Buchmesse, Cipolletta (Aie): “Italia a Francoforte con oltre 100 autori”
Così il presidente dell'Associazione Italiana Editori nel corso della conferenza stampa di presentazione ufficiale dell'Italia Paese Ospite d'Onore alla Fiera del Libro di Francoforte
Saranno oltre 100 gli autori italiani presenti alla Fiera del Libro di Francoforte 2024 (16-20 ottobre), che "animeranno un programma di 60 incontri in rappresentanza di un'editoria plurale fatta di generi e pubblici molto diversi tra loro e dove gli editori medio e piccoli rappresentano comunque la metà del mercato che conta circa 70mila nuovi titoli l'anno". Lo ha detto Innocenzo Cipolletta, presidente dell'Associazione Italiana Editori (Aie), questa mattina presso la Literaturhaus Frankfurt di Francoforte, nel corso della conferenza stampa di presentazione ufficiale dell'Italia Paese Ospite d'Onore alla Fiera del Libro di Francoforte (16-20 ottobre).
Cipolletta ha fornito alcune anticipazioni sui temi degli incontri previsti alla Buchmesse: "L'Italia è un Paese di lettrici ancora prima che di lettori e le donne, a tutti i livelli, sono sempre più protagoniste dell’editoria. Autrici come Melania Mazzucco, Chiara Valerio, Silvia Avallone, Rosella Postorino, Giulia Caminito affronteranno nei loro interventi i temi del genere. Claudia Durastanti, Helena Janeczek, Igiaba Scego, Maddalena Fingerle racconteranno un'Italia cosmopolita che, nella lingua e nelle esperienze, si apre al mondo, mentre Donatella Di Pietrantonio e Stefania Auci ci aiuteranno a scavare nella storia e nel passato del nostro Paese".
A Francoforte, ha aggiunto il presidente di Aie, si parlerà anche "di quello che unisce Italia e Germania: Pietrangelo Buttafuoco e Antonio Franchini racconteranno la fascinazione secolare dei tedeschi per il nostro Paese, da Federico II a Goethe. Ci saranno giovani scrittori che per anni hanno fatto della Germania la loro casa, come Mario Desiati, o Vincenzo Latronico che con Gianluigi Simonetti discuterà della ricerca di un nuovo grande romanzo europeo".
Gli autori italiani affronteranno anche "i grandi nodi del presente, perché il libro fa anche questo, ci permette di leggere il mondo: con Marcello Veneziani esploreremo il ruolo dell'intellettuale oggi, con Alessandro Campi parleremo di destra e sinistra. E poi esploreremo i tanti generi che compongono il prisma dell'offerta editoriale italiana - ha ricordato Cipolletta -: parleremo di poliziesco con Maurizio De Giovanni e Antonio Manzini, di romance con Erin Doom e Felicia Kingsley, di poesia con Vivian Lamarque e Giuseppe Conte. Viaggeremo nel mondo dei libri per ragazzi che, da soli, valgono un terzo dei diritti venduti all’estero ogni anno dagli editori italiani. Avremo con noi Pierdomenico Baccalario, Davide Morosinotto, Elisabetta Dami, Marta Palazzesi".
Anche il fumetto, protagonista nelle librerie italiane in questi anni, sarà presente a Francoforte con protagonisti diversissimi tra loro come Milo Manara, Pera Toons, Luca Enoch, Teresa Radice e Stefano Turconi. Ci saranno, inoltre, i grandi illustratori noti a livello internazionale, come Beatrice Alemagna, Lorenzo Mattotti, Alessandro Sanna.
E a Francoforte, ha concluso Cipolletta, "ci saranno grandi narratori e saggisti che esploreranno i termini che definiscono il nostro mondo, le nostre paure, i nostri sogni. Ci saranno Dacia Maraini, Claudio Magris e Alessandro Baricco. Daniele Mencarelli ed Emanuele Trevi ci parleranno dell’assenza, Susanna Tamaro e Stefano Zecchi della bellezza, Carlo Rovelli dell’Apocalisse, Sandro Veronesi del caos, Massimo Sandal di scienza, Alessandro D’Avenia dei classici, Alessandro Barbero e Aldo Cazzullo delle storie, Francesca Melandri della cura, Valeria Parrella del racconto, Nicola Lagioia dei luoghi".
Lavoro
Previdenza, Forum Enpaia 2024 su Economia e società scenari...
