Sostenibilità, acquisti pubblici verdi non decollano, Pa ferma al 62%
E' il quadro che emerge dal VII rapporto 2024 'I numeri del Green Public Procurement in Italia' dell’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente e Fondazione Ecosistemi presentato oggi a Roma al Forum Compraverde Buygreen 2024
In Italia freno a mano tirato sull’applicazione del Green Public Procurement (acquisti pubblici verdi) e dei Criteri Ambientali Minimi che, a otto anni dall’entrata in vigore, faticano a decollare in maniera strutturata. E' il quadro che emerge dal VII rapporto 2024 'I numeri del Green Public Procurement in Italia' dell’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente e Fondazione Ecosistemi presentato oggi a Roma al Forum Compraverde Buygreen 2024, giunto alla sua XVIII edizione.
Obiettivo del rapporto, in partnership con Assosistema, Università degli Studi di Padova, AdLaw Avvocati Amministrativisti, il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e la Rete dei Comuni Sostenibili, raccontare come l’Italia stia affrontando la sfida della sostenibilità che passa anche dagli acquisti promossi dalle amministrazioni pubbliche e dall’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi. Attraverso la somministrazione di un questionario online, sono 126 le Pa che hanno risposto nel merito dell’applicazione delle politiche necessarie al Green Public Procurement nelle gare di appalto avvenute nel 2023, tra cui la conoscenza dello strumento, la formazione del personale, il plastic free e il gender procurement, e sull’adozione dei Criteri Ambientali Minimi, la cui obbligatorietà vige dal 2016.
Su un campione di 126 amministrazioni pubbliche, tra cui 14 Centrali di Committenza Regionali, 64 enti gestori di 148 aree protette, 41 Asl e 7 Città metropolitane, nel 2023 l’indice medio di performance del campione indagato è pari al 62%, con un valore massimo del 79% raggiunto dai Comuni metropolitani e un minimo, pari al 56%, toccato dagli Enti gestori di aree protette. L’indice rappresenta una valutazione complessiva sull’attuazione di politiche necessarie per il Gpp e sull’applicazione dei Cam. Nota dolente, la percentuale relativa al monitoraggio degli acquisti, una pratica effettuata solo dal 17% del campione. Dall’altro lato, i dati migliori riguardano invece la 'conoscenza del Green Public Procurement' ormai ben consolidata: per il 98% delle amministrazioni pubbliche la conoscenza di tale strumento è diffusa, assicurando un primo passo fondamentale per la sua applicazione; seguono, tra le politiche più conosciute e applicate, quelle sul 'Plastic free' (57%) e la 'Formazione' (56%); più indietro, ma altrettanto importanti, sono i 'Criteri Sociali' (47%) e il 'Gender Procurement' (46%).
Oggi in Italia a pesare sui ritardi nell’applicazione del Gpp e soprattutto dei Cam è per il 53% delle stazioni appaltanti intervistate la difficoltà 'di stesura dei bandi', seguita dalla 'mancanza di formazione' adeguata (41%) e dalla mancanza di imprese con requisiti idonei (34%). Per questo l’Osservatorio Appalti Verdi chiede che "le azioni principali da cui partire riguardino in primis la formazione del personale competente e qualificato sul tema dei Cam, seguita dal controllo dell’esito delle gare d’appalto".
“Il dato complessivo sull’applicazione del Green Public Procurement in Italia ci indica che gli acquisti verdi, sebbene la loro utilità sia ampiamente riconosciuta, subiscono ancora troppi rallentamenti - dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico Legambiente - Il Rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi serve a puntellare i punti di debolezza su cui intervenire per rendere il Gpp maggiormente efficace e praticato dalle Pa, in modo che possa diventare uno strumento strutturale. La promozione di un sistema di acquisti ambientalmente e socialmente preferibili può davvero generare un miglioramento in termini ambientali e di diffusione di tecnologie verdi”. Per Silvano Falocco, direttore Fondazione Ecosistemi, "i dati del Rapporto fanno emergere l’urgenza di rafforzare, con azioni specifiche, lo strumento del Gpp. Sono necessarie 3 azioni: ogni pubblica amministrazione deve avere un referente del Gpp; serve un programma nazionale per formare e affiancare le PP.AA. nell'inserimento dei criteri ambientali e sociali; serve una Task Force nazionale che sia in grado di verificare il rispetto dei diritti umani e sociali lungo le filiere di produzione, per evitare il dumping sociale".
