Connect with us

Published

on

Cannabis e alcol in aumento tra gli adolescenti: il report Oms

Il consumo attuale di sostanze come cannabis, alcool e sigarette elettroniche è in aumento in quasi tutti i Paesi. Una riduzione del divario di genere si verifica intorno ai 13 anni fino ad annullarsi quasi verso i 15, quando sia femmine che maschi, consumano in egual misura tali sostanze. Questa è la fotografia scattata dall’ultimo report OMS realizzato dal Health Behavior in School-aged Children (Hbsc) e che ha rivelato informazioni significative sui modelli di consumo di sostanze da parte degli adolescenti in Europa, Asia centrale e Canada.

Dal report è emerso che l’alcol è la sostanza consumata più frequentemente tra gli adolescenti, con il 57% dei quindicenni che hanno provato bevande alcoliche almeno una volta e quasi 4 su 10 (37%) che indicano di aver consumato alcol negli ultimi 30 giorni. In aumento, poi, è anche la popolarità delle sigarette elettroniche che hanno superato quelle convenzionali, con il 32% dei quindicenni che ha riferito di aver preferito sigarette elettroniche negli ultimi 30 giorni (il 20%). Il consumo di cannabis, invece, è in lieve calo, con la percentuale di quindicenni che non l’ha neanche mai provata, pari al 12% nel 2022. Infine, la disparità nell’uso di sostanze tra i sessi si sta rapidamente riducendo, con le ragazze che eguagliano o superano i ragazzi nei tassi di fumo, consumo di alcol e uso di sigarette elettroniche entro i 15 anni. Ma vediamo nel dettaglio le abitudini di consumo.

Fumo, sigarette elettroniche, cannabis e alcol

L’uso di sostanze come alcol e cannabis è un problema cruciale tra gli adolescenti, in quasi tutti i Paesi. Dal report emerge che la pandemia del coronavirus potrebbe aver avuto anche un impatto negativo sulle abitudini di consumo: “Sono necessarie azioni globali a più livelli, comprese le famiglie, le comunità, i centri giovanili e gli ospedali – si legge nel report Oms – insieme a forti percorso di riferimento che fornicano servizi utili ai giovani”.

Fumo e sigarette elettroniche

Le sigarette elettroniche sono più popolari tra gli adolescenti delle sigarette convenzionali. Dallo studio è emerso che circa un terzo (32%) dei quindicenni aveva provato sigarette elettroniche durante la propria vita e il 20% le aveva usate negli ultimi 30 giorni. Ciò si confronta con il 25% dei quindicenni che hanno fumato almeno una sigaretta nella loro vita e il 15% che ha fumato una sigaretta negli ultimi 30 giorni. A partire dai 13 anni si osserva una percentuale maggiore di utilizzo di sigarette elettroniche rispetto al fumo di sigaretta, mentre solo l’11% dei tredicenni dichiara di non aver fumato una sigaretta neppure una volta, con il 16% che non ha mai usato neanche quella elettronica.

Il 5% dei tredicenni, però, ha dichiarato di aver fumato una sigaretta negli ultimi 30 giorni, rispetto al 9% che ha utilizzato quella elettronica nello stesso periodo: “Questa transizione verso le sigarette elettroniche come scelta più popolare rispetto alle sigarette convenzionali – spiegano i ricercatori – richiede interventi mirati per affrontare questa preoccupazione emergente per la salute pubblica”.

Cannabis: più di 1 su 10

Più di un quindicenne su 10 (12%) ha fatto uso di cannabis nel corso della propria vita, con una prevalenza maggiore tra i ragazzi (13%) rispetto alle ragazze (11%). La prevalenza del consumo di cannabis varia sostanzialmente tra paesi e regioni. La più alta prevalenza una tantum per i ragazzi è stata osservata nel Regno Unito (Scozia) (23%) e Polonia (22%) e per le ragazze in Canada (25%) e Italia (22%). Al contrario, il Tagikistan ha mostrato la prevalenza più bassa sia per i ragazzi che per le ragazze (meno dell’1%).

