Rafah, Israele schiera altre truppe. Hamas: “Negoziati in un vicolo cieco”
Idf schiera altre truppe in città. Abbas accusa Hamas: "Ha dato pretesti a Israele per attaccare Gaza". Centcom: "Pronto nuovo molo temporaneo a Gaza per distribuzione aiuti"
"La battaglia a Rafah è cruciale. E' questa battaglia che decide molte cose di questa operazione". Benjamin Netanyahu lo ripete anche oggi dopo una ricognizione aerea della Striscia di Gaza, accompagnato dal vice capo degli Stati Maggiori, il generale Amir Baram, secondo quanto si legge sul sito dell'emittente i24 News.
"Stiamo vivendo un giorno difficile in cui abbiamo appreso che cinque dei nostri combattenti sono morti - ha detto ancora il premier israeliano rivolgendosi ai membri del 162esima divisione - questo non indebolirà il vostro spirito combattente, voi siete la generazione della vittoria, combattente in modo straordinario, con sacrifici e continuati da molti mesi. Il popolo israeliano è orgoglioso di voi, io sono orgoglioso di voi, continueremo fino alla vittoria".
"La battaglia si intensificherà"
Per questo l'operazione militare di Israele a Rafah si intensificherà e altre truppe saranno schierate, ha annunciato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, a seguito di una visita sul confine di Gaza, vicino a Rafah.
"Questa operazione continuerà con ulteriori forze che arriveranno nell'area. Diversi tunnel nella zona sono stati distrutti dalle nostre forze e presto saranno distrutti altri tunnel", ha affermato Gallant, stando a una nota. "Questa operazione si intensificherà e Hamas adesso non è un'organizzazione in grado di rigenerarsi. Non ha riserve, non ha la capacità di produrre armi, non ha rifornimenti, non ha munizioni, non ha la capacità di curare adeguatamente i terroristi feriti, e questo significa che la stiamo logorando", ha aggiunto Gallant.
Il Times of Israel già questa mattina aveva riferito che l'esercito israeliano aveva inviato un'altra brigata a Rafah, in attesa dell'approvazione del governo all'ampliamento dell'offensiva. Il nuovo contingente - aveva riferito - è stato schierato nella notte nella città meridionale della Striscia, unendosi alla 162esima Divisione, che opera nella parte orientale della città dall'inizio di questo mese.
Hamas: "Negoziato in un vicolo cieco per colpa di Israele"
Intanto Ismail Haniyeh, capo dell'ufficio politico di Hamas, ha incolpato Israele per l'attuale stallo nei colloqui per il cessate il fuoco a Gaza, affermando che i loro emendamenti alla proposta introdotta dai mediatori Qatar ed Egitto hanno “messo i negoziati in un vicolo cieco”. Lo riporta al Jazeera. “Abbiamo recentemente annunciato il nostro accordo sulla proposta presentataci dai nostri fratelli in Egitto e Qatar, che era nota all’amministrazione americana. Ma l’occupazione israeliana ha risposto a questa proposta occupando e controllando il valico di Rafah e iniziando l’aggressione nell’area di Rafah”, ha detto, rifiutando qualsiasi soluzione postbellica a Gaza che escluda il gruppo.
Abbas accusa Hamas: "Ha dato pretesti a Israele per attaccare Gaza"
Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha accusato dal canto suo Hamas di aver "dato pretesti" a Israele per attaccare la Striscia di Gaza, da oltre sette mesi teatro di un'offensiva militare che è scattata sulla scia del massacro del 7 ottobre e che finora ha provocato oltre 35mila morti. "L'operazione militare condotta unilateralmente da Hamas quel giorno, il 7 ottobre, ha dato a Israele ulteriori pretesti e giustificazioni per attaccare la Striscia di Gaza, uccidendo, distruggendo e sfollando centinaia di migliaia di persone", ha dichiarato Abbas nel suo intervento al vertice la Lega Araba in Bahrein.
Sarebbero 39 le persone rimaste uccise nella Striscia di Gaza solo nelle ultime 24 ore. E dallo scorso 7 ottobre i morti nell'enclave palestinese sarebbero 35.272 secondo il bilancio contenuto nell'aggiornamento diffuso dal ministero della Sanità di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas.
