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Cortei Pisa e Firenze, Salvini: “Giù le mani da forze dell’ordine”. Opposizioni all’attacco della maggioranza

Salvini: "Giù le mani da forze dell'ordine". Bonelli: "Meloni in silenzio, destra non raccoglie appello del Quirinale". Piantedosi: "Valuteremo eventuali errori"

Polizia (Fotogramma)

E' scontro tra maggioranza e opposizioni dopo quanto avvenuto due giorni fa ai cortei pro Palestina a Pisa e Firenze, con l'uso dei manganelli da parte della polizia. "E' giusto analizzare se si è fatto tutto quello che si doveva, anche i poliziotti non sono robot, sono uomini e donne, non è accettabile che le centinaia di migliaia di persone in divisa che garantiscono sicurezza e democrazia vengano tirate in ballo nella contesa politica. Giù le mani dalle forze dell'ordine", ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, parlando alla scuola di partito. "Non tirate in politica poliziotti e carabinieri", ha scandito.

Poi, a margine, a chi gli chiedeva un commento alla nota del Quirinale sulle cariche delle forze dell'ordine ai cortei degli studenti, Salvini ha risposto: "Le parole di Mattarella si leggono ma non si commentano". "Poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenza fisica e verbale - ha sottolineato - anche in quella piazza" e "se mio figlio andasse in strada a urlare 'sbirro coglione', poi se la dovrebbe vedere con me". "Chi mette le mani addosso a un poliziotto o un carabiniere è un delinquente", ha concluso il leader della Lega.

Poco dopo è intervenuto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia: "Già ieri sera ho espresso il mio stupore per le parole dei due capigruppo della Lega. Pronunciate dopo le parole nette e chiare, che non si possono prestare a fraintendimenti, del Capo dello Stato. Questa mattina il leader della Lega e vice premier Matteo Salvini, esibendosi alla scuola di partito della Lega, quindi davanti ad una platea di giovani, afferma che chi mette le mani addosso ad un poliziotto è un delinquente. Le immagini che sono arrivate da Pisa sono inequivocabili: non sono stati certo i manifestanti a manganellare le forze dell’ordine. E questa mattina il ministro dell’Interno in una intervista si è detto amareggiato e ha ammesso che verranno verificati e valutati gli eccessi compiuti dalle forze dell’ordine. Io credo che la ricerca pretestuosa dello scontro politico rischia di aprire conflitti poi difficilmente sanabili. Trovo l’atteggiamento e le parole del leader e dei dirigenti della Lega al limite dell’irresponsabilità".

"Giorgia Meloni continua nel suo silenzio riguardo all'uso dei manganelli da parte della polizia agli studenti di Pisa, anche dopo la presa di posizione del Presidente della Repubblica Mattarella - scrive in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli - Tuttavia, si esprime attraverso le parole del coordinatore di FDI Donzelli, che attacca i manifestanti anziché ascoltare chi chiede più saggezza e dialogo in alternativa all'uso dei manganelli, come suggerito dall’appello del presidente della Repubblica".

"Siamo di fronte a una strategia politica della destra che non risparmia neanche il Presidente della Repubblica Mattarella, dal quale il partito di Giorgia Meloni prende le distanze - aggiunge - Questo è un passaggio politico-istituzionale preoccupante che dovrebbe far riflettere seriamente sull'urgenza di unire l'opposizione in difesa delle istituzioni. La riforma del Premierato rappresenta un tassello fondamentale nella strategia della Premier, volta alla demolizione dell'istituzione della presidenza della Repubblica. Gli eventi di Pisa rappresentano un campanello d'allarme democratico, anche in relazione all'attacco che oggi la destra rivolge al capo dello Stato non raccogliendo l’appello di ieri del Quirinale".

