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Pechino Express 2024, in finale volano 3 coppie: chi è stato eliminato

Eliminate in semifinale le Ballerine Maddalena Svevi e Megan Ria. Si contendono la vittoria I Pasticcieri Damiano e Massimiliano Carrara, Le Amiche Maddalena Corvaglia e Barbara Petrillo e Italia Argentina Antonella Fiordelisi ed Estefania Bernal

Costantino Della Gherardesca

Sarà una finale a tre, per questa edizione di Pechino Express 2024. A sfidarsi, giovedì 9 maggio, di corsa fino al chilometro decisivo - sorvegliato come sempre da Costantino Della Gherdardesca e dall’inviato Fru - saranno le coppie I Pasticcieri Damiano e Massimiliano Carrara, Le Amiche Maddalena Corvaglia e Barbara Petrillo e Italia Argentina Antonella Fiordelisi ed Estefania Bernal. Questo è il verdetto della semifinale di ieri, giovedì 2 maggio, dopo 233 chilometri tra la città eterna di Kandy e la culla del buddismo in Sri Lanka Mihintale. Tranelli e penalità hanno infiammato la competizione, già agguerritissima, mentre strategie vincenti e rimonte memorabili hanno portato all’eliminazione, a un passo dall’ultimo atto lungo la Rotta del Dragone, delle Ballerine Maddalena Svevi e Megan Ria.

La semifinale

Quella di ieri - in onda su Sky e in streaming su NOW- è stata una semifinale intensissima. A Kandy, alla partenza della gara, i fratelli Carrara, vincitori della scorsa tappa, hanno penalizzato le Ballerine, obbligate a comprare una torta per Costantino prima di mettersi in gara come tutti gli altri viaggiatori. Prima destinazione del percorso il Royal Palace Park, dove dovevano cimentarsi in una danza tradizionale locale usata per invocare gli spiriti soprannaturali; trascorsa la prima notte di questa tappa tra le dimore locali, obiettivo per tutti era raggiungere lo Spice Garden di Matale per una prova di memoria all’insegna dei rimedi ayurvedici tra le erbe e le spezie della medicina popolare, ancora molto diffusa in Sri Lanka. E ancora, subito la missione successiva, alla scoperta di una lunga dinastia di sovrani all’Ancient City di Polonnaruwa, meraviglioso sito archeologico Patrimonio dell’Umanità che oggi custodisce i resti di antichi palazzi e templi: qui le coppie hanno potuto firmare il libro rosso del traguardo intermedio, e i primi a farlo sono stati i Pasticcieri che hanno così guadagnato un posto nella classifica finale e affidato il temutissimo “malus della retromarcia” a Italia Argentina, obbligate – alla ripresa della gara – a chiedere un passaggio nella direzione opposta rispetto a quella da compiere.

La seconda notte con la popolazione locale è stata un’occasione per tutti per festeggiare: in occasione del 19esimo compleanno di Megan, tutte le coppie hanno ricevuto una busta contenente una lettera dai rispettivi parenti, un modo per spronarli e far sentire tutto il tifo da casa. Quindi di buon’ora i viaggiatori si sono addentrati nel Parco Nazionale di Minneriya per un safari sensazionale durante il quale dovevano fotografare almeno cinque degli esemplari di animali indicati (pavone, scimmia, sciacallo, elefante, cervo, bufalo, leopardo o coccodrillo) e rispondere ad alcuni quesiti sulla fauna locale, con la penalità di pesantissimi minuti di sosta forzata. Con tutte le coppie vicinissime tra loro, il percorso in jeep – tra una foto e una domanda a cui rispondere – ha acceso ulteriormente la contesa tra i viaggiatori.

Completato il safari, tutti di nuovo in corsa con destinazione tappeto rosso posto al Kaludiya Pokuna, lo stagno di acqua nera ai piedi della montagna sacra di Mihintale per il verdetto più decisivo della stagione. La classifica finale vedeva al primo posto ancora una volta I Pasticcieri seguiti da Italia Argentina, artefici queste ultime di un’altra rimonta memorabile; al ballottaggio Amiche e Ballerine, con Damiano e Massimiliano che hanno candidato all’eliminazione proprio Maddalena Svevi e Megan Ria: purtroppo per loro la penultima tappa era eliminatoria e quindi hanno dovuto abbandonare il loro viaggio a un passo dalla corsa finale.