Morti due ostaggi thailandesi
Due ostaggi thailandesi sono stati uccisi nell'attacco del 7 ottobre e i loro corpi sono tenuti da Hamas a Gaza, ha reso noto il portavoce delle Forze di difesa israeliane, il contrammiraglio Daniel Hagari, secondo cui il ministero degli Esteri ha notificato alle famiglie la morte di Sonthaya Oakkharasr e Sudthisak Rinthalak, che lavoravano nelle fattorie della comunità di Bèeri. "Il 7 ottobre, i terroristi di Hamas hanno brutalmente ucciso 39 thailandesi e rapito altri 31 thailandesi per inviarli a Gaza. Come loro, sono stati rapiti altri cittadini stranieri, tra cui cittadini della Tanzania, del Nepal, del Messico, degli Stati Uniti e della Francia", ha ricordato Hagari, secondo cui "la terribile crudeltà di Hamas è stata usata contro chiunque si sia trovato sulla sua strada, indipendentemente dalla sua origine".
Idf: "5 soldati israeliani uccisi da 'fuoco amico'"
L'Idf ha inoltre reso noto che 5 soldati israeliani sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti, di cui tre gravemente, in un incidente di 'fuoco amico' avvenuto ieri sera a Jabaliya. E ha spiegato che un carro armato dell'esercito israeliano, che operava a fianco dei paracadutisti nel campo della città nel nord di Gaza, attorno alle 19 ha sparato due proiettili contro un edificio dove i militari erano radunati.
Cinque soldati dell'Idf sono invece rimasti feriti dopo essere stati investiti da un'auto ad Haifa, in quello che secondo la polizia è probabilmente un incidente stradale e non un attacco intenzionale. La polizia afferma di aver localizzato l'investore, che dopo aver travolto i militari si era dato alla fuga, e di aver avviato un'indagine, anche se probabilmente si è trattato di un incidente.
Il servizio di ambulanze israeliano Magen David Adom riferisce che i cinque giovani sono stati portati al Rambam Medical Center della città. Uno di loro è moderatamente ferito con ferite alla testa e agli arti, mentre gli altri quattro sono leggermente feriti.
Un totale di 365 carichi di aiuti umanitari sono entrati, intanto, nella Striscia di Gaza attraverso i valichi di Kerem Shalom ed Eretz West. Lo hanno reso noto le Forze di difesa israeliane, secondo cui nel convoglio sono compresi 38 camion carichi di farina del Programma alimentare mondiale. Mercoledì erano già stati consegnati 76.000 litri di carburante per i generatori dei panifici.
Idf: "Hezbollah ha effettuato attacchi profondi in territorio israeliano"
Nelle ultime 24 ore, inoltre, Hezbollah ha effettuato il suo attacco più profondo in territorio israeliano, utilizzando due droni armati. Uno è stato abbattuto dalle difese aeree israeliane e l'altro ha colpito una “struttura militare sensibile vicino allo svincolo di Golani, a ovest di Tiberiade” a circa 35 km, dal confine con il Libano, rende noto sempre l'Idf.
Hezbollah afferma che l'attacco è stato una risposta ai recenti attacchi israeliani nel sud del Libano che hanno ucciso i suoi membri. Israele ha risposto all'attacco al Golani Junction effettuando almeno 15 attacchi durante la notte nella regione di Baalbeck, nel Libano orientale. Secondo l'esercito, tra gli obiettivi c'erano un impianto di produzione di armi utilizzato per costruire armi guidate e un drone.
Polizia israeliana sventa tentativo di accoltellamento a Gerusalemme
La polizia di frontiera israeliana ha invece sventato un tentativo di accoltellamento a Gerusalemme, uccidendo l'assalitore. L'uomo si era precipitato verso i soldati con un coltello, dopo essere stato fermato per un'ispezione, ma è stato colpito prima che potesse ferire qualcuno di loro.
