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Ucraina, Usa accusano la Russia: “Ha fatto uso di armi chimiche”

Usa accusano Mosca: "Ha fatto uso di armi chimiche". L'agente chimico cloropicrina e gas lacrimogeni sarebbero stati usati come arma di guerra. La replica: "Accuse infondate"

Carri armati - (Afp)

Il ministero della Difesa della Russia ha annunciato di aver preso il controllo di due villaggi situati vicino ad Avdiivka, nell'oblast di Donetsk, nell'Ucraina orientale. Secondo quanto riferito in una nota citata dai media russi, le truppe di Mosca hanno conquistato Berdychi e Ocheretyne. Il primo è situato a circa 10 chilometri a nord-ovest di Avdiivka (da cui gli ucraini si sono ritirati a febbraio), il secondo è poco più distante, ma nella stessa direzione. La notizia arriva mentre Kiev continua ad aspettare l'arrivo della maggior parte degli aiuti militari americani che di recente sono stati approvati dal Congresso.

Lo scorso fine settimana, il comandante in capo delle forze ucraine, Oleksandr Syrsky, aveva annunciato il ritiro da Berdychi e da altri due villaggi vicini per proteggere "la vita dei nostri difensori". Fonti militari ucraine, citate dall'agenzia Dpa, hanno precisato che ora gli scontri più pesanti nel Donetsk si registrano nelle zone di Pokrovsk e Kurakhove.

Bombe russe su oblast Kharkiv, feriti 6 bambini e un anziano

Sei bambini e un anziano sono rimasti feriti da bombe guidate lanciate dalle forze armate russe su un edificio civile nella città di Derhachi nell'oblast di Kharkiv, in Ucraina. Lo rende noto il governatore regionale Oleh Syniehubov. L'Amministrazione militare regionale di Kharkiv ha precisato che i bambini sono rimasti feriti agli arti.

Zelensky: "Solo con la forza possiamo fermare il terrore"

Solo con la forza possiamo fermare il terrore, a scritto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un messaggio postato su X in cui ricorda che "nel solo mese di aprile, i terroristi russi hanno utilizzato più di 300 missili di vario tipo, quasi 300 droni “Shahed” e più di 3.200 bombe aeree guidate contro l’Ucraina. Le nostre città e comunità, dalla regione di Sumy alla regione di Odessa, di Dnipropetrovsk, di Kharkiv, di Donetsk, di Mykolaiv e Kherson soffrono di questo terrore deliberato e vigliacco ogni giorno e notte".

"Migliaia di vite umane - prosegue - sono state salvate grazie all'aiuto di leader e paesi che hanno già sostenuto il nostro scudo aereo e che stanno già esercitando una pressione efficace con le sanzioni contro la macchina da guerra russa. Tuttavia, purtroppo, molte vite sono state portate via da questi attacchi. Ed è solo attraverso la forza che possiamo fermare questo terrore. La forza del nostro popolo, la forza dell'unità mondiale, la forza della pressione sulla Russia, la forza dei sistemi di difesa aerea forniti all'Ucraina, la forza dei nostri soldati che tengono la prima linea. Tutti coloro che lavorano per la nostra forza e per la nostra difesa contro la Russia sono veri difensori della vita".

Usa accusano Mosca: "Ha fatto uso di armi chimiche"

Gli Stati Uniti intanto hanno formalmente accusato la Russia di aver fatto uso di armi chimiche come arma di guerra nel conflitto in Ucraina. In particolare, il Dipartimento di Stato americano ha affermato di aver “determinato che Mosca ha utilizzato l'agente chimico cloropicrina e gas lacrimogeni contro le forze ucraine in violazione della Convenzione sulle armi chimiche (CWC)”. "L'uso di tali sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è da attribuire allo sforzo per rimuovere le forze ucraine dalle posizioni fortificate, ottenendo vantaggi tattici sul campo di battaglia", afferma in una dichiarazione.