Martedì 24 settembre dalle ore 10 a Roma
Lavoro, capitale umano e intelligenza artificiale, ma anche agroalimentare e sostenibilità saranno i temi al centro del Forum Enpaia 2024 su 'Economia e società. Scenari e prospettive', promosso dalla Fondazione Enpaia, l’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura e giunto alla quinta edizione, che si terrà martedì 24 settembre dalle ore 10, a Roma, presso Villa Aurelia, con la partecipazione del Premio Nobel per l'Economia, Christopher Pissarides e del Rettore dell’Università Luiss, Paolo Boccardelli.
Introdurrà i lavori Giorgio Piazza, Presidente della Fondazione Enpaia, e a seguire ci saranno gli interventi di Andrea Bonabello, Amministratore Delegato Ulixes Capital Partners; Gianpiero Calzolari, Presidente Gruppo Granarolo; Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura; Mario Lubetkin, Vice Direttore Generale FAO; Enrica Mammucari, Segretaria Generale Uila-Uil; Gianmatteo Manghi, Amministratore Delegato Cisco Italia; Alberto Oliveti, Presidente Adepp; Ettore Prandini, Presidente Coldiretti; Walter Renna, Amministratore Delegato Fastweb; Onofrio Rota, Segretario Generale Fai-Cisl; Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; Agostino Scornajenchi, Amministratore Delegato CDP Venture Capital e Maria Tripodi, Sottosegretario Ministero Affari Esteri e Cooperazione internazionale.
Sarà possibile seguire la diretta dei lavori del Forum sul canale Youtube della Fondazione Enpaia: https://www.youtube.com/@fondazione-enpaia.
Cronaca
Processo Open Arms, naufrago chiede risarcimento di 50mila...
Il legale del migrante: "La condotta dell'imputato ha aggravato i danni già subiti in Libia da Musa, che aveva 15 anni"
Un naufrago chiede 50mila euro di risarcimento a Matteo Salvini nel processo Open Arms. La somma è stata chiesta nell'udienza di oggi del processo a carico del leader della Lega, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, dall'avvocata Serena Romano, legale di parte civile di Musa, uno dei naufraghi soccorsi dalla Open Arms nell'agosto del 2019.
"La condotta dell'imputato ha aggravato i danni già subiti in Libia da Musa, che aveva 15 anni, per le sofferenze fisiche ed emotive e per l'ingiustificato prolungamento della permanenza in mare, per il timore di essere riportato in Libia, per la violazione di tutti i diritti riconosciuti dalla nostra carta costituzionale che tutelano l'infanzia, che andava tutelata", ha detto Romano.
La nave della ong spagnola Open Arms "ha salvato decine di migliaia di persone" e nell'agosto 2019 , quando il ministro dell'interno di allora Matteo Salvini impedì lo sbarco di 147 persone a bordo della imbarcazione, "la ong si è trovata non solo a non avere il supporto che avrebbe dovuto avere e che è previsto dalla convenzione Sar da parte dello Stato rivierasco, ma si è trovata di fronte a questo muro", ha detto ha detto l'avvocato Arturo Salerni, legale di parte civile della ong spagnola Open Arms.
"E' evidente il danno che si è creato all'armatore umanitario Open Arms, il danno prodotto al suo equipaggio alla sua funzionalità, alle attività che perseguono con un fine esclusivamente umanitario che tanti frutti ha dato", ha aggiunto.
"L'udienza di oggi del processo Open Arms a Palermo conferma la totale insussistenza delle tesi dell’accusa, che pure ha chiesto 6 anni per Matteo Salvini perché ha difeso i confini: nell'indifferenza clamorosa degli immigrati presunti sequestrati, sarà interessante verificare quanti finanziamenti pubblici hanno incassato le realtà, a partire da Legambiente e Arci, che hanno speso soldi e tempo per partecipare a questo teatrino. Verificheremo con grande attenzione. E ancora: quanto sta costando ai contribuenti questo processo, voluto dalla sinistra contro Salvini?", la posizione espressa dalla Lega in una nota.
Esteri
Cercapersone e walkie talkie esplosi, Libano nel panico: la...
Civili sono terrorizzati dal fatto che dispositivi di uso quotidiano possano esplodere in qualsiasi momento
Una psicosi collettiva sta dilagando in Libano dopo le due ondate di attacchi contro Hezbollah con walkie talkie e cercapersone esplosivi che hanno causato decine di morti e migliaia di feriti. L'operazione non rivendicata, ma che in molti hanno attribuito al Mossad, ha anche provocato danni gravissimi agli occhi di molti sopravvissuti, tra cui l'ambasciatore iraniano a Beirut, Mojtaba Amani. Gli ospedali sono saturi e il Paese - già da tempo alle prese con una devastante crisi economica e politica - è in preda al panico.
