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Il 30 maggio LA MILANESIANA, ideata e diretta da ELISABETTA SGARBI, al Teatro Franco Parenti di MILANO

Il 30 maggio LA MILANESIANA, ideata e diretta da ELISABETTA SGARBI, ospita al Teatro Franco Parenti “NANDA E IO”, lo spettacolo tra musica e parole di PAOLA TURCI e ENRICO ROTELLI, dedicato alla scrittrice, traduttrice, giornalista FERNANDA PIVANO, a 15 anni dalla scomparsa.

È con dolcezza e riconoscenza che Enrico Rotelli racconta Fernanda Pivano: lo fa in qualità di suo assistente – lo è stato dal 2004 – ma soprattutto con la veemenza di un giovane non ancora trentenne che, di fronte a un futuro incerto, sognava l’avventura della rivoluzione e della letteratura. Su quegli anni ha scritto Nanda e io: i miei anni con Fernanda Pivano(La nave di Teseo, 2023), un memoir che ha il sapore di un romanzo di formazione. Ora la rivive sul palco accanto a Paola Turci in uno spettacolo omonimo in cui racconta i viaggi, le insicurezze, le gratificazioni e gli incontri con i migliori geni di un’epoca passata e non per questo perduta. Patti Smith,Fabrizio De André, Lou Reed, Bob Dylan e le loro canzoni, ma anche le poesie di Spoon River, gli insegnamenti di Cesare Pavese e la scoperta dell’America, da “Il grande Gatsby”, che entrambi hanno tradotto, agli autori di maggior talento che Rotelli oggi porta in Italia sulla scia del lavoro imparato da Nanda, una delle figure più autentiche e dirompenti della cultura italiana.

Lo spettacolo comincerà alle ore 19.00. Introduce Elisabetta Sgarbi. Ingresso gratuito su prenotazione a QUESTO LINK. L’evento è realizzato il sostegno di TrentoSpettacoli.

Paola Turci

Debutta nel 1986 a Sanremo per l’etichetta IT di Vincenzo Micocci, noto discografico talent scout. Da allora sono passati 38 anni di ricerca artistica e personale. Dai primi felici esperimenti cantautorali agli album più ambiziosi fino al grande successo di pubblico arrivato con Oltre le nuvole e Mi basta il paradiso. Negli anni Duemila è ritornata alle istanze artistiche più intime (con due album: Questa parte di mondo; Tra i fuochi in mezzo al cielo) intervallati dal live Stato di calma apparente e seguiti da una trilogia dedicata all’amore, all’universo femminile e allo sguardo sul mondo: Attraversami il cuore, Giorni di rose e Le storie degli altri. Numerose sono le partecipazioni al Festival di Sanremo negli anni, con tre Premi della Critica (‘87, ‘88 e ‘89) e una vittoria nella categoria Emergenti (’89). Innumerevoli riconoscimenti e dischi d’oro e di platino, centinaia di concerti, l’impegno costante per Emergency, per la Fondazione Francesca Rava e Amnesty International, con progetti a favore dell’infanzia nel mondo. Autrice di un romanzo, Con te accanto (Rizzoli), e un’autobiografia, Mi amerò lo stesso (Mondadori). Dopo il successo dell’album antologico Io sono (Warner Music, 2016), tre inediti e un tour che l’ha portata in giro per tutta l’Italia, Paola mette in scena un monologo ispirato alla sua autobiografia. Nel 2017 pubblica l’album di inediti Il secondo cuore e nel 2019 l’album Viva da morire.

Enrico Rotelli

È autore di Nanda e io (Premio Visintin 2024) e L’America è un esperimento. Collabora alle pagine culturali del “Corriere della Sera” con articoli sulla letteratura statunitense per i quali nel 2020 ha ricevuto il premio Amerigo. È stato assistente di Fernanda Pivano di cui ha curato Diari ed è coautore dei libri autobiografici di Valentina Cortese Quanti sono i domani passati, da cui è tratto il film premio Nastro d’Argento Diva!; Carla Fracci Passo dopo passo, da cui è tratto il film Carla; Paola Turci Mi amerò lo stesso e Gillo Dorfles Paesaggi e personaggi. Per anni ha seguito i progetti editoriali della Fondazione Fabrizio De André. Ha inoltre tradotto Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald.