La conclusione degli Stati Uniti coincide con la testimonianza delle truppe ucraine che affermano di aver dovuto affrontare un aumento degli incontri con gas e altre sostanze chimiche irritanti in alcune parti della loro linea del fronte con le forze russe negli ultimi mesi.

Cremlino: "Accuse infondate"

Il Cremlino respinge le accuse del Dipartimento di Stato Usa. "Abbiamo visto le notizie - ha detto il portavoce Dmitry Peskov in dichiarazioni riportate dai media russi - Come sempre, queste accuse sembrano assolutamente infondate e non comprovate".

Hrw denuncia: "Russia giustizia ucraini disposti ad arrendersi"

Le forze russe hanno giustiziato "a sangue freddo" dall'inizio di dicembre almeno 15 militari ucraini che volevano arrendersi sul fronte e altri sei che si erano già arresi o erano in procinto di farlo. La denuncia parte da Human Rights Watch (HRW), che ha chiesto un'indagine completa. L'organizzazione ha analizzato filmati realizzati dai droni del 2 e 27 dicembre e del 16, 19 e 25 febbraio. Sebbene in alcuni casi gli esperti non siano stati in grado di verificare il luogo esatto degli eventi, hanno riscontrato che le vittime erano soldati non più impegnati in combattimento e quindi non dovevano essere considerati un obiettivo nonostante l'esistenza di un conflitto armato.

In uno di questi casi, le immagini mostrano addirittura come almeno sette soldati ucraini abbiano lasciato la trincea e si siano tolti le protezioni per mettersi di fronte a cinque soldati russi armati. Tre di questi ultimi hanno aperto il fuoco e sei ucraini sono caduti al suolo, mentre il settimo ha cercato senza successo di tornare in trincea prima di essere abbattuto. In un altro video, presumibilmente catturato da un drone russo, si sente una voce che proclama: "Non fate prigionieri, sparate a tutti". HRW conclude che non si tratta affatto di episodi isolati, infatti i rapporti della missione delle Nazioni Unite per i diritti umani registrano anche casi di esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra dall'inizio dell'invasione russa nel febbraio 2022 e la Procura ucraina ha 27 indagini aperte sulla morte di 54 prigionieri di guerra.

Attacco su Odessa

Un attacco missilistico russo ha ferito 13 persone nella città di Odessa. Lo ha riferito su Telegram il sindaco della città Gennadiy Trukhanov, aggiungendo che i soccorritori stavano combattendo un incendio su vasta scala senza fornire dettagli. Oleg Kiper, governatore della regione di Odessa, ha detto giovedì su Telegram che "infrastrutture civili, compresi i magazzini postali, sono state danneggiate".

Mosca denuncia attacchi con droni alle sue infrastrutture

Il governatore della regione russa occidentale di Smolensk, Vasily Anokhin, ha annunciato su Telegram che la notte scorsa sono stati compiuti attacchi con droni contro impianti di infrastrutture civili della zona. "Il nemico ha tentato di causare danni ad un impianto di infrastrutture energetiche civili. Non ci sono stati vittime o feriti".

Altri droni ucraini hanno causato danni alle infrastrutture energetiche e provocato conseguenti interruzioni dei servizi di forniture nella regione centrale russa di Oryol, secondo quanto riportato dal governatore regionale Andrei Klychkov su Telegram. I droni sono stati intercettati dalle unità di difesa aerea sui distretti di Glazunovsky e Sverdlovsky.

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Esteri

Cecilia Sala, la madre incontra Meloni: “Fiducia è...

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La premier Giorgia Meloni ha parlato con i genitori della giornalista, un colloquio telefonico con il padre Renato Sala e un incontro a Palazzo Chigi con la madre, Elisabetta Vernoni

