Ucraina-Russia, Zelensky: “Lanceremo nuova controffensiva”
Il presidente ucraino annuncia una nuova fase della guerra e lancia un appello agli Usa
L'Ucraina lancerà una nuova controffensiva nella guerra con la Russia, arrivata al traguardo dei due anni. Il presidente Volodymyr Zelensky accenna all'avvio di una nuova operazione d'attacco senza fornire particolari. ''Non entrerò nei dettagli, ma i russi avranno delle sorprese", dice il presidente ucraino nel corso di una intervista a Fox News. "Naturalmente ci prepareremo per una nuova offensiva'', aggiunge, evidenziando che ''la difesa è il compito numero uno'' delle truppe ucraine e che ''continueremo la nostra storia di successo nel Mar Nero''.
L'Ucraina ha tentato di assestare una spallata nel 2023 ma l'azione non ha prodotto tutti i risultati sperati. Zelensky ha ripetutamente evidenziato i danni inflitti alla flotta russa nel Mar Nero. L'obiettivo di tagliare in due lo schieramento nemico per arrivare fino alla Crimea, però, non è stato raggiunto. Ai vertici delle forze armate è andato in scena l'avvicendamento tra il generale Valeri Zaluzhny, 'reo' di aver acceso i riflettori sullo stallo della guerra, e il generale Oleksandr Syrsky, a cui Zelensky si affida per una nuova fase.
Ora, Kiev deve fare i conti con la carenza di armi e munizioni, complice lo stop Usa al pacchetto da 61 miliardi con nuovi aiuti. Il Senato ha votato il via libera, ma la Camera dei Rappresentanti a maggioranza repubblicana non si è ancora espressa e sul voto pesa l'influenza di Donald Trump.
Zelensky invita quindi l'ex presidente al fronte e confessa di "non capire come" Trump possa pensare di mettere fine alla guerra in 24 ore, come si è detto certo di poter fare. Zelensky più volte si è offerto di portare l'ex inquilino della Casa Bianca sul fronte dove "spiegherà ogni cosa, esporrà il suo pensiero, forse ha qualche idea. Non so. Vedrà quello che accade, dopodiché, penso che cambierà idea".
Zelensky rivolge un appello all'attuale presidente Joe Biden e a Trump, esortandoli a visitare l'Ucraina e vedere di persona in prima linea "questa tragedia. Sono felice di vedere tutti i candidati e tutte le persone che sono incaricate di prendere decisioni" per far capire cosa significa la guerra in Ucraina, ha dichiarato.
"Chi ha avviato questa guerra, chi l'ha iniziata, e cosa sta succedendo, cosa accade intorno", prosegue. "Abbiamo un paese bellissimo, ma in guerra è un'altra immagine e sono altre vite". I candidati dovrebbero "venire a vedere la gente, solo per vederla per le strade". Ad una domanda sul suo messaggio per il Congresso, Zelensky replica dicendosi grato per tutto ciò che il presidente e il Congresso hanno fatto. "Il mio messaggio è, se vogliono essere molto pragmatici: il prezzo che stiamo chiedendo ora di sostenere, è inferiore a quello che sarà in futuro... Pagheranno molto di più, molto di più. Vogliamo solo vivere, sopravvivere. Non abbiamo alternative".
E se la Russia attaccasse Kiev?
Le autorità ucraine non escludono alcuno scenario riguardante la possibilità di un nuovo attacco su larga scala da parte russa, anche in occasione del secondo anniversario dell'invasione. "Qui bisogna stare attenti ogni giorno", dice il portavoce dell'aeronautica Yuri Ignat. "Bisogna sempre aspettarsi qualsiasi cosa che sia sgradevole da parte della Russia. Si tratta di un paese che sta cercando di distruggerci fisicamente, quindi sì, forse c'è qualche tipo di connessione con le date, o forse no. Bisogna stare attenti ogni giorno" , aggiunge Ignat, citato dalla televisione ucraina.
Ignat ricorda che in occasione del primo anniversario dell'invasione, le autorità ucraine si aspettavano che la Russia lanciasse una sorta di grande offensiva: "Tutti si aspettavano che fosse il 23 febbraio, quando si celebra la Giornata dei Difensori della Patria, o il 24 febbraio. Poi non ci furono bombardamenti né il 23 né il 24, il massiccio bombardamento ebbe luogo il 9 marzo", ricorda. Pertanto, insiste, è necessario non rilassarsi mai. "La difesa aerea è sempre pronta, anche l'Aeronautica Militare, le Forze di Difesa sono pronte a respingere gli attacchi aerei del nemico", assicura.
Esteri
Siria, la moglie di Assad gravemente malata: “Ha la...
Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione
Asma al-Assad, moglie del deposto presidente siriano Bashar al-Assad, starebbe combattendo contro la leucemia e avrebbe una probabilità di sopravvivenza del 50%. Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione e sta seguendo un trattamento.
Asma aveva già combattuto contro il cancro al seno nel 2019, da cui era guarita dopo un anno di cure. Ma si ritiene che la sua leucemia sia ricomparsa dopo un periodo di remissione. La presidenza siriana aveva annunciato a maggio di quest'anno che all'allora first lady era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, un cancro aggressivo del midollo osseo e del sangue.
Nata a Londra nel 1975 da genitori siriani, Asma al-Assad ha una doppia cittadinanza britannica e siriana. Ha conseguito lauree in informatica e letteratura francese al King's College di Londra prima di intraprendere una carriera nell'investment banking. Asma ha sposato Bashar al-Assad nel dicembre 2000. La coppia ha tre figli: Hafez, Zein e Karim.
L'8 dicembre, in seguito a un'offensiva ribelle guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) contro il regime di Damasco, la famiglia è fuggita dalla Siria e si è rifugiata in Russia. Sembra che Asma abbia cercato di esiliarsi a Londra con i suoi figli da quando è iniziata la rivolta siriana, ma il ministro degli Esteri inglese David Lammy ha dichiarato che l'ex first lady siriana non benvenuta nel Regno Unito.
I resoconti suggeriscono che abbia anche chiesto il divorzio dal presidente siriano detronizzato perché "insoddisfatta" della sua vita a Mosca. Tuttavia, il Cremlino ha respinto le indiscrezioni, affermando che " non corrispondono alla realtà".
Esteri
Ucraina, Lavrov: “Una tregua ora sarebbe...
Il ministro degli Esteri russo: "Abbiamo bisogno di accordi giuridici definitivi"
La Russia gela le speranze di una tregua in Ucraina. "Un cessate il fuoco è una strada che non porta da nessuna parte", ha detto in una intervista a giornalisti russi e stranieri il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, secondo il quale "sono necessari degli accordi affidabili".
"Sulla questione molto è stato detto. Ne ha parlato anche il Presidente russo. Non ci accontenteremo di chiacchiere. Finora abbiamo sentito parlare della necessità di arrivare a un cessate il fuoco, ma nessuno nasconde che l'obiettivo di una tregua è quello di guadagnare tempo per continuare a inondare l'Ucraina di armi e consentire alle forze ucraine di raggrupparsi, di mobilitare personale e osì via”, ha osservato.
“Il cessate il fuoco è un vicolo cieco”, ha sottolineato Lavrov. “Abbiamo bisogno di accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi”, ha aggiunto.
La Francia ha contattato la Russia molteplici volte attraverso canali riservati per offrire assistenza per aprire un dialogo sull'Ucraina, ha poi reso noto Lavrov, sottolineando come tali contatti sono avvenuti "senza coinvolgere Kiev". Lavrov ha denunciato il comportamento "ambiguo" della Francia.
Lavrov ha poi parlato di contatti in corso con le nuove autorità al potere in Siria dedicati alla sicurezza dei russi e dell'ambasciata a Damasco senza dire nulla della questione delle basi di Tartus e Kmeimim concesse in uso alle forze russe dal regime di Assad. La Russia è "interessata e disponibile" al dialogo anche su altro, si limita a proporre Lavrov, sottolineando che Mosca condivide quanto detto di recente dal nuovo leader siriano Ahmed Sharaa, secondo cui le relazioni fra Mosca e Damasco sono strategiche. "Non abbiamo ritirato i nostri diplomatici da Damasco, la nostra ambasciata continua a operare come molte altre. Stiamo mantenendo contatti con le nuove autorità siriane attraverso la nostra missione diplomatica. Stiamo discutendo di questioni pratiche relative alla sicurezza dei russi e al funzionamento sicuro dell'ambasciata", ha spiegato, lasciando intendere che ci vorrà tempo perché altre questioni saranno sollevate e anche la pazienza della Russia.
Qatar, Arabia saudita o Emirati località possibili per vertice Trump-Putin
La Russia prova intanto a definire le condizioni per il vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin che non è ancora stato fissato e prima ancora dell'insediamento del Presidente americano eletto. Il quotidiano Izvestia cita esperti secondo cui le località più probabili sono in Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Paesi neutrali, impegnati da tempo in uno sforzo di mediazione fra Mosca e Kiev sulla facilitazione degli scambi di prigionieri di guerra (ma anche sul ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, ndr) e che non hanno aderito alla Corte penale internazionale. Izvestia precisa che pur se la Svizzera ha confermato la sua disponibilità a ospitare un vertice Trump-Putin, non potrebbe andare bene perché per Mosca non è più un Paese neutrale. Scarse probabilità anche che la riunione si tenga in un Paese europeo. Ma non si esclude la Turchia.