"Al ministro dell'Interno abbiamo chiesto un'informativa urgente ma non vorrei scaricare sul singolo quella che è una responsabilità collettiva del governo, questo clima repressivo. E le dichiarazioni di esponenti di maggioranza lo confermano", ha detto il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte in piazza a Roma dove era in corso la manifestazione degli studenti dopo i fatti di Pisa, Firenze e Catania.

"Qui c'è poca tolleranza per il dissenso politico e per le manifestazioni di protesta. Si tratta di accertare singole responsabilità dei funzionari di polizia, ma non siamo qui per protestare contro le forze dell'ordine ma perché ritengo ci sia una responsabilità collettiva del governo che sta alimentando un clima repressivo - ha detto Conte - Fa specie il silenzio della premier Meloni che ha avuto già molte ore a disposizione dai fatti di Pisa per esprimere una posizione chiara che non ha ancora assunto".

Per la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro (Fdi), "gli incidenti di Pisa sono serviti solo ad una sinistra cui non è parso vero potere cavalcare una nuova polemica strumentale su un fantomatico rischio autoritarismo e su una presunta volontà del governo di reprimere il dissenso. Al contrario, ogni giorno si svolgono in tutte le città italiane decine di manifestazioni, anche radicali, senza che si verifichi alcun incidente, tantomeno tentativi di repressione, grazie soprattutto alla grande professionalità delle nostre forze dell’ordine e all’equilibrio e al senso di responsabilità con cui riescono a gestire le situazioni più critiche. E’ evidente che da parte del governo non può esserci alcun interesse a impedire manifestazioni di piazza, semmai le immagini delle manganellate sono una vera manna dal cielo per la propaganda di chi fa opposizione alimentando continuamente un clima di tensione, per questo bisogna stare attenti al ruolo di estremisti e provocatori che cercano sistematicamente lo scontro con le forze dell’ordine, senza remore nel trascinare in situazioni di rischio i manifestanti pacifici".

"Le immagini di Pisa sono sicuramente impressionanti, e se sono stati commessi degli errori nella gestione dell’ordine pubblico, con decisioni che vengono sempre adottate a livello locale e non certo determinate da indirizzi politici, questo sarà verificato con severità e trasparenza, come ha chiaramente annunciato il capo della Polizia Vittorio Pisani. Sono però inaccettabili sia i processi sommari verso gli appartenenti alle forze dell’ordine, troppo spesso vittime di aggressioni verbali e violenze fisiche da parte dei professionisti del disordine, sia i tentativi di attribuire al governo la volontà di comprimere il diritto al dissenso, che sono smentiti dal grande numero di manifestazioni che si svolgono ogni giorno senza incidenti di alcun tipo, grazie alla capacità delle forze dell’ordine di garantire la sicurezza dei cittadini e degli stessi manifestanti", conclude Ferro.

"Le Forze dell’ordine rappresentano lo Stato, non certamente una parte politica: sminuire il ruolo assolto dalle stesse, come tentato dalle sinistre in queste ore, significa volerle delegittimare, indicandole a bersaglio di chi oramai da mesi cerca in ogni modo di alzare il livello dello scontro, soprattutto nelle piazze. Si farà chiarezza sulle dinamiche degli incidenti di Pisa, anche accertando eventuali responsabilità di chi ha sbagliato - dichiara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera - Ciò che non si può in alcun modo mettere in discussione è che chi rappresenta lo Stato e vigila per la sicurezza di tutti, debba essere additato come nemico di chi manifesta e, in quanto tale, divenirne bersaglio".

"Non solo, ma è ora di dire anche con chiarezza che le prescrizioni che vengono adottate in occasione di manifestazioni pubbliche, non comprimono i diritti di chi vi partecipa, ma sono dettate a tutela della libertà di tutti. Del resto, appaiono quantomeno viziate da difetto di memoria le prese di posizione di una certa sinistra che vorrebbe addebitare al Governo e al Ministro dell’Interno la responsabilità degli incidenti di Pisa, vergognosamente omettendo di ricordare che situazioni analoghe si sono verificate anche in un recente passato, con Governi di diverso colore dall’attuale, senza che alcuno facesse sentire la sua stonata voce", conclude Foti.