Il consumo costante di cannabis è stato segnalato, invece, dal 6% dei quindicenni, con una prevalenza maggiore tra i ragazzi rispetto alle ragazze (rispettivamente 8% e 5%). Analogamente al consumo nel corso della vita, l’uso corrente varia ampiamente tra paesi e regioni. La percentuale più alta di quindicenni che hanno utilizzato cannabis negli ultimi 30 giorni è stata riscontrata in Bulgaria per i ragazzi (19%) e in Canada per le ragazze (15%); Kirghizistan e Tagikistan hanno segnalato la prevalenza più bassa sia per i ragazzi che per le ragazze (meno del 2%). La prevalenza era più alta nei ragazzi che nelle ragazze, tranne che nel Regno Unito (Galles).

Differenze di genere sono state osservate anche in 18 paesi e regioni per l’uso corrente, con una prevalenza maggiore tra i ragazzi. La prevalenza complessiva del consumo una tantum è diminuita leggermente tra il 2018 e il 2022, dal 14% al 12%, ma il consumo attuale è rimasto stabile al 7%. Il consumo una tantum di cannabis era leggermente più comune negli adolescenti provenienti da famiglie ad alto e basso benessere rispetto a quelli con un benessere medio, sia per i ragazzi (15% alto, 14% basso e 11% medio) che per le ragazze (12% alto, 11% basso e medio). Tuttavia, questa tendenza non è stata coerente tra paesi e regioni. Tra i ragazzi in Polonia, Serbia e Svizzera, la prevalenza più alta è stata riscontrata tra quelli provenienti da famiglie ad alto benessere e la più bassa tra quelli con basso benessere. Questa tendenza si è invertita per le ragazze in Canada e Irlanda, con i tassi più alti riscontrati tra le ragazze a basso reddito e i più bassi tra quelle ad alto benessere.

Il consumo di alcol

Per quanto riguarda il consumo di alcol, invece, sono gli undicenni a preoccupare di più. Parliamo del 18% dei ragazzini e il 13% delle ragazzine di quest’età che hanno riferito di aver già bevuto alcol nel corso della loro vita. La prevalenza era del 33% per i tredicenni e del 57% per i quindicenni (56% per i ragazzi e 59% per le ragazze). Come nel caso di altre sostanze, il consumo di alcol nell’arco della vita varia notevolmente da paese a paese e da regione a regione.

Il consumo una tantum di alcol aumenta con l’età sia per le ragazze che per i ragazzi (tranne che in Tagikistan). Nel complesso, il 35% degli adolescenti ha riferito di aver bevuto alcol nel corso della propria vita e il 20% negli ultimi 30 giorni. Il Tagikistan ha mostrato la prevalenza più bassa in tutte le fasce d’età sia per i ragazzi (1%) che per le ragazze (sotto l’1%), mentre il Regno Unito (Inghilterra) ha riportato la prevalenza più alta per gli undicenni (35% per i ragazzi e 34% per le ragazze) e tredicenni (50% ragazzi e 57% ragazze). La prevalenza più alta tra i quindicenni (83% per i ragazzi e 84% per le ragazze) è stata osservata in Danimarca.

Tra gli undicenni, l’8% dei ragazzi e il 5% delle ragazze hanno riferito di aver consumato alcol almeno una volta negli ultimi 30 giorni. La prevalenza aumentava con l’età raggiungendo il 16% dei ragazzi e il 16% delle ragazze all’età di 13 anni e il 36% dei ragazzi e il 38% delle ragazze a 15 anni. Anche il consumo costante di alcol varia ampiamente tra paesi e regioni. All’età di 11 anni, la prevalenza variava da meno dell’1% delle ragazze in Irlanda e Tagikistan al 20% dei ragazzi in Bulgaria e Repubblica di Moldavia. All’età di 13 anni, variava da meno dell’1% dei ragazzi e delle ragazze in Tagikistan al 32% dei ragazzi in Bulgaria e delle ragazze nel Regno Unito (Inghilterra). La prevalenza più alta tra i quindicenni è stata osservata in Danimarca (68% per i ragazzi e 69% per le ragazze) e la più bassa in Tagikistan (meno dell’1% sia per i ragazzi che per le ragazze).

Il 9% degli adolescenti ha riferito di aver sperimentato l’ubriachezza almeno due volte nella vita e il 7% negli ultimi 30 giorni.