Vventati attentati contro ufficiali difesa, arrestati russi reclutati da Kiev
L'Fsb in Russia rivendica di aver sventato attentati contro diversi alti ufficiali del ministero della Difesa coinvolti con l'operazione militare speciale contro l'Ucraina. Due russi "reclutati da Kiev" sono stati arrestati. Uno dei due in flagrante mentre cercava di sistemare un ordigno esplosivo sotto l'auto di un alto ufficiale del ministero della Difesa a Mosca. L'ordigno avrebbe dovuto essere fatto esplodere in remoto. La persona arrestata in flagrante ha confessato di essersi trasferito in Ucraina nel novembre del 2020 e di essere stato reclutato da Kiev. Sarebbe poi arrivato in Russia dalla Moldova e dalla Georgia. Anche il secondo ha confessato all'Fsb di essersi trasferito in Ucraina e di essere stato reclutato dalle forze speciali di Kiev. Che gli hanno ordinato di tornare in Russia per tenere sotto controllo alti ufficiali del ministero della Difesa e le loro famiglie. A metà mese è stato ucciso a Mosca il comandante delle forze di protezione radiologica, chimica e biologica, Igor Kirillov.
Esteri
Gaza, nuovi attacchi Israele. Neonata muore di freddo il...
Nelle ultime 48 ore almeno tre i bambini morti a causa delle basse temperature. Raid sul campo profughi di Nusseirat: uccisi 5 reporter di Al-Quds
Continuano gli attacchi di Israele sulla Striscia di Gaza, dove anche a causa dell'inverno la situazione degli sfollati palestinesi è sempre più drammatica. L'emittente televisiva palestinese Al-Quds Today ha dato notizia della morte di cinque suoi giornalisti, uccisi all'alba durante un attacco israeliano nel campo profughi palestinese di Nusseirat. In una dichiarazione, il canale televisivo ha affermato di piangere i suoi "cinque giornalisti martiri Faisal Abu Al-Qumsan, Ayman Al-Jadi, Ibrahim Al-Sheikh Khalil, Fadi Hassouna e Mohammed Al-Lada'a, che sono stati uccisi in un attacco sionista contro un veicolo di trasmissione esterno mentre svolgevano il loro dovere giornalistico e umanitario".
Testimoni oculari hanno riferito che un missile lanciato da un aereo israeliano ha colpito direttamente il veicolo dei giornalisti, parcheggiato di fronte all'ospedale Al-Awda nel campo di Nousseirat, uccidendo tutti e cinque i dipendenti dell'emittente.
Neonata morta di freddo
Ieri, il giorno di Natale, una neonata è morta di freddo in un accampamento ad Al-Mawasi, nel sud di Gaza. Sela Mahmoud Al-Fasih “è morta congelata per il freddo estremo” ad Al-Mawasi, ha scritto mercoledì su X il dottor Munir Al-Bursh, direttore generale del Ministero della Salute di Gaza.
Ma non è stata l'unica. Nelle ultime 48 ore, Al-Fasih e almeno altri due neonati, uno di tre giorni e uno di un mese, sono morti a causa delle basse temperature e della mancanza di accesso a un rifugio caldo, ha detto alla Cnn il dottor Ahmed Al-Farra, primario di pediatria e ostetricia presso l'ospedale Nasser di Khan Younis.
Al-Mawasi, una regione costiera a ovest di Rafah, precedentemente designata da Israele come "area umanitaria", è stata ripetutamente sottoposta ad attacchi israeliani. Migliaia di palestinesi sfollati si sono trasferiti lì in cerca di rifugio, vivendo per mesi in tende improvvisate fatte di stoffa e nylon.
Le riprese della Cnn da un cortile di Al-Mawasi hanno mostrato il piccolo corpo di Al-Fasih avvolto in lenzuoli bianchi, con il padre trentunenne, Mahmoud, che la teneva in braccio. In un'altra scena, un gruppo di giovani uomini e ragazzi palestinesi si accovacciano sulla sua tomba. "[Sela] è morta di freddo", ha detto sua madre, Nariman. "La stavo scaldando e tenendola in braccio. Ma non avevamo vestiti e coperte a sufficienza".
L'assalto di Israele, lanciato dopo l'attacco del 7 ottobre guidato da Hamas, ha sventrato i quartieri un tempo vivaci di Gaza, ha cancellato intere famiglie e ha generato una crisi umanitaria di fame, sfollamento e malattie dilaganti. Più di 45.000 palestinesi sono stati uccisi e 107.000 persone sono rimaste ferite, ha riferito lunedì il ministero della Salute locale.