Piantedosi

"Vedere quelle immagini ha contrariato e amareggiato anche me - afferma in un'intervista al 'Corriere della Sera' il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi dopo gli scontri ai cortei a Pisa e Firenze - Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è in ogni caso doveroso svolgere ogni esame obiettivo su come siano andati i fatti. Ho chiesto di avere una dettagliata relazione sullo svolgimento degli eventi e su quale possibile attività di mediazione sia stata sviluppata per prevenire quegli incidenti che non fanno bene né ai manifestanti né agli operatori che erano sul campo. E nemmeno a tutti noi".

Riguardo alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Piantedosi afferma: "Ho parlato con il presidente. Condivido le sue parole come le condividono tutti i poliziotti. Tutti noi auspichiamo sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Fondamentale in tale senso è anche la collaborazione degli stessi manifestanti".

Il ministro osserva che "da più di un anno le manifestazioni pubbliche gestite dalle forze dell’ordine sono state oltre 13mila, e di queste solo una minima parte ha fatto registrare incidenti, peraltro con una prevalenza di feriti tra le forze dell’ordine rispetto ai manifestanti. Dal riacutizzarsi del conflitto israeliano-palestinese l’impegno è notevolmente accresciuto. Dal 7 ottobre scorso sono state più di mille le manifestazioni e soltanto nel 3% dei casi si sono registrati incidenti".

"Le nostre forze dell’ordine sono tra le migliori al mondo anche proprio dal punto di vista della gestione democratica delle manifestazioni di libero dissenso. Potrei invitarla ad una comparazione con quanto ricorrentemente avviene nel corso di analoghe situazioni in altri Paesi a noi vicini. In questa professionalità rientra anche la capacità di fare autocritica e di trarre insegnamento dagli errori eventualmente commessi, valutazioni alle quali anche questa volta non ci sottrarremo - precisa il ministro - Ma non può non essere sottolineato che il compito delle Forze di polizia in questi scenari complessi vada anche sostenuto con fiducia e senza pregiudizi: preavvisare le manifestazioni, rispettare le prescrizioni e gli accordi intercorsi con le autorità di pubblica sicurezza e, più in generale, rispettare la legge, sicuramente aiuta tutti a concorrere a quella complessa ricerca del punto di equilibrio tra libera manifestazione del pensiero, diritto alla pacifica riunione ed altrettanto doverosa salvaguardia della sicurezza pubblica".

Le regole decise dopo il G8 di Genova prevedono un contatto tra manifestanti e forze dell’ordine solo in casi estremi e il ministro assicura: "Il governo non ha cambiato le regole della gestione dell’ordine pubblico. Dunque non è cambiato nulla di quel principio. Semmai si è ancor più rafforzato".

Coisp scrive al Quirinale: "Anche forze di Polizia hanno bisogno di sostegno"

''Con profonda apprensione ma anche con grande speranza scriviamo a fronte delle sue parole che hanno fatto seguito ai recenti scontri tra giovani manifestanti e forze dell’ordine. Lo facciamo in quanto rappresentanti di migliaia di appartenenti alla Polizia di Stato, ma anche come cittadini, che nelle Sue affermazioni colgono un forte e condivisibile messaggio”. Lo sottolinea Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, in una lettera inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella spiegando che anche le forze di Polizia hanno bisogno di sostegno. “Abbiamo grande fiducia del fatto che le sue parole verranno accolte non soltanto trasversalmente da tutta la politica, ma anche dai tanti che si rendono artefici di organizzare e guidare le manifestazioni di pubblico dissenso che uno Stato democratico come il nostro ammette pienamente”, prosegue Pianese.

