Olio: Calabria protagonista Premio Verga per migliori extravergine del Mediterraneo
Si è svolta sabato e domenica a Cotronei l’ottava edizione del Premio Verga per i migliori oli extravergini di oliva del Mediterraneo, organizzata dallo stesso Comune, finanziata dall’Unione europea e patrocinata dal ministero degli Affari esteri, dalla Regione Calabria, dall’Arsac e da Gal Kroton, Italea, Elaioteca regionale della Calabria, associazione Pennulara e Consorzio Kroton Bio. Al concorso hanno partecipato 64 produttori delle regioni Calabria, Sicilia, Campania, Sardegna e Puglia. Con 12 componenti, tra cui sette assaggiatori esperti dell’Arsac, la giuria tecnica è stata coordinata e presieduta da Carmelo Orlando.
Nell’ambito del Premio, sabato si è tenuto a Palazzo Verga un importante convegno sull’importanza dell’olivicoltura per l’economia e lo sviluppo della Calabria, con richiami alla sua tradizione millenaria, approfondite analisi delle potenzialità del territorio e delle realtà produttive locali, prospettive, nei mercati internazionali, dell’olio extravergine prodotto nella regione. Un confronto a più voci, moderato da Peppone Calabrese, conduttore del programma di Rai 1 Linea Verde, con gli interventi del professore Rocco Zappia, di ruolo nell’Università di Reggio Calabria e presidente dell’Elaioteca regionale, della biologa nutrizionista Valeria Grimoli, del presidente Orlando, del sindaco di Cotronei, Antonio Ammirati, e del suo vice, Pier Luigi Benincasa. A seguire, il Premio Verga ha proposto un seguitissimo show cooking a opera del noto chef crotonese Ercole Villirillo, con l’impiego dei prodotti enogastronomici della tradizione calabrese.
Domenica, nella sala consiliare del Comune di Cotronei, la premiazione dei vincitori, preceduta da interventi istituzionali e tecnici introdotti e moderati da Peppone Calabrese "Ci sono luoghi, nella nostra Italia, in cui si può ancora fare cultura con grande costanza e altrettanta partecipazione. Cotronei è uno di questi posti, per l’impegno delle sue istituzioni locali e perché la sua comunità è viva e matura", ha sottolineato, insistendo sulla necessità, in Calabria come nell’intero Mezzogiorno, di "fare rete e squadra per lo sviluppo territoriale, superando invidie e polemiche che spesso, nel Sud, bloccano la crescita delle comunità, dell’economia e della qualità della vita. Noi vogliamo essere felici, più che resilienti", ha detto Calabrese.
Nell’intervento di apertura, il sindaco Ammirati ha riassunto la storia economica e sociale di Cotronei, "legata alla produzione di energia idroelettrica, dunque rinnovabile, ai laghi e alla bellezza della Sila, alle strutture socio-sanitarie assistenziali presenti nel territorio, all’agricoltura, alle piante di ulivo e all’olio extravergine di oliva che se ne ricava. Tutto questo patrimonio di risorse ha fermato lo spopolamento drammatico, invece in atto in altre aree interne, e ha permesso lo sviluppo culturale, economico e sociale di Cotronei. Per questo noi puntiamo su Sila Scienza, che, grazie all’incessante impegno della scienziata Domenica Taruscio, nostra cittadina onoraria, ci permette di promuovere nel mondo la bellezza e l’unicità del nostro territorio. E per lo stesso motivo puntiamo sul Premio Verga, che al territorio conferisce centralità per ciò che concerne l’oro della nostra zona, cioè l’olio extravergine, e attiva sinergie e meccanismi virtuosi al fine di elevare la qualità degli oli locali, su cui i produttori stanno lavorando con preparazione, competenza e volontà".