Elisabetta Sgarbi

Dopo 25 anni come editor e Direttore Editoriale della casa editrice Bompiani, ha fondato nel novembre 2015, assieme ad altri autori tra cui Umberto Eco, Mario Andreose ed Eugenio Lio, La nave di Teseo Editore, di cui è Direttore Generale e Direttore Editoriale. È Presidente di Baldini+Castoldi e Oblomov Edizioni e Direttore Responsabile della rivista “linus”. Ha ideato, e da 25 anni ne è Direttore Artistico, il Festival Internazionale La Milanesiana – Letteratura Musica Cinema Scienza Arte Filosofia Teatro Diritto Economia Sport Fumetto e linus – Festival del Fumetto, che giunge quest’anno alla sua terza edizione. Dal 1999 dirige e produce i suoi lavori cinematografici, presentati nei più importanti festival internazionali del Cinema. Nel 2020 ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia un film sul gruppo musicale Extraliscio, dal titolo “Extraliscio – Punk da Balera. Si ballerà finché entra la luce dell’alba”. Il film ha ricevuto il Premio Siae al talento creativo e il Premio FICE – Federazione Italiana Cinema d’Essais. Il suo film più recente è “Gatto e la casa dei fantasmi”, presentato nel 2023 al Torino Film Festival; alla fotografia di Nino Migliori ha dedicato due film, entrambi presentati in anteprima alla Festa del Cinema di Roma: “Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza (2022)”, selezionato per i Nastri d’Argento, e “Nino Migliori. La festa che rovescia il mondo per gioco (2023)”. Nel 2020 ha fondato la Betty Wrong Edizioni musicali che ha esordito producendo il doppio album degli Extraliscio “È bello perdersi”, che include il singolo presentato al 71^ Festival di Sanremo, Bianca Luce Nera. Nel 2022 ha pubblicato insieme a Margutta 86 il singolo “È così” di Luca Barbarossa e Extraliscio, seguito dall’album di Extraliscio “Romantic Robot”. È Presidente della Fondazione Elisabetta Sgarbi che promuove la lettura, la diffusione della cultura e della conoscenza dell’arte. Per la sua attività culturale ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui l’Ambrogino d’Oro. È membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Paulo Coelho, con sede a Ginevra. È membro, su nomina del Pontefice Francesco I, della Pontificia Accademia delle Arti e delle Scienze.

Quest’anno La Milanesiana, ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, festeggia 25 anni con un’edizione straordinaria che dal 20 maggio attraversa l’Italia concludendosi il 9 agosto a St. Moritz in Svizzera, unendo Letteratura, Musica, Cinema, Scienza, Arte, Filosofia, Teatro, Diritto, Economia, Sport e Fumetto.

Il tema del 2024 è LA TIMIDEZZA (e i suoi contrari), l’arte di saper ascoltare e osservare il mondo, e i mondi degli altri, invece di farsi risucchiare in un turbine di attività e stimoli, rischiando di perdere di vista ciò che è veramente importante. Ma anche i suoi contrari, l’istrionismo e l’estroversione. La Timidezza ama la pace, una chimera in un mondo dominato dalle Guerre. Il secondo argomento portante è il rapporto con la Natura, e in particolare con l’Acqua.

La Rosa dipinta da Franco Battiato, che fin dalla prima edizione è il simbolo de La Milanesiana, quest’anno arrossisce con grazia in aderenza al tema portante, rielaborata da Franco Achilli.

Quest’anno La Milanesiana consegna i seguenti premi:

Premio Rosa d’oro de La Milanesiana ad Anne Carson e a Laura Morante

Premio SIAE / La Milanesiana a Paolo Fresu. Premio Jean-Claude e Nicky Fasquelle a Mathieu Belezi. Premio Omaggio al Maestro ad Antonio Rezza e Flavia Mastrella. Premio Regas / La Milanesiana “Artisti dell’innovazione” ad Andrea Moro. Per prenotarsi agli appuntamenti a ingresso gratuito, clicca qui.