Ma quali sono le variabili? Lo studio si è soffermato sullo stato economico-familiare in rapporto con il consumo di alcol una tantum. È emerso che era più comune tra i ragazzi provenienti da famiglie ad alto reddito nella metà dei paesi e delle regioni e in 18 Paesi tra le ragazze. In media, l’uso corrente era più elevato tra gli adolescenti provenienti da famiglie ad alto benessere sia per i ragazzi (23% di alto benessere contro 17% di basso) che per le ragazze (22% di alto contro 18% di basso), tranne che in Tagikistan (ragazzi) e Slovacchia (ragazze), dove è stato trovato il modello opposto. Differenze di oltre dieci punti percentuali nel consumo attuale di alcol tra famiglie ad alto e a basso reddito sono state riscontrate per entrambi i sessi in Austria, Bulgaria, Germania e Paesi Bassi (Regno dei Paesi Bassi), per i ragazzi solo in Belgio (fiammingo), Belgio (francese), Finlandia e Polonia, e solo per le ragazze in Francia, Italia e Regno Unito (Galles).

Le raccomandazioni dell’Oms

“L’uso diffuso di sostanze nocive tra i bambini in molti paesi della regione europea rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica – ha affermato il dottor Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa -. Considerando che il cervello continua a svilupparsi anche dopo i 25 anni, gli adolescenti devono essere protetti dagli effetti di prodotti tossici e pericolosi. Sfortunatamente, i bambini oggi sono costantemente esposti al marketing online mirato di prodotti dannosi mentre la cultura popolare, come i videogiochi, li normalizza. L’Oms/Europa sta lavorando con i paesi per garantire a tutti i giovani, ovunque, il miglior inizio possibile nella vita. Ciò significa proteggerli da prodotti tossici e che creano dipendenza, che potrebbero compromettere la loro qualità di vita negli anni a venire”. Per ridurre il consumo di alcol, nicotina e prodotti del tabacco e prevenirne l’adozione da parte dei giovani, è necessario attuare urgentemente misure globali, spiegano i ricercatori, delineate in vari trattati internazionali e raccomandazioni dell’Oms:

l’aumento delle accise,
limitare la disponibilità di prodotti a base di nicotina, tabacco e alcol, ad esempio riducendo orari o luoghi di vendita, e l’applicazione di età minime legali per l’acquisto dei prodotti,
vietare tutti gli agenti aromatizzanti, compreso il mentolo e gli analoghi sintetici del mentolo in tutti i prodotti a base di nicotina e tabacco,
imporre un divieto totale di pubblicità, promozione e opportunità di sponsorizzazione sui principali media e sui social media.

Lo studio, in sintesi, rivela un cambiamento significativo nei modelli di consumo di sostanze da parte degli adolescenti, sfidando le tradizionali norme di genere. Storicamente, l’uso di sostanze era più comune tra i ragazzi che tra le ragazze, ma il panorama sta cambiando. All’età di 15 anni, le ragazze non solo raggiungono ma, in alcuni casi, superano i ragazzi. Ciò include il fumo di sigaretta, dove una differenza notevole all’età di 11 anni scompare entro i 15 anni; utilizzo della sigaretta elettronica, con le ragazze che superano i ragazzi; e il consumo di alcol, dove le ragazze mostrano tassi leggermente più alti. La chiusura degli storici divari di genere nell’uso di sostanze, soprattutto tra gli adolescenti più grandi, richiede lo sviluppo di strategie di prevenzione sensibili alle esperienze sia dei ragazzi che delle ragazze. Interventi su misura che tengano conto di queste dinamiche in evoluzione sono cruciali per una prevenzione efficace.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Demografica

Gravidanza e bellezza: i rischi nascosti di smalti e trucco

Published

on

allattamento al seno

Attenzione all’uso di smalti per le unghie, trucco, se siete in gravidanza. Potreste aumentare l’esposizione a sostanze chimiche tossiche, con tutte le conseguenze per la salute vostra e del vostro bambino. Una ricerca della Brown University School of Public Health, la scuola di salute pubblica della Brown University, un’università di ricerca privata nel Rhode Island (USA), ha infatti trovato una correlazione tra l’uso di prodotti per la cura della persona (PCP) e le concentrazioni di PFAS nelle donne in gravidanza o in allattamento.

In sostanza, più prodotti per l’igiene personale si usano, più si rischia di accumulare alti livelli di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, PFAS appunto, nel plasma sanguigno e nel latte materno.