Ammirati ha poi annunciato l’istituzione di un comitato organizzativo del Premio "privo di legami con la politica, con il compito di lavorare da subito alla prossima edizione e di portare avanti e far crescere questo appuntamento, anche con le future amministrazioni locali». Ammirati, che ha poi ha anticipato l’obiettivo di superare, per l’anno prossimo, le 100 iscrizioni al Premio Verga, ha ricordato che la ricerca scientifica ha permesso di accertare l’origine locale della 'pennulara', cultivar molto presente nel comprensorio di Cotronei. Il vicesindaco di Cotronei, Pier Luigi Benincasa, ha ringraziato i relatori, i partecipanti, i presenti e quanti hanno collaborato all’iniziativa, sottolineando «la volontà di lavorare, tutti insieme, perché il Premio abbia in futuro un carattere internazionale".
Massimino Magliocchi, presidente del Consorzio olio di Calabria Igp, si è soffermato sull’importanza dell’olio extravergine di oliva nella dieta mediterranea e sulla continua ricerca della qualità da parte dei produttori calabresi. Ernesto Scola, presidente di Olio Evo Pennulara, ha illustrato le caratteristiche della cultivar utilizzata dai produttori di questa importante associazione e il lavoro di promozione e valorizzazione che la stessa porta avanti insieme alla Regione Calabria, al Comune di Cotronei e ad altri enti locali. Natale Carvello, presidente del Gal Kroton, ha evidenziato che "grazie ai tanti sforzi delle istituzioni e dei produttori di olio extravergine di oliva, la Calabria ha oggi un’immagine diversa" e ha aggiunto "nella regione c’è oggi una cura scrupolosa dell’albero dell’ulivo, che caratterizza il territorio insieme al cambio di mentalità che si è avuto pure sul pane e sul vino». Il professore Zappia ha rammentato che «dove c’è l’ulivo, ci sono i confini del Mediterraneo» e che «l’ulivo viene dall’Oriente e si è poi trasformato per via delle scelte umane».
Orlando, presidente della giuria, ha detto che "in Calabria l’ultima annata non è stata esaltante per la produzione di olio extravergine di oliva, tuttavia i produttori calabresi hanno saputo gareggiare con i concorrenti delle altre regioni del Mediterraneo". Fulvia Caligiuri, commissaria dell’Arsac, si è congratulata con il Comune di Cotronei per l’organizzazione del Premio e ha rimarcato "la capacità dei produttori calabresi di migliorare la qualità del loro prodotto, la loro voglia di mettersi in gioco e anche di imparare dagli altri", precisando che "oggi le istituzioni si mettono attorno ai produttori, per indirizzarli e sostenerli". Federico Montesanti, nipote di Giulio Verga, il proprietario terriero cui il Premio è dedicato, ha tracciato il profilo biografico del nonno, sottolineandone il legame profondo con l’ulivo e l’olio, insieme alla signorilità e sobrietà.
"In Calabria dobbiamo creare rete fra le imprese, anche per evitare che il nostro olio serva per stoccaggio", ha raccomandato Don Francesco Antonio Spadola, parroco di Cotronei. Francesco Pietropaolo, assessore al Personale della Regione Calabria, ha riferito del suo rapporto di parentela in linea femminile con la famiglia Verga, si è detto orgoglioso di avere origini a Cotronei, si è complimentato con l’amministrazione comunale. "Stiamo cercando di dare una narrazione e un’immagine diversa della Calabria. Dobbiamo essere grati ai produttori di olio d’oliva del passato e del presente", ha sottolineato.
Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura della Regione Calabria, ha concluso la serie degli interventi prima della premiazione. "Stiamo costruendo, e dobbiamo continuare con tanta convinzione, il sistema della consapevolezza evocato prima dal parroco. Organizzato in maniera impeccabile, il Premio Verga rappresenta una grande occasione di crescita. Se prima, in Calabria, non avevamo investito in qualità, ora le cose stanno cambiando. Come Regione - ha ricordato - stiamo indirizzando, finalizzando grandi risorse per aumentare la qualità, anche promuovendo la formazione specifica. Oggi la nostra regione ha una riconoscibilità precisa, dunque dobbiamo proseguire su questa strada. Mai più olio sfuso, ma olio di primissima qualità curato nei particolari, compreso il packaging, per conquistare quei mercati, anche internazionali, che cercano prodotti superlativi come i nostri e che sono disposti a pagarne il prezzo, a riconoscerne il valore. Quando sono diventato assessore, si imbottigliava appena l’8 per cento della produzione regionale, ora siamo a oltre il 20 per cento. Lavorare insieme - ha concluso l'assessore - deve essere la nostra parola chiave".