Elisabetta Vernoni - Adnkronos

''La fiducia è tanta, stanno lavorando. Io sono un po' come Cecilia, sono un po' un soldato", così Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, dopo l'incontro avuto a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni. "La premier ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre. È stata più precisa e puntuale ed è questo che io volevo e questo ho avuto", ha detto Vernoni. Ai giornalisti che le hanno chiesto se fosse soddisfatta dell'incontro con Giorgia Meloni ha risposto: "Ovviamente sì, in questo momento". "È ovvio che ieri c'è stato un cambio di umore forte", ha aggiunto alludendo alla telefonata con la figlia sulle sue condizioni carcerarie, "però, sì assolutamente". "Dormo per terra in cella e mi hanno tolto anche gli occhiali", aveva raccontato Cecilia Sala nella telefonata concessa alla madre, al padre e al compagno. Non ha ricevuto nessun pacco: nessun panettone, nessun cioccolato, né sigarette, né maglioni, né i quattro libri, né la mascherina per proteggersi dalla luce al neon accesa 24 ore su 24, né beni di prima necessità.

Per questo la preoccupazione principale di Elisabetta Vernoni sono le condizioni carcerarie di Cecilia Sala. "Lì non esistono le celle singole, esistono le celle di detenzione per i detenuti comuni e poi le celle di punizione, diciamo, e lei è in una di queste evidentemente: se uno dorme per terra, fa pensare che sia così...", ha detto ai cronisti. "La prima cosa sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi decisioni importanti e di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia, di cui io non piango, non frigno e non chiedo tempi, perché sono realtà molto particolari", ha aggiunto dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni.

"Le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni, che non ha compiuto nulla, devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita", ha spiegato. "Poi se pensiamo a giorni o altro... io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un'eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini". Le hanno detto qualcosa sui tempi? "Qualche cosa - ha risposto -, ma cose molto generiche, su cui adesso certo attendo notizie più precise".

Il caso Cecilia Sala

Sala è accusata di aver violato "le leggi della Repubblica islamica dell'Iran". Entrata in Iran con visto giornalistico il 14 dicembre, la giornalista si trova in isolamento nel carcere di Evin da 15 giorni. Questo pomeriggio si è tenuto un vertice di circa un'ora a Palazzo Chigi sul caso. Al tavolo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano e l'intelligence italiana. La mamma di Cecilia Sala, Elisabetta Vernoni, è intanto a Palazzo Chigi per incontrare la premier Meloni.

Nel corso del pomeriggio, Giorgia Meloni ha parlato con entrambi i genitori di Cecilia Sala: oltre all'incontro a Palazzo Chigi con la madre, Elisabetta Vernoni, la premier ha avuto anche un colloquio telefonico con il padre Renato Sala.

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Esteri

Ucraina, amb.polacco a Roma: “Per pace duro lavoro di...

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"Credo fermamente che la nuova amministrazione del presidente Trump manterrà il suo coinvolgimento nella sicurezza globale e quindi anche in quella europea"

Ucraina, amb.polacco a Roma:

Per raggiungere "una pace giusta" in Ucraina serve "il duro lavoro di tutti", la Polonia, da ieri alla guida della Ue, lavorerà perché i 27 continuino a sostenere Kiev, consapevole che la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione Europea "non ha una bacchetta magica". Lo dice in un'intervista all'Adnkronos l'ambasciatore Ryszard Schnepf, capo della missione diplomatica polacca a Roma.

"Mi auguro vivamente che si possa arrivare a un accordo per una pace giusta. La presidenza polacca si adopererà per un permanente e instancabile sostegno politico, militare e finanziario dell'Ue all'Ucraina e alla sua ricostruzione e aumenterà la pressione sulla Russia e sui suoi delegati affinché pongano fine all'aggressione in corso il prima possibile - afferma l'ambasciatore - Ma è anche vero che una presidenza del Consiglio dell'Ue non ha una bacchetta magica. Ci sarà bisogno di duro lavoro da parte di tutti".

Schnepf, che è stato anche ambasciatore a Washington ed ha una formazione di storico, commenta poi le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui l’Europa da sola non può aiutare l’Ucraina, ma servono anche gli Stati Uniti. "Le possibilità dell’Unione Europea sono più grandi di quanto pensiamo, ma per affrontare le sfide globali, e il conflitto in corso ne fa parte, è necessaria la collaborazione transatlantica - sostiene l'ambasciatore - Credo fermamente che la nuova amministrazione del presidente Trump manterrà il suo coinvolgimento nella sicurezza globale e quindi anche in quella europea".

