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Tito Boeri: “nuovo mensile ‘eco’ è risposta a negazionismo economico’
Nuova testata, in edicola e in digitale, vuole "rispondere a una domanda crescente di informazione di qualità sui temi economici"
"Valutare le politiche pubbliche a partire dai dati" e rifiutare il "negazionismo economico": sono alcuni dei principi chiave che guideranno le scelte editoriali di 'eco', il nuovo mensile di economia edito da Enrico Mentana e diretto da Tito Boeri. Ed è proprio il direttore Boeri a illustrare nell'editoriale del primo numero, disponibile in edicola e in digitale, le linee guida, i temi e i principi alla base di 'eco', che vuole essere il "tentativo di rispondere a una domanda crescente di informazione di qualità sui temi economici". "Non troverete su queste pagine consigli per gli acquisti in borsa", spiega Boeri, ma "cercheremo di offrirvi strumenti per meglio capire l’intricato mondo della finanza. Ci occuperemo poi di lavoro, di prezzi, di casa, di salute, di tasse, di distribuzione del reddito, stato sociale, innovazione, immigrazione e coesione sociale e di tanti altri temi rilevanti nel quotidiano per la stragrande maggioranza degli italiani".
"Nella diversità delle opinioni che verranno ospitate su 'eco' - prosegue il direttore - ci sono alcuni principi che guideranno le nostre scelte editoriali. Il primo è quello di valutare le politiche pubbliche a partire dai dati. In Italia i numeri vengono usati ancora troppo poco nel guidare la politica economica. Spesso - sostiene - si prendono decisioni 'a intuito', sulla base di ragionamenti privi di riscontri oggettivi. E non si capitalizza l'esperienza di politiche varate in precedenza. Questo va a scapito delle decisioni che si prendono. Non si impara dai successi - rimarca Boeri - e ancor meno dagli errori. Per valutare ci vogliono metodi e dati. Per questo, a costo di essere pedanti, sulla rivista troverete tanti numeri, molte figure e tabelle corredate da spiegazioni dettagliate su come i dati sono stati raccolti e analizzati".
"Il secondo principio - si legge nell'editoriale - è che i dati non si fanno intimidire. C’è una pericolosa abitudine nel confronto pubblico, soprattutto in Italia. Quando le statistiche dicono cose diverse dal messaggio che si intende trasmettere, non si cerca di capirne le ragioni; ce la si prende con le statistiche anziché con le proprie convinzioni. Si sostiene che le statistiche non sono attendibili, si cerca così di svilirle. Questo atteggiamento è deleterio perché ci priva di una base condivisa di conoscenze a partire dalle quali formarsi un’opinione. Rimaniamo ancorati ai nostri pregiudizi, alle nostre convinzioni aprioristiche senza avere il coraggio di verificarne la validità. Come in Dostoevskij - sottolinea - ognuno crede quel che vuole, cioè di essere l’unico depositario della verità. In questo modo non impariamo nulla dal confronto pubblico. Si riduce anche il controllo democratico sull’operato dei governi e delle istituzioni".
"Il terzo principio è il rifiuto del negazionismo economico. Si respira da tempo, non solo in Italia - sostiene Boeri - un atteggiamento di ostilità contro gli esperti, accentuato dalla retorica populista e dall’accesso acritico a Internet. Avviene soprattutto nel campo delle scienze sociali. Il fatto è che il linguaggio dell’economia è entrato nella mente di tutti e questo porta molti a immaginarsi economisti, così come ai mondiali si è tutti allenatori della nazionale di calcio". "Il fatto più grave è che in questo clima trovano spazio tesi alimentate di proposito da gruppi di interesse che traggono vantaggio dall’attuazione di piani tanto avvincenti (e avventurosi) quanto astrusi. Ecco il mercato del lavoro descritto come un autobus in un’ora di punta, in cui, per fare posto a chi vuole salire, bisogna prima far scendere altri (magari mandandoli in pensione). Ecco i tagli alle tasse che si finanziano da soli, ecco le criptovalute descritte come monete sicure che ci sottraggono alla dittatura delle banche. Ecco il mattone come panacea di tutti i mali dell’economia italiana. E potremmo continuare. Il modo migliore di contrastare il negazionismo economico - afferma Tito Boeri - è l’umiltà di documentare il più possibile tutte le affermazioni, non rinunciando mai a sottolineare l’impossibilità di generalizzarle a contesti molto diversi. Sarà questo il metodo che ci proponiamo di seguire", conclude.