Cosa sono i PFAS, onnipresenti e dannosi per la salute

I PFAS sono sostanze chimiche sintetiche utilizzate fin dagli anni ’50 nei prodotti di consumo e in contesti industriali, grazie alla loro capacità di resistere a olio, acqua e calore. Il lato negativo è che sono stati associati a una tutta una serie di effetti negativi sulla salute, tra cui malattie epatiche, problemi cardiometabolici e cardiovascolari e vari tipi di cancro. Inoltre, possono contribuire a esiti avversi alla nascita, come il calo del peso alla nascita, il parto pretermine, alcuni disturbi dello sviluppo neurologico e una ridotta risposta ai vaccini nei bambini. Effetti in parte dovuti al trasferimento dei PFAS attraverso la placenta e il latte materno, che facilita l’esposizione durante la gestazione e l’infanzia.

I PFAS sono persistenti nell’ambiente, onnipresenti e, sottolinea lo studio, rilevabili in quasi il 100% dei canadesi – la ricerca ha riguardato il Paese nordamericano, ma certamente il problema ci riguarda tutti. Ognuno di noi entra in contatto con i PFAS ingerendo cibo contaminato, bevendo anche semplice acqua, o attraverso gli imballaggi alimentari, le pentole, i mobili e PCP come trucco, prodotti per capelli e smalto per unghie.

Occorre sottolineare che i PFAS continuano a essere prodotti a livelli elevati a livello globale, con volumi annuali superiori a 230mila tonnellate di fluoropolimeri e 46mila tonnellate di acidi perfluoroalchilici. “Sebbene i PFAS siano onnipresenti nell’ambiente, il nostro studio indica che i prodotti per la cura della persona sono una fonte modificabile di PFAS“, ha affermato l’autrice dello studio Amber Hall, ricercatrice associata post-dottorato in epidemiologia presso la Brown University School of Public Health. Per modificabile si intende che si può ridurre l’esposizione limitando l’uso dei prodotti a rischio.

L’uso di trucco, smalti e tinture aumenta i livelli di PFAS nel corpo

L’analisi della Brown University School of Public Health, recentemente pubblicata su Environment International, ha utilizzato i dati del Maternal-Infant Research on Environmental Chemicals Study, che ha esaminato solo quattro tipi di PFAS tra i migliaia utilizzati nell’industria e nel commercio, e che dunque probabilmente sottostima l’entità del problema. La ricerca ha coinvolto 2001 donne incinte in 10 città del Canada tra il 2008 e il 2011.

L’effetto dei prodotti per la cura delle persone sui livelli di PFAS è stato analizzato nel plasma prenatale (da sei a 13 settimane di gestazione) e nel latte materno (da due a 10 settimane dopo il parto). Le partecipanti dovevano riferire la frequenza di utilizzo di otto categorie di prodotti in tre momenti: durante il primo e il terzo trimestre di gravidanza, da uno a due giorni dopo il parto e da due a dieci settimane dopo il parto.

I risultati dimostrano che nelle donne incinte al primo trimestre, un uso maggiore di prodotti per la cura delle unghie, profumi, trucco, tinture per capelli e lacche o gel per capelli era associato a concentrazioni plasmatiche di PFAS, PFOA, PFOS e PFHxS più elevate. Risultati simili sono stati osservati per l’uso di prodotti per la cura personale nel terzo trimestre e per le concentrazioni di PFAS nel latte materno da due a 10 settimane dopo il parto.

Ancora, le partecipanti che si truccavano ogni giorno nel primo e nel terzo trimestre avevano concentrazioni di PFAS nel plasma e nel latte materno rispettivamente del 14% e del 17% più elevate rispetto alle persone che non lo facevano ogni giorno.

Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che chi usava tinture colorate permanenti uno o due giorni dopo il parto aveva livelli di PFAS più elevati (16%-18%) rispetto a chi non le utilizzava mai nelle concentrazioni del latte materno. In generale, un maggiore utilizzo di PCP è stato associato a livelli più elevati di PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS nel post-partum.

Risultati allarmanti, che possono servire, si augurano i ricercatori, per stabilire una regolamentazione dei PFAS e, più nel piccolo, a guidare le scelte individuali in modo da ridurre l’esposizione a queste sostanze tossiche laddove possibile.