Tuttavia, si legge nel testo, alcune di queste manifestazioni sono “non preavvisate e non autorizzate: spesso accade. E in questi casi è lo Stato a doverne garantire lo svolgimento, nel rispetto delle regole e delle prescrizioni dettate dall’esigenza di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica di tutti”.

È su quest’ultimo aspetto difatti, prosegue Pianese, “che sono chiamati a svolgere i propri compiti le decine di migliaia di appartenenti alle forze di Polizia. Noi, fintanto che ci verrà imposto dalle leggi dello Stato, interveniamo per garantire il rispetto delle norme, delle prescrizioni e della sicurezza di chiunque…e lo facciamo a prescindere dalle opinioni personali, dal colore politico dei manifestanti e dalle motivazioni di qualsivoglia dissenso pubblico''.

''Nessun appartenente alle forze dell’ordine va in servizio con il desiderio di ‘manganellare’ qualcuno - scrive Pianese - ne sono la testimonianza le migliaia di donne e uomini in divisa che restano feriti o che hanno sacrificato la propria vita per difendere i cittadini e salvaguardare le istituzioni democratiche del nostro Paese. Leggi e prescrizioni, infatti, impongono che una manifestazione debba circoscriversi entro certi limiti di spazio; ma a volte capita che gli agenti vengano pericolosamente schiacciati dai manifestanti e in quel caso, proprio per non farsi calpestare dalla folla consentendo così ai manifestanti di raggiungere gli obiettivi sensibili posti sotto controllo delle Forze di Polizia, respingono anche con la forza quella che in quel momento è diventata una violenza nei loro confronti e soprattutto nei confronti dello Stato”.

E quindi, aggiunge il segretario del Coisp: “È vero che ‘Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento’ ma è pur vero che stiamo assistendo al fallimento di una cultura della legalità che sta portando alcuni a ritenere che vi sia bisogno di violare le norme e i regolamenti per affermare le proprie idee”. “Illustrissimo Presidente - conclude Pianese - La preghiamo di non far mai mancare la Sua vicinanza alle Forze di Polizia, perché del Suo sostegno ne abbiamo bisogno anche noi”.

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Politica

Natale, a tavola si litiga per politica? La guida di Pd e...

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Come rispondere ai parenti che votano per gli avversari...

Meloni e Schlein

Non ricette con le prelibatezze delle feste, ma bacchettate a chi anche a tavola, per il pranzo del Natale, non ti risparmia di spiattellare -è il caso di dire- i risultati della sua parte politica, sia di destra che di sinistra.

La guida Pd

Il Pd lancia per questo la sua campagna social con gli spunti per 'sopravvivere al Natale con i tuoi parenti un po' di destra', mettendo a disposizione dei fan su Instagram le slide con le risposte da dare sui temi caldi del confronto politico.

Ecco la questione sanità ("Ah, ti hanno fissato la visita a marzo 2026? Forse non è colpa dei medici, zio, ma di chi taglia la sanità pubblica"); le politiche per i giovani ("No, zia, non ho ancora comprato casa, ovviamente. Però possiamo parlare del taglio di 330 milioni dal Fondo Affitti"). Non manca l'evergreen dei treni, con il ministro Salvini messo sempre sulla graticola: "Ah hai speso 350 euro sola andata per essere qui e il treno ha fatto 3 ore di ritardo? Tranquillo, ora il titolare dei trasporti non ha più scuse per non lavorare..." Terminando con la teoria gender che tanto scandalizza a destra: "Esatto, zia, la teoria gender esiste quanto Babbo Natale".