Tra tutte le prestazioni monitorate nelle quattro stazioni appaltanti, si sottolinea la presenza, in otto enti gestori di aree protette sui 64 totali, di un referente per il Green Public Procurement, così come era stato chiesto nelle proposte avanzate nel Rapporto dello scorso anno dall’Osservatorio Appalti Verdi. "Centralizzare la pratica del Gpp attraverso una persona più competente che sappia mettere in rete gli uffici, è infatti uno dei nodi da sciogliere e su cui insistere anche per la diffusione e applicazione del Gpp in generale", si rileva nel report. Sempre sul versante degli enti gestori delle aree protette, il rapporto ha registrato percentuali basse per quanto riguarda l’applicazione di strategie migliorative per la raccolta differenziata (solo il 39% le mette in pratica) e iniziative per il risparmio energetico e la nascita di Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali (solo il 44% le promuove).
Tra le 41 Asl che hanno risposto al questionario dell’Osservatorio, si apre una lacuna nel sistema di monitoraggio degli acquisti, con solo il 5% di attuazione. Un dato che fa accendere una spia rossa e richiama la ricerca di soluzioni utili per capire come si effettuano gli acquisti e come poter razionalizzare le spese, anche alla luce dei numeri contenuti nell’ultimo Documento di Economia e Finanza che certifica per l’anno 2023 una spesa sanitaria di oltre 131 miliardi di euro, con un rapporto spesa sanitaria/Pil del 6,3%.
Alla luce di tutto, l'analisi indica due priorità su cui intervenire immediatamente, per permettere una crescita più veloce ed efficace del Gpp nel nostro Paese. La maggiore difficoltà che ancora oggi registrano le pubbliche amministrazioni, infatti, riguarda la carenza di supporto tecnico alla stesura dei documenti di gara, un aspetto fondamentale visto che, ad esempio, molti Cam non prevedono un’applicazione automatica ma richiedono una personalizzazione in fase di progettazione della gara, necessaria anche in alcuni servizi (come quelli sulla gestione energetica degli edifici o del verde pubblico). È necessario quindi dotare ogni amministrazione di personale specifico, formato, che sappia indirizzare e seguire in tutte le sue fasi la partita degli acquisti.
È ancora del tutto assente invece, l’attività di monitoraggio dello stato di adozione del Green Public Procurement all’interno delle singole stazioni appaltanti. Questo rende impossibile la corretta valutazione dei feedback delle procedure di gara in merito ai criteri ambientali da integrare. Anche in questo caso, il monitoraggio è realisticamente possibile solo se viene individuato un referente specifico del Gpp. Un referente che dovrebbe essere il soggetto in grado connettere le varie policy dell’amministrazione (piani d’azione climatica, della mobilità, per l’economia circolare e la prevenzione dei rifiuti, piani di rigenerazione urbana, consigli del cibo, ecc...) con l’uso dello strumento del Gpp.
Sostenibilità
Mazzoncini (A2a): “Risultati del terzo trimestre...
“Le ottime performance economico-finanziarie ottenute nei primi nove mesi del 2024 hanno consentito di procedere più speditamente negli investimenti previsti dal nostro Piano. I risultati di questo terzo trimestre confermano ulteriormente la consistenza della nostra strategia: abbiamo raggiunto un utile netto mai realizzato prima di oltre 700 milioni di euro, superando quanto registrato in tutto il 2023". Lo afferma l'amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini, commentando i risultati relativi ai primi 9 mesi del 2024.
“Con questi risultati - aggiunge l'ad - abbiamo potuto rivedere al rialzo la guidance per il 2024, con un Ebitda atteso tra 2,28 e 2,32 miliardi di euro e un utile netto ordinario di Gruppo tra 0,80 e 0,82 miliardi di euro. Si tratta di obiettivi importanti che ci consentono di sostenere la competitività e accelerare nel percorso intrapreso per lo sviluppo di infrastrutture strategiche per la transizione ecologica del Paese”.
