Covid, commissione d’inchiesta sì o no? Cosa dicono i virologi
Crisanti: "Con impronta politica destinata a fallire". Gismondo:"Doveroso fare chiarezza dopo tanti errori"
L'ok della Camera a una commissione d'inchiesta sul Covid divide i virologi. Gli esperti, dopo la pandemia che ha colpito in maniera profonda anche l'Italia, si dividono dopo la movimentata giornata di ieri alla Camera, con il voto preceduto dalla bagarre e da accuse. Da Criisanti a Bassetti, da Pregliasco a Gismondo c'è chi si dice contrario, chi invita alla cautela e chi ritiene doveroso fare chiarezza sulle decisioni prese durante la pandemia.
Crisanti
Quanto accaduto ieri in Aula alla Camera al momento di votare la proposta di istituire la commissione d'inchiesta su Covid "è una fotografia di una commissione destinata a fallire, perché ha un'impronta politica e non tecnica". Per il professore di microbiologia e senatore Pd Andrea Crisanti la bagarre che ha preceduto l'approvazione della Commissione "è l'ulteriore conferma" di un timore da lui già espresso.
"Io sono davvero convinto che una commissione Covid ci vorrebbe - puntualizza all'Adnkronos Salute - e molti Stati europei l'hanno fatta. Fra questi il Regno Unito, con l'obiettivo di capire il flusso di informazioni, le conoscenze tecniche-scientifiche e la logistica che è stata utilizzata, con lo scopo di identificare gli errori e migliorare. Perché errori ce ne sono stati sicuramente, da tutte le parti".
Così però, riflette, "la nostra commissione fallirà l'obiettivo. Intanto perché in Italia la sanità è totalmente devoluta" alle Regioni, "quindi che senso ha stringere il campo d'azione di una commissione alle decisioni dell'esecutivo?", si chiede il senatore Dem. Questo è un primo punto. Poi, aggiunge Crisanti, "se una commissione viene utilizzata con preconcetti e come una clava per attaccare le opposizioni, è chiaro che la prima vittima sarà la verità, non c'è dubbio".
Bassetti: "Commissione valuti decisioni politiche senza invadere campo scienza"
Per Matteo Bassetti la Commissione non deve invadere il campo della scienza e della medicina. "Ho sempre pensato che l'istituzione di una Commissione di inchiesta" sulla gestione della pandemia di Covid-19 in Italia "fosse positiva, perché ci consente di guardare indietro a quello che è stato fatto, per vedere cosa ha funzionato e cosa no, soprattutto dal punto di vista degli acquisti, delle mascherine, dei ventilatori e di una serie di altre decisioni politiche, come il lockdown, la chiusura delle scuole, il coprifuoco: decisioni politiche per le quali è giusto che ci sia in qualche modo una valutazione politica", afferma direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova. "Per quanto attiene invece gli aspetti meramente scientifici, sto parlando soprattutto di vaccinazione, terapie e protocolli di trattamento, spero e mi auguro che la Commissione non voglia invadere il campo della medicina e della scienza - sottolinea Bassetti - che evidentemente non può che essere della medicina e della scienza. Concordo sul fatto che la politica faccia un'analisi di quello che è stato fatto e delle decisioni che sono state prese dal punto di vista politico e lo trovo corretto, anche perché potrà servire per il futuro, per sapere se è si è agito bene o male, ma concordo meno - rimarca - se invece la Commissione va a vedere se i vaccini hanno funzionato o meno, per esempio. Sono convinto che su questo sia più giusto lasciare la palla alla medicina e alla scienza e che la politica faccia invece un passo indietro".
Pregliasco: "Sì a commissione ma tecnica ed estesa a operato Regioni
"Ben vengano commissioni che possano rivedere ciò che è stato fatto" durante l'emergenza Covid-19, ma "in un senso propositivo per il futuro. Cercando non tanto gli errori, bensì individuando ed esaminando le scelte che poi magari, a posteriori, non si sono rivelate le più efficaci ed efficienti". Un'analisi che dovrebbe essere affidata a tecnici, a "terzi esperti della materia", e che "dovrebbe essere estesa a tutti i livelli dell'organizzazione e gestione della sanità", Regioni comprese, precisa all'Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano.
