Il russo ha superato il cileno Nicolas Jarry nei quarti di finale per 6-2 7-6 in un'ora e 41'
Sarà Daniil Medvedev a sfidare Jannik Sinner in semifinale all'Atp di Miami 2024. Il russo ha superato il cileno Nicolas Jarry nei quarti di finale per 6-2 7-6 in un'ora e 41'. "Nel primo set ho giocato un buon tennis, non ho fatto niente di straordinario: quello che serviva per vincere", ha detto in conferenza stampa Medvedev. Jarry "dal secondo, però, ha cominciato a giocare molto meglio, gli scambi sono diventati duri. Ha servito meglio, e alla fine il match è girato su pochi punti nel tie-break. E' riuscito a trovare le soluzioni, quello che fanno i campioni".
Sinner batte Machac e conquista le semifinali
Sinner è approdato ieri approda alle semifinali battendo in due set (6-4, 6-2) il 23enne ceco Tomas Machac, numero 60 del ranking che in Florida ha eliminato Rublev, Murray e Arnaldi. Nel match, durato un’ora e mezza, il tennista altoatesino ha sfruttato a dovere la possibilità di conquistare un break sul 4 a 3 nel primo set, vinto con un game a zero sul suo servizio, mentre nel secondo è subito passato in vantaggio arrivando a un 5 a 1 prima di concedere l'ultimo game al ceco sul suo servizio e quindi vincere al secondo match point.
Quando e dove vederlo
Il match sarà in programma venerdì 29 marzo. L'orario è ancora da stabilire, ma sarà trasmesso in diretta da Sky Sport su Sky Sport Uno, Sky Sport Tennis e Sky Sport Max. Sarà possibile inoltre seguire la partita in streaming su NOW e SkyGo.
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Lazio, Baroni: “Siamo maturi, non sottovaluteremo il...
Il tecnico biancoceleste ha parlato alla vigilia della gara di Europa League
La Lazio sogna il pokerissimo in Europa League. I biancocelesti affrontano domani giovedì 28 novembre, alle 18.45, il Ludogorets all'Olimpico per centrare la quinta vittoria su cinque giornate e rimanere in testa alla classifica: "Escludo cali di tensione, questa squadra è matura e sa che questa partita è fondamentale. L’avversario è di livello, ha tutte le carte per metterci in difficoltà. Servirà una grande prestazione e non dovremo sbagliarla". Così l'allenatore della Lazio, Marco Baroni, al microfono di Sky Sport.
"Abbiamo fatto poco lavoro, ora c’è la rifinitura e qualche giocatore tornerà disponibile", ha continuato il tecnico biancoceleste, "dovremo essere centrati sulla partita: sono quelle gare che possono portare a inciampi se le sottovaluti, ma non sarà il nostro caso. Questo è un gruppo che ha fame e che non vede l’ora di andare in campo. Il bello del nostro lavoro è che c’è sempre una gara da giocare. Le partite stesse diventano lavoro per allenarci, ci sono poche sedute. Ma da questo punto di vista la squadra può ancora migliorare, lo dobbiamo pretendere".
Poi Baroni si è soffermato su Tijjani Noslin, uno dei protagonisti più attesi: "Ammetto di averlo messo in difficoltà facendolo giocare in più ruoli. Non è facile, lui ha fatto bene ma va centrato. Siamo contenti di lui, sicuramente farà vedere il suo valore perché ne ha tanto".
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Roma, De Rossi: “Meglio se non parlo...
L'ex tecnico giallorosso ha parlato anche del trionfo in Coppa Davis
Daniele De Rossi torna a parlare di Roma. L'ex tecnico giallorosso, esonerato dopo sole quattro giornate di campionato, era tra gli ospiti della 'Sport Industry Talk' di Rcs, andata in scena questa mattina al Maxxi. "Il giocatore più forte e affascinante con cui ho giocato è Francesco Totti. Con lui ho giocato tanti anni insieme. Aveva questa luce che si portava dietro, questa leadership anche silenziosa. Parlava con i gesti, l’ho vissuto anche da tifoso come adolescente. Da avversario mi affascinava Zidane, era proprio bello da vedere e fortissimo, sia fisicamente che tecnicamente. Il più difficile da affrontare per me è stato Seedorf, marcavo grandi giocatori con grande facilità, ma con Seedorf affrontavo un giocatore più forte fisicamente, più forte tecnicamente e più rapido nelle scelte".
Nessun commento sull'addio alla panchina romanista: "Non posso, meglio se non ne parlo. Nella mia seconda esperienza da allenatore sono entrato nello spogliatoio da ex capitano e per alcuni calciatori della Roma ero un amico. In questo caso devi cercare di star loro vicino, senza però dare troppi spazi. Devi saper leggere le persone intorno a te, gestendo e accompagnando gli stati d’animo sia dei membri dello staff sia dei giocatori. Senza conoscenza calcistica non vai da nessuna parte, ma la gestione delle risorse umane e del gruppo è molto importante”.
