Russia, via Shoigu: qual è l’obiettivo di Putin? L’analisi degli esperti
Analisti ed esperti concordi: "L'intento è una guerra più efficiente, esultano gli ultranazionalisti"
L'avvicendamento al ministero della Difesa russo dimostra che "l'obiettivo non è la pace, ma una guerra più efficiente". E' l'opinione condivisa di analisti ed esperti all'indomani del rimpasto di governo a Mosca, dove gli ambienti ultranazionalisti "esultano" per l'uscita di Sergei Shoigu, nominato segretario del Consiglio di sicurezza, e l'arrivo del 'competente' Andrey Belousov.
Shoigu promosso o rimosso? Qual è l'obiettivo del Cremlino
Mentre ci si interroga su quale potrà essere il ruolo di Nikolai Patrushev: "Il fatto che il figlio Dmitry sia stato nominato vice premier dovrebbe essere il segno che il clan non è in disgrazia - dicono all'Adnkronos fonti a Mosca - E' alquanto improbabile che il figlio salga mentre il padre scende". Quello che si vocifera nella capitale russa, dove non si dubita che un incarico ci sarà per Patrushev, negli anni indicato anche come un possibile successore del presidente, è che a breve possa essere creata una posizione ad hoc per lui, che poi passerebbe allo stesso Putin, una volta che scadrà il suo mandato nel 2030.
Intanto, parlando del nuovo ministro della Difesa, Tatiana Stanovaya, del Carnegie Russia Eurasia Centre e fondatrice del centro di analisi R.Politik, sostiene che l'obiettivo di Putin è quello di "rafforzare l'efficienza della produzione di armi per rispondere in maniera ottimale alle necessità militari". In questo contesto, la nomina di un economista come Belousov appare come "una scelta logica". Concorda Mark Galeotti, lo storico britannico fondatore della società di consulenza Mayak Intelligence, secondo cui "avere qualcuno che ha parlato della necessità di subordinare gran parte dell'economia alle esigenze del settore della difesa ha un certo senso", il ruolo del ministro della Difesa in tempi di guerra "è essenzialmente quella di un amministratore finanziario e Belousov può farlo".
Del resto è stato lo stesso portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ad aver già dato ieri la linea dei commenti, spiegando che la nomina dell'economista, che era vice premier dal 2020 dopo essere stato consigliere del presidente per gli affari economici per sette anni, è motivata dalla necessità di "innovare" mentre le spese per la difesa, pompate dalla guerra in Ucraina, sono arrivate al 6,7% del Pil, vicine al 7,5% di epoca sovietica.
Esultano per l'uscita di scena di Shoigu (anche se solo dal ministero della Difesa) gli ultranazionalisti russi, che non hanno perso occasione negli ultimi mesi per contestare la sua 'mala' gestione della guerra in Ucraina. Il magnate dei media Konstantin Malofeyev, vicino a quegli ambienti, ha commentato che la nomina di Belousov indica che la difesa "sta diventando la priorità assoluta per tutta la politica statale". "Con una pianificazione competente, di cui il nuovo ministro della Difesa è un sostenitore - dice, citato dalla Novaya Gazeta, lasciando intendere che il precedente non lo fosse - avremo armi e pistole", espressione per indicare il modello della macroeconomia sull'equilibrio tra gli investimenti di una difesa nella difesa e quelli nei beni civili.
Secondo il canale proguerra legato al Cremlino Rybar, la tendenza di Belousov "ad avere sempre la propria opinione su molte cose, anche se impopolare, è esattamente quello di cui ha bisogno oggi il dipartimento della difesa".
"Con un economista al ministero della Difesa, e con il vecchio ministro che assume un ruolo politico e di consigliere, sono in ascesa i tecnocrati - commenta ancora Galeotti - L'obiettivo non è la pace ma una guerra più efficiente. Putin si sta preparando al lungo termine, con l'"operazione militare speciale" che è ora il principio organizzativo centrale del suo regime, sa che ha bisogno di tecnocrati per mantenere in funzione la sua macchina da guerra”.
Confermato, intanto, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che pure qualcuno aveva dato in bilico. "In effetti ci sono state difficoltà nel trovare qualcuno che avesse la sua caratura", spiegano le fonti all'Adnkronos, anche perché Lavrov, che secondo le indiscrezioni dei mesi scorsi sarebbe stato tenuto all'oscuro dell'invasione dell'Ucraina, "è riuscito a dare l'impressione che la Russia non sia così isolata", come dimostrano le posizioni di Cina e Brasile e in generale dei Paesi del cosiddetto 'sud globale', che non hanno mai reciso i legami con Mosca.
Resta l'interrogativo di fondo se in effetti Shoigu sia stato promosso o rimosso? A Mosca citano le parole della russologa americana Fiona Hill, che nel suo libro "Putin, operativo al Cremlino", spiega quali sono i criteri in base ai quali il presidente gestisce le nomine, la competenza e la lealtà. "Se sei incompetente vieni spostato, se sei sleale fai la fine di Prigozhin", è la sintesi.