Continue Reading

Demografica

Eduscopio 2024, quali sono le migliori scuole in Italia?...

Published

on

eduscopio 2024 Aula Scuola

È stata pubblicata la nuova edizione di Eduscopio 2024, il rapporto della Fondazione Agnelli che fornisce una guida completa per orientare studenti e famiglie nella scelta delle scuole superiori. Questo strumento di analisi si basa su un database che raccoglie i dati di oltre 1,3 milioni di diplomati provenienti da più di 7.000 scuole in tutta Italia, offrendo una panoramica dettagliata delle istituzioni scolastiche che preparano meglio gli studenti per l’università e il mondo del lavoro.

Le migliori scuole città per città: la classifica

Milano

  • Miglior Liceo Classico: Sacro Cuore
  • Miglior Liceo Scientifico: Alessandro Volta
  • Miglior Liceo Linguistico: Civico Manzoni
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Gino Zappa
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Galvani

Roma

  • Miglior Liceo Classico: Ennio Quirino Visconti
  • Miglior Liceo Scientifico: Augusto Righi
  • Miglior Liceo Scientifico – Scienze Applicate: Antonio Labriola
  • Miglior Liceo Linguistico: Edoardo Amaldi
  • Miglior Liceo Scienze Umane: Margherita di Savoia
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Cristoforo Colombo
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Boaga

Torino

  • Miglior Liceo Classico: Vincenzo Gioberti
  • Miglior Liceo Scientifico: Altiero Spinelli
  • Miglior Liceo Linguistico: Altiero Spinelli
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Bosso – Monti
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Santorre di Santarosa

Bologna

  • Miglior Liceo Classico: Luigi Galvani
  • Miglior Liceo Scientifico: Niccolò Copernico
  • Miglior Liceo Scientifico – Scienze Applicate: Enrico Fermi
  • Miglior Liceo Linguistico: Niccolò Copernico
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Crescenzi-Pacinotti-Sirani
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Arrigo Serpieri

Napoli

  • Miglior Liceo Classico: Convitto Vittorio Emanuele II
  • Miglior Liceo Scientifico: Convitto Vittorio Emanuele II
  • Miglior Liceo Scientifico – Scienze Applicate: Eleonora Pimentel Fonseca
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Francesco Saverio Nitti
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Della Porta-Porzio

Firenze

  • Miglior Liceo Classico: Galileo Galilei
  • Miglior Liceo Scientifico: Niccolò Machiavelli
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Russell – Newton
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Morante-Ginori Conti

Palermo

  • Miglior Liceo Classico: Umberto I
  • Miglior Liceo Scientifico: Galileo Galilei
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Giovanni Falcone
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Giovanni Verga

Catania

  • Miglior Liceo Classico: Marco Polo
  • Miglior Liceo Scientifico: Galilei
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Ferraris

Bari

  • Miglior Liceo Classico: Aristotele
  • Miglior Liceo Scientifico: Fermi
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: De Viti De Marco

Novità dell’edizione 2024

Quest’anno, per la prima volta, Eduscopio ha analizzato separatamente le prestazioni dei diplomati degli indirizzi scientifici sportivi. Questa scelta risponde all’aumento di popolarità di questi percorsi, che combinano l’approfondimento delle discipline scientifiche con la preparazione fisico-sportiva.

Dopo la scuola, tra università e lavoro

L’edizione 2024 riflette ancora le conseguenze della pandemia per i diplomati del 2020-2021. Secondo il rapporto, molti studenti hanno incontrato difficoltà nell’adattarsi alla didattica universitaria, con una lieve riduzione del numero di esami sostenuti e della media dei voti.

La buona notizia arriva dagli istituti tecnici e professionali: il tasso di occupazione per i diplomati di questi percorsi sta tornando ai livelli pre-pandemia. Questo dato conferma la crescente domanda di profili tecnici nel mercato del lavoro, soprattutto nei settori tecnologici e manifatturieri.

Come viene stilata la classifica Eduscopio

L’analisi di Eduscopio si basa su criteri rigorosi e oggettivi che tengono conto di due macro-aree:

  1. Prestazioni accademiche degli studenti universitari, valutate sulla base del numero di esami sostenuti e della media dei voti;
  2. Occupabilità dei diplomati negli istituti tecnici e professionali, calcolata in termini di percentuale di studenti occupati a due anni dal diploma.

