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Istat: disoccupazione al 7,2% (-0,2%), giovanile al 20,1% (-2,3%)

Persone al lavoro - ()

A marzo 2024, rispetto al mese precedente, aumentano gli occupati e gli inattivi, mentre diminuiscono i disoccupati. Lo comunica l'Istat nei suoi dati provvisori. L’occupazione cresce (+0,3%, pari a +70mila unità) per uomini e donne, per dipendenti e autonomi e per tutte le classi d’età a eccezione dei 35-49enni che registrano un calo. Su anno, il numero di occupati a marzo supera quello di marzo 2023 dell’1,8% (+425mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, a eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa: il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,0 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+0,6 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.

Rispetto a marzo 2023, calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-7,4%, pari a -148mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,7%, pari a -213mila). Nel confronto con il mese precedente, il tasso di occupazione sale al 62,1% (+0,2 punti). Similmente, il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-2,8%, pari a -53mila unità) per entrambi i generi e in ogni classe d’età tranne per i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,2% (-0,2 punti), quello giovanile al 20,1% (-2,3 punti).

La crescita del numero di inattivi (+0,1%, pari a +12mila unità, tra i 15 e i 64 anni) si osserva solo per gli uomini e gli under 50; tra chi ha almeno 50 anni l’inattività diminuisce. Il tasso di inattività si mantiene stabile al 33,0%. Confrontando il primo trimestre 2024 con il quarto 2023, si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,2%, per un totale di 56mila occupati. La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-2,1%, pari a -40mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,3%, pari a +40mila unità).

Ecco perché è cresciuta l'occupazione

A marzo la crescita dell’occupazione è effetto dell’aumento sia dei dipendenti, che raggiungono i 18 milioni 793mila, sia degli autonomi, pari a 5 milioni 56mila, fa sapere ancora l'Istat a commento dei dati.

Il numero degli occupati, 23 milioni 849mila, è superiore di 425mila unità rispetto a marzo 2023, come conseguenza dell’incremento di 559mila dipendenti permanenti e di 46mila autonomi, a fronte della diminuzione di 180mila dipendenti a termine. Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 62,1%, quello di disoccupazione scende al 7,2%, mentre il tasso di inattività è stabile al 33,0%.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Economia

Diritti, a StatisticAll confronto su uguaglianze e lotta a...

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Cristina Freguja: "Bisogna far capire al pubblico che è necessario valorizzare l’ eterogeneità".

Diritti, a StatisticAll confronto su uguaglianze e lotta a discriminazioni

Inclusione e diritti sono tra i temi trattati a StatisticAll, il festival della statistica e della demografia in corso a Treviso. Nel panel intitolato “Uguaglianze, discriminazioni e diversity policy: dati, divari e diritti” si è osservato il quadro contemporaneo nazionale e internazionale sulla giustizia sociale, i diritti umani e le politiche di inclusività. La statistica ci può aiutare a rispondere a una domanda: la nostra società si sta finalmente liberando delle discriminazioni di genere, origine etnica, religione, orientamento sessuale o, invece, si tratta di un fenomeno in continuo aumento? Un compito arduo e allo stesso tempo imprescindibile per comprendere meglio la contemporaneità.

“La statistica ufficiale ha investito molto, negli ultimi anni, nella misura delle disuguaglianze, anche per far emergere fenomeni sommersi, cercando attraverso le indagini di studiare anche i processi discriminatori. Siamo in un contesto internazionale che spinge in questo senso, l’ Europa lavora contro queste discriminazioni” ha spiegato Cristina Freguja che poi ha aggiunto: “un problema che esiste anche sui luoghi di lavoro. Bisogna far capire al pubblico che è necessario valorizzare l’ eterogeneità. In questo modo si possono creare relazioni che creano coesione, un tessuto sociale. Un ambiente che favorisce la pluralità non avvantaggia solo la persona, ma la stessa produttività dell’azienda.“