Cronaca
Turetta, oggi parla il pm: chiederà ergastolo per omicidio...
Accusato di omicidio volontario aggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere
Filippo Turetta ha pianificato l'omicidio Giulia Cecchettin: si è appuntato su un foglio gli oggetti da comprare per immobilizzare l'ex fidanzata, ha studiato le mappe per potersi disfare del corpo e ha organizzato la sua fuga da Vigonovo (Padova). Non ha mai considerato l'idea di poter lasciare in vita chi aveva deciso di lasciarlo, tanto meno ha pensato di fare del male a se stesso. Ne è convinto il pm Andrea Petroni che lo ha incalzato durante l'interrogatorio e che oggi, davanti alla corte d'Assise di Venezia, è pronto a chiedere l'ergastolo per il ventiduenne, imputato per omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere.
In aula, il pubblico ministero - nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne - ricostruirà la relazione altalenate di circa un anno e mezzo fra i due studenti di Ingegneria biomedica, la crescente ossessione dell'imputato, la scelta della vittima di allontanarsi e l'insistenza di Turetta che si trasforma in persecuzione soffocante - fino a spiarla con un'app sul cellulare - che gli costa l'aggravante dello stalking. Impossibile, per l'accusa, non sostenere la crudeltà: sono 75 le coltellate inflitte contro la vittima che lo rifiutava.
Cosa ha detto Turetta
"Ho ucciso Giulia perché non voleva tornare con me, soffrivo di questa cosa. Volevo tornare insieme e lei non voleva…mi faceva rabbia che non volesse" le parole di Turetta. E' nel patriarcato che il femminicidio di Giulia Cecchettin affonda le sue radici.
Dopo una serata insieme e l'ultimo 'no', Turetta realizza il suo piano appuntato nella lista, un elenco di oggetti da comprare e idee, che è la prima parziale confessione. "Ho ipotizzato di rapirla in macchina, di allontanarci insieme verso una località isolata per stare più tempo insieme…poi aggredirla, togliere la vita a lei e poi a me" dice interrogato. Bugie, il piano è sempre stato uno.
La ricostruzione
L'11 novembre 2023 nel parcheggio di Vigonovo, a pochi passi da casa Cecchettin, Turetta sa cosa vuole. Quando uno dei coltelli si rompe lui non si ferma: costringe l'ex a salire in macchina, la blocca con dello scotch e quando prova a scappare la finisce con un'altra lama, nella zona industriale di Fossò. Dopo cento chilometri abbandona il corpo, avvolto in sacchi neri, vicino al lago di Barcis e prosegue la fuga in solitaria tra stradine studiate in anticipo, usando solo contanti e spegnendo il telefono per non farsi trovare. Fino alla resa in Germania, una settimana dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin.
Esteri
Ucraina studia il super missile di Putin. Zelensky:...
Kiev mostra i rottami del missile che ha colpito Dnipro. Medvedev: "Europa non può fare niente"
L'Ucraina mostra l'ultimo super missile di Vladimir Putin. L'Oreshnik, la nuova arma lanciata dalla Russia contro un impianto industriale di Dnipro nel corso della settimana, è sotto i riflettori degli esperti di Kiev. Le autorità ucraine hanno mostrato alla stampa i resti del missile che Mosca definisce non intercettabile.
Com'è fatto l'Oreshnik?
L'Oreshnik, per caratteristiche, è ancora un mistero. I servizi di Kiev affermano che il missile è stato lanciato dall'area di Kapustin Yar, nella regione russa di Astrakhan, nota per i test effettuati anche in passato. I rottami recuperati lasciano supporre che il missile fosse dotato di 6 testate. Secondo le informazioni diffuse dalla Russia, e ribadite da Putin nei suoi messaggi dei giorni scorsi, l'Oreshnik ha raggiunto una velocità massima di 11 Mach. Dal lancio all'impatto, sono trascorsi 15 minuti.
Tutto chiaro? Non proprio. Immagini satellitari relative alla zona in cui è caduto il missile, lanciato contro un impianto industriale ritenuto strategico, mostrerebbero danni estremamente limitati all'edificio colpito. L'Oreshnik non avrebbe prodotto effetti devastanti e il suo debutto sul teatro di guerra sarebbe stato sostanzialmente 'dimostrativo'. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, è arrivato ad affermare che "non ci sono missili Oreshnik nella Federazione Russa. Questa è un'arma classica, un missile balistico intercontinentale previsto dai trattati", ha detto. Insomma, Putin avrebbe bluffato.
Zelensky: "Vediamo cosa ci minaccia"
Zelensky non si sbilancia come il suo consigliere e in attesa di pronunciarsi attende risposte dai suoi uomini: Kiev vuole capire quale nuova minaccia si può concretizzare.