Il vademecum di Fratelli d'Italia

Non si fa attendere la 'guida' al contrario dei Fratelli d'Italia. Qui si spiega come cantargliele ai parenti orientati a sinistra, anticipando la discussione alla cena della Vigilia. "Se a tavola hai lo zio che si lamenta delle tasse, ricordagli che il taglio del cuneo fiscale è stato reso permanente", è la prima risposta da dare. La manovra mette a disposizione poche risorse? "Si sarebbe potuto fare di più, se non ci fosse stato un debito da 137 miliardi" che ha fatto il superbonus. "Se senti poi mormorare la zia femminista, ricordale che con il governo Meloni si è raggiunto il record di occupazione femminile", si può ricordare subito alla parente, aggiungendo pure che Giorgia è la prima premier donna in Italia. Schermaglie politiche, 'condite' con l'ironia, che rischiano però di rendere indigeste cene e pranzi attesi tutto l'anno.

"Chi crede nel Natale non fa politica a tavola, il problema di questo Pd è che non ci crede, tant'è che considera il cenone solo una occasione di propaganda e di divisione", si ribella Gianfranco Rotondi, presidente Dc, puntando il dito contro il partito democratico". Noi siamo cresciuti in un’Italia in cui i direttori di giornale scrivevano un editoriale per suggerire agli italiani di non discutere di politica a Natale", rivendica. Nel frattempo però la 'guerra' social tra destra e sinistra è già diventata virale, e forse qualcuno per evitare pericolose discussioni ha già preparato la scusa dell'influenza che gira, che come si sa, colpisce a destra e sinistra.

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Politica

Pnrr, erogata all’Italia la sesta rata da 8,7 miliardi

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Meloni: "L'Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro"

Bandiere della Commissione Europea - (123RF)

La Commissione europea ha versato all'Italia della sesta rata del Pnrr pari a 8,7 miliardi di euro, di cui 6,9 miliardi di euro in prestiti e 1,8 miliardi di euro in sovvenzioni. Il pagamento segue la valutazione positiva della Commissione, adottata lo scorso 26 novembre, connessa al conseguimento di 39 obiettivi, distinti in ventitré milestone e sedici target.

"L'Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro, corrispondente al 63% della dotazione complessiva del Pnrr". Un "risultato positivo che permetterà all’Italia di investire in molti settori strategici intensificando la produzione in attività in cui questo governo ha creduto fin dal suo insediamento. Il pagamento della sesta rata è frutto di un intenso lavoro, svolto in sinergia anche con la Commissione europea, che ci spinge a proseguire in questa direzione per il benessere della Nazione e dei cittadini", dichiara il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in una nota di palazzo Chigi.

Tra gli "obiettivi conseguiti con il pagamento della sesta rata", si legge nel comunicato, "figurano investimenti strategici quali il potenziamento dei collegamenti ferroviari del Mezzogiorno e del centro Italia, la realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto del gas (Linea Adriatica) e per l’autonomia energetica dell’Italia, il rinnovo della flotta per il Comando nazionale dei Vigili del Fuoco, i crediti d’imposta per la transizione ecologica 4.0 e l’attivazione della misura per la transizione ecologica 5.0, rispetto alla quale sono in corso modifiche normative per renderla più accessibile e vantaggiosa per le imprese, il rafforzamento della dotazione organica dei tribunali penali, civili e amministrativi, l’avvio degli interventi per nuovi impianti sportivi nei plessi scolastici e la formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali per efficientare le prestazioni del sistema sanitario nazionale".

Agli investimenti, spiega palazzo Chigi, "si aggiungono importanti riforme, fra cui i provvedimenti normativi in favore degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità, le azioni per prevenire e contrastare il lavoro sommerso, lo sfruttamento dei lavoratori e le altre forme di lavoro irregolare, oltre alla definizione di uno standard nazionale per la professione di guida turistica".

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Politica

Agenzia Entrate, Vincenzo Carbone nuovo direttore: chi è

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Il via libera alla nomina, a quanto apprende l'Adnkronos, dopo le dimissioni di Ernesto Maria Ruffini

Vincenzo Carbone (Fotogramma)

Via libera alla nomina del direttore dell'Agenzia delle Entrate dopo le dimissioni di Ernesto Maria Ruffini. A quanto apprende l'AdnKronos si tratta di Vincenzo Carbone, attuale vicedirettore vicario e capo della divisione Contribuenti dell'Agenzia.