Il Premio speciale alla memoria di Giulio Verga è stato consegnato ad Antonio Giglio Verga, componente della stessa famiglia. Di seguito l’elenco dei vincitori dell’ottava edizione del Premio Verga, suddivisi per categoria.
Categoria Dop: 1) Olio Algoritmo (Azienda Marsicani, di Morigerati, Sa). 2) Olio Dop Bruzio Colline joniche presilane (Olearia Geraci, Corigliano-Rossano, Cs). 3) Olio Senatore Petronio (Azienda Petronio, di Michelangelo Notarianni, Lamezia Terme, Cz).
Categoria Igp: 1) Olio Cunzatillu (Azienda Cunzatillu, di Sebastiano Bonfiglio, Cassaro, Sr). 2).Olio Altanum (Azienda olearia San Giorgio, San Giorgio Morgeto, Rc). 3)Olio di Puglia (Società agricola L’Aurora, di Leonardo Visconti, Torremaggiore, Fg)
Categoria Bio: 1) Olio Fortuno (Az. Maria Mazzeto, Camerota, Sa). 2)Olio di Gio’ (Azienda olearia San Giorgio, San Giorgio Morgeto, Rc). 3)Olio Vaccaro (Oleificio Santa Venere Vaccaro, Cotronei, Kr)
Categoria Fruttato leggero: 1) Olio Rosi’ (Azienda Sorelle Garzo, Seminara, Rc). 2) Olio Orolio (Azienda Fratelli Renzo, Rossano, Cs). 3) Olio Élite (Azienda agricola Pietro Lopreiato, San Gregorio d’Ippona, Vv)
Categoria Fruttato medio: 1) Olio M. Elodia Tenuta Severini (Azienda Valeria D’Auria, Mottafollone, Cs). 2) Olio Santa Sua (Azienda Sergio Sequi, Terralba, Or). 3) Olio Pennulara (Azienda Rossana Murgia, Caccuri, Kr).
Categoria Fruttato intenso: 1) Olio Alter Ego (Azienda Marsicani, Morigerati, Sa). 2) Olio Cinquecolli Tonda Iblea (Azienda Cinquecolli, di Sebastiano Giaquinta, Chiaramonte Gulfi, Rg). 3) Olio Se-Do (Azienda Cavi Uliveti, di Francesca Coletta, Vieste, Fg)
Categoria Packaging: Olio Élite, dell’azienda agricola Pietro Lopreiato, San Gregorio d’Ippona, Vv).
Economia
L’Espresso: “Lancio nuovo sito web e profili...
"'La nuova redazione digitale sarà guidata dal giornalista Felice Florio"
"Care lettrici, cari lettori, L’Espresso è online. Da mesi stiamo lavorando senza sosta per dar vita a un nuovo sito che non sarà solo una piattaforma digitale, ma il cuore di una rivoluzione nel nostro modo di informarvi. Tutelando, ovviamente, il prestigio del settimanale cartaceo che ha fatto e continuerà a fare la storia del giornalismo in Italia. Con il rilascio previsto per gennaio 2025, - si legge in una nota del peridico - il nuovo sito, concepito per essere mobile first, segnerà un cambiamento radicale, frutto di un intenso lavoro di progettazione: abbiamo analizzato dati in profondità con un approccio data driven, ci siamo confrontati con i benchmark internazionali più innovativi e ci siamo affidati alle migliori competenze, interne ed esterne, per costruire un ecosistema digitale avanzato. La nuova piattaforma sarà il fulcro di un giornalismo interattivo e partecipativo, in cui i lettori saranno finalmente co-attori del processo informativo, grazie a strumenti di engagement e comunicazione diretta con la redazione".