Centcom: "Pronto nuovo molo temporaneo a Gaza per distribuzione aiuti"
Il Comando Centrale delle forze armate statunitensi (Centcom) ha annunciato dal canto suo che questa mattina un nuovo molo temporaneo per aiuti umanitari, costruito dagli Stati Uniti, è stato ancorato alla spiaggia di Gaza. Si prevede che i camion che trasportano assistenza umanitaria “inizieranno a sbarcare nei prossimi giorni”, con gli aiuti che verranno ricevuti e distribuiti dalle Nazioni Unite, ha scritto su X Centcom.
Sudafrica chiede all'Aja stop offensiva: "Nuovo livello di genocidio"
Intanto l'ambasciatore del Sudafrica in Olanda, Vusi Madonsela, ha presentato alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja la richiesta di un stop immediato dell'offensiva israeliana a Rafah"Il genocidio di Israele ha raggiunto un nuovo orribile livello, il Sudafrica viene qui oggi per fare il possibile per fermare questo genocidio".
"Israele sta aumentando gli attacchi contro i palestinesi a Gaza, e così facendo, sta volontariamente violando gli ordini vincolanti di questa corte", ha aggiunto riferendosi ai pronunciamenti con cui la Corte ha detto che Israele è obbligato a fare tutto il possibile per prevenire un genocidio e permettere gli aiuti umanitari.
E' intervenuto poi il rappresentante legale del Sudafrica, Vaughan Lowe che ha detto che le "azioni di Israele a Rafah fanno parte di un endgame in cui Gaza è orribilmente distrutta come area abitabile, questo ultimo passo è la distruzione di Gaza e del popolo palestinese".
Esteri
Zelensky contro Usa, Nato e alleati. Russia esulta:...
Non solo Alleanza atlantica e Stati Uniti per il ritardo nella consegna delle armi, il presidente ucraino critica anche l'Occidente per la reazione "nulla" all'arrivo delle truppe di Kim. E Mosca attacca
Non solo Nato e Usa per il ritardo nella consegna delle armi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky critica anche l'Occidente per la non-reazione all'arrivo delle truppe nordcoreane mandate da Kim Jong-un in Russia. Le dure parole del leader di Kiev arrivano in un'intervista rilasciata ai media sudcoreani, colloquio durante il quale ha anche affermato di essere in particolare "sorpreso dal silenzio della Cina" su questo dispiegamento. Pyongyang ha inviato migliaia di militari in Russia: in totale, dovrebbero essere circa 12mila. Le prime unità avrebbero raggiunto la regione russa di Kursk, invasa dalle forze di Kiev all'inizio di agosto, e sarebbero pronte ad entrare in azione.
"Penso che la reazione su questa questione sia stata nulla", ha detto Zelensky, che solo poche ore prima aveva già alzato la voce contro Stati Uniti e Alleanza Atlantica per gli aiuti centellinati e i divieti imposti in una fase decisamente critica del conflitto. Mosca infatti continua intanto a compiere progressi sul fronte nel Donetsk mentre l'esercito di Kiev è surclassato in termini di armamenti.
"Le truppe nordcoreane non hanno ancora iniziato a combattere, ma è questione di giorni, non di mesi", ha poi sottolineato ai media sudcoreani mentre gli Usa parlano di 8mila soldati di Pyongyang già dispiegati a Kursk. "Quando saranno schierati, saranno spinti in prima linea e subiranno pesanti perdite", ha detto ancora il presidente ucraino, secondo cui "la Russia cerca di minimizzare la mobilitazione delle proprie truppe, una questione politicamente delicata per Putin a livello nazionale" perché "danneggia il suo indice di gradimento". Per Zelensky, "la maggioranza" in Russia non sostiene la mobilitazione.
A esultare intanto per l'evidente difficoltà del leader ucraino è, ovviamente, la Russia. Secondo il rappresentante di Mosca presso le Nazioni Unite, Vasili Nebenzia, il “crollo” delle truppe ucraine in prima linea sarebbe infatti dovuto principalmente alla perdita di “ogni legittimità” da parte del presidente Zelensky.