"Di sicuro - sottolinea - se si vuole analizzare la capacità di reazione che c'è stata da parte del Servizio sanitario nazionale, l'attività" della commissione "dovrebbe essere allargata a tutti i livelli del Ssn, considerando che per definizione costituzionale le Regioni hanno un ruolo importante in tema sanità. E anche a livello regionale abbiamo visto una certa varietà, un non coordinamento, delle iniziative di controllo dell'infezione. E' certo poi - aggiunge Pregliasco - che la commissione dovrebbe essere costituita sostanzialmente da specialisti: epidemiologi, virologi, gestori della sanità. Proprio in un'ottica non tanto di trovare colpevoli o altro - ripete - ma appunto di migliorare" la preparazione e la reazione a eventuali future emergenze e quindi di "ottimizzare quello che sarà il nuovo Piano pandemico". La cui "bozza - fa notare il virologo - non a caso ripropone elementi e metodologie di controllo delle infezioni a trasmissione respiratoria attuate nel momento dell'emergenza pandemica".
Gismondo: "Doveroso fare chiarezza dopo tanti errori anche evitabili"
Per Maria Rita Gismondo "fare chiarezza dopo un evento pandemico, e soprattutto dopo tanti errori, alcuni evitabili, è doveroso nei confronti della popolazione". "Non capisco perché qualcuno si opponga. Se si ha la coscienza pulita, far chiarezza servirà per esaltare la propria onestà. In caso contrario, è giusto riconoscere le responsabilità", dichiara all'Adnkronos Salute la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano.
Minelli: "Legittima ma no a resa dei conti politica"
Sulla stessa linea l'immunologo Mauro Minelli. "La notizia di una Commissione d'inchiesta su Covid e dintorni, e sulle modalità di gestione dell'emergenza, possiamo dire che non ci coglie di sorpresa o, meglio, che potevamo immaginarla. Su questo ci eravamo espressi in tempi non sospetti ipotizzando la necessità di mettere in luce ciò che non ha funzionato per poter essere maggiormente reattivi nei confronti di nuove emergenze di carattere sanitario. Il punto è proprio questo, però: si è trattato solo di un'emergenza sanitaria, o anche sociale, economica e quindi politica? Sono spunti di riflessione certamente arditi, ma legittimi", afferma all'Adnkronos Salute.
"Quindi l'idea di indagare fino in fondo cosa ha funzionato e cosa no è più che legittima - osserva Minelli - anzi appartiene alle dinamiche di un confronto democratico e definisce la statura della nostra civiltà, messa in crisi dalla pandemia, a patto - precisa - che non diventi terreno di mera contesa politica o, peggio, di resa dei conti tra avversari di partito. Sarebbe troppo facile assegnare colpe a qualcuno. Disfunzioni, disservizi ed errori ce ne sono stati, ma a livello mondiale, non solo italiano. E allora, esiste anche una volontà di affrontare la vicenda su scala internazionale?". "Covid non è stato un problema circoscritto alle nostre vite - evidenzia Minelli - ma piuttosto un evento che abbiamo derivato dall'esterno e che ha arrecato danni condivisi ben oltre i confini e i poteri del nostro Stato. Da medico cercherei la verità certo, ma la verità è sempre un po' più grande".
Andreoni: "Inutile dal punto di vista scientifico"
"Fare una Commissione parlamentare per indagare su quello che è accaduto durante il Covid è positivo, tutto ciò che può essere d'aiuto per gestire al meglio prossimi eventi d'emergenza come è stato l'arrivo del Sars-CoV-2 è importante. Dal punto di vista scientifico quello che dovevamo sapere su questo nuovo virus l'abbiamo scoperto, il Governo italiano nel 2020 ha seguito indirizzi internazionali e non sono stati seguiti percorso molto diversi, ci sono stati aggiustamenti in corsa fatti con le conoscenze che arrivavano man mano dalla scienza. Da questo punto di vista non credo che la Commissione d'inchiesta possa darci elementi d'interesse. Se sono stati fatti errori è bene saperlo, ma in una emergenza mai vissuta è normale farli",a fferma all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, segretario scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali.
Rezza: "Chiusure decise da politica"
"Tutti i Paesi fanno una revisione di quello che è stato fatto e non fatto durante la pandemia Covid, è legittimo. Se però quella italiana è una Commissione politica a me non interessa. Molte decisioni sugli obblighi e le chiusure durante l'emergenza Covid furono governative. Noi tecnici abbiamo dato le raccomandazioni sanitarie con le circolari del ministero della Salute. Il Regno Unito ha varato una commissione tecnico-scientifica e non politica", dice all'Adnkronos Salute Giovanni Rezza, già direttore Prevenzione del ministero della Salute e componente del Comitato tecnico scientifico per l'emergenza pandemica, oggi professore straordinario di Igiene presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Alla domanda se andrà alle audizioni in caso di chiamata da parte della Commissione, Rezza risponde che "se c'è l'occasione di parlare in diretta senza filtri e tagli è chiaro che andrò" e conclude "non ho nulla da nascondere".