Sull'importanza di vincere nello sport: “La vittoria rende belli, intelligenti, furbi, ascoltabili e credibili. Forse il più grande esempio è Gasperini perché quello che ha fatto è incredibile, ha cambiato vita a un club e alla città, prendendo una squadra che faceva l’ascensore tra A e B con grande dignità e ora è club di prima fascia. Adesso è un personaggio affascinante dopo aver vinto l’Europa League, ma a volte finali del genere le perdi anche per un rigore o un episodio e non cambia niente nel tuo percorso".
"Per me il percorso è la cosa più affascinante", ha continuato De Rossi, "non ho vinto tantissimo a livello di club, ma ho vinto il Mondiale e non ricordo quel trionfo con più affetto e brividi rispetto all’Europeo del 2012, quando perdemmo in finale contro una squadra di marziani (la Spagna, ndr). Per me la vittoria non rende felici, ma intorno a me percepisco che chi vince può dire una parola in più”.
Sulle riforme necessarie per il futuro del calcio: “Dico sempre quel che penso, tenderei a non sparare un proposito visto che non ho i mezzi per trovare una soluzione. Ci siamo avvicinati al mondo del tennis da italiani un po’ perché stiamo vincendo ma anche per come stiamo vincendo, per la faccia di chi sta vincendo sempre e perché ci sono ragazzi giovani all’altezza che lottano per il nostro paese. Il mondo del calcio, essendo così tanto popolare, è tirato per la giacchetta dagli interessi di chi comanda e del tifo".
De Rossi ha commentato anche il trionfo di Sinner e compagni in Coppa Davis. "Quel che è buono per la propria squadra, dirigente o tifoso, è più interessante. Siamo attratti dallo spettacolo ma soprattutto dal tornaconto, economico nel caso di un dirigente e sportivo nel caso di un tifoso. Quando vince Sinner siamo felici, quando vince in Coppa Davis lo siamo ancora di più. Per chi tifa, avere qualcosa in cui rivedersi e sentirsi rappresentati, è importante".
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Dossena: “Presidenza Figc? Assurdo che Aic non...
L'ex centrocampista della Nazionale, campione del mondo nel 1982, ha commentato la possibile candidatura dell'ex campione bianconero alla Federazione
Giuseppe Dossena non ci sta: "È clamoroso il silenzio dell’Associazione Italiana Calciatori davanti a una possibile candidatura di Del Piero alla presidenza della Figc". L’ex centrocampista di Torino e Sampdoria, campione del mondo nel 1982 con la Nazionale di Bearzot, ha parlato così all’Adnkronos in vista delle prossime elezioni del nuovo presidente federale. "Abbiamo la possibilità di mettere un ex atleta a capo della Federazione, trovo assurdo il mancato sostegno a Del Piero e sono sconcertato che una componente del Consiglio come l’Associazione Italiana Calciatori non vada a prenderlo a casa per candidarlo in un’assemblea straordinaria".
La possibile candidatura di Del Piero
Dossena punta tutto sull’unicità dell’ex campione juventino, una figura che potrebbe mettere d’accordo tutti: "Intanto dovrebbe essere candidato, ma non capisco il motivo di questo silenzio. L’Associazione Italiana Calciatori è diventata una società che eroga servizi, ha perso la propria vocazione. Questa sarebbe invece una battaglia insita nella sua natura. Quando mi sono candidato alla presidenza dell’Aic, cinque anni fa, speravo che prima o poi potesse esserci un’occasione del genere. Ce ne sono pochi, come Del Piero, in grado di unire un sistema che deve trovare un modo di dialogare. Stiamo prendendo una deriva clamorosa".
"Gravina? Con Del Piero è tutto da vedere"
Secondo Dossena, Del Piero è il candidato perfetto per il momento storico: "Anche il ministro Abodi ha detto la sua sul tema, è una figura che non si discute. È un momento complicato per il calcio italiano, abbiamo saltato gli ultimi due Mondiali e gli ultimi Europei sono andati male. Serve un cambiamento per un momento così difficile, tutto ciò che è stato sbandierato in passato non è avvenuto". La considerazione finale è sull’attuale presidente Gabriele Gravina, che ancora deve sciogliere la riserva sulla sua ricandidatura: "Posso capirlo, deve ancora decidere se rimettersi in gioco oppure no. Il presidente farà ciò che riterrà giusto, ma con Del Piero in gioco sarebbe tutto da vedere". (di Michele Antonelli)