Morte Navalny, Biden: “E’ Putin il responsabile”
Il presidente americano replica a Trump: "Sacro il nostro impegno verso gli alleati della Nato"
"Putin è il responsabile della morte di Navalny". Il presidente americano Joe Biden punta il dito oggi dritto su Vladimir Putin parlando dalla Casa Bianca della morte del dissidente russo in carcere. "Navalny assassinato? E' la conseguenza di quello che ha fatto Putin" ribadisce. "Non sappiamo esattamente quello che è successo, ma non ci sono dubbi che la morte di Navalny è la conseguenza di qualcosa che Putin e i suoi banditi hanno fatto" precisa.
Conseguenze per la Russia? Ne hanno già subite molte e altre opzioni sono al vaglio: così il presidente americano Joe Biden ha risposto dalla Casa Bianca ad una domanda su una sua dichiarazione del 2021 in cui parlava di potenziali conseguenze devastanti per la Russia nel caso di un'eventuale morte di Navalny sotto custodia. "Quello è stato tre anni fa. Nel frattempo hanno dovuto far fronte a molte conseguenze, e hanno avuto 350mila tra morti e feriti tra i soldati russi in Ucraina. Sono stati sottoposti a forti sanzioni e stiamo pensando a cos'altro si può fare... Stiamo esaminando tutta una serie di opzioni".
"Navalny? Coraggioso e con dei principi, l'opposto di Putin"
"Persone in tutta la Russia e tutto il mondo oggi piangono Navalny" ha detto Joe Biden parlando dalla Casa Bianca dicendosi "indignato" per la morte del 47enne che Vladimir Putin aveva prima "avvelenato" e, poi, "ingiustamente accusato, condannato e isolato". "Era tutto quello che non è Putin - ha continuato il presidente americano - era coraggioso, con dei principi. Si era dedicato a costruire una Russia, dove potesse esistere lo stato di diritto e combatteva perché venisse applicato ovunque". "Credeva che questa fosse la Russia per cui valeva la pena di "vivere e morire".
Tutto il mondo occidentale, non solo l'America, accusa senza mezzi termini Putin di omicidio. Mosca, per ora, si affida alle parole dei portavoce e alle versioni, spesso parziali, riportate dai media che parlano del malore, accusato durante una passeggiata prima di tornare in isolamento in carcere. Le cause della morte di Navalny ''saranno accertate dai medici'', dice il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov confermando, così, il decesso dell'oppositore. "Ancora non si conoscono le cause della morte e già l'Occidente salta alle conclusioni con accuse sinceramente inaccettabili".
Il Cremlino definisce "rabbiose e inaccettabili" le dichiarazioni dei leader occidentali sulla morte di Alexei Navalny. "Non ci sono informazioni sulle cause della sua morte - scandisce il portavoce della presidenza, Dmitry Peskov -. E arrivano dichiarazioni di questo tipo. Ovviamente sono assolutamente rabbiose. Consideriamo queste dichiarazioni assolutamente inaccettabili". "Non ci sono state dichiarazioni da parte di medici, nessuna informazione da parte di esperti forensi, non ci sono state informazioni definitive da parte del Servizio penitenziario federale", ha aggiunto Peskov, sottolineando che "è stato detto tutto, il presidente ha ricevuto un rapporto, ora l'Fps fa tutto ciò che deve essere fatto".
La minaccia delle armi nucleari spaziali russe
Biden rassicura gli americani sul fatto che "non c'è una reale minaccia nucleare" parlando dell'allarme, lanciato nei giorni scorsi sullo sviluppo di armi nucleare spaziali russe. Queste eventuali armi non sono ancora operative. "Non l'hanno ancora fatto e spero che non lo facciano" aggiunge.
Biden a Trump: "Sacro l'impegno verso gli alleati della Nato"
Joe Biden risponde a Donald Trump, che ha annunciato che avrebbe incoraggiato la Russia ad attaccare i Paesi della Nato che non contribuiscono abbastanza al sostegno finanziario dell'Alleanza. "Dobbiamo renderci conto di cosa è ciò con cui abbiamo a che fare. Tutti noi dovremmo respingere le pericolose dichiarazioni fatte dal precedente presidente, che ha invitato la Russia a invadere i nostri alleati della Nato se non pagano", ha affermato Biden, intervenendo alla Casa Bianca sulla morte di Alexei Navalny. "Ha detto che se un alleato non paga i suoi debiti, incoraggerà la Russia a 'farne quello che diavolo vuole'. Immagino che dovrei schiarirmi un po' le idee e non dire quello che sto veramente pensando, ma lasciatemi essere chiaro: questa è una cosa oltraggiosa da dire per un ex presidente. Non riesco a capirlo. Finché sarò presidente, l'America manterrà il suo sacro impegno nei confronti dei nostri alleati della Nato".