"Anche i nostri social evolveranno, con una veste grafica completamente rinnovata e nuovi format pensati appositamente per i diversi canali. Siamo andati oltre i semplici aggiornamenti estetici, ripensando totalmente il nostro approccio: puntiamo su contenuti originali, progettati per offrire un’esperienza immersiva. Il mondo dell’informazione cambia costantemente. Cambiamo anche noi, ma restando fedeli alla verità, ai fatti, alla storia di cui siamo stati e saremo testimoni, senza filtri. - continua la nota - Nel 1955, L’Espresso nacque con un obiettivo chiaro: raccontare l’Italia, senza paura. Non una storia di trasformisti e camaleonti, tutt’altro. Una 'struttura d’opinione' - come ci definiva il fondatore Scalfari - che ha attraversato la storia d’Italia senza mai venir meno alle proprie convinzioni e ai propri radicati principi, che si possono riassumere così: 'Indipendenza di giudizio, culto della razionalità, disponibilità a comprendere ciò che è diverso da sé pur senza velleità imitative, lotta contro le mafie di potere, difesa delle minoranze, anche quando esse sostengono posizioni diverse e perfino opposte'. A distanza di 70 anni, quella missione è immutata. Ma il mondo si è trasformato, la realtà si evolve senza sosta. È arrivato il momento anche per noi di evolverci, per offrirvi un’informazione più diretta, incisiva, ma libera come sempre".
"Lo sappiamo, viviamo tempi difficili. Ogni giorno, le menzogne disorientano, i disonesti ci fanno arrabbiare. Ma sulle nostre pagine, cartacee e digitali, continuerete a trovare la speranza, attraverso il vero giornalismo. Non è un mestiere facile, non basta raccontare, bisogna scavare. Non basta osservare, bisogna capire, per poi sfidare il silenzio. Non ci stiamo approcciando al digitale con una nuova strategia che insegua le mode, - prosegue la nota - ma per fare la differenza con il coraggio delle inchieste che da decenni ci caratterizzano. In questi mesi, abbiamo ascoltato la rabbia di chi non si fida più dell’informazione e abbiamo deciso di agire, non per accontentare tutti e sfruttare i nuovi strumenti digitali che l’innovazione ci offre, ma per raccontare la verità, anche quando fa male. È il nostro impegno: nessun compromesso con il potere, nessuna narrazione di comodo".
"L’Espresso si evolve per combattere, non per compiacere. La nuova redazione digitale sarà guidata dal giornalista Felice Florio. Dal primo gennaio, sarà il nuovo responsabile del sito e dei social de L’Espresso, dove porterà la competenza maturata in alcune delle redazioni online italiane più innovative. La scelta di affidarci a un giornalista di 31 anni per il nuovo corso è la dimostrazione più limpida del nostro impegno per il futuro. L’Espresso si rinnova, consapevole che non esiste speranza senza verità. E non esiste verità senza un giornalismo libero. Stiamo cambiando per restare fedeli a tutto questo. Buone feste a tutte e a tutti!", conclude la nota.
Economia
L’ad Invitalia Bernardo Mattarella:...
L'intervista al Messaggero
"Nell'ultimo triennio, dopo la caduta del 2020, l'Italia è tornata a crescere a un ritmo superiore a quello dell'Unione. La dinamica del Pil è stata sostenuta soprattutto dalla domanda interna con un ruolo importante degli investimenti sia privati che pubblici. Nel corso del 2024 abbiamo assistito a una progressiva frenata della crescita e anche le prospettive per il 2025 restano incerte a causa della crisi del settore industriale a livello europeo, con segnali preoccupanti che arrivano anche da vari comparti del made in Italy". A dirlo, dalle pagine di Outlook Economia del Messaggero è l'ad di Invitalia, Bernardo Mattarella, che risponde alla domanda sui rischi per il Paese sulle previsioni della Bce per l'Europa, che prevedono nei prossimi anni una ripresa economica più lenta.