I civili sono terrorizzati dal fatto che dispositivi di uso quotidiano possano esplodere in qualsiasi momento. E le voci girano ormai senza alcun freno causando ancora più caos. "Si dice che potrebbero esplodere i pannelli solari, le batterie, i frigoriferi, qualsiasi cosa", ha scritto il giornalista Hassan Harfoush sul Daily Mail. "Ho persino detto ai miei genitori di prendere un estintore, nel caso in cui qualcosa esplodesse in casa", ha aggiunto Harfoush che ha descritto le scene dell'orrore - con corpi e volti dilaniati - a cui si è assistito negli ultimi giorni.
I libanesi, scrive la stampa locale, hanno iniziato ad adottare misure drastiche per proteggersi, spegnendo i cellulari, gettando via i dispositivi elettronici e strappando le batterie dai walkie-talkie per il timore che possano essere stati manomessi con esplosivi. In alcuni casi, le persone hanno staccato gli elettrodomestici, persino spento i router wi-fi. Intanto una fonte dell'intelligence statunitense ha rivelato ad Abc News che l'operazione per fabbricare i device esplosi era stata pianificata da almeno 15 anni, coinvolgendo società fittizie.
Una delle principali conseguenze a lungo termine di quanto accaduto sarà che Hezbollah "ora dovrà condurre una caccia alle streghe all'interno dell'organizzazione", ha commentato a Sky News il ricercatore su terrorismo e politica mediorientale, Magnus Norell, evidenziando come la "vittoria tattica per Israele" sia stata "l'interruzione dei sistemi di comunicazione di Hezbollah in un colpo solo".
Ma i nervi dei libanesi sono messi a dura prova anche dal rischio concreto che le esplosioni dei walkie talkie e dei cercapersone siano, come molti osservatori sostengono, il preludio a un'operazione militare su larga scala dello Stato ebraico contro Hezbollah. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha parlato di una "nuova fase" della guerra, il cui baricentro si sposterà inevitabilmente da Gaza verso il confine nord con il Libano. Il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nel suo atteso intervento ieri ha definito l'operazione di Israele "un'operazione di guerra".
La tensione è altissima. Aerei militari israeliani hanno sorvolato Beirut, a bassa quota e a velocità superiori di quella del suono, mentre Nasrallah teneva il suo discorso. Negli stessi minuti Hezbollah ha colpito almeno quattro nel nord dello Stato ebraico. Nella notte, poi, c'è stato uno dei più intensi attacchi israeliani nel sud del Libano dal 7 ottobre. L'agenzia libanese Nna sostiene che siano stati condotti 52 raid e le Idf hanno comunicato di aver colpito 100 lanciatori di razzi.
Il punto sulla crisi
L'escalation sembra davvero un passo, ma nella comunità internazionale si ritiene ci sia ancora una finestra di opportunità per risolvere la crisi pacificamente. "Abbiamo parlato a lungo di ciò che accade in Medio Oriente, con grande preoccupazione, ma anche convinti che ci possa ancora essere lo spazio per iniziative diplomatiche'', ha dichiarato ieri sera a Parigi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine della riunione del formato Quint - con i rappresentanti di Usa, Germania, Francia e Gb - incentrata sulla crisi in Medio Oriente. "Una strada diplomatica esiste", ha confermato il presidente francese, Emmanuel Macron, rivolgendosi ai libanesi e sottolineando che "la guerra non è inevitabile".
Mosca, invece, ha messo in guardia dagli "effetti catastrofici" dell'attacco che ha falcidiato Hezbollah, dicendosi "profondamente preoccupata dai pericolosi sviluppi" in Libano. "Siamo convinti che l'avvio di una operazione militare su vasta scala in Libano avrebbe le conseguenze più distruttive per la sicurezza dell'intero Medio Oriente. E' necessario evitare tale scenario catastrofico", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
Dall'Iran - che non dimentica anche l'uccisione a luglio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh - è arrivata invece l'ennesima minaccia di rappresaglia contro Israele, stavolta attraverso il potente capo dei Guardiani della Rivoluzione. Israele riceverà una "risposta terribile" per i suoi attacchi contro Hezbollah, ha tuonato Hossein Salami, denunciando "il crimine atroce commesso dal regime sionista a causa della sua disperazione e dei suoi fallimenti".