettivi globali di resilienza e sostenibilità, con gli interventi di Alessandro Costa (Direttore generale di Vsf), Animesh Kumar (United Nations Office for Disaster Risk Reduction - Undrr) e Alessandra Antonini (Comitato europeo delle regioni - CoR). Un secondo approfondimento è stato dedicato al modello veneziano di adattamento climatico, dimostrando che la città non solo si è protetta dall'innalzamento del mare ma ha anche avviato un'intensa attività di restauro del patrimonio culturale secondo un modello replicabile a livello globale. Sono intervenuti Pierpaolo Campostrini (Vsf e Corila), Francesco Musco (Iuav) e Andrew Potts (Europa Nostra).
Infine, un tavolo moderato da Vittore Negretto (Iuav) e dedicato al tema “Dal locale al globale”, che ha analizzato le modalità con cui Venezia può fattivamente condividere il proprio approccio con la comunità internazionale, attraverso la partecipazione attiva alle reti globali e al dialogo tra città. Queste iniziative confermano come Venezia possa essere non solo simbolo della lotta contro l’innalzamento del livello del mare, ma anche laboratorio internazionale di resilienza, sostenibilità e innovazione nel contrasto ai cambiamenti climatici.
Sostenibilità
Cresco Award, premiati i Comuni italiani impegnati per un...
Cerimonia presso il Centro Congressi Lingotto di Torino, in concomitanza con la 41esima Assemblea Annuale dell’Anci.
Premiati i vincitori della nona edizione di Cresco Award - Città Sostenibili, il contest promosso da Fondazione Sodalitas con il patrocinio e la collaborazione di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che riconosce l’impegno dei Comuni italiani per lo sviluppo sostenibile dei territori in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu. Gli award sono stati consegnati oggi ai sindaci e assessori dei Comuni vincitori nel corso di una cerimonia tenutasi presso il Centro Congressi Lingotto di Torino, in concomitanza con la 41esima Assemblea Annuale dell’Anci.
Cinque i riconoscimenti di Fondazione Sodalitas, selezionati da una giuria multistakeholder indipendente presieduta dalla rettrice del Politecnico di Milano, Donatella Sciuto, assegnati ai Comuni di San Possidonio (MO), Fermignano (PS), Gualdo Tadino (PG), La Spezia e Milano.
Sono 25, poi, i progetti di Enti locali premiati da parte di un gruppo di imprese associate a Fondazione Sodalitas, particolarmente impegnate sul fronte della sostenibilità, partner dell’iniziativa: Ad Store, Bureau Veritas, Cellnex, Certiquality, Confida, Consulnet, FedEx, Feralpi Group, Industree Communication Hub, Infocert, Intesa Sanpaolo, Kpmg, Lexmark, Mapei, Nexumstp, Ntt Data, Pirelli, Poste Italiane, Sias, STMicroelectronics, Ubs, Wise Engineering.
All’edizione di quest’anno sono stati candidati 126 progetti da 105 Enti (Comuni, Città Metropolitane, Comunità Montane o Unioni di Comuni di tutta Italia). Sono oltre mille i progetti raccolti in questi anni da Cresco Award. Tutte queste iniziative sono consultabili nella Biblioteca Cresco, una banca dati online che testimonia l’impegno fondamentale dei Comuni italiani per guidare lo sviluppo dei territori verso un futuro sostenibile.
“I Comuni italiani sono a pieno titolo tra gli attori protagonisti della sfida per assicurare uno sviluppo del territorio pienamente sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale - ha dichiarato Alberto Pirelli, presidente Fondazione Sodalitas - Lo dimostrano i numeri di Cresco Award che in questi anni ha raccolto oltre mille progetti presentati da 802 Comuni ed Enti Locali, un patrimonio che ci ha permesso di far conoscere le esperienze eccellenti realizzate in tutta Italia per ispirare un’emulazione virtuosa. Guardando al futuro, le ragioni che hanno ispirato questo premio sono quanto mai attuali e ci motivano a proseguirlo sia perché è necessario che questo impegno diventi pervasivo e coinvolga tutti gli Enti locali italiani, sia perché abbiamo davanti a noi sfide grandi e dall’esito incerto legate alla transizione ambientale, all’impatto dei trend demografici su lavoro e welfare, ai cambiamenti generati dalla rivoluzione digitale, nonché all’ampliarsi delle disuguaglianze. Sfide che sollecitano l’impegno diffuso dei Comuni e l’incremento di partnership con le imprese private per le quali lo sviluppo del territorio è un fattore fondamentale di crescita competitiva”.