Estenuante, spettacolare, appassionante: questa stagione di Pechino Express è stata tutto questo ma anche molto di più. Dopo migliaia di chilometri percorsi tra Vietnam, Laos e Sri Lanka, ora manca solo l’ultimo tratto che, giovedì 9 maggio su Sky e in streaming su NOW, porterà le coppie fino alla maestosa rocca di Sigiriya, un luogo suggestivo che domina le distese verde smeraldo del Paese soprannominato “la lacrima dell’India”. Pasticcieri, Amiche, Italia Argentina: quale sarà la coppia che, benedetta dal Dragone di Pechino Express, vincerà questa edizione?

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Spettacolo

Festa del Cinema di Roma, Tommaso Romanelli racconta il...

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Al centro di 'No More Trouble - Cosa rimane di una tempesta' Andrea Romanelli che nel 1998 ha perso la vita mentre tentava il record nella traversata

Il velista Andrea Romanelli

Sono passati più di 25 anni da quando Andrea Romanelli progettista navale e velista, è scomparso in mare: stava tentando, con Giovanni Soldini, il record nella traversata dell’Atlantico. Nel 1998 il figlio Tommaso aveva 4 anni e ora, da regista, affronta un viaggio nella memoria alla scoperta del padre nel docufilm ‘No More Trouble - Cosa rimane di una tempesta’, in anteprima ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. “Mi è servito per elaborare il lutto”, spiega Tommaso Romanelli nell’intervista all’Adnkronos. “Mi trovavo in un momento di grande difficoltà. Andando in analisi ho capito che dovevo costruire un rapporto con mio padre, che non conoscevo”.

‘No More Trouble’ è nato 5 anni fa quando “a casa ho trovato delle videocassette che erano nella mia stanza. Dopo aver premuto play, mi sono apparse le ultime immagini di mio padre”, ricorda Romanelli. Un momento sconvolgente e rivelatorio. “Ho scoperto questa persona molto simile che non conoscevo. E da qui è partito tutto: ho iniziato a raccogliere il materiale unendolo alle testimonianze che erano con lui sulla barca, come Giovanni Soldini”. Per il velista vedere Tommaso è stato come ritrovare l’amico e collega Andrea. “L’ho riempito di domande, volevo sapere ogni dettaglio”, racconta il regista.

A 26 anni da quel giorno cosa resta? Per Tommaso “l’assenza non va via, ora ha un volto e una voce. L’ho riempita di immagini e di colori. Ho lavorato sul materiale d’archivio per oltre 6 mesi: sentire e risentire mio padre mi ha aiutato a trasformare il vuoto in qualcosa di concreto”. Ora “ho fatto pace con il passato”, ammette il regista. Una storia così intima e personale ma anche universale: “raccontiamo il rapporto tra un padre e un figlio, ma anche la passione per il mare, l’ignoto, la natura, la competizione e la determinazione di un uomo che costruisce la barca più veloce del mondo”, conclude Romanelli. Il documentario sarà distribuito prossimamente al cinema da Tucker Film.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Spettacolo

Festa del Cinema di Roma, Manetti bros: ”Tra...

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I registi presentano una storia sul calcio tra sogni e 'un altro Sud': "Con questo film annulliamo tutte le gomorre"

I Manetti bros. sul red carpet di 'U.S. Palmese' alla 19esima edizione della Festa del Cinema - Agenzia Fotogramma

"Tra 'Fuga per la vittoria (con Sylvester Stallone, Pelè e Michael Caine) e il cartone ‘Holly e Benji’ c’è il nostro ‘U.S. Palmese’". A dirlo sono i Manetti bros., presentano il loro ultimo film alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Una storia sul calcio e sui sogni, anche quelli impossibili, ambientata a Palmi, una piccola cittadina della Calabria. "Questo film non è solo per chi ama il cinema ma anche per chi lo odia, molti non lo considerano uno sport". Per i registi della trilogia di ‘Diabolik’ ‘U.S. Palmese’, dal 20 marzo 2025 al cinema con 01 Distribution, rappresenta un ritorno alle origini, alle radici di casa: “noi ci sentiamo di Palmi, nostra madre è di lì. Quante estati abbiamo trascorso…”, ricorda Antonio e Marco Manetti. "Il sogno del protagonista della storia è anche il nostro”, aggiungono.

Ad interpretarlo Rocco Papaleo: “i Manetti mi avevano promesso che avrei fatto Diabolik, è più simile a me per le mie caratteristiche fisiche e lo sguardo glaciale”, dice scherzando l’attore, che qui presta volto e carisma ad un eroe, ma della porta accanto. È Don Vincenzo, un agricoltore in pensione con il folle sogno di risollevare la squadra di calcio locale, la Palmese ingaggiando Etienne Morville (interpretato da Blaise Afonso), giocatore di Serie A, dal pessimo carattere e dal look griffato, ma tra i più forti al mondo. “Non mi sono ispirato a nessun calciatore. Io provengo dal calcio, poi la recitazione mi ha rapito. Tra i miei miti? Ronaldinho”, racconta Afonso.