Ricciardi: "Commissione nata per crocifiggere"
Walter Ricciardi, docente di Igiene all'università Cattolica di Roma, che ha aspettative pessimistiche sull'operazione in avvio, e sull'utilità tecnica dei lavori che verranno portati avanti dalla Commissione d'inchiesta su Covid. "E' una commissione covid viziata fin dall'origine dal fatto che le indagini verranno fatte in un'unica direzione, cioè quella di crocifiggere il Governo" in carica durante la pandemia "e non di analizzare" i problemi. "E' talmente palese da come è stata presentata che non mi aspetto niente di buono, di positivo dal punto di vista della sanità pubblica", afferma.
"Tutti i Paesi del mondo hanno operato una revisione di quello che è successo" durante la pandemia, osserva all'Adnkronos Salute. "Lo hanno fatto in maniera oggettiva e basata sull'evidenza scientifica, proprio per cercare di imparare e non dimenticare la lezione di Covid. Le commissioni che cercano di approfondire, di revisionare, di trarre esperienze positive per il futuro sono tutte benvenute". Però, "per come è stata impostata" la commissione "in Italia, è un unicum. Nel senso che è stata impostata in maniera esclusivamente politica. Il fatto di escludere" dal perimetro d'indagine "le Regioni, che sono le organizzazioni che in Italia sono responsabili dell'erogazione dei servizi sanitari, fa capire che non si vuole fare un approfondimento scientifico, ma - come ha detto Roberto Speranza - cercare di evidenziare in maniera 'partisan', quindi unipolare, quanto accaduto".
Proprio per come è impostata, dunque, ribadisce l'esperto, "questa commissione non può portare a niente di buono, se non a un'ulteriore polarizzazione dei discorsi e a un'ulteriore divisione su quelle che invece dovrebbero essere delle lezioni che dovrebbero farci stare tutti uniti. Anche perché i problemi rimangono, le condizioni che hanno portato alla pandemia rimangono tutte quante in piedi, e quindi sarebbe opportuno che invece di polarizzare, spaccare, frammentare e dividere avessimo un accordo unanime in Parlamento sulla necessità di non ripetere - se ci sono stati - degli errori e di imparare soprattutto da questi".
Politica
Vannacci, spunta collana con ascia bipenne: “Solo...
E' un simbolo classico ma anche di Ordine nuovo. Il generale: "Lo indosso fregandomene delle strumentalizzazioni"
Non è passata inosservata la collanina con ciondolo, indossata oggi dal generale Roberto Vannacci, eurodeputato della Lega, tra i protagonisti del 'tuffo' di capodanno a Viareggio. L'ex capo della Folgore, è stato infatti immortalato con al collo un monile che riproduce un'ascia bipenne, simbolo presente nella cultura classica dell'Occidente, ma anche nordica, e poi divenuto a fine anni '60 il logo del movimento 'Ordine Nuovo'. Fondato da Pino Rauti e da Clemente Graziani, Ordine Nuovo fu sciolto nel '73 con l'accusa di ricostituzione del partito fascista. Tra le sue fila anche terroristi come Pierluigi Concutelli, condannato all'ergastolo per l'omicidio del giudice Vittorio Occorsio nel 1976.
"Sì, porto alla catenina un pendaglio d'oro regalatomi da mia madre più di trenta anni fa e che ho ricominciato a indossare da quando è deceduta", dice a scanso di equivoci il generale, interpellato dall'AdnKronos. "Il monile è stato comprato a Creta dove l'ascia bipenne è il simbolo stesso dell'isola. Rappresenta il potere, la forza e l'audacia -spiega Vannacci-. Al contrario di quanto si possa pensare, la bipenne è connessa alla simbologia femminile ed è stata addirittura ripresa da vari movimenti femministi e lesbici".