Economia
Il Mega di Musk e il Maga di Trump possono stare insieme?...
La 'grande Europa' che viene invocata dalla 'grande America' difficilmente può essere pensata insieme a una Unione europea forte che punta su libero mercato e concorrenza
Una grande America e una grande Europa. Il Mega (Make Europe Great Again) lanciato da Elon Musk su X e il Maga (Make America Great Again), marchio di fabbrica del nuovo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, possono stare insieme? La domanda si presta a un'interpretazione politica e a una economica e i due piani sono evidentemente legati tra loro.
Da una parte c'è il tentativo esplicito del miliardario americano di aggregare forze sovraniste anche in Europa e il referente 'naturale' è il gruppo dei Patrioti, che a Strasburgo unisce le forze di destra che hanno risposto all'iniziativa politica del premier ungherese Viktor Orban: insieme al suo partito, Fidesz, il Rassemblement national francese di Marine Le Pen e Jordan Bardella, la Lega di Matteo Salvini, i cechi di Ano, l’Fpö austriaco, gli spagnoli di Vox e gli olandesi di Pvv. Non ci sono i tedeschi di Afd, per il veto imposto da Le Pen, ma nella geografia politica che ha in testa Musk sono inclusi anche loro. Fdi di Giorgia Meloni e i polacchi di Pis, i Conservatori e Riformisti europei, sono impegnati in una posizione più moderata, in contatto diretto con il Ppe (Forza Italia per l'Italia) e con la maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen.
Dall'altra parte, ci sono le implicazioni economiche. Perché se 'una grande America' e 'una grande Europa' non sono entità necessariamente in contrapposizione tra loro, la traduzione sul piano industriale e commerciale dello schema deve necessariamente confrontarsi con la nozione del protezionismo e con l'applicazione degli strumenti che lo fanno funzionare, i dazi e le politiche commerciali aggressive. La stessa definizione di protezionismo, "Politica economica che prevede aiuti pubblici ad alcuni segmenti produttivi, attraverso dazi che ostacolino o impediscano la concorrenza di prodotti stranieri sul mercato nazionale" recita la Treccani, ricalca in maniera puntuale le intenzioni e le promesse, minacce, di Trump. Il contrario delle frontiere aperte e della globalizzazione, pilastri del libero commercio internazionale.
E' su questo piano che la teoria economica si deve confrontare con la tendenza politica, genericamente definibile sovranismo, che unisce la presidenza di Trump negli Stati Uniti e la campagna di Musk, convinto che si possa esportare in Europa un modello che è più affine al nuovo corso americano. La chiave per leggere il tentativo, e anche la pretesa, di tenere insieme Maga e Mega sta nella contestazione di tre principi chiave della globalizzazione: l’effetto pro-competitivo dell’apertura delle frontiere; il vantaggio per i consumatori di un mercato aperto; l'efficienza degli scambi internazionali.
Siamo di fronte a un movimento che, tecnicamente ancora prima che politicamente, mette in discussioni le fondamenta economiche dell'Unione europea: coordinamento multilaterale delle politiche economiche, libera circolazione delle merci e delle persone, mercato unico, dottrina antitrust e tutela della concorrenza.
Guardata con le lenti dell'economia la 'grande Europa' che viene invocata dalla 'grande America', e quindi Mega che coesiste con Maga, difficilmente può essere pensata insieme a una Unione europea forte. (Di Fabio Insenga)
Economia
Sostenibilità, Dal Fabbro (Iren): “Premiamo impegno...
La terza edizione del Premio Esg Challenge
"Abbiamo raccolto più di 400 tesi: se pensate che l'altro anno erano meno di 130 è evidente il grande interesse da parte degli studenti alle tematiche Esg". Così Luca Dal Fabbro, presidente del Gruppo Iren, in occasione della terza edizione del Premio Esg Challenge Iren, ospitato a Palazzo Madama a Torino.
"Oggi premiamo le 10 tesi migliori che arrivano da tutta Italia, a ciascun tesista daremo 1.000 euro - dice - certamente è una cifra simbolica, ma attesta il fatto che vi siano stati ben 430 studenti che hanno lavorato, si sono impegnati su di un tema molto importante per Iren, ma ritengo per tutta l'economia, che è appunto il fattore Esg, quindi ambiente, sociale, buona governance".