Questo approccio permette di identificare le scuole non solo in base alla preparazione accademica ma anche in relazione alla capacità di inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro.

Cosa significa Eduscopio per studenti e famiglie

Con l’avvicinarsi del periodo delle iscrizioni scolastiche, Eduscopio rappresenta una risorsa fondamentale per orientarsi tra le molteplici opzioni disponibili. Scegliere la scuola giusta non significa solo optare per il percorso formativo più adatto alle inclinazioni dello studente, ma anche garantire una preparazione che risponda alle esigenze future del mercato del lavoro.

L’analisi evidenzia forti disparità regionali. Le scuole delle città settentrionali, in particolare quelle di Milano e Bologna, continuano a distinguersi per eccellenza accademica e occupazionale, mentre nel Sud Italia permangono difficoltà strutturali legate alla carenza di risorse e infrastrutture scolastiche. Tuttavia, alcune città meridionali, come Napoli e Bari, stanno emergendo con scuole in grado di competere con quelle del Centro-Nord, dimostrando come l’impegno di studenti e docenti possa fare la differenza. Il Politecnico del capoluogo pugliese, inoltre, è il primo in Italia per assunzioni entro un anno dalla laurea.

Consigli per sfruttare al meglio Eduscopio

Per le famiglie che devono scegliere la scuola superiore, è importante:

  • Considerare i propri obiettivi: se l’intenzione è proseguire con l’università, privilegiare scuole con buoni risultati accademici. Per chi vuole entrare nel mondo del lavoro subito dopo il diploma, preferire istituti tecnici e professionali con alti tassi di occupazione;
  • Confrontare le opzioni locali: Eduscopio consente di filtrare i risultati per area geografica, permettendo di scegliere scuole vicine e accessibili;
  • Valutare i trend futuri: il mercato del lavoro evolve rapidamente, ed è utile considerare percorsi che offrono competenze richieste in settori emergenti, come la tecnologia e la sostenibilità.
Continue Reading

Demografica

Femminicidio, uccise 96 donne nel 2023. Valditara: “Mai...

Published

on

Giuseppe Valditara

I femminicidi stimati in Italia sono pari a circa l’82% del totale delle donne uccise. È quanto emerso dal report Istat “Le vittime di omicidio anno 2023” che ha preso in considerazione, in base al framework delle Nazioni Unite al quale l’Italia ha aderito, la definizione di femminicidio come l’omicidio che riguarda l’uccisione di una donna in quanto donna.

Dalle informazioni al momento disponibili (relazione tra vittima e autore, movente, ambito dell’omicidio) è stata elaborata una stima del fenomeno che, per molti, smentirebbe le parole del ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara.

All’inaugurazione della Fondazione Giulia Cecchettin alla Camera dei deputati, in un videomessaggio, il ministro aveva citato il fenomeno dell’immigrazione illegale tra le cause della violenza sessuale: “È legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”. Parole che hanno creato polemica in quanto, sempre secondo il report Istat, il 94,3% delle donne italiane uccide per motivi sentimentali è vittima di italiani. Scopriamo, quindi, la dimensione del fenomeno in Italia e come il ministro ha chiarito il fraintendimento che si è generato in seguito alle sue parole.

Femminicidi e omicidi in Italia

Secondo quanto emerso dal report, “sono 63 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner; sono 31 le donne uccise da un altro parente; due le donne uccise da un conoscente con movente passionale. In totale si tratta di 96 femminicidi presunti su 117 omicidi con una vittima donna. Nel 2019, erano 101 su 111, nel 2020 erano 106 su 116, nel 2021 104 su 119, nel 2022 105 femminicidi presunti su 126 omicidi”.

“Tra le restanti 21 vittime donne: quattro sono state uccise per rapine, una per follia, tre per interessi economici o debiti, sei per futili motivi, liti o rancori da conoscenti e sconosciuti, una per motivi legati agli stupefacenti ed una per regolamento di conti nell’ambito mafioso, mentre per cinque non è stato stabilito il movente e di queste tre non hanno un autore identificato – si osserva nel report dell’Istat – Di questi 21 casi, 15 omicidi sono stati perpetrati da uomini, uno da una donna conoscente e per quattro non si conosce il sesso dell’autore, in quanto si tratta di casi di omicidio non risolti”.