Chi è Carbone: carriera e vita privata

Classe 1963, originario di Palma Campania, Vincenzo Carbone è entrato nell'amministrazione finanziaria nel 1990, dopo la laurea in Giurisprudenza e l'abilitazione all'esercizio della professione forense. Nel 1999 vince il concorso per 162 dirigenti presso il Ministero delle Finanze e dai primi anni 2000 a seguito dell’istituzione delle Agenzie fiscali, ricopre numerosi incarichi dirigenziali in Agenzia delle Entrate, sia a livello centrale sia regionale.

Sposato, ha tre figli maschi, tutti laureati (due in Business Economics e uno in Giurisprudenza. E' un grande appassionato di Storia e tifoso del Napoli.

In particolare, dal 2005 Carbone ha guidato l’ufficio Contenzioso tributario presso la Direzione centrale Normativa e Contenzioso dove successivamente ha assunto anche l’incarico di capo ufficio Registro. Dal 2006 è a capo dell’ufficio Analisi e ricerca presso la direzione regionale della Campania; dal 2009 e fino al 2014 svolge il ruolo di capo ufficio Fiscalità delle imprese e finanziaria presso la Direzione regionale del Lazio. Successivamente, dal 2014, passa al timone delle Direzioni provinciali I e II di Roma. Il primo incarico di vertice, come direttore centrale Grandi contribuenti e internazionale, arriva nel 2020. Segue, nel 2022, la nomina a direttore centrale Grandi contribuenti e internazionale con funzioni di capo divisione Contribuenti aggiunto.

Commendatore al merito della Repubblica italiana, nel luglio 2023 a Carbone - a fronte delle esperienze e conoscenze tecniche acquisite nel corso del lungo percorso professionale in tutte le aree di operatività dell’Agenzia delle Entrate - viene attribuito un nuovo incarico di vertice per il coordinamento delle attività finalizzate all’attuazione della Riforma fiscale. Nel febbraio 2024 ha assunto il ruolo di Vicedirettore capo divisione Contribuenti dell'Agenzia e da ottobre 2024 è Direttore vicario dell’Agenzia delle Entrate.

L'augurio dei commercialisti

Il Consiglio nazionale dei commercialisti formula i migliori auguri di buon lavoro a Vincenzo Carbone. “Facciamo le nostre congratulazioni al neodirettore Carbone e gli auguriamo buon lavoro”, afferma Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti. “Il Consiglio nazionale - aggiunge - ha già avuto modo di apprezzare in questi anni le sue importanti doti umane e professionali nel suo ruolo dapprima di direttore centrale Grandi contribuenti e internazionale e poi di capo della Divisione contribuenti e di vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate. Abbiamo avuto con lui un’intensa collaborazione svoltasi sempre in un clima di rispetto reciproco e di fattiva interlocuzione. Siamo certi che questa collaborazione potrà ora intensificarsi ed essere ancor più fruttuosa. Il rapporto tra Agenzia delle Entrate e Commercialisti italiani è del resto determinante per il buon funzionamento del nostro sistema fiscale. Ci attende un lavoro importante, ciascuno per quanto di sua competenza, per assicurare la piena applicazione della riforma tributaria”.

De Nuccio spiega che l’auspicio della categoria è anche quello che “l’interlocuzione tra le nostre due realtà possa portare a un deciso miglioramento nei rapporti tra i nostri iscritti e gli uffici territoriali dell’Agenzia, con benefici di cui godrebbero non solo i commercialisti ma anche tutti i contribuenti”.

Il numero uno dei commercialisti italiani “saluta e ringrazia il direttore uscente, Ernesto Maria Ruffini, per l’impegno profuso e per il significativo ammodernamento della macchina fiscale del nostro Paese, con l’introduzione di importanti innovazioni strutturali”.

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