"Oggi abbiamo chiamato esperti a parlare del tema Esg, abbiamo esperti che si occupano di scienze naturali, di finanza, di economia, di sociale, per dibattere su quale sia il futuro dei fattori Esg e in generale quale sia il futuro del capitalismo italiano, tra industria, profitto, ma anche giuste esigenze di sviluppo e giustizia sociale, di attenzione a coloro che possono rimanere indietro - prosegue il presidente Dal Fabbro - Crediamo che fare impresa significhi avere una responsabilità sociale importante e non preoccuparsi solo del business. Dobbiamo riuscire a fare proprio questo: coniugare business, società, ambiente, e impatto sul territorio in modo tale da proiettarsi nel futuro e prosperare con business, da una parte, e salvaguardia dell'ambiente e buona governance dall'altra".
"E' inutile fare catastrofismi, dobbiamo guardare al futuro, con ottimismo e con sano realismo - ribadisce a proposito di alcune questioni sollevate nell'ambito delle varie tavole rotonde - Il sano realismo è quello che ci impone di coniugare, quando si parla di energia e di ambiente, tre fattori: la sicurezza energetica, la competitività, quindi il costo per famiglie e imprese dell'energia, che non deve mai essere eccessivamente gravoso. E infine l'ambiente, ultimo ma non meno importante. Questi tre fattori insieme rappresentano e rappresenteranno i pilastri su cui ogni azienda che si occupa di energia e di ambiente deve lavorare per il futuro".
Economia
Moxa Distry Shop chiude un 2024 da record: crescita,...
L’e-commerce leader in Italia per la vendita di prodotti Moxa registra un aumento delle vendite da utenti ricorrenti, migliora la reputazione online e rafforza il servizio di supporto post-vendita.
In collaborazione con: Moxa Distry Shop
Il 2024 si chiude con numeri straordinari per Moxa Distry Shop , che conferma la propria leadership nel mercato italiano della distribuzione di prodotti a marchio Moxa. Il sito ha registrato un incremento significativo delle vendite, con un dato particolarmente rilevante: la crescita degli acquisti da parte di utenti ricorrenti. Questo elemento è un chiaro segnale dell’alta qualità dell’esperienza d’acquisto e dell’affidabilità del supporto post-vendita, ormai riconosciuto come il vero valore aggiunto dell’e-commerce.
A certificare ulteriormente l’eccellenza del servizio è Trustpilot, dove il punteggio di Moxa DistryShop è salito a 4.9 su 5, con recensioni verificate che elogiano la facilità di acquisto, la rapidità della spedizione – che in molti casi avviene in sole 24 ore – e soprattutto l’efficacia del supporto post-vendita. Quest’ultimo rappresenta il vero fiore all’occhiello della piattaforma, garantendo assistenza continua ai clienti e rendendo Moxa Distry Shop un punto di riferimento assoluto nel settore.
Oltre alla qualità del servizio, l’e-commerce si distingue per il miglior prezzo di mercato garantito, la spedizione gratuita e una politica di reso e rimborso gratuito entro 14 giorni dall’acquisto, un’eccezione nel settore B2B, dove queste condizioni sono estremamente rare. I clienti possono inoltre contare su un’assistenza altamente qualificata, grazie al supporto di uno staff tecnico certificato MOXA MTSC, sempre disponibile per consulenze e suggerimenti personalizzati.
Soddisfatto dei risultati raggiunti, Alessandro Di Banella, vice-presidente di Jampel e di MoxaDistry Shop, sottolinea l’importanza della fiducia guadagnata dai clienti e guarda al futuro con ambizione: “Il 2024 è stato un anno straordinario, frutto dell’impegno costante nel garantire ai nostri clienti un’esperienza d’acquisto di livello superiore. La nostra priorità è continuare a crescere e migliorare, offrendo sempre più valore, supporto e innovazione”.
Con un 2024 chiuso in forte crescita e una reputazione sempre più solida, Moxa Distry Shop si prepara a un 2025 all’insegna dell’innovazione e del consolidamento della propria posizione di mercato, con l’obiettivo di offrire ai clienti un servizio sempre più rapido, efficiente e professionale.
Per informazioni: JAMPEL S.R.L.Sede legale: Via Degli Stradelli Guelfi, 86 40138 Bologna Partita IVA: 03116900378 Capitale Sociale: € 500.000