"Approvare i fondi per Kiev", la richiesta di Biden
"Questa tragedia ci ricorda la posta in gioco in questo momento. Dobbiamo fornire i finanziamenti in modo che l'Ucraina possa continuare a difendersi. La storia guarda alla Camera dei Rappresentanti. Un mancato sostegno all'Ucraina in questo momento critico non verrà mai dimenticato".
"Spero non ci sia massiccia invasione a Rafah"
Joe Biden "non prevede, spera che non ci sia" alcuna operazione più estesa da parte israeliana a Rafah, mentre sono in corso i negoziati per il rilascio degli ostaggi. Biden ha detto di aver avuto "estesi colloqui con il primo ministro israeliano negli ultimi giorni, di un'ora ciascuno. Ho sostenuto e ne sono molto convinto, che ci debba essere un cessate il fuoco temporaneo per far uscire gli ostaggi. Sono ancora fiducioso che si possa fare. Nel frattempo, non prevedo, spero che gli israeliani non facciano alcuna massiccia invasione di terra". "Mi aspetto che non accada".
"Ci deve essere un cessate il fuoco temporaneo per far uscire quegli ostaggi. Siamo in una situazione in cui ci sono ostaggi americani... Non si tratta solo di israeliani. La mia speranza e aspettativa è che otterremo questo accordo sugli ostaggi, riporteremo a casa gli americani. L'accordo è in fase di negoziazione e vedremo dove ci porterà".
Esteri
Siria, la moglie di Assad gravemente malata: “Ha la...
Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione
Asma al-Assad, moglie del deposto presidente siriano Bashar al-Assad, starebbe combattendo contro la leucemia e avrebbe una probabilità di sopravvivenza del 50%. Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione e sta seguendo un trattamento.
Asma aveva già combattuto contro il cancro al seno nel 2019, da cui era guarita dopo un anno di cure. Ma si ritiene che la sua leucemia sia ricomparsa dopo un periodo di remissione. La presidenza siriana aveva annunciato a maggio di quest'anno che all'allora first lady era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, un cancro aggressivo del midollo osseo e del sangue.
Nata a Londra nel 1975 da genitori siriani, Asma al-Assad ha una doppia cittadinanza britannica e siriana. Ha conseguito lauree in informatica e letteratura francese al King's College di Londra prima di intraprendere una carriera nell'investment banking. Asma ha sposato Bashar al-Assad nel dicembre 2000. La coppia ha tre figli: Hafez, Zein e Karim.
L'8 dicembre, in seguito a un'offensiva ribelle guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) contro il regime di Damasco, la famiglia è fuggita dalla Siria e si è rifugiata in Russia. Sembra che Asma abbia cercato di esiliarsi a Londra con i suoi figli da quando è iniziata la rivolta siriana, ma il ministro degli Esteri inglese David Lammy ha dichiarato che l'ex first lady siriana non benvenuta nel Regno Unito.
I resoconti suggeriscono che abbia anche chiesto il divorzio dal presidente siriano detronizzato perché "insoddisfatta" della sua vita a Mosca. Tuttavia, il Cremlino ha respinto le indiscrezioni, affermando che " non corrispondono alla realtà".
Esteri
Ucraina, Lavrov: “Una tregua ora sarebbe...
Il ministro degli Esteri russo: "Abbiamo bisogno di accordi giuridici definitivi"
La Russia gela le speranze di una tregua in Ucraina. "Un cessate il fuoco è una strada che non porta da nessuna parte", ha detto in una intervista a giornalisti russi e stranieri il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, secondo il quale "sono necessari degli accordi affidabili".
"Sulla questione molto è stato detto. Ne ha parlato anche il Presidente russo. Non ci accontenteremo di chiacchiere. Finora abbiamo sentito parlare della necessità di arrivare a un cessate il fuoco, ma nessuno nasconde che l'obiettivo di una tregua è quello di guadagnare tempo per continuare a inondare l'Ucraina di armi e consentire alle forze ucraine di raggrupparsi, di mobilitare personale e osì via”, ha osservato.