La Milanesiana è organizzata da Imarts International Music and Arts Fondazione Elisabetta Sgarbi, con il Patrocinio del Comune di Milano e con il contributo di Regione Lombardia.

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Main Sponsor de La Milanesiana: A2A, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bormio, Comune di Livigno, Intesa Sanpaolo, Fondazione di Comunità Milano, Volvo Car Italia, ENEL, Banco BPM, APT Basilicata, Grafica Veneta S.p.a..

Partner de La Milanesiana: Almo Collegio Borromeo, Fondazione Meyer, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, La Venaria Reale, Regione Marche, Albarella SRL, Fondazione Il Carnevale di Viareggio, Corriere della Sera, Nazione Verde, MM SPA, SoLongevity, LCA Studio Legale, Regas, STEP Tech Park, PDE, Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo, ForlìMusica, Fondazione Marche Cultura Fondazione AEM, Gerardo Sacco, Galleria Vik Milano.

La Milanesiana ringrazia: Comune di Ascoli Piceno, Comune di Montalto delle Marche, Comune di Seregno, Comune di Cesano Maderno, Comune di Alessandria, Comune di Rosolina, Comune di Livigno, Comune di Sondrio, Comune di Merano, Comune di Firenze, Comune di Viareggio, Comune di Busseto, Comune di Forlì, Comune di Modigliana, Comune di Sant’Agata Feltria, Comune di Lugo, Comune di Gatteo a Mare, Comune di Cervia, Comune di St. Moritz, Rotary Club Bormio Contea, Visit Romagna, Piccolo Teatro di Milano, Anteo Palazzo del Cinema, Spazio Teatro No’hma, Laboratorio Formentini, Accademia Carrara di Bergamo, Camera di Commercio delle Marche, Musei Civici Ascoli Piceno, Fondazione Elisabetta Sgarbi, Fondazione Cavallini Sgarbi, Betty Wrong, Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Cultural-Mente Insieme, CiaccioArte, SPAZIOBIGSANTAMARTA, @Video, Studio Toffoletto De Luca Tamajo, Studio Volpatti, Cenacolo Artom, Salone Internazionale del Libro di Torino, Bookcity Milano, La Feltrinelli, A+G, Galleria Ceribelli, Ornella Bramani, Errestampa, Banca Popolare Sondrio, BIM, Pro Valtellina Onlus, Schena Assicurazioni, LIONS CLUB SONDRIO HOST, LIONS CLUB SONDRIO MASEGRA, LIONS CLUB BORMIO, LIONS CLUB TELLINO, Acinque Energia, Franciacorta, Prometecia, Braulio Amaro dello Stelvio, Bormio Località, Comunità montana Alta Valtellina, Levissima.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Cultura

Hic et nunc, cosa significa e quando usarlo in un dialogo

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Hic et nunc, cosa significa e quando usarlo in un dialogo

“Hic et nunc”, dal latino “qui e ora

Il presente scivola via come sabbia tra le dita, mentre i pensieri rimbalzano tra un passato ormai lontano e un futuro che non arriva mai. “Hic et nunc”, dal latino “qui e ora“, è più di una semplice espressione: è un richiamo netto e deciso a riappropriarsi dell’istante. Non è solo un invito, ma un imperativo che scuote, quasi a volerci strattonare dal torpore dell’abitudine. Questa locuzione, tanto antica quanto attuale, racchiude in sé l’urgenza di agire subito e di vivere con intensità il momento presente, senza rimandare a domani ciò che già oggi può essere vissuto appieno. Un concetto essenziale, che vibra di significati profondi e che, in pochi suoni, riesce a raccontare il bisogno umano di sentirsi vivi, adesso, in questo preciso istante.