Infine, il diplomatico parla dell'ipotesi di una forza di peacekeeping da dispiegare eventualmente in Ucraina una volta che ci sarà un accordo: "Come ha detto ultimamente il nostro premier Donald Tusk, in quanto civiltà occidentale dobbiamo fare tutto per fare sì che l'Ucraina esca da questa guerra senza perdite, nel rispetto del territorio, dei confini e della sicurezza per il futuro. L'obiettivo da raggiungere è quello di una pace giusta, duratura, complessiva". "E non sono solamente slogan - scandisce Schnepf - Ne va della nostra sicurezza, cioè della sicurezza europea. E’ fondamentale che il futuro accordo sia sostenibile e che sia controllabile. La presidenza polacca lavorerà sulle possibili soluzioni assieme ai partner europei, ma anche con altri paesi a cui sta a cuore il futuro dell’Ucraina e la stabilità del mondo".

GAS: "Siamo sicuri e tranquilli. L’Europa non è più dipendente dal gas russo" e Mosca non può più ricattare i Paesi europei, assicura poi Schnepf, nel secondo giorno di stop alle forniture di gas russo all'Europa via Ucraina: "Dopo lo scoppio della guerra su vasta scala della Russia contro l'Ucraina, l'Unione Europea si è adoperata per ridurre la dipendenza dai vettori energetici russi cercando fonti alternative. È un dato di fatto". "La Russia - sottolinea l'ambasciatore - ha speso miliardi per la costruzione del gasdotto Nord Stream al fine di aggirare l'Ucraina e ricattare l'Europa orientale con la minaccia di tagliare le forniture di gas. E adesso è l'Ucraina ad aver fermato la capacità della Russia di esportare direttamente il gas nell'Ue".

UE-USA: E' "un peccato" che tra Stati Uniti ed Unione Europea, dopo la vittoria di Donald Trump al voto per la Casa Bianca, si parli di dazi, risponde l'ambasciatore alla domanda se sia preoccupato per le misure commerciali che la nuova amministrazione ha minacciato di prendere contro i prodotti europei. "Fino a non molto tempo fa si discuteva della creazione di un’area di libero scambio transatlantico. Credo che sia un peccato che oggi si discuta, invece, di nuovi dazi - dice il diplomatico - Siamo assolutamente per la coesione del mondo transatlantico. Sono convinto che l’Unione Europea risponderà in modo positivo alle aspettative degli Stati Uniti e prenderà decisioni che faciliteranno le relazioni commerciali tra di noi".

UE: E' la sicurezza una delle priorità della presidenza polacca dell'Unione Europea. "La Polonia ha presentato un ambizioso piano di presidenza del Consiglio dell'Unione Europea. E il nostro motto “Sicurezza, Europa!” riflette le sfide che il nostro continente deve affrontare. In questo contesto mi lasci sottolineare che la sicurezza è uno dei valori più apprezzati, sia dagli individui che dalle nazioni", sostiene Schnepf. Quello della sicurezza, sottolinea, "è un bisogno direi primordiale, esistenziale degli esseri umani, dei gruppi sociali e, infine, degli Stati. La sicurezza è una condizione sine qua non per le nostre democrazie. Poniamoci una domanda: possiamo vivere bene senza sentirci al sicuro? Esiste la libertà senza il senso di sicurezza? Possiamo immaginarci lo sviluppo economico si possa verificare se si mantiene nella società uno stato di paura?".

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Esteri

Strage New Orleans, attentatore aveva ricevuto medaglia per...