Invitalia, quindi, chiede il Messaggero, cosa farà? "Invitalia è uno dei principali attori impegnati nell'attuazione di politiche pubbliche mirate alla crescita economica del Paese, con particolare attenzione ai settori strategici per lo sviluppo e l'occupazione, al rilancio delle aree di crisi, alla gestione dei settori in transizione industriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Questo, anche con riferimento alle sfide degli ultimi anni, ci consente di fungere da punto di incontro tra i fabbisogni del sistema imprenditoriale, delle comunità, dei territori e del Governo centrale. Concentrandoci sul supporto al rafforzamento e al consolidamento delle imprese nazionali, al sostegno della nuova imprenditorialità, contribuiamo a migliorare il posizionamento dell'Italia lungo le filiere più innovative".
Come si è adattata l'azione di Invitalia rispetto alle crisi degli ultimi anni? "Le crisi - dice Mattarella - hanno posto nuove sfide e opportunità e Invitalia ha avuto un ruolo importante per il rafforzamento e consolidamento delle imprese nazionali, sostenere la nuova imprenditorialità, sviluppare le aree del Paese più in difficoltà e migliorare il posizionamento dell'Italia lungo le filiere più innovative. Questo oggi la rende un interlocutore credibile, solido e strutturato per i nostri stakeholders, istituzioni, imprese, giovani e donne che vogliono realizzare un'idea imprenditoriale".
E qual è l'impatto delle misure che gestite sul sistema Paese? «Tutto ciò che noi facciamo è accompagnato da una valutazione di impatto perché le politiche, messe in campo dal Governo e attuate da Invitalia, devono essere misurate nella loro efficacia e nella capacità di creare valore per le persone, per l'ambiente, per le comunità e i territori». Serve un'azione concreta però? «Un'Agenzia come Invitalia deve generare inclusione, integrando in ogni progetto la dimensione economica, sociale e ambientale per coinvolgere fasce di popolazione ancora ai margini, soprattutto donne e Neet, rendere il lavoro più produttivo e creare lavoro di qualità. Nel periodo 2021-23, il Gruppo ha sostenuto circa 240 mila imprese, attivando investimenti per 45 miliardi. Soltanto nel 2023 abbiamo assistito oltre 64.000 imprese, di queste 4.200 sono nuove imprese, di cui circa il 40% sono formate da imprenditrici e l'80% sono nate nel Mezzogiorno, dove abbiamo un forte mandato. Più si va a Sud, più si va nelle regioni a maggior ritardo di sviluppo, e più gli incentivi sono significativi per il sostegno agli investimenti e alle imprese». Dal vostro punto di osservazione, come si stanno comportando le imprese? «In uno scenario di incertezza geopolitica ed economica, possiamo dire che le imprese italiane, in generale, hanno continuato a mantenere fermi i propri piani di investimento, orientandoli sempre più verso le transizioni gemelle, per essere pronti alle sfide tecnologiche ed a quelle dei mercati, anche internazionali. Sono aumentati gli investimenti verso quei settori a più elevato contenuto tecnologico».
Il tema dell'innovazione è cruciale, come affrontarlo? «L'innovazione è condizione necessaria per mantenere competitivo il nostro Paese e per creare posti di lavoro di qualità. La maggior parte delle misure gestite dall'Agenzia nascono dall'esigenza, condivisa con il Governo, di raggiungere gli obiettivi della sostenibilità, dell'innovazione, nel rispetto della tutela dell'ambiente, della qualità di vita delle persone e della qualità dei prodotti». Nel 2043 si stima la riduzione del 4,3% della popolazione del Paese, con un calo nel Mezzogiorno dell'11,9%. È un problema demografico cruciale, non le pare? «Noi incentiviamo i giovani a restare. Alcuni strumenti che gestiamo sono finalizzati proprio a far restare i giovani nelle loro regioni di origine. Uno dei più importanti si chiama Resto al Sud e, dal 2018, ha supportato la nascita di 17.000 imprese e 60.000 posti di lavoro. Ci sarà anche una seconda edizione, Resto al Sud 2.0, che avrà anche un gemello che si chiamerà Autoimpiego Centro-Nord. Tutto quello che facciamo si riverbera sulla creazione e salvaguardia di posti di lavoro di qualità. I nostri beneficiari devono rispettare la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che impiegano, anche per favorire il mantenimento di attività imprenditoriali nelle regioni che sono a rischio di desertificazione».
