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Energia, rapporto: “Migliorata relazione operatori settore-clienti attraverso canali digitali”

Ricerca di Minsait e Politecnico di Milano

Energia, rapporto:

Il settore Energy ha migliorato significativamente il rapporto con i propri clienti in Italia attraverso i canali digitali. Gli operatori del settore sono, infatti, tra le aziende italiane che meglio conoscono i propri clienti: l’80% ritiene che la propria conoscenza sia almeno sufficiente (vs 50% nel 2022), con una media di 6,7 su 10 (vs una media complessiva per tutti i settori di 6,05) e il 40% la valuta buona o ottima. Queste sono le principali conclusioni del rapporto sulla digitalizzazione della relazione con i clienti presentato da Minsait e realizzato in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

“Le aziende energetiche hanno fatto un passo avanti nella comprensione dei propri clienti e nell'instaurazione di un rapporto personalizzato e di eccellenza con loro attraverso i canali digitali. Tuttavia, ci sono ancora margini di miglioramento in termini di integrazione tecnologica tra canali e piattaforme di aggregazione e gestione dei dati, su cui si è investito negli ultimi anni”, ha affermato Erminio Polito, direttore Energy & Utilities di Minsait in Italia.

La conoscenza dei clienti si basa sulla capacità del settore di raccogliere, analizzare e integrare i dati, grazie anche agli investimenti nelle piattaforme di gestione dei clienti (CRM), diffuse in tutte le aziende, ma anche su sistemi più avanzati, come le Customer Data Platform. I software di Voice of the Customer e le piattaforme di Marketing Automation sono diffusi invece in circa la metà delle aziende del settore.

C'è ancora spazio per migliorare, invece, nell'integrazione delle piattaforme con i canali: solo la metà delle aziende ha raggiunto un livello di integrazione avanzato, in grado di garantire una comunicazione flessibile e tempestiva e il 42% ha attivato invece integrazioni puntuali con i canali. Quelli più utilizzati dal settore sono il Contact Center e i canali proprietari come sito web e punto vendita. Rilevante anche il ruolo dell’e-mail, che viene utilizzata per l’invio di DEM promozionali ai propri clienti o per proporre offerte commerciali ai prospect. Aggregatori e comparatori di prezzi online vengono utilizzati soprattutto come canale per farsi conoscere dai consumatori.

Emerge, inoltre, lo sviluppo del canale Contact Center, che non è relegato al solo ruolo di assistenza, ma supporta l’azienda anche nelle attività di vendita. In questo ambito, quasi la totalità delle aziende ha investito in progettualità di AI a servizio del Customer Care. Le più diffuse sono i motori di ricerca intelligenti a supporto degli operatori (39%) e i tool di Next-Best Offer e Next-Best Action per dare suggerimenti agli operatori su come approcciarsi ai clienti o che prodotto/upgrade proporre loro (35%).

Le aziende che afferiscono al settore Energy evidenziano un approccio piuttosto maturo per quanto riguarda l’onboarding digitale: l’88%, infatti, gestisce completamente o parzialmente il primo riconoscimento in modalità elettronica.

Nella maggior parte dei casi (73%), l’onboarding può essere effettuato in maniera equivalente in presenza o da remoto, mentre nel 15% delle aziende è unicamente previsto il canale digitale. A queste si sommano inoltre realtà che permettono di completare il processo di riconoscimento da remoto solo per alcuni servizi o casi d’uso (3%). Completa il quadro un 7% di imprese che richiede invece la presenza fisica, preferendo quindi instaurare una relazione con il proprio cliente con un primo contatto face-to-face.

Per quanto riguarda la sicurezza nella fase di onboarding, il 33% delle aziende gestisce attualmente l’autenticazione dei clienti sui canali online tramite singolo fattore di autenticazione, sebbene il 56% di esse stia valutando o abbia già in programma di introdurre un ulteriore passaggio di sicurezza nel corso dei prossimi 12 mesi. Nella protezione dei dati, il 52% delle imprese dichiara di applicare principi di privacy-by-design o privacy-by-default nell’integrazione o sviluppo di nuove piattaforme, affiancato da un 38% che invece applica tali principi solo su piattaforme che gestiscono dati più sensibili.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Economia

Prezzo del gas, l’Ue rassicura ma i mercati non ci...

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Francesco Sassi (Rie) spiega all'Adnkronos che l'interruzione voluta dall'Ucraina apre una nuova fase per l'Europa: il rischio di prezzi alti e i nazionalismi energetici minacciano gli obiettivi comuni

TUBATURE DI UN GASDOTTO IN RUSSIA SIBERIA (Moscow - 2006-01-02, Ropi  - Fotogramma

Il primo dell’anno si sono interrotti i flussi di gas russo attraverso l’Ucraina, come anticipato dal presidente Volodymyr Zelensky in sintonia con Bruxelles. Una scelta pensata per colpire gli introiti del Cremlino e rafforzare la posizione negoziare di Kiev, implementata a quasi tre anni dall’inizio dell’invasione russa, durante i quali l’Ue ha spinto per ridurre la dipendenza dal gas russo. Ma lo sviluppo sta alimentando una serie di tensioni in Europa, e come spiega all'Adnkronos Francesco Sassi – Research Fellow in geopolitica dei mercati energetici presso il think tank Rie –, i rischi di stanno moltiplicando.

