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La Russia corteggia la Libia e fa il ‘doppio gioco’ con Haftar e Seif Gheddafi

La Libia torna a essere "un Paese strategico" per la Russia, dopo che negli anni scorsi ne aveva delegato la 'gestione' a Evgeny Prigozhin e alla sua Wagner

Il Cremlino (Afp)

Mosca corteggia Tripoli e fa il 'doppio gioco', a est, con Haftar e Seif Gheddafi, il figlio del colonnello ricercato dalla Corte penale internazionale su cui puntano ancora i nostalgici del regime. La Libia torna a essere "un Paese strategico" per la Russia - dopo che negli anni scorsi ne aveva delegato la 'gestione' a Evgeny Prigozhin e alla sua Wagner - considerandola l'anello di congiunzione tra i suoi propositi di espansione nel Sahel e di installazione di una base navale nell'est della Libia, a Tobruk o Bengasi. E rafforza ancora di più la sua presenza, attraverso l'Africa Corps, i reparti paramilitari ex Wagner ora inquadrati sotto il ministero della Difesa, che conterebbero già oltre 1.800 uomini sul terreno.

Cosa sta succedendo

Nell'est della Libia, i russi stanno facendo "un gioco molto interessante", rivelano all'Adnkronos fonti informate: "Se da un lato si appoggiano al secondogenito di Haftar, Khaled, che è quello che li ha fatti entrare nell'est, dall'altro lato sostengono tradizionalmente l'ex regime, incarnato da Seif", l''erede designato' di Muamamr Gheddafi, che rappresenta "la vera minaccia politica" per il maresciallo della Cirenaica. E questo gioco dei russi "starebbe mettendo in difficoltà Haftar, che assiste in alcune aree dell'est e nel Fezzan a manifestazioni in sostegno del vecchio regime".

"E' impossibile misurare il sostegno che avrebbe Seif Gheddafi - spiega all'Adnkronos Ashraf Shah, ex consigliere dell'Alto consiglio di Stato libico - Un sostegno che era visibile negli anni scorsi, quando, nel 2021, ci fu il tentativo di tenere le elezioni presidenziali, mentre adesso non c'è un metodo credibile per capire chi sostiene chi". Certo è, sottolinea, che Haftar considera il figlio del colonnello - ufficialmente ricercato dalla Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra e che si nasconderebbe nel Fezzan - "il suo nemico numero uno, tanto che di recente ha fatto arrestare il capo di una tribù locale, 85enne, rinchiuso in un carcere di Bengasi per il sostegno a Seif".

E un'altra prova della preoccupazione del maresciallo - che nel 1969 partecipò al golpe di Muammar Gheddafi contro re Idris, salvo poi esserne 'ripudiato' anni dopo - è "il rapporto conflittuale tra il figlio Saddam, comandante di un'unità speciale dell'Esercito nazionale libico (Lna), e il comandante del battaglione 106 Salem al Zadma, affiliato all'Lna, che si occupa della sicurezza nell'area del Fezzan legata all'ex regime", spiegano le fonti.

Questo il quadro a est, mentre Mosca intensifica i rapporti anche con l'ovest: nei giorni scorsi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha ricevuto una delegazione del governo di unità nazionale di Tripoli, della quale facevano parte Abdullah Al-Lafi, membro del Consiglio presidenziale, Taher Al-Baour, ministro degli Esteri, il capo di Stato maggiore dell’esercito della Tripolitania, Mohammed el-Haddad, a cui ha assicurato l'impegno di Mosca per l'unità e la stabilità della Libia.

E, con un tempismo che sottolinea una volta di più lo scontro a distanza tra Mosca e l'Europa, mentre quella delegazione rientrava dalla Russia, a Bruxelles sbarcava il premier del governo di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibah, che alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, avrebbe assicurato l'intenzione di non cedere alle pressioni russe. A condizione di avere quello di cui ha bisogno da Stati Uniti ed Europa: sostegno, investimenti e finanziamenti per il contrasto all'immigrazione.

La presenza russa

Ma la presenza russa a est si fa sempre più forte e invasiva, con l'arrivo di militari, paramilitari ed equipaggiamento, dislocati in diverse basi nell'est, a Jufra, Tobruk e anche a Bengasi, dove sarebbe stato creato un nuovo campo di addestramento. Come rivelato da "All eyes on Wagner", consorzio di informazione che monitora le attività del gruppo, alcuni degli uomini arrivati nelle ultime settimane sono stati trasferiti in Niger - chiamati dalla giunta golpista che nel frattempo ha cacciato gli americani - mentre altri sono rimasti nell'est della Libia, dove si occuperebbero della formazione dei miliziani libici e delle reclute del 'Direttorato Africa' di Wagner. Secondo Aeow, il contingente russo in Libia risponderebbe a quattro comandanti che ruotano tra la Siria e la Libia e riferiscono direttamente al vice ministro della Difesa russo Yunus Bek Yevkurov, l'uomo del Cremlino in Africa.