Origine e significato della locuzione “hic et nunc”

Tra le pieghe della lingua latina, capace di trasformare ogni parola in un monumento, “hic et nunc” emerge come una formula di cristallina semplicità e potenza. “Qui e ora”, il significato letterale, non è un pensiero astratto o un gioco filosofico. È una dichiarazione netta, un’invocazione a ciò che accade sotto i nostri occhi e tra le nostre mani. Hic, “qui”, indica il luogo; nunc, “ora”, il tempo. Insieme formano un punto fermo, una sorta di ancora nel mare in tempesta del passato e del futuro.

La locuzione, usata già dagli antichi Romani, non si limita però a descrivere una coordinata spazio-temporale. Ha il sapore di un ordine: fermati, guarda, vivi adesso, senza distrazioni né rimpianti. Filosofi, letterati e poeti l’hanno abbracciata come un mantra, mentre l’uomo comune la trasforma, forse inconsapevolmente, in una regola di sopravvivenza emotiva. Non c’è spazio per le mezze misure: hic et nunc è il richiamo alla concretezza, alla capacità di agire dove si è e con ciò che si ha.

Utilizzo nel linguaggio quotidiano

Quando le parole si fanno carico di significati tanto profondi, è inevitabile che trovino il loro spazio anche nei dialoghi di ogni giorno. “Hic et nunc”, pur nato come espressione erudita, si insinua con naturalezza nelle conversazioni, diventando il modo perfetto per sottolineare l’urgenza di un’azione o la necessità di concentrazione immediata. Può suonare come un consiglio saggio o come un monito deciso, capace di riportare chi ascolta con i piedi ben piantati nella realtà. Non è raro sentirlo usato in contesti accesi, dove ogni esitazione potrebbe fare la differenza: un dibattito acceso, una decisione cruciale, persino una battuta tra amici che vogliono scuotersi dall’indecisione.

Eppure, il fascino di questa locuzione sta nella sua capacità di adattarsi. Può essere pronunciata con leggerezza, quasi come un motto ironico per chi procrastina, oppure con serietà, come una bussola morale. “Hic et nunc” non è solo un’espressione, ma un invito universale a vivere con pienezza e determinazione, un modo per ricordarsi che ogni scelta, per quanto piccola, inizia sempre qui e ora.

Applicazioni in filosofia e psicologia

Nel campo della filosofia, “hic et nunc” è più di un’espressione: è una lente attraverso cui leggere l’esistenza. Gli stoici, ad esempio, la interpretavano come una chiamata a focalizzarsi sul presente, l’unico momento su cui si può davvero avere controllo. Anche in epoche successive, il concetto è stato ripreso con slancio. Kierkegaard ne faceva una questione di scelta e responsabilità, un invito a vivere senza rifugiarsi nelle illusioni del domani.

In psicologia, invece, questo principio è diventato un pilastro di approcci come la mindfulness. Concentrarsi sul “qui e ora” aiuta a disinnescare l’ansia e i rimuginii, portando chi lo pratica a radicarsi nel momento presente. Non è solo una tecnica, ma un modo di essere, un antidoto al caos mentale. Se in filosofia l’attimo è una questione di riflessione, in psicologia diventa un esercizio di consapevolezza, che affonda le radici nel respiro e nei sensi.

Altre frasi e citazioni in latino di uso comune

Altre frasi e di uso comune, citazioni latine, aforismi o modi di dire che trasmettono saggezza, auspici o valori profondi:

  1. Ad maiora semper – “Verso cose più grandi, sempre.”
    Un augurio di successo e crescita continua.
  2. Memento mori – “Ricorda che devi morire.”
    Un invito a riflettere sulla caducità della vita.
  3. Carpe diem – “Cogli l’attimo.”
    Un’esortazione a vivere il presente pienamente.
  4. Veni, vidi, vici – “Venni, vidi, vinsi.”
    Una frase attribuita a Giulio Cesare, che celebra una vittoria rapida e decisiva.
  5. Amor fati – “Amore per il destino.”
    Un concetto stoico che invita ad accettare e amare la propria sorte.
  6. Hic et nunc – “Qui e ora.”
    Un richiamo a concentrarsi sul momento presente.
  7. Alea iacta est – “Il dado è tratto.”
    Una frase che significa che una decisione irreversibile è stata presa, attribuita a Cesare al passaggio del Rubicone.
  8. Mens sana in corpore sano – “Mente sana in corpo sano.”
    Indica l’importanza dell’equilibrio tra salute fisica e mentale.
  9. Sapere aude – “Osa sapere.”
    Un invito a cercare la conoscenza e la verità.
  10. Nunc est bibendum – “Ora è il momento di bere.”
    Una frase di Orazio, spesso usata per indicare che è il momento di celebrare.
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Cultura

“L’innovazione al servizio dello sviluppo...

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Il contributo della Presidente e CEO del Gruppo Bracco nella 34esima edizione del volume

Diana Bracco - Fotogramma

"L'innovazione al servizio dello sviluppo sostenibile" nell'intervento nel Libro dei Fatti 2024 della Presidente e CEO del Gruppo Bracco, Diana Bracco, autrice del contributo presente nel volume giunto quest'anno alla 34esima edizione.

L'intervento di Diana Bracco

"In questi anni abbiamo vissuto grandi sconvolgimenti: dalla pandemia al divampare della guerra nel cuore dell’Europa, fino all’inasprimento di conflitti latenti in diverse regioni del mondo. Una crisi che ha impattato sui grandi equilibri geopolitici, ma anche sulla vita di ogni singola impresa.

In questo complesso scenario, il Gruppo Bracco si è dimostrato solido e resiliente, pronto ad affrontare le nuove sfide, prima fra tutte quella non derogabile dello sviluppo sostenibile. E per farlo abbiamo puntato come sempre sull’innovazione, che è il cuore pulsante della nostra attività. Nei nostri 11 Centri

Ricerca nel mondo si lavora infatti non solo per innovare tutte le modalità diagnostiche, dalla risonanza magnetica alla radiologia, dalla medicina nucleare alla cardiologia interventistica, dalla diagnostica intraoperatoria ai mezzi di contrasto per ecografia, ma anche per migliorare l’impatto sull’ambiente di prodotti e processi e per ridurre le emissioni di CO2.

Usare cicli produttivi all’avanguardia e sicuri, lavorando in accordo con le regole Good Manufacturing Practice-FDA è una pratica quotidiana in tutti i nostri stabilimenti, dall’Italia alla Germania, dagli Stati Uniti alla Svizzera, dal Canada alla Cina.

Insomma, il nostro impegno è provato e di lunga data. Ed è pienamente riconosciuto: nel 2023 abbiamo ricevuto la medaglia d’oro di EcoVadis – una delle più importanti agenzie di rating ESG internazionali – per quanto ottenuto in quattro aree chiave: ambiente, etica, procurement sostenibile, condizioni di lavoro e diritti umani. Inoltre, Bracco Imaging si posiziona al top tra le circa 100.000 aziende globali certificate da EcoVadis: davvero una bella soddisfazione.

Il 2023 è stato importante anche per un altro motivo. Il processo di internazionalizzazione del Gruppo ha visto una nuova milestone: la nascita di Bracco Japan, che ha preso il posto della joint-venture con Eisai, nata nel lontano 1990. Per un’azienda familiare italiana operare direttamente in Giappone, un Paese così importante e prestigioso sotto ogni punto di vista, è un motivo di orgoglio.

Il nostro impegno a tutto tondo nei confronti dei pazienti, dei medici, delle nostre persone e dell’intero Pianeta è dunque più forte che mai. Un autorevole, tangibile riconoscimento ci è stato attribuito dalla Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica che, in occasione del suo 51° Congresso Nazionale, ha deciso di insignire me della Medaglia d’Oro SIRM. Un onore che nel 1992 era toccato a mio padre Cav. Lav. Fulvio Bracco, e che rappresenta il suggello alla continuità del commitment di Bracco e della nostra famiglia a favore della radiologia e dell’innovazione".