Anzitutto c’è una “discrasia notevole” tra le rassicurazioni delle istituzioni europee e la reazione dei mercati, dove i futures del gas europeo hanno raggiunto i prezzi più alti da ottobre 2023. L’Ue insiste che non è più dipendente dal gas russo, ma gli operatori “non credono che da qui al 2027 – anno in cui l’Ue dovrebbe abbandonare completamente l’approvvigionamento di gas russo – la situazione sarà sotto il pieno controllo delle autorità europee”.

Da una parte le oscillazioni del prezzo del gas si ripercuotono su quelli dell’elettricità, come ricorda Sassi. E sebbene “non ci saranno carenze di gas per i servizi essenziali”, serve considerare l’impatto dei prezzi alti nella stagione estiva (in cui si stocca il gas per l’inverno) e il rischio di guasti o sabotaggi alle infrastrutture con cui i fornitori principali riforniscono l’Ue di gas naturale. “Non ci sono i fondamentali per un calo dei prezzi prima della fine del 2025”, avverte Sassi, per cui la crisi energetica è strutturale, non temporanea, e rischia di generare ripercussioni politiche ed economiche su scala europea.

Lo stop ucraino segna “la fine di un’epoca” e il riorientamento dei flussi di gas verso nord, ovest e sud dell’Ue dopo la perdita del fornitore orientale, la Russia. Al contempo, i prezzi sono fino a quattro volte più alti rispetto alla media 2010-2019, ricorda l’esperto. E la combinazione di riassetto degli equilibri e crisi energetica aumenta la tentazione dei Paesi europei di ricadere nel nazionalismo energetico creando “un mix davvero micidiale per quello che sono le ambizioni europee e di sicurezza energetica e di decarbonizzazione”.

La crisi energetica si trasforma così in un conflitto interno, spostando il baricentro delle tensioni dal confine tra Ue e Russia al cuore dell’Europa. E la chiusura dei canali ucraini rafforza il ruolo strategico della Turchia, la quale si candida a diventare un hub energetico chiave per l’Europa grazie al gasdotto TurkStream – che ha origine in Russia, e che al contrario di altre vie “gode di un forte supporto politico grazie all’asse Erdogan-Putin”, sottolinea Sassi. Diventa fondamentale per l’Italia “affrontare la questione in maniera strutturale”, per capire le conseguenze sul rapporto con i fornitori tradizionali nei Balcani, nel Medio Oriente e in Africa settentrionale, aggiunge.

A livello europeo il banco di prova sarà la Moldova, dove il governo filoeuropeo parla del rischio di un collasso energetico regionale e si preannunciano tensioni con l’enclave filorusso della Transnistria, ugualmente dipendente dal gas del Cremlino. “Difficilmente l’Ue può intervenire direttamente”, visto che solo la Romania è dotata delle interconnessioni per esportare energia verso il vicino. Ma Bucarest è già impegnata a fornire energia all’Ucraina, che è alle prese con una grave crisi energetica a causa degli attacchi russi contro l’infrastruttura critica. (di Otto Lanzavecchia)

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Economia

Pensioni, ritardo nel pagamento di gennaio 2025? La...

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Sul proprio sito è stato proprio l'INPS a spiegare i motivi e le modalità con cui avverrà l'accredito

Ritiro pensione Inps - Fotogramma

Niente pagamento pensione di gennaio 2025 questa mattina sul conto? Niente panico. In molti si sono allarmati dopo non aver ricevuto l'accredito della propria pensione sul conto, tanto meno il cedolino, ovvero il documento che consente ai pensionati di verificare l’importo erogato ogni mese dall’INPS e di conoscere le ragioni per cui tale importo può variare. Sul proprio sito è stato proprio l'INPS a spiegare i motivi di questo ritardo e le modalità con cui avverrà l'accredito.

La data di pagamento

Il pagamento della pensione di gennaio 2025 è previsto per domani, venerdì 3 gennaio. L'accredito delle pensioni è infatti previsto di norma il primo giorno del mese bancabile con un unico mandato di pagamento comprensivo di tutte le prestazioni pensionistiche e assistenziali del titolare, ad eccezione però proprio del mese di gennaio.

L'INPS ha voluto ricordare anche come il pagamento in contanti sia ammesso soltanto per importi complessivi fino a un massimo di mille euro netti. Perciò, se l'importo supera questo limite, bisogna comunicare all'INPS il rapporto finanziario su cui ottenere il pagamento utilizzando il servizio 'Cambiare le coordinate di accredito della pensione'.