"Il Servizio di sicurezza e il ministero degli Interni hanno mostrato alla stampa rottami del missile russo che ha colpito il nostro Dnipro. Sono in corso gli esami, stiamo collaborando con i partner per stabilire tutti i dettagli e tutte le caratteristiche di questo missile. Per trovare una risposta a questa escalation russa, bisogna agire insieme", dice il presidente nel suo consueto messaggio quotidiano.
"Il mondo ha sistemi di difesa aerea in grado di proteggere" da armi come il missile lanciato contro Dnipro, che sarà oggetto di discussione nel meeting Nato in programma, a livello di ambasciatori, nella giornata del 26 novembre.
"È necessario che tutti si concentrino su questo aspetto. La Russia deve sentire che ogni passo che fa per allargare la guerra comporta conseguenze. A Putin non può essere data una sola settimana per adattarsi e trovare una contromisura. È necessario fare sempre di tutto affinché la Russia sia costretta a cercare la pace. Una vera pace. E questo può essere ottenuto solo con due cose: aiutare l'Ucraina e fare pressione sulla Russia", aggiunge Zelensky.
Medvedev: "Oreshnik una catastrofe per l'Europa"
Nelle stesse ore, da Mosca, arriva il messaggio 'simmetrico' di Dmitry Medvedev. E' il numero 2 del Consiglio di sicurezza, mentre Putin si concede un giorno di silenzio dopo le esternazioni in settimana, ad alzare la tensione: "L'Europa non sa più che pesci pigliare, speculando sull'entità dei danni che il missile causerebbe con le sue testate nucleari, sulla possibilità di abbatterlo e sulla rapidità con cui i missili raggiungerebbero le capitali del Vecchio Continente", dice portando l'Oreshnik sotto i riflettori e ribadendo concetti espressi da Putin: Mosca può colpire ogni parte dell'Europa con la nuova arma.
"Permettetemi di rispondere a tutte e tre le domande: i danni sarebbero catastrofici; no, non è possibile abbatterli con i sistemi attuali; e sarà una questione di minuti. No, i rifugi antiatomici non vi salveranno. L'unica speranza è che la Russia, per bontà d'animo, avvisi in anticipo del lancio. Quindi che ne dite di smettere di sostenere la guerra?”, ha scritto su Telegram.
Esteri
Israele, l’annuncio in tv: “C’è...
Secondo quanto riferito dall'emittente pubblica Kan 11 Benjamin Netanyahu sta ora studiando come spiegarlo all'opinione pubblica
Accordo "chiuso" tra Israele e Libano. Ad annunciarlo è stata la tv israeliana Kan riferendo quanto riportato da fonti del governo di Tel Aviv. Le stesse fonti avrebbero riferito all'emittente che ora il primo ministro Benjamin Netanyahu starebbe studiando come spiegarlo all'opinione pubblica.
In Israele il mediatore americano Amos Hochstein - riferisce ancora la tv pubblica sul suo sito - ha avuto il via libera per procedere all’accordo.
Stasera Netanyahu avvierà una consultazione sulla sicurezza con i ministri. Al centro del dibattito ci sarà ora la libertà d'azione dell'Idf nella zona di confine tra Siria e Libano.
Secondo fonti vicine ai mediatori americani, Gerusalemme ha ricevuto garanzie da Washington sulla libertà d'azione in caso di violazione dell'accordo.
Nuovi raid israeliani alla periferia di Beirut
Intanto nuovi attacchi israeliani hanno colpito ieri i sobborghi meridionali di Beirut dopo l'appello dell'esercito israeliano ad evacuare alcune aree della zona considerata una roccaforte di Hezbollah. "Una serie di violenti attacchi ha preso di mira Haret Hreik, Bir al-Abed e Ghobeiry, nella periferia meridionale di Beirut", ha dichiarato l'Agenzia nazionale libanese di notizie (Ani). In precedenza, l'Ani aveva riferito di due attacchi da parte di caccia israeliani sul settore di Kaafat, sempre nella periferia meridionale della capitale, che hanno "causato massicce distruzioni".
Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, aveva avvertito su X che l'esercito avrebbe colpito "installazioni e interessi di Hezbollah" nei quartieri di Hadath e Bourj al-Barajneh, condividendo le mappe delle aree da evacuare. In serata, ha ripetuto l'appello ad evacuare i due quartieri, elencando anche altri quartieri della periferia meridionale.
A Beirut sospese le lezioni in scuole e università
Il Ministro dell'Istruzione libanese Abbas Halabi ha annunciato con un comunicato questa sera che le lezioni in presenza saranno sospese da domani e fino alla fine di dicembre in tutti gli istituti scolastici e di insegnamento superiore di Beirut, Metn, Chouf e Baabda a causa dell'escalation di violenza tra l'esercito israeliano e Hezbollah.