Sostenibilità
Al via il progetto ‘Costruiamo la salute! Biologi...
Promosso da Enpab con il ministero della Salute e dell'Istruzione
I biologi entrano nelle scuole elementari per insegnare ai bambini l’educazione alla salute e all’ambiente. Lo faranno grazie al progetto 'Costruiamo la salute! Biologi nelle scuole', promosso dall’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Biologi (Enpab) in accordo con il ministero della Salute e il ministero dell'Istruzione e del Merito, giunto alla sua VI edizione. Un programma didattico per l’anno scolastico 2024/2025 che coinvolge 200 biologi e 100 scuole su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti delle III elementari e le loro famiglie, sul tema della sostenibilità alimentare e ambientale.
I biologi, dopo essere stati formati dagli esperti di Enpab, terranno 9 lezioni di 2 ore che si svolgeranno sotto forma di incontri e laboratori sperimentali, anche attraverso l’utilizzo pedagogico del disegno e del gioco. "Il ruolo del biologo in tutte le sue declinazioni - spiega la presidente Enpab Tiziana Stallone - è di estrema importanza per la diffusione del valore della sostenibilità e dell’integrazione tra uomo, ambiente e animali secondo la visione olistica One Health. Per questo il progetto ha una duplice valenza: la prima è di sostegno al lavoro in maniera attiva, perché una parte delle borse sono destinate agli iscritti con fragilità".
Il bando ha riservato, infatti, prioritariamente il 20% dei posti alle biologhe che dichiarano di aver avuto una maternità nel periodo compreso dal 1° gennaio 2022 in poi e ai genitori con figli con disabilità invalidante. Sempre in conformità alle politiche di welfare attivo di sostegno alla professione e al reddito sono state considerate in sede di assegnazione graduale dei punteggi le fasce reddituali classificabili tra quelle più deboli.
"D’altra parte - aggiunge la presidente Enpab - è necessario creare un ponte con le giovani generazioni, per instradarle verso una nuova etica One Health. Enpab sposa in pieno questa visione olistica, credendo fermamente nelle sinergie professionali con l’obiettivo della tutela della salute e della sensibilizzazione sull’importanza della prevenzione. Il concetto di One Health porta con sé nuove occasioni professionali per il biologo, figura di riferimento nella transizione ecologica e nutrizionale della nostra economia e della nostra società".
Il progetto 'Biologi nelle scuole', nato nel 2015 e interamente finanziato da Enpab con borse lavoro erogate a ciascun biologo vincitore del bando per uno stanziamento complessivo negli anni di 2 milioni di euro, ha coinvolto negli anni un totale di 1.000 biologi professionisti, con specializzazioni in materia alimentare e ambientale, che hanno insegnato all’interno di circa 500 istituti scolastici. Le lezioni sono strutturate con una comunicazione e una formazione molto semplice, così da rendere percettibili agli alunni i concetti tecnici, enfatizzando l’aspetto educativo, comportamentale e motivazionale e la piena consapevolezza dell’importanza della corretta alimentazione e della tutela dell’ambiente.
"La scuola italiana anche attraverso le competenze del biologo - conclude la presidente Stallone - è il luogo d’elezione in cui svolgere un programma di educazione alimentare e alla sostenibilità, in grado di guidare il processo di osservazione, prevenzione e miglioramento degli stati di sovrappeso e obesità tutt’ora presenti significativamente sul nostro territorio e di creare consapevolezza riguardo lo stato di salute dell’intero Pianeta".