“Il cessate il fuoco è un vicolo cieco”, ha sottolineato Lavrov. “Abbiamo bisogno di accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi”, ha aggiunto.
Qatar, Arabia saudita o Emirati località possibili per vertice Trump-Putin
La Russia prova intanto a definire le condizioni per il vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin che non è ancora stato fissato e prima ancora dell'insediamento del Presidente americano eletto. Il quotidiano Izvestia cita esperti secondo cui le località più probabili sono in Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Paesi neutrali, impegnati da tempo in uno sforzo di mediazione fra Mosca e Kiev sulla facilitazione degli scambi di prigionieri di guerra (ma anche sul ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, ndr) e che non hanno aderito alla Corte penale internazionale. Izvestia precisa che pur se la Svizzera ha confermato la sua disponibilità a ospitare un vertice Trump-Putin, non potrebbe andare bene perché per Mosca non è più un Paese neutrale. Scarse probabilità anche che la riunione si tenga in un Paese europeo. Ma non si esclude la Turchia.
Esteri
Gaza, nuovi attacchi Israele. Neonata muore di freddo il...
Nelle ultime 48 ore almeno tre i bambini morti a causa delle basse temperature. Raid sul campo profughi di Nusseirat: uccisi 5 reporter di Al-Quds
Continuano gli attacchi di Israele sulla Striscia di Gaza, dove anche a causa dell'inverno la situazione degli sfollati palestinesi è sempre più drammatica. L'emittente televisiva palestinese Al-Quds Today ha dato notizia della morte di cinque suoi giornalisti, uccisi all'alba durante un attacco israeliano nel campo profughi palestinese di Nusseirat. In una dichiarazione, il canale televisivo ha affermato di piangere i suoi "cinque giornalisti martiri Faisal Abu Al-Qumsan, Ayman Al-Jadi, Ibrahim Al-Sheikh Khalil, Fadi Hassouna e Mohammed Al-Lada'a, che sono stati uccisi in un attacco sionista contro un veicolo di trasmissione esterno mentre svolgevano il loro dovere giornalistico e umanitario".
Testimoni oculari hanno riferito che un missile lanciato da un aereo israeliano ha colpito direttamente il veicolo dei giornalisti, parcheggiato di fronte all'ospedale Al-Awda nel campo di Nousseirat, uccidendo tutti e cinque i dipendenti dell'emittente.
Neonata morta di freddo
Ieri, il giorno di Natale, una neonata è morta di freddo in un accampamento ad Al-Mawasi, nel sud di Gaza. Sela Mahmoud Al-Fasih “è morta congelata per il freddo estremo” ad Al-Mawasi, ha scritto mercoledì su X il dottor Munir Al-Bursh, direttore generale del Ministero della Salute di Gaza.
Ma non è stata l'unica. Nelle ultime 48 ore, Al-Fasih e almeno altri due neonati, uno di tre giorni e uno di un mese, sono morti a causa delle basse temperature e della mancanza di accesso a un rifugio caldo, ha detto alla Cnn il dottor Ahmed Al-Farra, primario di pediatria e ostetricia presso l'ospedale Nasser di Khan Younis.
Al-Mawasi, una regione costiera a ovest di Rafah, precedentemente designata da Israele come "area umanitaria", è stata ripetutamente sottoposta ad attacchi israeliani. Migliaia di palestinesi sfollati si sono trasferiti lì in cerca di rifugio, vivendo per mesi in tende improvvisate fatte di stoffa e nylon.
Le riprese della Cnn da un cortile di Al-Mawasi hanno mostrato il piccolo corpo di Al-Fasih avvolto in lenzuoli bianchi, con il padre trentunenne, Mahmoud, che la teneva in braccio. In un'altra scena, un gruppo di giovani uomini e ragazzi palestinesi si accovacciano sulla sua tomba. "[Sela] è morta di freddo", ha detto sua madre, Nariman. "La stavo scaldando e tenendola in braccio. Ma non avevamo vestiti e coperte a sufficienza".
L'assalto di Israele, lanciato dopo l'attacco del 7 ottobre guidato da Hamas, ha sventrato i quartieri un tempo vivaci di Gaza, ha cancellato intere famiglie e ha generato una crisi umanitaria di fame, sfollamento e malattie dilaganti. Più di 45.000 palestinesi sono stati uccisi e 107.000 persone sono rimaste ferite, ha riferito lunedì il ministero della Salute locale.