Indice di rivalutazione e rinnovo delle pensioni 2024

L’indice di rivalutazione delle pensioni per il 2024 è stato confermato nella misura del 5,4%, già attribuito dal 1° gennaio 2024 in via provvisoria; pertanto, nessun conguaglio è dovuto a titolo di rivalutazione. È stato inoltre effettuato il rinnovo delle pensioni per il 2025.

Per il nuovo anno l’indice provvisorio di rivalutazione è pari allo 0,8%, salvo conguaglio da effettuarsi l'anno successivo; le prestazioni di accompagnamento alla pensione (assegni straordinari, isopensione, indennità di espansione, APE sociale) non saranno rivalutate in quanto non hanno natura di prestazione pensionistica.

Le operazioni di rinnovo possono inoltre aver generato conguagli a credito o a debito a vario titolo relativi all’importo di pensione erogato nell’anno 2024. Tali importi sono stati riportati nel cedolino di pensione di gennaio 2024, con la descrizione 'Conguaglio Pensione da Rinnovo'.

Trattenute fiscali

Come si legge sul sito dell'INPS, è stato effettuato anche il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2024 (IRPEF e addizionale regionale e comunale a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’INPS. Se le trattenute sono state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua, l’INPS, in qualità di sostituto di imposta, deve recuperare le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2025 anche con azzeramento dell’importo di pensione in pagamento, laddove le imposte siano pari o superiori all’importo del rateo mensile in pagamento.

Nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18mila euro, per il quali il ricalcolo dell’IRPEF ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, decreto legge n. 78/2010, convertito nella legge n. 122/2010). Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, inoltre, a decorrere dal rateo di pensione di gennaio, oltre all’IRPEF mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2024.

Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

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Economia

Bonus 850 euro per gli anziani, al via domande...

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Ecco chi può usufruirne e come fare domanda

Al via bonus anziani

Al via da oggi, 2 gennaio 2025, il Bonus Anziani 2025 (o Assegno Universale Anziani Non Autosufficienti), un contributo mensile di 850 euro erogato dall'Inps, che potrà essere utilizzato solo per delle specifiche spese.

La misura, introdotta in via sperimentale per il biennio 2025/2026, mira ad aiutare le persone anziane in difficoltà economiche e di salute e presenta requisiti di accesso molto stringenti che ne limitano la portata. Secondo le stime, la platea del Bonus Anziani sarà di circa 25.000 persone in tutto il Paese.

Requisiti

Il trattamento è subordinata ad uno specifico bisogno assistenziale definito “gravissimo”, come specifica lo stesso Istituto in una nota.

Potrà farne richiesta chi:

la titolarità dell'indennità di accompagnamento (che se sospesa non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione).

- ha almeno 80 anni di età anagrafica;

- un Isee non superiore a 6.000 euro;

- un livello di bisogno assistenziale gravissimo, valutato agli atti dalla Commissione medico - legale dell’Inps, anche in base alle indicazioni fornite dalla Commissione Tecnico – Scientifica;;

- la titolarità dell'indennità di accompagnamento che, qualora sospesa, non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione.

Quanto vale e per quali spese

Il Bonus Anziani sarà erogato con cadenza mensile e corrisponde a circa 850 euro al mese, che si aggiungeranno ai 531,76 euro dell’indennità di accompagnamento, per un totale di 1381,76 euro al mese. Questa somma non è tassabile e non è pignorabile. L’importo del Bonus potrà essere utilizzato solo per alcune spese.

Come si legge nel decreto, si potrà usare per “remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale, nel rispetto delle specifiche previsioni contenute nella programmazione integrata di livello regionale e locale”.

Nel caso in cui il contributo venga utilizzato per altri scopi, l’Inps può revocare il bonus e “il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente ricevuto, fermo restando il diritto della persona anziana non autosufficiente a continuare a percepire l’indennità di accompagnamento”.

L’Inps inoltre provvederà al monitoraggio della spesa al fine di un’eventuale rideterminazione dell’importo mensile della quota integrativa, qualora si verifichi uno scostamento fra il numero di domande pervenute e le risorse finanziarie individuate dal legislatore.

Come fare domanda

Il periodo di sperimentazione andrà dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026 e comporterà l’assorbimento dell'indennità di accompagnamento e delle prestazioni fornite dagli Ats, negli ambiti di propria competenza.

La domanda potrà essere presentata telematicamente all’Inps dal portale dell’Istituto tramite il percorso "Sostegni, Sussidi e Indennità > Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità > selezionando la voce “Vedi tutti” nella sezione Strumenti e successivamente “Decreto Anziani – Prestazione Universale” ", sia personalmente, con la propria identità digitale, che tramite gli istituti di patronato.

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