"Se esamina il gioiello -dice Vannacci commentando la foto in questione- vedrà che anche esteticamente non ha nulla a che vedere con le rappresentazioni della stessa arma riprese da vari movimenti politici". Si tratta dunque di "un ricordo di mia madre a cui sono particolarmente attaccato e che, nonostante le pretestuose polemiche che una certa stampa non mancherà di innescare, continuerò a portare con fierezza fregandomene dei commenti strumentali", conclude Vannacci.
Politica
Discorso Mattarella, Meloni: “Bene richiamo a...
Colloquio telefonico tra la premier e il presidente della Repubblica. Salvini: "Condividiamo auspicio pace, per questo fiducia in Trump"
Telefonata "cordiale" tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier in occasione del discorso di fine anno nel corso del quale Giorgia Meloni. A comunicarlo Palazzo Chigi che sottolinea come Meloni abbia apprezzato il richiamo del capo dello Stato al valore fondante del patriottismo, come motore dell'azione quotidiana e sentimento vivo che muove l'impegno di quanti sono al servizio della cosa pubblica e della comunità nazionale.
Piena condivisione sulla necessità di affrontare il crescente disagio che attraversa le giovani generazioni, proponendo risposte concrete ed efficaci. Altrettanto condivisibile il richiamo ai positivi segnali macroeconomici, in particolare sull'export e sull'occupazione, con il contestuale impegno ad intensificare l'azione per ridurre le aree di precarietà e lavoro povero.
Meloni ha, inoltre, espresso gratitudine al presidente per aver ricordato il forte impegno dell'Italia nel contesto globale, anche come Presidenza G7, negli scenari di crisi, sulla strada della pace in Ucraina e in Medio Oriente e per la difesa del diritto internazionale. Infine, il Presidente Meloni ha rivolto al Presidente e ai suoi cari i migliori auguri per il 2025 e per la prosecuzione del suo mandato.
Salvini
“Grazie al Presidente Mattarella che, oltre a sottolineare risultati incoraggianti per l’Italia come occupazione, export e turismo, auspica la fine dei troppi conflitti nel mondo. È una speranza che condividiamo calorosamente, e in questo senso riponiamo grande fiducia nella nuova amministrazione americana targata Donald Trump", ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega.
"Come il presidente della Repubblica, inoltre, sottolineiamo l’importanza e il valore delle Forze dell’Ordine, e ci permettiamo un particolare riferimento alla Polizia Penitenziaria perché troppo spesso si discute della condizione dei detenuti e troppo raramente di quella di donne e uomini in divisa che prestano servizio nelle carceri. Infine, grazie al Presidente Mattarella per l’attenzione ai giovani. Ricordiamo a noi stessi che la prima causa di morte per i ragazzi sono gli incidenti stradali, e da poche settimane è in vigore un nuovo codice che sta subendo una campagna di disinformazione con pochi precedenti. È perfino sotto accusa per aver inasprito le sanzioni e abbassato i limiti per il consumo di alcol: tutto falso, sono rimasti inalterati perché già efficaci. Al contrario, siamo intervenuti con vigore contro l’utilizzo improprio degli smartphone alla guida e il consumo di droghe. Confidiamo che il 2025 possa essere un anno di pace, sicurezza e buonsenso”, ha concluso.
Tajani
"Pace, giovani, speranza, rispetto. Le parole del Presidente Mattarella confermano l'impegno dell'Italia per costruire in Medio Oriente ed in Ucraina una nuova stagione che garantisca una #pace giusta. E assicurano azioni concrete per dare ai giovani la #speranza di costruirsi un futuro senza lasciare il Paese. Questa è anche la volontà del governo. #Rispetto anche per ribadire che la pena per i detenuti è perdita della libertà e non della dignità", ha scritto su X il vicepremier e leader di Fi, Antonio Tajani.
Schlein
"Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci ha ricordato quanto sia urgente costruire un Paese più giusto, solidale e attento ai bisogni di tutte e tutti. Le sue parole sulla pace, sulle diseguaglianze, sull’emergenza climatica, sulla precarietà, sono un richiamo potente alla responsabilità collettiva", ha affermato dal canto suo la segretaria del Pd, Elly Schlein. "La giustizia sociale - ha aggiunto - non è solo un ideale, ma una necessità per garantire dignità e diritti. Ringraziamo il Presidente per il suo esempio di saggezza e umanità. Ora tocca a noi tutte e tutti raccogliere questo accorato appello a tradurre la speranza in realtà".