Sul Pnrr possiamo iniziare a trarre i primi bilanci? «Il Pnrr ha segnato una forte discontinuità introducendo fattori di innovazione nella definizione e gestione delle policy per lo sviluppo. Abbiamo sperimentato e acquisito una modalità più efficace ed efficiente per impiegare le risorse pubbliche destinate agli investimenti e sostenere la crescita economica. L'erogazione dei fondi, infatti, è subordinata al raggiungimento di obiettivi specifici, con target chiari e milestone di monitoraggio. Innovazioni che rappresentano un'eredità importante del Pnrr che dovranno essere valorizzate anche nel futuro per la pianificazione e gestione delle politiche pubbliche. Sul Pnrr, Invitalia supporta 20 amministrazioni per un valore di 50 miliardi».
MCC ha dato a Banca del Fucino l'esclusiva per l'acquisto di Cassa di Orvieto, che aveva acquisito ai tempi in cui lei era ad, un bel successo? «MCC acquisì Cassa di Orvieto nel 2020 nell'ambito del rilancio dell'allora Popolare di Bari, ora BDM Banca. Nonostante molti definissero quell'iniziativa un salvataggio di stato, noi l'abbiamo sempre considerata un'operazione di rilancio in un ambito di attività, la sana gestione del risparmio delle famiglie orientata anche e soprattutto al sostegno di un sano sviluppo economico, troppo importante per non essere oggetto della massima attenzione delle istituzioni pubbliche e private, soprattutto nel mezzogiorno e nel centro Italia. L'auspicata positiva conclusione della cessione sollecitata da operatori di mercato e non da MCC a Banca del Fucino, che ha presentato un offerta significativamente migliore delle altre, dimostra che con la giusta attitudine e le giuste leve questo tipo di interventi possono portare a storie di successo».
Economia
Littizzetto equipara Zelensky e Putin nella letterina a...
Nell'ultima puntata di 'Che tempo che fa', in onda su Nove
Bufera social su Luciana Littizzetto per la "letterina" a Babbo natale letta nell'ultima puntata di 'Che tempo che fa', in onda su Nove. Nel testo, in particolare, secondo gli utenti di X vengono messi sullo stesso piano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin, senza nessuna apparente distinzione tra aggredito e aggressore nella guerra in corso da oltre 1000 giorni.
"Caro Babbo Natale, scrive - tu che ogni anno torni puntuale come l’Irpef portando impennate di glicemia a tutta l'Umanità. Non so se ti sei accorto ma il mondo ultimamente fa proprio cagarissimo. Con tutti i cattivi che ci sono in circolazione altro che carbone. Ho tante cose da chiederti caro Babbo, ma per prima cosa porta a Trump, Musk, Putin, Zelensky, Netanyahu, Erdogan e Kim Jong-un, un bel righello così se lo misurano e capiscono finalmente chi ce l'ha più lungo. Basta anche un righello piccolo, eh… metà di quello che ti danno all'Ikea, che è già fin troppo".
Immediati i commenti degli utenti che su Twitter contestano Littizzetto di aver "messo sullo stesso piano invasori, criminali di guerra e chi difende un paese invaso". "Che schifo mettere sullo stesso piano il capomafia russo con chi si sta solo difendendo", scrive un utente. "Stavolta Littizzetto ha inciampato equiparando Zelensky ai veri bulli internazionali", concorda un altro. "Che vergogna, Littizzetto. Il primo ministro di una nazione stuprata paragonato al dittatore dell'impero stupratore", si legge in un altro post.