All eyes on Wagner ha monitorato i movimenti in diverse basi, nel porto siriano di Tartus (l'unico del Mediterraneo a cui Mosca ha accesso) da dove sono partiti i carichi diretti in Libia, e quelli nel porto di Tobruk, in Cirenaica, dove negli ultimi 45 giorni sarebbero arrivate cinque navi russe.

Non solo Libia: l'attivismo del nuovo ambasciatore russo a Tripoli, Aidar Aghanin, ex direttore del canale in arabo di Russia Today, la tv del Cremlino, che fa la spola tra la capitale e Bengasi, dove sarà riaperto il consolato, fa il paio con quello nei Paesi vicini, come Algeria e Marocco, dove i russi stanno mandando diplomatici di altissimo profilo, che parlano arabo e francese, a sottolineare "il rinnovato interesse strategico" per il Nordafrica, oltre che per il Sahel. E, rivela infine Aeow, arrivando dalla vicina Algeria dove avrebbe ricoperto un incarico assegnatogli dal ministero della Difesa dopo la sua epurazione seguita al fallito golpe di Wagner, avrebbe visitato regolarmente la Libia il generale Sergei Surovikin, ex comandante delle forze russe in Ucraina. Che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe tornare presto a Mosca.

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Putin e le minacce nucleari, il capo della Cia:...

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Preoccupazione per una possibile fornitura dell'Iran di missili balistici alla Russia

Vladimir Putin

Vladimir Putin? Un bullo che cerca di spaventare tutti con le sue minacce nucleari. E' il capo della Cia, Bill Burns, a ridimensionare il peso dei proclami del presidente russo. Il numero 1 dell'agenzia, come sottolinea il Guardian, invita ai Paesi occidentali a "non farsi intimorire dalle minacce nucleari della Russia". La comunicazione, d'altra parte, è un elemento chiave nella guerra in corso da oltre 900 giorni tra Ucraina e Russia.

"Non possiamo permetterci di farci intimidire da questo rumore di sciabole, dobbiamo esserne consapevoli" sottolinea, parlando a Londra dell'opportunità di consentire alle forze armate di Kiev di utilizzare o meno i missili anglo-francesi Storm Shadow in Russia.

L'Ucraina, come è noto, da oltre un mese ha invaso il territorio nemico nella regione di Kursk: i reparti di Kiev sarebbero in grado di lanciare missili in profondità in Russia, aprendo una nuova fase della guerra. I partner occidentali, ad oggi, non hanno dato il via libera al nuovo step. Gli Stati Uniti forniscono i missili a lungo raggio Atacms ma non autorizzano l'uso senza limiti, aggiungendo in ogni caso che le armi non sarebbero in grado di raggiungere obiettivi che Mosca ha messo al riparo da possibili attacchi.

"Gli Stati Uniti hanno fornito un enorme sostegno all'Ucraina e sono sicuro che il presidente prenderà in considerazione altri modi in cui possiamo sostenerli" anche se "nessuno di noi dovrebbe prendere alla leggera i rischi di una escalation", dice Burns.

Nella guerra, rischia di ricoprire un ruolo sempre più centrale dell'Iran: Burns esprime la preoccupazione che l'Iran stia valutando se fornire missili balistici alla Russia. Si tratterebbe di una "drammatica escalation". Finora Teheran ha fornito alla Russia solo droni da utilizzare in Ucraina.

Il precedente

Anche nella stessa Cia due anni fa, racconta, c'era stato il dubbio che la Russia potesse usare armi nucleari tattiche. "C'è stato un momento, nell'autunno del 2022, in cui credo ci sia stato un rischio reale di un potenziale uso di armi nucleari tattiche" da parte della Russia in Ucraina, dice Burns.

All'epoca, le truppe russe erano state respinte nel nord dell'Ucraina e avevano abbandonato Kherson nel sud, facendo pensare che la Russia avrebbe potuto cercare di usare un'arma nucleare se si fosse sviluppato un conflitto. In ogni caso, il fronte si è stabilizzato poco dopo.

Israele, Gaza e la nuova proposta per tregua

Il direttore della Cia si sofferma anche sulla crisi di Gaza e afferma che una "proposta più dettagliata" per un cessate il fuoco nella Striscia e un accordo per il rilascio degli ostaggi saranno presentati nei prossimi giorni. "Offriremo questa proposta dettagliata, spero nei prossimi giorni, e poi vedremo. È una questione di volontà politica", dice.

A seguito della dichiarazione di Burns, un funzionario israeliano dichiara al Times of Israel che "è assolutamente possibile" che Israele riceva presto una nuova proposta dagli Stati Uniti. "Stiamo ancora aspettando di vedere" cosa contiene.

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Ucraina, 007 Usa e Gb insieme contro Russia: come la...