“Sono i partner a compiere omicidi”

Per le donne si conferma un quadro stabile in cui le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito della coppia. Nel 2023 è pari allo 0,21 per 100mila donne il tasso delle donne uccise da un partner o un ex partner – sia esso un coniuge, un convivente o un fidanzato o un amante – del tutto simile a quello del 2022 (0,20). Mentre per gli uomini, lo stesso tasso è pari a 0,02 per 100mila uomini”.

“In particolare – continua il report Istat – sono i partner con cui la donna ha una relazione al momento della morte (coniugi, conviventi, fidanzati) a compiere il maggior numero degli omicidi nella coppia (il 41%), mentre sono il 12,8% gli ex partner (ex coniugi, ex conviventi, ex fidanzati). Il rischio di essere uccise da un partner non si differenzia a seconda delle età (a partire dai 18 anni)”. “Sessantuno sono i partner maschi (96,8%) delle 63 donne uccise nell’ambito della coppia, mentre i sei uomini vittime di partner sono stati uccisi tutti da donne”, continua il report.

“Le donne italiane vengono uccise dai partner, attuali o precedenti, nel 51,5% dei casi, le straniere nel 68,7% – prosegue – Risulta lievemente in diminuzione il tasso delle donne uccise da parenti (0,10 nel 2023; 0,14 nel 2022). Le donne uccise da altri familiari (31) sono state uccise da uomini nell’83,8% (26 casi) e da donne in cinque casi. Sono 40 gli uomini uccisi dai parenti, 37 dei quali sono stati assassinati da altri uomini”.

La polemica

I dati Istat riportano anche la nazionalità d’origine degli assassini e arrivano in seguito alle polemiche nate dalle parole del ministro Valditara che – nel videomessaggio – ha dichiarato che tra le cause della violenza contro le donne ci sarebbe anche l’immigrazione illegale. Un’affermazione, questa, che ha destato qualche perplessità nell’opinione pubblica, anche alla luce di quel “94,3% delle donne italiane è vittima di italiani” riportato dall’Istituto di ricerca.

Il messaggio è stato espresso nel giorno dell’anniversario della morte di Giulia Cecchettin, studentessa 22enne uccisa dal fidanzato, alla presentazione da parte del padre Gino della fondazione inaugurata negli scorsi giorni e che si propone l’obiettivo di sensibilizzare e tutelare le donne vittime di violenza.

La ragazza, un anno fa, è stata assassinata dal compagno “bianco perbene”, come lo ha definito la sorella, secondo la quale, come Giulia, sono tante le donne uccise da partner o ex partner e non di nazionalità straniera. Inoltre, lo stesso padre della giovane vittima ha ribadito che la violenza è violenza indipendentemente dalla provenienza dell’assassino.

A creare la polemica che divampa sui social, però, sono stati due principali fattori:

  1. Il fatto che il ministro abbia detto che il concetto di “patriarcato” si è ormai estinto nonostante persistano fenomeni di maschilismo. Nel suo intervento, Valditara aveva dichiarato che “la visione ideologica vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato. Ma come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975, che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia la famiglia fondata sulla eguaglianza”. Per alcuni “Cassare a ideologico il femminismo vs il patriarcato è stato un atto sminuente (si legge sui social)” che affievolirebbe le cause culturali che persistono dietro la violenza di genere.
  2. Il fatto che il ministro, dicendo che tra le cause della violenza contro le donne c’è anche l’immigrazione illegale, avrebbe spostato il focus dell’attenzione su uno dei temi maggiormente trattati in campagna elettorale dell’attuale governo: le politiche migratorie. Per molti, si è trattato di un atto di “propaganda politica non supportato dai dati”.

La risposta di Valditara

Il ministro si è difeso dalle accuse, oggi al Salone dello studente a Roma, sostenendo di non aver mai detto che il femminicidio è colpa degli immigrati: “Non ho mai detto che il femminicidio è colpa degli immigrati, ma che in Italia c’è un aumento preoccupante delle violenze sessuali a cui contribuisce anche, ed è importante l’anche, la marginalità e la devianza conseguenti a un’immigrazione irregolare”.