Conte
"Condivido il richiamo del presidente Mattarella a un impegno per la pace in linea con la Costituzione, le riflessioni sulla barbarie della guerra e quelle sulla 'sconfortante' sproporzione fra l'enorme spesa in armi e gli investimenti contro il cambiamento climatico, a tutela dell'ambiente. Non posso non soffermarmi sullo stimolo del Capo dello Stato per una riscoperta dell'impegno e della partecipazione dei cittadini alle scelte che ci riguardano tutti", ha affermato Giuseppe Conte.
"Nella disaffezione delle persone verso la partecipazione politica e il voto - ha sottolineato il leader del M5S - piantano le radici poteri economici e finanziari in mano a pochi o addirittura a singoli, interessi politici di circoletti e clientele che scelgono per tutti e tutelano i privilegi di pochi anziché i diritti di tutti. La politica perde così la sua missione, la ricerca del bene comune e lo vediamo in tutto: si aumentano gli stipendi di chi governa anziché le buste paga da fame dei giovani che scappano all'estero, si cancellano i reati di chi abusa del suo potere per favorire qualcuno in un concorso o in una gara pubblica anziché investire risorse ed energie per tutelare fino in fondo i diritti delle persone, dalle corsie di ospedale fino alle aule scolastiche e alla sicurezza nelle nostre città".
"Anche per questo nel 2024 il Movimento ha scelto di rifondarsi completamente chiamando a scegliere e a contare ogni suo iscritto anziché i vertici chiusi in qualche stanza. Continueremo su questa strada con tutta la nostra forza in questo 2025. Stimolare la partecipazione e il vero patriottismo, quello di chi si impegna personalmente per migliorare l'Italia ogni giorno, deve essere la nostra ossessione. È l'unica strada per cambiare le tante cose che non vanno e che anche il Capo dello Stato ha puntualmente evidenziato: liste d'attesa interminabili per visite ed esami, morti e incidenti sul lavoro, femminicidi, le difficoltà dei nostri ragazzi che non si vedono garantiti meritocrazia e diritti. Auguri agli italiani per un 2025 di coraggio e impegno per migliorare i quartieri, le città, i territori in cui viviamo. Comunque la pensiate, qualunque idea politica abbiate, non lasciamo che a decidere per tutti siano in pochi. Solo sporcandoci le mani, scendendo tutti in campo, cambieremo davvero le cose".
Renzi
"Le parole del Presidente Mattarella costituiscono da dieci anni un riferimento di saggezza e di speranza. Grazie Presidente", ha dichiarato il leader di Iv Matteo Renzi.
Calenda
"Il presidente Mattarella ci ricorda la pericolosità delle lacerazioni che percorrono la nostra comunità nazionale in un momento di crisi e guerre. Ricordarcelo tutto l’anno è un dovere patriottico. Grazie Presidente", ha dichiarato Carlo Calenda, leader di Azione.
Politica
Mattarella, il discorso di fine anno: da speranza a...
Il presidente della Repubblica: "Nel 2025 ottanta anni della Liberazione, fondamento Repubblica e presupposto Costituzione"
Speranza per superare le "divaricazioni che lacerano le nostre società", e "coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti", ricordando che "il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità". È il filo che lega il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che proponiamo nel suo testo integrale.
Il discorso di Mattarella
"Care concittadine e cari concittadini, questo nostro incontro tradizionale mi consente di rivolgere l’augurio più sincero a tutti voi, a chi si trova in Italia e agli italiani che sono all’estero. Stiamo vivendo come ogni fine anno ore di attesa per un tempo nuovo che viene e che speriamo migliore. Ore in cui cerchiamo la serenità rinsaldando i nostri rapporti. Nelle nostre comunità, nelle famiglie, nelle amicizie".
"Facciamo i nostri auguri e ne riceviamo. Non è soltanto un rito, è la dimostrazione della nostra natura più autentica, quella che ci chiama alla relazione con gli altri. Lo facciamo, dobbiamo farlo tanto più in quanto viviamo momenti difficili".
"Quando migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano tragicamente le nostre coscienze. Nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata. Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane".
Queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite. Eppure mai come adesso la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7".
"La pace di cui l’Unione europea è storica espressione. La pace che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità. Perché è giusto. E -se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente- perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa".
"Questo è, quindi, il primo augurio che tutti ci rivolgiamo. Che il nuovo anno porti vera pace ovunque. Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia. Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità".
"La notte di Natale Papa Francesco -cui invio auguri pieni di riconoscenza- ha aperto il Giubileo, facendo risuonare nel mondo il richiamo alla speranza. Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene. Tocca a noi saperla tradurre in realtà".
"Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti? Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme. In questo periodo sembra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni. Sono lacerate le pubbliche opinioni. Faglie profonde attraversano le nostre società".
"La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza. A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti. La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina - che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa- ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione".
"Luci e ombre riguardano anche la nostra Italia. La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili. Nello stesso tempo vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari".
"I dati dell’occupazione sono incoraggianti. Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassintegrazione. L’export italiano registra dati positivi, e così il turismo. Segno che il Paese esercita una forza di attrazione, che va anche al di là delle sue bellezze naturali, delle sue città d’arte, della sua cultura. Con questo aspetto confortante stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati".
"Tra Nord e Sud c’è una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane. Colmare queste distanze. Assicurare una effettiva pienezza di diritti è il nostro compito".
"Il mutamento del clima incide decisamente anche sugli eventi meteo che subiamo in Italia: ne abbiamo ripetute testimonianze. Le alluvioni non possono più essere considerate fatti straordinari. Sono frequenti e vanno quindi prevenute con lungimiranza, rimuovendo le condizioni che provocano sciagure".
"Un’attenzione particolare richiede il fenomeno della violenza. Tocca tutto il mondo ma diviene ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi. Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi. Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo".
"I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni. La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno anche perché vi risiede una causa rilevante della crisi delle nascite che stiamo vivendo".
"Si intrecciano, quindi, straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere. Impegniamoci per una comune speranza che ci conduca con fiducia verso il futuro".
"L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto, come parola dell’anno, 'rispetto'. Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà. Rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. L’ultima tragedia pochi giorni fa, a Calenzano: cinque persone sono morte. Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali -tutti- si possono e si devono prevenire".
"Rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere. L’alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario. I detenuti devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine. Su questo sono impegnati generosi operatori, che meritano di essere sostenuti".
"La fine dell’anno è anche tempo di bilancio. Ho incontrato valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini. Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore, causato da un evento della vita, in una missione per gli altri. Li ho letti nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà".
"Si trovano nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi. Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste".
"Ho fatto riferimento ad alcuni esempi di persone che hanno scelto di operare per il bene comune perché è proprio questa trama di sentimenti, di valori, di tensione ideale quel che tiene assieme le nostre comunità e traduce in realtà quella speranza collettiva che insieme vogliamo costruire. È questa medesima trama che ci consentirà di evitare quelle divaricazioni che lacerano le nostre società producendo un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini".
"Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza. Nella quotidiana esperienza di tanti nostri concittadini si manifesta un sentimento vivo, sempre attuale, dell’idea di Patria. Mi ha colpito, di recente, l’entusiasmo degli allievi della nostra Marina militare, su nave Trieste, all’avvio del loro servizio per l’Italia e per i suoi valori costituzionali. Come stanno facendo in questo momento tanti nostri militari in diversi teatri operativi. Ad essi rinnovo la riconoscenza della Repubblica. Patriottismo è quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose".
"Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie".
"È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità. È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società".
"La sicurezza rimane una preoccupazione dei cittadini e massimo sostegno deve essere assicurato alle vittime dei reati. Dal Rapporto Censis, sulla base di dati del ministero dell’Interno, risulta che, dal 2013 al 2024, sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti nelle abitazioni. Siamo grati alle Forze dell’Ordine, presidio della libertà dei cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in cui vive il nostro Paese".
"Si affacciano nuovi odiosi fenomeni, a partire dalle truffe agli anziani, alle aggressioni via web ai ragazzi, alla violenza di strada, crimini contro i quali le Forze dell’Ordine sono fortemente impegnate".
"Desidero rivolgere un saluto alle donne e agli uomini di sport in questo che è stato un anno olimpico e paralimpico. Ricordo le notti di Parigi, l’orgoglio dei nostri atleti attorno alla nostra bandiera. Sono a loro grato per i successi e ancor di più per l’autentico spirito sportivo con cui hanno vissuto la loro partecipazione: un bell’esempio, ben oltre i confini dello sport".
"Nel 2025 celebreremo gli ottanta anni della Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia".
"Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità. Si esprimono e si ricompongono attraverso l’ampia partecipazione dei cittadini al voto, che rafforza la democrazia; attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune, il bene della Repubblica: è questo il compito alto che compete alla politica".
"Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un’impresa che si trasmette da una generazione all’altra. Perché la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte. Buon anno a tutti!"