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Il 42enne texano Shamsud Din Jabbar era stato nell'esercito dal marzo del 2007 al gennaio del 2015 ed era stato inviato in Afghanistan tra il febbraio del 2009 e il gennaio 2010

Strage New Orleans, attentatore aveva ricevuto medaglia per lotta al terrorismo

Shamsud Din Jabbar, il 42enne nato in Texas che nella notte di Capodanno si è lanciato con la sua auto contro la folla festante a New Orleans uccidendo almeno 15 persone e ferendone 35 su Bourbon Street, durante gli anni trascorsi nell'Esercito aveva ricevuto diverse medaglie, tra i quali la Global War on Terrorism Service Medal. Lo riportano i media americani, spiegando che si tratta di un riconoscimento, creato da George Bush dopo l'11 settembre, conferito ai militari che partecipavano alle missioni all'estero durante la 'guerra al terrorismo'.

Jabbar, che è rimasto ucciso nello scontro a fuoco con la polizia seguito al suo attacco, era stato nell'esercito dal marzo del 2007 al gennaio del 2015, prima come Human Resource Specialist e poi come Information Technology (IT) Specialist, ed era stato inviato in Afghanistan tra il febbraio del 2009 e il gennaio 2010. Una volta lasciato il servizio attivo era rimasto riservista fino al luglio del 2020, quando ha lasciato definitivamente l'esercito con il grado di sergente.

Carriera e vita privata

L'uomo aveva due matrimoni falliti alle spalle, uno nel 2012 e il secondo nel 2022. La Cnn rivela che nel tragitto fatto dal Texas e la Louisiana a bordo del furgone usato per l'attacco, Jabbar avrebbe registrato dei video in cui ha ammesso che in un primo momento aveva progettato di riunire la famiglia per uccidere tutti, ma poi aveva cambiato idea e piani, decidendo di unirsi all'Isis.

Jabbar, che aveva cercato anche di arruolarsi in Marina, in un video su Youtube ha descritto in termini positivi della sua esperienza militare, affermando che gli ha insegnato "il significato del servizio, della responsabilità e del prendere tutto sul serio". Nel video l'uomo parla davanti un poster su cui è scritto "disciplina" ed in mano un libro intitolato "leadership".

Sempre online i media hanno trovato un curriculum dell'uomo, con due diplomi, uno del 2010 al Central Texas College e un altro del 2017 della Georgia State University, in informatica. Risulta che ha avuto esperienze lavorative in società di consulenza informatica, ma nel 2020 ha postato un video su YouTube in cui si presenta come agente immobiliare a Houston.

Problemi finanziari per i divorzi

Al suo attivo vi sono alcuni precedenti per reati minori, come un furto per un valore tra i 50 e i 500 dollari nel 2002, e guida in stato di ebbrezza nel 2015, a Fort Bragg. Dagli atti giudiziari emergono anche i divorzi burrascosi: la prima moglie lo aveva denunciato per il mancato pagamento degli alimenti nel 2012, una controversia che è andata avanti per un decennio. E nel 2020 un giudice del Texas aveva imposto all'uomo l'ordine di non avvicinarsi alla seconda moglie durante il divorzio.

In una mail scritta nel 2022 durante i negoziati del divorzio, Jabbar affermava di aver problemi finanziari, di avere arretrati di 27mila dollari per il mutuo della casa, perdite di 28mila dollari con la sua società e debiti con le carte di credito per 16mila dollari. Problemi finanziari che non gli impedito di affittare, al costo di 105 dollari al giorno, il truck usato per l'attacco, un Ford F-150 Lightning, su un sito Turo che permette di affittare auto e veicoli da proprietari privati.

Bandiera dell'Isis

Secondo la Cnn, durante la strage l'uomo aveva con sé una bandiera dell'Isis. Sul pick up, che sarebbe stato noleggiato, sarebbero stati rinvenuti dispositivi in grado di esplodere.

Sui social anche dei video “che indicavano che si ispirava all'Isis”, ha dichiarato da Camp David il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, citando l'Fbi. “L'Fbi mi ha riferito che l'attentatore di New Orleans era un cittadino americano, che aveva prestato servizio nell'esercito ed era stato nella riserva fino a pochi anni fa e che prima dell'attacco aveva postato dei video in cui diceva che voleva uccidere"”, ha detto Biden a proposito del sospetto Shamsud-Din Jabbar.

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