La sostenibilità del debito di A2a è “invidiabile”. Il rapporto tra posizione finanziaria netta ed Ebitda rolling si attesta a 1,7. “Alla fine dell’anno paghiamo all’Enel l’acquisizione della loro rete. Il fatto di arrivare con un’ottima posizione finanziaria ci rende sereni” ha spiegato l’ad, in merito alla vendita della rete di distribuzione di Milano e Brescia da Enel ad A2a per 1,2 miliardi di euro.
"Il passaggio della rete acquisità avverrà il 31 dicembre" ha poi aggiunto. La posizione finanziaria netta è pari a 4,01 miliardi di euro. Escludendo gli impatti delle variazioni di perimetro del periodo e dell’emissione del bond ibrido, la Pfn si attesta a 4.688 milioni di euro grazie a un flusso di cassa operativo che ha garantito la copertura di investimenti e dividendi.
Sostenibilità
A2a, in nove mesi utile netto a 713 milioni (+68%), ricavi...
A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un utile netto di 713 milioni di euro, +68% rispetto allo stesso periodo del 2023 (425 milioni di euro). I ricavi del Gruppo hanno subito una contrazione del 17%, rispetto ai primi nove mesi del 2023, attestandosi a 9.097 milioni di euro.
La variazione - si sottolinea - è riconducibile al calo dei prezzi energetici sia all’ingrosso sia retail e in misura molto contenuta alla contrazione delle quantità vendute ed intermediate sui mercati all’ingrosso più che compensata dai maggiori volumi venduti sui mercati retail elettricità, gas e teleriscaldamento.
A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con costi operativi in calo del 26% rispetto lo stesso periodo dell'anno precedente, attestandosi a 6.641 milioni di euro. Il costo del personale, paragonato ai primi nove mesi del 2023, è aumentato di circa 53 milioni (+9%), raggiungendo la cifra di 652 milioni. La variazione è legata per circa il 40% al maggior numero di Fte (Full-time equivalent) dei primi nove mesi del 2024 rispetto all’anno precedente (+4%) a seguito di assunzioni effettuate nell’ultimo trimestre del 2023 e nei primi nove mesi del 2024, all’avvio e potenziamento di impianti e strutture in coerenza con gli obiettivi di sviluppo del Gruppo, nonché all’aggiudicazione di nuove gare nel comparto dell’igiene urbana (area Liguria e Val d’Aosta) e all’acquisizione di una nuova società (Agesp Energia).
Il Gruppo A2a chiude i primi nove mesi del 2024 con 898 milioni di euro in investimenti, un dato in crescita del 13% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, nel quale si erano attestati a 796 milioni. Per quasi il 60% hanno riguardato interventi di sviluppo finalizzati all'ammodernamento delle reti di distribuzione elettrica, allo sviluppo degli impianti fotovoltaici, a garantire flessibilità e copertura dei picchi di domanda, al recupero di materia e di energia e alla digitalizzazione del Gruppo.
Nello stesso periodo, le operazioni di m&a sono state pari a 65 milioni di euro, al netto delle cessioni, grazie all’acquisizione di Agesp Energia, società di vendita di energia elettrica, gas e calore attiva nell’area di Busto Arsizio, in provincia di Varese; all’acquisizione del 70% del Parco Solare Friulano 2, società che ha ottenuto il permesso per la costruzione e l'esercizio di un impianto fotovoltaico della potenza autorizzata di 112,1 MWp e all’acquisizione del 100% di Biomax Società Agricola a.r.l., operante nella produzione di energia elettrica da biogas.
Sostenibilità
A2a aggiorna piano strategico 2024-2035, dividendi in...
Mazzoncini: "Alla prossima Assemblea proporremo un Piano di Azionariato Diffuso"
A2a ha aggiornato il proprio piano strategico 2024 - 2035, confermando investimenti per 22 miliardi di euro suddivisi in 6 miliardi per l’economia circolare e 16 miliardi per la transizione energetica, che permetteranno di raggiungere nel 2035 un Ebitda di 3,3 miliardi di euro e un utile netto superiore a 1 miliardo di euro. Sul fronte dividendi, la nuova politica del Gruppo prevede una crescita sostenibile del dividendo per azione di almeno il 4% annuo, rispetto al 3% annuo previsto nel precedente Piano presentato a marzo 2024.