"La ragione principale del crollo delle truppe ucraine in prima linea è che la gente ha semplicemente smesso di credere a quell'ex attore, che già da maggio ha perso ogni legittimità", le parole di Nebenzia in riunione del Consiglio di Sicurezza riprese dalla Tass. Il rappresentante russo ha quindi sottolineato che "anche Washington e i suoi alleati" si sono già resi conto di questa situazione e stanno iniziando a capire che "il problema del regime di Zelensky non è che non ha abbastanza armi e munizioni", ma che ha perso la fiducia della sua stessa popolazione.
La critica e il messaggio agli Usa
"Prima del summit di Washington" a luglio, "i nostri partner hanno detto che non erano pronti ad accogliere l'Ucraina nella Nato ma avrebbero fornito 6 o 7 sistemi di difesa aerea per proteggere i nostri cieli. Non abbiamo ancora ricevuto questi sistemi e abbiamo avuto solo il 10% del pacchetto varato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2014. Non è questione di denaro ma di burocrazia e logistica", aveva detto due giorni fa Zelensky nella sua critica agli Usa.
"Riteniamo che la Russia riceva tra i 10 e 12 miliardi di dollari al mese" tra aiuti e operazioni che sfuggono alle sanzioni. "Se consideriamo il sostegno che l'Ucraina ha ricevuto durante la guerra da tutti i partner, vedrete che è inferiore a quello che ha ricevuto la Russia perché le sanzioni funzionano ma non al 100%", affermava.
C'è un motivo particolare, poi, che induce Zelensky a esprimere una dose di malcontento supplementare. Il New York Times ha diffuso la notizia secondo cui Kiev avrebbe chiesto invano agli Usa la fornitura di missili Tomahawk. "Era un'informazione riservata", spiegava. La richiesta di missili Tomahawk con una gittata di 2.400 chilometri faceva parte del "pacchetto di deterrenza non nucleare" segreto incluso nel piano di vittoria dell'Ucraina.
Esteri
Harris-Trump, è testa a testa in Georgia e North Carolina:...
La dem e il tycoon praticamente appaiati nei due Stati 'battleground' del sud che potrebbero rivelarsi decisivi per la vittoria finale
Kamala Harris e Donald Trump sono praticamente appaiati in Georgia e North Carolina, due Stati 'battleground' del sud che potrebbero rivelarsi decisivi per la vittoria finale. E' quanto emerge da nuovi sondaggi condotti da Ssrs per la Cnn, secondo i quali Trump è in vantaggio su Harris 48% a 47% tra i 'probabili elettori' in Georgia, mentre lo scenario si ribalta in North Carolina.
I distacchi tra i due candidati si trovano all'interno del margine di errore e quindi non c'è un chiaro favorito in alcuno dei due Stati. Il North Carolina ha votato repubblicano nelle ultime tre elezioni presidenziali, anche se nel 2020 Trump ha vinto su Biden di poco più di un punto percentuale. Quattro anni fa in Georgia, invece, Biden sconfisse Trump con un margine inferiore a un punto, dando ai democratici la prima vittoria dopo quella di Bill Clinton nel 1992.
Sono intanto oltre 60 milioni gli elettori che hanno già votato in 47 Stati e nel Distretto di Columbia, dove si trova la capitale Washington, riferisce la Cnn, precisando che si tratta di circa il 38% dei circa 158 milioni di voti espressi nel 2020. Secondo l'emittente, 10 Stati hanno già superato il 50% dei voti totali di quattro anni fa, guidati dalla Georgia, dove i voti espressi sono già oltre due terzi.
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Esteri
Netanyahu avverte: “Israele può raggiungere qualsiasi...
Secondo il NYT per la Guida suprema dell'Iran "non rispondere significa ammettere la sconfitta". Ma arriva l'avvertimento del premier israeliano alla cerimonia di chiusura del corso per ufficiali delle Idf
La Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha ordinato al Supremo consiglio per la sicurezza nazionale del Paese di prepararsi ad attaccare Israele. Lo ha riferito il New York Times, citando tre funzionari iraniani. Khamenei, scrive il giornale americano, ha preso la decisione dopo aver esaminato un rapporto dettagliato di comandanti militari sull'entità dei danni provocati dal raid israeliano della scorsa settimana alla capacità di produzione missilistica del Paese, ai sistemi di difesa aerea intorno a Teheran, alle infrastrutture energetiche critiche e a un porto situato nel sud.