“Le violenze sessuali sono un altro fenomeno molto triste – ha aggiunto Valditara -. I dati Istat e del ministero dell’Interno sono purtroppo inequivocabili e mi dispiace che qualcuno li abbia alterati o non li abbia conosciuti. Non ho detto che l’immigrato è causa di questo”.

Continue Reading

Ultime notizie

Economia56 minuti ago

Pil e disuguaglianze, come stanno veramente gli italiani?

Un'analisi dei dati Istat che tiene conto delle differenze territoriali, di genere e di istruzione Ogni volta che si discutono...

Spettacolo1 ora ago

Verissimo, Angela Melillo ospite con la figlia Mia:...

La showgirl è stata ospite di Silvia Toffanin Angela Melillo ha affrontato un periodo davvero buio: dalla morte dei genitori...

Cultura2 ore ago

A Ravenna a Palazzo Guiccioli apre Museo Byron

Oltre 2mila metri quadrati di una storica residenza dove abitò con l'amante, contessa Teresa Guiccioli. Grazie a un'importante opera di...

Sport2 ore ago

Verona-Inter 0-5, nerazzurri passeggiano al Bentegodi e...

La squadra di Inzaghi dilaga già nel primo tempo e si prende la vetta della Serie A, in attesa del...

Politica2 ore ago

M5S, Conte: “Costituente aperta anche a chi ha...

Il presidente dal palco di Nova: "Oggi toccato il punto più basso della politica, condizionata dai soliti gruppi economici..." ''C'è...

Economia2 ore ago

Agroalimentare, Centinaio (Lega): “L’Italia è...

 Così il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, durante il convegno ‘Agricoltura, sostenibilità ed innovazione: le sfide per coltivare il...

Politica4 ore ago

M5S, contestatori irrompono a Nova: “Dimissioni,...

Appena è salito sul palco Conte, un gruppo di una ventina di contestatori ha iniziato a inveire contro di lui...

GR Audio (Giornali Radio)4 ore ago

GrAudio edizione delle 15:30 del 23 novembre

Ultima ora4 ore ago

Non Una di Meno, corteo a Roma: “In piazza perché il...

Il corteo in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne La marea fucsia torna in piazza...

Cronaca4 ore ago

Corteo a Roma contro la violenza sulle donne:...

Il corteo in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne La marea fucsia torna in piazza...

GR Audio (Giornali Radio)4 ore ago

GrAudio Flash delle 14:50 del 23 novembre

Cronaca5 ore ago

PoliMi accreditato come Collaborating Center dall’Oms

Il Politecnico è la prima università tecnica al mondo a ricevere il prestigioso riconoscimento, dopo anni di intensa collaborazione Il...

GR Audio (Giornali Radio)5 ore ago

Rubrica delle buone notizie del 23 novembre

GR Audio (Giornali Radio)5 ore ago

GrAudio edizione delle 14:30 del 23 novembre

Spettacolo5 ore ago

Pino Daniele, la sua voce torna nell’inedito...

Domani 'Again' sarà presentato in anteprima assoluta prima della partita Napoli-Roma Una ballata intima e autentica. Con la voce inconfondibile...

Cronaca5 ore ago

UniCal: in pensione la direttrice generale Masè

Il ringraziamento del rettore Nicola Leone per il "Suo contributo, determinante nella riorganizzazione amministrativa e per l’attuazione di processi strategici...

Economia5 ore ago

Sostenibilità, Sindaco Fermignano: “Da Cresco Award...

Così il sindaco Emanuele Feduzi Il comune di Fermignano (Pu) è tra i cinque premiati da Fondazione Sodalitas alla 9a...

Cronaca5 ore ago

Alessandro Basciano, il legale: “Ucciso dalla stampa,...

La decisione della gip Anna Magelli che questa mattina ha interrogato in carcere l'influencer accusato di stalking nei confronti della...

Cultura6 ore ago

Morta Adele Corradi, ‘la professoressa diversa’...

Aveva 99 anni. Aiutò il sacerdote negli anni difficili e avvincenti della Scuola di Barbiana Adele Corradi, la professoressa che...

Economia6 ore ago

Manovra, Manageritalia: “Puniti e ignorati il 15% dei...

L'analisi e le proposte durante l'assemblea nazionale Individuare un nuovo equilibrio tributario e di welfare che non penalizzi il ceto...