“Guardiamo al 2035 con un Piano che coniuga generazione di valore sostenibile, decarbonizzazione, innovazione e contributo all’autonomia energetica del Paese. Sono scelte strategiche che indirizzano i nostri business e trovano conferma nel Rapporto Draghi per il rilancio della competitività europea" afferma l'amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini. "La nostra visione di lungo periodo - aggiunge - ci ha consentito di essere solidi di fronte alle incertezze geopolitiche ed economiche di questa fase storica, e di ottenere ottimi risultati, superiori alle previsioni. Per questa ragione abbiamo potuto fare nuovi investimenti anticipando cantieri e rivedendo al rialzo i dividendi per i nostri investitori”.
L’ambizione del Gruppo nell’orizzonte di piano prevede il mantenimento dei principali target industriali, tra cui 3,4 miliardi di euro di Rab nelle reti elettriche, 5,7 Gw di capacità da fonti rinnovabili e oltre 7 milioni di tonnellate di rifiuti trattati al 2035. Il percorso di trasformazione industriale del Gruppo poggia sul costante incremento degli investimenti annui da 0,8 miliardi di euro medi nel periodo 2018-20 a 1,8 miliardi di euro medi nel 2031-35, con una progressiva focalizzazione verso business future-fit.
"Dopo aver destinato importanti risorse per un ampio piano di welfare a supporto della genitorialità a favore dei dipendenti del Gruppo - conclude Mazzoncini - abbiamo deciso di proporre alla prossima Assemblea degli Azionisti un Piano di Azionariato Diffuso. Vogliamo coinvolgere tutti i colleghi nel percorso di crescita dell’azienda e condividere con loro i risultati di un lavoro costruito insieme."
Alla luce dei risultati dei primi nove mesi A2a rivede al rialzo la guidance per l'esercizio in corso. Il Gruppo raggiungerà infatti per il 2024 un Ebitda compreso tra 2,28 e 2,32 miliardi di euro e un utile netto ordinario tra 0.80 e 0.82 miliardi di euro sulla base degli ottimi risultati dei primi nove mesi, in particolare grazie alle performance delle business unit Generazione & Trading e Mercato.
A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con una posizione finanziaria netta al 30 settembre 2024 pari a 4.011 milioni di euro. Era di 4.683 milioni al 31 di dicembre 2023. Escludendo gli impatti delle variazioni di perimetro intervenute nell’arco del periodo in esame pari a 65 milioni di euro e l’emissione del bond ibrido per -742 milioni di euro, la posizione finanziaria netta si attesta a 4.688 milioni di euro, sostanzialmente allineata a quella del 31 dicembre 2023. Grazie alla generazione di cassa dei primi nove mesi è stata garantita la copertura di investimenti per 898 milioni di euro e dividendi per 300 milioni di euro.
A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un risultato operativo netto in crescita del 56%, attestandosi a 1.070 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo del 2023, nel quale è stato di 685 milioni. La variazione è riconducibile all'aumento del margine operativo lordo in parte compensato dall'effetto netto dell'incremento degli ammortamenti e dalla diminuzione degli accantonamenti al netto dei rilasci, relativi, in particolare, a contenziosi fiscali.
In calo, invece, gli oneri finanziari netti: dai 103 milioni registrati nello stesso periodo dello scorso anno, ai 95 milioni di euro attuali, principalmente per minori oneri per bond e finanziamenti scaduti.
Le Imposte si attestano a 286 milioni di euro, con un tax rate al 29%, in linea con quello dello stesso periodo dell’anno precedente, in crescita di 117 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2023 per l’aumento della base imponibile.
A2a ha chiuso i primi 9 mesi del 2024 con un margine operativo lordo pari a 1.804 milioni di euro, in aumento del 33% (+447 milioni) rispetto allo stesso periodo del 2023 (1.357 milioni di euro). Al netto delle partite non ricorrenti (+16 milioni di euro nel 2024, +7 milioni di euro nel 2023), il margine operativo lordo ordinario è pari a 1.788 milioni di euro, in aumento del 32% (+438 milioni di euro), rispetto ai primi nove mesi del 2023 (1.350 milioni di euro) grazie al contributo di tutte le business unit, in particolare la business unit Generazione & Trading e la business unit Mercato.