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Cultura

Catherine Brice e Giuliano Amato tra i vincitori del premio...

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I riconoscimenti, andati anche a Dino Messina e Maurizio Isabella, verranno assegnati il 29 novembre alla presenza di Giuli al Mic

Catherine Brice e Giuliano Amato tra i vincitori del premio Risorgimento

Promuovere la conoscenza del Risorgimento italiano e dei fondamentali valori politico-culturali e civili che lo hanno caratterizzato. Ma al tempo stesso offrire un riconoscimento tangibile alle personalità, italiane e straniere, che si sono distinte per il loro contributo alla ricerca scientifica e alla divulgazione storica sui temi, i fatti, le figure e le idee che hanno segnato l’Ottocento italiano ed europeo. Con questi obiettivi è nato il Premio Nazionale Risorgimento, organizzato dall’Istituto per la storia del Risorgimento (Isri) con il patrocinio del Ministero della Cultura. I riconoscimenti verranno assegnati il prossimo 29 novembre, alla presenza del ministro della Cultura Alessandro Giuli, nel corso di una cerimonia che avrà luogo a Roma presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura.

“Nel corso degli ultimi mesi – spiega A lessandro Campi, direttore dell’Isri – due giurie composte da studiosi italiani e stranieri e da giornalisti e operatori culturali hanno esaminato le diverse candidature raccolte. Un lavoro non facile, considerata il valore dei nomi e dei volumi che sono stati segnalati. Ma le scelte fatte sono state alla fine ben ponderate ma soprattutto di grande qualità”. Tre le sezioni previste. Il Premio alla carriera, dedicato a una personalità italiana o straniera che abbia dato un significativo contributo scientifico allo studio del "lungo Risorgimento". Il Premio per la divulgazione storica, destinato a una personalità italiana o straniera che abbia contribuito in modo significativo alla divulgazione storica del "lungo Risorgimento". Il Premio libro dell'anno, assegnato a un'opera storica pubblicata in Italia o all'estero che abbia offerto un contributo innovativo agli studi sul "lungo Risorgimento". Alle fine i riconoscimenti sono stati così assegnati dalle due Giurie tecniche. Per quanto riguarda il complesso dell’opera scientifica, il Premio è andato alla storica francese Catherine Brice, a lungo docente di storia contemporanea presso l’Institut d’études politiques di Parigi e attualmente professore emerito all’Università di Parigi.

Allieva di Jacques Droz e Pierre Milza, la Brice si è occupata nel corso della sua carriera accademica della storia italiana tra Otto e Novecento, di cui è considerata tra i maggiori esperti in Francia. Specialista in particolare del Risorgimento e dell’Italia liberale, ha studiato a lungo il rapporto tra monarchia sabauda e identità nazionale, il tema dell’esilio politico nei suoi aspetti economici, le politiche di risarcimento delle vittime politiche del Risorgimento, il ruolo della monumentalità e del simbolismo politico nella costruzione dello Stato unitario, le vicende della città di Roma in età napoleonica. Tra i suoi lavori monografici: Monumentalité publique et politique à Rome: le Vittoriano (1998); Histoire de Rome et des Romains de Napoléon Ier à nos jours (2007), Monarchie et identité nationale en Italie, 1861-1900 (2010), Histoire de l’Italie (2003). Oltre alle molte curatele e opere scritte in collaborazione con altri autori: La memoria perduta. I monumenti ai caduti della Grande Guerra a Roma e nel Lazio (1998), Exile and the Circulation of Political Practices, 19th Century (2020) e Asile-Exil. Du droit aux pratiques, XVIe-XIXe siècle (2022).

Il Premio alla divulgazione storica, assegnato da una giuria apposita, è invece andato al giornalista, scrittore e saggista Dino Messina, storica firma del “Corriere della Sera”, giornale dove ha lavorato trent’anni e con il quale collabora con articoli di attualità e cultura.