Anche Agnese Canevari, dirigente dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR)–Dipartimento Pari Opportunità–PCM, ha voluto sottolineare come l’ambiente lavorativo possa fare la sua parte raccontando i risultati di una ricerca svolta con l’Istat: “In termini generali una persona su quattro ha dichiarato che il proprio orientamento sessuale ha costituito una discriminante sul posto di lavoro. Le persone non si sono sentite libere, nel proprio ambiente di lavoro, di manifestare la propria identità. Il tema dell’equality data è fondamentale, e il fenomeno della discriminazione deve essere dapprima conosciuto per essere poi affrontato. Linda Laura Sabbadini, che è stata Chair di Women20, ha analizzato il panorama internazionale: "La scarsa sensibilità della rilevanza statistica ufficiale ai fini di adozione di strategie, è un elemento fondamentale di cui tenere conto. Questo è un problema generale che si ha sempre nei contesti internazionali e mondiali. Si riflette particolarmente sulle discriminazioni, specie quelle di genere. Abbiamo paesi del G20, come la Russia, l’Arabia Saudita, il Brasile, in cui c’è il deficit di conoscenza su temi come la violenza sulle donne”.

Una testimonianza dall’estero è fornita anche da Tommaso Vitale, professore di Sociologia nell'Istituto di Studi politici di Parigi (Sciences Po): “La cosa più importante attiene al tipo di conoscenza di cui disponiamo sui fenomeni del razzismo, che può essere individuato come percezione soggettiva della discriminazione o sulle attitudini delle persone. La scelta in Francia è stata di demandare a un ente pubblico di misurare ogni anno le attitudini, con un campione significativo della popolazione. Il questionario è sottoposto a una commissione formata da esperti, in statistica pubblica e alla società civile. Pur nella volontà di mantenere il cuore e gli indicatori fissi, ogni anno viene introdotta una nuova questione a seconda della sensibilità dei cittadini. Credo che vi sia qualcosa di importante in questo metodo: è un metodo che coinvolge molte associazioni”.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Economia

Ue, Saraceno (Ofce): “Possiamo avere un’Europa...

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Intervento a StatisticAll con un focus sul futuro del Vecchio Continente

Ue, Saraceno (Ofce):

"Viviamo in un mondo in cui è difficile pensare che uno stato europeo, che sia l’Italia, la Francia o la Germania, possa da solo far fronte alle sfide globali. Dobbiamo ragionare in una dimensione europea, non ci sono le risorse per fare diversamente. È, però, possibile immaginare un’Europa diversa da quella avuta fino ad oggi”. Così Francesco Saraceno, vice direttore dell'Ofce, centro di ricerca in economia di Sciences Po a Parigi, durante il panel dal titolo “Un’altra Europa è possibile? La governance europea e il suo futuro” ospitato all’interno di StatisticAll, il festival della statistica e della demografia in corso a Treviso.

Con l’inflazione che torna rapidamente sotto controllo, occorre tornare a concentrare l’attenzione sulle sfide strutturali che il vecchio continente deve affrontare e un cambiamento che può avvenire anche a livello monetario: “Un altro euro è possibile e viste le sfide che abbiamo davanti è necessario – ha aggiunto Saraceno – L'Europa è drammaticamente in ritardo sulle sfide della transizione e della produttività, per questo non si può fare a meno di immaginare un'Europa moderna che funzioni meglio".

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Economia

StatisticAll, Chelli (Istat): “AI è di supporto per nostro...

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“Nel campo della statistica l’intelligenza artificiale ci può aiutare a trovare velocemente, consultando un numero infinito di documenti e di archivi, ciò che stiamo cercando”. Così Francesco Maria Chelli, presidente Istat, in occasione della decima edizione di StatisticAll, il Festival della Statistica e della Demografia. Una quattro giorni intensa e ricca di appuntamenti sul tema “Statistiche senza frontiere. Fiducia, etica, sistema: il futuro dei dati in Europa”, in svolgimento a Treviso.

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