Da Don Vincenzo parte così una raccolta fondi che mobilita tutto il paese. La sua impresa bizzarra - un po’ come quella di Leonida nella battaglia delle Termopili con 300 spartani contro il nemico impero persiano - si rivela vincente: Morville lascia Milano e si trasferisce a Palmi, qui si scontra con una realtà lontana dal luccichio del lusso riscoprendo la passione per il calcio, dimenticata inseguendo il business. “Il protagonista ritrova se stesso quando vuole vincere. I giocatori oggi pendono a quante inquadrature gli fanno”, dice Marco Manetti, che sottolinea come molti calciatori preferiscano “stare in panchina alla Juventus piuttosto che far parte dell’Empoli e avere la possibilità di giocare”.

I Manetti bros. dopo 'Ammore e malativa' "raccontiamo un altro Sud", poco visto sul grande schermo, per "annullare tutte le 'gomorre' del meridione e mostrare come sia un posto bellissimo che non deve sottovalutarsi, nonostante i problemi”. Per Papaleo “il Sud ha bisogno di uno specchio attraverso cui possa vedere la sua qualità, altrimenti rischia di deprimersi” .

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Festa del Cinema di Roma, Manetti bros: “Il Sud si...

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I registi raccontano una storia sul calcio e sui sogni attraverso la squadra di calcio di Palmi. Dal 20 marzo 2025 nelle sale con 01 Distribution

I registi Manetti bros. e l'attore Blaise Afonso

Se molti scelgono di lasciare il Sud, i Manetti bros. ci ritornano. E lo fanno con ‘U.S. Palmese’, presentato oggi alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Una storia sui sogni, anche quelli impossibili, attraverso la squadra di calcio di Palmi, una piccola cittadina della Calabria. “Con questo film vorremmo far sì che il Sud Italia possa guardarsi con altri occhi e smetterla di sottovalutarsi”, dicono i Manetti bros. nell’intervista all’Adnkronos. Il Sud, secondo i registi, “ha questa forma di autoflagellazione per cui si parla sempre e solo dei suoi mali. I problemi ci sono - ammettono - ma se si mostrano solo quelli si spopola”. Chi va via “poi la mancanza la sente”.

È il caso “di una nostra amica, che sta lasciando Palmi. Si è commossa - raccontano i registi - pensando a quanto gli mancherà la sua terra”. Ad essere tornati alle radici non sono solo i registi di ‘Ammore e malavita’ ma anche il cast, a partire da Rocco Papaleo, nato in provincia di Potenza, e Giulia Maenza in provincia di Palermo. Nel film interpretano padre e figlia: lui ha un sogno, quello di risollevare le sorti della Palmese, lei non ama il calcio e vorrebbe che mollasse la mobilitazione per trovare i fondi per ingaggiare Etienne Morville (Blaise Afonso), giocatore di Serie A, accecato dalla fama, ma tra i più forti al mondo. “Io sono nata in un paese più piccolo di Palmi e mi rivedo in Concetta. Come lei anche io ho avuto dei desideri troppo grandi per il posto in cui sono nata. Credo che sia necessario mostrare come la passione ti spinga al cambiamento”.

Da Papaleo un verbo da tenere a mente: “Decentralizzare. In questo momento nel nostro immaginario manca la bellezza dei paesi, che continuano a svuotarsi. Invece noi mostriamo che ci si può vivere alla grande”, dice l’attore di ‘Basilicata Coast to Coast’. Il film comincia con il racconto del mondo del calcio moderno, sempre più business, spettacolo e sempre meno sport. “Accade anche nel cinema”, dicono i registi. “Per esempio, il cinema americano si sta un po’ perdendo perché continua a ripetere se stesso, i successi dell’anno sono gli stessi dell’anno precedente”. A non perdere la loro identità sono proprio i Manetti, che provano a non tradire il loro cinema “liberando la fantasia e seguendola fino dove arriva. Rinnovarsi è una sfida, ma anche un rischio. Infatti, i distributori e i produttori rischiano poco e non solo in Italia. Ed è per questo - proseguono - che il cinema è tutto uguale”. Nel calcio “se non si è mossi dalla passione non si va da nessuna parte”, conclude Papaleo.

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