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"Continueremo ad aiutare i nostri coraggiosi e risoluti partner", sottolineano i direttori dei servizi di intelligence di Usa e Gb, Bill Burns e Richard Moore

Soldato con drone in Ucraina

La guerra tra Ucraina e Russia dura da oltre 900 giorni. Gli scontri sul campo, soprattutto per le strategie offensive di Mosca nell'est dell'Ucraina, appartengono alla 'tradizione bellica', con tattiche vecchio stile. Il conflitto, però, allo stesso tempo è una sorta di laboratorio da 'war games 2.0' con un ricorso alle tecnologie moderne mai così ampio prima d'ora.

La guerra in Ucraina è la prima a "combinare software open source con tecnologia d'avanguardia sul campo di battaglia, sfruttando immagini satellitari commerciali e militari, tecnologia per i droni, cyber warfare sofisticato e non, social media, intelligence su fonti open source, mezzi aerei senza pilota e via mare e operazioni sulle informazioni, intelligence umana e dei segnali, a un tale incredibile ritmo e dimensioni. Ma soprattutto ha evidenziato l'imperativo di adattare, sperimentare e innovare", sottolineano i direttori dei servizi di intelligence di Usa e Gb, Bill Burns (Cia) e Richard Moore (Sis), in un articolo pubblicato sul Financial Times.

"Continueremo ad aiutare i nostri partner ucraini coraggiosi e risoluti - precisano - Questo conflitto ha dimostrato che la tecnologia, dispiegata insieme a straordinario coraggio e armi tradizionali, può alterare il corso della guerra".

Prima sfida Cina

Per Burns e Moore, l'ascesa della Cina è considerata la sfida principale a livello di intelligence e geopolitica del 21esimo secolo e precisano che le due agenzie sono state riorganizzate "in modo da riflettere tale priorità". "Mantenere il vantaggio tecnologico è cruciale per assicurare il nostro vantaggio condiviso nell'intelligence. Sis e Cia non possono farlo da sole: la nostra partnership è potenziata da una rete di partnership con il settore privato", con "le imprese più innovative negli Stati Uniti in Gran Bretagna e nel mondo", precisano i due, confermando l'impiego di Ia, inclusa Ia generativa, per rendere possibili e migliorare le attività di intelligence, e tecnologie cloud.

"Non c'è dubbio che l'ordine mondiale internazionale, il sistema equilibrato che ha portato a una pace e stabilità relativa e reso possibile l'aumento del tenore di vita, opportunità e prosperità, è minacciato in un modo mai visto dai tempi della guerra fredda. Ma combattere questo rischio con successo è alla base della nostra relazione speciale", affermano inoltre Burns e Moore.

Le due agenzie, anticipano, continueranno quindi a lavorare insieme oltre l'Ucraina, per contrastare la campagna senza sosta di sabotaggio in Europa da parte dell'intelligence russa e del suo cinico impiego di tecnologia per diffondere bugie e disinformazione progettate per seminare zizzania fra di noi.

"Nel 21esimo secolo, le crisi non arrivano in sequenza. Mentre vengono dedicate alla Russia risorse e attenzione significativi, agiamo insieme in altri luoghi e spazi per contrastare il rischio di instabilità globale", precisano. "L'anti terrorismo rimane al cuore della nostra partnership e lavoriamo a stretto contatto con altri per proteggere i nostri Paesi e per contrastare la minaccia dell'Is".

Cia e Sis sono impegnate anche in Medio Oriente per promuovere contenimento e de-escalation, lavorano "senza sosta" per arrivare a un accordo per il cessate il fuoco e gli ostaggi a Gaza.

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Ucraina, Zelensky: “Ho un piano, voglio condividerlo...

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"Spero di farlo vedere anche a Harris e Trump"

Volodymyr Zelensky (Fotogramma)

"Ho preparato un piano e voglio condividerlo con il presidente in carica degli Stati Uniti perché ci sono alcuni punti che dipendono dall'America". E' quanto ha detto il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in un'intervista alla Rai, rilasciata in occasione del forum Ambrosetti di Cernobbio. "Spero che avrò l'occasione di far vedere questo piano a Biden e ai potenziali candidati per la presidenza Usa, Harris e Trump, per avere un feedback e un riscontro", ha aggiunto Zelensky, precisando di volere "delle garanzie". Al momento, però, "non ho condiviso niente, il primo contatto ci sarà con Biden".

Per quanto riguarda il contenuto del piano, ha spiegato, "non si tratta solo di armi, ma anche di questioni importanti globali". "Parliamo di un pacchetto concreto di difesa. E se lo avremo, sarà un forte deterrente per la Russia e per poter terminare la guerra a condizioni diplomatiche", perché "il conflitto finirà e per gli ucraini è importante in che situazione si troveranno".

"Siamo più vicini alla fine della guerra"

"Siamo più vicini alla fine della guerra rispetto alla situazione in cui ci eravamo trovati all'inizio" aggiunge Zelensky. "Con le conferenze di ricostruzione e con gli accordi concreti rafforziamo l'economia e ci avviciniamo alla fine della guerra".

L'Ucraina e l'Italia

"A oggi non abbiamo problemi con l'Italia e nelle relazioni con l'Italia" ha detto dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, spiegando di aver "parlato dei preparativi della conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Ucraina".

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