La portata dell'attacco di Israele e i quattro soldati iraniani uccisi negli attacchi aerei sono "troppo grandi per essere ignorati" e secondo i funzionari citati, "non rispondere significherebbe ammettere la sconfitta".
L'avvertimento di Netanyahu
Ma il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, durante un discorso pronunciato alla cerimonia di chiusura del corso per ufficiali delle Idf ha messo in guardia: "Oggi Israele ha più libertà di azione in Iran di quanta ne abbia mai avuta" e "può raggiungere qualsiasi luogo in Iran se necessario", ha dichiarato.
"L'obiettivo principale che ho fissato è impedire (che l'Iran si doti di, ndr) armi nucleari", ha osservato Netanyahu, citato dal sito di Haaretz. Il primo ministro ha anche parlato del rapporto tra il suo governo e la Casa Bianca, sostenendo di "apprezzare la politica degli Stati Uniti, ma quando è necessario, dico di no".
Se ci fosse una rappresaglia dell'Iran per l'attacco subito da Israele, gli Stati Uniti sosterranno lo Stato ebraico ha intanto riferito ieri la Casa Bianca, chiedendo a Teheran di non rispondere alla rappresaglia israeliana.
L'intelligence israeliana ritiene intanto che l'Iran si stia preparando ad attaccare lo Stato ebraico dal territorio iracheno nei prossimi giorni, possibilmente prima delle elezioni presidenziali statunitensi in programma il 5 novembre, hanno riferito due fonti israeliane ad Axios, secondo le quali per l'intelligence israeliana l'attacco dovrebbe essere condotto utilizzando un gran numero di droni e missili balistici.
Lanciare un attacco attraverso le milizie filo-iraniane in Iraq e non direttamente dal territorio iraniano - nota il portale di notizie - potrebbe essere un tentativo da parte dell'Iran di evitare un'altra rappresaglia israeliana, la terza, contro obiettivi strategici nella Repubblica islamica.
Idf: abbattuti 2 droni partiti da Iraq
Intant l'Idf fa sapere che sistemi di difesa aerea israeliani hanno abbattuto due droni partiti dall'Iraq, precisando che i due aerei senza pilota sono stati intercettati prima che entrassero nello spazio aereo israeliano e sono stati abbattuti vicino alla zona del Mar Morto.
Iran: "Risposta sarà brutale"
Nonostante l'avvertimento, l'Iran ha avvertito che risponderà in modo “brutale” all'attacco israeliano contro le sue installazioni militari, e Israele “se ne pentirà”, riporta l'agenzia di stampa iraniana Tasnim. “La recente azione del regime sionista, che ha attaccato parti del nostro Paese, è stata un atto disperato, e la Repubblica islamica dell'Iran risponderà in un modo brutale che farà rimpiangere Israele”, le parole di Mohammad Mohammadi Golpayegani, capo dello staff della Guida Suprema iraniana Ayatollah Ali Khamenei.
Il Paese risponderà in modo "definitivo e doloroso" probabilmente prima delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, ha detto ieri una fonte di alto rango alla Cnn. "La risposta della Repubblica islamica dell'Iran all'aggressione del regime sionista sarà definitiva e dolorosa", ha affermato la fonte. Sebbene la fonte non abbia fornito una data esatta per l'attacco, ha affermato che "probabilmente avverrà prima del giorno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti".
Tregua in Libano, le condizioni di Netanyahu
Un qualsiasi accordo di cessate il fuoco con Hezbollah ''deve garantire la sicurezza di Israele'', ha detto intanto il primo ministro israeliano durante l'incontro a Gerusalemme con i due inviati degli Stati Uniti per il Medioriente, Amos Hochstein e Brett McGurk.
"Il primo ministro ha chiarito che la questione principale non sono le carte per questo o quell'accordo, ma la determinazione e la capacità di Israele di garantire l'applicazione dell'accordo e di prevenire qualsiasi minaccia alla sua sicurezza da parte del Libano", ha affermato l'ufficio di Netanyahu in una nota al termine delll'incontro.
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