Nella sua veste di divulgatore storico, Messina nel 1997 ha pubblicato il volume C’eravamo tanto odiati (Baldini & Castoldi), nel quale ha messo a confronto le vicende del partigiano Rosario Bentivegna e del 'ragazzo di Salò' Carlo Mazzantini. Ha scritto inoltre il libro inchiesta Salviamo la Costituzione italiana (2008) e i saggi 2 giugno 1946. La battaglia per la Repubblica (2016), Italiani due volte. Dalle foibe all’esodo: una ferita aperta nella storia italiana (2019) e La storia cancellata degli italiani (2022) sugli effetti negativi della 'cancel culture'. Sul Risorgimento, in particolare, ha pubblicato il volume Italiani per forza. Le leggende contro l'Unità d'Italia che è ora di sfatare (2021), incentrato sull’unità nazionale e le dispute neoborboniche.

Il Premio libro dell’anno – riferito alle opere pubblicate, anche all’estero, nel corso del 2023 – è infine andato al Maurizio Isabella, da molti anni docente di Storia moderna presso il Queen Mary College della University of London. Già research fellow al Birkbeck College, University of London, e Stanley J. Seeger Fellow alla Princeton University, Isabella – uno degli storici più brillanti della sua generazione – è stato premiato per il suo libro Southern Europe in the Age of Revolutions, pubblicato dalla Princeton University Press e dedicato alla dialettica rivoluzione-controrivoluzione nei Paesi dell’area mediterranea nei primi decenni dell’Ottocento. Un‘opera che già gli è valsa diversi riconoscimenti a livello internazionale per il suo carattere innovativo sul piano metodologico – a cavallo tra storia culturale e storia politica – e per la quantità straordinaria di materiali e documenti sui quali è stata costruita. Tra gli altri libri di Isabella, Risorgimento in esilio. L'internazionale liberale e l'età delle rivoluzioni pubblicato in Italia nel 2009.

Infine, il Premio speciale della Giuria, che è stato assegnato al Presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato per il suo volume, pubblicato nel 2023, C'era una volta Cavour. La potenza della grande politica, nel quale Amato – mescolando virtuosamente il suo doppio ruolo di accademico e di uomo politico a lungo attivo nelle istituzioni – ha raccolto e commentato dieci celebri e importanti discorsi e scritti dello statista piemontese, mettendone in rilievo sia le capacità di tessitore politico e negoziatore diplomatico, sia la solida visione del futuro e la lungimiranza basata su forti convinzioni ideali. Esattamente le due caratteristiche che hanno consentito a Cavour di svolgere un ruolo decisivo nel processo di costruzione dell’unità italiana. Una lezione di metodo e di contenuto secondo Amato ancora oggi estremamente attuale.

“Attraverso l’assegnazione di questi riconoscimenti – conclude Alessandro Campi – certamente abbiamo inteso ribadire l’importanza dei valori di unità, libertà e impegno civile promossi durante il Risorgimento e che sono, ancora oggi, il fondamento della nostra identità nazionale. È questo d’altronde uno degli obiettivi istituzionali perseguito dall’Istituto per la storia del Risorgimento italiano sin dalla sua fondazione nell’ormai lontano 1935. Ma ci premeva anche far conoscere e valorizzare il contributo allo studio del Risorgimento dato ancora oggi da importanti e appassionati studiosi anche fuori dai confini nazionali. Segno che quella fase della storia italiana continua ad essere oggetto di attenzione e ricerca, di riflessione e dibattito, per quanto siano nel frattempo cambiati gli approcci di studio, le metodologie d’indagine e le sensibilità collettive. La storia è per definizione uno strumento di conoscenza e un fattore identitario. Quella del Risorgimento, per un paese come l’Italia, lo è a maggior ragione. E promuoverne lo studio è anch’esso uno degli obiettivi che da sempre persegue l’Istituto. Questo Premio alla sua prima edizione vuole dunque essere anche un riconoscimento simbolico a tutti i grandi maestri che nel corso dei decenni hanno contribuito ad una conoscenza sempre più dettagliata, critica e obiettiva del nostro passato”.

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